XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 207 di martedì 8 aprile 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

      La seduta comincia alle 9,35.

      ANNALISA PANNARALE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 aprile 2014.
      (È approvato).

Missioni.

      PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Baretta, Bindi, D'Ambrosio, Damiano, Epifani, Galan, Gasbarra, Leone, Meta, Mogherini, Porta, Schullian, Taglialatela e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
      I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

      Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

      PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative in merito allo spostamento del poligono di tiro di Drasi (Agrigento), in considerazione del valore ambientale e turistico dell'area – n. 3-00375)

      PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bosco n. 3-00375, concernente iniziative in merito allo spostamento del poligono di tiro di Drasi (Agrigento), in considerazione del valore ambientale e turistico dell'area (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
      Il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano, ha facoltà di rispondere.

      GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, la questione posta dall'onorevole Bosco è tra le più importanti che la Difesa segue e affronta costantemente. Il Ministro, anche nell'assegnazione delle deleghe, ha tenuto ha precisare questo.
      Parliamo delle attività addestrative e dei poligoni. Le attività addestrative sono indispensabili – questo è ovvio – a conseguire quelle capacità operative che costituiscono il requisito imprescindibile di uno strumento militare moderno ed efficace, in grado di integrarsi rapidamente e di interporsi efficacemente in contesti multinazionali e il cui mandato di difesa della nazione, dei suoi confini e della collettività, discende direttamente dal dettato costituzionale. L'addestramento «sul campo», possiamo definirlo, costituisce un metodo irrinunciabile per preparare al meglio il personale, garantendo la possibilità di acquisire la capacità di operare secondo un adeguato livello di sicurezza, Pag. 2grazie all'utilizzo di aree che consentono di originare situazioni operative quanto più vicine a quelle reali.
      La materia non è casualmente attivata, ma si basa su una normativa che è stata approvata con il decreto legislativo 15 marzo 2010, n.  66 – recante il titolo «Codice dell'ordinamento militare» –, che disciplina le limitazioni ai beni e alle attività altrui nel preminente interesse della Difesa e consente, in particolare, l'impiego sul territorio nazionale dei poligoni addestrativi, la cui disponibilità risulta indispensabile per il mantenimento dei richiesti livelli di preparazione del personale e di efficienza dello strumento militare.
      Con specifico riferimento alla questione che rappresentata l'onorevole Bosco, già nel 2010 il poligono di Drasi è stato oggetto di analoga istanza, tesa a chiedere la smilitarizzazione dell'area e lo spostamento della struttura in un altro sito, dove poi, tra l'altro, noi siamo stati l'anno scorso per verificare le questioni poste e la permanenza dell'area addestrativa. In linea generale, l'area riveste una notevole importanza per l'esercito italiano ed è fondamentale per lo svolgimento delle attività addestrative/operative dei reparti della brigata «Aosta», non solo per quelle di approntamento prima dell'immissione nei vari teatri operativi, ma anche per il mantenimento delle normali capacità operative dei reparti dislocati nell'isola. Quindi, detto questo, possiamo dire che ad oggi è l'unica risorsa della regione Sicilia dove sia possibile utilizzare munizionamento ordinario e svolgere esercitazioni a fuoco fino al livello plotone fucilieri, ed è poi anche adeguatamente servita dalla rete viaria, cosa indispensabile. In tal senso, per la Forza armata, considerata l'assenza ad oggi nel territorio della stessa regione di altri poligoni con le medesime caratteristiche e potenzialità, non si riesce a trovare un'alternativa.
      Alla domanda se è possibile, però, potersi appoggiare su altri poligoni – e quelli che potrebbero essere compatibili sono quelli di Monteromano, in provincia di Viterbo, o Capo Teulada, in provincia di Cagliari –, è ovvio che con l'organizzazione attuale è impossibile trasferire le attività addestrative su questi due poligoni compatibili. Quindi, la brigata «Aosta» rappresenta una delle principali grandi unità, di provata esperienza, dell'Esercito italiano e deve necessariamente avvalersi di aree addestrative disponibili, senza le quali ne verrebbe compromessa l'efficienza (cioè, la brigata rimane lì e vive lì solo perché c’è quel poligono).
      Ciò premesso, però, per quanto concerne, invece, l'opportunità di spostare il poligono di tiro in altro sito – quindi l'idea è quella di lasciare la brigata in Sicilia, cosa per noi importante –, fermo restando che un'eventuale area alternativa dovrà essere indicata dalla regione Sicilia, quindi di concerto con la regione, si fa presente che le imprescindibili esigenze addestrative-operative dei reparti della Forza armata dislocati in Sicilia impongono che la futura scelta del sedime debba necessariamente ricadere, fermo restando quanto detto in premessa, su aree possibilmente demaniali – questo per questioni anche di risorse disponibili – che però devono avere una serie di requisiti. Citiamo anche in premessa quelli importanti, in modo che possano essere utilizzati per l'indagine che stiamo attivando, di fatto. Devono essere collocate in posizione baricentrica rispetto alle sedi stanziali dei reparti insistenti in ambito regione, in modo da poter essere facilmente raggiungibili attraverso la rete stradale, questo è ovvio; non devono ricadere in zone soggette a tutela ambientale (sito di importanza comunitaria, parchi regionali, riserve naturali o aree monumentali sottoposte a tutela quali patrimonio mondiale dell'Unesco).
      Nell'ottica di una fattiva collaborazione, sono in corso incontri tra rappresentanti del comando della Regione militare sud e della presidenza della regione Sicilia, allo scopo di discutere le problematiche connesse con l'area del poligono di Drasi e l'individuazione di una nuova area da destinare a uso poligono, cercando di contemperare le imprescindibili esigenze addestrative della Forza armata con gli aspetti che attengono all'impatto ambientale Pag. 3e allo sviluppo turistico ed economico dell'area, che comunque per la regione Sicilia sono fattori altrettanto importanti.

      PRESIDENTE. L'onorevole Bosco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

      ANTONINO BOSCO. Signor Presidente, voglio innanzitutto ringraziare il Governo per l'impegno dimostrato su un tema a me caro e caro a tutti gli agrigentini e ai residenti nell'intera provincia di Agrigento. Ringrazio anche il sottosegretario Alfano perché, come diceva lui poc'anzi, mesi addietro è venuto personalmente a fare un sopralluogo nell'area di cui stiamo parlando, di cui parlo nella mia interrogazione, però ritengo, sottosegretario e Governo tutto, che bisogna continuare a fare tanto per questa vicenda. Bisogna tenere accesi i riflettori e continuare a coinvolgere le comunità locali e le associazioni ambientaliste che in questi anni – e sono tanti – assieme a me e ad altri esponenti politici si sono occupati del poligono militare di Drasi, che – ed è giusto ricordarlo – ricade in uno dei tratti più suggestivi del litorale siciliano, uno dei posti più belli di tale litorale, di straordinaria bellezza paesaggistica e ambientale, in cui c’è un mare incontaminato, in cui ci sono una fauna e una flora da salvaguardare, in cui ci sono anche delle specie volatili assolutamente rare e di pregio che appartengono al mondo del Mediterraneo.
      Questo litorale si trova a pochi chilometri dalla città di Agrigento e dalla Valle dei templi e da più di cinquant'anni, purtroppo, lì risiede un poligono militare, si fanno esercitazioni militari, in un posto che invece meriterebbe oggettivamente altra destinazione. Perché, vedete, la provincia di Agrigento è una provincia che sta soffrendo, che spesso va sulle cronache nazionali per essere ultima in tante classifiche, però se vogliamo pensare, caro sottosegretario, allo sviluppo economico, sociale e turistico della città di Agrigento, ritengo che dobbiamo iniziare a venir fuori da queste contraddizioni, cioè far sì che in un posto di straordinaria bellezza come quello di Punta Bianca non ci siano più le esercitazioni militari, ma ci sia invece – così come sancito tra l'altro da un decreto del 2001 della regione siciliana, che ha detto che quel posto ha un valore paesaggistico – una riserva naturale che possa essere fruibile ai cittadini, che possa essere fruibile ai turisti e che possa rappresentare un elemento per proteggere e allo stesso tempo valorizzare Punta Bianca e, quindi, rappresentare un momento di crescita sotto l'aspetto economico-sociale.
      Io mi rendo conto che per motivi militari e logistici l'Esercito italiano debba avere un posto in cui svolgere queste esercitazioni. Prendo atto, e ne sono soddisfatto, che c’è una disponibilità formale da parte dell'Esercito e del Ministero della difesa ad individuare un nuovo sito che non sia quello di Drasi e di Punta Bianca.
      Questo va fatto insieme alla regione siciliana. Già mesi fa ebbi un incontro e partecipai a un tavolo tecnico con l'assessore regionale al territorio e ambiente. Approfitto in quest'Aula per rivolgere, a questo punto, vista la disponibilità del Ministero della difesa, un forte e accorato appello al presidente della regione siciliana e a tutto il governo siciliano affinché facciano in fretta, affinché non perdano più tempo nell'individuazione di un nuovo sito all'interno del territorio siciliano, in modo tale da liberare dalle esercitazioni militari un posto che è di straordinaria bellezza. Invito chi non lo conosce, magari anche i colleghi parlamentari delle altre zone, a cliccare su Google Punta Bianca: si renderanno conto di cosa stiamo parlando e di quanto bello sia quel posto.
      Voglio anche, per concludere, ringraziare il generale Dalzini, che, in questi mesi, ha dimostrato grande disponibilità e sensibilità ogni qual volta è venuto sul territorio, anche quando vi sono stati momenti di tensione per le proteste di chi abita a pochi chilometri da quel poligono militare; lo voglio ringraziare pubblicamente per la disponibilità, per il modo con cui si è approcciato al problema.

      PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

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      ANTONINO BOSCO. Quindi, signor sottosegretario – concludo, Presidente –, continuiamo a tenere accesi i riflettori su Punta Bianca, sul poligono militare di Drasi, perché, dopo questa vostra disponibilità a spostare da lì il sito militare, ritengo che possiamo riuscire a raggiungere l'obiettivo.

(Iniziative volte a tutelare i livelli occupazionali delle sedi della TNT express presenti in Italia – n. 3-00155)

      PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Nicchi ed altri n. 3-00155, concernente iniziative volte a tutelare i livelli occupazionali delle sedi della TNT express presenti in Italia (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
      Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli, ha facoltà di rispondere.

      FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, l'interrogazione dell'onorevole Nicchi pone all'attenzione del Governo la questione relativa alla situazione occupazionale della TNT Global Express spa, con sede in San Mauro Torinese (Torino) e filiali in tutta Italia, che il 10 giugno 2013 ha comunicato l'attivazione della procedura di mobilità per riduzione di personale, volta alla risoluzione del rapporto di lavoro di 854 dipendenti su 2.980 lavoratori occupati (licenziamento collettivo).
      Ricordo che la società, esercente l'attività di corriere, è inquadrata, ai fini INPS, nel settore «servizi»; pertanto, non può beneficiare della cassa integrazione guadagni straordinaria. Il 3 luglio 2013, l'esame congiunto tra l'azienda e le organizzazioni sindacali nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil-Trasporti, con la delegazione territoriale e le RSA aziendali, si è concluso con verbale di mancato accordo, richiedendo le organizzazioni sindacali il ritiro della procedura di mobilità e la presentazione di un piano industriale a salvaguardia dei livelli occupazionali, anche attraverso un accordo di solidarietà.
      Il 18 luglio 2013 la società ha sottoscritto, presso il Ministero che rappresento, un verbale di accordo conclusivo della procedura di licenziamento collettivo. Il citato verbale ha registrato la concorde volontà delle parti sociali di far fronte all'esubero, con la finalità di evitare conseguenze traumatiche per i livelli occupazionali aziendali, attraverso il ricorso al trattamento di CIG in deroga, con modalità e tempistiche diverse, e comunque necessariamente sino al 31 dicembre 2013, con riguardo ad un numero massimo di 928 lavoratori.
      Il programma di CIG in deroga è stato affiancato da un piano di misure di gestione degli esuberi, includenti anche la mobilità incentivata sulla base del criterio esclusivo della non opposizione al licenziamento da parte del singolo lavoratore. Azienda e organizzazioni sindacali hanno tenuto incontri periodici volti a monitorare lo stato di avanzamento del processo di ricollocazione, le singole situazioni locali legate alla collocazione del personale in CIG e alle ricollocazioni proposte e il percorso di outplacement.
      Lo scorso 30 settembre, in virtù dell'accordo del 18 luglio 2013, la TNT Global Express spa ha presentato istanza al Ministero che rappresento di trattamento straordinario d'integrazione salariale in deroga per il periodo 1o settembre-31 dicembre 2013, la cui istruttoria è ancora in corso in quanto la competente Direzione generale è in attesa di ricevere dalla società l'elenco aggiornato dei lavoratori sospesi, il cui numero dovrebbe essere di poco inferiore alle 700 unità, rispetto al numero iniziale di 928.
      Preciso, al riguardo, che l'esigenza di conoscere il numero effettivo di lavoratori sospesi con le percentuali di orario di sospensione è legata alla necessità di quantificare l'onere finanziario di spesa come intervento a carico del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione.
      Successivamente, il 21 gennaio scorso, presso il Ministero che rappresento è stato esperito l'esame congiunto e raggiunto Pag. 5l'accordo per il ricorso ad un nuovo periodo di CIG in deroga, dal 1o gennaio 2014 al 31 marzo 2014, per un numero massimo di 578 lavoratori (a zero ore, senza rotazione per i lavoratori addetti a filiali o a lavorazioni cessate o che cesseranno; a rotazione con riduzione media dell'orario del 7-8 per cento, per gli altri lavoratori), con anticipo del relativo trattamento economico da parte dell'azienda, nonché per l'accesso a percorsi di outplacement e di ricollocazione interna per la gestione degli esuberi. La relativa istanza di richiesta del trattamento straordinario dell'integrazione salariale in deroga, presentata proprio lo scorso 20 marzo, è ancora in corso di istruttoria.
      Il 6 febbraio 2014 la società ha avviato una nuova procedura di licenziamento collettivo dichiarando a quella data un esubero di 294 unità, a seguito della quale l'azienda e le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto, in data 18 febbraio 2014, verbale di mancato accordo e richiesto al Ministero che rappresento la convocazione per l'esame congiunto in sede governativa.
      L'accordo, concluso il 19 marzo 2014 in sede di esame congiunto, ha previsto: la prosecuzione della cassa integrazione in deroga dal 1o aprile 2014 al 30 giugno 2014 per un numero massimo di 525 lavoratori, a cui la società si è impegnata ad anticipare il trattamento di integrazione salariale (CIG a zero ore senza rotazione e CIG a rotazione con riduzione dell'orario di lavoro dell'8 per cento); la possibilità per la società di procedere alla messa in mobilità entro il 30 giugno 2014, di un numero massimo di 294 lavoratori, da individuarsi in via esclusiva sulla base del criterio di non opposizione al licenziamento, a cui verranno erogati incentivi in base all'anzianità di servizio, come da importi concordati nel verbale sottoscritto a margine del predetto accordo; l'accesso a percorsi di outplacement. Le parti hanno, infine, concordato incontri periodici in sede nazionale per monitorare l'attuazione delle modalità e tempistiche della CIG e l'applicazione del piano di gestione degli esuberi.
      L'azienda ha, inoltre, reso noto al Ministero dello sviluppo economico che il confronto con le organizzazioni sindacali, finalizzato ad un approccio condiviso per l'implementazione del piano di ristrutturazione, strutturato su base triennale, si concluderà nel 2015 con l'obiettivo di rendere possibile il business dell'azienda nel mercato nazionale.
      In conclusione, vorrei rassicurare gli onorevoli interroganti, l'onorevole Nicchi in questo caso, in merito all'attenzione rivolta dal Ministero che rappresento a questa situazione aziendale della TNT Global Express Spa, tenuto anche conto degli istituti di tutela del reddito dei lavoratori finora attivati.

      PRESIDENTE. L'onorevole Marisa Nicchi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

      MARISA NICCHI. Signor Presidente, sottosegretario Franca Biondelli, noi riceviamo questa risposta in modo tardivo, perché avevamo presentato l'interrogazione all'epoca del precedente Governo. Apprezziamo che lei ci risponda; purtroppo, nel corso di questi mesi si sono verificati quei fenomeni che volevamo scongiurare. Si è persa occupazione da parte di questa multinazionale e questo va ad aggiungersi alla sofferenza di tanti lavoratori che perdono il lavoro.
      Naturalmente, qui noi lo ribadiamo e utilizzo questi pochi minuti per dire che l'atteggiamento della multinazionale è stato un atteggiamento molto unilaterale, abbastanza traumatico. Tra l'altro, come lei ha citato, non prevede delle corresponsabilità economiche per la parte che riguarda l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, che sono quelle protezioni assolutamente indispensabili per affrontare crisi di questa portata, che riguardano tante famiglie.
      Tuttavia, lei ha ricostruito la vicenda. Noi la prendiamo in parola sulla sua disponibilità e la sua attenzione, perché rimane ancora aperta una serie di impegni a cui noi la chiamiamo e rispetto a cui Pag. 6abbiamo capito che è disponibile a dare peso, sostegno e a lavorare costruttivamente per il Governo. Glieli cito, perché sono gli impegni che sono stati anche richiesti dai sindacati unitari che hanno partecipato a questa vicenda così drammatica e così difficile per gli effetti sull'occupazione.
      Il primo è il seguente, cioè che si prevedano le coperture della cassa integrazione per tutto il periodo previsto dal piano aziendale, che si conclude nel 2015. Siamo arrivati, di deroga in deroga, alla fine di giugno: noi le chiediamo di trovare le coperture per tutto il periodo che riguarda il piano industriale.
      Secondo: che vengano ripristinati gli incentivi, con le stesse modalità e con le stesse quantità, che erano previsti dall'accordo precedente e che permettano, quindi, anche questi, una fuoriuscita protetta di una parte dei lavoratori.
      Il terzo obiettivo è quello di un monitoraggio delle uscite lavorative dall'azienda, in modo tale che, quando queste non coinvolgono chi è in cassa integrazione, vengano ricoperte con chi è in cassa integrazione a zero ore (quindi, monitorare in modo tale che un'uscita possa essere rimpiazzata da chi oggi è in cassa integrazione).
      Questi tre impegni sono quelli che i sindacati unitari chiedono al Governo ed alla multinazionale. Vogliamo cogliere la sua attenzione per ribadirglieli, perché dietro a questa vicenda, come sempre, ci sono la vita e i diritti di tanti lavoratori e lavoratrici.

