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Seduta del 17/2/2010


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Audizione del presidente e del direttore Generale dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro (ENPACL), dott. Vincenzo Miceli e avv. Salvatore Magno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione economico-finanziaria delle casse privatizzate anche in relazione alla crisi dei mercati internazionali, il seguito dell'audizione del presidente e del direttore generale dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro (ENPACL), dott. Vincenzo Miceli e avv. Salvatore Magno.
Ricordo che la prima audizione si è svolta il 7 ottobre scorso e che, nel corso della stessa, sono state avanzate alcune richieste di chiarimento in merito ad alcuni aspetti economico-finanziari della gestione dell'ente.
Do la parola al dottor Vincenzo Miceli, presidente dell'ENPACL.

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Mi sono permesso di scrivere un appunto, che posso leggere velocemente. Innanzitutto devo ringraziare la Commissione per averci convocato nuovamente perché rispetto alla prima audizione, come avevamo preannunciato, è intervenuto un fatto nuovo: la nostra riforma è stata infatti approvata e già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Come avevamo specificato nella relazione, noi avevamo prodotto la riforma addirittura nel giugno del 2008, ma essa è stata approvata alla fine del 2009. Alcuni dati in vostro possesso, dunque, riguardavano la situazione antecedente.
Signor presidente, onorevoli componenti della Commissione, successivamente all'audizione del 7 ottobre 2009, nella Gazzetta Ufficiale n. 28 del 4 febbraio 2010 è stato pubblicato, da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'avviso riguardante l'approvazione della delibera dell'assemblea dei delegati avente per oggetto la riforma dello statuto e del regolamento di attuazione dell'ENPACL ed annessa nota tecnica e proiezione attuariale al 31 dicembre 2006. Tale approvazione è stata anticipata all'ente con nota ministeriale del 29 ottobre 2009.
Le principali modifiche al regolamento di attuazione dello statuto vertono sulle seguenti disposizioni. Per quanto riguarda l'articolo 5, la pensione di vecchiaia sarà costituita da tre quote base. La prima è pari a tanti trentesimi quanti sono gli anni di iscrizione maturati fino al 31 dicembre 2009 per l'importo della pensione base relativo a tali anzianità, in vigore nell'anno di pensionamento. La seconda è pari a tanti trentesimi quanti sono gli anni di iscrizione maturati dal 1o gennaio 2010 al 31 dicembre 2013 per l'importo della pensione


