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Seduta del 13/5/2009


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Audizione del Commissario straordinario e del Direttore Generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), dott. Marco Fabio Sartori e dott. Alberto Cicinelli, su aspetti inerenti i bilanci consuntivi 2004-2006 e il preventivo 2007.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del commissario straordinario e del direttore generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), dottor Marco Fabio Sartori e dottor Alberto Cicinelli, su aspetti inerenti i bilanci consuntivi 2004-2006 e il preventivo 2007, di cui la Commissione ha avviato l'esame nella seduta del 18 marzo 2009.
Avverto che il dottor Sartori ha consegnato alla presidenza una relazione che sarà pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta (vedi allegato).
Do la parola al dottor Marco Fabio Sartori, Commissario straordinario dell'INAIL, che ringrazio per la sua presenza.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. Ringrazio il presidente e la Commissione per questa importante opportunità di illustrare l'attività dell'INAIL e dare risposta ai quesiti di grande rilevanza politica e tecnica che sono emersi durante la seduta della Commissione del 18 marzo scorso e che riguardano l'attività dell'Istituto e non solo, visto il ruolo dell'INAIL nell'ambito del welfare italiano.
Buona parte dei temi affrontati nella seduta del 18 marzo è contenuta nelle linee guida del piano industriale dell'Istituto presentato al Governo quasi due mesi fa, anticipando quella che potrà e dovrà essere l'azione dell'INAIL nei prossimi anni di attività. D'altra parte, il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 ha conferito all'INAIL incombenze e responsabilità che riguardano la tutela globale del lavoratore, al fine di conseguire una maggiore efficienza, anche economica, nel trattamento dei soggetti che si infortunano in ambito lavorativo.
Scorrendo il resoconto sommario del 18 marzo, che riporta le considerazioni esposte da vari deputati e senatori, a partire dall'onorevole Cazzola, io farei innanzitutto un focus politico, lasciando successivamente la parola al direttore generale, Alberto Cicinelli, per gli approfondimenti tecnici.
Partirei dall'illustrazione dei punti contenuti nel documento che vi è stato trasmesso e di cui tutti disponete, che rappresenta la puntuale risposta alle evidenze emerse nella seduta del 18 marzo. In quella sede, sono state sollevate diverse


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questioni politiche rilevanti. Il nostro compito è certamente quello di dare delle risposte, lasciando però alla politica una serie di riflessioni che non possono riguardare i vertici dell'Istituto.
Per quanto riguarda l'avanzo patrimoniale del 2007, al quale si è giunti partendo dal disavanzo del 2004, il direttore generale illustrerà puntualmente come si è arrivati ad un attivo di oltre 800 milioni di euro nel 2007, partendo da un disavanzo di 3,67 miliardi di euro nel 2004.
Altre questioni di grande rilevanza riguardano la gestione del patrimonio dell'Istituto, composto ormai, come si può evincere dalla tabella pubblicata a pagina 6 della relazione, da un'attività mobiliare e da un'attività immobiliare che si evolve dall'ammontare totale di 9.245 milioni di euro del 2004 a 13.928 milioni di euro del 2007, il cui rendimento totale passa dall'1,5 per cento allo 0,9 per cento, suddiviso in 3,3 per quanto riguarda la parte immobiliare a reddito (esclusa la parte strumentale) e 0,5 per cento per la parte mobiliare, che ammonta nel 2007 a 12.762 milioni di euro depositati in Tesoreria, che costituiscono la parte rilevante sul totale dell'ammontare del patrimonio dell'INAIL.
Il risultato, in termini di rendimento netto complessivo, non è certo esaltante, ma risente dello spropositato sbilanciamento delle riserve sulla parte mobiliare depositata in Tesoreria. Questo è un punto politico che dobbiamo evidenziare, perché, come sapete, negli ultimi anni l'Istituto ha subìto conseguenze rilevanti per l'impossibilità di proseguire l'attività di investimento negli immobili, come nel passato. Tutto l'incassato, o perlomeno il surplus dell'incassato, cioè la differenza fra i premi incassati e i costi di gestione, viene, dunque, depositato in Tesoreria, ad un tasso che, per usare un eufemismo, definirei non molto soddisfacente e che sta influenzando pesantemente l'andamento del rendimento del patrimonio dell'Istituto.
Credo che questo sia uno dei punti politici più importanti, peraltro contenuto nel piano industriale, e che la politica debba attentamente considerarlo, anche in funzione della futura attività dell'Istituto e della sostenibilità dell'attività assicurativa, che è l'attività centrale dell'INAIL dalla fine dell'Ottocento e tale dovrà continuare a essere.
L'onorevole Cazzola ha fatto cenno alle varie gestioni ed in particolare al cospicuo avanzo patrimoniale della gestione industria, comprendendo anche gli artigiani, al cospicuo disavanzo della gestione agricoltura e alla gestione delle casalinghe o meglio delle lavoratrici domestiche e dei lavoratori domestici. Quest'ultima gestione, seppure numericamente marginale rispetto al totale delle cifre di cui stiamo parlando, rappresenta un aspetto importante dal punto di vista sociale.
Riguardo al disavanzo della gestione agricoltura, nel tempo abbiamo più volte sottolineato che si tratta di una questione politica che l'Istituto si trova a dover gestire con molte criticità, anche con riferimento all'evasione dei contributi versati e al loro recupero attraverso meccanismi estremamente complicati, puntualmente riassunti a pagina 8 della relazione. Osservando la tabella riportata a pagina 9, relativa alla capacità del concessionario di recupero dei crediti iscritti a ruolo, ci rendiamo conto che le cifre di realizzo sono estremamente limitate, seppure in continua evoluzione. Questa è, dunque, una criticità importante per l'Istituto e va considerata attentamente, anche sotto l'aspetto legislativo e dei meccanismi individuati per la riscossione coattiva dei crediti. Questo è un elemento importante, che si ripercuote evidentemente sugli avanzi, ma soprattutto sui disavanzi di gestione dei vari fondi.
Per quanto riguarda la gestione casalinghe, stiamo parlando di cifre relativamente esigue. Tuttavia, l'Istituto sta affrontando una riflessione approfondita sull'evoluzione del servizio offerto alla categoria delle lavoratrici e dei lavoratori domestici, che merita una maggiore e più puntuale considerazione sia sotto l'aspetto legislativo, che dell'attività dell'INAIL.
In questo senso è già pronto un progetto, che sottoporremo presto al Parlamento e al Governo, per migliorare l'attività