(Iniziative volte a garantire i presidi scolastici nei piccoli comuni, con particolare riferimento ai comuni montani – n. 2-00196)

      PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Giulietti n. 2-00196, concernente iniziative volte a garantire i presidi scolastici nei piccoli comuni, con particolare riferimento ai comuni montani (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
      Chiedo all'onorevole Giulietti se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

      GIAMPIERO GIULIETTI. Signor Presidente, abbiamo presentato l'interpellanza in occasione dell'avvio dell'anno scolastico facendo seguito ad un appello anche dell'ANCI Umbria, che da anni si batte per mantenere la scuola sui territori. Si chiede che venga garantita un'istruzione ovviamente di qualità.
      Nonostante l'azione forte e determinata, ci si trova alla vigilia di un anno scolastico – così si diceva in quel momento: oggi l'anno scolastico è terminato e si sta per avviarne un altro fra qualche mese – con situazioni di emergenza scolastica, con comuni che presentano scuole in sofferenza o che rischiano di scomparire, soprattutto perché l'aumento delle pluriclassi fa aumentare l'esodo verso i grandi centri.
      Essendo documentato che la chiusura di una scuola fa aumentare la marginalità dei territori, scelta gravissima per l'Umbria, per la sua conformazione, per le sue tantissime piccole città, è necessario che il Governo si impegni ad assegnare organico per gestire almeno le situazioni di sofferenza che vengono segnalate.
      In Umbria le pluriclassi sono attualmente 90 e necessitano di organico aggiuntivo per garantire una didattica di qualità; non vanno comunque misconosciute le capacità di quegli insegnanti che hanno saputo «fare scuola» anche nelle pluriclassi, ma c’è una tendenza negativa che porta i genitori a trasferire in altra scuola, senza pluriclasse, i propri figli.
      Altra questione riguarda le liste d'attesa nelle scuole dell'infanzia dei piccoli centri, che non possono essere trattate alla stessa stregua delle liste di attesa dei grandi comuni: pur non trattandosi di scuola dell'obbligo, se le richieste non vengono evase, si favorisce la fuga delle future iscrizioni alla scuola primaria.
      Insomma, i comuni chiedono che la scuola resti sui territori e che venga potenziata, assicurando il diritto allo studio a tutti i cittadini, indipendentemente dal Pag. 7luogo ove si vive. Ed è necessario che lo Stato garantisca l'istruzione capillare e uniforme sul territorio nazionale.
      Ad oggi, le risposte e le scelte hanno privilegiato un accentramento che non produce alcun beneficio a nessuno dei soggetti interessati, ma che impoverisce il sistema scolastico dentro uno schema in cui le responsabilità vengono rimpallate e in cui non si fa il benché minimo sforzo per garantire quella protezione territoriale che diventa anche protezione sociale. Anche quando si potrebbe fare qualcosa, anche quando si tratta di scegliere, seppur in una condizione difficile e complessa, si privilegia l'accentramento nella logica dei grandi numeri.
      C’è, quindi, bisogno di un'azione sistemica, ma anche di interventi puntuali e minimali, concreti, immediatamente programmabili e realizzabili che produrrebbero benefici immediati su tutto il sistema, scelte che possono essere compiute e che fanno riferimento a precise responsabilità politiche.
      Salvare le scuole dei piccoli comuni significa lasciare presidi territoriali, evitare congestioni a livello centrale, garantire una didattica ricca perché proporzionata e pluricentrica, salvaguardare gli investimenti fatti dai piccoli e grandi comuni in termini di sicurezza e messa a norma degli edifici e di garanzia di servizi di qualità connessi al sistema scolastico.
      In questo caso, la sordità produrrebbe ulteriori danni ad un organismo che già ha bisogno di cure e non si può consentire di svegliarsi tra qualche anno con un sistema scolastico disintegrato e fondato sullo spreco. Sullo spreco perché per risparmiare attraverso tagli indiscriminati si perdono eccellenze e riferimenti importanti per garantire, appunto, pluralità e valorizzazione dei territori minori: obiettivi da più parti richiamati come fondamentali nella prossima programmazione europea.
      La scuola dei piccoli centri non deve essere trattata come deroga, ma con leggi e risorse specifiche, con una strategia di tutela e valorizzazione della permanenza delle popolazioni su territori definiti marginali, ma di grande importanza in merito alla gestione delle risorse naturali, alla qualità territoriale e alla coesione sociale
      Chiediamo quali iniziative il Governo intenda mettere in atto per: considerare le scuole dei comuni montani con una normativa specifica, e non più come deroga, assicurando nella dotazione organica assegnata dal Ministro la copertura per le scuole montane, stabilendo priorità nell'assegnazione dell'organico a cura degli uffici scolastici regionali; magari abbassare il parametro di costituzione delle pluriclassi nelle scuole dei comuni montani, che al momento è fissato in un massimo 18 alunni, per evitare la creazione di pluriclassi comprendenti più gruppi di alunni di età diverse, anche non contigue; abbassare il numero minimo di alunni per classe, attualmente a 10 per i comuni montani, portandolo almeno a 6-8 alunni; valutare l'attivazione di sezioni per la scuola dell'infanzia con numero di 10 alunni nei comuni montani, come previsto dal decreto ministeriale n.  176 del 1997; affrontare il problema delle liste di attesa della scuola dell'infanzia anche nei piccoli comuni, spesso privi di altri servizi per l'infanzia; definire l'ottimale dimensionamento della rete scolastica attraverso criteri e parametri e non solo il numero degli alunni, cercando di coniugare le istanze degli enti locali con l'esigenza di una qualità del servizio; investire nella formazione degli insegnanti che lavorano nelle pluriclassi, al fine di garantire un insegnamento di qualità e condizioni adeguate per l'innovazione didattica; garantire, poi, la continuità pluriennale degli insegnanti nelle scuole di montagna, legando la concessione di punteggi aggiuntivi ad un'effettiva continuità di servizio, secondo criteri da concordare tra le parti sociali; impegnare, infine, le regioni, come già avviene in alcune parti d'Italia, a sostenere progetti innovativi volti a superare le sofferenze di organico (docente e personale amministrativo, tecnico e ausiliario) nelle piccole scuole, nell'ottica di sostenere, potenziare e valorizzare questi presidi educativi, strettamente legati al loro territorio.Pag. 8
      A tal fine, chiedo se il Governo ritenga opportuno istituire un gruppo di lavoro interistituzionale per la scuola di montagna e la montanità, che potrebbe rivelarsi opportuno strumento per la programmazione educativa del territorio.

      PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi, ha facoltà di rispondere.

      GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, ricordo che la normativa vigente in materia di organizzazione del servizio scolastico sul territorio contiene già specifiche disposizioni per le aree montane e le piccole isole, per quanto attiene sia al numero minimo di alunni per la formazione delle classi, sia al numero minimo di alunni necessari per mantenere il plesso scolastico. E ricordo anche che, per tali zone, vi è l'abbattimento del 10 per cento rispetto al parametro ordinario minimo di alunni necessario per mantenere il plesso scolastico. Anche le istruzioni sulla distribuzione del personale docente, impartite annualmente dagli uffici centrali del Ministero, richiamano espressamente l'opportunità di riservare particolare attenzione alle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali.
      Per quanto riguarda la situazione della regione Umbria, richiamata anche dall'interpellante, per l'anno scolastico 2013-2014 il fenomeno delle pluriclassi è piuttosto contenuto: sono infatti attive 76 pluriclassi su un campione regionale di 5698 classi, di cui 2079 di scuola primaria. Altrettanto contenuto è il problema delle liste di attesa della scuola dell'infanzia, che per l'anno scolastico 2013-2014 sono state quasi completamente abbattute.
      Ciò premesso, condivido le osservazioni formulate nell'interpellanza in merito all'opportunità di sostenere e valorizzare il servizio scolastico nei piccoli centri montani e alla circostanza che attraverso l'istruzione scolastica può essere attenuato il rischio di isolamento di questi centri e favorito il relativo sviluppo.
      Sulla segnalazione di predisporre una normativa specifica su questo tema, il Ministero è disponibile a collaborare con il Parlamento nell'esame di proposte legislative in tale direzione, tenendo conto che alcuni degli interventi auspicati dagli onorevoli interpellanti sono realizzabili solo attraverso un intervento normativo primario mentre, per quanto riguarda il dimensionamento della rete scolastica e i criteri di assegnazione del punteggio ai docenti impiegati nelle scuole dei comuni montani, si tratta di decisioni rimesse, rispettivamente, alla competenza delle regioni e alla contrattazione collettiva.
      Ricordo poi il progetto «Aree interne», avviato dal Ministero per la coesione territoriale e al quale partecipa anche il MIUR, che è finalizzato al rilancio economico e sociale delle cosiddette aree interne del Paese, tra le quali rientrano i piccoli comuni montani, valorizzando in esse i servizi essenziali, soprattutto in materia di istruzione, salute e mobilità. Questo progetto potrà anche fornire l'occasione per elaborare specifiche iniziative volte a definire nuovi criteri di distribuzione del personale scolastico che valorizzino i presidi educativi dei comuni montani.

      PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale «Guglielmo Marconi» di Penne (Pescara), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
      L'onorevole Giulietti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

      GIAMPIERO GIULIETTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Toccafondi per l'attenzione che ha posto nell'esaminare la situazione nella regione Umbria – l'ANCI si faceva promotore anche di questa interpellanza –, regione formata anche da tanti piccoli e piccolissimi centri dove la scuola spesso diventa l'unico elemento di coesione per quelle piccole comunità.
      Accolgo con favore anche la disponibilità del Governo, insieme al Parlamento, ovviamente, per ragionare anche di una Pag. 9specifica normativa che possa agevolare l'istruzione nei piccoli centri. Ritengo che il progetto «Aree interne», sviluppato dal Ministro per la coesione territoriale insieme al Ministero dell'istruzione e della ricerca, potrà essere uno strumento valido.
      Ribadisco il fatto che gli elementi di sofferenza che oggi si vivono in molte scuole del nostro territorio sono per i comuni un elemento di grave preoccupazione, perché spesso la scuola, in particolare la scuola dell'infanzia, soprattutto in comuni disagiati e dislocati in maniera difficile da raggiungere, è davvero il primo e spesso anche l'unico elemento che tiene in vita quelle comunità.
      Per questo, normative apposite ma anche attenzioni apposite del Ministero e degli uffici scolastici regionali potrebbero non soltanto aiutare a valorizzare quegli insediamenti, quelle comunità, ma anche garantire a quei ragazzi piccoli, piccolissimi in alcuni casi, l'elementare diritto allo studio ma, soprattutto, anche la qualità della vita in quell'età, che diventa fondamentale.
      Al di là di questo, comunque, la ringrazio per l'attenzione e anche per il lavoro che, magari, con il progetto sviluppato dal Ministero per la coesione territoriale si potrà fare insieme.

      PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
      Sospendo ora la seduta, che riprenderà alle ore 11 con il seguito della discussione della proposta di legge: Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n.  18, recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014.

      La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 11,05.

Preavviso di votazioni elettroniche.

      PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
      Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,30. La seduta è sospesa.

      La seduta, sospesa alle 11,06, è ripresa alle 11,30.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1224-1256-1304-1305 – D'iniziativa dei senatori: Fedeli ed altri; Alberti Casellati ed altri; Amoruso; Calderoli: Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n.  18, recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 2213); e delle abbinate proposte di legge: Cicu; Mosca ed altri; Capelli ed altri; Marguerettaz ed altri; Vargiu; Bruno Bossio ed altri; Francesco Sanna ed altri; Balduzzi ed altri; Pisicchio; Migliore ed altri (A.C. 144-792-958-1216-1357-1473-1545-1878-1916-1933) (ore 11,30).

      PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, d'iniziativa dei senatori: Fedeli ed altri; Alberti Casellati ed altri; Amoruso; Calderoli: Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n.  18, recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014; e delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati: Cicu; Mosca ed altri; Capelli ed altri; Marguerettaz ed altri; Vargiu; Bruno Bossio ed altri; Francesco Sanna ed altri; Balduzzi ed altri; Pisicchio; Migliore ed altri.Pag. 10
      Ricordo che, nella seduta del 7 aprile 2014, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.
      Avverto che, nella seduta odierna, la Commissione Affari costituzionali ha proceduto all'abbinamento della proposta di legge Giorgia Meloni ed altri n.  1970: Modifica all'articolo 4 della legge 24 gennaio 1979, n.  18, in materia di eleggibilità alla carica di membro del Parlamento europeo spettante all'Italia, che deve pertanto intendersi ricompresa nella relazione sui progetti di legge in esame.

(Esame degli articoli – A.C. 2213)

      PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.
      Avverto che l'articolo premissivo Toninelli 01.07, a pagina 6, del fascicolo deve intendersi numerato come 01.0100.
      Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2213).
      Colleghi, per favore...
      Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
      A tal fine, il gruppo Lega Nord e Autonomie e il gruppo Misto, per la componente politica del Centro Democratico, hanno segnalato gli emendamenti da porre comunque in votazione.
      Anche il gruppo MoVimento 5 Stelle è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre in votazione.
      In proposito, ha chiesto di intervenire l'onorevole Danilo Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, le chiederei un attimo di silenzio perché il mio è un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Colleghi per favore... colleghi, per favore...

      DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Il richiamo al Regolamento è proprio relativo all'articolo 85-bis del Regolamento della Camera, relativo alla segnalazione degli emendamenti che lei, Presidente, o l'Ufficio di Presidenza, ha fatto nei confronti dei gruppi parlamentari e anche del MoVimento 5 Stelle. Noi, Presidente, contestiamo questa richiesta di segnalazione, innanzitutto perché l'articolo 85-bis che chiede la segnalazione degli emendamenti si rifà al realizzarsi della casistica prevista dall'articolo 85, comma 8, la quale afferma che il Presidente pone in votazione gli emendamenti che si differenziano esclusivamente per argomenti a scalare, la cosiddetta norma del «canguro», ovverosia emendamenti tra loro differenti esclusivamente per variazione a scalare di cifre, dati o espressioni altrimenti graduate. Ebbene, Presidente, questo comma è stato fatto per limitare l'attività ostruzionistica dei gruppi parlamentari. Il MoVimento 5 Stelle che, in questo momento io rappresento, ha presentato 25 emendamenti e non 250, non ha alcuna intenzione di fare attività ostruzionistica e, di conseguenza, contesta l'applicazione dell'85-bis perché dei 25 emendamenti non ce n’è alcuno a scalare, e nemmeno per variazione di principi. Di conseguenza, non accettiamo la richiesta di segnalazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Toninelli. È stato contestato il fatto che la Presidenza applichi in via automatica a tutti i provvedimenti, e quindi anche a questo in esame, quanto previsto dall'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, del Regolamento che prevede la possibilità di procedere a votazioni per principi o riassuntive e che, di conseguenza, vengano richieste ai gruppi le segnalazioni degli emendamenti da porre comunque in votazione ai sensi dell'articolo 85-bis del Regolamento.

Pag. 11

      A tal proposito, rilevo che l'applicazione della richiamata norma regolamentare a tutti i provvedimenti, in via sistematica, è stata adottata fin dall'entrata in vigore della relativa disposizione, sulla base di costante prassi, che appare la sola in grado di assicurare un'imparziale applicazione dell'istituto da parte della Presidenza, a prescindere dal particolare contenuto dei singoli provvedimenti. Osservo, inoltre, che lo stesso comma 4 dell'articolo 85-bis, nella parte in cui esclude esplicitamente che le votazioni riassuntive o per principi si possano applicare nella discussione dei progetti di legge costituzionale e di quelli indicati dall'articolo 24, comma 12, del Regolamento, ammette che tale modalità di votazione si possa applicare a tutti gli altri progetti di legge. Alla luce di tali emendamenti, in mancanza di segnalazione, la Presidenza, dunque, porrà in votazione gli emendamenti presentati dal gruppo MoVimento 5 Stelle fino a concorrenza del numero complessivo di emendamenti che possono essere segnalati da ciascun gruppo.

      DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, siccome riteniamo che l'interpretazione corretta della norma sia per emendamenti a scalare e siccome ribadiamo che i nostri 25 emendamenti non sono a scalare e quindi non rientrano nell'applicazione di questa norma, chiediamo che venga investita la Giunta per il Regolamento della corretta applicazione della segnalazione degli emendamenti prevista dall'articolo 85-bis in combinato disposto con l'articolo 85, comma 8. Non segnaliamo emendamenti, ma ne ritiriamo quattro, perché non accettiamo la segnalazione.

      PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, prendo atto delle sue precisazioni. Mi riservo di segnalare la questione alla Presidenza della Camera affinché investa la Giunta per il Regolamento della questione che appunto lei solleva; prendo anche atto del ritiro degli emendamenti che ha appena comunicato alla Presidenza.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2213)

      PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2213).
      Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative riferite all'articolo 1. Invito anche i colleghi ad abbassare il tono della voce, così il relatore può darci il parere.

      ROBERTA AGOSTINI, Vicepresidente della I Commissione. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1, non perché non ci siano emendamenti che meritino di essere presi in considerazione, ma perché pensiamo sia necessario approvare il testo in tempi brevi, visto che, tra poco, scade il termine per la presentazione delle liste per le elezioni europee.

      PRESIDENTE. Quindi, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti.

      PRESIDENTE. Il Governo ?

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Matteo Bragantini 01.07.
      Ha chiesto di parlare l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà. Invito i colleghi a prendere posto e a stare in silenzio, ci sono interventi in Aula. Colleghi, Pag. 12per favore. Se liberiamo anche l'emiciclo non guasta. Onorevole Lattuca. Prego, onorevole Bragantini.

      MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi, questa è una proposta emendativa a mio avviso importante, perché va a regolamentare la presentazione delle liste. È ovvio che non riguarda già queste elezioni, ma va a sollevare una problematica che riguarda un po’ tutte le elezioni che vengono svolte. Infatti, come sapete, basta presentare i simboli al Ministero e questi vengono accettati in ordine di presentazione. La proposta che noi facciamo è quella che, quando questi simboli non siano quelli di rappresentanti di partiti che sono già presenti in Parlamento, in consiglio regionale o al Parlamento europeo, la loro presentazione deve essere corredata da almeno diecimila firme e che la durata di questi simboli sia di dieci anni. Questo perché, se ogni elettore può firmare solo una volta, può darsi che, dopo dieci anni, ritenga utile presentare un altro simbolo. Riteniamo che questo sia utile. Perché è utile questa norma ? Perché altrimenti succede che moltissimi simboli vengano presentati solo per meri motivi di disturbo e disorientamento dell'elettorato. Per capirci: ci sono delle persone che presentano dei simboli simili, ad esempio, a quello del PD o a quello della Lega Nord – è successo tantissime volte – prendendo voti non perché hanno un programma chiaro, ma semplicemente perché sperano nell'errore dei nostri cittadini e che questi voti vengano considerati validi.
      Oppure, che facciano addirittura dei «ricatti politici», lo dico tra virgolette, del tipo: se voi non mi presentate direttamente nelle vostre liste o vincendo, noi presentiamo questo simbolo. A nostro avviso, questo non è il modo di fare politica, ma ha un altro nome: questo è imbrogliare i cittadini e riteniamo sia giusto regolamentare, in modo differente e più stringente, la presentazione dei simboli in modo che sia chiaro, anche perché ci sono simboli molto simili che veramente non hanno senso di esistere. Dunque, se vogliamo bene alla democrazia, noi riteniamo che i simboli e gli elettori debbano avere la piena conoscenza e non possano essere indotti in errore su chi vogliono votare in base ai programmi e non in base a delle forme grafiche scorrette. Ciò penso possa andare bene a tutti i veri partiti e i veri movimenti perché non penso che nessuno voglia vincere le elezioni grazie a piccoli trucchetti e non perché ha convinto la maggior parte dei cittadini che il loro programma sia corretto. Dunque, ritiro questo emendamento, perché presenteremo un ordine del giorno e però chiediamo che si vada a mettere mano il prima possibile a questa grande problematica.

      PRESIDENTE. Quindi, l'articolo premissivo Matteo Bragantini 01.07 è da intendersi ritirato.

