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Seduta del 10/2/2010


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Audizione del Presidente della Fondazione ONAOSI, dott. Aristide Paci e del Direttore generale, dott. Trento Piscini.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione economico-finanziaria delle casse privatizzate anche in relazione alla crisi dei mercati internazionali, l'audizione del Presidente della Fondazione ONAOSI, dott. Aristide Paci e del Direttore generale, dott. Trento Piscini.
Avverto che il presidente e il direttore generale sono accompagnati dal dottor Graziano Conti, membro del cda dell'ONAOSI, e dal dottor Giuseppe Nardi, funzionario ONAOSI.
Do la parola al presidente, dottor Aristide Paci.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Innanzitutto rivolgo un ringraziamento sentito al presidente e ai membri della Commissione per avere invitato l'ONAOSI a questa audizione. Riteniamo che il rapporto diretto sia quello più produttivo.
Come accennava il presidente, sono con me il direttore generale, dottor Trento Piscini, il dottor Conti, membro della giunta esecutiva, che ha l'incarico del settore economico-finanziario, e il funzionario dell'ente che si interessa dei problemi di investimento, dottor Giuseppe Nardi.
Abbiamo predisposto, credendo di far cosa utile, una cartellina che ripercorre per grandi linee il percorso della Fondazione, a partire dal 1901, quando è stata varata la prima legge che stabiliva l'obbligo di contribuzione per tutti i sanitari dipendenti da enti pubblici, medici, veterinari, farmacisti; gli altri sanitari potevano essere iscritti all'ONAOSI volontariamente.
Nel 1994 l'Ente è stato privatizzato, insieme ad altri. Nel 2003 c'è stata una tappa significativa, con l'estensione dell'obbligo di contribuzione a tutti i sanitari, indipendentemente dalle modalità di esercizio della professione. Questa norma è stata poi abrogata nel 2007, con la legge finanziaria di quell'anno, e si è ritornati alla situazione quo ante, quella stabilita dalla legge del 1901, in base alla quale i sanitari obbligati a versare il contributo all'ONAOSI erano solo i dipendenti della pubblica amministrazione, mentre tutti gli altri, come si è detto, potevano aderire volontariamente.
Successivamente, una sentenza della Corte costituzionale ha messo in discussione non tanto l'obbligatorietà, quanto le modalità di riscossione dei contributi, in quanto la Corte ha sostenuto che il Parlamento non aveva stabilito i criteri di massima ai quali l'amministrazione si doveva attenere per quantificare le quote stesse.


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Questa sentenza ha determinato una situazione evidentemente critica all'interno dell'ONAOSI, sino a quando è intervenuto il decreto-legge 1o ottobre del 2007, n. 159 convertito con modificazioni dalla legge 29 novembre 2007, n. 222 che ha stabilito i criteri per la quantificazione delle quote. A questo punto, l'amministrazione è stata messa in condizione di poter quantificare il contributo in maniera precisa.
La legge che ho citato, inoltre, ha stabilito che l'ONAOSI avrebbe dovuto allargare il ventaglio delle prestazioni, anche a sanitari in situazione di vulnerabilità o di disagio. La legge prevedeva, inoltre, la modifica dello statuto, che il consiglio d'amministrazione ha prontamente varato e inviato ai ministeri vigilanti. Tale modifica è ancora in corso di approvazione, anche se da notizie non ufficiali sembra che si sia nella fase finale dell'approvazione stessa.
Un aspetto importante, che risponde anche a un'osservazione avanzata dalla Commissione bicamerale, è che il nuovo statuto prevede una riduzione significativa dei costi degli organi gestionali (indennità e quanto si riferisce alla corresponsione dei membri del consiglio di amministrazione e del comitato di indirizzo, così come previsto dal nuovo statuto).
In linea di massima, questa è una nota informativa. Nella tabella sono riportati alcuni elementi più puntuali, che riguardano - da quello che abbiamo appreso dalla convocazione - l'audizione odierna, ossia ad esempio gli investimenti mobiliari. Al riguardo, c'è una relazione, con una documentazione che riteniamo abbastanza approfondita, che ovviamente siamo disponibili ad ampliare e a commentare nel corso di questa audizione.
Teniamo a precisare che, come ONAOSI, abbiamo deliberato - la delibera è allegata al fascicolo presentato - il bilancio tecnico attuariale non solo per i trent'anni, ma addirittura per cinquant'anni e lo abbiamo inviato, come è logico, ai ministeri vigilanti, alla Corte dei conti e a quanti sono deputati alla vigilanza sulla nostra opera. Abbiamo anche provveduto all'aggiornamento, nell'anno 2008, del bilancio tecnico attuariale.
Mi fermo qui, perché credo che sia più utile ascoltare eventuali osservazioni e domande.

PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi deputati e senatori che intendono porre quesiti o formulare osservazioni.

ELIO LANNUTTI. Ringrazio il presidente dell'ONAOSI per la relazione sintetica.
Dico subito che alle 9 dovrò allontanarmi per ascoltare in Commissione finanze la risposta a un'interrogazione parlamentare. Spero, dunque, di poter ascoltare le risposte degli auditi.
Ad ogni modo, guardando la tabella sulla tipologia degli investimenti, vedo che ci sono BTP, che tra l'altro scadono anche nel 2010, a un tasso del 3 per cento. Non so quando avete fatto questi investimenti, però a me pare che il 3 per cento sia un tasso molto basso. Ci sono BTP che rendono il 4,25-4,75 per cento e che hanno scadenza al 2020, 2023. Un ente come il vostro dovrebbe anche guardare a queste opportunità di investimento.
Vedo nella tabella anche molte obbligazioni bancarie. Le Rabobank, probabilmente indicizzate all'inflazione europea, con scadenza al 2014, hanno un buon reddito e un buon rating. Tuttavia, ci sono anche nomi come Dexia, Royal Bank, Deutsche Bank, tutti investimenti in obbligazioni bancarie di istituti che hanno avuto delle turbolenze. Tra l'altro, non vi fate mancare neanche titoli della Lehman Brothers, e 15 milioni non sono pochi rispetto al vostro portafoglio.
Noi sosteniamo sempre che si debba essere molto prudenti quando si gestiscono i soldi degli altri. Vorrei chiedere, dunque, che in futuro si torni alla prudenza, senza farsi condizionare dagli interessi delle banche. Se il povero vecchio o la vecchina non possono difendersi quando le banche propongono loro delle obbligazioni strutturate oppure dei titoli tossici, voi non potete dire di non avere difese e di non capire quello che sottoscrivete.


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L'appello che rivolgiamo a tutti, non solo a voi, è quello di essere più prudenti e di non fare gli interessi delle banche.
Vedo che avete anche parecchi conti, presso Monte dei Paschi, Cassa di risparmio di Spoleto, Mediocredito, Cassa di risparmio di Teramo, Mediocredito Friuli Venezia Giulia, eccetera. Anche questo, però, è un aspetto da valutare.
Ho lavorato in banca, ho speso una vita per difendere gli interessi dei risparmiatori, ho fondato l'ADUSBEF, di cui sono presidente. Chiedo scusa, dunque, se su queste questioni mi permetto di fare domande che sono pertinenti all'interesse generale. Voi amministrate soldi non vostri, ma dei vostri assistiti.