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di questo fondo di grande importanza sociale, seppure ancora molto limitato economicamente.
Sempre l'onorevole Cazzola - continuo a seguire il resoconto sommario della seduta del 18 marzo 2009 - ha espresso alcune considerazioni sui tempi medi di liquidazione delle prestazioni. A tal proposito, ho voluto farmi interprete dell'apprezzamento nei confronti dell'Istituto riportando i dati relativi al periodo dal 2005 al 2007 - e non solo quelli del 2007 - per evidenziare il sensibile miglioramento dei tempi medi di liquidazione: si è passati dai 28,43 giorni del 2005 ai 25,63 giorni del 2006 per le inabilità temporanee; per quanto riguarda, invece, le rendite da infortunio, si passa dai 48,53 giorni del 2005 ai 36,52 giorni del 2006. Vi sono, quindi, miglioramenti sensibili nell'erogazione delle prestazioni dell'Istituto, che credo possano rappresentare un fiore all'occhiello dell'attività quotidiana della nostra struttura.
Per quanto riguarda le domande poste dall'onorevole Santagata, ci riferiamo sempre al cospicuo patrimonio di Tesoreria, come abbiamo già sottolineato a proposito delle osservazioni dell'onorevole Cazzola.
Mi sembra, invece, opportuno sottolineare il riferimento alla riorganizzazione degli enti e alle sinergie, sulle quali, come sapete, stiamo lavorando con grande intensità. Per esempio, il progetto «casa del welfare» rappresenta per noi il punto di partenza di una grande azione di riorganizzazione dell'Istituto - userei il plurale «istituti», perché questa attività coinvolge l'INPS, l'INAIL e l'INPDAP - che riguarda tutti gli aspetti strutturali e di attività operativa quotidiana.
Relativamente alla tempistica, certamente non siamo di fronte a tempi brevi. Nei prossimi mesi dovremmo realizzare la casa del welfare dell'Aquila, tenendo conto però che l'organizzazione del G8 nella città avrà sicuramente delle ripercussioni sui tempi definitivi. Proprio partendo da questo primo importante segnale - peraltro, nei confronti di una zona colpita da un evento molto pesante sul piano economico e strutturale - dovrebbe cominciare l'attività di razionalizzazione degli istituti, prevista anche nel piano industriale presentato. Da questo punto di vista, quindi, tutti gli enti, in particolare l'INAIL, stanno pensando ad una razionalizzazione e ad una migliore organizzazione dei servizi offerti.
Per quanto riguarda, invece, la riflessione della senatrice Donaggio, la quale ha sottolineato il fallimento delle operazioni di cartolarizzazione degli immobili pubblici, mi preme dire che, sotto questo aspetto, l'INAIL non ha registrato particolari problemi. Anche gli immobili restituiti dalla società di cartolarizzazione degli immobili pubblici SCIP 2 sono in numero limitatissimo, con cifre estremamente basse che si ripercuotono sul bilancio dell'Istituto. Direi, quindi, che l'INAIL non può certamente lamentarsi dell'attività di cartolarizzazione degli immobili che erano in suo possesso.
Continuando a seguire il resoconto sommario della seduta del 18 marzo, sia il senatore Nerozzi, sia l'onorevole Poli hanno fatto riferimento alle sinergie contenute nel piano industriale, alle quali ho già accennato. Anche il presidente Jannone e il senatore Musi si sono riferiti agli stessi argomenti.
Un richiamo importante riguarda il polo salute e sicurezza che l'onorevole Cazzola ha citato al termine della seduta: si tratta di uno degli argomenti più importanti all'interno del piano industriale. Com'è noto, il decreto legislativo n. 81 del 2008 ha assegnato all'INAIL la tutela globale del lavoratore, quindi, anche sotto l'aspetto prevenzionale, ha conferito all'Istituto un compito di grande rilievo e significato sociale. Il piano industriale prevede - o piuttosto propone, perché, ovviamente, la questione sarà lasciata alla politica - una forte sinergia fra l'INAIL e l'Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro (ISPESL), sotto l'aspetto prevenzionale e della sinergia delle strutture, eventualmente allargando queste sinergie all'IPSEMA e all'Istituto degli affari sociali (IAS).
In particolare, però, credo che sia opportuno concentrarsi sull'attività di


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ISPESL e INAIL, che possono essere agevolmente organizzate in funzione di una migliore attività di prevenzione a favore delle aziende e dei lavoratori. Da questo punto di vista, sottolineo che ci aspettiamo, da parte della politica, un segnale forte, importante e in tempi brevi, perché la costruzione del piano industriale richiede chiarezza su questo argomento fondamentale.
Tutta l'attività di prevenzione del nostro Istituto, compresa la gestione della banca dati e la mappatura del rischio, dovrà essere attentamente modulata in funzione di un accorpamento o, comunque, di una sinergia o di una non sinergia con l'attività dell'ISPESL, che è un'attività rilevante, presente sul territorio e che vogliamo assolutamente considerare come un'opportunità preziosa per il Paese, per le industrie e per i lavoratori italiani. Pertanto, desideriamo sottolineare l'urgenza di una risposta chiara in questo senso, da parte del Governo ed eventualmente del Parlamento.
Preferisco lasciare altre questioni rilevanti ad un eventuale approfondimento successivo, anche sotto l'aspetto tecnico.

