III Commissione - Resoconto di mercoledì 21 ottobre 2009


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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 21 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.05.

5-01974 Parisi: Sul processo elettorale in corso in Afghanistan.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata


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anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

Arturo Mario Luigi PARISI (PD) illustra l'interrogazione in titolo, presentata a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal principale avversario del presidente Karzai sui brogli e le irregolarità che hanno segnato il processo elettorale. Sottolinea l'inopportunità che in occasione del ballottaggio si ripeta il medesimo scenario che ha segnato il primo appuntamento elettorale in Afghanistan e la necessità di ricevere elementi sul ruolo che il nostro Paese intende svolgere in questo complesso percorso anche alla luce del rinnovo della missione dell'Unione europea.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), sottolineando che sono in corso consultazioni sia in sede UE che NATO sui comportamenti da tenere per scongiurare una situazione analoga a quella prodottasi al primo turno elettorale in considerazione della preoccupante situazione che si registra sul terreno.

Arturo Mario Luigi PARISI (PD), replicando, ringrazia in primo luogo il Governo per avere certificato alcune informazioni riportate nei giorni scorsi dalla stampa internazionale. Ritiene peraltro che sia rimasta inevasa la risposta circa il ruolo dell'Italia nella fase del controllo sulla regolarità del processo elettorale in Afghanistan. Ritiene a tale proposito che, differentemente dall'impegno del contingente militare, che appare di tutto rilievo e di elevato livello qualitativo, il nostro Paese non abbia svolto un'azione altrettanto efficace al fine di garantire elezioni corrette, rilevando a tale proposito le irregolarità siano state particolarmente consistenti nell'area di nostra competenza. Sottolinea infine che gli altri Paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti, hanno tenuto, rispetto all'Italia, un ruolo di più alto profilo nella verifica elettorale e in favore della piena legalità democratica. A suo avviso, l'Italia dovrebbe avere una parte significativa nel processo di osservazione sul processo elettorale da parte dell'Unione europea.

5-01975 Volontè: Sugli eccezionali eventi alluvionali in Burkina Faso.

Luca VOLONTÈ (UdC) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Luca VOLONTÈ (UdC), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta in quanto gli impegni presi dall'Italia e dagli altri Paesi fanno sperare di poter alleviare concretamente le sofferenze delle popolazioni colpite dalle calamità naturali. Sottolinea che negli ultimi anni il Burkina Faso, come altri Paesi africani quali il Senegal, sono frequentemente colpiti da nubifragi e ricorda che anche il rapporto della FAO ha evidenziato i gravi rischi per quella regione derivanti dai cambiamenti climatici.

5-01976 Evangelisti: Sulla riorganizzazione della rete diplomatico-consolare.

Fabio EVANGELISTI (IdV) illustra l'interrogazione in titolo dichiarandosi stupito che mentre è in corso una discussione sulle modalità di procedere ad un riordino della rete diplomatica si proceda, unico Paese del gruppo del G8, alla chiusura dell'ambasciata in Zambia, determinando così una ulteriore riduzione della già scarsa presenza dell'Italia nell'Africa del Sud.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Fabio EVANGELISTI (IdV), replicando, ritenendo opportuno segnalare il diffuso malcontento circa la riorganizzazione


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della rete consolare, si dichiara soddisfatto circa la sospensione della chiusura della sede di Lusaka, riferita dal sottosegretario Scotti.

Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.30.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 21 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.30.

5-01733 Mecacci: Sui migranti somali respinti in Libia.

Il sottosegretario Vincenzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Matteo MECACCI (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto sottolineando con rammarico che il comportamento tenuto dalla autorità italiane, così come descritto nella parte di risposta di competenza del Ministero dell'interno, non sia conforme alla legislazione italiana. Ricordando il contenuto dell'articolo 33 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati, ratificata dall'Italia nel 1954, sottolinea che la maggior parte degli stranieri riconsegnati alla Libia il 12 agosto 2009 erano somali e che solo pochi giorni prima molti rifugiati somali erano stati uccisi in un campo di detenzione libico. Osserva che sia il Commissario europeo per la giustizia Barrot che gli Alti commissari dell'ONU per i rifugiati e i diritti umani, António Guterres e Navi Pillay, hanno stigmatizzato il comportamento italiano nella politica dei respingimenti. Si dichiara infine stupito che il Ministero dell'interno prosegua con tale politica ed evidenzia la necessità di porre all'attenzione del Parlamento tali tematiche, soprattutto alla luce della recente ratifica del Trattato di amicizia con la Libia.

