Back

Seduta del 22/6/2010


Pag. 31


...

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA

Audizione del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Roma, onorevole Gianni Alemanno, che ringrazio per la sua presenza.
L'audizione odierna rientra nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitandolo comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.


Pag. 32

Cedo dunque la parola al sindaco Alemanno.

GIANNI ALEMANNO, Sindaco di Roma. Sono state rivolte a questa amministrazione domande specifiche, alle quali mi accingo a rispondere.
In merito alla raccolta differenziata nel comune di Roma, nel corso dell'esercizio 2009 sono state raccolte in modo differenziato circa 370.000 tonnellate di rifiuti, corrispondenti al 20,7 per cento della produzione totale, che posizionano Roma al primo posto tra le grandi città italiane per quantità raccolte. Milano, infatti, raccoglie 237.000 tonnellate l'anno, Torino 111.000 mila tonnellate l'anno. È vero che la percentuale è in qualche modo l'indicazione più significativa, però la quantità dà la misura dello sforzo che viene compiuto. Le nostre percentuali sono, dunque, in aumento, rappresentano anche uno sforzo dell'amministrazione molto diffuso sul territorio e molto complesso.
La nostra azienda municipalizzata sta facendo in questi mesi sforzi importanti per conseguire un aumento significativo della percentuale della raccolta differenziata con l'attivazione di una serie di iniziative sul territorio: in primis, l'estensione di modelli integrati di raccolta caratterizzati dalla separazione della frazione organica domestica e dall'aumento delle frequenze di svuotamento dei contenitori di rifiuti da imballaggio, con l'obiettivo di raggiungere 200.000 abitanti aggiuntivi nel corso del 2010.

FRANCO PANZIRONI, Amministratore delegato dell'AMA. L'aumento della differenziata dal 2007 a oggi è stato del 4 per cento circa.

GIANNI ALEMANNO, Sindaco di Roma. Le altre due domande sono relative alle discariche del comune di Roma e alla situazione della discarica di Malagrotta.
Come sapete, la discarica di Malagrotta è l'unica operante per il comune di Roma, è di proprietà di un gruppo privato, la società E.Giovi del gruppo CO.LA.RI.. Attualmente ci è stata firmata un'autorizzazione - il numero della determina è indicato nel documento che vi consegno - per tutto il 2010 dalla regione Lazio.
Si chiede, inoltre, circa la possibilità di un sito alternativo: da questo punto di vista, con la precedente amministrazione, non si è riusciti a trovare un'intesa rispetto al sito alternativo. Il dialogo è avvenuto in maniera abbastanza frammentaria, al punto che abbiamo chiesto e ottenuto, attraverso la Presidenza del consiglio, una sorta di verifica con la Protezione civile nazionale, cui io e l'allora presidente Marrazzo avevamo accettato in qualche modo di rimettere il giudizio sulla situazione del tipo di impianti necessari. Il giudizio è arrivato in prossimità dei problemi che hanno attraversato la regione Lazio, e questo ha impedito il confronto.
Siamo adesso in attesa di riprendere il confronto con la nuova amministrazione regionale confrontandoci con un tema di carattere strutturale: il problema di fondo è se gli ambiti ottimali devono essere chiusi all'interno del comune di Roma o estesi a tutta la provincia. Noi riteniamo che debbano essere estesi a tutta la provincia di Roma perché se mantenessimo l'ambito limitato al comune si creerebbe il paradosso di dover smaltire l'enorme massa di rifiuti di Roma nell'ambito delle aree più antropizzate della provincia, che sono appunto quelle del comune; da questo punto di vista, crediamo, quindi, che sia necessario che tutta la provincia risulti ambito ottimale e collocare il sito della discarica in un'area non distante dal comune di Roma, ma probabilmente non facente parte del territorio del comune di Roma. Questo è un confronto sostanzialmente aperto; contiamo, prima dell'estate, entro il mese di luglio, di avere una definizione rispetto alle varie realtà. Ci sono state varie ipotesi di siti che allego nella documentazione.
Per quello che riguarda la situazione dei rappresentanti nominati dal comune di Roma della EP Sistemi, i nomi sono noti. I consiglieri di AMA, quindi della società municipalizzata integralmente controllata dal comune, in EP Sistemi dal 2008 in poi sono i seguenti: Giuseppe Rubrichi, in