PRESIDENTE. Anch'io mi permetto di osservare che la percentuale dei titoli Lehman Brothers da voi utilizzata è effettivamente fra le più alte in assoluto di tutto il sistema. Finora abbiamo richiamato tutti a prestare maggiore prudenza, quanto meno per il futuro.
Conosciamo il discorso della tripla A, del giudizio di rating. Lo abbiamo sentito tante volte in questa sede, ma certamente occorre particolare attenzione. Considerate le turbolenze che attraversano i mercati internazionali anche in questi giorni - peraltro, crediamo che purtroppo ciò avverrà per tutto il 2010 e speriamo che questo sia l'ultimo anno - vi invitiamo dunque a prestare un'attenzione assoluta all'utilizzo delle risorse e anche alla limitazione delle spese generali e - perché no? - alla riduzione dei conti correnti, che appaiono essere in numero importante, forse anche eccessivo, rispetto al vostro utilizzo. Comunque, lascio a lei la risposta.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Risponderà in merito ai particolari il dottor Conti che, come dicevo, è membro della giunta che ha competenza in questa materia. Accolgo, comunque, la raccomandazione del senatore.
Per quanto riguarda i conti correnti, li stiamo riducendo. Per ciò che concerne i titoli Lehman Brothers - se c'è tempo potremo entrare nei particolari - è in corso una vertenza con la banca attraverso la quale li abbiamo acquistati. L'udienza è fissata per aprile al tribunale di Milano.
Lascio, dunque, la parola al dottor Conti per le risposte alle domande formulate dal senatore Lannutti.

GRAZIANO CONTI, Membro del CdA della Fondazione ONAOSI. Innanzitutto, vorrei tranquillizzare per quel che riguarda il discorso dei titoli di Stato. I titoli ai quali si è fatto riferimento erano effettivamente datati. Come si può vedere, infatti, quelli al 3 per cento erano in scadenza a gennaio e sono stati reinvestiti, sempre in titoli di Stato, con rendimenti più elevati, al 4 e 5 per cento.
Senatore Lannutti, se ha lavorato in banca sa benissimo che le quotazioni attuali e i rendimenti dei titoli di Stato sono estremamente bassi. Abbiamo ovviamente cercato alcuni titoli (scadenze 2037, 2034 e via dicendo) che avessero dei rendimenti alti, ma che nell'acquisto fossero vantaggiosi per l'ente perché sotto la pari. Vi sono anche titoli con rendimenti più alti, si tratta, però, di titoli che in questo momento hanno quotazioni molto elevate, quindi un investimento in quei titoli avrebbe comportato una diminuzione del capitale a scadenza.
Comunque, abbiamo acquistato dei titoli al 2037, che erano quotati bene, con un rendimento al 4 per cento, e al 2034 del 5 per cento. Pertanto, i titoli in scadenza sono stati reinvestiti...

ELIO LANNUTTI. Quando avete acquistati i titoli al 3 per cento? Io che ho lavorato in banca so bene delle oscillazioni che si verificano a seconda dei tassi di interesse della BCE, ma so anche che ci sono scadenze. Chi ha investito sei, sette, otto anni fa, non ha l'obbligo di vendere prima della scadenza. Quindi, vendendo i titoli alla scadenza, pari a cento, ci sono anche opportunità del 7, 8, 9 per cento. C'erano BTP che rendono ancora il 9 per cento.
Mi permetta, è il mio mestiere: se si vuole fare l'interesse generale, si acquista


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quando i titoli escono, non a 110, ma a 99, e ci si tiene «lunghi» appunto perché non si ha bisogno di venderli prima della scadenza per fare cassa. Non si acquista il 3 per cento, ma il 7, 8 per cento. Ci sono tante opportunità.