5-01796 Mecacci: Sul naufragio del 28-29 marzo 2009 nelle acque libiche.

Il sottosegretario Vincenzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Matteo MECACCI (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto perché nell'interrogazione si faceva riferimento a fatti specifici e la risposta del Governo, pur recando alcune precisazioni sul naufragio del 28 marzo 2009, non fornisce nessuna informazione circa il secondo naufragio che sarebbe avvenuto in quei giorni e che porterebbe ad oltre seicento il numero delle vittime.
Sottolinea come i ritardi da parte libica nelle richieste di rogatoria avanzate dalla magistratura italiana mostrino che, al di là delle celebrazioni retoriche, manca una volontà concreta di collaborazione da parte delle autorità di quel paese.
Ritiene che il fenomeno dei naufragi sia destinato purtroppo ad aumentare, anche a causa della politica adottata dal Governo italiano e che sia necessario dotarsi di strumenti tecnologici più efficaci sia per contrastare i trafficanti di persone che per prevenire disastri come quelli che si sono verificati. Ribadisce che il Parlamento dovrebbe monitorare attentamente la situazione anche attraverso l'istituzione di una commissione di inchiesta sui naufragi nel Mediterraneo.
Osservando che la tematica in oggetto non dovrebbe essere un terreno di divisione tra maggioranza e opposizione, esprime apprezzamento per la richiesta, avanzata dal Presidente della Camera al suo omologo libico e purtroppo al momento respinta, circa la possibilità che una delegazione parlamentare visiti i centri di detenzione di quel Paese.


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Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 21 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.50.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri e la Confederazione svizzera, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari, con atto finale, processo verbale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 26 ottobre 2004.
C. 2723 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Stefano STEFANI, presidente, sostituendo il relatore, onorevole Picchi, impossibilitato a prendere parte alla seduta, osserva preliminarmente che l'Accordo in esame si inserisce, rafforzandolo, nel quadro delle precedenti intese tra le due parti nel settore dell'assistenza giudiziaria in materia penale, dell'assistenza amministrativa e della cooperazione più in generale. Rientra nella tipologia dei cosiddetti «accordi misti», cioè conclusi congiuntamente da Comunità europea e da Stati membri - ai quali sono poi sottoposti per la procedura di ratifica - nei settori di competenze concorrenti. Allo stato, perché l'accordo possa entrare in vigore mancano ancora le ratifiche di Grecia, Irlanda e Paesi Bassi, oltre a quella dell'Italia, mentre la Svizzera ha fatto pervenire la propria notifica il 23 ottobre 2008.
Ricorda che l'Accordo è stato concluso nell'ambito di un'unica tornata negoziale che nel 2004 ha portato alla firma di nove accordi tra la Svizzera e l'UE (Accordi bilaterali II), diretti a consolidare la cooperazione tra le due parti non solo in settori economici, ma anche in campi quali la sicurezza, l'asilo, l'ambiente e la cultura; tra tali accordi si ricordano, tra gli altri, quello di associazione all'acquis di Schengen e gli accordi per la partecipazione della Svizzera al cosiddetto «Sistema di Dublino» che attualmente è inteso a determinare a quale Stato membro competa l'esame di una richiesta di asilo presentata da un cittadino di paese terzo sul territorio di uno degli Stati membri dell'Unione, nonché della Norvegia e dell'Islanda.
Rileva che l'Accordo si compone di 48 articoli (suddivisi in quattro Titoli), un atto finale, un processo verbale che fornisce la definizione dei termini utilizzati nel testo dell'Accordo, e due dichiarazioni. Nel Titolo I (articoli da 1 a 6) sono innanzitutto stabiliti l'oggetto dell'accordo - l'ampliamento della assistenza amministrativa e giudiziaria in materia penale fra i due sottoscrittori - e il campo di applicazione. Quest'ultimo, dettagliato nell'articolo 2, prevede tutte le attività - dalla prevenzione alla repressione - riguardanti gli scambi commerciali in violazione della legislazione doganale e agricola della fiscalità indiretta (IVA e accise), nonché i reati legati alla percezione di fondi provenienti da sovvenzioni o rimborsi della pubblica amministrazione. Particolare rilievo assume la cooperazione per il contrasto al riciclaggio. Il reato di riciclaggio è considerato dall'accordo se l'attività alla sua origine è grave al punto di prevedere sanzioni di una certa importanza (pena privativa della libertà o misure di limitazione della stessa superiori a 6 mesi). Al proposito, una Dichiarazione comune allegata all'Accordo specificato che la cooperazione in materia di riciclaggio comprende tra i reati cd. «preliminari» quelli di frode fiscale o di contrabbando professionale secondo quanto stabilito dalla normativa elvetica.
Il Titolo II (articoli da 7 a 24) riguarda la cooperazione amministrativa: in particolare,