Pag. 33

carica fino al 2009; Roberto Cadoni, in carica fino al 28 febbraio del 2008; Andrea Zuccaroli, attualmente in carica; Alessandro Muzi, attualmente in carica.
Si chiede se il comune abbia intrapreso alcune delle azioni di responsabilità rispetto ai propri rappresentanti. L'amministratore delegato di AMA Spa, con nota formale indirizzata al direttore operazioni, ha avviato un'indagine ispettiva interna le cui risultanze sono nel seguito esposte: il 9 marzo è stata notificata ai dipendenti dell'AMA ingegneri Rubrichi e Botti una misura coercitiva cautelare nell'ambito di un provvedimento del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Velletri che ha interessato complessivamente venticinque persone. I due dipendenti sono stati sospesi dal servizio e riammessi in servizio solo a seguito della revoca senza restrizioni da parte del GIP della misura cautelare. L'ingegner Rubrichi è stato coinvolto nell'indagine a titolo di procuratore di AMA Spa con i più ampi poteri afferenti il ciclo integrato dei rifiuti e la loro valorizzazione, recupero e riciclo nonché consigliere di amministrazione di EP Sistemi. L'ingegner Rubrichi non aveva, come consigliere di EP Sistemi, alcuna delega specifica, pertanto nessuna omissione di rete è stata fatta sul controllo e la gestione diretta dell'impianto di Colleferro.
Per quanto riguarda AMA Spa, l'ingegner Rubrichi è stato responsabile dell'unità organizzativa Impianti Infrastrutture e Patrimonio fino al 31 marzo 2008. La procura a cui l'ordinanza si riferisce era legata solo a questo specifico incarico, che non aveva ricoperto nel periodo contestato dalla magistratura: dal 30 aprile al 5 maggio 2008.
L'ingegner Botti era responsabile dell'impianto di selezione multimateriale da raccolta differenziata, completamente distinto da quell'oggetto di indagine, e si occupava esclusivamente dell'organizzazione dei trasporti del CDR da Rocca Cencia a Colleferro. Sia l'ingegner Rubrichi sia l'ingegner Botti svolgono oggi incarichi che non interferiscono con il procedimento penale. Questa è la risposta sintetica, ma lascerò un ulteriore approfondimento da questo punto di vista.
Per quel che riguarda il comune e la conoscenza che AMA avrebbe avuto del CDR fuori norma nel suo impianto di Rocca Cencia conferito illecitamente al termovalorizzatore di Colleferro, premesso che la qualità del CDR prodotto presso il suddetto impianto non è mai stata oggetto di contestazione da organi di controllo, si precisa che anche nell'ambito dell'indagine giudiziaria nulla viene contestato ai dipendenti AMA relativamente a tale impianto. L'indagine è invece concentrata sull'impianto gemello di via Salaria, all'epoca in fase di avvio, pre-collaudo e pre-esercizio. Le contestazioni dell'autorità giudiziaria riguardano un tecnicismo collegabile alle norme tecniche UNI, che definiscono le specifiche tecniche del CDR nonché campionamenti e analisi effettuate dall'ARPA Lazio, sezioni Frosinone, in data 5 maggio 2008 su due carichi, uno dell'impianto di Rocca Cencia e l'altro dell'impianto di via Salaria. Solo uno dei due carichi, quello di via Salaria, è risultato non conforme per il superamento di un parametro. Tale contestazione, peraltro, non corrisponde alle informazioni in possesso di AMA, avendo un'analisi effettuata sul controcampione consegnato ad ARPA da Mobil service di Colleferro evidenziato parametri tutti rientranti nei limiti di legge.
Si precisa, inoltre, che il ciclo tecnologico del sistema integrato, identico per i due siti, ha caratteristiche tecniche, ivi compreso il caricamento automatico di automezzi, che non consentono in alcun modo l'uscita di rifiuto tal quale dagli impianti di trattamento. Anche su questo lascio alla Commissione un approfondimento.
Veniamo all'ottava domanda: chi erano i responsabili degli impianti AMA di produzione del CDR e quali controlli effettuava il comune? L'AMA, in attuazione del Piano regionale rifiuti del 1999, ha avviato quanto necessario per realizzare un sistema di selezione e trattamento dei rifiuti da realizzarsi in due siti, Rocca Cencia e Salario, con specifico riferimento all'appalto e ai servizi di progettazione esecutiva,


