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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della VII Commissione permanente
(Cultura, scienza e istruzione)
VII Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 16 marzo 2011


SEDE REFERENTE:

Disposizioni per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici. C. 3461 Realacci e C. 3605 Goisis (Esame e rinvio) ... 103

INTERROGAZIONI:

5-03625 Motta: Misure per affrontare le criticità del sistema scolastico in provincia di Parma ... 107
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 113

5-04195 Gianni: Definizione del IV Polo universitario in Sicilia ... 108
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 116

5-04222 De Pasquale: Sull'erogazione alle scuole paritarie delle risorse previste nella legge finanziaria per il 2011 ... 108
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 117

5-04231 Ghizzoni: Chiarimenti sulla corretta interpretazione delle disposizioni relative alla copertura dei posti di assegnista di ricerca presso le Università ... 108
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 118

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione di rappresentanti della Federazione degli Autori e della Federazione degli Editori Musicali (FEM), su questioni connesse all'attività della Siae ... 109

SEDE REFERENTE:

Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca. C. 2064-B Grimoldi, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato (Esame e rinvio) ... 109

Disposizioni per l'insegnamento dell'inno nazionale nelle scuole del primo ciclo dell'istruzione. C. 4117 Frassinetti (Seguito dell'esame e rinvio) ... 110

COMITATO RISTRETTO:

Disposizioni per la celebrazione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, per lo sviluppo del Festival Verdi di Parma e Busseto e per la valorizzazione dell'opera verdiana. C. 1373 Motta, C. 1656 Rainieri, C. 2110 Tommaso Foti, C. 2777 Barbieri e C. 4085 Polledri ... 112

ERRATA CORRIGE ... 112

AVVERTENZA


VII Commissione - Resoconto di mercoledì 16 marzo 2011


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SEDE REFERENTE

Mercoledì 16 marzo 2011. - Presidenza del vicepresidente Luigi NICOLAIS.

La seduta comincia alle 9.

Disposizioni per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici.
C. 3461 Realacci e C. 3605 Goisis.

(Esame e rinvio).


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La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in oggetto.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, osserva che le due proposte di legge in esame hanno la finalità di sostenere e valorizzare alcune manifestazioni del patrimonio culturale immateriale. In particolare, la proposta di legge 3605 fa riferimento ai giochi storici, ai quali la proposta di legge 3461 aggiunge esplicitamente rievocazioni e cortei in costume. Ai fini dell'individuazione dell'oggetto, rileva che l'articolo 1 di entrambe le proposte di legge fa riferimento a rappresentazioni artistiche rievocative basate su criteri di veridicità storica. In particolare, la proposta di legge 3605 specifica che si tratta di rappresentazioni dal vivo riferite ad eventi storici delle singole comunità territoriali. Le proposte di legge affidano alle Repubblica il compito di riconoscere e garantire, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della proposta di legge 3461, ovvero tutelare e valorizzare, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della proposta di legge 3605, le manifestazioni citate, quale parte rilevante del patrimonio culturale, sociale, economico e turistico del Paese. In tale ambito, le proposte di legge individuano - all'articolo 2 - il quadro delle competenze, prevedendo la collaborazione dello Stato con le regioni e gli enti locali e facendo esplicitamente salve le competenze delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano in materia di manifestazioni di storia, cultura, arte e di tradizione popolare - ai sensi dei commi 2 e 4 della proposta di legge 3461 -, ovvero richiamando il sistema di competenza concorrente di cui all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, e l'adozione di atti di intesa e coordinamento fra le varie componenti istituzionali, ai sensi del comma 1 della proposta di legge 3605. Al riguardo, rileva come non appaia corretta, all'articolo 2, comma 1, della proposta di legge 3605 l'espressione «competenza concorrente tra Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni», poiché la competenza concorrente riguarda Stato e regioni. Apparirebbe, dunque, sufficiente il richiamo dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, nonché la previsione di forme di coordinamento fra le varie componenti istituzionali. Rileva inoltre che al comma 2, lettera b), non appare inoltre corretta l'espressione «in concorso con lo Stato, con le province e con i comuni», poiché i soggetti citati sono parti della Repubblica, ai sensi dell'articolo 114 della Costituzione.
Osserva quindi che formalmente, gli ambiti di competenza individuati dalla proposta di legge 3461, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, sono riferiti allo Stato, mentre nella proposta di legge 3605, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, sono ascritti, in generale, alla Repubblica. Le previsioni comuni consistono nella diffusione delle manifestazioni a livello nazionale e internazionale - nonché, nel caso della proposta di legge 3605, territoriale -, nel sostegno per la loro realizzazione - nel caso della proposta di legge 3605 anche per quelle rivolte alle comunità regionali residenti all'estero - nonché nella istituzione e gestione di albi delle manifestazioni: un albo nazionale nella proposta di legge 3461, più albi regionali nella proposta di legge 3605. Sempre la proposta di legge 3605 prevede, quali ulteriori compiti, la promozione del turismo culturale - al quale la proposta di legge 3461 fa riferimento all'articolo 1, comma 2 - anche attraverso l'utilizzo di siti di valore archeologico per le manifestazioni; la stipula di protocolli d'intesa con le emittenti radiotelevisive per la destinazione di spazi di informazione e di promozione delle manifestazioni; la promozione di centri audiovisivi al fine di conservare la memoria delle manifestazioni; la cooperazione con scuole, università, gruppi sociali, associazioni senza fine di lucro, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, lettera d), e), f), g).
Osserva che l'albo nazionale previsto dalla proposta di legge 3461, ai sensi dell'articolo 3, è istituito presso il Ministero per i beni e le attività culturali, che provvede alla relativa gestione e lo pubblica sul proprio sito. Entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge il