GRAZIANO CONTI, Membro del CdA della Fondazione ONAOSI. Ha perfettamente ragione, ma i titoli al 9 oppure 8 per cento o altro sono di molti anni fa.
Quanto alla Lehman, ci sono due obbligazioni. Una di esse, se ha fatto caso, era in scadenza quindici giorni dopo il default di Lehman. La banca, fino alla mattina del default, aveva un rating significativo. Erano obbligazioni che avevamo già trovato in portafoglio, a scadenza nell'ottobre del 2009. Il default è avvenuto il 15 settembre. Tutti gli altri investimenti hanno un rating estremamente elevato, abbiamo solo una tripla B.
Per quanto riguarda il discorso dei conti, non tutti gli investimenti corrispondono a conti di tesoreria o di altro tipo. In alcuni casi, si tratta di conti di appoggio, in cui transitano esclusivamente le cedole, e comunque sono conti che, nel tempo, sono stati ridotti complessivamente fino a riportarli ovviamente al conto di tesoreria, al conto con tre o quattro banche soltanto con cui operiamo, di primaria importanza. Nella diversificazione del portafoglio, abbiamo circa un terzo, un terzo e un terzo, tra titoli di Stato, obbligazioni e obbligazioni indicizzate.
Ovviamente, in alcune situazioni l'indicizzazione all'inflazione ha un vantaggio per quel che riguarda la redditività futura. Parliamo di un momento in cui l'inflazione è bassa, quindi ovviamente certi tassi, legati all'Euribor e all'inflazione, possono avere problemi, ma nell'ottica di una diversificazione del portafoglio, tuttavia, è ovvio che l'ente, proprio perché investe i quattrini dei contribuenti, deve tener conto di queste variabili, quindi investe una parte dei soldi in titoli e una parte in obbligazioni garantite per quel che riguarda il rendimento del capitale, una parte in altri investimenti legati all'inflazione o all'indicizzazione.
Questa è l'ottica sottesa agli investimenti della Fondazione, che del resto fanno riferimento a un piano di investimenti contenuto nel bilancio consuntivo e che è stato deliberato a suo tempo dal consiglio di amministrazione. Il piano tiene conto di questi criteri di massima di tipo prudenziale.

GIUSEPPE NARDI, Funzionario della fondazione ONAOSI. Vorrei solo aggiungere un dettaglio per rispondere al senatore Lannutti in merito alle ragioni della scelta del BTP con rendimento al 3 per cento. Quel BTP è stato comprato nel 2005, all'interno di un'operazione di arbitraggio su titoli di Stato che avevamo con rendimenti anche all'8-9 per cento lordo annuo, che ci ha fruttato una rilevante plusvalenza. Siccome eravamo vicini alla scadenza, la banca tesoriera fece uno studio, che reputammo valido, per arbitrare e rivendere tali titoli di Stato con cedola alta, quindi con grosso plusvalore interno, ricomprando titoli di Stato di durata simile, in un range di 3-6 mesi di differenza, che chiaramente, per rimanere in un equilibrio di prezzi di acquisto vicini alla pari, non potevano che avere una cedola più bassa.
Tuttavia, nella direzione di quanto da lei affermato, confermo che avevamo titoli di Stato che abbiamo arbitrato con un notevole plusvalore, aventi cedole intorno all'8-9 per cento lordo annuo, che venivano da investimenti perfezionati circa di 10-15 anni fa. Pertanto, se può essere utile al chiarimento, è questa l'indicazione che ci portò a prendere, per una vita residua dei BTP che acquistavamo più breve (4-5 anni), dei titoli con cedola più bassa, ma monetizzando in precedenza una rilevante plusvalenza da arbitraggio.

PRESIDENTE. Leggendo i dati, come ha fatto il senatore Lannutti o come possiamo fare noi, non possiamo sapere ciò che c'è dietro, quindi il rendimento appare oggettivamente basso.
In precedenza, avete fatto un accenno al contenzioso in essere con la banca che vi ha proposto e venduto le obbligazioni


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Lehman. In realtà, per mia esperienza, purtroppo ad oggi questi contenziosi non hanno dato grandi risultati.
Tutto dipende dalle modalità con cui vi sono state proposte e con cui voi le avete sottoscritte. Qual è lo stato del contenzioso in essere?