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei dare conto di una discussione già svolta in Commissione affari costituzionali, dove il collega Bragantini aveva motivato, con gli stessi argomenti, il perché di questo articolo permissivo e dove già allora, in quella sede, il Governo si era impegnato ad affrontare in maniera molto seria l'argomentazione, soprattutto – lo dico per correttezza, perché l'ordine del giorno è ovviamente auspicabile; e ciò, per metterci nelle condizioni di comprendere se basta una semplice via amministrativa, quindi con una circolare, o se invece abbiamo bisogno di una modifica di tipo legislativo, ma siccome l'argomento mi pare degno di un'argomentazione fondata, anche per non generare dubbi in una libera e democratica competizione, il Governo chiede al collega, come ha già fatto, il ritiro e conferma la piena disponibilità a valutare pienamente l'ordine del giorno.

Pag. 13

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Catalano 01.011.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

      ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, questo è uno degli emendamenti presentati per modificare il sistema di raccolta delle firme e il numero, in particolare, un numero sproporzionato rispetto alla popolazione reale delle circoscrizioni e delle regioni; sappiamo infatti che, per ogni regione, c’è bisogno di non meno di tremila firme. Quindi, questo emendamento va a modificare esattamente questo, ad esempio la sproporzione grande che c’è fra Lombardia e Val d'Aosta, pensiamo soltanto, ad esempio, in Germania dove, con 4 mila firme, una lista si può presentare. Più che altro siamo disposti a ritirarlo ma vorremmo un parere del Governo, ossia se la trasformazione in ordine del giorno può ricevere un parere favorevole.

      PRESIDENTE. Chiedo al Governo se intende intervenire al riguardo.

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, al collega non sfugge che, ovviamente, l'articolo premissivo, come qualcun altro che è successivo, interviene direttamente nella modifica della legge del 1979, quindi è del tutto evidente che si tratta di un'operazione di modifica legislativa. Io credo di dover valutare il tipo di ordine del giorno per come viene scritto: se vi è un impegno ad operare, attraverso una disposizione legislativa, cambiamenti proprio di tipo normativo è un conto, altrimenti accoglierlo semplicemente in vista di una modifica io penso sia possibile, ma se ciò avvenisse in maniera descrittiva e prescrittiva, rispetto alla situazione attuale, mi pare difficile perché è una modifica del testo di legge che non è oggetto anche dello stesso provvedimento.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.

      IVAN CATALANO. Signor Presidente, lo ritiro e presenterò un ordine del giorno come indicato dal sottosegretario.

      PRESIDENTE. Quindi, l'articolo premissivo Catalano 01.011 è da intendersi ritirato. Avverto che i presentatori hanno ritirato le seguenti proposte emendative: Nuti 01.051 e 1.1, Dieni 1.3 e D'Ambrosio 01.05.
      Ricordo che l'articolo premissivo Zaccagnini 01.010 non è stato segnalato.
      Prendo atto che il presentatore dell'articolo premissivo Furnari 01.09 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
      Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Furnari 01.09, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Capezzone, Folino, Rocco, Vezzali, Bombassei, Savino, Calabria, Martino, Bragantini, Marcolin non riesce a votare... Gadda, Rizzetto, Chimienti, Del Grosso, Currò, Rizzetto non riesce a votare... Colleghi non siate impazienti, è la prima votazione della mattina, sapete che meno di quella «mezzoretta» non dura. Ci siamo ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     354            
            Votanti     351            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     176            
                Hanno votato
      28                
                Hanno votato
no     323).                

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo D'Ambrosio 01.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.Pag. 14
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Romele, Folino, Simoni, Vignali, Di Lello, Giammanco... Non estragga la tessera, onorevole Giammanco, altrimenti facciamo notte. Marroni, Beni, Fucci ... alla svelta... abbiamo votato tutti ? Lavagno... Non estragga la tessera...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     362            
            Votanti     338            
            Astenuti       24            
            Maggioranza     170            
                Hanno votato
      60                
                Hanno votato
no     278).                

      (I deputati Terzoni e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e il deputato Marantelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

      Passiamo all'articolo premissivo Zaccagnini 01.08.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

      ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, anche se mi rendo conto che la motivazione per cui verranno respinte tutte le proposte emendative è una motivazione che potrebbe avere un senso, in una realtà è una motivazione addotta troppe e troppe volte in quest'Aula, ovvero quella che in tempi brevi deve essere approvato un provvedimento affinché i suoi risultati ed i suoi effetti siano immediatamente applicabili alle elezioni in corso.
      Dal punto di vista metodologico è assolutamente criticabile questo, perché si va a intervenire su un provvedimento, finalmente lo si calendarizza, lo si discute e poi non lo si può modificare nelle sue storture, nelle sue criticità, nelle sue sproporzioni.
      Questo sistema di raccolta delle firme è stato creato dal Governo Berlusconi, ed è stato palesemente istituito per ostacolare la raccolta delle firme da parte di tutti quei soggetti politici nuovi che si affacciano alla politica e che hanno la volontà di presentarsi alle elezioni. La sproporzione è talmente grande e, soprattutto, il sistema è stato creato in maniera così fraudolenta che è semplice dimostrarlo semplicemente con dei numeri. La Valle d'Aosta deve raccogliere 3 mila firme, le stesse della Lombardia; solo che la Lombardia sfiora i 9 milioni di abitanti e la Valle d'Aosta ne ha meno di 1 milione, certamente. Quindi, in alcuni emendamenti proponiamo che sotto il milione di abitanti si possano raccogliere meno firme, così come chiediamo la proporzionalità nel numero delle firme da raccogliere e altri criteri che cercano di rendere la proposta più sensata e più proporzionata alla popolazione residente.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Zaccagnini 01.08, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Murer, Leone, Di Lello, Realacci... attenzione... Quaranta, Bonifazi... onorevole Quaranta, provi a votare; perfetto. Ci siamo ? Onorevole Simoni.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     373            
            Votanti     369            
            Astenuti         4            
            Maggioranza     185            
                Hanno votato
      27                
                Hanno votato
no     342).                

Pag. 15

      Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo «Rignano Incisa» di Rignano sull'Arno, in provincia di Firenze, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune, insieme a studenti e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, anch'essi presenti in tribuna (Applausi).
      Passiamo all'articolo premissivo Cozzolino 01.050.
      Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo premissivo Cozzolino 01.050 formulato dalla Commissione.

      EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, questa proposta emendativa a noi sembra una proposta emendativa di puro buon senso e, soprattutto, non è una proposta emendativa che presentiamo guardando esclusivamente al prossimo deposito delle liste, ma proprio per sanare quella che ci sembra un'irrazionalità della normativa. Prevede, oltre al criterio delle firme totali, che servono per depositare una lista in ciascuna delle circoscrizioni, anche quello del 10 per cento di elettori in ciascuna regione, che formano le circoscrizioni. È una norma assolutamente irragionevole, in particolare per quanto riguarda la circoscrizione Nord-Ovest, nella quale figura la piccola Valle d'Aosta. È una disposizione irragionevole che finisce per ripercuotersi alla fine solo sulle liste di nuova costituzione, che non hanno alcuna rappresentanza né al Parlamento nazionale né a quello europeo.
      Proprio per questo, noi proponiamo di modificare almeno questo aspetto della normativa. Questo provvedimento, almeno teoricamente, ha come oggetto la parità di accesso alla cariche elettive. A nostro avviso ha poco senso prevedere la parità di accesso alle candidature all'interno di una lista se allo stesso tempo si lasciano in vigore norme che rendono difficile la candidatura non a questo o a quel candidato ma a liste intere. Quindi, invito a votare questa proposta emendativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cozzolino.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cozzolino 01.050, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Giorgetti, Totaro, Capua, Tripiedi, Artini, Zanin, Bernardo...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     378            
            Votanti     377            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     189            
                Hanno votato
      88                
                Hanno votato
no     289).                

      Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Pilozzi 01.016.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

      NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, anche questa proposta emendativa, come molte di quelle che abbiamo appena votato, interviene sulla disciplina della raccolta delle firme per la presentazione delle liste e ancora una volta – è stato detto più volte – mette in evidenza una stortura nella normativa, e cioè l'obbligo di raccogliere le firme per un minimo del 10 per cento del numero complessivo di ogni circoscrizione in tutte le regioni che vanno a comporre quella circoscrizione. E come è stato detto anche ora, questa stortura è particolarmente evidente in alcuni casi, la Valle d'Aosta per la circoscrizione del nord ovest, il Molise per la circoscrizione del sud. Però, vede, signor Presidente, mi rivolgo qui anche al Governo e alla maggioranza, non capisco davvero la ragione di un parere contrario di fronte ad una proposta emendativa di Pag. 16buon senso. Non c’è soltanto un problema tecnico, c’è una evidente irrazionalità, c’è un'idea della democrazia. Questa norma, per come è scritta, costituisce un ostacolo obiettivo alla possibilità di accedere alla campagna elettorale e cioè alla possibilità che diverse opzioni politiche si misurino e provino, sulla base della loro capacità di costruire consenso, ad ottenere un risultato più o meno convincente, cioè provino a fare quello che in democrazia dovrebbe essere favorito e non impedito. E lo dico con ancora più convinzione perché oggi anche chi in questa campagna elettorale si è trovato unico a doversi misurare con la raccolta delle firme nella lista L'Altra Europa con Tsipras, di cui noi facciamo parte, anche chi si è trovato, appunto, in questa condizione, ha raccolto le firme necessarie, anche nella piccola Valle d'Aosta e nel piccolo Molise. Dunque, questa proposta emendativa non riguarda la condizione di qualche specificità in corso d'opera, riguarda un'idea della democrazia, riguarda la prossima campagna elettorale, riguarda la possibilità di tutti di poter competere ad armi pari.
      Ecco a me pare e parrebbe una scelta di buon senso, di responsabilità democratica di tutti e di tutte, votare questa proposta emendativa. È una cosa che ha a che fare con la buona politica, con una buona idea di democrazia. Ora io capisco che in un tempo nel quale il tema dell'accesso alla rappresentanza e della cura della democrazia è un po’ claudicante, in un momento nel quale gli sbarramenti salgono invece di diminuire anche quando, come per le europee, non si tratta di votare un Governo, ma di partecipare alla costruzione di una rappresentanza perfino complessa, come quella di tutta Europa. Capisco che siamo in un momento nel quale tra un po’ guardando i sondaggi qualcuno proporrà di alzare gli sbarramenti e magari di portarli non più all'8, come succede con l’«Italicum», ma al 12, magari al 30, al 31, per fare della democrazia il luogo dell'esercizio di un solo partito. Ma questa roba non va bene. Questa roba non parla di un Paese che prova a misurarsi in modo intelligente con un tema complesso come quello della rappresentanza, da cui dipende anche la capacità di costruire coesione sociale e di dare risposte complesse ai problemi complessi del Paese e dell'Europa.
      Per questo insistiamo e chiediamo un ripensamento, un atto di buon senso e di correttezza a tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Pilozzi 01.016, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Lombardi, Pisicchio, Saltamartini, Fantinati...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     385            
            Votanti     367            
            Astenuti       18            
            Maggioranza     184            
                Hanno votato
      92                
                Hanno votato
no     275).                

      (Il deputato Scanu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Su che cosa ?

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, noi riteniamo una forzatura, e ci associamo anche a quanto detto dai colleghi...

      PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, deduco che non intervenga sull'emendamento.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. No, non intervengo sull'emendamento, mi perdoni.

Pag. 17

      PRESIDENTE. È un richiamo al Regolamento, immagino.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Esatto, stavo entrando direttamente nel merito. Ci associamo a quanto anche detto dal gruppo del MoVimento 5 Stelle per quanto riguarda la scelta fatta dalla Presidenza di segnalare gli emendamenti a questa proposta di legge.
      Dico questo perché mi rendo conto che una possibile risposta della Presidenza è la materia prevalente o l'articolato della norma stessa, però vorrei segnalare alla Presidenza...

      PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, chiedo scusa, però la segnalazione degli emendamenti è cosa altra dalla...

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Sì, mi scusi, sto finendo. Siamo contrari alla segnalazione e al contingentamento e alla limitazione della possibilità di discutere gli emendamenti. Faccio presente questo e chiedo alla Presidenza di avere anche questa sensibilità, che vuole dire, semplicemente, rispettare la possibilità di dibattito nell'Aula, oltretutto su un provvedimento dove mi sembra che nessun gruppo stia facendo ostruzionismo.
      Basta leggere il titolo della proposta di legge, dove si dice chiaramente: «Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n.  18, recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014».
      Se non è questa pura materia elettorale, mi domando quale sia ! Se dopo bisogna fare delle forzature, ritengo che queste forzature siano pericolose. Quindi, invito la Presidenza a riflettere, perché, se è vero che nell'Ufficio di Presidenza è stato accordato il contingentamento dei tempi, questo non vuole dire poter...

      PRESIDENTE. Nella Conferenza dei presidenti di gruppo.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. ... chiedere anche – sì, nella Conferenza dei presidenti di gruppo – la limitazione nella discussione degli emendamenti stessi. Quindi, veramente inviterei la Presidenza a riflettere, perché si creerebbe un precedente che riteniamo pericoloso.

      PRESIDENTE. Sono state sollevate obiezioni in ordine alla circostanza che l'esame degli articoli della proposta di legge in esame sia stato contingentato a partire dal primo calendario dei lavori. Al riguardo, osservo in primo luogo che la proposta di legge n.  2213 reca modifiche alla legge n.  18 del 1979 in materia di elezioni di rappresentanti italiani al Parlamento europeo e ha la finalità di rafforzare la rappresentanza di genere, in attuazione dell'articolo 51 della Costituzione, argomento non ricompreso tra quelli elencati all'articolo 49 del Regolamento in materia di voto segreto.
      In particolare, il provvedimento si compone di disposizioni, prevalenti dal punto di vista quantitativo, non segretabili (la previsione della composizione paritaria, sotto il profilo della rappresentanza di genere, delle liste sia quella dell'alternanza di genere nelle prime due posizioni della lista si inseriscono in un contesto normativo in cui è previsto il voto di preferenza) e di disposizioni, rispetto alle prime complementari, segretabili (si tratta di quelle riguardanti l'obbligo di esprimere la terza preferenza nei confronti di candidati di sesso diverso e il conseguente annullamento in caso contrario).
      Con riferimento alla segretabilità del provvedimento nel suo complesso, la Presidenza ha ritenuto di ricorrere ad un criterio di natura quantitativa e di sviluppo del testo, anziché ad un criterio finalistico, concorrendo a determinare le finalità del provvedimento tanto le disposizioni segretabili di cui al comma 1 e di cui al comma 2, lettera c), quanto quelle non segretabili di cui al comma 2, lettere a) e b).
      In altri termini, i vincoli relativi alla composizione delle liste sono assolutamente complementari rispetto alle altre e, Pag. 18come tali, hanno la stessa rilevanza nel perseguimento della complessiva finalità della legge.
      In base a tale valutazione il provvedimento si deve considerare non segretabile nel suo complesso e quindi contingentabile fin dal primo calendario di iscrizione.
      Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Lombardi 01.02.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lombardi. Ne ha facoltà.

      ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, con questo emendamento si vogliono eliminare tutte quelle norme di privilegio che esentano dalla raccolta delle firme per la presentazione delle candidature.
      In particolare, attualmente nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare, anche in una sola delle due Camere, nella legislatura in corso, i quali abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere.
      Un secondo caso riguarda i partiti o gruppi politici che nell'ultima elezione della Camera dei deputati abbiano presentato liste per l'attribuzione dei seggi in ragione proporzionale, con le quali si sia collegato, ai sensi dell'articolo 18, comma 1, del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, pur sotto diverso contrassegno, un candidato risultato eletto in un collegio uninominale: norma che attualmente non è applicabile con il Porcellum, ma che potrebbe trovare nuovamente applicazione dopo l'ipotetica approvazione dell'Italicum.
      Terzo caso: per i partiti o gruppi politici che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio al Parlamento europeo.
      Quarto caso: nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere. Per intenderci, una qualsiasi lista di una forza politica nuova non dovrebbe, ad esempio, raccogliere le firme se mettesse nel suo simbolo da qualche parte il logo di qualche partito ricadente nei primi tre casi.
      Naturalmente le modificazioni trovano applicazione dalle elezioni del Parlamento europeo successive a quelle già convocate per il 2014 – tra quindici giorni praticamente –, sul presupposto che un incremento non possa entrare in vigore già per le elezioni attuali, per le quali la raccolta delle firme è già in stato avanzato, e comunque sul presupposto dell'inopportunità di apportare modificazioni alla legislazione elettorale così a ridosso delle elezioni.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Lombardi 01.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Cicu, Lavagno, Di Lello, Tartaglione, Abrignani, Duranti, Verini, Capua, Della Valle.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     403            
            Votanti     402            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     202            
                Hanno votato
      68                
                Hanno votato
no     334).                

      Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Dieni 01.03.

      DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento in conseguenza di quanto appena Pag. 19detto dal collega Fedriga. Mi scuso, Presidente, se non l'ho fatto immediatamente dopo, ma certamente lo permetterà.
      L'articolo 85-bis del Regolamento, che richiama l'articolo 85, comma 8, – come giustamente ha detto il collega Fedriga – porta all'esclusione della segnalazione chiesta dalla Presidenza ai gruppi per le materie richiamate dall'articolo 24, ovverosia vi rientra anche la legge elettorale. Lei, Presidente, ha dato una risposta, che immagino il collega della Lega Nord, ma certamente anche il MoVimento 5 Stelle, non accettano nel merito.
      Quindi, riteniamo una grossa forzatura che la Presidenza abbia richiesto una segnalazione di emendamenti su una legge che comunque verte sui meccanismi di trasformazione dei voti in seggi, ovverosia la legge elettorale europea, e le chiediamo anche in questo caso, come nel mio precedente richiamo al Regolamento, di rinviare la questione alla Giunta per il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, l'articolo 85-bis si riferisce ai progetti di legge costituzionale e a quelli di eccezionale rilevanza, ma non a questo.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

      FEDERICA DIENI. Signor Presidente, anche questo emendamento interviene...

      PRESIDENTE. Prego, onorevole Dieni.

      FEDERICA DIENI. I colleghi volevano una risposta sull'intervento del collega Toninelli.

      PRESIDENTE. L'ho data la risposta: ho precisato che non si riferisce a questo, l'avevo già detto. Prego, onorevole Dieni.

      FEDERICA DIENI. Anche questo emendamento interviene nella disciplina che esenta dalla raccolta delle firme per la presentazione delle candidature. A differenza dell'emendamento precedente, non si vanno ad eliminare tutti i casi di privilegio attualmente previsti, facendo salva l'ipotesi dell'esenzione dalla raccolta delle firme per quei partiti e per quelle forze politiche che abbiano ottenuto un seggio al Parlamento europeo nelle ultime elezioni, in quanto questa è l'ipotesi più ragionevole tra quelle attualmente previste per legittimare l'esenzione.
      Naturalmente le modificazioni trovano applicazione dalle elezioni del Parlamento europeo successive a quelle già convocate per il 2014, sul presupposto che un incremento non possa entrare in vigore già per le elezioni attuali, per le quali la raccolta delle firme è già in stato avanzato e comunque vi è l'inopportunità di apportare modificazioni alla legislazione elettorale a ridosso delle elezioni.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Dieni 01.03, con il parere contrario di Commissione e Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Ventricelli ? Gregori ? Ruocco ? Giammanco ? Patriarca ? Berlinghieri ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     407            
            Votanti     401            
            Astenuti         6            
            Maggioranza     201            
                Hanno votato
      65                
                Hanno votato
no     336).                