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Ministro emana un decreto per determinare le categorie delle manifestazioni, i requisiti e le modalità per l'iscrizione all'albo, le modalità di aggiornamento annuale dello stesso. Al riguardo, invita a valutare, all'articolo 3, comma 4, della proposta di legge 3461 la previsione di una pubblicazione annuale dell'albo, forse intendendosi prevedere che si dà conto degli aggiornamenti una volta l'anno. La proposta di legge 3605, ai sensi dell'articolo 3, prevede, invece, la costituzione di un albo presso ogni regione, ne affida la gestione e l'aggiornamento all'assessorato regionale alle attività culturali e dispone che esso contiene le categorie delle manifestazioni, i requisiti e le modalità per l'iscrizione, le modalità del suo aggiornamento annuale. L'albo è comunicato al presidente della regione e a quello della provincia, ai sindaci, nonché al Ministro per i beni e le attività culturali. Presso la Direzione generale per lo spettacolo dal vivo di quest'ultimo è istituita una banca dati aggiornata sulla base dei contenuti degli albi regionali. Al riguardo, osserva che all'articolo 3, comma 3, della proposta di legge 3605 occorrerebbe riflettere sul previsto contenuto dell'albo per il quale, mentre si fa riferimento a indicazioni che dovrebbero costituire oggetto di un atto regolatorio pregresso, non si fa riferimento all'elenco degli iscritti.
Rileva quindi che la proposta di legge 3605, ai sensi dell'articolo 4, prevede la costituzione, presso ogni regione, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, di un comitato tecnico delle manifestazioni dei giochi storici, composto da rappresentanti ed esperti del settore. Competenze, sede, numero massimo dei componenti e modalità di funzionamento sono disciplinate da regolamenti regionali. Quanto alle competenze, peraltro, si dispone che il comitato è chiamato a verificare e valutare ogni tre anni l'operato dei gestori e degli enti rappresentativi delle manifestazioni, ai fini della conferma dell'iscrizione all'albo o dell'esclusione; sull'argomento interviene anche la proposta di legge 3461, all'articolo 4, comma 4, lettera b). Con riguardo all'articolo 4, comma 2, invita quindi a riflettere sulla circostanza che si prevede l'intervento valutatore del comitato ai fini della eventuale conferma dell'iscrizione all'albo, mentre non lo si prevede per la prima iscrizione. Ricorda come entrambe le proposte di legge istituiscano - ai seni dell'articolo 4 della proposta di legge 3461 e dell'articolo 5 della proposta di legge 3605 - un Fondo per la promozione delle manifestazioni presso il Ministero per i beni e le attività culturali. La determinazione di criteri e modalità di utilizzazione delle risorse del Fondo è affidata ad un decreto del Ministro per i beni e le attività culturali. Per l'emanazione del provvedimento - che deve avvenire tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge - si prevede che sia sentita la Conferenza Stato-regioni, nonché, nel caso della proposta di legge 3461, Federculture e la Federazione Nazionale Giochi storici. In considerazione del fatto che si verte in ambito di competenza concorrente, e che la Corte costituzionale, in varie occasioni, ha ricordato che «l'articolo 119 Cost. vieta al legislatore statale di prevedere, in materie di competenza legislativa regionale residuale o concorrente, nuovi finanziamenti a destinazione vincolata, anche a favore di soggetti privati», invita a valutare se il coinvolgimento delle autonomie regionali sia sufficientemente assicurato, ricordando sul punto, ad esempio, che la legge n. 239 del 2005 ha introdotto l'intesa con la Conferenza unificata nella procedura di adozione dei decreti ministeriali recanti criteri e modalità di erogazione dei contributi alle attività dello spettacolo.
Osserva che entrambe le proposte di legge - ai sensi dell'articolo 4, comma 4, della proposta di legge 3461 e ai sensi dell'articolo 5, comma 4, della proposta di legge 3605 - prevedono, inoltre, che con il decreto prima citato sono individuate le modalità di determinazione dei contributi annui da destinare agli enti locali e, nel caso della proposta di legge 3461, anche alle associazioni senza fini di lucro. La proposta di legge 3461, inoltre, dispone già che i contributi annui prevedono una quota base e due quote aggiuntive. La