GIUSEPPE NARDI, Funzionario della fondazione ONAOSI. Il contenzioso riguarda l'obbligazione da 10 milioni di euro nominali che ci venne proposta da Fineco Bank, del gruppo Unicredito. Parliamo di un titolo senior molto semplice, indicizzato al tasso di interesse più uno spread. Alla base del contenzioso c'è anche il fatto che ci venne proposto nel 2008, quindi alcuni mesi prima del default e, sulla base degli approfondimenti poi sviluppati, probabilmente c'erano degli elementi tali per poter indicare alla fondazione altri investimenti di profilo di rischio di emittenti con un profilo di rischio più basso o, comunque, con meno problematiche intrinseche alla loro gestione rispetto a Lehman Brothers, che poi invece sottoscrivemmo.
Sull'altra obbligazione Lehman Brothers, come diceva prima il dottor Paci, evidentemente il ragionamento è completamente diverso. Essa venne acquistata nel 2004, in un periodo «non sospetto» rispetto al default, e ci stavamo avvicinando alla scadenza. Si trattava, peraltro, sempre di un titolo senior, obbligazione indicizzata all'inflazione italiana, con delle cedole garantite minime più l'inflazione.

PRESIDENTE. Quanto al contenzioso, questa è la prima udienza?

GIUSEPPE NARDI, Funzionario della Fondazione ONAOSI. Sì.

PRESIDENTE. Quindi vi è stata proposta da Fineco circa tre mesi prima del default?

GIUSEPPE NARDI, Funzionario della Fondazione ONAOSI. Se posso aggiungere un'annotazione, vorrei sottolineare che contemporaneamente a questo contenzioso la fondazione ha valutato di iscriversi al passivo della procedura fallimentare della Lehman Brothers per il tramite delle due banche depositarie. Pertanto, sempre con prudenza, avendo stimato un valore minimo del 10 per cento del nominale, dalle notizie che abbiamo sull'iter di liquidazione degli asset di Lehman, sembrerebbe che vi sia un valore che, data la qualità del nostro credito, potrebbe anche portare a un recupero forse superiore al 10 per cento che prudenzialmente abbiamo stimato a bilancio.
Abbiamo dunque un doppio filone di potenziale recupero del credito: il contenzioso e l'iscrizione al passivo, che è già attiva.

PRESIDENTE. Qualche possibilità di recupero sembra esserci.

NEDO LORENZO POLI. Non aggiungo altro in merito all'analisi del portafoglio, anche se mi sembra che la maggior parte dei titoli siano a tasso variabile, indicizzati, a tasso fisso. Insomma, mi sembra che ci sia molto poco (leggo il 38 per cento) in percentuale. Comunque, dopo quello che è successo, sui titoli la prudenza forse non è mai troppa.
Non aggiungo altro, dunque, a quello che hanno detto i colleghi, perché mi sembra che la situazione sia già abbastanza preoccupante.
Lei ha detto che avete snellito la gestione dell'ente. Tuttavia, vedendo che avete 23 componenti nel consiglio d'amministrazione e considerando che l'INPS ne ha 8, mi sembra che qualche cosa non funzioni. Quindi, se vogliamo ridurre veramente i costi, forse dobbiamo adeguarci a logiche chiare. Non parlo solo per il vostro ente. Credo che questo sia un male comune.
Se in questo Paese vogliamo evitare di sperperare soldi, non possiamo non pensare a quello che costa un consiglio d'amministrazione e a quello che c'è dietro. La gestione, dunque, deve essere ridotta, non solo per una questione di risparmio, ma in base alle esigenze effettive, perché il superfluo non serve a nessuno.
Signor presidente, questa è una circostanza che dovremmo verificare per tutti