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Nuti 01.04, con il parere contrario di Commissione e Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dell'Aringa ? Duranti ? Di Lello ? Zaratti ? Berlinghieri ? Nesci ?

      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 20
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     404            
            Votanti     396            
            Astenuti         8            
            Maggioranza     199            
                Hanno votato
      63                
                Hanno votato
no     333).                

      L'articolo premissivo D'Ambrosio 01.05 è stato ritirato.
      Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Fraccaro 01.06, su cui vi è il parere contrario di Commissione e Governo.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

      RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente e colleghi, la proposta emendativa in discussione è volta ad eliminare l'esenzione dalla raccolta delle firme prevista dall'articolo 12 della legge n.  18 del 1979, secondo cui non è richiesta nessuna sottoscrizione se la lista è contraddistinta da un contrassegno composito, in cui è contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere.
      La legge sull'elezione della delegazione italiana al Parlamento europeo è stata più volte modificata mediante l'introduzione di norme che violano a mio avviso la Costituzione, limitando e comprimendo l'efficacia e l'effettività del diritto di voto costituzionalmente garantito.
      In particolare, il comma 4 dell'articolo 12, che vi chiediamo di abrogare, altera la concorrenza tra i soggetti già presenti all'interno del Parlamento europeo uscente e quelli che vogliono invece accedervi in base ad elezioni libere e democratiche.
      Consentire un'esenzione delle sottoscrizioni alle liste che siano contraddistinte da un contrassegno che ricomprenda all'interno i soggetti esenti dall'obbligo di raccogliere le firme – quindi PD, Forza Italia e compagnia bella – provoca una distorsione della rappresentanza perché, ovviamente, chi è già presente all'interno del Parlamento o in altre istituzioni ha un vantaggio competitivo non indifferente.
      Si tratta, quindi, di un privilegio ingiustificabile a danno degli altri soggetti. Per questo, vi chiediamo di abrogare questa norma di favore che agevola le forze politiche già presenti nelle istituzioni per imbalsamare la partitocrazia al potere.
      Con questo emendamento si elimina una delle più assurde e manipolative previsioni attualmente in vigore rispetto all'esenzione della raccolta delle firme per la presentazione delle candidature.
      Questa modifica dovrà trovare applicazione a partire dalle successive elezioni europee, in quanto per quelle attuali, non solo la raccolta delle firme è già in stato avanzato, ma sarebbe del tutto inopportuno apportare modificazioni alla legislazione elettorale a ridosso delle elezioni. Il danno, quindi, è già stato fatto, ma è essenziale evitare che si ripeta per il futuro.
      L'Europa dell’austerity, del MES, del fiscal compact, della sovranità popolare calpestata in nome degli interessi finanziari, dell'unità monetaria e del divario sociale è stata costruita mattone su mattone dagli stessi partiti che ora si candidano per trasformarla. Chi rappresenta la causa del problema non può certo fornire le soluzioni. A maggior ragione l'esigenza di rinnovamento della classe dirigente va promossa e garantita, non solo eliminando ogni sorta di ostacolo al concorso di tutte le forze e movimenti della società, ma introducendo una legislazione più favorevole allo sviluppo delle dinamiche politiche.
      La norma in oggetto, invece, persegue l'obiettivo opposto: salvaguardare le attuali forze politiche per consentire l'autoconservazione della casta. È una disposizione che comprime la democrazia per imporre ai cittadini il sistema fallimentare, quello sì, della partitocrazia e costringere i nuovi soggetti a fare alleanze nel quadro del desolante scenario dei partiti.
      Prevedere l'esenzione per la raccolta delle firme a beneficio delle liste che abbiano un contrassegno ricomprendente soggetti già esistenti è uno strumento di Pag. 21coercizione delle alleanze per ricondurre tutte le alternative politiche nell'eterno recinto dei partiti. Insomma, è un bieco stratagemma che ricorda le azioni per la fidelizzazione dei consumatori tipo i pass che consentono di saltare la fila; una tessera express che concede dei benefici ai soggetti sottoscrittori facendoli in cambio dei clienti affezionati della partitocrazia. Chi si allea con le forze politiche già esistenti è esentato dalla raccolta firme e magari riceve anche in omaggio un set di bicchieri. Il venditore di pentole che avete imposto ai cittadini come Presidente del Consiglio evidentemente non sa più cosa inventarsi.
      Le norme elettorali in un Paese civile non possono subire le logiche del marketing, logiche che volete ovviamente applicare con questa norma. Non potete stravolgere le regole della rappresentanza solo per ottenere qualche voto in più. Questa è la domanda che dobbiamo farci, soprattutto gli elettori alle prossime europee: vale così poco per voi la democrazia in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti...

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, articolo 85, comma 8. Visto che abbiamo notato che la Presidenza ha voluto forzare la mano volendo dire quale materia è prevalente in una norma che è palesemente elettorale, noi chiediamo anche che venga rispettato appieno il comma 8 dell'articolo 85, ovvero che vadano segnalati gli emendamenti a scalare. Se dobbiamo essere ligi al Regolamento – la prego di non rispondermi che la prassi è comunque quella, secondo cui spetta alla Presidenza, di decidere il numero e, quindi, indipendentemente se sono emendamenti a scalare o no –, noi chiediamo che vengano discussi tutti gli emendamenti che non sono a scalare.

      PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, la risposta che ho dato precedentemente all'onorevole Toninelli, che sottoponeva una questione analoga, vale anche per la questione che lei ha sollevato.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Prego, onorevole Fedriga, ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, vorrei leggere all'Aula l'articolo 85, comma 8: «Qualora siano stati presentati ad uno stesso testo una pluralità di emendamenti, subemendamenti o articoli aggiuntivi tra loro differenti esclusivamente per variazione a scalare di cifre o dati o espressioni altrimenti graduate, il Presidente pone in votazione quello che più si allontana dal testo originario e un determinato numero di emendamenti intermedi». Se non si tratta di emendamenti a scalare, non si può applicare la segnalazione e, quindi, la restrizione del numero di emendamenti.
      Capisco che in precedenza è stata utilizzata altra prassi ma è altrettanto vero che non ho mai visto una legge elettorale per la quale si utilizza la materia prevalente e quindi si contingentano i tempi e il numero degli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Toninelli 01.0100, sul quale è stato formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, con questo articolo premissivo noi chiediamo la soppressione di una regola che riteniamo democraticamente inaccettabile, che, purtroppo, abbiamo visto inserita all'interno dell'Italicum – peggiore, ricordiamo, del Porcellum – e che vediamo presente anche nella proposta di Pag. 22legge per le elezioni europee ovverosia quella delle pluricandidature in più circoscrizioni. È presente anche in questa proposta di legge elettorale.
      Noi, con questo emendamento, chiediamo che un candidato si possa candidare semplicemente in una circoscrizione e non utilizzare la propria conoscibilità politica od economica o il proprio potere economico di fare campagne elettorali molto dispendiose, candidandosi come capolista in tutte le varie macrocircoscrizioni per carpire il voto e poi ritirarsi, facendo vincere il secondo della lista in caso di preferenze identiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Colleghi, scusate, dobbiamo ancora mettere in votazione l'articolo premissivo Fraccaro 01.06. L'onorevole Fraccaro è intervenuto ma non ha accettato l'invito al ritiro, quindi passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Fraccaro 01.06, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Polverini... Murer... Latronico... Carnevali... Nesci...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     421            
            Votanti     415            
            Astenuti         6            
            Maggioranza     208            
                Hanno votato
      71                
                Hanno votato
no     344).                

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Toninelli 01.0100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Ricordo che l'articolo premissivo Toninelli 01.0100 è stato rinominato ed è quello riportato a pagina 6 del fascicolo dove è pubblicato come Toninelli 01.07. Tuttavia, essendo rinominato, lo devo chiamare con il nuovo numero: Toninelli 01.0100.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Tidei... Fraccaro... Zaratti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     419            
            Votanti     418            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     210            
                Hanno votato
    104                
                Hanno votato
no     314).                

      Passiamo all'articolo premissivo Fraccaro 01.052.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

      RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente e colleghi, nell'ottica del rispetto dell'articolo 6 della Costituzione, che tutela le minoranze linguistiche, l'attuale disciplina della legge elettorale per le elezioni europee prevede delle norme in favore dei partiti espressione di minoranze linguistiche – quella francese in Val d'Aosta, quella tedesca in Alto Adige e quella slovena in Friuli Venezia Giulia – e questo è corretto, anzi è perfettamente in linea con i principi generali del dettato costituzionale.
      Non è corretto, invece, ciò che la legge vigente prevede nello specifico. Sarebbe bene, in realtà, se imparaste ad attenervi a quanto previsto dalla Costituzione, invece di stravolgerne puntualmente il contenuto a seconda di ciò che vi conviene. In particolare, il comma sul quale vi chiediamo di intervenire con questa proposta emendativa prevede la possibilità per i partiti, espressione di minoranze linguistiche, di collegarsi, ai fini della distribuzione dei seggi, con un'altra lista presentata nella stessa circoscrizione, purché quest'ultima sia presente in tutte le circoscrizioni Pag. 23con il medesimo contrassegno. In pratica, questo significa che le liste di minoranza linguistica sono obbligate a collegarsi con liste grandi di livello nazionale. In questo modo, le minoranze sono costrette ad allearsi con i partiti dell'attuale maggioranza, per finire poi, puntualmente, a fare i loro interessi a discapito, ovviamente, delle autonomie. È una specie di istigazione al lento avvelenamento, in alternativa alla rapida morte politica, che incatena la democrazia partecipativa delle minoranze al ceppo dei grandi partiti.
      Con il nostro articolo premissivo si interviene sotto due profili: da un lato, si permette alle liste, espressione di minoranze linguistiche, di collegarsi ad una qualsiasi altra lista, presentata eventualmente anche in un'altra circoscrizione; dall'altro, si toglie l'obbligo, da parte della lista espressione di minoranze linguistiche che voglia collegarsi, di doversi necessariamente collegare con una lista grande di livello nazionale presente in tutte le circoscrizioni.
      La previsione contenuta nel comma 9 dell'articolo 12 della legge n.  18 del 1979 incide sulla libera determinazione delle scelte delle minoranze linguistiche, creando un grave vulnus, a mia opinione, in relazione in particolare ad alcune minoranze e violando, mediante tale obbligo di coalizione, anche la libertà di voto di cui all'articolo 48 della Costituzione. Non dimentichiamo che la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche è uno degli aspetti più significativi all'interno della tutela dei diritti fondamentali dell'ordinamento e che la Costituzione italiana utilizza il termine «minoranze» proprio in relazione a quelle linguistiche nell'articolo 6, impegnando la Repubblica ad assicurare loro una particolare tutela tramite apposite norme.
      La tutela delle minoranze presuppone, quindi, l'adozione a favore dei membri delle minoranze stesse di misure per l'attuazione e la conservazione della propria specificità. Ebbene, la norma che vi chiediamo di abrogare crea una grave disuguaglianza e discriminazione tra le liste che appartengono ad una minoranza linguistica e quelle che, invece, a tale minoranza non appartengono, risolvendosi non solo in una disparità di trattamento, ma anche in una grave menomazione della libertà di collegarsi con altre liste, partecipando liberamente alla competizione elettorale. Con la nostra proposta emendativa, quindi, vogliamo consentire la massima libertà alle liste espressione di minoranze linguistiche di collegarsi a chi ritengano più opportuno, eventualmente anche ad altre liste espressione di minoranze linguistiche presentatesi in qualsiasi circoscrizione, al fine di riunire i propri voti per cercare di eleggere un rappresentante che potrebbe davvero portare nelle istituzioni la voce di tutti i gruppi linguistici presenti sul nostro territorio.
      Invece, con la vostra norma, le sedicenti forze politiche rappresentanti delle minoranze continueranno ad essere ostaggio della partitocrazia. Ecco, la vostra concezione di tutela: significa fare dei prigionieri. Anche in rappresentanza, quindi, dei gruppi linguistici di minoranza, noi continueremo a fare resistenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marguerettaz. Ne ha facoltà.

      RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, apprezzo lo sforzo del collega Fraccaro di difendere le minoranze linguistiche, come la minoranza linguistica della Valle d'Aosta alla quale appartengo. Una considerazione: non è obbligando un apparentamento più facile che si tutelano le minoranze linguistiche. Se si vuole davvero che la minoranza linguistica valdostana sia presente in seno al Parlamento europeo, basterebbe fare quello che si è fatto a suo tempo per garantirne la presenza all'interno di questo Parlamento: vale a dire, fare della Valle d'Aosta una circoscrizione elettorale uninominale, in modo che ad almeno un rappresentante della minoranza linguistica valdostana possa essere garantito di sedersi al Parlamento europeo. A questo riguardo, io Pag. 24avevo presentato una proposta di legge – ma già i miei predecessori lo avevano fatto nelle scorse legislature –, alla quale non è mai stato dato seguito.
      Io credo che, più in generale, il dibattito si stia svolgendo proprio su un rafforzamento, anche da parte dei presentatori degli emendamenti, del concetto democratico: se noi pensiamo che il nostro Paese esprime circa 79 – se non vado errato – europarlamentari, io credo che se almeno uno di questi fosse rappresentativo di ogni realtà regionale, non solo delle minoranze linguistiche di questo Paese, noi avremmo dato davvero una migliore rappresentanza al nostro Paese e avremmo rafforzato il concetto di democrazia.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Fraccaro 01.052, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Lavagno, D'Ambrosio.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     412            
            Votanti     407            
            Astenuti         5            
            Maggioranza     204            
                Hanno votato
      85                
                Hanno votato
no     322).                

      (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

      Ricordo che l'emendamento Nuti 1.1 è stato ritirato.
      Passiamo all'emendamento Fraccaro 1.2.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

      RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, con questo emendamento, invece, cerchiamo di sopprimere il comma 1 dell'articolo 1, il quale prevede che, nelle prime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, nel caso di tre preferenze, queste debbano riguardare candidati di sesso diverso, pena l'annullamento della terza preferenza. Cioè, invece di armonizzare la rappresentanza di genere, si crea uno scontro diretto tra i componenti delle liste, le famose «quote rissa», rispetto alle quali avete già dato spettacolo, azzuffandovi proprio in quest'Aula.
      La norma sulla quale, invece, chiediamo di intervenire viola la libera espressione del diritto di voto garantita dall'articolo 48 della Costituzione. La disposizione incide sul diritto di elettorato attivo, comprimendo e limitando il diritto fondamentale appartenente a ciascun cittadino, cioè il diritto di conoscere e di concorrere all'elezione dei propri rappresentanti politici. Gli elettori dovrebbero essere liberi di scegliere i propri rappresentanti, invece di subire le limitazioni imposte da questa previsione incostituzionale. Ma siamo di fronte ad una norma della quale appare difficile anche cogliere solo la ratio.
      Si dice di voler introdurre una preferenza di genere che, di fatto, però non viene introdotta, in quanto le prime due preferenze di qualunque genere siano si mantengono valide. Queste sono le «impari» opportunità, non le «pari» opportunità, quelle che stanno a fondamento della vostra composizione parlamentare.
      C’è un altro aspetto che riflette la mentalità partitocratica: con le previsioni dell'annullamento della terza preferenza, anziché di tutte e tre, si consente di indicare una sequenza di preferenze che possono rendere il voto riconoscibile, così incentivando il voto di scambio, quello che avete annichilito appena pochi giorni fa; un altro piccolo regalo a favore del voto di scambio e a svantaggio del voto liberamente espresso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      L'annullamento della terza preferenza non è, quindi, in nulla uno strumento che Pag. 25innalza la soglia di presenza per le donne, assicurando effettivamente pari opportunità di accesso alle cariche elettive, e, ancora una volta, il MoVimento 5 Stelle vi porta a scuola di democrazia: abbiamo il 44 per cento di donne elette, il 52 per cento di capolista donne, anche per le europee non abbiamo avuto bisogno di operazioni di pinkwashing per scegliere il 50 per cento di donne tra i nostri candidati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È la partitocrazia che deve ricorrere a queste finte quote rosa per far credere di voler garantire la parità di genere, ma in realtà tutela solo i nominati dai partiti. Lasciate decidere ai cittadini, prendete esempio, per una cosa solamente, dal MoVimento 5 Stelle.
      Con l'emendamento in discussione chiediamo, inoltre, e forse questa è la cosa più importante, di evitare di apportare modifiche alla legge elettorale che operino già nella tornata elettorale che si svolgerà nel mese di maggio. Una revisione della normativa elettorale che interviene poco prima dello scrutinio è antidemocratica, lo ripeto; è antidemocratica e non lo dico io, lo dice la Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, meglio nota come Commissione di Venezia. Mi sono in particolare attivato per ottenere la traduzione del codice di buona condotta in materia elettorale; chissà perché questo codice è stato ignorato da voi partiti, e vi informo, e cito la Commissione di Venezia presieduta da un italiano, da un illustre italiano, che la stabilità del diritto è un elemento importante per la credibilità di un processo elettorale ed è essenziale al consolidamento della democrazia. Infatti, se le norme cambiano spesso, l'elettore può pensare che il diritto elettorale sia uno strumento di potere che utilizza il potere per manovrarlo a proprio favore e che il voto dell'elettore non è, di conseguenza, l'elemento che decide il risultato dello scrutinio. Questo lo dice la Commissione di Venezia. Insomma, è evidente che questa modifica è legata ad interessi congiunturali di partito, ma noi vi diciamo: state comunque sereni perché alle europee vinciamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Mazziotti Di Celso... pare che abbiano votato tutti... Benedetti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     417            
            Votanti     411            
            Astenuti         6            
            Maggioranza     206            
                Hanno votato
      72                
                Hanno votato
no     339).                

      (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Ricordo che l'emendamento Dieni 1.3 è stato ritirato.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Ravetto, Corsaro, Brandolin.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     422            
            Votanti     416            
            Astenuti         6            
            Maggioranza     209            
                Hanno votato
      71                
                Hanno votato
no     345).                

Pag. 26

      (I deputati Capodicasa e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Piras, Abrignani, Oliaro, Toninelli.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     427            
            Votanti     393            
            Astenuti       34            
            Maggioranza     197            
                Hanno votato
      74                
                Hanno votato
no     319).                

      (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      D'Uva, Bragantini.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     427            
            Votanti     426            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     214            
                Hanno votato
    106                
                Hanno votato
no     320).                