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quota base è assegnata, previa domanda, a titolo di concorso alle spese di impianto e di funzionamento delle manifestazioni. La prima quota aggiuntiva è assegnata ai gestori delle manifestazioni che si sottopongono almeno ogni quattro anni al giudizio tecnico di una commissione composta da rappresentanti ed esperti del settore costituita presso il Mibac. La seconda quota aggiuntiva è assegnata agli enti rappresentativi delle manifestazioni per la realizzazione di pubblicazioni, rapporti annuali, convegni e seminari. Al riguardo, invita a riflettere sull'inserimento di tale previsione nel testo legislativo, alla luce delle considerazioni svolte precedentemente circa il profilo di competenza concorrente. Invita inoltre a valutare che, mentre si prevede come determinare i criteri di utilizzazione delle risorse del Fondo e i criteri di determinazione dei contributi, ai sensi dell'articolo 4, comma 2 e 4, della proposta di legge 3461, e dell'articolo 5, comma 2 e 4, della proposta di legge 3605 - DM che interviene entro 3 mesi -, nonché come provvedere, ogni anno, al finanziamento dello stesso Fondo, ai sensi dell'articolo 4, comma 3, della proposta di legge 3461 e dell'articolo 5, comma 3, della proposta di legge 3605 - DM che interviene entro il 30 giugno di ogni anno -, non sembrerebbe essere presente un riferimento all'atto con il quale annualmente dovrebbero essere assegnati i contributi.
Rileva che le due proposte di legge si differenziano per quanto attiene le modalità di finanziamento del Fondo, al quale in entrambi i casi si provvede con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, da emanare entro il 30 giugno di ogni anno. La proposta di legge 3461 individua direttamente la fonte di finanziamento in una quota non superiore al 30 per cento delle vincite non riscosse del gioco del lotto e delle lotterie nazionali. La proposta di legge 3605 dispone che al finanziamento del Fondo concorrono i proventi del gioco del lotto e delle vincite delle lotterie nazionali non incassate, in un'aliquota determinata annualmente dalla legge di stabilità. In relazione alla formulazione utilizzata con riferimento al gioco del lotto, osserva che la proposta di legge sembrerebbe, dunque, far riferimento ad un ambito diverso, o almeno più ampio, di quello indicato dalla proposta di legge 3461. Inoltre, sempre la proposta di legge 3605 dispone che il Fondo sia finanziato anche con: a) il 5 per cento dei proventi derivanti dal canone di abbonamento alle radioaudizioni; c) il prelievo alla fonte del 5 per cento delle risorse che le società erogatrici di servizi di pubblica utilità destinano annualmente a iniziative promozionali e pubblicitarie; d) il 5 per cento dei fondi dell'Unione europea destinati allo spettacolo dal vivo.
Con riguardo all'articolo 5, comma 3, lettera b), della proposta di legge 3605, invita quindi a valutare l'opportunità di sostituire l'espressione «canone di abbonamento alle radioaudizioni» - effettivamente utilizzata a suo tempo dal Regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, istitutivo del medesimo - con l'espressione «canone di abbonamento alle radiodiffusioni» utilizzata nei decreti ministeriali che ne determinano l'importo, essendo opportuno inoltre, alla lettera c), chiarire la natura del prelievo.
Osserva quindi che in materia di agevolazioni fiscali, l'articolo 5 della proposta di legge 3461 prevede la modifica del Testo Unico delle imposte sui redditi (TUIR), di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, al fine di rendere deducibili a fini IRPEF le erogazioni liberali in denaro effettuate in favore degli enti gestori delle manifestazioni, nonché delle federazioni a cui sono associati, fino all'importo di 2.000 euro. È prevista un'analoga modifica della disciplina IRES, al fine di rendere deducibili le erogazioni liberali, per un ammontare complessivo non superiore a 5.000 euro, ovvero fino a un importo massimo pari al 5 per cento del reddito d'impresa dichiarato. Rileva invece come l'articolo 6 della proposta di legge 3605 rechi una delega al Governo per l'adozione, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, su proposta dei Ministri dell'economia e delle finanze


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e per i beni e le attività culturali, di un decreto legislativo recante agevolazioni fiscali in favore delle manifestazioni dei giochi storici. Il predetto decreto deve conformarsi ai seguenti principi e criteri direttivi: a) prevedere l'esenzione fiscale delle somme derivanti da donazioni o da erogazioni liberali, in denaro, beni o servizi, e delle sponsorizzazioni effettuate da privati, persone fisiche e giuridiche, in favore dei soggetti delle manifestazioni dei giochi storici e per iniziative di recupero, adeguamento funzionale e tecnologico e ristrutturazione di spazi; b) prevedere la detassazione dei costi pubblicitari e di affissione relativi alle manifestazioni dei giochi storici. Con riguardo alla lettera a), invita a valutare l'opportunità di utilizzare una formula riferita alla eventuale deducibilità delle predette somme, al posto dell'espressione generica «esenzione fiscale».
Auspica quindi, anche in considerazione dell'esigenza di un rapido esame del testo che è stata rappresentata dai firmatari delle proposte di legge in esame, che si possa pervenire in breve tempo alla definizione di un testo unificato da parte del comitato ristretto.

Luigi NICOLAIS, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.15.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 16 marzo 2011. - Presidenza del vicepresidente Paola FRASSINETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 14.15.

Paola FRASSINETTI, presidente, avverte che la deputata Villecco Calipari ha rappresentato l'impossibilità a partecipare alla seduta odierna. L'interrogazione n. 5-03111 da lei presentata sarà quindi svolta in altra seduta.

5-03625 Motta: Misure per affrontare le criticità del sistema scolastico in provincia di Parma.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Carmen MOTTA (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta, pur ringraziando il sottosegretario per la risposta ricevuta. Ricorda che l'interrogazione in oggetto risale all'ottobre 2010 e che la risposta è pervenuta solo a metà marzo. Ricorda che l'atto ispettivo si riferiva alla visita del direttore dell'ufficio scolastico regionale fatta a Parma il 23 settembre 2010, nel corso della quale lo stesso direttore aveva dichiarato che l'anno scolastico avrebbe preso avvio in totale normalità, cosa che invece poi non è avvenuta. A tal proposito, ricorda che per le venticinque nuove classi della scuola secondaria di primo grado non è stato possibile attivare la modalità del tempo pieno, con un grave disagio per le famiglie che hanno dovuto sostenere anche contributi volontari per la didattica. Ritiene che di questo passo la scuola secondaria vedrà scomparire nel giro dei prossimi due anni l'offerta formativa del tempo prolungato, tenendo anche conto che nelle prime classi non è stato attivato alcun indirizzo musicale, preferendosi dare avvio solamente alle normali attività curriculari. Rileva quindi che la mancanza cronica di risorse per le supplenze brevi, anche nella provincia di Parma, ha determinato ancora una volta il blocco delle attività di laboratorio per gli allievi delle scuole secondarie di primo grado; vi sono poi circa 254 bambini che attendono di essere inseriti nella scuola d'infanzia, con un incremento del 1,7 per cento in più rispetto all'anno precedente. Ribadisce, quindi, che l'avvio dell'anno scolastico non è stato affatto regolare, sottoponendo ancora una volta gli enti locali ad espletare un ruolo sussidiario che peraltro non potranno esercitare ancora a lungo; considerati


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anche gli ulteriori tagli previsti nel 2012, relativi ai mancati trasferimenti, ammontanti a 450 milioni di euro che si vanno a sommare ai 374 milioni di euro del 2011. Il sistema scolastico nel suo complesso, anche nella città di Parma e nella sua provincia, non potrà sopportare quindi un terzo anno di tagli programmati senza rischiare il collasso definitivo.

