Allegato B
Seduta n. 264 del 12/2/2003


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SALUTE

Interrogazione a risposta orale:

GIORGIO CONTE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il diabete nelle sue forme clinicamente riconosciute, è una malattia di enorme diffusione ed impatto sociale, fino a raggiungere nel nostro Paese la cifra di oltre 3 milioni di pazienti. Con l'attuale tasso di crescita, pari a circa il 5 per cento annuo, si stima il raddoppio della popolazione diabetica entro il 2010, con una netta preponderanza di diabete «tipo II» che interessa la popolazione anziana;
i costi sociali della malattia non opportunamente controllata, stimati già oggi nel 5 per cento della spesa sanitaria nazionale,


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possono essere significativi, con la necessità di rispondere a degenerazioni gravi dovute a complicanze cliniche;
il controllo puntuale e la somministrazione di farmaci possono rendere la malattia compatibile ad ogni attività lavorativa e sociale, con una sensibile riduzione, se non il superamento, del rischio dovuto alle complicanze;
gli attuali protocolli di cura adottati dai centri specializzati del nostro Paese garantiscono un buon controllo dei pazienti, con un notevole miglioramento rispetto al passato;
la ricerca medica ha introdotto nuove insuline iniettabili quali la «Lantus» (glargine), in grado di migliorare sensibilmente la terapia, con un bacino di possibili utenti che dall'uso ne potrebbero trarre beneficio di oltre il 30 per cento del totale dei pazienti insulino-trattati. Sono inoltre stati introdotti nuovi ipoglicemizzanti (glitazonici) per le terapie del diabete «tipo II»;
tali specialità, utilizzate con pieno successo nelle terapie, risultano disponibili solo nella fascia «H» del prontuario (farmaci ospedalieri), nonostante l'invito ad ampliarne la possibilità di distribuzione proveniente dall'Unione europea;
l'importanza ed il sensibile miglioramento introdotto da tali farmaci spinge i pazienti a ricercarli sui mercati esteri e presso le farmacie internazionali, con un aggravio di costi significativo rispetto alle specialità tradizionali, considerate pienamente quali «farmaci salvavita», che proprio tali farmaci vanno a sostituire o integrare -:
quali siano le valutazioni, anche economiche, che spingano il ministero della salute a non inserire i richiamati farmaci nella fascia «A» del prontuario nazionale;
quale sia lo stato della sperimentazione e della ricerca di statistica sanitaria che fossero necessarie per l'inserimento in fascia «A» dei farmaci richiamati;
se tale esclusione sia frutto di un errore di valutazione a fronte dei benefici, riconosciuti e riscontrabili, alla salute dei pazienti ancor prima che per la spesa sanitaria futura, in termini di prevenzione;
se sia manifestabile una volontà politica di riconoscere l'importanza di tali farmaci e la loro assoluta identica funzione rispetto alle tradizionali cure, già considerate quali farmaci salvavita e come tali inserite nella fascia «A» del prontuario nazionale e distribuite.
(3-01932)

Interrogazione a risposta scritta:

CENTO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
risulta che le autorità tedesche hanno preparato oltre cento milioni di dosi di antivaiolosa per proteggere la popolazione in caso di attacco bio-terroristico. Un vasto piano preventivo che metterebbe le autorità sanitarie in grado di vaccinare contro il vaiolo ogni uomo, donna e bambino residente in Germania;
con riferimento al rischio vaiolo è che se si vuole intervenire rapidamente è necessario comprare gli antidoti ed i vaccini, e attivare misure difensive di tipo precauzionale;
il 7 febbraio 2003 il Vicepremier spagnolo Mariano Rajoy, ha annunciato che il suo governo ha acquistato due milioni di vaccini contro il vaiolo, come misura preventiva;
quasi tutti i Paesi occidentali scontano la mancanza di approfondite conoscenze e di adeguata organizzazione per l'eventualità di dover gestire aggressioni terroristiche di natura batteriologica;
è necessario un grande sforzo a livello nazionale e internazionale per garantire la diagnosi precoce e l'isolamento dei soggetti eventualmente colpiti, altrimenti i rischi sono altissimi: un'epidemia di vaiolo non arginata per tempo potrebbe avere effetti devastanti;
nel nostro Paese è ancora carente il coordinamento tra le diverse autorità


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coinvolte: protezione civile, esercito e strutture sanitarie devono, invece, essere pronte ad agire in sintonia per contenere immediatamente gli effetti di un eventuale attacco;
l'intervento preventivo chiama in causa non solo la possibilità di acquisto di antidoti e vaccini ma anche la predisposizione di un laboratorio ove si possa coltivare il virus e in seguito produrre la fiala vaccino -:
quali misure specifiche siano state adottate per prevenire ed eventualmente fronteggiare questa nuova minaccia;
se non si ritenga utile potenziare laboratori e strumenti atti a far fronte ad eventuali attentati di tipo batteriologico, e nel caso specifico del vaiolo, approntare tempestivamente i laboratori di virologia in grado di coltivarlo;
se non si ritenga necessario predispone corsi intensivi per infermieri e medici, e approntare controlli e test da poter eventualmente sottoporre in gran quantità ai cittadini;
quali siano le iniziative del Governo, di concerto con gli altri Stati europei, per attrezzare adeguatamente il nostro Paese per le ipotesi indicate in premessa;
quale sia il livello di interazione fra protezione civile, esercito e strutture sanitarie per l'ipotesi di attacchi terroristici batteriologici;
quali siano a tutt'oggi le capacità di fornire risposte tempestive rispetto al rischio di attacchi terroristici chimici e batteriologici;
quali interventi il Ministro interrogato abbia predisposto affinché l'istituto superiore di sanità e i centri specializzati in malattie infettive siano allertati.
(4-05408)