Pag. 34

costruzione e gestione nel primo anno di esercizio. L'appaltatore era la ATI con capogruppo Termokimik corporation impianti e procedimenti industriali Spa di Milano, responsabile del procedimento l'ingegner Rubrichi, direttore dei lavori l'ingegner Alessandro Muzi.
Nel periodo oggetto d'indagine l'impianto di Salario era in fase di avvio, pre-collaudo e pre-esercizio, per cui il personale operante presso l'impianto era al 100 per cento Termokimik. Responsabile dell'impianto era l'ingegner Paolo Maria De Felice, all'epoca dipendente di questa società. L'appaltatore aveva responsabilità della gestione del periodo dell'impianto e doveva garantire che il trattamento dei rifiuti portasse alla produzione di CDR conforme alla normativa, mentre AMA rimaneva proprietà dei materiali in entrata e in uscita dagli impianti. Responsabile dell'unità organizzativa Impianti, Infrastrutture e Patrimonio era l'ingegner Antonio Iele, dipendente ACEA, distaccato presso AMA all'epoca dei fatti. Responsabile dell'unità organizzativa gestione impianti era il dottor Lucio Mastromattei. Il coordinatore dei movimenti rifiuti dell'impianto di Rocca Cencia era l'ingegner Angelo Botti, il coordinatore del movimento rifiuti dell'impianto Salario l'ingegner Loredana Sarrantonio. Anche in questo caso, lascio un approfondimento alla Commissione.
È stata sollevata la questione che il comune di Roma ha attualmente alle proprie dipendenze l'ex direttore della Cassa depositi e prestiti che a suo tempo finanziò Gaia Spa per circa 100 milioni di euro per risultati inesistenti.
Non sono a conoscenza della questione della Gaia. Credo, comunque, si tratti del dottor Antonino Turicchi, direttore della Cassa depositi e prestiti, che è entrato a far parte della nostra amministrazione con il compito di direttore esecutivo. Nella sua attività non ha nulla di afferente al ciclo dei rifiuti, nessuna responsabilità in merito a questa vicenda. Comunque, non eravamo a conoscenza di questo particolare per quanto riguarda Gaia.

ANTONIO RUGGHIA. Non desidero fare domande, perché il sindaco ha risposto in maniera puntuale e per questo lo ringrazio.

CANDIDO DE ANGELIS. Vorrei ringraziare il sindaco per le risposte fornite. Peraltro, della contestazione sul CDR che partiva dai due impianti di Roma verso Colleferro non sapevamo nulla.
Se ci lascia tutto l'incartamento, verificheremo.
Vorrei un commento da parte di Gianni Alemanno in qualità di sindaco di Roma. Adesso dovrà in qualche modo disporre una sorta di confronto con l'amministrazione regionale. La regione Lazio è in ritardo rispetto al piano regionale che non si è affatto compiuto. Ci sono anche delle scadenze da un punto di vista strutturale, come gli appuntamenti con la Commissione europea. Insomma, c'è da lavorare in questo settore e secondo me alacremente, anche perché tra poco dovrà esserci il trasferimento da Malagrotta e altre situazioni abbastanza scottanti.
L'altra settimana abbiamo audito il rappresentante del gruppo CO.LA.RI., l'avvocato Cerroni, che ci ha parlato anche di una possibile discarica. Il giorno dopo abbiamo visto smentire da parte delle amministrazioni comunali di riferimento, per cui è un momento abbastanza caldo di decisioni.
Vorrei sapere dal sindaco se non ritiene che esista un discorso monopolistico all'interno della provincia di Roma o della regione Lazio in questo settore.
Inoltre, vorrei sapere che ne pensa - è una questione che ha toccato nell'ultima parte del suo intervento - del fatto che, al di là della carenza di CDR da mettere in qualche modo in evidenza, noi realizziamo impianti con un duplice obiettivo. Uno è quello di bruciare rifiuti e l'altro, che sembra più importante, e che dà adito a pratiche che sfociano nell'illegalità, è che dobbiamo produrre energia. Su questo, come lei sa, ci sono i contributi del CIP6, che sono anche abbastanza cospicui e a causa dei quali a Colleferro, ad esempio, sono scaturite delle illegalità. Questo, tuttavia,