5-04195 Gianni: Definizione del IV Polo universitario in Sicilia.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Giuseppe GIANNI (IR), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta ricevuta, rilevando il tentativo da parte del Governo di eludere le motivazioni delle proprie decisioni, come invece richiesto nel suo atto ispettivo. Ricorda che, da tempo, diverse forze politiche attendono la definizione del quarto polo universitario a Siracusa con la conseguente individuazione delle relative facoltà e dipartimenti ad esso afferenti. Comprende le difficoltà economiche del momento, ma non ritiene esaustive tali giustificazioni. Invita quindi il sottosegretario a fornire indicazioni ulteriori, alternative alla risposta totalmente negativa fornita. Sottolinea infatti che la cultura non può essere considerata al di sotto di un certo livello, per scelte meramente personali. Esprime quindi una posizione fortemente critica nei confronti dell'Esecutivo.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA, intervenendo per una precisazione, precisa che in merito ai poli universitari di Siracusa e Ragusa sarà sua cura attivarsi personalmente per riunire nuovamente un tavolo di confronto per riprendere le trattative sulla questione.

5-04222 De Pasquale: Sull'erogazione alle scuole paritarie delle risorse previste nella legge finanziaria per il 2011.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Rosa DE PASQUALE (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo che accenna solo alla previsione di risorse aggiuntive, ammontanti a 245 milioni di euro da destinare alle scuole paritarie, secondo l'elenco allegato alla legge n. 220 del 13 dicembre 2010, ai sensi del comma 40 dell'articolo 1. A tal proposito, ricorda che la somma a cui si fa riferimento doveva essere ricavata dai fondi derivanti dalla vendita delle frequenze radiotelevisive, vendita che, come è noto, attualmente sembra presentare difficoltà ed essere foriera di vari ricorsi. Chiede quindi come il Governo intenda garantire il ripristino di tali fondi per le scuole paritarie rimaste ferme alle somme dell'anno 2000. Al riguardo, sottolinea che tale erogazione di fondi non va a ripristinare neppure quanto era stato stanziato nel 2000 e che senza tali risorse le scuole paritarie sono destinate a chiudere. Stigmatizza quindi che il Governo non risponde in merito alla domanda del reperimento dei fondi necessari e che potrebbe dichiararsi soddisfatta solo nel caso in cui il Governo indicasse esattamente le fonti per il reperimento dei fondi stanziati e dichiarasse che tali somme non sono più legate alla vendita delle frequenze radiotelevisive.

5-04231 Ghizzoni: Chiarimenti sulla corretta interpretazione delle disposizioni relative alla copertura dei posti di assegnista di ricerca presso le Università.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, che conferma l'interpretazione normativa prospettata nella sua interrogazione. Sottolinea, infatti, che le università che non hanno rinnovato ai sensi della legge del 30


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dicembre 2010, n. 240 gli «assegni di ricerca», in realtà dovevano procedere applicando la previgente normativa in materia e, nello specifico, l'articolo 51, comma 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Rileva inoltre che la risposta precisa che lo scorso 9 marzo è stato emanato il decreto del ministro Gelmini relativo alla definizione dell'importo minimo concernente i nuovi assegni di ricerca, evidenziando come di tale iniziativa non si era avuta ancora notizia. Conclude, invitando il sottosegretario a farsi parte diligente con gli uffici del ministero affinché trasmettano il testo della risposta al suo atto di sindacato ispettivo, o una circolare conforme ad essa, a tutti gli Atenei, al fine di sospendere le procedure di blocco erroneamente poste in atto.

Paola FRASSINETTI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.30.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 16 marzo 2011.

Audizione di rappresentanti della Federazione degli Autori e della Federazione degli Editori Musicali (FEM), su questioni connesse all'attività della Siae.

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.30 alle 15.25.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 16 marzo 2011. - Presidenza del presidente Paola FRASSINETTI.

La seduta comincia alle 15.25.

Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca.
C. 2064-B Grimoldi, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, ricorda che la proposta di legge in esame, era stata già approvata dalla VII Commissione della Camera, in sede legislativa, il 28 aprile 2010 ed è stata modificata durante l'esame al Senato, conclusosi il 2 marzo 2011. Essa incrementa il contributo dello Stato a favore della Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza, organizzazione non lucrativa di utilità sociale, fondata nel 1928 dall'Unione Italiana Ciechi con la finalità di soddisfare le diverse esigenze culturali e di apprendimento dei minorati della vista, ed apporta alcune modifiche alla disciplina relativa all'ente. Sottolinea che l'articolo 1, come modificato dal Senato, incrementa il contributo alla Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza, previsto dall'articolo 1 della legge n. 260 del 2002 - pari a 4.000.000 di euro -, di un importo pari a 700.000 euro per il 2011 e a 1.682.190 euro annui a decorrere dal 2012. Ricorda che l'articolo 1 del testo approvato dalla Camera recava anche un finanziamento di 600.000 euro per l'esercizio 2010. Segnala che l'articolo 2, non modificato dal Senato, novellando l'articolo 3 della legge n. 52 del 1994, stabilisce che la Biblioteca «Regina Margherita» può stipulare apposite convenzioni con biblioteche e centri di produzione specializzati anche per il potenziamento della rete dei centri di consulenza tiflodidattica, al fine di garantire la copertura dell'intero territorio nazionale, ai sensi della lettera a); i sussidi didattici speciali - la cui


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fornitura può essere oggetto di convenzioni con la Biblioteca - possono essere fruibili anche in forma di supporto digitale, ai sensi della lettera b); la Biblioteca può sottoscrivere convenzioni con le amministrazioni locali e con altre istituzioni pubbliche e private, al fine di rafforzare la rete di centri di produzione per l'editoria scolastica, ai sensi della lettera c).
Rammenta, inoltre, che l'articolo 3, modificato dal Senato, dispone che alla copertura degli oneri si provvede, per l'anno 2011, mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa al Fondo per interventi strutturali di politica economica e, a decorrere dal 2012, mediante riduzione delle proiezioni dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio 2011-2013, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del ministero dell'economia e delle finanze, utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Propone che la Commissione proceda quindi all'esame della proposta di legge in sede legislativa, concludendone l'esame preliminare nella seduta odierna.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) ricorda che la proposta di legge in esame è largamente condivisa, dichiarandosi favorevole al trasferimento dell'esame in sede legislativa. Sarebbe favorevole quindi a fissare un termine breve per la presentazione di eventuali emendamenti, anche per la giornata odierna.

