TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 382 di Mercoledì 13 ottobre 2010

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla I Commissione (Affari costituzionali):

SIRAGUSA ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (C. 3286).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

A tale proposta di legge è abbinata la proposta di legge LO MONTE ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico nella regione Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (C. 3579).



INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

DONADI, DI STANISLAO, FAVIA, EVANGELISTI e BORGHESI. - Al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, contiene il «Codice dell'ordinamento militare», rivisitato alla luce della legge sulla semplificazione della legislazione;
tale ultima legge (legge 28 novembre 2005, n. 246) contiene una delega al Governo per la permanenza in vigore delle leggi approvate prima del 1970, prevedendo che nei decreti delegati il Governo faccia un elenco delle leggi che vengono mantenute in vigore e di quelle che si abrogano, nel rispetto dei principi e criteri direttivi;
il «Codice dell'ordinamento militare» semplificato e riordinato a marzo 2010 si compone di 2.272 articoli ed è entrato in vigore 5 mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo avvenuta l'8 maggio 2010, esattamente il 9 ottobre 2010;
nell'articolo 2268 del codice vi è l'elenco delle norme primarie che vengono espressamente abrogate e che include al numero 297) il decreto legislativo 14 febbraio 1948, n. 43, ovvero il decreto che punisce le associazioni di carattere militare con scopi politici. Precisamente il decreto legislativo punisce «chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o partecipa ad associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici, costituite mediante l'inquadramento degli associati in corpi, reparti o nuclei, con disciplina ed ordinamento gerarchico interno analoghi a quelli militari, con l'eventuale adozione di gradi o di uniformi, e con organizzazione atta anche all'impiego collettivo in azioni di violenza o di minaccia»;
la delega data al Governo esclude dalla semplificazione normativa le «disposizioni la cui abrogazione comporterebbe lesione dei diritti costituzionali» e la Costituzione, all'articolo 18, comma 2, vieta espressamente «le associazioni che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare», oltre a prevedere tra i valori costituzionali la protezione dell'ordine pubblico. Pertanto, il Governo non poteva abrogare il decreto legislativo n. 43 del 1948;
fino alla data dell'entrata in vigore del Codice dell'ordinamento militare, pochi giorni fa, il Governo poteva e doveva intervenire a modificare gli eventuali errori contenuti nella lista delle leggi abrogate, attraverso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale di un comunicato contenente le correzioni necessarie, dal momento che, dopo l'entrata in vigore del codice, le modifiche possono essere fatte solo con un atto di pari rango, ovvero con un nuovo decreto legislativo. Le correzioni sono semplici e veloci da farsi, mentre l'approvazione di un nuovo decreto legislativo ha tempi piuttosto lunghi, oltre alle conseguenze che comporta l'entrata in vigore di un'abrogazione come quella indicata;
il Governo, per giunta, era già intervenuto proprio sulla lista delle leggi da abrogare contenuta nel Codice dell'ordinamento militare, al fine di eliminarne alcune; e lo ha fatto attraverso il comunicato del 7 settembre 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 7 settembre 2010, n. 209. Si è trattato appunto di una correzione;
l'Italia dei Valori aveva chiesto a gran voce che il Governo mantenesse in vigore il decreto legislativo che punisce le associazioni di carattere militare con scopi politici, facendo pubblicare in Gazzetta ufficiale un comunicato che poteva essere di un solo rigo, prima del 9 ottobre 2010;
non avendolo fatto, l'entrata in vigore del codice nella sua versione attuale, ha comportato che i procedimenti penali attualmente in corso per i reati di cui al decreto legislativo n. 43 del 1948 termineranno con un'archiviazione o una sentenza di assoluzione perché il reato non esiste più, anche se successivamente il Governo intervenisse con un decreto legislativo che ripristini la vigenza del reato di associazione di carattere militare con scopi politici, anche solo indiretti. Né la situazione cambierebbe se, successivamente, la Corte costituzionale dichiarasse incostituzionale l'abrogazione del decreto legislativo n. 43 del 1948;
in particolare, l'eliminazione di questo reato avrà da subito l'effetto di porre fine al procedimento in corso a Verona da ben 14 anni, nel quale sono imputati 36 esponenti politici del partito della Lega Nord, che avevano dato vita e partecipato alla «Guardia nazionale padana». Un processo nel quale erano coinvolti anche i vertici del partito, incluso il Ministro Bossi, la cui posizione è stata «stralciata» -:
se il Governo sia consapevole di aver determinato con propri atti l'abrogazione di una norma per la quale diversi esponenti leghisti sono sottoposti a giudizio con l'accusa di aver organizzato un'associazione di carattere militare con scopi politici. (3-01271)
(12 ottobre 2010)