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base relativo a tale anzianità, in vigore nell'anno di pensionamento. La terza è pari a tanti trentesimi quanti sono gli anni di iscrizione maturati dal 1o gennaio 2014, per l'importo della pensione base relativo a tale anzianità, in vigore nell'anno di pensionamento.
All'articolo 7, la modifica alla disciplina del supplemento di pensione per il trattamento di vecchiaia e anzianità. I pensionati che mantengono l'iscrizione all'Ordine hanno la possibilità di optare per il versamento del contributo soggettivo nella misura corrispondente, tempo per tempo, alla prima fascia contributiva, in luogo di quello dovuto in relazione all'anzianità di iscrizione e contribuzione effettivamente raggiunta. In tal caso, hanno diritto al supplemento di pensione nella misura dell'8 per cento della sola contribuzione integrativa versata.
Quanto all'articolo 24, agli iscritti che abbiano effettuato versamenti a titolo di contribuzione soggettiva facoltativa, ai sensi dell'articolo 10 dello statuto, è corrisposta una pensione aggiuntiva alla pensione base calcolata col sistema contributivo.
All'articolo 49 vengono previste cinque diverse fasce di contribuzione che tengono conto dell'anzianità di iscrizione e contribuzione all'ENPACL, a decorrere dal 1o gennaio 2010 fino al 31 dicembre 2013, ed altre cinque decorrenti dal 1o gennaio 2014.
All'articolo 50 si rimuove il limite anagrafico dei 55 anni di età per riscattare sia il periodo del praticantato sia gli anni di contribuzione versata in misura ridotta.
Infine, all'articolo 58 viene eliminata la possibilità di restituzione dei contributi soggettivi per i consulenti che al compimento del 65o anno di età risultano cancellati dall'ENPACL, senza aver maturato i requisiti contributivi per avere diritto a pensione. Per coloro che possiedono almeno tre anni di contribuzione e di iscrizione viene data facoltà di chiedere la liquidazione di una rendita reversibile ai superstiti, calcolata con il sistema contributivo, sulla base dei contributi effettivamente versati.
Tali modifiche, come evidenziato dal Ministero dell'economia e delle finanze relativamente alla nota tecnica, hanno prodotto effetti positivi sul sistema previdenziale vigente.
Inoltre, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha rilevato che la riforma introdotta consente un miglioramento significativo dell'equilibrio di gestione risultante dal bilancio a normativa vigente.
Pertanto, l'entrata in vigore dal 1o gennaio 2010 del nuovo sistema contributivo previdenziale determinerà i seguenti effetti: il saldo previdenziale rimane positivo fino al 2033, anziché fino al 2017; il saldo contabile rimane positivo fino al 2038, anziché fino al 2019; il patrimonio netto rimane positivo fino al 2060, anziché fino al 2036.
Ovviamente, questo ente dovrà rielaborare il bilancio tecnico al 31 dicembre 2009, una volta che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali avrà definito i necessari parametri, come previsto dal comma 763 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007.
Per quanto concerne i titoli strutturati in portafoglio, come si evince dalla relazione al bilancio consuntivo 2008 e da quanto dichiarato nel corso della precedente audizione, l'ente ritiene di poter confermare che, successivamente alla chiusura del processo di ristrutturazione di tali titoli, non si concretizzeranno perdite.
Diversamente per le obbligazioni emesse direttamente da Lehman Brothers, l'ente, già nel bilancio del 2008, ha prodotto ed accantonato al Fondo per rischi ed oneri il 70 per cento del loro valore, al fine di adeguare il costo al presumibile valore di realizzo al termine dalla procedura fallimentare.
Per tali motivi, i bilanci consuntivi successivi a quello del 2008 non saranno interessati alla problematica in questione.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ELIO LANNUTTI. Presidente Miceli, per quanto concerne i titoli strutturati in


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portafoglio, vorrei sapere come fate a dire che non si concretizzeranno perdite. Vorrei maggiori delucidazioni al riguardo.

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Non abbiamo titoli Lehman Brothers diretti, o meglio ne abbiamo uno solo, quello cui abbiamo accennato e che abbiamo previsto già al 70 per cento nel bilancio del 2008.
Quanto alla sua domanda, sostanzialmente noi siamo stati fortunati - non vorrei dire bravi, perché direi una non verità - perché avevamo dei titoli a garanzia di quegli investimenti, ad esempio la General Electric, cioè società con una struttura e una consistenza tali da permetterci di non avere la preoccupazione del fallimento Lehman Brothers.
Abbiamo peraltro indetto una gara, non ritenendo che di queste materie potessimo occuparci noi direttamente. Come sapete, entra in gioco il diritto fallimentare americano, ma anche il diritto fallimentare svizzero, dal momento che la Lehman Brothers aveva un distaccamento in Svizzera. La gara è stata vinta dalla JP Morgan, che ha seguito tutta la vicenda. Da alcuni abbiamo già avuto i soldi che sono confluiti in un fondo, quindi non rendono niente, mentre se fossero stati lasciati anche agli stessi soggetti ci avrebbero dato una redditività dell'8 per cento.
In questo modo, invece, per quel denaro avrò una redditività dello 0,20-0,30 per cento.
Non abbiamo, dunque, perdite derivanti dalla vicenda Lehman Brothers, a parte il titolo che ho citato prima. Si tratta, però, di un solo titolo che noi avevamo comprato, peraltro, non direttamente dalla Lehman Brothers, nel 2004, con una redditività del 7 per cento. Il titolo ci era stato venduto da Credem, che però successivamente si è completamente disinteressato della vicenda.
In questo senso, noi abbiamo già monetizzato, ma i soldi sono in mano al garante. Lo ripeto, siamo stati fortunati. Noi abbiamo sempre chiesto di avere titoli garantiti, forti e ci sono stati assicurati titoli di società che effettivamente sono ancora fra le migliori società americane.