      (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Passiamo all'emendamento Migliore 1.17, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

      MARISA NICCHI. Signor Presidente, l'articolo 51 della Costituzione italiana prevede che tutti cittadini dell'uno e dell'altro sesso possano accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza e, a tal fine, la Repubblica – la Repubblica ! – promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.
      La ratifica della Convenzione di Istanbul parla di rafforzare l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne. Le misure come questa che noi introduciamo, la doppia preferenza uomo-donna, vogliono assicurare la concreta attuazione di questi principi, anche in modo da uniformare il sistema elettorale europeo con i sistemi elettorali utilizzati nei comuni e in molte regioni. Ecco, misure che fanno sempre discutere; mi vorrei rivolgere alle nostre colleghe e ai colleghi che molto si sono espressi, anche precedentemente.
      Talvolta, ci si rapporta a queste misure con una sorta di disprezzo misogino; eppure, sono misure che sono state introdotte in molti Paesi dell'Europa più democratica e, comunque, sono misure che non hanno nulla a che fare con l'idea di protezione e di tutela delle donne perché noi tutti sappiamo, comunque collocati e seduti in questi scranni, che le donne italiane non si sentono seconde a nessuno, che sono ovunque, che hanno realizzato una trasformazione della propria vita e della società malgrado i tantissimi ostacoli.
      Il problema che qui affrontiamo è un altro: è quello del funzionamento della democrazia, del superamento di una distanza tra ciò che cambia nella società e le istituzioni. È un modo per affrontare le patologie del sistema istituzionale, affrontando più rappresentanza, non meno rappresentanza, come, per esempio, abbiamo visto nella linea seguita dal Governo e da questa maggioranza; oppure, ridurre la questione della rappresentanza all'imbuto Pag. 27che porta ad un'idea della politica in cui c’è «un uomo solo al comando» dietro cui si celano tante nuove promesse di rinnovamento.
      Queste misure ci parlano di questa idea della democrazia più ricca nonché di un altro tema che voglio nominare: si chiama «conflitto». Conflitto tra donne e uomini che sta dietro un'idea omologante della parità un po’ accomodata.
      Perché, e con questo chiudo, si parla molto del soffitto di vetro che impedisce alle donne di accedere in sedi decisionali ma quel soffitto di vetro è il pavimento su cui si reggono gli uomini, e gli uomini, anche quelli che fanno promesse rottamatorie, vogliono continuare saldamente ad appoggiarsi su questo pavimento e noi aspettiamo la prova contraria. Votate questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     424            
            Votanti     419            
            Astenuti         5            
            Maggioranza     210            
                Hanno votato
      42                
                Hanno votato
no     377).                

      (Il deputato Baroni ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

      Passiamo all'emendamento Lombardi 1.18, sul quale vi è un invito al ritiro.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lombardi. Ne ha facoltà.

      ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, due parole di spiegazione di questo emendamento partendo dalla nostra posizione, che è assolutamente nota e continuativa, sulla non condivisione delle quote rosa.
      Con questo emendamento, come con altri, si vuole passare da una misura volta ad introdurre la democrazia di genere ad una più accettabile azione positiva. In questo caso, si interviene rispetto alla disposizione relativa al numero di candidati di ciascun genere che devono essere presenti nelle liste. La proposta di legge dice che devono essere per metà uomini e per metà donne. Con il nostro emendamento diciamo invece che non più della metà possono essere uomini così consentendo, ad esempio, di fare una lista di candidati di sole donne.
      Grosso modo, nelle teorie della democrazia di genere si suppone che la società è divisa secondo una frattura generale: le donne, da una parte, e gli uomini, dall'altra. Quali sono i riflessi di questa teoria sugli istituti della rappresentanza ? Si immagina che sia un bene in sé che i rappresentanti siano metà uomini e metà donne perché soltanto in questo modo i bisogni e le visioni degli uni e degli altri troverebbero reale rappresentazione nel Parlamento. Così, secondo questa prospettiva, in sostanza le donne rappresenterebbero le donne e gli uomini rappresenterebbero gli uomini.
      Si tratta di una teoria che è in contrasto con la natura generale della rappresentanza. Il rappresentante rappresenta i suoi elettori indipendentemente dal sesso e non è detto che un elettore donna sia meglio rappresentato da un rappresentante donna e un uomo da un uomo.
      Sulla base di queste teorie, dunque, si potrebbe arrivare ad imporre giuridicamente che i candidati e persino gli eletti siano metà e metà di qualunque genere di categoria. Si potrebbe forse imporre addirittura alle donne di votare le donne e Pag. 28agli uomini di votare gli uomini. Viceversa, nella più classica teoria delle azioni positive di genere, il problema non è in sé e per sé quello di avere un organo rappresentativo che abbia un'equilibrata rappresentanza dei sessi.
      Secondo questa prospettiva, il punto è che esiste nella società un genere che per ragioni sociali, economiche e culturali di fatto è svantaggiato nella competizione elettorale, svantaggiato poi perché le assemblee rappresentative attuali hanno molti più uomini che donne e chi è già parlamentare è genericamente avvantaggiato nella contesa elettorale rispetto a chi li sfida per la prima volta. Poiché ci sarebbe uno svantaggio di fatto, si tratterebbe dunque di introdurre una misura giuridica volta a colmare con il diritto uno svantaggio di fatto.
      In conseguenza, si possono introdurre norme a vantaggio del genere svantaggiato, cioè le donne, e secondo questa ottica dunque si potrebbe imporre, nel caso in cui sia possibile esprimere tre preferenze, che almeno una riguardi una donna. Non avrebbe però senso vietare che un elettore possa esprimere tre presenze femminili. Allo stesso modo, si potrebbe imporre che una lista abbia un certo numero di donne, ma non avrebbe senso ancora una volta vietare di presentare una lista di tutte donne. In quest'ottica, inoltre, non sarebbe un bene in sé avere assemblee con un'equilibrata rappresentanza dei sessi, ma sarebbe bene eliminare gli svantaggi di fatto per un genere; così, eliminati gli svantaggi, secondo questa ottica non è un problema né avere un'assemblea di tutti uomini né un'assemblea di tutte donne.
      Sul tema, voi sapete, noi siamo sempre abbastanza tiepidi perché non condividiamo l'approccio delle quote rosa e non ci pare tra l'altro un problema nostro, perché nelle nostre competizioni interne, nelle nostre primarie, sia quelle dell'anno scorso, dove il 55 per cento dei capilista era donna, sia in queste ultime europarlamentarie, dove quasi il 50 per cento è donna, si ha la dimostrazione che quando gli elettori possono liberamente scegliere senza avere quote o «riserve panda» si affidano naturalmente alle donne e al buon senso di queste per la rappresentanza parlamentare o elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 1.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Di Lello, Lombardi...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     423            
            Votanti     390            
            Astenuti       33            
            Maggioranza     196            
                Hanno votato
      71                
                Hanno votato
no     319).                

      (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 1.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     421            
            Votanti     388            
            Astenuti       33            
            Maggioranza     195            
                Hanno votato
      71                
                Hanno votato
no     317).                

      (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 29

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 1.20.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, questo emendamento l'abbiamo presentato perché non capiamo, dal momento che bisogna che ci sia il 50 per cento dei generi presenti in lista, perché nella norma si sia previsto che solo nei primi due candidati deve esserci l'alternanza, mentre dopo la lista può essere fatta come si vuole.
      Noi riteniamo, con questo emendamento – e ne abbiamo presentati anche altri –, che, se ci deve essere un'alternanza, debba essere un'alternanza su tutta la lista. Allora avrebbe una logica, ma dire solo «i primi due», che potrebbero essere un maschio o una femmina, e dopo o tutte donne o tutti uomini e quindi, per la rimanente parte della lista, rappresentanti dell'altro sesso, mi sembra veramente una cosa assurda; non riesco a capire perché sia stata proposta e, soprattutto, perché gli esponenti e le esponenti del Partito Democratico abbiano permesso quest'assurdità.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 1.20, con il parere contrario di Commissione e Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Migliore... provi a votare senza sbloccarla, presidente Migliore. Perfetto ! Gigli...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     422            
            Votanti     418            
            Astenuti         4            
            Maggioranza     210            
                Hanno votato
    119                
                Hanno votato
no     299).                

      (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

      PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lombardi 1.21.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Benedetto. Ne ha facoltà.

      CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, vorrei dare un ulteriore contributo a quest'Aula, dato che una settimana fa si è svolto un interessantissimo incontro alla Camera dei deputati, al quale nessuno degli esponenti degli altri partiti politici era presente: l'unico presente era il MoVimento 5 Stelle. L'incontro si è svolto con Mariela Castro, la quale ha definito in maniera molto lucida i provvedimenti delle quote rosa o i provvedimenti atti ad assicurare la parità di genere nelle leggi elettorali. Li ha definiti delle discriminazioni positive. Questo credo che sia un interessante spunto di riflessione, considerato anche il fatto che Cuba è il terzo Paese al mondo per presenza femminile all'interno delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 1.21, con il parere contrario di Commissione e Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dell'Aringa... Ci siamo ? Monaco...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     421            
            Votanti     389            
            Astenuti       32            
            Maggioranza     195            
                Hanno votato
      75                
                Hanno votato
no     314).                

      (I deputati Molea e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

Pag. 30

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.24, con il parere contrario di Commissione e Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     414            
            Votanti     408            
            Astenuti         6            
            Maggioranza     205            
                Hanno votato
      90                
                Hanno votato
no     318).                

      (I deputati Malpezzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.25, con il parere contrario di Commissione e Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     420            
            Votanti     419            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     210            
                Hanno votato
    122                
                Hanno votato
no     297).                

      (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

      Passiamo agli identici emendamenti Migliore 1.26 e Toninelli 1.50.
      Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Migliore 1.26 e Toninelli 1.50 formulato dalla Commissione.

      TITTI DI SALVO. Signor Presidente, noi ci troviamo in quest'Aula ad affrontare, dopo la legge elettorale, una discussione che in realtà è sempre la stessa e la discussione che noi ci troviamo ad affrontare è quella che riguarda una confusione culturale, che pure vive e continua a vivere, o un'ostilità – una mia collega prima la chiamava «misoginia» – che pure vive e continua a vivere.
      Signor Presidente, ora noi non pensiamo che il nostro emendamento cambi il testo del provvedimento. Non siamo sprovveduti e sappiamo che questo esito è segnato. Però, pensiamo anche che sia importante continuare a porre il problema. Ho letto con attenzione la discussione che al Senato si è fatta su questi punti e mi sono trovata, per esempio, a riflettere su argomenti – penso a quello del senatore Lucio Malan – che ha argomentato che, in realtà, non si può immaginare di un privilegio che definisca, nelle preferenze che si danno, una destinazione alle preferenze di genere perché, come dice il senatore Malan, «non sono forse più deboli delle donne gli immigrati di seconda generazione» ? Oppure, ho sentito in quest'Aula argomenti da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma il punto è sempre lo stesso. Ed è un problema anche di chi propone una tesi diversa, me ne rendo conto. È come se non si riuscisse a fare arrivare il senso di una battaglia, che non è quella di immaginare delle riserve o delle quote per un sesso debole da proteggere e quindi rafforzare perché entri nelle istituzioni, perché non è questo il punto. Se arriva così, è un problema di chi ascolta ed è sicuramente anche un problema di chi propone ed è per questo che non rinunciamo a fare questa discussione, perché evidentemente c’è un problema profondo.
      Non sto qui ad analizzare le ragioni del problema profondo, però questo problema c’è. Il tema che noi proponiamo è che sia interesse del Paese e del Parlamento europeo, non di un gruppo di donne, che non sarebbero neanche la minoranza, ma comunque di un gruppo (come dice Malan, più forti le donne degli immigrati, appunto); Pag. 31non è il problema di un gruppo, ma è interesse del Paese che le istituzioni siano rappresentate dalle donne e dagli uomini. È interesse del Paese, anche dimostrabile e dimostrato, se è vero, come è vero, che c’è un rapporto tra la presenza equilibrata di donne e uomini e la qualità delle scelte politiche. Dice la Banca d'Italia – e non mi stanco di ripeterlo – che più donne nelle istituzioni corrispondono a un calo della corruzione e più donne nelle istituzioni corrispondono a un aumento degli investimenti in istruzione e in servizi. Allora, il punto è la scelta politica. Per questo non c'entra nulla vantare un diritto per una quota protetta. Noi non vantiamo un diritto per una quota protetta. Non è questo il problema, né immaginare ragionamenti, diciamo, di filosofia del diritto.
      Ho sentito prima un argomento usato dall'onorevole Lombardi sulla rappresentanza e su che cosa vuol dire la rappresentanza democratica. Noi proponiamo un'altra lettura: diciamo che la qualità della democrazia esiste, perché c’è una rappresentanza del Paese che corrisponde alla rappresentanza delle istituzioni e, quindi, per questa ragione abbiamo immaginato nella legge elettorale la democrazia paritaria e nella proposta di legge per le elezioni europee continuiamo a tenere aperta la discussione. Questo è il punto. Quindi, né un diritto per una quota riservata, come le quote riservate dei concorsi (mica parliamo di questo; non è questo il problema) né il privilegio. No, è una scelta politica di assunzione di responsabilità, perché la democrazia è migliore se rappresentata dalle donne e dagli uomini. È questo che proponiamo a quest'Aula ed è per questo che non rinunciamo anche a un emendamento che cambia il testo della proposta di legge relativa alle elezioni europee che ci fa arrivare a un'ipotesi, in questo articolo come in altri, secondo la quale addirittura noi potremmo trovarci – e ho concluso – nel 2014, nel caso in cui vengano espresse tre preferenze ed una non è relativa a un sesso diverso, ad abolire quella preferenza. Ma in questo modo si possono esprimere due preferenze per persone che hanno lo stesso sesso.
      Questo è esattamente il contrario di quanto dice l'articolo 51 della Costituzione e dell'interesse generale del Paese. Ed è per questo che testardamente continuiamo a ripeterci, cercando l'attenzione di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo emendamento riguarda una materia assolutamente rilevante, ovverosia quella della riconoscibilità del voto, dicasi voto di scambio. È una questione che abbiamo affrontato più volte. Con questo, come in altri emendamenti, introduciamo l'annullamento di tutte le preferenze espresse qualora non si rispetti la disciplina prevista dalla legge. Lo scopo della modifica è principalmente quello di arginare il fenomeno del voto di scambio che si realizza attraverso la riconoscibilità del voto. Naturalmente la sola modifica introdotta con l'emendamento non è di per sufficiente ad impedire al 100 per cento di rendere il voto riconoscibile attraverso l'espressione di una particolare sequenza predeterminata di preferenze, ma quanto meno cerca di porre un argine a tale fenomeno essenzialmente in tre modi. Innanzitutto, imponendo il rispetto della disciplina legale, pena l'annullamento di tutte le preferenze. Ciò induce la diminuzione delle possibili combinazioni di preferenze utilizzabili per rendere il voto riconoscibile. Inoltre, impedisce che attraverso l'espressione di una predeterminata sequenza di preferenze volontariamente in contrasto con la disciplina, sia ancora più facile mettere la firma, ovviamente virgolettato, su un determinato voto. Infine, si impedisce la possibilità di esprimere il voto di scambio rendendo il voto riconoscibile attraverso una determinata sequenza di preferenze senza dover nemmeno avere l'effetto collaterale di dover Pag. 32«spendere» delle preferenze per altri candidati, che invece, secondo quanto stabilito nella proposta di legge, verrebbero annullate, innalzando ulteriormente il rapporto di costi-benefici nell'espressione del voto di scambio.
      Insomma, bisogna approvare questo emendamento perché in qualche modo con il testo della proposta di legge si incentiva il voto di scambio, consentendo di indicare una certa sequenza di preferenze per rendere il voto riconoscibile, addirittura eventualmente senza la dispersione delle terze preferenze pilotate.
      Bisogna tener presente che è vero che la proposta di legge nel prevedere l'annullamento solo di alcune preferenze cerca di far salva il più possibile la volontà dell'elettore, ma è anche vero che nel «sistema Italia» i benefici di questa previsione sono immensamente inferiori ai danni che potrebbero creare soprattutto nel Mezzogiorno, addirittura favorendo la possibilità di rendere il voto riconoscibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Migliore 1.26 e Toninelli 1.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Murer, Pilozzi...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     428            
            Votanti     427            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     214            
                Hanno votato
    114                
                Hanno votato
no     313).                

      (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

      Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale Assisi 2, di Assisi, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
      Ho inoltre il piacere di informare l'Assemblea che ieri la nostra collega, onorevole Marianna Madia, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, ha dato alla luce una bambina di nome Margherita. La Presidenza, a nome di tutta l'Assemblea, le esprime i più sinceri auguri (Applausi).
      Poiché l'ordine del giorno prevede che, a partire dalle ore 13,30, abbia luogo la votazione per schede per l'elezione di un Segretario di Presidenza, sospendiamo a questo punto la seduta, per consentire la predisposizione delle cabine di voto. L'esame del provvedimento riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, una volta concluse le operazioni di scrutinio.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,14).

      MARIO MARAZZITI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, volevo, in conclusione di questa seduta antimeridiana, raccontare a quest'Aula di un fatto doloroso accaduto da poco e di cui abbiamo avuto notizia: è stato ucciso barbaramente, a Homs, l'ultimo prete che era rimasto assieme alla gente, che non aveva voluto abbandonare gli ultimi 50 cristiani e alcune famiglie musulmane in un centro storico che vedeva 90 mila cristiani solo due anni fa.
      Padre Frans Van der Lugt, 75 anni, è un gesuita, un uomo di fede, un uomo di amicizia, che ha costruito dialogo anche davanti alle bande sanguinarie e anche davanti alla violenza di regime. Bene, credo che questa morte, questo ennesimo martire della pace e del dialogo, ci impegna, come Parlamento e come Paese, con l'Europa, a cercare, con forza e presto, la via di una soluzione politica, e non di una soluzione militare. Grazie al sacrificio di Pag. 33Frans Van der Lugt e al Jesuit Refugee Service, che continua il lavoro accanto alla popolazione civile (Applausi).

      PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13,30.

      La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 13,35.

Votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

      PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.
      Ricordo che a tale elezione si procede a seguito della richiesta formulata dal gruppo Nuovo Centrodestra, costituitosi dopo l'elezione dell'Ufficio di Presidenza e non rappresentato in tale organo.
      Avverto che ciascun deputato può scrivere sulla scheda un solo nome. Le schede recanti più di un nominativo saranno considerate nulle.
      Ai sensi del richiamato articolo 5, comma 6, del Regolamento, risulterà eletto il deputato, fra quelli appartenenti al gruppo Nuovo Centrodestra, che otterrà il maggior numero di voti.
      Indìco la votazione per schede.
      Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
      Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione ad esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo. Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
      Avverto inoltre che la Presidenza ha accolto le richieste di anticipazione del voto di deputati componenti del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, come chiesto con lettera inviata dai presidenti dei due organi parlamentari.
      Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
      (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 14,25)

      (Segue la votazione).

      PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
      Invito i deputati Segretari a procedere allo spoglio delle schede presso la Sala dei ministri.
      Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.

      La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,30.

Missioni.

      PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Balduzzi, Brunetta, Caparini, Cicchitto, Costa, Dambruoso, De Girolamo, Di Lello, Epifani, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Leone, Migliore, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Ravetto, Realacci, Andrea Romano, Rossomando, Sani, Speranza, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.Pag. 34
      I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Comunicazione del risultato della votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

      PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

            Presenti e votanti     411            

      Ha ottenuto voti: Vignali 164.

            Voti dispersi     6            
            Schede bianche   204            
            Schede nulle     37            

      Proclamo eletto Segretario di Presidenza il deputato Raffaello Vignali (Applausi).