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gli enti. Nei consigli d'amministrazione 7-8 persone sono più che sufficienti, se non forse già troppe, in questo caso arriviamo a 23, ma in altri casi addirittura a 26.
Non saranno queste grandi questioni, ma nell'insieme, se alla fine dell'anno si risparmia qualche milione di euro credo che non sia sbagliato, nell'interesse di tutti gli iscritti.
Quanto al resto, ogni volta che guardiamo un bilancio o le posizioni di investimento di questi enti, la preoccupazione è inevitabile. Se su BTP e CCT, al di là dei tassi - è chiaro che al momento dell'acquisto si dovrebbe cercare di compiere l'operazione più vantaggiosa - siamo garantiti, il problema si pone per gli altri titoli, rispetto ai quali non siamo garantiti.
La vicenda della Lehman Brothers deve farci pensare che gli sbagli si pagano fortemente e recuperare le perdite è molto difficile, soprattutto in questo momento. La prudenza, dunque, è d'obbligo al 100 per cento. A volte, rimettere mezzo punto o rischiare di perdere il capitale, credo non ci sia nemmeno da discutere.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Per quanto riguarda la composizione degli organi, come dicevo in premessa, abbiamo adottato la delibera di riforma dello statuto. Al riguardo, ci sarebbe da fare un'osservazione, non so quanto pertinente o meno al tema di questa audizione. Abbiamo un sistema di vigilanza che ha tempi non brevi; abbiamo deliberato la riforma dello statuto a gennaio 2008 e a tutt'oggi l'iter non si è perfezionato, anche se abbiano sentore che l'altra sera sia stata apposta l'ultima firma, quella del Ministro Tremonti.

NEDO LORENZO POLI. Scusi se la interrompo, ma questo è il solito problema. Bisognerebbe incidere sul Ministero del lavoro e sui ministeri vigilanti...

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. La questione non riguarda solo lo statuto, che è l'ultimo esempio. Anche per quanto riguarda i bilanci...

NEDO LORENZO POLI. Quale sarebbe la riforma?

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Un punto fondamentale della riforma è la riduzione dei costi di gestione, in quanto è previsto che i membri del comitato di indirizzo che sostituisce il consiglio d'amministrazione non percepiranno indennità; inoltre, i membri di giunta sono stati fissati in numero di 9. Tenendo conto che abbiamo un'opera articolata, che di fatto rappresenta quattro categorie, è evidente che nell'equilibrio della composizione degli organi gestionali devono essere rappresentate tutte e questo può comportare un aumento del numero dei membri.
I costi di gestione, dunque, diminuiranno sensibilmente. Se lo statuto - non voglio responsabilizzare nessuno, lo dico come un dato di fatto - fosse stato approvato per tempo, a quest'ora avremmo ridotto i costi di gestione. Lo potremo fare, però, solo quando lo statuto entrerà in vigore.
Tengo a ribadire che abbiamo approvato e inviato ai ministeri vigilanti - ma ancora attendiamo risposta su questo punto - anche il bilancio tecnico attuariale proiettato a cinquant'anni (quindi, una sostenibilità di lungo periodo) aggiornato al 2008, anche alla luce di quello che è successo con Lehman.
Per quanto riguarda la sostenibilità, dunque, sappiamo di avere una sostenibilità di periodo lungo e la tranquillità di poter erogare le prestazioni per tutto questo periodo. Questo è da sottolineare con soddisfazione. Evidentemente sta ad altri esprimere giudizi.

NEDO LORENZO POLI. Sulla soddisfazione sono d'accordo con lei, ma se si gestisce meglio la soddisfazione è ancora maggiore.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. La soddisfazione non ha limiti, siamo d'accordo.

PRESIDENTE. Sia chiaro, presidente, che noi abbiamo grande rispetto per il


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vostro lavoro e per i risultati ottenuti. Certamente, è positivo avere un bilancio attuariale con un arco temporale di sostenibilità così ampio e non è circostanza comune, perché francamente, non ne abbiamo visti molti.
D'altra parte, al di là delle lungaggini che lei ha testé palesato e che purtroppo spesso vediamo in questa Commissione, bisogna cercare di razionalizzare il sistema. Effettivamente, 23 persone - con tutto il rispetto per le vostre variabili dimensionali - sono davvero tantissime, se proporzionate con i numeri di altri enti.

