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Seduta del 30/6/2010


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Audizione del procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina, Nunzia D'Elia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina, dottoressa Nunzia D'Elia, accompagnata dal dottor Giuseppe Miliano, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina, che ringrazio per la loro presenza.
L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio.
Avverto la nostra ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitandola comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Cedo dunque la parola alla dottoressa D'Elia.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Sono arrivata a Latina il 12 ottobre del 2009. Sono rimasta a condurre la procura nel gennaio del 2010, essendo andato via il Procuratore della Repubblica. Pertanto, la mia conoscenza del territorio non è molto risalente nel tempo. Tra l'altro, ho portato con me il collega dottor Miliano, da anni coordinatore del gruppo specializzato che si occupa di questi tipi di reati, che pertanto potrà dare sicuramente un contributo sostanzioso a questa audizione, anche rappresentando fatti relativamente recenti o tuttora in corso.
Ovviamente, ho preso visione della situazione dell'ufficio, proprio a seguito della vostra richiesta di audizione. Devo dire che i numeri di procedimenti penali che riguardano Latina è molto sostanzioso. Come tutti sanno, tale provincia è in qualche modo schiacciata da due realtà, quella romana e quella napoletana e casertana, e presenta anche problemi di infiltrazioni. Pertanto, la provincia conta un notevolissimo numero di reati, anche di una certa consistenza.
In questa visione generale, il numero dei procedimenti che riguardano la materia specifica è decisamente molto contenuto. Ho osservato la situazione relativa al periodo 2008-2009, i procedimenti contro noti e contro ignoti. Per dare un'indicazione, posso dire che, nel 2008, avevamo 123 procedimenti noti, nel 2009 erano 150, e nel 2010, alla data della precedente audizione, erano 52. A fronte di queste cifre, i numeri generali della procura, anno per anno, sono molto significativi, nel senso che nel 2009 eravamo a circa 11.200 procedimenti noti; mentre i procedimenti ignoti erano circa 3.300.
Fornisco questo dato comparativo approssimativo, preso ovviamente dal registro delle notizie di reato, per riferire intanto che il numero dei procedimenti non è particolarmente significativo. Tale circostanza è in parte dovuta al fatto che per questa materia vi è bisogno di polizia specializzata, di persone e di mezzi. A tal proposito, è noto che la provincia di Latina non è molto forte dal punto di vista dei mezzi e delle persone, sia come polizia giudiziaria in generale, sia come polizia giudiziaria specializzata per la materia.
Detto questo, segnalerò alcuni procedimenti significativi. Taluni sono già al dibattimento, ma non ancora conclusi; altri invece sono ancora in indagine.


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Forse i procedimenti più significativi riguardano reati collegati alla violazione della materia specialistica, piuttosto che la materia specialistica in senso stretto.
Uno dei primi procedimenti risale al 2005. È stato curato dalla dottoressa De Pasquale contro tale Rondoni Vincenzo più cinque e attualmente è alle prime battute del dibattimento. Riguarda un reato di interessi privati in atti d'ufficio, collegato anche a una frode nelle forniture. In pratica, si trattava di contratti stipulati tra la società Latina Ambiente ed altre società private, relativamente all'affitto di mezzi per il trasporto di rifiuti. Il fatto criminoso è stato individuato nella circostanza di dare appalti senza passare per l'evidenza pubblica, senza termine finale e soprattutto per cifre superiori ai valori dei mezzi locati.
Come dicevo, questo procedimento è in dibattimento. La prossima udienza si terrà il 15 ottobre del 2010.

PRESIDENTE. Visto che si tratta di un'operazione economicamente in perdita - abbiamo già riscontrato in altre situazioni, a Napoli o Palermo, la questione dell'affitto a costi maggiori rispetto all'acquisto del mezzo -, qual era la ragione di tale manovra? Il sospetto è che evidentemente qualcuno ci guadagnasse o no? Lo chiedo perché vedo che è contestato solo l'abuso.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. È contestato l'abuso e la frode. Si fa riferimento all'articolo 323, collegato all'articolo 356, del codice penale.
Lei vuole riferirsi al fatto che non sono state accertate eventuali corruzioni, concussioni...