Luigi NICOLAIS (PD), a nome del gruppo da lui rappresentato, concorda con il relatore.

Paola GOISIS (LNP) concorda, anche a nome del suo gruppo, con il relatore e i colleghi che sono intervenuti.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC), anche a nome del gruppo che rappresenta, concorda con quanto testé espresso dal relatore e dai colleghi.

Paola FRASSINETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento.
Propone quindi di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti alle ore 17 di oggi.

La Commissione concorda.

Paola FRASSINETTI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per l'insegnamento dell'inno nazionale nelle scuole del primo ciclo dell'istruzione.
C. 4117 Frassinetti.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 marzo 2011.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) dichiara di condividere il contenuto e gli obiettivi della proposta di legge in esame. Ritiene che si debba ricominciare a dare valore al patrimonio culturale italiano e al concetto di Patria; in questa direzione auspica che l'inno nazionale possa essere un efficace strumento di rafforzamento dello spirito unitario nazionale.

Rosa DE PASQUALE (PD) dichiara di condividere anche a nome del suo gruppo il contenuto della proposta. Ritiene opportuno l'insegnamento dell'inno nazionale, in quanto ricordare le stesse parole dell'inno aiuta a ricordare la storia nazionale, spingendo così i giovani che lo intonano a ritrovarsi idealmente insieme ad altri giovani che prima di loro hanno scritto la storia del Paese.

Maria COSCIA (PD) condivide le considerazioni della collega De Pasquale. Ricorda che è assegnata all'esame della Commissione la proposta di legge n. 2135, da lei presentata il 2 febbraio 2009, recante «Modifica dell'articolo 1 del decreto-legge


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1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, per la promozione dei valori costituzionali nella scuola, e istituzione della Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione e della bandiera», che riterrebbe opportuno abbinare all'esame della proposta di legge in discussione. In caso contrario, riterrebbe utile recepirne il contenuto in via emendativa, prevedendo l'avvio dell'esame anche della suddetta proposta.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) condivide la proposta di legge in esame, auspicando che sia approvata quanto prima possibile, anche in funzione pedagogica dei valori nazionali.

Paola GOISIS (LNP) apprezza l'intento della relatrice della proposta, considerando che l'insegnamento dell'inno nazionale potrebbe risultare anche positivo. Tuttavia ricorda come l'inno di Mameli non sia stato ancora adottato ufficialmente, mediante un atto normativo, quale inno nazionale. Rileva, al di là dei toni retorici, che la piena unità territoriale italiana è stata conseguita soltanto a seguito della prima guerra mondiale, con l'annessione di molti territori prima assoggettati al dominio straniero. Ricorda ancora come, al momento dell'unificazione, il Regno di Napoli presentava già un certo sviluppo industriale e aveva già una delle prime ferrovie: ciò a testimonianza del fatto che occorrerebbe un insegnamento maggiormente oggettivo della storia d'Italia. Ritiene inoltre, che, in ogni caso, non si debbano dimenticare le specificità delle diverse regioni.

Davide CAVALLOTTO (LNP) ritiene fondamentale, in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'unità del Paese, il riconoscimento ufficiale della lingua piemontese, ricordando fra l'altro che il primo intervento del re nel neo istituito Parlamento nazionale fu fatto in tale lingua. Osserva come sia necessario conservare l'orgoglio per il proprio passato mediante il riconoscimento delle lingue storiche. Segnala infine, di aver presentato in data odierna una proposta di legge per il riconoscimento e la tutela della lingua piemontese, che segue anche un'apposita dichiarazione in tal senso del Consiglio di Europa. Preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di legge in esame.

Luigi NICOLAIS (PD) intende ricordare al collega Cavallotto come tutti i vari territori italiani presentano i propri dialetti - fra i quali ricorda quello, di lunga tradizione, napoletano - ma che la lingua nazionale è unica, nell'ambito di un Paese che si avvia al federalismo ma sempre unitario.

Caterina PES (PD) ricorda al collega Cavallotto che la lingua piemontese non sarebbe l'unica a dover essere riconosciuta e tutelata, osservando come, ad esempio, la Sardegna presenti delle lingue riconosciute di lunga tradizione. Invita poi a riflettere sul fatto che non vi è contraddizione tra il discutere le forme di federalismo possibile e, nel contempo, festeggiare convintamente l'Unità d'Italia. In definitiva, osserva come ci si trovi di fronte alla responsabilità politica e storica di ripensare alle forme della modernità di un'Italia sempre unita pur nelle diversità dei vari territori.

Erica RIVOLTA (LNP) ricorda, onde evitare facili strumentazioni, che il federalismo, come ribadito più volte anche dal ministro Calderoli, serve ad unire nella diversità, giammai a dividere. Con riguardo alla proposta di legge in esame, ritiene eccessivo che con una legge si ponga l'obbligo di insegnare un inno che ancora non è stato adottato, come quello ufficiale dell'Italia, dovendosi procedere prima, piuttosto, proprio in quest'ultimo senso. Concorda quindi con i colleghi del suo gruppo sulla mancanza di necessità di una legge di tal genere.