Pag. 35

comporta una serie di problemi. Abbiamo visto, ad esempio, che in Emilia Romagna vi sono 11 impianti e che tutti bruciano tal quale, senza però produrre energia.
Questa sembra una prerogativa del settore privato e a cui quello pubblico si adegua; cosa pensa di questa scelta strutturale?
Nella nostra impiantistica, più che pensare a bruciare rifiuti, si pensa a produrre energia, per cui non bruciamo tal quale e dobbiamo produrre CDR su cui siamo lacunosi. Tuttavia, facciamo impianti che producono energia - l'avvocato Cerroni ci parlava del costruendo impianto di Albano che sarà una centrale elettrica - andiamo però in difficoltà con il CDR, poi produciamo energia perché dobbiamo andare sul CIP6 e su questa che a me sembra un'ottica assolutamente privatistica - anche se poi c'entrano l'AMA e il pubblico - vorrei un'analisi del sindaco.

GIANNI ALEMANNO, Sindaco di Roma. Lascerò una relazione.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, vorrei sapere quali sono le previsioni di esaurimento delle attuali discariche, compresa Malagrotta. Quanto tempo manca ancora? È un problema che abbiamo riscontrato, infatti, ovunque in Italia. Quante possibilità esistono ancora di una gestione normale dei rifiuti?

GIANNI ALEMANNO, Sindaco di Roma. Vi ringrazio per le domande che ci permettono anche di guardare il problema in prospettiva.
Sicuramente - questo è stato un elemento di dibattito in campagna elettorale che abbiamo contestato - vi è una situazione che vedeva e vede tuttora lo smaltimento dei rifiuti di una città importante come Roma concentrata unicamente all'interno di un rapporto diretto con una impresa privata.
Non esistono, rispetto allo smaltimento di Roma, alternative. Non c'erano e tuttora non siamo ancora riusciti a crearne. Soprattutto, non c'è stata una capacità da parte della pubblica amministrazione e delle società controllate di entrare nell'insieme del ciclo dei rifiuti. Il dato paradossale che sconta l'AMA a Roma è che ha una delle tariffe più alte d'Italia perché si è accollata storicamente soltanto l'aspetto più oneroso del ciclo dei rifiuti, cioè lo spazzamento e la raccolta dei rifiuti, mentre non è mai entrata nell'aspetto più remunerativo, o comunque meno oneroso, che è quello dello smaltimento. Questo è un dato che abbiamo ereditato, che abbiamo contestato e su cui abbiamo cercato e stiamo cercando di operare in un dialogo con la regione Lazio. Con questo dialogo non siamo, però, ancora riusciti a ottenere i permessi per cambiare questa situazione.
Va detto che abbiamo ereditato anche una società, costituita da AMA e ACEA, che doveva e deve essere il partner pubblico sempre del CO.LA.RI. per quanto riguarda il gassificatore di Albano. Il tema, quindi, dell'introduzione del pubblico all'interno del ciclo dello smaltimento dei rifiuti era già stato in qualche modo affrontato, sia pure in maniera molto preliminare, e la precedente amministrazione aveva dato questo tipo di indicazione.
Ora, la prospettiva deve essere quella, inevitabilmente, di fare in modo che l'AMA in particolare, e probabilmente anche l'ACEA come possibile partner nella produzione di energie, possano partecipare alla costruzione di altri impianti di smaltimento e avere come interlocutori, in una partnership pubblico-privato, un ventaglio di imprenditori più ampio di quello attuale che appunto si riduce a uno solo.
Dall'altro lato, ovviamente, la scelta di un partner privato andrà in un'evidenza pubblica e si tratterà, quindi, di una gara di cui non si può predeterminare il risultato. L'auspicio è quello di avere una molteplicità di partner privati, ma questo dipende dall'esito della gara.
Per fare questo, bisogna definire l'area e il tipo di tecnologie utilizzate. Fino ad ora, in particolare - torno nello specifico della domanda posta prima su Malagrotta - la grande difficoltà è stata che quello che sembrava il sito maggiormente preferito