ALBERTO CICINELLI, Direttore generale dell'INAIL. Vorrei fornire solo poche indicazioni flash, per rendere più comprensibile ai membri della Commissione il lavoro svolto.
L'Istituto al 2007 aveva 11.780 addetti, di cui 220 dirigenti, con un costo medio di 50 mila euro lordi a persona. Parlo al passato, perché oggi siamo scesi a 10.500 addetti.
Credo che sia necessario, per chiarire bene il significato dell'avanzo e di questo cosiddetto «tesoretto», ricordare brevemente la situazione del sistema finanziario delle gestioni dell'INAIL. Com'è noto, abbiamo le gestioni agricoltura, medici Rx, industria, oltre alle casalinghe. Ricordo alla Commissione che per l'agricoltura il sistema è a ripartizione pura, per i medici Rx a ripartizione a capitale di copertura, per la gestione industria il sistema è a capitalizzazione attenuata. Questo significa che su 100 euro di incasso circa 88 euro sono a ripartizione, cioè vanno a copertura delle spese dell'anno e, qualora la gestione funzionasse regolarmente, 12 euro dovrebbero essere il differenziale fra le entrate correnti e le spese, destinato ad investimenti. Da circa 6 o 7 anni questo circuito virtuoso si è interrotto per vari motivi: in un primo momento, per cause interne all'Istituto, successivamente per disposizioni legislative che hanno sostanzialmente bloccato l'iter del circuito stesso. Pertanto, gli avanzi economici che abbiamo registrato dal 2005, 1,5-1,6 miliardi di avanzo annuale che non viene più destinato a investimenti, hanno determinato questo cosiddetto «tesoretto» che oggi è di fatto presso il Ministero dell'economia.
Mi avvio a concludere, con un breve flash che riguarda l'efficienza: l'INAIL è un ente che, per la gestione industria, su 100 euro di richiesta di premio incassa all'anno 93 euro; credo che ciò costituisca un indicatore più che adeguato di efficienza. Riferisco rapidamente un'altra cifra, quella dei circa 4 miliardi di euro che leggete nella tabella a proposito dei crediti. Ricordo che oltre 2 miliardi riguardano l'agricoltura, la cui gestione è esclusivamente in carico all'INPS. Pertanto, anche la gestione dei crediti procede sostanzialmente con una certa efficienza.
Concludo sottolineando che, in questo momento, come direzione operativa siamo fortemente impegnati nello spostare ancora più persone di quante ne prevedano le norme. Penso alle ultime leggi in base alle quali su 100 dipendenti 85 sono contemplati nel cosiddetto core business e 15 nella parte strumentale. Noi stiamo effettuando un potenziamento ulteriore, al punto che in ogni sede provinciale abbiamo previsto formalmente il processo prevenzione. Al riguardo, mi collego a quanto diceva il commissario sul decreto n. 81 del 2008: avendoci restituito la riabilitazione e avendo chiarito il ruolo della prevenzione, riteniamo di destinare sempre più personale a tale attività e sempre meno a quella del cosiddetto back office.


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIORGIO JANNONE

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

ANTONINO LO PRESTI. Innanzitutto, vorrei rendere merito all'INAIL di essere stato tempestivo nel rispondere alle sollecitazioni del Governo in ordine alla partecipazione nella ricostruzione dell'Abruzzo, con una cospicua somma che servirà per investimenti in tal senso. Questo vi fa onore ed è giusto che in questa sede la Commissione esprima il dovuto riconoscimento a tale impegno.
Vorrei partire proprio da questo dato, cioè dal fatto che, per la ricostruzione, l'INAIL ha messo a disposizione circa 700 o 800 milioni di euro, se non vado errato. La disponibilità di tali somme deriva senza dubbio dall'enorme tesoretto di cui sin qui si è parlato.
Appunto in riferimento a questo tesoretto vorrei porre una domanda molto precisa: esso comprende anche le riserve tecniche oppure è al netto delle stesse? Mi pare che il direttore risponda negativamente.

ALBERTO CICINELLI, Direttore generale dell'INAIL. Le riserve tecniche in bilancio ammontano a 19 miliardi di euro, come abbiamo qui comunicato.

ANTONINO LO PRESTI. Quindi sono a parte.

ALBERTO CICINELLI, Direttore generale dell'INAIL. Esattamente. Le riserve tecniche dovrebbero essere costituite, per una porzione, da immobili, oltre la parte liquida a garanzia.