PRESIDENTE. Chiedevo appunto se è stata svolta un'inchiesta in questa direzione.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. L'inchiesta ha portato le conseguenze che ho riferito. Devo dire che sotto l'aspetto della violazione delle norme specifiche sui rifiuti, l'indagine - fra l'altro ho preso visione del procedimento del 2005, quindi risalente a qualche tempo fa - non è riuscita ad arrivare a molto.
In questo procedimento, come in altri che vedremo, le società interessate ai contratti svantaggiosi per il pubblico sono la Latina Ambiente, la Aspica e la Waste Management Italia di Colucci Pietro. Da questo procedimento - ovviamente questo è uno studio sulle carte, che parte da procedimenti già svolti da altri -, emerge che in realtà, come ho visto in precedenti Commissioni parlamentari di inchiesta, le persone fisiche che si occupano di questa materia sulla provincia di Latina sono sempre le stesse, sia pure rappresentate attraverso società di tipo diverso. Quindi, una volta è l'Aspica, un'altra volta è la Waste Management, ma spesso le persone fisiche sono sempre le stesse.
Oltre a questo procedimento, ve ne sono alcuni del 2007, tutti trattati dal dottor Miliano qui presente. Vi faccio semplicemente un accenno e in seguito sicuramente il collega potrà dare qualche informazione in più.
Vi è un procedimento nei confronti di Porzio Pompeo, Feola Gaetano e Ciummo Vittorio, sempre per il reato legato all'articolo 356 del codice penale, ossia la frode in pubbliche forniture. Le società interessate sono la CIC-Clin spa e la Ego Eco per fatti riguardanti la raccolta e lo smaltimento di rifiuti urbani. Su questo procedimento c'è la richiesta di rinvio a giudizio, quindi è conclusa la fase del segreto istruttorio.
Un altro procedimento, sempre del collega Miliano, è il n. 849 del 2007, nei confronti di Rondoni più altri. In questo momento, tale procedimento sta avendo qualche sviluppo e riguarda la raccolta dei rifiuti e il relativo ciclo di smaltimento della discarica di Borgo Montello a Latina, affidato a due società, Indeco per i rifiuti nei comuni limitrofi ed Ecoambiente per Latina. In questo procedimento vi è stato già un incidente probatorio per verificare se la falda acquifera,


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sottostante Borgo Montello, che risulta sicuramente inquinata, è stata inquinata dall'una o dall'altra delle società di cui ho parlato prima.
Durante l'incidente probatorio non si è riusciti a risolvere il problema. In seguito, il collega ha ricevuto gli atti, ha mandato avanti le indagini, ha fatto un'altra consulenza che da qualche giorno è stata depositata ed è al nostro vaglio perché ci sono degli sviluppi interessanti.
Come dicevo, vi è ancora un altro procedimento del 2009. Si tratta di una truffa ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture. Uno degli imputati è Ciummo Vittorio, la società è la CIC Clin Spa, amministratore di fatto della società EGO ECO. Questo procedimento è ancora in fase di indagine e pertanto vige il segreto. La vicenda in oggetto riguarda la raccolta dei rifiuti urbani e speciali del Comune di Minturno. Il procedimento ha avuto delle misure cautelari, attenuante successivamente, ed è ancora in corso.
Infine, vi è un procedimento, sempre del collega Miliano, del 2010 che riguarda la situazione di Terracina e la società Aspica. Anche in questo caso pende una consulenza tecnica di ufficio e dunque incombe il segreto.
Vi è stato, poi, qualche altro procedimento che ha già avuto l'esito del rinvio a giudizio, con violazioni specifiche delle norme dei vari decreto del Presidente della Repubblica, di cui si è occupato il collega Giancristofaro. Si tratta in particolare di un impianto di compostaggio gestito dalla società STEP, sita in Pontinia e amministrata da tale Ugolini Vittorio.
Su questa vicenda ci sono più procedimenti penali: uno risale al 2004, un altro al 2007 e un altro ancora al 2008. Il primo si è già concluso con la sentenza di condanna; mentre il secondo e il terzo sono in corso di dibattimento. Non so se la vicenda di Ugolini Vittorio interessa particolarmente la Commissione.
Ad ogni modo, l'analisi dei procedimenti che mi sembravano più rilevanti mi fa dire che, tranne in questo ultimissimo periodo, non mi sembra che ci siano processi particolarmente significativi sulla materia. Le notizie giornalistiche che ho letto, anche a seguito dell'audizione del questore di Latina in questa sede, riferiscono che sarebbero stati seppelliti dei fusti in vari momenti e in vari posti. Ebbene, in proposito, è noto che nel 2000 tali fusti erano presenti a Pontinia, perché - lo saprete sicuramente meglio di me - la Commissione parlamentare dell'epoca si occupò del sequestro.
Personalmente, non sono riuscita a recuperare eventuali procedimenti penali...