GRAZIANO CONTI, Membro del CdA della Fondazione ONAOSI. Vorrei aggiungere alcune considerazioni. In primo luogo, nel raccogliere le osservazioni sugli investimenti, non so se è stato notato, ma della somma a cui si fa riferimento 110 milioni scadono nei prossimi mesi. Quindi, ovviamente, in questo c'è un indirizzo da parte dell'amministrazione verso un reinvestimento in titoli di stato o similari, cercando quelle opportunità di mercato cui si è fatto riferimento. Abbiamo questo dato positivo, quindi nel valutare la massa complessiva bisogna tener presente che di qui a pochi mesi - la scadenza è vicina - ci sarà questa operazione di reinvestimento. Dopo questa operazione la maggioranza del capitale mobiliare della Fondazione avrà quella tipologia di investimento.
In secondo luogo, la garanzia complessiva delle prestazioni, come evidenziato dallo stato patrimoniale e dal bilancio tecnico, che supera di molto le 5 annualità previste (arriviamo a 18), ed è assicurata anche da una serie di immobili che vengono utilizzati ad uso strumentale e che sono contabilizzati in bilancio a un valore storico, notevolmente inferiore a quello di mercato. Per quel che riguarda la sostenibilità e le garanzie, da un punto di vista economico, delle prestazioni della Fondazione, bisogna tener conto anche di questi elementi.
Faccio un'ultima osservazione, se mi è permesso, sulla composizione degli organi. L'ente è molto vecchio, nato nel 1901. Di quei famosi 23 componenti del CdA, una decina non sono elettivi, ma di nomina di vari enti rappresentanti ministeriali, della sanità militare, del Ministero dell'interno e via dicendo. Bisogna tener conto anche di questo retaggio storico sulla composizione degli organi, in merito alla quale il nuovo statuto cerca di introdurre una modifica, in direzione di una rappresentanza più ridotta, ma espressione diretta degli azionisti - se così mi è consentito chiamarli - ossia dei contribuenti, perché si prevede un meccanismo di tipo elettivo.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Un motivo dei ritardi è legato proprio alle rappresentanze, al di là delle categorie. Mi riferisco, in particolare, alle rappresentanze ministeriali, che sono state da noi eliminate, perché non vedevamo la necessità di una presenza ministeriale all'interno del consiglio d'amministrazione, fermo restando che la stessa rimane nel collegio sindacale.

TRENTO PISCINI, Direttore generale della Fondazione ONAOSI. Vorrei aggiungere, per quanto riguarda il costo degli organi, che questa amministrazione, sebbene lo statuto preveda la revisione dell'indennità con aumento biennale, ha stabilito di non procedere in tal senso.

NEDO LORENZO POLI. Quanto è l'indennità?

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Vorrei fare una premessa brevissima. Quando abbiamo stabilito le nostre indennità, abbiamo fatto un'indagine conoscitiva in merito alle indennità degli altri enti privatizzati, perché ci sembrava logico avere un punto di riferimento. Abbiamo adottato una delibera, a suo tempo, che prevedeva indennità inferiori a quelle di tutti gli altri enti privatizzati. Questo può non voler dire molto, ma è il criterio che abbiamo adottato.

NEDO LORENZO POLI. L'importo quanto sarebbe?


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ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Inoltre, come accennava il direttore, l'atto deliberativo prevedeva la revisione biennale dell'importo delle indennità, ma noi non abbiamo utilizzato questa possibilità e le abbiamo tenute ferme.
L'indennità del presidente è di 80.000 euro all'anno lordi.

NEDO LORENZO POLI. E gli altri componenti?

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. I componenti del consiglio d'amministrazione hanno un'indennità di 11.000 euro annui. Il gettone di presenza per le riunioni del consiglio d'amministrazione e della giunta esecutiva è di 450 euro lordi.
Lo ripeto, con il nuovo statuto tutto sarà rivisto, quindi i costi di gestione saranno notevolmente ridotti.