ANTONINO LO PRESTI. La mia domanda è appunto questa: le riserve tecniche si trovano su un conto a parte della Tesoreria oppure sono comprese nel cosiddetto tesoretto? Mi sembra, dunque, che dovrebbe essere chiarito il dato dell'effettivo ammontare del tesoretto, che comunque rimarrebbe una somma cospicua.
Vorrei chiedere, inoltre, se l'INAIL è disponibile a sviluppare quanto già previsto dalla legge in ordine agli investimenti realizzabili per attività sociali, come, per esempio, la costruzione di ospedali o di scuole, estendendo tale iniziativa anche alle carceri. Allo stato attuale, ad esempio, non è previsto il concerto con il Ministero della giustizia nella realizzazione di tali opere utili. Se esiste una disponibilità del genere, sarebbe interessante impostare una strategia che possa portare a questa soluzione. Sappiamo tutti che, attualmente, in Italia si riscontra il gravissimo problema dell'affollamento delle carceri e, quindi, quello della costruzione di tali strutture, per le quali manca un'adeguata disponibilità di fondi.
Infine, come riferiva il commissario, la riscossione coattiva presenta una media molto bassa di introito; ottimizzando tale riscossione, dunque, è possibile implementare ancor più le riserve esistenti presso il Ministero dell'economia ed aumentare di molto il tesoretto. Sull'impiego di tali somme è bene che la politica si interroghi. Il commissario straordinario ha ragione e credo che la politica debba raccogliere tale invito, perché, oltre alle finalità che mi sono permesso di suggerire, che sono solo una parte di quelle perseguibili, tale tesoretto potrebbe svolgere funzioni di importante sostegno all'intero sistema Paese, in un momento così delicato quale quello che stiamo vivendo.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. Per quanto riguarda gli apprezzamenti circa la nostra iniziativa sull'Abruzzo, dei quali vi ringraziamo, posso dire che era nostro dovere intervenire in tal senso, vista la difficoltà della situazione e le capacità dell'Istituto, sia dal punto di vista patrimoniale che tecnico. Gli architetti, gli ingegneri e le alte professionalità di cui dispone l'INAIL sono perfettamente in grado di dare un efficiente contributo, anche in questo senso, alla Protezione civile e a coloro che si


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stanno occupando della ricostruzione. Ci è sembrato doveroso, dunque, sottolineare questa nostra potenzialità attualmente inespressa.
Per quanto riguarda, invece, gli eventuali investimenti nelle carceri, la normativa vigente prevede la possibilità di investire in ospedali, residenze per anziani, residenze per studenti e centri ad alta specializzazione medica: queste sono le quattro possibilità che abbiamo. La modifica della destinazione dei fondi richiederebbe un intervento normativo che, ovviamente, lasciamo alla parte politica.
Per quanto riguarda, invece, il recupero dei crediti vantati dall'Istituto, ormai da alcuni anni l'operazione è stata affidata ad Equitalia. Voglio, peraltro, sottolineare che mi sembra un'anomalia che l'INAIL, a differenza dell'INPS, non sia presente in Equitalia; a mio parere, si tratta di un fatto rilevante, che può avere un significato anche rispetto alle percentuali di riscossione o di recupero dei premi non pagati all'Istituto. Certamente abbiamo ampie possibilità di aumento degli incassi, in particolare nella gestione agricoltura. Bisognerebbe, forse, individuare meccanismi più snelli per arrivare alla riscossione coattiva e non seguire un percorso che, come evidenziato a pagina 8 della relazione, è molto tortuoso e mette in difficoltà il soggetto chiamato a riscuotere, a causa della farraginosità del meccanismo e della procedura. Se, in questo senso, intervenisse uno snellimento normativo, sicuramente potremmo aumentare e migliorare l'efficienza della riscossione che oggi, come ho sottolineato prima, è piuttosto scarsa.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Cazzola, vorrei porre un quesito emerso, peraltro, dagli interventi di tutti i commissari nel corso dell'analisi dei vostri bilanci.
In funzione del cambiamento graduale intercorso nel tempo, è possibile ridurre - e, se è possibile, con quali modalità - i premi assicurativi corrisposti, che appaiono eccessivi rispetto ai fattori di rischio dei lavoratori? Sono consapevole che si tratta di una domanda reiterata rimasta, in parte, in sospeso, ma questa scelta avrebbe sicuramente riflessi molto positivi sul costo del lavoro e sulla disponibilità di maggiori somme da parte dei lavoratori.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. Si tratta di dare una risposta sia tecnica che politica. Da un punto di vista politico sarebbe possibile. È un tema che è stato affrontato più volte: di fronte ad un avanzo cospicuo, è indubbio che sarebbe opportuna una riflessione da parte della politica sui premi incassati o sulle rendite erogate - perché c'è anche il problema delle rendite ferme dal 2000. Tuttavia, fino ad oggi, non abbiamo riscontrato grande disponibilità al riguardo da parte di coloro che sono chiamati a prendere una decisione politica finale, ossia i ministeri competenti.
La parte tecnica della risposta la lascio al direttore generale.

ALBERTO CICINELLI, Direttore generale dell'INAIL. Occorrerebbe riesaminare l'intero sistema che gestisce l'assicurazione infortuni, considerando innanzitutto i tassi di capitalizzazione. Come sapete, il nostro Istituto ha fatto una modifica nel 2007, riducendo il saggio di interesse applicato dal 4,50 per cento al 2,50 per cento. Per chiarire, è possibile rivedere l'intero, ma non dimentichiamoci, come dico sempre, che in un'impresa di assicurazione l'equilibrio è un concetto dinamico e non statico. L'avanzo di gestione è un dato fisiologico nelle imprese di assicurazione; è evidente che se questo avanzo viene destinato a certi tipi di investimento produce reddito e, di conseguenza, anche una diminuzione delle tariffe. Tale dato, però, non può essere estrapolato dall'intero per decidere di diminuire i premi.
Chiudo aggiungendo che comunque il consiglio di amministrazione emanò - nel 2006, se non ricordo male - un provvedimento che da un lato prevedeva la riduzione dei premi, mentre dall'altro metteva in evidenza che il superstite di un lavoratore deceduto prende, ancora oggi,


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500 euro al mese se è solo e 900 euro con due figli a carico; di fatto, dunque, pur approvando la riduzione dei premi, il provvedimento invitava a guardare in maniera strabica, mi si consenta l'aggettivo, il problema di una rivalutazione anche delle prestazioni.

PRESIDENTE. Facendomi portavoce delle varie istanze emerse nelle scorse riunioni, credo che questo possa essere un tema che la Commissione in qualche modo sarà chiamata ad affrontare.