CANDIDO DE ANGELIS. Dottoressa, mi scusi, perché parla di Pontinia? Non è la discarica di Borgo Montello quella in cui ci sono i fusti?

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Nel 2000 la Commissione parlamentare...

CANDIDO DE ANGELIS. Parliamo di due cose differenti.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Sì, sono due cose diverse. Nel 2000 la Commissione parlamentare di inchiesta effettuò un sequestro che risulta agli atti parlamentari. Il sequestro è del 1997; la Commissione parlamentare del 2000.
Per quanto riguarda Borgo Montello, di cui ha parlato il questore - non so se le sue dichiarazioni hanno qualche fonte particolare -, sappiamo che ci sono stati dei ritrovamenti di fusti.

CANDIDO DE ANGELIS. Mi scusi, ritrovamenti no. Ci sono delle dichiarazioni di un pentito...

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Le dico quanto è a mia conoscenza. Casomai, il mio intervento potrà


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essere integrato dal collega che è la memoria storica della procura rispetto a questo settore.
Il ritrovamento di Pontinia è un fatto certo e risulta. Parliamo però del 1997. Anche all'epoca un pentito parlò di questa vicenda, ossia Schiavone, e venne effettuato il sequestro.
Per mia curiosità, sono andata a verificare se fosse stato poi celebrato un processo penale, perché sarebbe anche utile un collegamento di questo tipo. Non so se vi sia stato o meno, perché i procedimenti sono molto differenti e all'epoca c'era la procura presso la pretura e la procura presso il tribunale. Insomma, non sono riuscita a trovare un procedimento relativo a questo rinvenimento.
Successivamente, vi è stato un altro ritrovamento di fusti - l'anno non lo ricordo, ma lo potrà dire il dottor Miliano - che ci è stato riferito da un ufficiale di PG e che riguarda invece Borgo Montello.
Il pentito di cui si parla, quanto meno sui giornali, e che dovrebbe essere recente non ci risulta ufficialmente. Dai contatti che ho avuto con il sostituto che tratta questo pentito, allo stato, non ci sono dichiarazioni significative, dunque riscontrabili, sul punto, ma solo affermazioni molto vaghe. Ovviamente ero interessata a capire e verificare le circostanze in questione. Inoltre, sarebbe stato possibile partecipare a un interrogatorio che poteva riguardare in parte le vicende di Latina. In realtà, finora quantomeno, non c'è stato motivo di farlo perché il pentito ha riferito fatti molto vaghi che lui stesso non poteva specificare ulteriormente. Questo mi è stato detto dal capo della squadra mobile.

ALESSANDRO BRATTI. A proposito della discarica di Borgo Montello, anche in questo caso, le dichiarazioni giornalistiche parlano di un'indagine in corso riguardo alla Karin B, se non sbaglio. Sembra che tale nave, di ritorno dal Libano, si sia fermata al porto di Latina, e che siano stati scaricati dei fusti. Inoltre, sempre stando alle dichiarazioni giornalistiche, pare che ci sia ancora un'indagine aperta su tale questione. Si parla della Karin B che ha portato i rifiuti al nord, poi smaltiti e via dicendo.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Il fatto è recente?