PRESIDENTE. Nella relazione della Corte dei conti le cifre sono leggermente diverse. Presidente, lei ha riferito giustamente la sua indennità (80.000 euro); poi ci sono quella del vicepresidente (52.000 euro), quella dei membri di giunta (23.000 euro), quella dei membri del CdA (13.000) eccetera.
Il problema non riguarda tanto i 13.000 euro annui, ma questa cifra, moltiplicata per 23, francamente diventa eccessiva.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Presidente, proprio questo è abolito dal nuovo statuto...

PRESIDENTE. Perfetto.

TRENTO PISCINI, Direttore generale della Fondazione ONAOSI. Comunque, le indennità degli amministratori dal 2008 sono state ridotte di circa il 10 per cento. Questo è l'orientamento.
Velocemente, vorrei anche far presente che, per quanto riguarda la gestione, dal 2007 non c'è turnover del personale. Inoltre, un altro fattore importante, sempre per quanto riguarda il personale, è che dal 2008 abbiamo più che dimezzato il lavoro straordinario, impresa in genere difficilissima.

PRESIDENTE. Non è nostro compito censurare, ma dare degli indirizzi. Leggo, nel 2007, alla voce indennità, gettoni di presenza e spese degli organi amministrativi, 916.000 euro; nel 2008, 991.000 euro. Sono cifre di tutto rispetto, in confronto alla dimensione dell'ente.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Nel periodo a cui si riferiscono le cifre che lei ha citato abbiamo dovuto convocare più spesso la giunta e il consiglio d'amministrazione, per far fronte alle situazioni di criticità prima citate, ossia la sentenza della Corte, la modifica legislativa, l'attuazione della modifica, eccetera. Pertanto, vi sono state anche necessità aggiuntive rispetto a quelle di routine.

PRESIDENTE. È comprensibile, ma lei capisce che un milione di euro è una cifra di rilievo.
Con tutto il rispetto, devo dire che ritengo quasi sottodimensionato il compenso del presidente, per la responsabilità che ricopre, rispetto alla quantità del complesso degli amministratori. A mio avviso, è quello il punto su cui riflettere.
Visto che, se ho ben capito, sono in scadenza 110 milioni di euro, vi raccomandiamo di porre la massima attenzione. Abbiamo visto che cosa è successo in Spagna pochi giorni or sono, sembra che vi siano ancora nubi all'orizzonte e che stiano per arrivare alcune forti turbolenze.
Vi invitiamo, dunque, a prestare la massima attenzione a questi denari e alla compressione delle spesse generali.
Non ci soffermiamo sul patrimonio immobiliare...

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Il patrimonio immobiliare è utilizzato al 90 per cento per fini istituzionali. L'amministrazione, da quando ci siamo noi, non ha inteso investire un euro in più per investimenti che non siano per fini istituzionali.


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PRESIDENTE. Non che investire negli immobili sia sbagliato per definizione. Anzi, magari spesso sono stati dei beni rifugio importanti.
La Commissione vi ringrazia per la vostra disponibilità e per la trasparenza dei dati riportati. Certamente, apprendiamo con soddisfazione la lunghezza del bilancio attuariale che ci proponete, quindi anche la solidità dell'ente per i prossimi anni. Non possiamo, però, che raccomandarvi un'attenzione massima sugli investimenti futuri, augurandoci che il contenzioso possa dare i frutti auspicati, anche se i precedenti non sono tranquillizzanti. Speriamo che almeno una transazione si possa avere in questo caso, visto che l'investimento risale a soli tre mesi prima il default e questo lascia qualche perplessità sulla conoscenza della situazione da parte di chi ve l'ha proposto. Dispongo che le tabelle consegnate dal presidente Paci siano allegate al resoconto stenografico della seduta odierna.

ARISTIDE PACI, Presidente della Fondazione ONAOSI. Ringraziamo il presidente e i componenti della Commissione e accogliamo questa raccomandazione ad essere sempre più prudenti. Credo, peraltro, che sia giusto esserlo quando si amministrano soldi non propri.

PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti per la disponibilità manifestata e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 9,20.

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