Alessandra SIRAGUSA (PD) tiene a sottolineare che la lingua italiana rappresenta uno strumento essenziale affinché gli


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italiani, pur appartenendo a regioni diverse, possano comprendersi reciprocamente, ricordando come l'Unità d'Italia debba intendersi come un grande evento di liberazione, con particolare riguardo alla situazione storica della Sicilia.

Paolo GRIMOLDI (LNP) critica i toni retorici di esaltazione della lingua italiana, che potrà apprezzare quando non sussisteranno più sacche di assistenzialismo da parte di alcune regioni, le cui spese vengono finanziate a danno delle parti produttive del Paese.

Manuela DI CENTA (PdL) ricorda, come donna di sport e rappresentante dell'Italia nel mondo, l'orgoglio di sentirsi unita, nella diversità, alle atlete di altre regioni che facevano parte della stessa squadra. Al riguardo, sottolinea che quando viene eseguito l'inno nazionale questo va considerato l'inno di tutti gli italiani, ricordando che quando gli atleti sono in giro per il mondo rappresentano tutti gli italiani senza distinzioni di sorta.

Paola FRASSINETTI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare. Intervenendo in sede di replica, ringrazia i membri della Commissione del dibattito vivace sulla proposta di legge in esame. Risponde alla collega Goisis, ricordando come l'inno di Mameli sia l'unico canto che nel testo ribadisca che dall'Alpe a Sicilia, dovunque è Legnano. Alla collega Coscia, evidenzia che la decisione di iniziare l'esame della proposta di legge n. 4117 è stata adottata dall'Ufficio di presidenza e che in quella sede sarà valutata anche la sua richiesta di abbinare o comunque esaminare la proposta di legge n. 2135.
Propone quindi che il termine per la presentazione degli emendamenti per la proposta di legge in esame sia fissato alle ore 19 della giornata odierna.

La Commissione concorda.

Paola FRASSINETTI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.50.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 16 marzo 2011.

Disposizioni per la celebrazione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, per lo sviluppo del Festival Verdi di Parma e Busseto e per la valorizzazione dell'opera verdiana.
C. 1373 Motta, C. 1656 Rainieri, C. 2110 Tommaso Foti, C. 2777 Barbieri e C. 4085 Polledri.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 16 alle 16.10.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 452 del 15 marzo 2011, a pagina 225, prima colonna, dodicesima riga, la cifra: «136» è sostituita con la seguente «762».

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

INTERROGAZIONI

5-03111 Villecco Calipari: Sull'ammissione al finanziamento di tutti i progetti FIRB valutati meritevoli.

VII Commissione - Mercoledì 16 marzo 2011


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ALLEGATO 1

5-03625 Motta: Misure per affrontare le criticità del sistema scolastico in provincia di Parma.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione all'atto parlamentare in discussone, si fa presente che sono state acquisite le necessarie informazioni presso il competente Ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna il quale, sentito l'Ambito territoriale per la provincia di Parma, ha comunicato i dati informativi che si espongono.
Nella fase di adeguamento dell'organico alla situazione di fatto, a seguito delle esigenze segnalate dall'Ufficio territoriale di Parma, sono stati assegnati alla provincia stessa posti aggiuntivi rispetto alla dotazione organica già autorizzata nella fase di definizione dell'organico di diritto, e precisamente 14 posti in data 17 agosto 2010 ed ulteriori 10 posti in data 2 settembre 2010.
Si è così potuto rispondere alle necessità che erano emerse a livello provinciale e che di seguito si riportano:
attivazione di una prima classe di Liceo musicale - nuova istituzione in ambito regionale presso il Liceo scientifico «Bertolucci»;
attivazione di una prima classe presso il Liceo «D'Annunzio» di Fidenza;
attivazione di una quinta classe - corso serale - presso l'Istituto professionale per i servizi alberghieri «Magnaghi»;
sdoppiamento della prima classe della Scuola primaria «De Amicis» di Fidenza;
sdoppiamento di una prima classe della Scuola media di Fontevivo;
attivazione di una prima classe presso la Scuola media di Solignano;
prosecuzione del progetto di educazione motoria nella Scuola primaria «Giocampus Scuola»;
attivazione di una prima classe presso il Liceo classico «Maria Luigia» - corso di Liceo europeo;
attivazione di una prima classe - corso serale - presso l'Istituto professionale per i servizi alberghieri «Magnaghi» di Salsomaggiore;
sdoppiamento dei laboratori per le classi seconda e terza serali dell'istituto professionale per i servizi alberghieri «Magnaghi» di Salsomaggiore;
sdoppiamento dei laboratori della seconda classe del corso moda presso l'IPSIA di Parma;
sdoppiamento delle ore bilingui presso l'istituto tecnico commerciale «Melloni», il Liceo scientifico «Ulivi» ed il Liceo «D'Annunzio» di Fidenza;
istituzione di una sezione ad orario completo presso la Scuola dell'infanzia «Montessori» di Collecchio;
istituzione di una sezione ad orario completo presso la Scuola dell'infanzia «Lodesana» di Fidenza.