ALESSANDRO BRATTI. Il fatto non è recente, perché la questione della Karin B risale al 1989-1990. Tuttavia, visto che ci stiamo occupando in maniera specifica del traffico di rifiuti effettuato con delle navi durante quel periodo, materia assolutamente poco chiara, una delle vicende che ogni tanto emerge è che rispetto alla Karin B si sia aperta un'indagine circa eventuali fusti spariti nella zona di Latina.

PRESIDENTE. Bisogna aggiungere che la possibile presenza di questi fusti era stata documentata tramite dei rilievi che avevano rilevato il seppellimento di oggetti metallici di una certa consistenza. In altre parole, non sono stati ritrovati i fusti, però era stata individuata l'esistenza di masse ferrose che ha fatto ritenere potessero essere appunto i fusti di cui parlava il pentito rispetto a quella discarica.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Parliamo sempre di Schiavone nel 1990 o del pentito...

PRESIDENTE. A noi risulterebbe Schiavone. Non so se è un altro pentito. I dati che abbiamo a disposizione sono in parte quelli che ci sono stati riferiti e in gran parte quelli che vengono comunicati, mi pare dalla rivista Terra e fonti simili.
Vorremmo approfondire questo aspetto, nell'ambito della ricerca sulle navi dei veleni, ma abbiamo bisogno di essere orientati meglio.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina.


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Eventualmente, passerò la parola al collega che probabilmente potrà rispondere in maniera più completa.
Della vicenda della nave personalmente non ho notizie, ma devo ammettere che non le ho neanche cercate, anche perché stiamo parlando del 1989, epoca in cui gli uffici erano separati (procura presso la pretura e procura presso il tribunale, erano due uffici diversi).
Invece, le notizie relative alla vicenda che riguarda Borgo Montello e alla dichiarazione del pentito circa il rilevamento delle presenze di materiale ferroso, per cui si ipotizzava che potessero essere dei fusti, sono state riportate in varie occasioni.
Peraltro, ho letto la relazione che il prefetto Frattasi ha preparato per voi, in cui si parla di questa vicenda e si riferisce quanto detto dal pentito, si afferma che è stata rilevata una presenza di materiale ferroso di un certo tipo e che è stato deliberato di scavare. Tuttavia, non si sa se si sia scavato o meno.
L'avvocato Pecorella mi comunica che mancavano i fondi. Può essere. È un problema che affligge la provincia di Latina.

CANDIDO DE ANGELIS. La notizia che abbiamo ricevuto è che si sta predisponendo il progetto da parte regionale per effettuare dei carotaggi, degli scavi e per verificare se la massa ferrosa sia quella indicata...

ALESSANDRO BRATTI. Lei prima ha parlato della discarica e ha affermato che è stato rilevato un importante inquinamento nella falda. Ebbene, la tipologia di inquinamento rilevata è data da fuoriuscita di percolato normale, tradizionale, o sono stati rilevati contaminanti che possono essere collegati alla presenza di sostanze chimiche particolari?
Del resto, se si tratta di normale percolato, la discarica è fatta male. Ormai, purtroppo in questo Paese viene dato per scontato che quando queste si realizzano devono essere fatte male. Anche questo è un bel luogo comune.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Se non le dispiace, a questa domanda farei rispondere direttamente il collega Miliano che è titolare del procedimento e che vi potrà spiegare in modo esaustivo tutta la vicenda di Borgo Montello.

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Sostanzialmente, sto seguendo la vicenda della discarica di Borgo Montello dal 2006. La polizia provinciale, che si è occupata in maniera continua dell'argomento, sulla base dei primi riscontri dell'ARPA Lazio effettuati sulla falda interessata e risalenti al 2005, aveva formulato delle ipotesi. Da quel momento in poi, proprio per la presenza di una serie di sostanze (ferro, manganese e altre sostanze chimiche) che secondo l'impostazione accusatoria della polizia giudiziaria non erano compatibili con una discarica di rifiuti urbani, è iniziata l'analisi per capire quale fosse la fonte dell'inquinamento della falda.
Sulla discarica operano due gruppi societari, come ha detto la dottoressa, ossia la Indeco da una parte e la Ecoambiente dall'altra. Ci siamo interessati alla seconda società, la quale, a seguito del fallimento della società Ecomont, ha rilevato dei siti, denominati S1, S2, S3, esauriti a metà degli anni '90. Successivamente, la società Ecoambiente Srl ebbe l'autorizzazione a effettuare i lavori di bonifica di questi tre siti. Tramite tali lavori, si doveva creare una specie di polder intorno agli invasi, perché evidentemente non erano protetti. L'operazione è stata finanziata e autorizzata dalla regione Lazio. Nel contempo, è stata autorizzata anche l'operazione di abbancamento ulteriore. Vale a dire che, anziché aprire altri invasi, sono stati innalzati i siti esistenti.
Nel corso di un controllo, la polizia provinciale avrebbe rinvenuto dei fusti nel sito S3, e non nel famoso sito S0 di cui si parlava in precedenza.


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Questo è quanto ci è stato riferito dal colonnello della polizia provinciale Attilio Novelli. Egli avrebbe dunque effettuato il rinvenimento all'interno di uno dei siti che erano esauriti e che successivamente sono stati utilizzati per l'ulteriore abbancamento e quindi l'ulteriore conferimento dei rifiuti urbani.
Durante le indagini - lo posso dire perché è un dato obiettivo -, è emerso anche un aspetto particolare. Uno dei controlli del percolato viene effettuato attraverso dei piezometri, posizionati intorno ai bacini. Quando fu rinvenuta la presenza di ferro, manganese e altro, ossia sostanze che si ritennero incompatibili con il tipo di rifiuto urbano...

ALESSANDRO BRATTI. Non per fare il pignolo, ma quando dice «altro» ha indicazione di qualcosa?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Stavo per l'appunto cercando tale indicazione, per essere più preciso.
In ogni caso, nel corso delle ultime indagini, ho accertato che il piezometro che in passato aveva segnalato la presenza di queste sostanze non esiste più. Tale aspetto è emerso proprio di recente. Quindi, sarà nostro interesse capire per quale motivo l'ARPA ha eliminato questo tipo di elementi.
Quanto al sito S0 - ossia la vecchia discarica di Latina, realizzata nel 1971, esaurita nel 1986 e costruita senza nessun tipo di accorgimento dell'epoca, anche perché immagino che la normativa fosse ancora carente -, attualmente è stato preso «in eredità» dalla società Ecoambiente Srl che avrebbe tra i suoi compiti anche quello di bonificarlo.
Questo è ciò che so per quanto riguarda il profilo...

PRESIDENTE. Mi scusi, non so se mi è sfuggito, ma che cosa contenevano questi fusti?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Non è stato possibile esaminarli. Ci è stato riferito infatti che, nel tirarli su, non è stato possibile risalire alla loro natura, né alla loro provenienza. Sono stati totalmente distrutti nell'operazione di recupero. Risaliamo agli anni 2000-2001.

ALESSANDRO BRATTI. Questa storia è strana, perché dei fusti che contengono delle sostanze non si autodistruggono tirandoli su.

PRESIDENTE. Come i famosi nastri dell'agente 007 che si autodistruggono nell'arco di cinque minuti. Ad ogni modo, anche se si sono autodistrutti qualcosa sarà uscito dai fusti.

ALESSANDRO BRATTI. Se sono fusti di Dixan si autodistruggono, ma se sono fusti che contengono sostanze chimiche - come si presume - hanno delle particolarità di resistenza e non possono essere distrutti. È abbastanza complicato distruggerli.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. No, infatti. Non per inserirmi e interrompere il collega, ma devo dire che mi riferivo anche a questo caso quando ho detto di aver cercato i procedimenti penali dell'epoca.
Ovviamente non possiamo essere precisi in merito a che cosa è stato realizzato in passato, perché non c'eravamo e purtroppo non abbiamo trovato i procedimenti relativi.

PRESIDENTE. L'aspetto dei ritrovamenti è tra i più importanti. Tuttavia, tale situazione sembra essere ancora diversa. Le notizie che ci hanno dato non riguardavano il ritrovamento dei fusti - come dicevamo prima -, ma l'esistenza di masse ferrose imponenti che fanno pensare all'esistenza di fusti. Avete qualche dato in merito a questo aspetto?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina.


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Il dato che abbiamo è partito dall'analisi dell'ENEA effettuata nel 1995 e in qualche modo è rimasto tale e quale, nel senso che nessuno da quel momento in poi ha svolto alcun tipo di indagine per verificare se le masse metalliche che venivano menzionate, a una profondità tra i 5 e i 10 metri, fossero riferibili ai fantomatici fusti di cui si parla.
Il lavoro del consulente del pubblico ministero, depositato in questi ultimi giorni, si è fermato davanti a un'attività che avrebbe comportato costi notevoli anche per l'ufficio. È stata infatti ipotizzata una spesa di 250 mila euro per realizzare le operazioni di verifica. Allo stato, dunque, rimane il lavoro dell'ENEA come unico elemento oggettivo di fumus, di presenza di qualcosa di anomalo che, almeno per quanto mi riguarda, fino a questo momento nessuno ha mai accostato ai fusti in concreto.

CANDIDO DE ANGELIS. È da un anno che stiamo cercando questi fusti e, una volta che li troviamo, si autodistruggono.

GIANPIERO DE TONI. Vorrei sapere se si conosce il nome del consulente e se è possibile avere una copia della perizia, in modo da farci una ragione anche noi.

PRESIDENTE. Se è necessario segretare le informazioni, possiamo farlo.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Questo procedimento è ancora in corso, come abbiamo detto. La consulenza è stata appena depositata, quindi è certamente sotto segreto. D'altra parte, anche voi siete...

PRESIDENTE. Possiamo segretare. Del resto, il nome del consulente è sulla perizia...

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Si tratta del professor Napoli dell'università Federico II.

PRESIDENTE. La acquisiamo come documento che va ritenuto segreto.

NUNZIA D'ELIA, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Latina. Le vicende a cui si riferiva il collega sono due. L'una è una notizia data ad un ufficiale di PG della provinciale che ha detto di aver rinvenuto personalmente nel 2001 un fusto nell'invaso S3, se non sbaglio, che si sarebbe distrutto.
Diverso è invece l'accertamento che nasce dall'analisi, effettuata dall'ENEA prima e dall'ARPA poi, che si collega alle dichiarazioni del pentito. Il pentito ha affermato che vi erano dei fusti nascosti a Borgo Montello. L'ENEA prima e l'ARPA dopo hanno eseguito degli accertamenti esterni, ossia rilevamento di materiale ferroso. Di conseguenza, si pensa che potrebbe trattarsi dei fusti citati, ma nessuno lo sa. Il nostro consulente non aveva il compito di effettuare dei prelievi, perché non sarebbe stata sua competenza. A parte il fatto che si tratta di un'operazione costosa, sicuramente non rientra tra le attività del consulente quella di prelevare il materiale ferroso presente sotto la discarica.

PRESIDENTE. Ci interessava capire se era possibile effettuare qualche ulteriore indagine sulla presenza di questi fusti. Peraltro, mi sembra che il costo 250.000 euro sia eccessivo per scavare tra i 5 e 10 metri di profondità.

PIETRO FRANZOSO. I costi che vanno agli addetti all'archeologia...

PRESIDENTE. No, li ci vuole un'escavatrice. Approfondiremo la questione.

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Vorrei parlare brevemente delle ultime due indagini a cui ha fatto riferimento la dottoressa D'Elia, che hanno per oggetto la gestione dei rifiuti urbani di alcuni comuni della provincia.


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Nell'ultimo anno, abbiamo svolto indagini su due società, la CIC Clin Spa, poi divenuta Ego Eco, la quale risulta avere appalti non solo nei comuni di Minturno e di Ponza che fanno parte della provincia di Latina, ma anche nella provincia della Campania. La peculiarità di questa indagine è stata quella di aver notato che la società in oggetto è entrata nel comune di Minturno alla fine del 1997, dopo che una società della provincia delle Marche - di cui adesso non ricordo il nome - vincitrice dell'appalto, a ritirarsi perché si verificarono degli incendi di automezzi. Tale società è riferita a un imprenditore del Cassinate, di nome Ciummo Vittorio, il quale, prima direttamente, poi attraverso familiari e persone terze, ha continuato a gestire il servizio a Minturno, attraverso queste due società. La prima era la CIC Clin industrie, fallita per omessa regolarità delle posizioni contributive dei lavoratori. Successivamente, il Comune di Minturno ha affidato alla Ego Eco, ossia l'attuale società, il servizio dei rifiuti, sempre riferibile a questo signore.
L'aspetto particolare è che, sin dall'inizio, l'appalto è stato previsto come comprensivo del servizio della raccolta differenziata. Nel corso degli anni, il servizio di raccolta differenziata è stato affidato nuovamente, con un importo di 2,5 milioni di euro. Quindi, la voce «raccolta differenziata», già prevista nel contratto di base iniziale, è stata inserita in corso d'opera.
Sono scattate le misure cautelari nei confronti di tale soggetto e di un amministratore locale, proprio perché nel comune di Minturno la raccolta differenziata non veniva assolutamente effettuata. Quando si sono resi conto che le indagini si stavano stringendo, per sopperire alle carenze organizzative, si sono attrezzati utilizzando degli automezzi presi a nolo dalla provincia di Caserta.
L'altra vicenda è quella del comune di Terracina, dove - ahimè - si vive una situazione critica sempre riferita ai rifiuti urbani. In questo caso, abbiamo una figura diversa, ossia una società mista, la Terracina Ambiente, costituita dal comune e da una società che si chiama Aspica che, però, farebbe capo ad un gruppo imprenditoriale riferibile a Colucci.

GIANPIERO DE TONI. A maggioranza pubblica?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. A maggioranza pubblica, con percentuali del 51 e 49 per cento. Questa società ha rilevato la Slia, una società del Veneto presente prima a Terracina. L'Aspica dunque è adesso il partner privato della Terracina Ambiente e quindi del comune.

CANDIDO DE ANGELIS. Quando l'ha rilevata?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Un paio di anni fa. La costituzione della Terracina Ambiente è sullo stesso modello della Latina Ambiente.
Anche qui vi sono dei problemi in ordine alla...

PIETRO FRANZOSO. Chiedo scusa, attualmente chi sarebbe il proprietario della Slia?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Non lo so con precisione. Non sono in grado di risponderle.

GIANPIERO DE TONI. L'Aspica è un'emanazione della Waste Management?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Sì.
Il problema che stiamo cercando di accertare è se il contratto sia stato effettivamente stipulato con un soggetto in grado di effettuare il servizio; oppure se, anche in questo caso, non vi sia soltanto uno schermo per poi far lavorare altre società.


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Da utilissimi accertamenti sembra che ancora una volta si faccia ricorso allo strumento del nolo a freddo, a favore di società della Campania. Questa sarebbe la questione in corso di approfondimento, sul quale la dottoressa ha evidenziato il sistema.

PRESIDENTE. Proprio in riferimento a quella zona, noi avevamo avuto anche notizie di infiltrazioni provenienti dalla Campania di organizzazioni criminali. Voi avete un riscontro di questo?

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Nella materia dei rifiuti o in generale?

PRESIDENTE. Nella materia dei rifiuti.

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Stiamo parlando di questi interventi...

PRESIDENTE. Si tratta di infiltrazioni di società lecite o di gruppi che posso avere a che fare con la camorra? I nostri obiettivi sono questi.

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. I due procedimenti che ho menzionato sono ancora in fase di indagine. Questo del Ciummo Vittorio, di cui ho parlato poc'anzi...

PRESIDENTE. Vuole che segretiamo? Non ci sono problemi.

GIUSEPPE MILIANO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Latina. Per questa parte sarebbe meglio.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni dispongo la disattivazione dell'impianto audio.

(L'audizione procede in seduta segreta).

PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione dell'impianto audio.
Ringrazio gli auditi per il contributo fornito e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.

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