GIULIANO CAZZOLA. Sono assolutamente d'accordo con le considerazioni espresse dal commissario straordinario sulla presenza di INAIL in Equitalia. Non vorrei fare confusione, ma la partecipazione dell'INPS al 49 per cento sarebbe dovuta essere una soluzione temporanea, che prevedeva una riconsiderazione successiva. È un discorso che mi pare fosse stato ipotizzato a suo tempo e che potrebbe essere quantomeno ricordato al Governo, magari con un ordine del giorno, laddove capiti un provvedimento che possa prevedere un argomento di questo tipo.
Per quanto riguarda la domanda del presidente il problema si pone, all'interno della gestione industria, per quanto riguarda i rapporti tra industria e artigianato. Quest'ultimo, infatti, ha rivendicato più volte un surplus di concorso al saldo attivo, quindi una solidarietà nei confronti dell'industria, tanto che, se non ricordo male, in una legge finanziaria di alcuni anni or sono si discusse e arrivò in porto addirittura un piccolo sconto di quasi 100 milioni di euro per il settore artigiano.
Arrivo subito all'argomento che mi interessa di più, ossia il polo salute e sicurezza. Sono sempre stato d'accordo con le conclusioni dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione nella XV legislatura, sotto la presidenza dell'onorevole Cordoni. A mio parere, si tratta di un'ipotesi molto importante che, in qualche modo, viene anche ripresa dal piano industriale. Tuttavia, vorrei capire - anche se mi rendo conto che a questo riguardo dovrebbe esprimersi la politica - come l'Istituto pensa di affrontare il nodo vero della questione, al di là degli elementi di sinergia, in una situazione in cui la legge non consentirebbe soluzioni diverse, e di incorporazione in un contesto di riordino degli enti. Mi chiedo, cioè, quale sia l'opinione dell'Istituto riguardo a quello che a mio avviso è il vero problema del polo della sicurezza, ossia il rapporto con le ASL. Le ASL hanno un compito primario nell'affrontare i temi della salute e della sicurezza del lavoro. Mi rendo conto che è difficile pensare a riforme di carattere radicale, tuttavia, sono convinto - e sono pronto a qualunque iniziativa mi sia consentita - che, in Italia, sul tema della sicurezza del lavoro esiste un problema istituzionale non risolto: le ASL, anche quelle maggiormente funzionanti, non prevedono nel proprio core business la sicurezza del lavoro.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. L'onorevole Cazzola solleva un problema tecnico, ma soprattutto politico. Per quanto riguarda il piano industriale dell'INAIL, abbiamo sottolineato l'opportunità di una forte sinergia - per usare un eufemismo - fra INAIL e ISPESL, perché sulle attività di prevenzione a noi manca il know how. Di conseguenza, o lo costruiamo autonomamente oppure lo assimiliamo da un istituto come l'ISPESL, che si è sempre occupato di questi temi e ha una tradizione storica nell'affrontare il tema della prevenzione, con i suoi tecnici, i suoi formatori e le sue tecnologie. Se, quindi, all'INAIL viene affidato il compito della tutela globale del lavoratore, che ovviamente parte dalla prevenzione, dobbiamo mettere l'Istituto nelle condizioni di poterlo fare. Le ipotesi sono due: o provvediamo autonomamente - ma ci vorranno anni - oppure assimiliamo esperienze già sviluppate da un istituto dello Stato come l'ISPESL.
In quest'ultimo caso potremmo partire subito con un'attività molto più efficace non solo di consulenza, ma anche dal punto di vista del rapporto con le imprese, non direttamente ma attraverso le associazioni di categoria, perché non è pensabile


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che l'Istituto interloquisca con quasi 4 milioni di imprese italiane. In questo modo, si può sviluppare una grande attività di prevenzione, accompagnandola con competenze che sono già in possesso del sistema pubblico, sia attraverso l'INAIL che l'ISPESL.
Quello delle ASL è un argomento molto delicato, che implica anche la competenza sui controlli. Sotto questo aspetto siamo molto prudenti, perché lasciamo alla politica il compito e la responsabilità di decidere in merito ad un sistema che certamente fino ad oggi non ha funzionato nel migliore dei modi. Non può essere, però, l'Istituto a proporre come intervenire al riguardo, specialmente in un consesso di grande rilevanza come questo. È una riflessione che, a mio parere, tocca al Governo ed al Parlamento.