      Hanno preso parte alla votazione:

      Abrignani Ignazio
      Adornato Ferdinando
      Agostinelli Donatella
      Agostini Luciano
      Agostini Roberta
      Aiello Ferdinando
      Airaudo Giorgio
      Albanella Luisella
      Alfano Gioacchino
      Alli Paolo
      Amato Maria
      Amendola Vincenzo
      Amici Sesa
      Amoddio Sofia
      Antezza Maria
      Anzaldi Michele
      Archi Bruno
      Argentin Ileana
      Arlotti Tiziano
      Artini Massimo
      Ascani Anna
      Attaguile Angelo
      Baldassarre Marco
      Barbanti Sebastiano
      Bargero Cristina
      Baroni Massimo Enrico
      Baruffi Davide
      Basilio Tatiana
      Basso Lorenzo
      Bazoli Alfredo
      Benamati Gianluca
      Benedetti Silvia
      Beni Paolo
      Berlinghieri Marina
      Bernini Massimiliano
      Bersani Pier Luigi
      Bianchi Dorina
      Bianchi Mariastella
      Bianchi Nicola
      Biasotti Sandro
      Binetti Paola
      Bini Caterina
      Blazina Tamara
      Boccadutri Sergio
      Boccia Francesco
      Boccuzzi Antonio
      Bolognesi Paolo
      Bombassei Alberto
      Bonaccorsi Lorenza
      Bonafè Simona
      Bonafede Alfonso
      Bonomo Francesca
      Bordo Franco
      Borghi Enrico
      Bosco Antonino
      Bossa Luisa
      Bossi Umberto
      Braga Chiara
      Bragantini Matteo
      Bragantini Paola
      Brandolin Giorgio
      Bratti Alessandro
      Bray Massimo
      Brugnerotto Marco
      Brunetta Renato
      Bruno Franco
      Bruno Bossio Vincenza
      Buonanno Gianluca
      Busin Filippo
      Businarolo Francesca
      Busto MirkoPag. 35
      Buttiglione Rocco
      Calabrò Raffaele
      Campana Micaela
      Cani Emanuele
      Capelli Roberto
      Capezzone Daniele
      Capodicasa Angelo
      Capone Salvatore
      Capua Ilaria
      Carbone Ernesto
      Cardinale Daniela
      Cariello Francesco
      Carnevali Elena
      Carocci Mara
      Carra Marco
      Carrescia Piergiorgio
      Carrozza Maria Chiara
      Casati Ezio Primo
      Casellato Floriana
      Caso Vincenzo
      Castelli Laura
      Castiello Giuseppina
      Causin Andrea
      Cenni Susanna
      Censore Bruno
      Cera Angelo
      Cesaro Antimo
      Cesaro Luigi
      Chimienti Silvia
      Cicchitto Fabrizio
      Cicu Salvatore
      Cimbro Eleonora
      Ciprini Tiziana
      Cirielli Edmondo
      Coccia Laura
      Colaninno Matteo
      Colonnese Vega
      Cominelli Miriam
      Coppola Paolo
      Corda Emanuela
      Corsaro Massimo Enrico
      Coscia Maria
      Costa Enrico
      Cova Paolo
      Covello Stefania
      Cozzolino Emanuele
      Crimì Filippo
      Crivellari Diego
      Currò Tommaso
      Dadone Fabiana
      Daga Federica
      D'Agostino Angelo Antonio
      Dallai Luigi
      Dall'Osso Matteo
      Dal Moro Gian Pietro
      D'Ambrosio Giuseppe
      Dambruoso Stefano
      D'Arienzo Vincenzo
      Da Villa Marco
      De Girolamo Nunzia
      Del Grosso Daniele
      Della Valle Ivan
      Dell'Orco Michele
      De Lorenzis Diego
      De Maria Andrea
      De Menech Roger
      De Mita Giuseppe
      De Rosa Massimo Felice
      Di Battista Alessandro
      Di Benedetto Chiara
      Dieni Federica
      Di Maio Marco
      D'Incà Federico
      D'Incecco Vittoria
      Di Salvo Titti
      Di Vita Giulia
      Donati Marco
      D'Ottavio Umberto
      Duranti Donatella
      D'Uva Francesco
      Fabbri Marilena
      Faenzi Monica
      Famiglietti Luigi
      Fantinati Mattia
      Fanucci Edoardo
      Farina Daniele
      Farina Gianni
      Fassina Stefano
      Fauttilli Federico
      Fedi Marco
      Ferraresi Vittorio
      Ferrari Alan
      Ferro Andrea
      Fiano Emanuele
      Fiorio Massimo
      Fitzgerald Nissoli Fucsia
      Folino Vincenzo
      Fontana Cinzia Maria
      Fontana Gregorio
      Fossati Filippo
      Fraccaro Riccardo
      Fragomeli Gian Mario
      Fregolent Silvia
      Frusone LucaPag. 36
      Fucci Benedetto Francesco
      Furnari Alessandro
      Gadda Maria Chiara
      Gagnarli Chiara
      Galgano Adriana
      Galli Carlo
      Galli Giampaolo
      Gallinella Filippo
      Gallo Riccardo
      Galperti Guido
      Gandolfi Paolo
      Garavini Laura
      Garofalo Vincenzo
      Garofani Francesco Saverio
      Gasparini Daniela Matilde Maria
      Gebhard Renate
      Gelli Federico
      Gentiloni Silveri Paolo
      Ghizzoni Manuela
      Giachetti Roberto
      Giacobbe Anna
      Giacomoni Sestino
      Gigli Gian Luigi
      Ginato Federico
      Ginefra Dario
      Ginoble Tommaso
      Giordano Giancarlo
      Giordano Silvia
      Giorgis Andrea
      Gitti Gregorio
      Giuliani Fabrizia
      Giulietti Giampiero
      Gnecchi Marialuisa
      Grande Marta
      Grassi Gero
      Greco Maria Gaetana
      Gregori Monica
      Gribaudo Chiara
      Guerini Giuseppe
      Guerra Mauro
      Guidesi Guido
      Gullo Maria Tindara
      Iacono Maria
      Iannuzzi Cristian
      Iannuzzi Tino
      Impegno Leonardo
      Incerti Antonella
      Invernizzi Cristian
      Iori Vanna
      Kronbichler Florian
      Kyenge Cécile
      L'Abbate Giuseppe
      Lacquaniti Luigi
      Laffranco Pietro
      Laforgia Francesco
      Lainati Giorgio
      La Russa Ignazio
      Latronico Cosimo
      Lattuca Enzo
      Lauricella Giuseppe
      Lavagno Fabio
      Leone Antonio
      Letta Enrico
      Locatelli Pia Elda
      Lodolini Emanuele
      Lombardi Roberta
      Lorefice Marialucia
      Maestri Patrizia
      Maietta Pasquale
      Malisani Gianna
      Malpezzi Simona Flavia
      Manfredi Massimiliano
      Manzi Irene
      Marantelli Daniele
      Marazziti Mario
      Marchi Maino
      Marcolin Marco
      Marcon Giulio
      Marguerettaz Rudi Franco
      Mariani Raffaella
      Marotta Antonio
      Marrocu Siro
      Marroni Umberto
      Martella Andrea
      Martelli Giovanna
      Marti Roberto
      Martino Pierdomenico
      Marzano Michela
      Matarrelli Toni
      Matarrese Salvatore
      Mauri Matteo
      Mazzoli Alessandro
      Melilla Generoso
      Meloni Marco
      Miccoli Marco
      Micillo Salvatore
      Migliore Gennaro
      Minardo Antonino
      Miotto Anna Margherita
      Misiani Antonio
      Misuraca Dore
      Mognato Michele
      Molea Bruno
      Monaco FrancescoPag. 37
      Monchiero Giovanni
      Mongiello Colomba
      Montroni Daniele
      Morani Alessia
      Morassut Roberto
      Moretti Alessandra
      Moretto Sara
      Moscatt Antonino
      Mottola Giovanni Carlo Francesco
      Mura Romina
      Murer Delia
      Nardi Martina
      Narduolo Giulia
      Nastri Gaetano
      Nesci Dalila
      Nesi Edoardo
      Nicchi Marisa
      Nuti Riccardo
      Oliaro Roberta
      Orfini Matteo
      Pagani Alberto
      Pagano Alessandro
      Paglia Giovanni
      Palazzotto Erasmo
      Palese Rocco
      Palma Giovanna
      Palmizio Elio Massimo
      Pannarale Annalisa
      Parisi Massimo
      Parrini Dario
      Pastorelli Oreste
      Patriarca Edoardo
      Pelillo Michele
      Pellegrino Serena
      Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
      Petitti Emma
      Petrenga Giovanna
      Petrini Paolo
      Piazzoni Ileana Cathia
      Piccoli Nardelli Flavia
      Piccolo Giorgio
      Piccolo Salvatore
      Piccone Filippo
      Piepoli Gaetano
      Pili Mauro
      Pilozzi Nazzareno
      Pini Giuditta
      Pinna Paola
      Piras Michele
      Pisicchio Pino
      Piso Vincenzo
      Pizzolante Sergio
      Placido Antonio
      Plangger Albrecht
      Polidori Catia
      Polverini Renata
      Prataviera Emanuele
      Preziosi Ernesto
      Prodani Aris
      Quaranta Stefano
      Quartapelle Procopio Lia
      Quintarelli Giuseppe Stefano
      Ragosta Michele
      Rampelli Fabio
      Rampi Roberto
      Ravetto Laura
      Realacci Ermete
      Richetti Matteo
      Rizzo Gianluca
      Roccella Eugenia
      Rocchi Maria Grazia
      Rosato Ettore
      Rossomando Anna
      Ruocco Carla
      Saltamartini Barbara
      Sanga Giovanni
      Sani Luca
      Sanna Francesco
      Sanna Giovanna
      Sarti Giulia
      Savino Elvira
      Sberna Mario
      Sbrollini Daniela
      Scagliusi Emanuele
      Scanu Gian Piero
      Scuvera Chiara
      Segoni Samuele
      Senaldi Angelo
      Sibilia Carlo
      Simoni Elisa
      Sorial Girgis Giorgio
      Speranza Roberto
      Spessotto Arianna
      Squeri Luca
      Stumpo Nicola
      Tabacci Bruno
      Tacconi Alessio
      Tancredi Paolo
      Taranto Luigi
      Taricco Mino
      Tentori Veronica
      Terrosi Alessandra
      Terzoni Patrizia
      Tinagli IrenePag. 38
      Tofalo Angelo
      Toninelli Danilo
      Totaro Achille
      Tullo Mario
      Turco Tancredi
      Vaccaro Guglielmo
      Valente Simone
      Valente Valeria
      Valentini Valentino
      Vallascas Andrea
      Vargiu Pierpaolo
      Vazio Franco
      Vecchio Andrea
      Vella Paolo
      Ventricelli Liliana
      Verini Walter
      Vezzali Maria Valentina
      Vignali Raffaello
      Villecco Calipari Rosa Maria
      Vitelli Paolo
      Zampa Sandra
      Zan Alessandro
      Zanin Giorgio
      Zappulla Giuseppe
      Zaratti Filiberto
      Zardini Diego
      Zoggia Davide
      Zolezzi Alberto

      Sono in missione:

      Alfano Angelino
      Baldelli Simone
      Baretta Pier Paolo
      Bellanova Teresa
      Bergamini Deborah
      Bindi Rosy
      Biondelli Franca
      Bobba Luigi
      Bocci Gianpiero
      Bordo Michele
      Borletti Dell'Acqua Buitoni Ilaria Carla           Anna
      Boschi Maria Elena
      Brambilla Michela Vittoria
      Brescia Giuseppe
      Bressa Gianclaudio
      Casero Luigi
      Castiglione Giuseppe
      Centemero Elena
      Chaouki Khalid
      Costantino Celeste
      Damiano Cesare
      Del Basso De Caro Umberto
      Dellai Lorenzo
      Di Gioia Lello
      Di Maio Luigi
      Di Stefano Manlio
      Ferranti Donatella
      Fico Roberto
      Fontanelli Paolo
      Formisano Aniello
      Franceschini Dario
      Galan Giancarlo
      Galati Giuseppe
      Gasbarra Enrico
      Giacomelli Antonello
      Gozi Sandro
      Legnini Giovanni
      Lorenzin Beatrice
      Lupi Maurizio
      Madia Maria Anna
      Mannino Claudia
      Meloni Giorgia
      Merlo Ricardo Antonio
      Meta Michele Pompeo
      Mogherini Federica
      Nicoletti Michele
      Orlando Andrea
      Pistelli Lapo
      Porta Fabio
      Ricciatti Lara
      Rigoni Andrea
      Rossi Domenico
      Rughetti Angelo
      Santerini Milena
      Scalfarotto Ivan
      Schullian Manfred
      Sereni Marina
      Spadoni Maria Edera
      Taglialatela Marcello
      Velo Silvia
      Vito Elio
      Zanetti Enrico

Si riprende la discussione della proposta di legge n.  2213.

      PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati, da ultimo, respinti gli identici emendamenti Migliore 1.26 Toninelli 1.50.

Pag. 39

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2213)

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

      ETTORE ROSATO. Signor Presidente, credo che il lavoro svolto in queste giornate su questa proposta di legge sia un lavoro proficuo, e l'articolo che andiamo a votare, che poi di fatto è il testo del provvedimento, lo dimostra.
      Abbiamo fatto un passo avanti importante rispetto alla legislazione della legge europea. Certo, avremmo voluto, per quanto ci riguarda, che la norma nel suo complesso entrasse in vigore fin da questa legislatura, e il fatto che ci sia comunque un segnale significativo, come quello che è stato ricordato dal relatore nel corso della discussione generale, e cioè l'entrata in vigore della norma che fin da subito garantisce che, delle tre preferenze, ce ne debba essere almeno una di genere diverso, consente a noi di guardare a questa normativa con particolare favore.
      Il dibattito che c’è stato in quest'Aula, e non solo in quest'Aula, in merito al dovere che nelle rappresentanze istituzionali ci sia spazio alla politica per donne e uomini con parità di condizioni di accesso e con parità di possibilità di dare un contributo è un elemento che noi consideriamo imprescindibile nel percorso delle riforme che stiamo affrontando. Percorso delle riforme che riguarda certo la legge elettorale europea, ma soprattutto un panorama molto più ampio, e che impegna in maniera decisiva questa legislatura a fare un lavoro di profondo rinnovamento, di profonda attenzione al merito, e quest'Aula del Parlamento mi sembra improntata a farlo nel modo migliore.
      Credo che anche il contributo che è arrivato con gli emendamenti di altri colleghi, anche dei gruppi di opposizione, sia un contributo che noi abbiamo valutato come utile al dibattito; seppur, come spiegato anche stamattina dalla relatrice, c’è stata la scelta di fondo di non voler modificare il testo, non perché non ci fossero contributi che potevano anche arricchirlo e migliorarlo per alcuni aspetti, sia pure marginali, ma per una decisione che è quella di consentire che questa norma entrasse in vigore prima della predisposizione e della presentazione delle liste da parte di tutti i partiti. E questo mi sembra vada sottolineato, anche per affermare che la discussione che abbiamo svolto stamattina è una discussione che noi valutiamo come utile, proficua, che può essere utilizzata anche nel prosieguo dei lavori di questo Parlamento, quando andrà a rivedere norme elettorali che comunque devono essere sempre di garanzia per tutti.
      Noi auspichiamo che possano ottenere sempre un consenso più ampio possibile, e in particolare io faccio un appello anche ai gruppi di opposizione perché vedano i passi avanti che con questa norma noi stiamo producendo e consentano che questi passi avanti ottengano anche un sostegno ampio da parte di tutto il Parlamento.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      È la prima votazione della ripresa, peraltro credo che si stiano concludendo o si siano appena conclusi i lavori delle Commissioni, quindi diamo tempo qualche minuto ai colleghi di prendere posto.
      Chi non ha ancora votato ? Onorevoli D'Attorre, Berlinghieri. I colleghi che entrano ora magari si affrettino gentilmente... Colaninno... Colleghi vi prego di affrettare il voto gentilmente. Zolezzi, Malpezzi ci siamo ? Folino... Onorevole Fraccaro ? Non ci sono altri ?
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 40
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     316            
            Votanti     314            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     158            
                Hanno votato     234                
                Hanno votato no     80                

      La Camera approva (Vedi votazioni).

      (I deputati Albanella e Amoddio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e i deputati Nicchi e Mottola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

      Chiedo al vicepresidente della I Commissione se anche sugli articoli aggiuntivi il parere è contrario, come mi ha detto prima.

      ROBERTA AGOSTINI, Vicepresidente della I Commissione. Signor Presidente, su tutti vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

      PRESIDENTE. Il Governo ?

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Dadone 1.01.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

      FABIANA DADONE. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo si intende limitare lo sbarramento del 4 per cento ed introdurre una ripartizione dei seggi a livello circoscrizionale a cospetto di quella che è una ripartizione, al momento, a livello nazionale. Lo sbarramento del 4 per cento, è vero, non è elevatissimo ma è sicuramente uno sbarramento ingiustificato, tant’è che abbiamo visto la Corte Costituzionale tedesca che, seppure abbia ritenuto legittimo lo sbarramento del 5 per cento a livello nazionale per il Bundesrat, ha ritenuto invece illegittimo lo sbarramento del 3 per cento per la legge elettorale europea tedesca.
      Questo sbarramento del 4 per cento è irragionevole, a nostro parere, ma non solo a nostro parere; lo confermano anche i dati, basta vedere le elezioni del 2009 nelle quali la destra, nonostante avesse superato nelle isole il 12 per cento, non avendo superato il 4 per cento a livello nazionale, si vide priva di rappresentanti, anche nelle isole. Viceversa la Lega, che invece superò lo sbarramento del 4 per cento a livello nazionale, è riuscita ad ottenere un europarlamentare in una circoscrizione del centro dove aveva ottenuto meno del 3 per cento.
      Per quel che riguarda invece la ripartizione dei seggi a livello circoscrizionale, al momento la ripartizione avviene a livello nazionale. Noi vorremmo portarla a livello circoscrizionale per evitare lo slittamento dei seggi di alcune circoscrizioni in altre. Questo fa sì che ci siano delle zone del nostro Paese sovrarappresentate a discapito di altre; basti pensare per esempio alla circoscrizione delle isole, nella quale la Sardegna, avendo una composizione demografica notevolmente inferiore rispetto alla Sicilia, raramente si vede rappresentata nel Parlamento europeo.
      Quindi, con questo articolo aggiuntivo chiediamo due semplicissime modifiche: l'eliminazione dello sbarramento al 4 per cento, proprio perché irragionevole e, lo ricordo, l'ha detto la Corte costituzionale tedesca, e altresì una ripartizione dei seggi su base circoscrizionale e non nazionale.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dadone 1.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Corsaro, Di Lello, Gribaudo, Rizzetto, Busto, Bonafede...
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 41
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     357            
            Votanti     356            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     179            
                Hanno votato
    119                
                Hanno votato
no     237).                