BALDELLI e STRACQUADANIO. - Al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
già nel precedente Governo Berlusconi, con la legge di semplificazione del 2005 (legge n. 246 del 2005), è stata introdotta la versione italiana della ghigliottina normativa, il cosiddetto taglia-leggi, che si è rivelato un obiettivo strategico per il miglioramento della qualità della regolazione;
l'effettiva consapevolezza dell'importanza di questi temi è dimostrata anche dal programma della Commissione europea di riduzione del 25 per cento degli oneri amministrativi derivanti da normative comunitarie e nazionali, da realizzarsi entro il 2012;
semplificare il sistema normativo che regola la vita di cittadini e imprese significa anche rendere più semplice e proficua l'attività svolta da questi soggetti -:
quali siano i risultati già raggiunti dall'inizio della XVI legislatura in materia di semplificazione normativa e le iniziative che si intendono adottare per produrre benefici effettivi anche sulla competitività del sistema Paese. (3-01272)
(12 ottobre 2010)

COSENZA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Italia possiede il più grande e straordinario patrimonio culturale del mondo. Eppure - come dimostrano molti esempi, a partire da quello dei Campi flegrei, in cui musei e siti archeologici sono abbandonati in stato di totale incuria - la gestione pubblica di questo patrimonio è spesso insufficiente per mancanza di risorse e per carenze organizzative;
sul polo opposto si pongono Paesi, come gli Stati Uniti, la Francia, la Germania o la Gran Bretagna, che al contrario sono dotati di un patrimonio culturale certamente di minore spessore, sia quantitativo che qualitativo, rispetto all'Italia. Eppure lo sanno sfruttare nel modo migliore, valorizzandolo sia sul piano della conservazione che su quello dell'utilizzo a fini turistici, grazie, in particolare, al ricorso alle risorse del privato, che, se affiancate a quelle pubbliche e se selezionate in base a criteri rigorosi, possono garantire un'offerta culturale di qualità;
l'esempio più eloquente è, in particolare, quello degli Stati Uniti, dove grandi istituzioni culturali, come il Metropolitan museum di New York, ricevono sostegni pubblici in quantità del tutto minoritaria rispetto alle donazioni ricevute dai privati (semplici cittadini, università, istituzioni culturali, fondazioni e imprese) oppure sono direttamente gestiti da soggetti privati -:
quali siano gli intendimenti del Governo rispetto alle seguenti ipotesi:
a) affidare a privati in totale concessione sperimentale i musei italiani oggi più periferici e peggio gestiti, superando i limiti molto stretti posti dall'attuale ordinamento, che affida ai privati solo la conduzione di alcuni servizi;
b) estendere alle sponsorship delle imprese private coinvolte in progetti culturali la disciplina del credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico;
c) alzare dal 19 per cento attuale al 30 per cento l'aliquota da portare in detrazione fiscale, quando le erogazioni in favore di istituzioni culturali siano effettuate da persone fisiche. (3-01273)
(12 ottobre 2010)

RAO, COMPAGNON, CICCANTI, NARO, VOLONTÈ, GALLETTI, LIBÈ, OCCHIUTO, ENZO CARRA e MEREU. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7 del decreto-legge n. 144 del 2005 (il cosiddetto decreto Pisanu) ha posto dei limiti severi, in termini di adempimenti burocratici, per l'accesso senza fili alla rete internet;
la norma, infatti, obbliga il gestore di pubblico esercizio, dopo aver chiesto una specifica licenza al questore, a richiedere l'identificazione da parte di coloro che vogliono accedere alla rete a mezzo wi-fi e a conservare in un apposito archivio i vari log relativi ai clienti/utenti;
adottata nell'ambito delle misure volte a contrastare il terrorismo internazionale, una regolamentazione dell'utilizzo delle reti wi-fi aperte così rigida è riscontrabile solo in Italia e comporta elevati oneri burocratici, oltre a rappresentare un freno all'utilizzo della rete da parte dei cittadini e all'erogazione dei nuovi servizi offerti da parte delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici;
la norma, infatti, limita l'utilizzo dei servizi informativi diretti, quelli della infomobilità, dei servizi innovativi per la fruizione di beni culturali, ambientali e servizi per il turismo, dei servizi specifici destinati ai diversamente abili, dei servizi in ambienti pubblici, come aree verdi, biblioteche, ospedali, e dei servizi per la sicurezza;
il «decreto Pisanu» dal 2005 è stato oggetto di numerose proroghe, l'ultima delle quali scadrà il prossimo 31 dicembre 2010 -:
se non ritenga opportuno evitare una ulteriore proroga di una norma che non ha eguali in Europa e che rischia di frenare lo sviluppo del wi-fi in Italia, di pregiudicare il processo di semplificazione in atto e di limitare il diritto dei cittadini al libero accesso ai servizi della pubblica amministrazione. (3-01274)
(12 ottobre 2010)