CARMEN MOTTA. Saluto il commissario straordinario e il direttore generale e li ringrazio per la loro presenza e disponibilità. Vorrei trattare due argomenti, scusandomi se la sinteticità non mi permetterà di spiegare completamente le mie valutazioni. I temi sono quelli che anche lei, ha opportunamente ricordato in un'intervista rilasciata al periodico dell'Associazione mutilati e invalidi del lavoro (ANMIL), nel numero di gennaio-febbraio.
Il primo tema riguarda la sostanziale rivalutazione automatica degli indennizzi previsti per il danno biologico, che sono fermi dal 2000. Al Senato è depositata una proposta di legge in questo senso. Vorrei ascoltare un suo parere, perché credo che questo sia uno dei principali obiettivi per quanto concerne il discorso di rivalutazione delle rendite. Diversamente si vanifica uno degli scopi fondamentali dell'Istituto.
Il secondo tema riguarda la realizzazione di ospedali, scuole e carceri, a cui lei faceva riferimento. In questo ambito, ritengo che sarebbe molto importante che la politica vi fornisse gli strumenti necessari, in modo da sviluppare quello che è stato un intervento di carattere sperimentale - e che ha dato buoni frutti, da quanto mi sembra di capire dai dati che lei offriva in questo articolo - e che riguarda l'abbattimento delle barriere architettoniche nelle piccole e medie imprese ai sensi del decreto n. 38 del 2000.
Lei segnalava che ci sarebbe bisogno, come nel caso precedente, di una stabilizzazione normativa che renda continuativi questi finanziamenti, proprio perché essi rientrano nell'assolvimento del vostro compito istituzionale. In questo modo, infatti, si interviene su chi, avendo avuto un infortunio sul lavoro, patisce danni anche di carattere fisico o psicologico. Se queste due priorità andassero in porto l'ente avrebbe la necessità di realizzare degli investimenti molto cospicui che, da un lato, potrebbero andare incontro alle esigenze delle persone che hanno purtroppo subìto infortuni sul lavoro e, dall'altro, potrebbero trasformare il tema della disabilità in una opportunità, coadiuvando le imprese nel superamento di uno dei problemi più gravi che abbiamo. Spesso nelle aziende non ci sono, infatti, le condizioni e le strutture che consentono ai lavoratori di avere un effettivo reinserimento.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. Vi chiedo scusa se cerchiamo di essere molto prudenti nelle affermazioni che facciamo, ma ci muoviamo su un confine estremamente labile fra i compiti dell'Istituto e quelli della politica. È ovvio che le nostre affermazioni risentono pesantemente del rispetto reciproco dei ruoli, nel senso che noi siamo chiamati ad applicare delle leggi che vengono fatte dal Parlamento e dal Governo. Pertanto, quando ci troviamo di fronte a una serie di situazioni che ci vengono evidenziate, e di cui ci sentiamo anche responsabili, è ovvio che le nostre risposte debbano tener conto di un'impostazione generale, che non dipende dalla nostra volontà.
Faccio questa premessa per dire che in ogni intervista che faccio viene richiamato costantemente questo avanzo di gestione che abbiamo, il quale - come abbiamo già detto e sottolineato innumerevoli volte - confluisce soprattutto in Tesoreria. Questo


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è il problema. È evidente che diventa imbarazzante andare a dire determinate cose a delle persone che hanno delle rendite oggettivamente basse. Tutto è relativo, ma sicuramente possiamo dire di essere di fronte a cifre davvero basse. Il direttore generale ha ricordato in precedenza quanto sia pesante poter dare solo 900 euro ad una vedova con due figli. È molto complicato giustificare un avanzo di gestione così cospicuo e un risarcimento così basso, anche sotto l'aspetto sociale del problema e non soltanto assicurativo.
Tuttavia, ripeto che noi applichiamo la normativa esistente, né più, né meno. Questo è un compito che dovete affrontare voi con il Governo. Da parte nostra c'è la massima disponibilità, anzi c'è un disagio costante a giustificare questo avanzo di gestione, che peraltro saremmo ben lieti di poter utilizzare molto più efficacemente, anche a livello di rendimento, come dimostra la tabella di pagina 6. In tal modo, infatti, restituiremmo un'importante funzionalità all'Istituto, sia sotto l'aspetto dei rendimenti economici, sia sotto l'aspetto dell'utilizzo delle strutture tecniche di cui l'Istituto dispone, mi riferisco ad architetti ed ingegneri per un totale di 450 persone, non a poche decine di unità. È quindi con la massima partecipazione a questo disagio che sostengo che effettivamente le rendite andrebbero rivalutate.
Per quanto riguarda il danno biologico, con il decreto 27 marzo 2009 del Ministro del lavoro ci è stata riconosciuta questa possibilità. Si tratta di un piccolo incremento dell'8,68 per cento, quindi un segnale c'è stato. Certamente, a mio parere, si potrebbe fare di più, ma questo ovviamente incide sugli equilibri di bilancio e tutto ciò va mediato con chi deve tener conto di un equilibrio economico più generale, per dirla in maniera sfumata.

PRESIDENTE. Signor commissario e signor direttore generale, siccome vedo che viene spesso richiamato il nostro ruolo, che è anche quello di legislatori, credo di poter dire a nome di tutti che se avete dei suggerimenti riguardo alle questioni sollevate - aiutandoci anche attraverso i vostri uffici a svolgere il nostro ruolo di legislatori - ci sarebbe molto utile che su questi spunti ci forniste del materiale. Oltre a svolgere una funzione di controllo come componenti di questa Commissione, infatti, abbiamo anche il compito di farci parte attiva in Parlamento, proprio per il nostro ruolo di legislatori.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. A proposito di questo, anche seguendo il ragionamento dell'onorevole Motta, noi stiamo elaborando un provvedimento da sottoporre al Parlamento o al Governo, che riguarda proprio gli investimenti nel campo della prevenzione nelle piccole e medie imprese. Lo abbiamo già nel cassetto ed eventualmente potremmo coinvolgervi in questa ipotesi che abbiamo studiato, perché certamente non possiamo continuare ad accumulare avanzi di gestione senza mettere questi soldi a disposizione di coloro che sono chiamati a versarli quotidianamente e a contribuire a questo avanzo, qualche volta un po' imbarazzante.

GIULIANO CAZZOLA. L'Istituto ha una vita lunga e accumulare vuol dire fare come le formiche. L'INPS ha 11 miliardi di attivo, quindi a questo punto potremmo chiederci perché non aumenta le pensioni. In realtà, bisogna prepararsi anche ad una storia lunga.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. Sulla storia lunga noi ci stiamo preparando. Il problema è che mi piacerebbe veder crescere il rendimento di quel che accumuliamo. Infatti, il problema è anche questo: con lo 0,9 per cento di rendimento totale ci sono ampi spazi di recupero in questo senso, a mio parere.

PRESIDENTE. Confermiamo la disponibilità della Commissione a ricevere il vostro materiale e le vostre osservazioni.