      (La deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Migliore 1.02.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

      GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, colleghe e colleghi, con questo articolo aggiuntivo noi proponiamo l'abolizione dello sbarramento. Vorrei su questo punto argomentare in maniera diversa, avendo condiviso anche la precedente motivazione dell'onorevole Dadone, relativamente a qual è l'interesse nazionale del nostro Paese.
      Noi tendiamo a considerare le elezioni europee come una sorta di elezione puramente ridotta sul piano nazionale, e quindi non abbiamo nessun interesse spesso a verificare qual è l'effetto di questa rappresentanza. Credo che sia opportuno richiamare in questa sede quanto è stato deliberato in ben due occasioni successivamente dalla Corte costituzionale tedesca, la quale ha richiamato il principio secondo il quale la rappresentanza nel Parlamento europeo non si configura come una maggioranza stabile di maggioranza e opposizione, quindi non è collegata ad una rappresentazione che deve in qualche modo sostenere, magari attraverso un voto di fiducia, un Governo.
      Si tratta quindi dell'interesse del nostro Paese a vedere rappresentato in ogni gruppo formatosi nel Parlamento europeo la nostra rappresentanza nazionale. Voglio ricordare che attualmente, su sette gruppi che si sono formati nel Parlamento europeo, sono presenti deputati europei italiani solo in quattro di questi sette gruppi e potrebbe verificarsi la condizione secondo la quale in virtù di questo sbarramento la rappresentanza italiana si ridurrebbe in due o al massimo tre gruppi.
      Ciò vuol dire che, siccome i meccanismi decisionali all'interno del Parlamento europeo si determinano attraverso la realizzazione di decisioni all'interno dei gruppi, il nostro Paese conterebbe di meno. Siccome si tratta di una norma che in altri Paesi... Insisto, in Germania, dove c’è una cultura dello sbarramento molto antica, è stato azzerato lo sbarramento per le europee in quanto si riconosce la differenza sostanziale con le elezioni nazionali. Siccome noi abbiamo tutto l'interesse a che ci siano rappresentanze italiane in tutti i gruppi che si andranno a formare nel Parlamento europeo, penso che l'abolizione dello sbarramento sarebbe un vantaggio per l'interesse collettivo e non solo per quelli che sono considerati dei piccoli partiti. Noi non abbiamo questa intenzione; peraltro, come abbiamo detto, lo sbarramento, per quanto riguarda le elezioni politiche, lo consideriamo, se in misura ragionevole, anche oggettivo all'interno di una sana competizione tra partiti.
      Il fatto che si voglia introdurre forzatamente – così come accadde poche settimane prima del voto, nel 2009, nel nostro Paese, con l'innalzamento dallo 0 al 4 per cento per ragioni del tutto di opportunità politica legate a quel momento storico – e mantenere questo sbarramento non è in linea con gli interessi generali del nostro Paese. Per questo, mi rivolgo a tutti i gruppi maggiori, in particolare al MoVimento 5 Stelle, a Forza Italia e ovviamente anche al Partito Democratico perché possano ripensarci. Non c’è nessun effetto di trascinamento rispetto alle elezioni nazionali, credo che abbiamo il dovere di rappresentare il cento per cento del corpo elettorale italiano a livello europeo; così facendo, in virtù degli sbarramenti, se ne rappresenterebbe al massimo il 70, 75 per cento, con una perdita secca di rappresentanza non solo dei partiti, ma anche del nostro Paese complessivamente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 42

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Lello. Ne ha facoltà.

      MARCO DI LELLO. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole della componente socialista su questo emendamento.
      È già successo cinque anni fa: un quarto degli italiani non sono stati rappresentati e se ha una logica verso la governabilità l'immissione di soglie di sbarramento nelle elezioni politiche, nessuna logica e nessuna giustificazione vera a questa compressione della rappresentanza democratica trova spazio e accoglienza nelle elezioni europee.
      Per queste ragioni, voteremo a favore dell'emendamento, nella speranza che ogni italiano possa sentirsi pienamente rappresentato in Europa, perché è anche in questo modo che si stringe e si rafforza il legame tra il nostro Paese e l'Unione europea.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Migliore 1.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Fedriga, Quaranta, Placido, Lavagno...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     388            
            Votanti     386            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     194            
                Hanno votato     132                
                Hanno votato no     254                

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Pisicchio 1.027.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

      PINO PISICCHIO. Signor Presidente, intervengo su questo mio articolo aggiuntivo perché rimanga una traccia...

      PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pisicchio. Le chiedo scusa, solo per una formalità: questo articolo aggiuntivo è identico all'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 1.028, quindi questi articoli aggiuntivi verranno posti in votazione insieme.
      Prego, onorevole Pisicchio.

      PINO PISICCHIO. Quindi, rafforza le ragioni per cui io sostengo questo articolo aggiuntivo, perché considerato votabile anche da un collega. Devo dire che dopo avere visto la sorte dei due precedenti articoli aggiuntivi, che hanno un contenuto non dissimile da questo, il dovere dell'intervento lo svolgo con un'attenzione ai resoconti piuttosto che all'esito del voto, anche se spero sempre in una resipiscenza da parte dell'Aula.
      Io vorrei ricordare che la ragione per cui era possibile porre una soglia di sbarramento deriva, nel voto per le europee, da una decisione che risale al 2002; una decisione che risale al 2002 e che viene attuata soltanto nel 2009 in Italia, perché fino al 2009, come è stato ricordato anche nell'ultimo intervento svolto dall'onorevole Migliore, in Italia si votava, fino a quella data, senza soglie di sbarramento per una ragione molto chiara, molto netta: in Europa non si va ad esprimere Governo, in Europa si va ad esprimere rappresentanza.
      Dunque, non c’è nessuna ragione per cui, al di là del naturale meccanismo di soglia che viene posto in ragione della numerosità dei seggi da eleggere per il nostro Paese, evidentemente sia necessario porre alcun altro sistema di sbarramento. E, tuttavia, nel 2009 si fece questa cosa, qualche mese prima del voto. Perché ? Perché si applicò per la prima volta una sorta di perverso spoil system, cioè la divisione delle spoglie. Da 78 deputati europei arrivavamo a 72. Quindi, facendo fuori le presenze dei partiti minori, in qualche modo i partiti maggiori si attribuivano le spoglie.
      La ragione per cui oggi va rimossa questa iniqua norma è la stessa che è stata Pag. 43ricordata da Migliore e dalla Corte costituzionale tedesca. Ben 13 Paesi in questo momento in Europa non hanno soglie di sbarramento. Tra questi c’è la Gran Bretagna, che a me risulta avere un sistema elettorale interno...

      PRESIDENTE. La prego di concludere.

      PINO PISICCHIO...che si ispira al maggioritario più classico – concludo subito –; tra questi c’è la Spagna, che è anche un grande Paese, e la stessa Germania è dovuta tornare indietro.
      Per queste ragioni, io credo sarebbe onesto approvare questo articolo aggiuntivo.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Pisicchio 1.027 e Matteo Bragantini 1.028, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Colletti, Ventricelli. Hanno votato tutti ? No. Riccardo Gallo, Berlinghieri. Ci siamo ? No, l'onorevole Berlinghieri non riesce ancora a votare. Bene, ha votato. Hanno votato tutti ? Mi pare di sì.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     392            
            Votanti     390            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     196            
                Hanno votato     138                
                Hanno votato no     252                

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Migliore 1.032 e Matteo Bragantini 1.034.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

      GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, così come ha ricordato prima il collega Pisicchio, interveniamo per il resoconto anche se, devo dire, sono molto stupito da una totale indisponibilità e impermeabilità del Partito Democratico e di Forza Italia, mentre colgo l'occasione per ringraziare il MoVimento 5 Stelle che, peraltro, dal punto di vista della dinamica politica, sarà sicuramente tra quanti si avvantaggeranno di una mancanza di soggetti politici che avranno più difficoltà a raccogliere questa percentuale.
      Per cui – onore al merito – colgo l'occasione per ringraziare ufficialmente anche da questi banchi il MoVimento 5 Stelle, mentre invece vorrei chiedere al Partito Democratico e a Forza Italia se la ragione per la quale loro sono a favore di questo sbarramento è la stessa che motivò l'introduzione dello sbarramento cinque anni fa. Perché nel 2009 questa introduzione fu realizzata sulla base di una considerazione che era anche quella legata alla cancellazione dei rimborsi elettorali per le forze che non avessero raggiunto una rappresentanza parlamentare. Voglio ricordarlo in quest'Aula e lo voglio ricordare anche a chi non c'era che quei soldi del finanziamento pubblico non furono acquisiti dalle casse dello Stato, ma furono redistribuiti tra i partiti che avevano raggiunto e superato la quota di sbarramento, con ciò, ragionando in maniera molto laica tra di noi, rappresentando anche una sottrazione doppia di quello che era il potere di rappresentanza dei cittadini. Non solo si attribuivano dei seggi che sarebbero stati in capo a coloro i quali avevano raggiunto le ragguardevoli cifre di un milione di voti, come accadde in quella occasione anche alla forza politica di cui facevo parte, ma si presero anche i fondi che sarebbero toccati a coloro i quali avessero raggiunto una rappresentanza non in presenza di quello sbarramento.
      Per questo, essendo stata cancellata la norma sul rimborso del finanziamento pubblico e non essendoci più questa esigenza di avere dei denari a partire da quella che è la sottrazione a gruppi politici che non raggiungono lo sbarramento, mi Pag. 44chiedo se ancora questa fosse la ragione o, se è un'altra, se per cortesia ci venisse spiegato. Perché io che penso che si possa ragionevolmente immaginare uno sbarramento per le forze politiche che concorrono per il Governo ancora mi devo rassegnare all'idea che, contro anche una autorevolissima opinione come quella della Corte costituzionale tedesca, ci si ostini a non avere nessuna apertura in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

      ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, solo per dichiarare, a titolo personale, che in tutta la tradizione del pensiero istituzionale europeo le soglie di sbarramento, che tra l'altro sono rarissime – siamo fra i pochissimi che hanno usato questo sistema – hanno comunque una funzione e una sola: quella di assicurare un ragionevole vantaggio ai partiti più grandi per garantire la governabilità. I sistemi elettorali devono garantire due cose: devono garantire rappresentanza e governabilità. Quando c’è difficoltà ad ottenere la governabilità si può restringere la rappresentanza per conseguire l'obiettivo della governabilità. Non sfugge a nessuno il fatto che in questo caso il tema della governabilità non è in gioco. La governabilità dell'Unione dipende dai Trattati, dipende dal Consiglio dei ministri europeo, dipende dal Consiglio europeo, dipende certo anche dal Parlamento, ma il Parlamento non deve né dare la fiducia né approvare il bilancio né ha bisogno di costruire una vera e propria maggioranza di Governo dell'Aula. Tant’è vero che di fatto la conduzione è sempre stata più assembleare che parlamentare in senso proprio, date le nature specifiche dell'organo. Questi ragionamenti stanno dietro la pronuncia, recente, del Presidente Voßkuhle e della Corte costituzionale tedesca. Mi sembra che esprimano principi di razionalità giuridica e anche principi in qualche modo di diritto costituzionale europeo, attinenti alla grande tradizione costituzionale alla quale si abbeverano tutte le nostre Costituzioni. Io non so se una legge così reggerebbe ad un esame anche della Corte costituzionale italiana. Per questo motivo io voterò a favore della proposta emendativa (Applausi di deputati del gruppo Per l'Italia e dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Migliore 1.032 e Matteo Bragantini 1.034, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Murer, Folino, Toninelli, Di Salvo...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     409            
            Votanti     406            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     204            
                Hanno votato     151                
                Hanno votato no     255.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Capelli 1.06.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

      ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, non so quanto utile sarà questo intervento, visto che i giochi sono fatti, con varie motivazioni, così come è successo al Senato: «non c’è tempo, vi sono degli emendamenti che possono risultare intrusi, e quindi potrebbero bloccare lo spirito principale della proposta di legge che stiamo esaminando». Con queste parole, la relatrice al Senato di questa proposta di legge cassò la proposta emendativa che cercava di istituire il collegio Sardegna per le elezioni europee, un collegio dovuto. Si è parlato in quest'Aula, e bene ha fatto l'onorevole Buttiglione a Pag. 45richiamarlo, di equità, di rappresentanza. Non esiste il problema della governabilità. Vi sono Stati più piccoli di alcune nostre regioni, e nel caso specifico la Sardegna, Stati come Malta, che hanno un quarto della popolazione della Sardegna ed esprimono sei deputati europei. La Sicilia, con la Sardegna, invece, esprime solo, ovviamente, e non per colpa dei siciliani, deputati europei della Sicilia.
      Si dirà, e sento già che qualcuno si alzerà per dire, «condividiamo», così come condividiamo lo spirito per la mancata attuazione degli interventi sull'alluvione del 18 novembre 2013. Condividiamo tutti gli argomenti. Potrei portarvi esattamente – le ho contate – 96 motivazioni del perché quest'Aula dovrebbe proporre e passare ai fatti votando un articolo aggiuntivo che ha una caratteristica di queste 96 motivazioni, quella di fare un atto di giustizia e di democrazia.
      Però non vi è tempo, non vi è tempo perché si rischia di non approvare questa proposta di legge. Quando si vuole, invece, il decreto «salva Roma» va dal Senato alla Camera in tempi notevoli, veloci, si può provvedere, si può fare, si può modificare. Bene, spero che nel voto si differenzino le anime libere, e non quelle che devono rispondere non alla propria conoscenza, ma semplicemente a degli input, quelli che tendono a rimandare il problema, e da trent'anni questo problema è rimandato. Cos'altro ancora dobbiamo aspettare ?

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.

      MICHELE PIRAS. Signor Presidente, non credo che sia inutile l'esercizio di questo articolo aggiuntivo, così come ce lo ha presentato l'onorevole Cappelli. Credo di doverlo sostenere io personalmente, e così farà il mio gruppo, perché pensiamo sia una cosa giusta; una cosa giusta e che allude ad un problema molto, molto più profondo di quanto in superficie non potrebbe sembrare. Infatti, questa non è una questione localistica e non è la questione di un egoismo, di un ulteriore egoismo territoriale. Credo che si ponga, con questo articolo aggiuntivo e con la richiesta di un collegio autonomo per la Sardegna, una questione che allude a una democrazia progressivamente più compiuta, a una democrazia più densa, capace di cogliere tutte le specificità che esistono in questo Paese, perché, vivaddio, per fortuna e checché se ne pensi, questo è il Paese delle specificità culturali e delle diversità, che sono la nostra grande ricchezza.
      La normativa vigente, Presidente, rende estremamente arduo eleggere un parlamentare sardo, perché, nel rapporto di densità di popolazione fra le due regioni che compongono il collegio insulare, un voto di preferenza in Sicilia su un candidato vale, grosso modo, quattro voti di preferenza a un candidato in Sardegna.
      Per ogni voto di preferenza espresso questa è la dimensione. Questo è un dato strutturale, fatta eccezione per uno o due casi realizzatisi negli anni ’80, nei quali fu possibile realizzare una convergenza più ampia di popolo su alcuni candidati sardi. Oggi probabilmente le condizioni non lo consentono e diventa praticamente impossibile avere una rappresentanza autonoma in Europa.
      E ben al di là dell'acceso dibattito, che pure esiste nella mia terra sul tema, che non di rado è stucchevole, non di rado è esagerato, io credo che ci siano delle ragioni che vanno dette in quest'Aula, lasciate a verbale e valorizzate. E cioè che non stiamo parlando di una regione qualsiasi, stiamo parlando di una regione che ha delle sue insopprimibili e ineludibili specificità sul piano geografico – va da sé l'insularità –, sul piano storico, sul piano culturale, sul piano economico e anche sociale.
      Basterebbe pensare a quello che è il gap infrastrutturale che esiste nella mia terra, basterebbe pensare all'incrocio tra quel gap infrastrutturale e il cronico, storico ritardo di sviluppo che esiste in Sardegna per dire quanto sarebbe importante e quanto sarebbe un surplus di democrazia poter autonomamente esprimere quelle esigenze nella sede più propria, cioè quella europea, quella che per noi diventa ragione Pag. 46fondamentale anche per risolvere dei problemi che esistono e sono annosi nella mia terra e sono precipitati con la crisi economica esistente.
      Basterebbe ascoltare la lingua del mio popolo per dire che lì c’è una minoranza linguistica. Basterebbe ascoltare la lingua del mio popolo per comprendere fino in fondo la specificità culturale che detta le ragioni di fondo dell'articolo aggiuntivo che ha proposto il collega Capelli, che ringrazio pubblicamente.
      In quell'Europa che tanto determina...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Piras. Colleghi !

      MICHELE PIRAS. In quell'Europa che tanto determina del nostro quotidiano io credo che varrebbe la pena dare rappresentanza a una delle tante periferie dell'impero nel quale viviamo. Noi militiamo, a differenza di altri, per l'Europa; noi militiamo, a differenza di altri, per un'Europa dei popoli e delle diversità e siamo contro un'idea di Europa omologante, perciò autoritaria ed asfissiante: identità aperta e non egoismo territoriale – concludo – vocazione euro-mediterranea e non xenofobia. Una democrazia matura è quella che sa riconoscere la diversità e valorizzarla.
      Allora, ci consenta, ci consenta quest'Aula, ci consentano le forze politiche che hanno la maggioranza in quest'Aula di avere un'autonoma rappresentanza in Europa e finalmente produrre un atto di democrazia progressiva in questo Paese. Ci consenta di sentirci liberamente sardi, di sentirci liberamente europei e di sentirci liberamente italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore «Fortunato» di Angri, in provincia di Salerno, e gli studenti dell'università LUMSA di Roma che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, su questo argomento anche in Commissione si è aperta una discussione molto accesa e, a onor del vero, gli interventi che si sono susseguiti non avevano un carattere molto parziale, solo relativo alla Sardegna. Infatti, alla luce di alcune sentenze della Corte costituzionale, emergono alcune contraddizioni nell'attribuzione dei voti e tra densità di popolazione diverse per come è composta la legge e, quindi, c'era un invito, anche da parte del legislatore, a superare questa serie di elementi che apparivano contraddittori.
      Proprio perché c’è un elemento di fondatezza – ma ai colleghi non sfugge che noi, accettando un'eventuale modifica in questo senso, non permetteremmo a questa legge di entrare in vigore, visto che siamo ormai alle soglie delle imminenti campagna elettorale e presentazione delle liste –, io chiedo ai colleghi di ritirare questo articolo aggiuntivo, così come ho fatto in Commissione nel chiedere il ritiro degli emendamenti dei colleghi del Partito Democratico, onorevoli Sanna e Meloni, e di predisporre un ordine del giorno con il quale si impegni il Governo affinché dentro questa fase, da qui al 2019, si metta mano sul serio a un elemento di riformulazione della legge superando una serie di elementi di criticità, tra cui non solo la non attribuzione, ad esempio, per quanto riguarda la circoscrizione delle isole, ma anche altri casi che hanno determinato spostamenti anche nelle regioni del Sud.
      Quindi, c’è un impegno del Governo ad accogliere ordini del giorno che vadano in questo senso e per questo invito il collega Capelli a ritirare l'articolo aggiuntivo.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

      EMANUELA CORDA. Signor Presidente, anch'io ovviamente, essendo persona coinvolta, perché sono sarda, vorrei Pag. 47annunciare il nostro sostegno a questo articolo aggiuntivo, benché non sia del tutto completo, per il semplice motivo che la Sardegna, come accade ormai da diversi anni, da sempre, non è mai riuscita ad esprimere un rappresentante al Parlamento europeo, un proprio rappresentante. Questa non è una questione di campanilismo o di regionalismo, ma è una questione semplicemente di equità, perché, se è vero che ciascuna regione riesce ad esprimere un proprio rappresentante e, come spiegava anche il mio collega sardo Piras, la Sardegna è anche una regione a statuto autonomo, una regione che ha una sua peculiarità anche linguistica, il fatto che non riesca mai ad esprimere un proprio rappresentante è ancor più grave.

      PRESIDENTE. Scusi: onorevole Meloni ! Prego.