PRESIDENTE. Dottor Miceli, mi sembra di aver capito che questi titoli di Anthracite affidati alla JP Morgan non sono stati ancora del tutto ristrutturati, quindi voi non siete in possesso di nulla.

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. No, loro sono in possesso dei soldi. Noi lo siamo indirettamente, con la loro rappresentanza.

PRESIDENTE. Che tempi si prevedono perché voi possiate entrare in possesso di queste somme? Soprattutto, mi può dire a quanto ammontano i costi sostenuti per questa operazione di ristrutturazione, comprese le spese legali?

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Per i titoli Anthracite ho indetto la gara, coinvolgendo le più grandi banche. La JP Morgan si è impegnata a prendersi carico - direttore, mi corregga se sbaglio - delle spese fino a 160 mila euro. Secondo me, con queste cifre ce la dovremmo fare.
Certo, si potrebbe obiettare che la banca ci sta guadagnando. Questo è certo, visto che i soldi li hanno loro e non ce li hanno accreditati. Sicuramente ci daranno un interesse bancario.

PRESIDENTE. Le hanno riferito una previsione sui tempi?

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Lei sa meglio di me, signor presidente, che per quanto riguarda questo tipo di scelte ci sono delle norme, americane e svizzere, che ci rimborsano fino al 90 per cento, mentre per il restante 10 per cento esiste un meccanismo, il cui nome inglese mi sfugge.
Fino ad oggi, tutti ci hanno garantito che il ritorno della moneta, anche alla scadenza...


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PRESIDENTE. Nel 2017, ossia la scadenza prevista...

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. No, aggiungo che ho chiamato JP Morgan per far capire che stiamo ben attenti e che non siamo degli sprovveduti. Capisco che la banca ha interesse a tenere i soldi, anche perché parliamo non di 1 milione, ma di circa 21-22 milioni di euro...

PRESIDENTE. Per l'esattezza 25.

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Insomma, ogni mese in più per loro significano soldi. Comunque, li ho «sollecitati» (non uso un altro termine per rispetto del luogo in cui mi trovo) dicendomi disponibile, a questo punto, a rivolgermi a un legale contro di loro. Non occorre essere ragionieri, né contabili, né altro per capire che ogni giorno che passa su quelle cifre la banca guadagna parecchio. Basti pensare che la stessa società alla quale abbiamo chiesto i soldi per il 2009 ha avuto una redditività dell'8 per cento.
Se avessimo lasciato quei soldi alla società - Tarchon, se non vado errato - che li gestiva avremmo avuto un ritorno abbastanza buono.

ELIO LANNUTTI. Anche Enasarco è interessata da questi titoli per importi molto superiori e anche in quel caso è stata attivata la stessa procedura. Per esperienza posso dire che il rientro non è scontato, neanche del 90 per cento. Naturalmente vi auguro che il rientro avvenga.

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Senatore, le dico onestamente che questi soldi noi li abbiamo già, per questo ho affermato che siamo stati fortunati. La Tarchon ha restituito quei soldi e ci ha anche comunicato di averlo fatto.
La situazione dell'Enasarco, come dice lei, è diversa per la mole degli importi, in quel caso davvero superiori, ma anche per la procedura.
Per quanto ci riguarda, i soldi ci sono stati restituiti, ma sono in un fondo di «garanzia» - uso questo termine non del tutto appropriato - che non è gestito da noi.
Giustamente il presidente mi chiedeva quali tempi si prevedono. Come vi ho detto un momento fa, ho cercato di accelerarli, sollecitando anche energeticamente.
Sostanzialmente non abbiamo problemi. Comunque, nel dubbio, oltre al 70 per cento della sola obbligazione Lehman Brothers, ho messo in un Fondo oscillazione titoli una piccola somma a garanzia. Quanto al bilancio, dunque, possiamo dire di essere tranquilli.

PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Miceli. Lei è stato abbastanza chiaro, tuttavia ancora non comprendo un aspetto. Nel momento in cui avete affidato a JP Morgan l'incarico di ristrutturare i titoli, come mai non avete stabilito i tempi entro i quali questa ristrutturazione doveva concludersi? Lasciare una procedura aperta, senza avere prefissato prima un termine entro il quale chiuderla, mi sembra che significhi lasciare all'arbitrio della banca la possibilità di decidere quando consegnarvi questi soldi. Come è stato fatto questo accordo?

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Presidente, comprendo la sua osservazione. In quel momento, la nostra grande preoccupazione era quella di portare i soldi a casa e, onestamente, ho ritenuto - poiché penso di non avere la struttura adeguata, senza offesa nei confronti dei miei collaboratori - di affidarmi ad un esperto internazionale.
Non ci sono date, ma se entro quest'anno la vicenda non si conclude prenderò un legale contro la banca. Glielo dico con grande onestà.

PRESIDENTE. Mi risulta sempre incomprensibile.
Do la parola all'avvocato Salvatore Magno, direttore generale dell'ENPACL.


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SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. I tempi di questa ristrutturazione - all'inizio una destrutturazione del titolo strutturato - sono dettati dalle varie procedure internazionali. Non possono essere gestiti unicamente da noi, ma devono essere gestiti insieme a tutte le altre controparti.
In ogni caso, questa operazione Anthracite è strutturata su fondi di fondi hedge; tali fondi hedge stanno liquidando il capitale e hanno avuto, nel 2009 e all'inizio del 2010, un andamento positivo. Come diceva il presidente Miceli, se queste somme investite fossero rimaste in quei fondi avrebbero avuto comunque una ripresa sul mercato. In ogni caso, questi fondi stanno liquidando le somme depositate nel veicolo Anthracite, che verrà definitivamente ristrutturato, senza alcuna perdita, presumibilmente entro un paio di mesi, quindi molto prima di questa estate.
Ormai, si è raggiunto un accordo - JP Morgan, «custode» di queste somme e procedura fallimentare - in base al quale, senza nemmeno toccare il tetto dei 160 mila euro concordati di cui si sarebbe dovuta fare carico la JP Morgan, dovremmo arrivare a ricostituire la garanzia sul capitale dei 28 milioni (non sono 25, ma 28) e procedere a reinvestire le stesse somme in uno strumento molto più semplice, come può essere un BTP cosiddetto «strippato», con la stessa scadenza del titolo che abbiamo ristrutturato, senza alcuna perdita.
Dunque, noi stiamo recuperando tutte le somme e potremo tranquillamente procedere a ricostituire la garanzia del capitale, senza avere perdite da questi titoli.
Infine, per completezza, stiamo per riavere «fisicamente» le obbligazioni General Electric, per le quali la Lehman Brothers aveva dato solo la garanzia del capitale. Queste obbligazioni hanno un ottimo andamento sui mercati finanziari e per esse riceveremo semplicemente, come tutti gli investitori, le cedole annuali. Si tratta di titoli spendibili sul mercato, qualora volessimo rientrare nel capitale, quindi sono soggetti alle normali oscillazioni dei mercati.
Anche in questi casi, una volta ottenuto nuovamente il titolo fisico, si procede come per tutti gli altri titoli.

PRESIDENTE. Grazie direttore, anche per la precisazione circa l'importo in ristrutturazione.
Quando ho parlato di 25 milioni, mi sono attenuto al dato relativo ai fondi Safir, due obbligazioni delle quali voi avete chiesto la consegna fisica del titolo a monte. L'avete ottenuta?

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Anche per questa operazione, una volta raggiunto un accordo tra tutti i contraenti, si tratta semplicemente di mettere il titolo a deposito. Credo che anche questo avverrà entro l'estate.