ADRIANO MUSI. Io ringrazio sia il commissario straordinario Sartori, sia il dottor Cicinelli per le notizie ulteriori che


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ci hanno fornito. Per altri versi, ne apprezzo anche la grande sensibilità per aver richiamato il nesso tra un'eventuale riduzione dei premi ed una contestuale analisi sulla rivalutazione delle rendite. Credo che ciò sia testimonianza di grande sensibilità. Di questo occorre dar loro atto, anche tenendo conto del fatto che molte volte l'INAIL è stato visto come una sorta di cassaforte i cui soldi sono stati utilizzati per tanti scopi ai confini dei compiti istituzionali dell'ente, anziché nell'ambito di quello che è il suo compito primario.
Personalmente, non sono favorevole alla partecipazione dell'INAIL a Equitalia e ritengo che dovrebbe uscirne anche l'INPS, anche perché penso che Equitalia debba essere molto più impegnata sul territorio, tenendo conto del federalismo e dei tanti altri tipi di attività che vedono più il coinvolgimento delle regioni e degli enti locali che non degli enti istituzionali. Questi ultimi, invece, potrebbero convenzionarsi con Equitalia per quanto riguarda i servizi, più che guardare ad una partecipazione, che molte volte, penso all'INPS, crea anche qualche conflitto di presenze tra amministratori e amministrati. Su questo tema andrebbe portata avanti una riflessione più approfondita da parte di tutti.
Sono intervenuto solo per sottolineare la mia fiducia nei confronti dell'INAIL. Non sono convinto, infatti, che nell'attività di prevenzione vi sia ancora un'insufficiente capacità da parte di questo ente, anzi ritengo che la banca dati sugli infortuni di cui l'INAIL dispone possa costituire un abbondante know how per la parte della prevenzione, che credo sia superiore anche a quello dell'ISPESL. Bisognerebbe utilizzare questo know how - proprio con riferimento alla piccola impresa - per promuovere un'attività premiale nei confronti di quei comportamenti che hanno messo al primo posto la questione dell'infortunistica e conseguentemente la salute dei lavoratori e il futuro delle loro famiglie.
Occorre, inoltre un chiarimento vero e definitivo - che forse era stato già tentato nel passato - a proposito, non tanto del rapporto dell'INAIL con l'ISPESL e con gli altri istituti, ma del rapporto tra le competenze delle regioni e quelle dell'INAIL in merito alla parte infortunistica ed anche rispetto alla cura e alla riabilitazione. A questo proposito, abbiamo perso professionalità importanti e centri di cura specializzati conferendo queste competenze alle regioni, le quali poi nei fatti non le hanno mai esercitate, se non per la cura ospedaliera. È necessaria una discussione vera con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, tentando la strada del convenzionamento dell'INAIL, ma anche chiarendo la questione dal punto di vista legislativo. Tuttavia, siccome dal punto di vista legislativo i tempi sono più lunghi, anche rispetto alla chiarificazione delle competenze delle regioni, probabilmente sarebbe utile un accordo tra INAIL, regioni e Ministero della salute, che aiuti a fare chiarezza sulle competenze rispetto ad alcuni aspetti specifici legati alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione, anziché porsi dei «megaobiettivi», che nel lungo periodo possono andar bene, ma che nell'immediato non danno nessun tipo di risultato.
Infine, esprimo un'ultima considerazione rispetto alla valutazione conclusiva che è stata esposta. Bisogna evitare che gli avanzi vengano confusi tra gli avanzi di cassa e i problemi di competenza. Non dimentichiamo, infatti, che essendo un'assicurazione, l'INAIL ha anche l'obbligo delle riserve tecniche.
Dunque, occorre fare molta attenzione e capire bene come poter gestire questa sorta di stanziamento infruttifero presso la Cassa depositi e prestiti. Non a caso sollevammo delle obiezioni rispetto al fatto che chi ha compiti assicurativi non dovrebbe avere questo tipo di obbligo e questi depositi infruttiferi. Al tempo stesso, tuttavia, bisogna tener conto che si tratta di un obbligo di riserva legato alle prestazioni che l'ente deve assicurare. Per questo motivo, credo che gli avanzi debbano essere gestiti con molta cautela ed attenzione. Se facciamo una discussione sugli avanzi, il rischio è che si torni al discorso iniziale. L'appetito vien mangiando


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e qualcuno, accortosi di quegli avanzi gestionali, potrebbe pensare di utilizzarli per altri scopi e non per quello a cui invece servono, ovvero per il presente ed il futuro dei lavoratori.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. I temi sollevati sono tutti importanti, però voglio ricordare che per quanto riguarda in particolare la riabilitazione, il Governo sta dando una risposta, che mi sembra efficace, con la modifica del decreto legislativo n. 81 del 2008, ora all'esame delle Camere. Certamente l'Istituto deve recuperare funzionalità sotto questo aspetto, in collaborazione con le regioni, e non c'è nessuna volontà di fare concorrenza al sistema delle ASL. Non mi stancherò mai di ripeterlo, perché la nostra intenzione è quella di collaborare con le ASL per istituire un servizio sicuramente migliore sotto l'aspetto delle prime cure e della riabilitazione, come il sistema economico richiede. A questo proposito, abbiamo fatto dei calcoli molto puntuali e, se volete, vi possiamo fornire il documento che abbiamo consegnato al Governo, e che oggi non abbiamo perché non prevedevamo di affrontare questo argomento. In ogni caso, in quello studio ci sono dei calcoli molto precisi e accurati, sui quali il Governo si è basato per realizzare la modifica legislativa proposta. Stiamo già colloquiando con alcune regioni per costruire un sistema sinergico, che consenta all'Istituto, in collaborazione con le ASL, di offrire un servizio migliore alla collettività con costi inferiori. Sotto questo aspetto, dobbiamo dare atto all'Esecutivo di avere fornito una risposta importante ad una sollecitazione che più volte l'INAIL aveva posto.
Per quanto riguarda il cosiddetto tesoretto, nessuno pensa di intaccare le riserve tecniche o lo stesso tesoretto. Il nostro obiettivo, da buoni amministratori, è invece quello di aumentare il rendimento di queste somme depositate, perché è su questo punto che si gioca molta capacità dell'Istituto di generare risorse per offrire risposte adeguate sotto l'aspetto della diminuzione dei premi pagati, dell'aumento delle rendite o di un servizio migliore anche in termini di strutture costruite a favore della collettività. Mi riferisco ad ospedali, residenze per anziani o studenti, centri ad alta specializzazione, eventualmente carceri e quant'altro. Si tratta di costruzioni che vengono messe a reddito e che restituiscono comunque un rendimento superiore, rispetto ai capitali depositati in Tesoreria, a favore dell'Istituto e quindi dei suoi stakeholders principali. Questo è quello che noi vogliamo sottolineare. Certamente, nessuno pensa di intaccare il tesoretto, anzi sarebbe autolesionismo puro.