Quanto al «rapporto alunni/classe», l'Ufficio territoriale per la provincia di Parma ha ricevuto una sola notifica da parte di un dirigente scolastico in merito al mancato rispetto dei parametri di sicurezza previsti dalla normativa vigente, ed ha fornito risposta adeguata, indicando


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le modalità e le procedure da seguire al fine di rispettare la normativa stessa.
Per quanto riguarda il «ricorso all'istituto della reggenza», si fa presente che nella provincia le autonomie scolastiche ammontano a 55, di cui 38 assegnate a dirigenti scolastici titolari e 17 a reggenza.
Relativamente al «tempo pieno nella scuola primaria», sono state richieste 25 nuove prime classi che non è stato possibile attivare; tuttavia, i dirigenti scolastici, nell'esercizio della loro autonomia, attraverso forme di flessibilità e organizzazione interna, hanno attivato 16 classi con funzionamento a tempo pieno, di cui 9 nel Comune di Parma.
Per quanto attiene al «tempo prolungato ed ai corsi ad indirizzo musicale nella scuola secondaria di primo grado», l'Ufficio territoriale, nell'assegnazione delle risorse, ha dato priorità alla formazione delle classi nel rispetto delle norme previste dal regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009. È stata confermata, pertanto, la mancata attivazione delle prime classi a tempo prolungato; si evidenzia, tuttavia, che in questo settore formativo la richiesta del tempo prolungato tende a non essere particolarmente sostenuta dalle famiglie, che si orientano principalmente nella scelta del tempo scuola a 30 ore settimanali.
Ugualmente, non sono state attivate le prime classi ad indirizzo musicale delle Scuole medie «D'Acquisto» e «Verdi» di Parma, in quanto si è ritenuto di dare priorità alle attività strettamente curricolari. Nella provincia di Parma sono, comunque, attualmente presenti 6 corsi ad indirizzo musicale.
In relazione alla «scuola secondaria di II grado», è stato comunicato che:
in ordine alla classe prima del corso «amministrazione finanza e marketing» presso l'istituto Penitenziario, la mancata attivazione è dovuta all'insufficiente numero degli iscritti, che risultavano essere soltanto 12;
riguardo alla classe terza del corso serale «sirio-programmatore» presso l'istituto tecnico commerciale «Bodoni» di Parma, alla data del 6 luglio 2010 il numero degli alunni iscritti era notevolmente inferiore al numero minimo necessario per la sua attivazione. Soltanto ad anno scolastico già avviato è pervenuta formale richiesta di attivazione della classe serale, con 27 alunni iscritti;
relativamente alla classe prima del biennio elettrico presso l'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato di Busseto, il numero degli alunni iscritti - pari a 19 - non ha consentito, a norma delle disposizioni vigenti, l'istituzione delle classe, trattandosi di sezione staccata dell'IPSIA di Parma.

Passando alla «dotazione organica di sostegno», la Direzione scolastica regionale, in data 8 ottobre 2010, ha integrato la dotazione organica complessiva della provincia di Parma con ulteriori 34 posti in deroga, a seguito della segnalazione di particolari esigenze da parte dell'Ufficio territoriale. Con questa ulteriore assegnazione di risorse, il rapporto alunni/posti è migliorato rispetto al biennio precedente dell'1,96 per cento.
Riguardo all'assegnazione dei «fondi finanziari per spese di funzionamento», si precisa preliminarmente che vengono assicurate alle scuole le risorse necessarie per lo svolgimento delle attività d'istruzione, di formazione e di orientamento. Inoltre, la competente Direzione generale del Ministero effettua monitoraggi diretti sulla gestione finanziaria delle istituzioni scolastiche autonome attraverso il sistema informativo (flussi di cassa), al fine di verificare la giacenza finanziaria e gli impegni di spesa delle scuole medesime. Ad eventuali esigenze conseguenti a maggiori impegni di spesa si fa fronte con integrazioni di fondi, come è avvenuto con l'assegnazione della rata XXI del 2010; in particolare, per le scuole della provincia di Parma, tali ulteriori assegnazioni sono state pari a complessivi euro 1.088.637,03. Si precisa che dette integrazioni vengono disposte per le


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scuole il cui fondo di cassa più i crediti vantati verso terzi sia inferiore al totale dei passivi (cioè degli impegni di spesa assunti e non ancora pagati). In questo caso, la scuola ha la necessità di ricevere ulteriori somme, iscritte nel proprio bilancio come residui attivi, poiché il fondo di cassa disponibile, oltre ai crediti vantati verso terzi, non è sufficiente a coprire gli impegni assunti.
Inoltre, in base ai dati di una rilevazione effettuata su 51 scuole, è risultato che alla data del 31 dicembre 2010 le istituzioni scolastiche della provincia di Parma disponevano di un fondo cassa pari ad euro 8.936.027,76, a fronte di passività pari ad euro 5.823.427,81 e di un avanzo di esercizio di euro 8.683.778,58. Quindi, il fondo di cassa, di per sé, senza considerare i residui attivi verso terzi, è ampiamente sufficiente a coprire gli impegni assunti dalle scuole. Si fa anche presente che le somme erogate dal Ministero alle scuole della provincia di Parma per l'anno 2007 ammontavano ad euro 15.284.276,06, per l'anno 2008 erano pari ad euro 13.060.992,92, per il 2009 ammontavano ad euro 16.408.082,65, ed il totale erogato per l'anno 2010 è stato pari ad euro 21.834.411,46.
Quanto al «rapporto con gli enti locali», l'Ufficio territoriale di Parma ha comunicato di non essere stato coinvolto negli incontri organizzati tra Amministrazione comunale di Parma, Dirigenti scolastici e Presidenti dei consigli di Istituto, né nella raccolta dei dati informativi riguardanti l'organico e le risorse finanziarie, pur essendo l'ufficio competente, a livello provinciale, della definizione degli organici e dell'assegnazione delle risorse, ed in possesso, dunque, dei dati corretti.
In conclusione, l'impegno dell'Amministrazione scolastica, a livello sia regionale sia provinciale, ha consentito di concludere entro il 31 agosto 2010 le operazioni preliminari all'avvio dell'anno scolastico 2010/2011, senza registrare particolari situazioni di criticità, nonché di fornire nella provincia più volte citata un'offerta qualificata e innovativa, come ad esempio il Liceo per l'Europa, il Liceo musicale, vari progetti di qualificazione, e quant'altro di meglio offre la scuola di Parma.


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ALLEGATO 2

5-04195 Gianni: Definizione del IV Polo universitario in Sicilia.