REGUZZONI, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, LUSSANA, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAL LAGO, D'AMICO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, MAGGIONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI, VOLPI e ZAFFINI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è notizia di questi giorni che l'azienda multinazionale Carrier chiude lo stabilimento di Torreglia per delocalizzare la produzione dei banchi frigo nell'Est Europa;
la decisione è stata ufficializzata con una lettera inviata alle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm, in cui si comunica l'apertura della procedura di licenziamento per cessata attività dei 193 lavoratori interessati, dirigenti inclusi;
nella lettera medesima la multinazionale americana spiega i motivi del trasferimento della produzione di banchi frigo nella Repubblica ceca ed in Ungheria, dove sono presenti altri stabilimenti Carrier, ovvero che il costo di produzione a Torreglia è del 60 per cento, contro il 28 per cento nell'Est Europa;
come risulta da notizie di stampa, alla base della chiusura dello stabilimento non c'è una carenza di ordini e quindi di attività, ma semplicemente un'operazione di delocalizzazione, che andrebbe contrastata anche in relazione al grande impatto che tale iniziativa determina sul piano occupazionale;
da diversi giorni i lavoratori presidiano lo stabilimento per tentare di evitarne la chiusura;
le modalità con cui la Carrier ha comunicato la propria decisione e, sopratutto, i motivi che stanno alla base della stessa destano grande preoccupazione a livello politico-locale, paventando il rischio che il modo di operare della Carrier possa essere seguito dalle altre multinazionali, presenti in gran numero nella provincia di Padova -:
se ed in quali termini il Governo intenda intervenire con urgenza per risolvere una questione che sta creando preoccupante allarme sociale e se non convenga sull'opportunità di adottare al più presto misure volte alla riduzione del costo del lavoro, al fine di evitare il diffondersi di iniziative di delocalizzazione, anche valutando l'adozione di misure che introducano meccanismi premiali a favore delle aziende che non delocalizzano. (3-01275)
(12 ottobre 2010)

MELCHIORRE, GRASSANO e TANONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
tra poche settimane, come noto, sarà approvato in via definitiva il nuovo quadro normativo sulle condizioni per il credito, al fine di garantire la stabilità del sistema finanziario internazionale;
tali norme, conosciute come «Basilea 3», prevedono delle regole più rigorose dal punto di vista delle tutele previste per il capitale, al fine di garantire le banche da crisi finanziarie, grazie alla necessaria adozione da parte degli istituti di credito di requisiti patrimoniali più severi;
si opera, cioè, un «irrobustimento» del patrimonio delle banche, attraverso la modulazione del patrimonio di vigilanza rispetto al totale delle attività della banca, in considerazione del grado di rischio delle operazioni di prestito. Se queste cautele ridurranno il rischio di shock finanziari, al tempo stesso probabilmente questo significherà penalizzare tutte quelle piccole e medie imprese che incontreranno maggiori difficoltà nell'accedere al credito;
il rischio evidenziato in primis dagli stessi operatori è che, per realizzare nel lungo periodo l'obiettivo di tenuta e di maggiore affidabilità dell'intero sistema bancario, si produca, nel medio periodo, un danno alla ripresa economica, venendo a mancare proprio le risorse necessarie per superarla -:
se e con quali strumenti il Ministro interrogato intenda sollecitare o accompagnare la ripresa economica e, in particolare, fornire sostegno alle imprese del nostro Paese, alla luce del mutato contesto normativo internazionale tuttora in evoluzione. (3-01276)
(12 ottobre 2010)