PRESIDENTE. Voi sapete qual è l'attuale valore del titolo sottostante?

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Lo si trova sul Sole 24 Ore. È un'obbligazione...

PRESIDENTE. Lo sa qual è il suo valore attuale?

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Oggi no.

CECILIA DONAGGIO. Nella nota che ci avete consegnato c'è un passaggio che richiama quanto aveva posto in precedenza l'onorevole Santagata - ho riletto l'audizione del 7 ottobre - e che mi pare non abbia avuto risposte, rimanendo ancora, dall'ottobre 2009 a oggi, questione aperta.
Voi parlate di una rielaborazione, ma se non vi è il bilancio tecnico al 31 dicembre 2009 abbiamo qualche problema a capire come questo riassetto avrà un consolidamento nella prospettiva futura. Viene riproposta la questione del Ministero del lavoro che, come voi dite,


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non ha definito i parametri perché questi bilanci tecnici possano essere presentati e abbiano, dunque, un riscontro di validità e consistenza, perché mancano i decreti attuativi. Mi rivolgo anche al presidente perché, da parte della Commissione, si chieda al Ministero del lavoro di essere molto più chiaro sul percorso che è stato avviato per quanto riguarda il tavolo che ha messo insieme i vari fondi relativamente a questa applicazione dei decreti attuativi della finanziaria 2007. Si tratta di capire bene su quali basi voi pensate di muovervi nell'impostazione del bilancio tecnico al 2009, in maniera che possiamo prevedere di incontrarci su questo tema e avere delle garanzie più chiare sulla tenuta e sulla stabilità del fondo nel prosieguo del tempo.
Credo che le domande poste nella scorsa audizione e rimaste allora in sospeso tali rimangano ancora oggi, in quanto esiste un concorso di comportamenti - da parte vostra e del Ministero - che ancora non ci consente di esprimere un parere concreto.

PRESIDENTE. Ho colto perfettamente il senso della sua domanda che, a mio avviso, dovrebbe essere rivolta principalmente al Ministero.

CECILIA DONAGGIO. Ho riletto il testo del 7 ottobre e ho verificato che al riguardo c'era un parere unanime, ad esempio suo e dell'onorevole Santagata. Mi sono permessa di richiamare la questione perché credo che siamo rimasti fermi a quel punto.

PRESIDENTE. Ha fatto assolutamente bene. È un problema che riguarda più che altro il Ministero, che ancora rispetto a questi parametri non ha deciso cosa fare. Ciò ha portato chiaramente una grande difficoltà alle casse nella stesura dei bilanci tecnici.
È una domanda che dovremmo rivolgere nuovamente al Ministero e al tavolo tecnico, i cui esiti ancora non conosciamo. Si tratta di un tavolo tecnico che si riunisce periodicamente, ma delle relative soluzioni la Commissione non viene informata.
Non credo - partecipanti al tavolo siete anche e soprattutto voi - che ci siano ancora soluzioni ben precise che riguardino il sistema generale della previdenza privata, che va riformato, e le linee guida di questa riforma, la gestione del patrimonio e l'attuazione dei criteri per la realizzazione dei bilanci tecnici.
Insomma, a questa domanda credo dovrà rispondere il Ministero. Per quanto mi riguarda, mi farò carico di intervenire presso il presidente della nostra Commissione affinché, a sua volta, segnali l'esigenza che questa Commissione venga informata in questo senso.

ADRIANO MUSI. Vorrei esprimere una curiosità. Voi avete realizzato il nuovo regolamento attuativo dello statuto. Purtroppo, la complessità del sistema non mi consente di capire un aspetto, che credo sia invece utile comprendere. Rispetto a questo nuovo sistema contributivo previdenziale che avete introdotto, dite giustamente che il saldo previdenziale rimane positivo fino al 2033 anziché fino al 2017. Ebbene, a quanto ammonta oggi la pensione media e a quanto, invece, la pensione media che viene fuori con questo nuovo sistema che avete introdotto?

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. La pensione base è di circa 8000 euro l'anno. Tuttavia, la nostra è l'unica professione ad avere, per legge, un ritorno sul lato pensionistico anche sul 2 per cento. Pertanto, la pensione media si aggira intorno ai 12-13 mila euro annui, con punte anche di 30-31 mila euro annui. L'importo più basso, comunque, è di 8 mila euro, ma deve trattarsi di un soggetto che non ha versato nulla di questo 2 per cento, il che significa che non è un professionista.


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A dire il vero, oggi ci sentiamo più tranquilli, grazie al presidente Lo Presti che, con la sua battaglia sul ritorno del 2 per cento, ha fatto sì che non rimanessimo noi soli in questa situazione. La proposta dell'onorevole Lo Presti, infatti, riguarda la possibilità del ritorno per tutti anche di una percentuale del 2 o 4 per cento. Noi, in tal senso, siamo antesignani, perché abbiamo già questa previsione nella nostra normativa.
Le pensioni, dunque, ammontano in media a 12-13 mila euro, da un minimo di 8 a un massimo di 31 mila euro.

ADRIANO MUSI. Non ho capito cosa succede con i nuovi calcoli.

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Noi prevediamo che, a partire dal 1o gennaio 2010, la pensione base passerà da 8 a 9 mila euro e dal 2014 a 12 mila euro.
Al fine della sostenibilità, abbiamo quindi un leggero incremento, con un adeguamento prima di mille, poi di 3 mila euro.
Devo ringraziarvi, perché sono convinto dell'utilità di un'accelerazione da parte del Ministero e credo che, da questo punto di vista, voi abbiate dato una grossa mano. Infatti, mentre dopo 14-15 mesi tutto ancora dormiva, improvvisamente si è accelerata l'approvazione della nostra modifica e noi abbiamo avuto la fortuna di essere i primi ad ottenere questa approvazione da parte del Ministero, che non ha toccato niente della nostra proposta, tranne per un punto. Infatti, è stato sospeso - devo dire che considero la questione abbastanza strana - l'articolo 24, laddove noi proponevamo una modularità contributiva.
Noi abbiamo un sistema a contribuzione fissa e a prestazione fissa, un po' diverso dagli altri. Questo vale per tutti, ma la proposta della modularità andava nel senso di permettere a chi eventualmente volesse versare di più di poterlo fare, con il ritorno con il contributivo.
Non capisco perché questo articolo sia stato sospeso, anche perché questo non aveva niente a che vedere con la sostenibilità. Nell'adeguatezza avremmo potuto corrispondere a chi vuole impegnarsi in previdenza una maggiore risposta previdenziale. Poiché non comprendo il senso di questa sospensione, chiedo a voi un ulteriore contributo.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Miceli. Do nuovamente la parola al direttore Magno, che intende rispondere alla senatrice Donaggio.

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Probabilmente, quanto al passaggio che lei ha citato, ci siamo espressi male.
Devo chiarire - non vorrei apparire come il difensore del Ministero del lavoro - che noi dobbiamo rielaborare i bilanci tecnici ogni tre anni. I vari saldi sono stati raffrontati sul bilancio tecnico ante riforma e post riforma. I decreti attuativi citati sono quelli che normalmente sono già in elaborazione da parte del Ministero del lavoro e dovrebbero essere pubblicati entro aprile per permettere agli enti di previdenza privati e privatizzati di rielaborare, alla scadenza naturale del 31 dicembre 2009, i dati tecnico-attuariali entro il termine fissato dalla legge finanziaria 2007, cioè il luglio di ogni triennio. Siamo dunque nei tempi.

CECILIA DONAGGIO. Ovviamente questo ente dovrà rielaborare il bilancio tecnico al 31 dicembre 2009. Deve farlo entro tre anni, in base a quello che lei sta dicendo?
In altre parole, entro quando deve essere pronto questo bilancio tecnico, in base alle disposizioni di legge? L'aspetto che non riesco a capire, in questa discussione, è quello dei tempi: non avete idea di quando vi restituiranno i soldi, non avete idea di quando dovete fare il bilancio.
Poiché la nota non lo chiarisce, vorrei sapere entro quando il vostro bilancio


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tecnico al 31 dicembre 2009 dovrebbe essere messo a disposizione, sulla base della definizione di questi decreti attuativi.