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all'articolo 8, le parti contraenti si impegnano ad assicurare, attraverso le autorità amministrative competenti, una assistenza reciproca per combattere i reati oggetto dell'Accordo, innanzitutto attraverso la prevenzione. Forme particolari di cooperazione sono contemplate negli articoli da 21 a 23 e, in particolare, le operazioni congiunte transfrontaliere nelle situazioni particolarmente rischiose a livello tributario. Le autorità di più parti contraenti, inoltre, possono istituire squadre investigative speciali comuni per le indagini che comportano la mobilitazione di mezzi ingenti. Infine, sempre nell'ambito della assistenza amministrativa, è previsto il distacco di funzionari di collegamento presso i servizi competenti di un'altra parte contraente. Il Titolo III (articoli da 25 a 38) riguarda l'assistenza giudiziaria. Come chiarito dall'articolo 25, l'Accordo intende completare e rendere più agevole l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giuridica in materia penale del 20 aprile 1959, e la Convenzione europea sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato dell'8 novembre 1990. Anche in questo caso restano impregiudicate le disposizioni più favorevoli degli accordi in materia in vigore tra le parti.
Sottolinea la portata dell'articolo 31, il cui paragrafo 1 riproduce l'articolo 51 della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen, limitando i casi nei quali è possibile concedere la rogatoria finalizzata all'esecuzione di perquisizioni e sequestri, stabilendo le condizioni alle quali è soggetta la ricevibilità della stessa. In base alle disposizioni in esso contenute, la richiesta di rogatoria è ricevibile solo in casi gravi e se l'esecuzione della rogatoria è compatibile con la legislazione della parte richiesta. Il paragrafo 2 dell'articolo 31, inoltre, stabilisce che le rogatorie ai fini all'esecuzione di perquisizioni e sequestri per il reato di riciclaggio sono accettate se il fatto per il quale vengono richieste è punibile dalla legislazione delle due parti con una pena o con una misura restrittiva della libertà superiore, nel suo massimo, a 6 mesi.
L'articolo 32 contiene le disposizioni applicabili al fine di ottenere le informazioni bancarie e finanziarie (identificazione dei titolari di conti bancari, di transazioni e operazioni bancarie, informazioni su conti) in esecuzione di domande che soddisfino i requisiti dell'articolo precedente.
Il Titolo IV reca le disposizioni finali. È istituito un comitato misto incaricato della corretta applicazione dell'accordo e responsabile della composizione delle eventuali controversie relative all'interpretazione o all'applicazione dell'Accordo medesimo. Il comitato misto ha inoltre il compito di esaminare le proposte di revisione dell'Accordo e di formulare raccomandazioni nel merito.

Marco ZACCHERA (PdL), intervento sui lavori della Commissione, coglie preliminarmente l'occasione per esprimersi sull'importanza di una visita parlamentare ai centri di detenzione libica.
Quanto al provvedimento in titolo, esprime un orientamento favorevole, rilevando però l'attuale stato di tensione nei rapporti con la Svizzera, in connessione con l'approvazione dello scudo fiscale che ha portato alla richiesta, fatta dal Canton Ticino al Governo federale, di sospensioni dei trasferimenti all'Italia connessi al pagamento delle tasse da parte dei lavoratori frontalieri. Auspica il recupero di un rapporto sereno con la Svizzera anche in considerazione del fatto che l'attuale crisi danneggia i comuni di frontiera e le popolazioni interessate.