NEDO LORENZO POLI. Ringrazio il commissario Sartori e il direttore Cicinelli per la chiarezza dell'esposizione. Non per fare un plauso a nessuno, ma l'INAIL ultimamente si sta dimostrando all'avanguardia per quanto riguarda tutti i servizi erogati. Sono altresì d'accordo sul fatto che non potete modificare le vostre competenze e che vi attenete a ciò che prevede la legge.
Credo che sia chiara la riforma che il Governo deve realizzare - o che i Governi che si sono succeduti avrebbero dovuto fare - ovvero assegnare le competenze a ciascuno dei tre istituti che abbiamo oggi e che, a mio parere, sono gli unici a dover rimanere: INPDAP, INPS e INAIL.
L'INAIL ha strutture sufficienti sull'intero territorio per garantire la prevenzione, il controllo dell'assicurazione obbligatoria e la riabilitazione. Questo è chiaro. Con il sovrapporsi di competenze dell'ISPESL, delle ASL e via dicendo si finisce col non fare né prevenzione né controllo degli infortuni che accadono sul territorio. L'INAIL disporrebbe dell'organizzazione e delle capacità per poter gestire interamente questo settore della sicurezza, dell'informazione, della riabilitazione e della prevenzione, oltre a provvedere all'assicurazione per gli infortuni sul lavoro. In tal modo, la situazione si semplificherebbe per tutti, e forse riusciremmo anche a far diminuire il numero di infortuni e di morti sul lavoro.


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Di questo però si parla soltanto e le sigle continuano a proliferare, complicando la vita a quegli istituti che sarebbero in grado di compiere pienamente la loro funzione sul territorio.
Chiaramente, questo non dipende da voi, ma da una riorganizzazione di cui dovrebbe occuparsi il Governo, per conferire all'INAIL questa funzione, che è basilare in un Paese in cui troppe sigle e troppe persone svolgono lo stesso lavoro. Infatti, ad occuparsi della sicurezza abbiamo anche i carabinieri, i vigili e così via. Le uniche attività che non vengono sviluppate sono proprio la prevenzione e l'informazione, che dovrebbe essere lo scopo principale dell'INAIL. Se realizzassimo la «casa del welfare», dove dovrebbero confluire INAIL, INPS e INPDAP, forse riusciremmo ad attribuire a ciascun istituto il proprio compito.
Dunque, sono d'accordo sul fatto di avanzare delle proposte serie come gruppi parlamentari, ma se le facessimo tutti insieme forse aiuteremmo anche il Governo a decidere e intervenire di conseguenza. Ricordo che in un'audizione - non in questa sede ma nella Commissione lavoro - il Ministro Sacconi parlò dell'eliminazione degli enti inutili e dell'accorpamento di altri. Ad oggi, non ho ancora visto nulla di tutto questo. Evidentemente il Governo non ha agito.
Su certi temi, come anche la revisione delle tariffe, bisogna avere un programma definito su cui operare, affinché l'Istituto abbia delle direttive certe sui propri compiti in tutti i settori.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Sartori e il direttore Cicinelli, anche per l'esaustività delle risposte, davvero complete e chiare. Prendiamo l'impegno di essere vostri portavoce, ovvero gli artefici di possibili modifiche legislative. So che siamo usciti parzialmente dal tracciato dell'ordine del giorno, ma d'altra parte gli argomenti sono di tale attualità ed importanza che anche noi sentiamo l'esigenza di uscire dalle linee tracciate. Vi ringrazio ancora. Restiamo a disposizione per tutti i chiarimenti e per ricevere la vostra documentazione.

MARCO FABIO SARTORI, Commissario straordinario dell'INAIL. Volevo ringraziarvi per questa opportunità molto importante che ci è stata data e sottolineare che su ogni argomento di cui abbiamo discusso ci sarebbe veramente da fare un approfondimento enorme. Tuttavia, la ristrettezza dei tempi ci pone in imbarazzo sulla scelta dei punti da sviluppare.
Sottolineo nuovamente che le linee guida del piano industriale che abbiamo dato al Governo affrontano tutti questi temi, a nostro parere, nella giusta ottica. Sarebbe sufficiente sviluppare compiutamente tale piano per avere un Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro veramente proiettato nel futuro. Speriamo che a breve si possano avere risposte chiare in merito alle proposte che abbiamo avanzato per iscritto.

PRESIDENTE. Usiamo il piano industriale come spunto e attendiamo certamente la documentazione che vorrete inviarci. Ringrazio nuovamente il commissario straordinario ed il direttore generale e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 9,40.

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