TESTO DELLA RISPOSTA

Uno dei punti cardine della riforma universitaria è quello di dare nuovamente dignità e valore all'Università italiana, che aveva registrato una degenerazione proprio nella proliferazione di sedi decentrate, con corsi di laurea senza alcuna prospettiva occupazionale e anche slegate dalle vocazioni territoriali.
Questo fenomeno ha riguardato anche la regione Sicilia dove, al fine di contemperare le esigenze e le aspirazioni del territorio con la distribuzione della domanda e dell'offerta di formazione universitaria, è stato avviato un importante tavolo interistituzionale tra Ministero, Regione, CRUS ed il Comitato per la promozione del quarto polo, i cui esiti sono stati un pre-accordo per il potenziamento del sistema universitario siciliano.
Tale pre-accordo prevedeva che la Regione Sicilia e gli Enti locali, attuali finanziatori delle sedi distaccate di Ragusa e Siracusa, garantissero per almeno nove anni gli stessi livelli di finanziamento in corso, al fine della costituzione di un IV Polo universitario a rete con sedi distribuite e federate nelle provincie di Enna, Ragusa e Siracusa e che, in ogni sede territoriale provinciale si istituissero due facoltà, individuate nell'ambito di una revisione dell'intera offerta formativa universitaria regionale.
In questo modo, sarebbe stata avviata una trasformazione della Libera Università della Sicilia Orientale Kore con sede ad Enna, con la conseguente confluenza della stessa nel costituendo IV Polo.
Firmato dal Ministero, dalla Regione, dal Comitato promotore del IV Polo e da tutti e quattro i Rettori delle Università pubbliche e non statali siciliane, nonostante non fossero ancora definite le modalità della confluenza della Kore nel costituendo IV Polo, l'accordo è stato rigettato dagli organi di governo della stessa Kore, che hanno provveduto ad informare gli altri firmatari.
Il processo di nascita del IV Polo si è quindi interrotto, considerato che il presupposto sempre dichiarato dal Ministero era la partecipazione della Kore alla riorganizzazione ed al potenziamento dell'intero sistema universitario siciliano.
A tal proposito, proprio al fine di dare una migliore attuazione ai principi espressi nella riforma dell'università, si fa presente che il decreto ministeriale del 23 dicembre 2010, n. 50 «Linee generali di indirizzo della programmazione delle università per il triennio 2010-2012», inviato alla Corte dei Conti per la registrazione, prevede, tra l'altro, all'articolo 5, comma 2, che «con successivi decreti ministeriali, da inviare alla Corte dei Conti, possono essere definiti, sentiti CRUI, CUN, CNSU, criteri e modalità per la trasformazione in università statali di università non statali».
Infine, si sottolinea che il comma 1 del medesimo articolo 5 stabilisce che nel corso degli anni 2010-2012 si può dare luogo alla istituzione di nuove università statali, solo ad esito dei processi di razionalizzazione e riorganizzazione di cui all'articolo 4 dello stesso decreto ministeriale 23 dicembre 2010 n. 50.


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ALLEGATO 3

5-04222 De Pasquale: Sull'erogazione alle scuole paritarie delle risorse previste nella legge finanziaria per il 2011.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole interrogante esprime preoccupazione circa l'acquisizione delle risorse aggiuntive di 245 milioni di euro da destinare alle scuole non statali previste dalla legge di stabilità per l'anno 2011 - Legge 13 dicembre 2010, n. 220, articolo 1, comma 40.
Il citato comma 40 prevede che: «La dotazione del fondo di cui all'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, è incrementata di 924 milioni di euro per l'anno 2011. Una quota delle risorse di cui al primo periodo, pari a 874 milioni di euro per l'anno 2011, è ripartita, con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, tra le finalità indicate nell'elenco 1 allegato alla presente legge».
Al primo rigo di detto elenco è riportato: «Sostegno alle scuole non statali attraverso il rifinanziamento del programma di interventi di cui all'articolo 2, comma 47, della legge 22 dicembre 2008, n. 203, pari a 245 milioni di euro».
Quest'ultima norma prevede che il decreto per la definizione dei criteri di distribuzione alle regioni delle risorse finanziarie occorrenti alla realizzazione delle misure relative al programma di interventi in materia di istruzione, sia adottato di concerto con il Ministro per i rapporti con le regioni ed il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Questo prevedono le norme; pertanto, per avviare la procedura prescritta, è stata inoltrata, a firma del Ministro, alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed al Ministro dell'economia e delle finanze la richiesta di assegnazione della predetta somma di 245 milioni di euro su un capitolo di bilancio, di nuova istituzione, del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca.
È indubbio l'impegno del Governo a ridurre il più possibile, compatibilmente con quanto previsto dalle norme, i tempi per l'adozione dei provvedimenti necessari.


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ALLEGATO 4

5-04231 Ghizzoni: Chiarimenti sulla corretta interpretazione delle disposizioni relative alla copertura dei posti di assegnista di ricerca presso le Università.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come riferito dall'onorevole Interrogante, si ricorda preliminarmente che l'articolo 22 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, reca disposizioni in materia di «Assegni di ricerca» e che, pertanto, a decorrere dalla data di entrata in vigore della citata legge, è abrogata la previgente normativa in materia (articolo 51, comma 6, legge 27 dicembre 1997, n. 449).
Per ciò che riguarda tutti gli assegni banditi prima dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni normative dovrà essere applicata la normativa precedente. Stesso discorso vale per i rinnovi di assegni previsti da bandi contrattualizzati ai sensi delle previdenti disposizioni.
Si comunica, infine, che il 9 marzo il Ministro Gelmini ha firmato il decreto ministeriale relativo alla definizione dell'importo minimo degli assegni di ricerca e che lo stesso è stato trasmesso il 10 marzo, per il tramite dell'Ufficio Centrale del Bilancio, alla Corte dei Conti per la prevista registrazione.

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