Franco NARDUCCI (PD) da parlamentare residente in Svizzera si dichiara contrario al segreto bancario, ricordando però che la magistratura italiana ha quasi sempre ottenuto le informazioni richieste. Sottolinea l'importanza dell'accordo ai fini della tassazione dei capitali all'origine pur rimanendo la possibilità di comportamenti elusivi. Ritiene che non sia il caso di alzare la tensione con la Svizzera giudicando opportuno contrastare il fenomeno dell'evasione senza danneggiare i 40 mila lavoratori frontalieri. Ricordando la numerosa comunità italiana residente in


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Svizzera e che tale Paese è ormai pienamente conforme agli standard dell'OCSE, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei prescritti pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Dubai il 13 dicembre 2003.
C. 2552 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 ottobre 2009.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, comunica che è pervenuto il parere favorevole della Commissione Affari costituzionali, il parere favorevole con un'osservazione della Commissione Difesa, nonché i pareri favorevoli delle Commissioni Bilancio e Attività produttive.
Avverte che, in qualità di relatore e in accoglimento dell'osservazione apposta al parere approvato dalla Commissione Difesa, ha presentato l'articolo aggiuntivo 2.100 (vedi allegato 6), che illustra. Al riguardo, sottolinea che la proposta emendativa raccoglie il consenso di un'ampia maggioranza dei componenti della Commissione ed è volta a recepire in modo fedele il contenuto sostanziale dell'osservazione apposta al parere favorevole, espresso dalla Commissione Difesa, e a scongiurare ogni equivoco interpretativo della norma.

Il sottosegretario Vincenzo SCOTTI, ribadendo l'urgenza di procedere con urgenza alla ratifica del provvedimento, esprime parere favorevole sull'emendamento del relatore 2.100 in quanto contribuisce a fare chiarezza sulla portata dell'Accordo.

Matteo MECACCI (PD) ricorda di avere evidenziato nella precedente seduta, con riferimento all'articolo 7, comma 3, un impatto delle norme dell'Accordo sulla legge penale italiana in violazione del principio del giudice naturale. Rilevando che nei pareri delle altre Commissioni tale aspetto non risulta evidenziato, preannuncia il suo voto di astensione sul provvedimento e si riserva di approfondire l'argomento nelle successive fasi di esame. Ritiene comunque che l'eccezione introdotta sia pericolosa, tanto più in relazione al fatto che tale accordo non riguarda un Paese membro della NATO, considerando che già diversi tragici episodi che hanno visto coinvolti militari facenti parte di tale organizzazione, a cominciare da quello del Cermis, hanno dimostrato la delicatezza delle questioni di giurisdizione.

Il sottosegretario Vincenzo SCOTTI, condividendo le considerazioni dell'onorevole Mecacci, ritiene che tali valutazioni possano costituire oggetto di un ordine del giorno,da presentare presso l'Assemblea, volto ad impegnare il Governo a porre in essere l'avvio di un'azione negoziale nei confronti della parte emiratina per adattare il testo dell'Accordo, una volta ratificato, alla luce delle innovazioni intervenute dalla firma del Trattato, avvenuta nel 2003, alla sua ratifica, nel panorama giuridico nazionale e internazionale e tenuto conto delle formulazioni utilizzate in trattati medio tempore firmati dall'Italia su temi analoghi.

Enrico PIANETTA (PdL) preannuncia il voto favorevole sull'emendamento del relatore che chiarisce alcuni aspetti controversi e richiama l'attenzione sulle disposizioni del Trattato relative alle mine, ricordando le numerose iniziative per contrastare l'impiego di tali strumenti bellici.

Matteo MECACCI (PD) richiama la necessità di una maggiore attenzione di fase


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di stipula dei Trattati per evitare l'inserimento di disposizioni contrastanti con il nostro ordinamento.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva l'emendamento 2.100 del relatore.

La Commissione delibera altresì di conferire il mandato al relatore, presidente Stefani, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Moldova sulla cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 6 dicembre 2006.
C. 2765 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 ottobre 2009.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari Costituzionali, Giustizia, Difesa e Bilancio.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Malgieri, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 15.10.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI