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Seduta del 24/2/2010


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Esame testimoniale dell'Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato, Claudio Tassi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale dell'ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato, Claudio Tassi, al quale rappresento il fatto che questa Commissione procede agli esami testimoniali con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria e che viene sentito quale persona informata sui fatti, in grado di riferire circostanze utili alle indagini. La informo, altresì, che, in qualità di testimone ha l'obbligo di rispondere secondo verità alle domande che il presidente e i membri della Commissione riterranno di rivolgerle, a norma dell'articolo 198 c.p.p., e che, in caso di inosservanza, trova applicazione il disposto di cui all'articolo 372 c.p.. Lei ha pertanto l'obbligo di dire la verità e di rispondere.
Ricordo che, nel corso della missione della Commissione a Bologna dello scorso 17 febbraio, sono stati ascoltati in audizione, nell'ambito dell'approfondimento sulle «navi a perdere», oltre a due collaboratori di giustizia, l'ex colonnello del Corpo forestale dello Stato, Rino Martini, l'ispettore Gianni De Podestà del medesimo Corpo, Guido Garelli, Marino Ganzerla, Renato Pent e Mario Scaramella.
Da annotazioni di polizia giudiziaria - alcune firmate da lei, o da lei e da altri, o dal colonnello Martini o dall'ispettore De Podestà - risulta che lei aveva la possibilità di acquisire informazioni attraverso confidenti. La prima domanda che vorremmo


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porle è se questo è vero, cioè se lei aveva rapporti con dei confidenti che le hanno fornito notizie, in ordine al traffico illecito di rifiuti.
L'avverto che, nell'eventualità in cui dovesse fornire notizie che ritiene riservate - siccome la trasmissione dell'audizione avviene su circuito chiuso - a parte la decisione del presidente, ci può far presente che la notizia ha carattere di segretezza. Ci comunichi tale eventualità nel caso in cui si presentasse; oppure, sarò io stesso a decidere la riservatezza di alcuni argomenti.
Torniamo quindi alla domanda che le ho già posto.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. All'epoca, nel momento in cui si era attivata l'indagine relativa all'affondamento di navi, più che confidenti, vi erano molte persone che si presentavano a fornire notizie. Naturalmente, chiedevamo di verbalizzare le informazioni rese come persone informate sui fatti, ma queste preferivano non testimoniare. Tuttavia, dal momento che fornivano delle notizie, venivano trattate come fonti confidenziali.
Sono state ascoltate diverse persone a Brescia, presso la caserma del Corpo forestale dello Stato. L'indagine era partita dai colleghi di Brescia, dal Colonnello Martini, con la collaborazione dal collega ispettore De Podestà, i quali, se ben ricordo stavano lavorando sia con la procura presso la pretura circondariale di Matera, che con quella di Reggio Calabria.

PRESIDENTE. Voi avete comunque annotato di chi si trattasse? Lo chiedo, perché poteva essere anche uno squilibrato che veniva a dare le notizie. Avete preso nota di chi fossero questi bravi cittadini, che di solito sono pochi, che venivano a dare informazioni sul traffico illecito di rifiuti? Mi riferisco a quelli con cui ha parlato lei direttamente.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Ripeto, ne abbiamo trattate diverse di queste persone.

PRESIDENTE. Mi parli di quelle che ha trattato lei personalmente.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Personalmente, non ve ne sono state. Le abbiamo sempre trattate congiuntamente al comando di Brescia.

PRESIDENTE. Il quale era informato o meno circa l'identità delle persone, con cui avevate rapporti «confidenziali»?
Per essere molto pratici, nel momento in cui una persona, che è a conoscenza di fatti importanti per il traffico di rifiuti pericolosi o addirittura radioattivi, si presentava diverse volte, o anche una sola, veniva individuata per fini interni?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Questi soggetti si sono presentati all'interno della nostra caserma di Brescia. Immagino quindi che siano stati identificati all'ingresso.

PRESIDENTE. A parte l'identificazione all'ingresso, da parte vostra, nel momento in cui dovevate valutare se erano dei provocatori, degli squilibrati o delle persone che non potevano sapere niente perché vivevano a 5.000 metri, li avete identificati o meno? Parlo di voi, come inquirenti.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Ogni notizia che ci veniva fornita era oggetto di valutazione, prima di essere annotata.

PRESIDENTE. La mia domanda non riguarda tanto la notizia. Del resto, in quel momento era difficile annotare notizie nuove, come risulta, ad esempio, dall'annotazione del 19 maggio 1995.
Il mio quesito è molto semplice. L'informatore confidenziale resta confidenziale, come rapporto esterno, a colui che lo ha come fonte, il quale difficilmente non ne conosce l'identità, se non altro perché nel momento in cui l'ha messo in


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contatto avrà dovuto accertare di chi si trattava; magari era un calunniatore o chissà chi.
Pertanto, le pongo la mia domanda facendo riferimento al momento in cui lei personalmente - perché non può rispondere per conto di altri - ha avuto rapporti con una fonte confidenziale. Ebbene, è in grado di dirci se di questa fonte è stata annotata l'identità a fini interni?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Dovrei effettuare una verifica, perché avendo trattato molte persone, bisogna capire chi ha dato notizia di questi fatti.

PRESIDENTE. Ne ha dato notizia lei, perché il testo è firmato da lei. Sia il colonnello Martini che il brigadiere De Podestà ci hanno più volte ripetuto che l'unico che aveva rapporti con le fonti confidenziali, in particolare con una, era lei. Ecco perché l'abbiamo chiamata. Se il colonnello Martini ci avesse detto qualcosa di più, non l'avremmo chiamata.
Sino a questo momento, quindi, noi sappiamo che la persona che aveva rapporti con una fonte confidenziale particolarmente importante - poi vedremo - era lei.
Lei aveva una fonte confidenziale che, soprattutto nell'ambito del territorio di La Spezia, le ha fornito informazioni importanti sul traffico dei rifiuti?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Noi avevamo una fonte che è stata utilizzata soprattutto a La Spezia, per la cosiddetta indagine di Pitelli.

PRESIDENTE. Partiamo da questa fonte.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. In quella situazione, mi sono basato sull'articolo 203 del codice di procedura penale e quindi l'ho considerata come fonte confidenziale.

PRESIDENTE. Perfetto. È di questo che vogliamo parlare. Lei saprà sicuramente che nel 2007, in materia di terrorismo e associazioni mafiose, è venuta meno la possibilità di tacere la fonte confidenziale (c'è un codice che possiamo anche leggere).
Pertanto, mentre le regole che valevano all'epoca le consentivano di richiamarsi all'articolo 203, attualmente questa norma è stata modificata. Oggi, dunque, noi agiamo con i poteri dell'autorità giudiziaria e possiamo indagare su ipotesi che peraltro vengono citate proprio nella annotazione a cui facevo riferimento in precedenza circa l'attività di carattere mafioso.
L'articolo di cui le sto parlando recita quanto segue: «Non possono essere oggetto del segreto previsto dagli articoli 201, 202 e 203 fatti, notizie o documenti concernenti reati diretti all'eversione dell'ordinamento costituzionale, nonché i delitti previsti dagli articoli 285 e 416-bis [...]. Se viene opposto il segreto la natura del reato è definita dal giudice». In questo caso se ne occupa la Commissione. Peraltro, non la definiamo noi, perché è nella sua informativa che si parla di tali argomenti. Mi riferisco, ad esempio, al signor Noe - non sappiamo se si tratta di una sigla o di un cognome, magari lei ci darà qualche informazione - del quale si dice che aveva rapporti con la criminalità organizzata e con la mafia, se ricordo bene.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Forse, queste notizie sono state fornite dalla fonte.

PRESIDENTE. Esattamente. In questo momento, le stiamo chiedendo di parlarci della fonte. In seguito, forse le chiederemo qualche precisazione sulle notizie avute dalla stessa e sulle indagini svolte, ma poiché questo soggetto è l'unico ad essere parallelo al pentito Fonti e ad altri pentiti ed è estraneo all'attività dei rifiuti, o almeno così sembra, le chiediamo delle precisazioni.


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CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. La fonte è confidenziale.

PRESIDENTE. Certo. Possiamo secretare questa sua risposta, però la informo che lei ha il dovere di rispondere alla Commissione.

(L'audizione procede in seduta segreta).

PRESIDENTE. Proseguiamo i lavori in seduta pubblica.
Ispettore Tassi, ha ricordato il nome e il cognome della fonte in questione. Devo ritenere che - me lo confermi lei - quando una persona si presentava per rendere delle dichiarazioni, in qualche modo veniva identificata anche da coloro ai quali forniva le informazioni, visto che questo individuo è stato da lei identificato. Anzi, a 15 anni di distanza, lei lo ricorda benissimo. Quindi, parliamo di un nome che ha molto bene in mente.
Siccome ci sono altre fonti confidenziali che non sono chiamate Pinocchio, quindi non sappiamo se si tratta della stessa persona o di altre, le volevo chiedere se abitualmente, nei vostri documenti, quando una persona si presentava per rendere delle dichiarazioni - anche per effettuare delle verifiche su questo individuo -, ne venivano annotati il nome e il cognome come notizia interna e poi non venivano comunicati.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Per quanto mi riguarda, sì. Alcune persone non hanno fornito la propria identità. Pertanto, le informazioni rese sono state assunte e verificate.
Quando mi sono occupato delle indagini, delle quali ero responsabile direttamente, ho lavorato molto con le fonti confidenziali. Non mi sono occupato solo di questo argomento, ma anche dei falsi invalidi a La Spezia e ho lavorato con una fonte confidenziale.

PRESIDENTE. Formulo un'ultima domanda, almeno per quanto mi riguarda. A questa fonte, al signor Pinocchio, non è stato chiesto ragione di tutte le notizie da lui fornite che riguardano il sud, l'affondamento della nave a Capo Spartivento, l'Enea, Ignazio Messina, Domenico Mastropasqua? Come le ricordava l'onorevole Bratti, mi pare, si tratta di notizie a tutto campo, che vanno da nord a sud e che hanno un certo rilievo. Ad esempio, l'affondamento a Capo Spartivento è una notizia, così come la presenza di Enea. Lei si rende conto di quale sia il rilievo della notizia, secondo cui questo signore non ben identificato aveva dei rapporti con la criminalità organizzata locale.
È stato chiesto alla fonte come aveva avuto tutte queste notizie? Del resto, a queste informazioni evidentemente avete dato un certo rilievo, tant'è che sono state verbalizzate.
Per quanto riguarda il signor Noe, ad esempio, la documentazione reca la scritta «nome d'arte, ovvero da accertare», quindi si pensa ad un'attività successiva di accertamento.
A questa persona è stato chiesto da lei, che aveva un rapporto più diretto e più vicino, come aveva avuto le notizie che ha poi riferito?
Si parla anche di Duvia, una persona che ha dato luogo a un'ordinanza di custodia cautelare.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Duvia era il proprietario della discarica di Pitelli, quindi lo conosceva molto bene. Può anche darsi che io abbia chiesto a questo signore come faceva a conoscere queste notizie, ma mi dovevo comunque rimettere gerarchicamente a dei superiori. Noi abbiamo verbalizzato queste notizie...

PRESIDENTE. I suoi superiori erano con lei, perché c'erano il colonnello Martini e il brigadiere De Podestà, quindi era presente tutto lo staff. Credo che a chiunque di noi sarebbe venuto in mente di chiedere alla fonte come era venuta a conoscenza di tutte quelle notizie.
Questa domanda è stata posta?


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CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Non lo ricordo. È possibile che glielo abbia chiesto, ma non posso dirlo con certezza. Può darsi che in sede di esame gli sia stato chiesto, che gliel'abbia chiesto anche il dottor Martini, ma non so.
Abbiamo verbalizzato queste notizie. Dopodiché, se andavano effettuate delle verifiche, naturalmente mi dovevo rimettere alle decisioni di chi dirigeva il reparto. Mi dicevano di procedere con determinati accertamenti o con altri.
Peraltro, per quanto mi riguarda, ero coinvolto marginalmente nell'indagine. Il blocco, il nocciolo era a Brescia. Erano loro che dirigevano. Io avevo semplicemente dei frammenti di questa indagine, dovevo effettuare degli accertamenti che ho fatto.

PRESIDENTE. Lei aveva altri confidenti, sempre per la materia dei rifiuti - se ci risponde, segretiamo la risposta -, di cui ricordare il nome?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Sì. Si sono presentate altre persone, ma non possono essere considerate delle fonti. Erano tutte notizie che comunque, al di là della persona che si poteva ritenere una fonte attendibile, dovevano essere verificate.

PRESIDENTE. Noi vogliamo solo sapere chi erano.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Ce ne sono altre, ma non sono coinvolte in questa vicenda. Sono venute altre persone per parlare di argomenti inerenti a questo filone di indagine e hanno dato delle notizie, però...

PRESIDENTE. Lei ha avuto, per conoscenza, l'annotazione del 10 novembre 1995, firmata solo da De Podestà? È quella che riguarda, tra l'altro, Messina Ignazio. Sa a che cosa mi riferisco? Lei ha l'annotazione di cui parlo? Gliela faccio vedere.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Questa che vedo non ce l'ho, ma ne ho un'altra, perché a mia firma. In questi reparti, ho ritrovato poca documentazione, ossia quella che ho portato oggi. Se andassi a rivedere nei comandi in cui sono stato, magari ritroverei qualcosa. Ad ogni modo, quella annotazione non ce l'ho.

VINCENZO DE LUCA. Lo ha chiesto già il collega De Angelis, ma le chiedo ancora: quanto tempo è rimasto su questa indagine, dopo la morte del capitano De Grazia, rispetto allo sfaldamento di questo nucleo? Se è possibile, ci dica il periodo e il tempo.
Come ci ha già detto, ovviamente non è stata una sua iniziativa. Da militare, probabilmente ha eseguito un ordine. Per quanto tempo, successivamente a quella tragedia, è rimasto su questo filone?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Sono rimasto sino a quando sono stati interrogati i due membri dell'equipaggio della Jolly Rosso. Sono venuti i colleghi dei carabinieri da Reggio Calabria. Li abbiamo ascoltati nella caserma dei Carabinieri di La Spezia, mi pare, non ricordo.

ALESSANDRO BRATTI. Quanto tempo dopo circa?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Non lo ricordo. Sono nei verbali...

ALESSANDRO BRATTI. Un anno, due anni o qualche mese?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. No, nel giro - non vorrei sbagliarmi - di qualche mese. Dopo i fatti relativi al capitano De Grazia, sono venuti i colleghi e le persone sono state ascoltate. Dopodiché, non posso dire di essere stato escluso dall'attività investigativa, ma era un filone di Brescia, quindi può anche darsi che chi seguiva quel filone abbia deciso di proseguire da solo.


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ALESSANDRO BRATTI. Il proprietario della discarica era Duvia. Successivamente, lei ha seguito tutta un'altra serie di indagini, ma uno dei motivi per cui la discarica di Pitelli era molto chiacchierata è che, se non ricordo male, probabilmente una serie di carichi di navi particolarmente ingombranti, non perché grandi, ma perché contenevano rifiuti che venivano indietro dai Paesi del terzo mondo, o comunque avevano delle caratteristiche di pericolosità, fossero stati stoccati e messi in quella discarica.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Si vociferava che potesse essere accaduto ciò.