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Come ho detto prima, entro luglio 2010, come prevede la norma.

CECILIA DONAGGIO. Il bilancio tecnico al 2009 lo elaborate entro luglio 2010?

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Certo.

CECILIA DONAGGIO. I decreti attuativi entro quando dovrebbero essere a vostra disposizione?

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Il Ministero li ha preannunciati per aprile 2010.

CECILIA DONAGGIO. Per fare il bilancio al 2009.

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Sì, è così sempre.

CECILIA DONAGGIO. È solo un chiarimento. Voglio capire se funziona così.

SALVATORE MAGNO, Direttore generale dell'ENPACL. Le proiezioni sono elaborate, per il trentennio e per il cinquantennio successivo, con i dati anagrafici e contributivi al 31 dicembre 2009.

PRESIDENTE. Chiarisco che loro redigono due bilanci: quello civilistico e quello tecnico. Ovviamente, quello tecnico è attuariale, una previsione a scadenza trentennale, dunque i dati devono essere acquisiti ad un certo momento storico ed elaborati secondo i criteri direttivi che fornisce il Ministero. Quelli emanati nel 2007 non sono congrui, ma speriamo che i criteri che devono essere emanati abbiano una maggiore efficacia, efficienza e credibilità.
A mio parere, è importante chiarire che ci sono due bilanci diversi, con due funzioni completamente diverse, che vengono redatti in momenti storicamente diversi e con criteri assolutamente diversi.

ADRIANO MUSI. Era solo per armonizzare il linguaggio. Vorrei che si chiarisse - lo ha appena fatto lei - che stiamo parlando del bilancio attuariale. Trattandosi di bilancio attuariale, non c'è l'obbligatorietà della scadenza annuale, come per il bilancio consuntivo o il bilancio preventivo, che sono una cosa diversa.

PRESIDENTE. Ringrazio il senatore Musi per essere venuto in mio soccorso. Era giusto precisarlo perché sembrava che la decisione prendesse una piega polemica, che non esisteva assolutamente. Si trattava di un chiarimento squisitamente tecnico.

NEDO LORENZO POLI. Vorrei chiedere un chiarimento su un aspetto tecnico che riguarda la gestione dell'ente. Vorrei capire come è strutturato, per verificare se eventualmente alcune spese potrebbero essere gestite meglio. Vorrei, insomma, conoscere l'assetto dell'ENPACL perché qualche giorno fa abbiamo audito i rappresentanti di un ente - non faccio il nome - la cui struttura mi è sembrata mastodontica.
Ritengo che, nella gestione dell'ente, qualche risparmio in questi momenti di difficoltà sarebbe opportuno.

VINCENZO MICELI, Presidente dell'ENPACL. Noi abbiamo un consiglio di amministrazione composto da nove persone. Fra l'altro, credo che la nostra legge elettorale sia la più democratica in assoluto - non per merito mio, ma per merito di coloro che mi hanno preceduto - perché prevede che ci sia obbligatoriamente più di una lista e che la lista non vincente, qualunque risultato ottenga, prenda un terzo dei consiglieri. Ad esempio, una lista che prende il 90 per cento


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ottiene sei consiglieri, una lista che prende il 10 per cento ne ottiene tre.
Come dicevo, nel consiglio di amministrazione siamo nove; poi c'è l'assemblea dei delegati, che si riunisce due volte l'anno - per il bilancio preventivo e per il bilancio consuntivo - a meno che si presentino aspetti tali da rendere necessaria un'ulteriore convocazione. I delegati sono uno per ogni provincia e, in rapporto al numero, c'è una rappresentanza (ad esempio, Roma conta undici delegati). Ogni provincia, anche quella con trenta iscritti, ha almeno un delegato.

PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 9.15.

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