PICIERNO, FERRANTI, GARAVINI, MARAN, AMICI, QUARTIANI, GIACHETTI, CAPANO, CAVALLARO, CIRIELLO, CONCIA, CUPERLO, MELIS, ANDREA ORLANDO, ROSSOMANDO, SAMPERI, TENAGLIA, TIDEI e TOUADI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si sta assistendo negli ultimi mesi al continuo ripetersi di azioni intimidatorie, minacce e attentati contro esponenti delle procure e operatori dell'informazione coinvolti nell'accertamento della verità e nel racconto di fatti riguardanti le organizzazioni mafiose;
l'intensa attività investigativa portata avanti in questi anni dalle forze dell'ordine e dalla magistratura ha consentito l'avvio di nuove indagini, l'arresto di numerosi latitanti, la confisca di beni per diversi milioni di euro, lo smantellamento di alcuni nuclei operativi di Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta su tutto il territorio nazionale, l'apertura di nuovi importanti processi giudiziari;
in particolare, alcuni aspetti negli ultimi anni hanno dimostrato un rinnovato vigore nella lotta alle mafie da parte dello Stato: l'emergere di nuovi elementi sulle stragi di Capaci e Via D'Amelio, tali da condurre, secondo quanto risulta da notizie di stampa, il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari ad annunciare, nel corso dell'audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere del 21 luglio 2010, la trasmissione alla procura generale della richiesta di revisione del processo per l'attentato in cui persero la vita Paolo Borsellino e la sua scorta nel luglio del 1992; la realizzazione del più grande processo contro la camorra, il processo Spartacus, concluso nel corso del 2010 con il terzo grado di giudizio, che ha coinvolto 115 persone e condannato numerosi esponenti del clan dei Casalesi, fra cui Francesco Schiavone (detto Sandokan), Francesco Bidognetti, Michele Zagaria e Antonio Iovine, gli ultimi due processati in contumacia poiché latitanti; la grande energia con cui le forze investigative e giudiziarie hanno provveduto ad arresti, confische, indagini e processi ai danni della 'ndrangheta, in particolare dopo l'omicidio del vicepresidente della regione Francesco Fortugno nel 2004 e dopo la strage di Duisburg del 2007, nonché la centralità data dalla relazione annuale della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere del 2008 all'organizzazione criminale calabrese, a cui bisogna aggiungere l'evidente e positivo cambiamento intervenuto nella società calabrese, dove sono sorti vari movimenti a sostegno della legalità e dove sono apparsi per la prima volta dei collaboratori di giustizia appartenenti alle 'ndrine;
a questi importanti fatti sono seguiti avvenimenti che non possono che suscitare la più viva preoccupazione: sempre secondo quanto emerge da fonti di stampa, nel corso dell'audizione sopra citata in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, è cominciato ad emergere come a impedire fino ad ora l'identificazione dei responsabili della strage di Via D'Amelio siano stati colossali depistaggi, le amnesie istituzionali, le false prove, parole chiare per descrivere come si vada delineando per gli avvenimenti del 1992 un coinvolgimento del più volte evocato «terzo livello», comprendente pezzi deviati dello Stato, uomini dei servizi, logge segrete; le minacce esplicite, considerate attendibili e pericolose, nei confronti del giudice Raffaele Cantone, della giornalista Rosaria Capacchione e dello scrittore Roberto Saviano, ognuno a suo modo protagonista di un nuovo racconto di verità sulla camorra, nonché le ripetute minacce e intimidazioni a esponenti politici e amministratori campani noti per l'impegno in difesa della legge; i ripetuti attentati e atti intimidatori avvenuti in Calabria negli ultimi mesi: la bomba del gennaio 2010 alla procura di Reggio Calabria, il 26 agosto 2010 lo scoppio di un ordigno nel palazzo del procuratore generale Salvatore Di Landro e il 5 ottobre 2010 il ritrovamento poco distante dalla procura di Reggio Calabria di un bazooka destinato al procuratore generale Pignatone; fatti particolarmente inquietanti, perché fanno emergere un tentativo delle organizzazioni criminali di rispondere all'attacco sferrato dallo Stato con maggiore violenza e ferocia, ricreando un clima che da più voci è stato descritto come simile a quello degli anni '90, precedente la stagione stragista;
in questo quadro, il recapito di una lettera anonima agli inquirenti di Caltanissetta, avente la forma di una nota riservata proveniente da organi investigativi o apparati di sicurezza, contenente informazioni riguardanti una recente riunione svoltasi a Messina tra esponenti di Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta, per concordare e pianificare l'eliminazione fisica di rispettivi «nemici», fra i quali vengono citati lo stesso Lari, l'ex pubblico ministero Cantone e il procuratore Pignatone, assume dei contorni estremamente oscuri; la tempistica della nota e della relativa riunione di Messina risalirebbe proprio ai giorni successivi all'audizione svolta presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, in cui sono stati, tra l'altro, evidenziati gli ostacoli riscontrati nell'accertamento della verità sulla strage di Via D'Amelio -:
alla luce di quanto riportato, quali iniziative urgenti di competenza il Ministro interrogato ritenga opportuno avviare affinché sia accertata l'effettiva esistenza della riunione tra boss delle mafie tenutasi a Messina e di piani volti a dare vita a una nuova stagione di violenza, con attentati e omicidi «eccellenti», e al contempo, nel caso in cui questa ipotesi fosse considerata attendibile, quale ulteriore supporto intenda fornire all'azione repressiva e preventiva nei confronti delle organizzazioni mafiose, accertando che siano state prese le più efficaci misure di protezione e sicurezza per consentire piena incolumità e agibilità ai procuratori minacciati. (3-01277)
(12 ottobre 2010)