ALESSANDRO BRATTI. Le risulta che siano state condotte delle indagini su tale questione?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Durante l'indagine, il GIP del tribunale di La Spezia aveva nominato dei consulenti che hanno verificato la discarica, hanno fatto carotaggi e assaggi, per accertare che cosa ci fosse in quel luogo.
Naturalmente, con il materiale prelevato e le analisi, si poteva risalire, nell'eventualità, ai carichi che fossero arrivati da fuori.

ALESSANDRO BRATTI. Non sa se questo filone abbia avuto delle conseguenze? Voi non avete indagato come nucleo?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Personalmente no. C'era il nucleo di Brescia. Poi, quando il fascicolo è stato trasferito dalla procura di Asti a quella di La Spezia, se ne sono interessati altri. A dirigere l'attività investigativa c'era il dottor Castiglia e il magistrato era il dottor Franz.

CANDIDO DE ANGELIS. Volevo sapere se i due marinai della Jolly Rosso avevano detto qualcosa di interessante o meno. Se ha i verbali, ce li può lasciare?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. I verbali non li ho. Comunque, devono essere nel fascicolo procedimentale. Attualmente, credo che siano a Reggio Calabria, alla DDA di Reggio Calabria.

PRESIDENTE. Il vostro magistrato di riferimento era Francesco Neri?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Sì, all'epoca erano il dottor Neri e il dottor Pace. Inoltre, avevamo avuto un colloquio con il dottor Cordova. Ricordo che eravamo andati alla Procura di Napoli. Da lì, avevo fatto tutta una serie di accertamenti sulla compagnia di navigazione Messina. Poi, non abbiamo saputo più nulla.

PRESIDENTE. Certo, come è accaduto in tante altre indagini che riguardano le navi dei veleni. Sono stati scritti tanti libri, ma nessuna sentenza.
Lei ha più avuto notizie di questa persona?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. No.

PRESIDENTE. È in grado di darci qualche elemento per identificarla, oltre al nome e al cognome?

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. È residente nello stesso luogo, nell'hinterland di La Spezia. Sicuramente è di Lerici.

PRESIDENTE. Perfetto.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Sempre se si tratta di quella persona.

PRESIDENTE. Se ha dei dubbi ritorniamo sull'argomento.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Confermo comunque che è accaduto a Brescia.


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PRESIDENTE. Questa persona era davanti a lei e le ha dato una serie di notizie non da poco. Le ha riferito una serie di fatti che riguardano Duvia Orazio, Conte Angelo, il signor Noe, Eros Monducci, Romanelli Enrico, Motta Giancarlo, l'affondamento della nave. Inoltre, ha riferito anche di notizie relative all'armatore Messina.
Lei mi pare di buona memoria, perché di questa persona ricordava nome e cognome, chi fosse e che aspetto avesse. Non può pensare che la Commissione accetti, o creda, che dopo aver steso un verbale, che sarà durato anche parecchio tempo - è stato chiuso alle ore 14 -, lei non ci sappia dire se la persona che ha reso questo verbale è quella che lei ha chiamato non ricordo come o se, viceversa, non lo sa.
Questa non è una notizia che ci può dare in questi termini.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Questo signore è venuto a Brescia ed è stato ascoltato anche in mia presenza.
Inoltre, avevo svolto alcuni accertamenti. Ad esempio, si è parlato di una certa nave Latvia che era a La Spezia. Ho fatto un accertamento ed effettivamente era lì.
Quanto a Motta Giancarlo, avevo verificato, che era della società De Bartolomeis, sistemi ambientali, che gestiva la discarica di Pitelli. Comunque gli altri personaggi non li conoscevo.

PRESIDENTE. Quello che ci interessa è che lei abbia stabilito un collegamento certo tra questo verbale e la persona di cui lei ci ha fornito il nome. L'abbiamo chiamata fondamentalmente per questo motivo.

CLAUDIO TASSI, Ispettore superiore del Corpo forestale dello Stato. Ripeto, però, che questo fatto non è solo di mia conoscenza.

PRESIDENTE. Abbiamo appreso anche questo, ci interessava che ce lo dicesse.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,45.

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