Pag. 36

dalla regione è poco distante dalla discarica di Malagrotta. Chi vive a Roma sa che tale discarica è un problema storico, perché è la più grande d'Europa e crea disagio all'intero quadrante della città. Collocare una nuova discarica poco distante da Malagrotta potrebbe sollevare una vera e propria rivolta popolare nell'area. Pertanto, occorre trovare un sito diverso.
Rispetto alla tecnologia, riteniamo che bisogna mettere in campo delle tecnologie alternative al conferimento in discarica. A questo scopo è necessario, però, che la regione ci permetta di utilizzare questi impianti, in modo che la discarica diventi soltanto di servizio per l'impianto che viene realizzato. In questo modo, entriamo nel tema di quale sito e di tutto il dibattito che ho riferito in precedenza.
Concludo dicendo che rispetto alle tecnologie non vedo, sinceramente, un'alternativa rigida tra la produzione di energia e lo smaltimento dei rifiuti. Credo che le moderne tecnologie ci garantiscano la possibilità di tenere insieme entrambi questi aspetti.
Sul conferimento del tal quale, ricordo che la regione Lazio ha una legge regionale che ne vieta il conferimento in inceneritori o termovalorizzatori. Il fatto che esista una legge proibisce, quindi, di seguire questa strada nell'adeguamento al Piano rifiuti. La strada del CDR è, quindi, obbligata all'interno della regione Lazio, ma bisogna avere degli impianti che siano capaci di intervenire adeguatamente rispetto a questa realtà.
Il gassificatore di Malagrotta, di proprietà Colari, e il gassificatore di Albano, quando realizzato, di proprietà mista, non sono sufficienti, a nostro avviso, a creare un'alternativa a Malagrotta.
Da questo punto di vista, Malagrotta doveva essere chiusa già da alcuni anni. La situazione di emergenza, tamponata negli anni passati, ha permesso di ottenere proroghe di anno in anno. Credo che sia necessaria un'ulteriore proroga al 2011, che è sopportabile. Peraltro, sappiamo che le discariche hanno un effetto di compressione, di compattamento della loro dinamica, quindi abbiamo ancora margine, ma siamo veramente ai limiti massimi. È urgente, quindi, che con la regione si definisca un impianto alternativo, in maniera da poter cominciare, già nel corso del 2011, il capping della discarica e muoversi verso un'alternativa.
Si pone il tema legato alla discussione attuale del decreto legislativo rispetto alle percentuali di raccolta differenziata. Noi vogliamo essere molto ambiziosi sulla raccolta differenziata, quindi spingere al massimo. Tuttavia, riteniamo che questa non possa essere un'alternativa alla creazione di un nuovo impianto, proprio per poter chiudere Malagrotta. Bisogna evitare che, ponendoci degli obiettivi irraggiungibili di raccolta differenziata, il risultato sia quello che, non conseguendo obiettivi e non costruendo impianti, si continui a conferire in discarica.

PRESIDENTE. Ringrazio il sindaco Alemanno per il contributo fornito e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,15.

Back