      EMANUELA CORDA. Trattandosi di una regione che ha anche una sua peculiarità e che ha anche una sua lingua – perché ricordiamolo: il sardo è una lingua – non è pensabile che questa regione importante, che ha comunque un milione 600 mila abitanti, non possa avere i suoi rappresentanti al Parlamento europeo e che i sardi vengano eletti sempre e soltanto quando qualcun altro rinuncia. È una cosa che ci offende, oltre ovviamente a vederci penalizzati. Quindi, sosterremo questo articolo aggiuntivo, perché di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

      EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io apprezzo l'orientamento che qui ha espresso il Governo su di un tema che nel merito noi consideriamo prezioso, perché consideriamo che le istanze che sono state portate sia all'oggetto della discussione in Commissione sia qui nell'Aula – istanze che chiedono che venga modificato l'assetto dei collegi perché finalmente, con certezza, le nostre isole maggiori possano esprimere al Parlamento europeo una rappresentanza diretta – sono istanze che vanno incontro anche al nostro pensiero.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 16,15).

      EMANUELE FIANO. Lo dico ovviamente forte del fatto che i nostri colleghi, Sanna e Meloni, in Commissione hanno presentato emendamenti che andavano in questa direzione. Ma noi siamo di fronte però ad un'esigenza che, credo, tutti i colleghi possano capire. Se questa proposta di legge dovesse essere oggetto oggi di una modifica approvata da questo ramo del Parlamento, non potrebbero essere approvate complessivamente le modifiche e le istanze di questa proposta di legge, non potrebbero essere cioè approvate nel tempo utile e necessario alle elezioni europee. Pertanto, le istanze presentate dai colleghi, che sono giuste, e anche di coloro che qui si sono appena espressi a favore di questi emendamenti, non potrebbero recare il beneficio che si propongono e cioè la modifica dell'assetto dei collegi circoscrizionali. Infatti, il provvedimento, dovendo poi avere un'ulteriore lettura al Senato, non giungerebbe in tempo utile per queste elezioni.
      Per questo sono anch'io a chiedere ai colleghi di considerare preziosa l'indicazione che è venuta dal Governo, dal sottosegretario Amici, e cioè quella di una trasformazione in un ordine del giorno, perché il Governo ha già annunciato che, circa il contenuto dell'ordine del giorno, ci sarà un parere favorevole. Questa è l'unica strada utile perché un domani questa modifica possa finalmente arrivare, perché se ci proponessimo di recarla oggi, questa modifica, vuol dire che non otterremmo nessuna modifica per le elezioni che si svolgeranno nelle prossime settimane.
      Quindi, ritengo sia giusto per il Partito Democratico considerare prezioso il parere che qui è stato espresso dal Governo e mi auguro che tutta l'Aula lo comprenderà. Credo nella condivisione unanime che ciò che i colleghi firmatari dell'articolo Pag. 48aggiuntivo si proponevano sia giusto, ma che oggi non siamo nel tempo utile per apportare queste modifiche.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

      LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, ho ascoltato le motivazioni dell'onorevole Fiano. Mi hanno convinto per una parte perché quando sottolinea che vi sono dei tempi stretti, credo che ciò nessuno lo metta in discussione. Il problema è che non si può porre sempre e comunque una questione di tempi stretti. Qui vi è una questione vera, che riguarda la rappresentanza e la rappresentatività di un'area importante di questo Paese.
      E abbiamo più volte sottolineato, con grande dovizia di particolari, la necessità di dare rappresentanza al popolo sardo. Non possiamo semplicemente ed esclusivamente venire qui in quest'Aula facendo commemorazioni su eventi che accadono e, poi, su fatti di questa portata in cui vi è la giustezza di una rappresentanza di un popolo ci soffermiamo nel dire che vi è mancanza di tempo. Ma vi era il tempo prima per riverificare questa condizione, sì o no ? E la responsabilità politica di chi è perché questo non è stato fatto e oggi ci troviamo in queste condizioni ? Ecco perché noi crediamo, come socialisti, che vi sia la giustezza di questo articolo aggiuntivo e, quindi, lo voteremo. E chiedo al Presidente di poter sottoscrivere questo articolo aggiuntivo perché è giusto che gli impegni che si assumono da un punto di vista politico debbono essere rispettati e che il popolo sardo ha il diritto di avere una sua rappresentanza nel Parlamento europeo.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, vedere e sentire questa discussione mi fa sorridere e per certi versi anche arrabbiare perché l'abbiamo fatta anche in Commissione. Si dice: è giustissimo, bisogna ridare dignità alla Sardegna, bisogna rivedere la legge, ma non c’è tempo, siamo arrivati troppo tardi. Ma perché siamo arrivati troppo tardi ? Chi è che ha calendarizzato questo provvedimento ? Chi è, se non la maggioranza, che ha preferito fare prima altre leggi sapendo che la settimana prossima andiamo a presentare le liste per le elezioni europee ? Voi, dunque, siete degli ipocriti. Non volevate fare la riforma, non volevate dare una dignità al popolo sardo, visto che se ne sta discutendo da tantissimi anni, ma almeno ditelo chiaramente: no, noi riteniamo che la Sardegna deve essere insieme alla Sicilia, punto. Non prendete in giro gli italiani, non prendete in giro i sardi, dicendo: è importante, avremo attenzione, ma non c’è tempo, lo valuteremo la prossima volta, tra cinque anni, quando non ci sarà ancora tempo perché di nuovo la legge elettorale delle europee si farà all'ultimo minuto. Questa è la cosa sbagliata. Se voi volete veramente e ci credete che bisogna levare questa stortura, adesso si approva questo articolo aggiuntivo, o questo o quello successivo. I tempi per un successivo passaggio al Senato, se si vuole fare, ci sono. Abbiamo approvato delle leggi al Senato, anzi hanno approvato delle leggi al Senato, perché erano urgenti, in 5-10 ore. Dunque, si può benissimo oggi approvare questo articolo aggiuntivo, cambiare la legge, rimandarla al Senato e nel momento in cui c’è l'urgenza, al Senato possono approvarla, altrimenti almeno non siate ipocriti e dite: no, ci va bene così questa legge, l'abbiamo fatta tanto tempo fa, continuiamo a vedere che è giusta.
      Infatti questo è ciò che fa arrabbiare la gente: per le cose che volete, che voi ritenete importanti si trovano i tempi, si trovano le risorse; per quelle che di facciata dite di voler fare ma, in fondo, non volete fare non ci sono mai i tempi, come in questo caso, o non ci sono mai le risorse come in moltissimi altri casi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

Pag. 49

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, la legge elettorale italiana per il Parlamento europeo è la legge elettorale più vecchia in Italia. Noi abbiamo appena sentito dalla voce del collega Fiano che non si può modificare, non si può inserire una norma di assoluta democrazia che garantisca anche al popolo sardo una rappresentanza al Parlamento europeo perché non c’è tempo. Questa legge elettorale è la più vecchia legge elettorale in Italia. L'ultima modifica risale al 2009 e oggi il Partito Democratico, poiché non ha fatto nulla per cinque anni e a poche settimane dalla data fissata per le elezioni europee fa una modifica inutile di questa legge elettorale, ci dice che non si può inserire una norma democratica. Siete a dir poco ridicoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

      GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, noi non accettiamo la tesi secondo la quale si è d'accordo ma non c’è tempo. Non l'accettiamo. Consideriamo una anomalia contro – io ritorno sul punto – l'interesse nazionale dell'Italia non avere una rappresentanza del popolo sardo. Credo che, essendo la nostra Unione europea un'unione di Stati ma anche di regioni che valorizza all'interno delle sue finalità le differenti rappresentanze linguistiche e anche culturali, il fatto che l'unica grande regione autonoma, con un popolo autonomo, sia deliberatamente esclusa da un nostro voto, del Parlamento italiano, sia un grave, gravissimo errore. Penso che, da questo punto di vista, il nostro non è solo un voto convinto ma chiedo di poter aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

      SALVATORE CICU. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, anch'io sottoscrivo questo articolo aggiuntivo e, sottoscrivendolo, voglio ricordare che, ad ogni legislatura, insieme ad altri colleghi ho fatto il tentativo di presentare una proposta di legge in questa direzione. Vale a dire nella direzione che doveva già da tempo vedere la rappresentanza di una regione a statuto speciale poter ambire ad avere una sua riferibilità nel raccordo, nella cinghia di trasmissione, con i diritti dell'Unione europea.
      Tutto questo è stato finora stravolto. Anch'io sono del parere che non possa esserci alcun ulteriore rinvio, che non possa ancora essere procrastinata con valutazioni sicuramente serie, sicuramente credibili, sicuramente autorevoli ma che, per quanto riguarda me e riguarda il gruppo di Forza Italia, non trovano e non possono trovare alcun riscontro se non nel senso che noi voteremo questo articolo aggiuntivo perché anch'io non accetto la logica del «troppo tardi». Credo che siamo ancora in tempo e questo tempo prezioso lo dobbiamo utilizzare per destinarlo ad un diritto di rappresentanza, ad un diritto di partecipazione e alla possibilità che finalmente non ci siano più rinvii. Infatti questo Parlamento e questo Governo, soprattutto, non fanno altro che rinviare.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà.

      PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, anch'io intendo sottoscrivere questo articolo aggiuntivo che credo vada davvero secondo giustizia. Noi sardi crediamo nell'Europa ed è per questo che vogliamo essere rappresentati in Europa e siamo convinti che il nostro popolo e la nostra terra abbiano peculiarità tali per cui sia indispensabile che ci sia una rappresentanza della Sardegna in Europa. Credo che tanti colleghi in quest'Aula abbiamo presentato, anche nelle legislature precedenti, una serie di proposte di legge che erano finalizzate a dividere la circoscrizione insulare Pag. 50che oggi incongruamente mette insieme la Sardegna e la Sicilia. Personalmente ho partecipato alla raccolta di cinquantamila firme con cui i sardi hanno chiesto, addirittura attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare, di avere finalmente la scissione da un collegio che in nessuna misura ci rappresenta e che in nessuna misura consente di eleggere parlamentari sardi al Parlamento europeo.
      Non stupiamoci, non si stupisca questo Parlamento se la percentuale dei sardi che andrà a votare il 25 maggio alle elezioni per il Parlamento europeo sarà incredibilmente bassa. Non è bassa perché i sardi non credono nell'Europa, ma è bassa perché l'Italia, questo Parlamento, ha deciso deliberatamente di escludere i sardi dalla rappresentanza nel Parlamento europeo (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

      FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, ho ascoltato molti colleghi, soprattutto sardi, intervenire in questo dibattito e vorrei offrire la voce di un siciliano. Spesso, in questo Parlamento, si parla di un'Europa nuova, un'Europa che dovrebbe essere quella dei popoli e non quella degli Stati: e, allora, come si fa ad escludere un popolo come quello sardo, con una forte autonomia, con una forte identità, da una presenza, da una rappresentanza dentro il contesto europeo ? Lo so, a farne le spese, magari, sarà la rappresentanza parlamentare siciliana, ma se passasse questo articolo aggiuntivo – al quale io chiedo di aggiungere la mia firma –, i siciliani, il popolo siciliano sarà ben contento di sedere in Parlamento anche con una rappresentanza sarda.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vecchio. Ne ha facoltà.

      ANDREA VECCHIO. Signor Presidente, anch'io da terrone, da siciliano, aggiungo la mia firma a questo articolo aggiuntivo per sostenere la richiesta dei fratelli sardi, terroni anche loro. Sottoscrivo questo articolo aggiuntivo, da terrone quale sono.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marguerettaz. Ne ha facoltà.

      RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, io mi asterrò, a titolo personale, dal votare questo emendamento, pur condividendolo fino in fondo. Perché mi asterrò ? Perché nella tabella, così come è proposta nell'articolo aggiuntivo, si tiene giustamente in forte considerazione la minoranza linguistica, il popolo sardo, ma, sullo stesso piano, non si considera minimamente un'altra minoranza linguistica, molto più piccola nelle sue dimensioni, ma certamente altrettanto forte, se non di più nel suo radicamento e nella sua identità culturale: è la minoranza linguistica della Valle d'Aosta.
      È stato fatto un esempio giusto, sacrosanto, di quanto sia penalizzata nelle proporzioni la regione Sardegna rispetto alla regione Sicilia. Immaginate voi cos’è la minoranza linguistica di una regione come la Valle d'Aosta. Informo il collega del MoVimento 5 Stelle che questa mattina diceva che ha meno di un milione di abitanti: sì, molto meno, ne ha 120 mila. Immaginatevi la differenza che c’è proporzionalmente tra la regione Valle d'Aosta e il resto della circoscrizione nord-ovest.
      Quindi, oggi, mi astengo su questo articolo aggiuntivo, pronto a sostenerlo fino alla morte, nel momento in cui tutta questa Camera ne farà una ragione davvero di vera rappresentanza di tutti i popoli che compongono questa terra, ivi compresi quelli piccoli, ma fortemente identitari, come il popolo valdostano.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marrocu. Ne ha facoltà.Pag. 51
      Nel frattempo, saluto gli insegnanti e gli studenti dell'Istituto comprensivo statale «Don Evasio Ferraris» di Cigliano, in provincia di Vercelli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
      Prego, onorevole Marrocu.

      SIRO MARROCU. Signor Presidente, voterò a favore dell'articolo aggiuntivo, se l'articolo aggiuntivo verrà mantenuto dal collega Capelli, però non condivido alcune cose e le voglio dire.
      Non condivido chi dice che bisogna restituire dignità al popolo sardo: per carità, il popolo sardo la dignità non l'ha mai persa e non la perderà, è un popolo così dignitoso e così fiero della sua storia e della sua identità.
      Seconda cosa. Vorrei precisare che la Sardegna è rappresentata nell'Europarlamento. È rappresentata dall'ex sindaco di Olbia, Giommaria Uggias, che è un ottimo europarlamentare e ci rappresenta con grande impegno e con grande passione, così come era rappresentata, seppur subentrata al collega Crocetta, dall'altra europarlamentare che si è dimessa perché chiamata ad un impegno di Governo, così come, nel passato, ha avuto degli ottimi europarlamentari, come Andrea Raggio, Felicetto Contu e così via.
      Voterò a favore dell'articolo aggiuntivo perché, comunque, ritengo giusto che la specificità della Sardegna sia rappresentata, perché non è una delle tante regioni...

      PRESIDENTE. La invito a concludere...

      SIRO MARROCU. È una regione che ha una sua specificità, che è data anche dall'essere isola e dall'avere una densità di popolazione così bassa che è giusto che sia rappresentata. Quindi, se l'articolo aggiuntivo verrà mantenuto, pur consapevole che non raggiungerà l'obiettivo anche se venisse votato, perché si creano le condizioni di cui ha parlato il Governo...

      PRESIDENTE. Concluda !

      SIRO MARROCU. Però il Governo – e chiudo – avrebbe potuto accogliere questo articolo aggiuntivo, che è stato già presentato al Senato, ed oggi quel problema non si sarebbe posto.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Bianchi. Ne ha facoltà.

      NICOLA BIANCHI. Grazie, signor Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e rafforzarlo. Condivido già quanto detto dai colleghi, quindi non mi ripeterò (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Capelli 1.06, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Causi, Palma...Ci siamo ? Latronico, Crimi. Colleghi, allora ? Carfagna. Hanno votato tutti ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     428            
            Votanti     416            
            Astenuti       12            
            Maggioranza     209            
                Hanno votato     198                
                Hanno votato no     218                

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Le deputate Pes e Nicchi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

      Passiamo all'articolo aggiuntivo Dadone 1.04.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore ! Onorevole Dadone, prego.

Pag. 52

      FABIANA DADONE. Grazie, Presidente, aspettavo un secondo di silenzio...

      PRESIDENTE. Ha ragione anche lei. Colleghi, per favore !

      FABIANA DADONE. Quest'Aula, pochissimi secondi fa, si è giocata una bellissima occasione, che in realtà potrebbe giocarsi in questo momento, perché il nostro articolo aggiuntivo è assai simile a quello precedente. Di nuovo separa la Sardegna dalla Sicilia, regalando – anzi, garantendo – ai sardi la possibilità di votare i propri rappresentanti, però ridisegna anche le altre circoscrizioni. Ci sono delle modifiche che abbiamo apportato affinché le circoscrizioni siano più conformi alla realtà politico-sociale. Per cui, dalla circoscrizione del nord-ovest proponiamo di togliere la Lombardia, perché ha un numero di abitanti sufficiente per costituire una circoscrizione autonoma, ed essendo di fatto una realtà disomogenea, sia storicamente che politicamente, rispetto a Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria, abbiamo preferito renderla circoscrizione a sé.
      L'Emilia-Romagna verrebbe staccata dal nord-est...

      PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Aspetti, collega. Anche i colleghi dietro di lei, per favore ! Onorevole Zaccagnini ! Colleghi, per favore ! Onorevole Marotta !

      FABIANA DADONE. Grazie, Presidente.
      L'Emilia-Romagna verrebbe staccata, dicevo, dal nord-est, anche qui per una disomogeneità storica e politica, e il Lazio verrebbe staccato dal centro, sempre per le stesse ragioni precedenti. È importante.
      Ho sentito dire dai colleghi della maggioranza che non si potrebbe votare un emendamento di questo genere, perché non è corretto modificare una legge elettorale a brevissimo tempo dalle elezioni. È assolutamente vero; infatti, a questo punto, tutto il provvedimento perderebbe di senso, che è quello che sosteniamo noi: non è corretto modificare le leggi elettorali a così poca distanza dalle elezioni. Ma, in questo momento, visto che già siamo in ballo e stiamo approvando una legge di questo genere, a questo punto, perché non far passare un emendamento di questo tipo, che permette una rappresentanza democratica, di fatto, a regioni che vengono costantemente schiacciate da una rappresentanza più forte a livello demografico di altre regioni ? Per cui invito le pochissime persone che prima hanno votato contro l'emendamento a votare a favore di questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

      ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, è chiaro che si è persa per l'ennesima volta un'occasione, ma credo sia una delle ultime. Ne sono pienamente convinto, perché, a qualche collega che ha richiamato la storia delle elezioni europee in Sardegna devo ricordare che è vero, sì, abbiamo eletto, abbiamo mandato a Bruxelles dei nostri rappresentanti, sempre perché qualche siciliano si è dimesso; oppure abbiamo eletto qualcuno perché, allora, esistevano gli accordi tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, tra quella che era la sinistra e quella che era la grande Democrazia Cristiana dall'altra parte. Per questo sono stati eletti !
      La Sardegna non ha bisogno di aver riconosciuta la dignità o di essere riconosciuta da questo Parlamento. Io dico soltanto a coloro che si sono astenuti e che non hanno consentito che questo emendamento passasse, con delle motivazioni, portate da alcuni, molto pretestuose, quella dei tempi: assurdo, non è vero, è stata detta una grandissima fesseria, ma grandissima fesseria tecnicamente. Per cui, se volere è potere, si poteva fare ! E si può fare ancora; certo, in termini diversi, forse compromette un po’ la struttura di altre circoscrizioni.
      Ma noi ci avevamo creduto; e ci abbiamo creduto perché quell'emendamento era frutto di una proposta di legge presentata Pag. 53il 5 maggio 2013, e nessuno l'ha voluta mandare avanti ! Si sono proposti ordini del giorno, ma dov’è il sindacato ispettivo in quest'Aula ? Io, a fine seduta, richiamerò altre 21 interrogazioni senza risposta ! Possiamo però fare proposte di legge che non vedranno mai la luce, ordini del giorno che non vengono rispettati, mozioni che portano via tempo ma che non servono alla democrazia in quest'Aula, perché siete tutti burattini ! E voi del PD non presentatevi in Sardegna a chiedere voti !

      PRESIDENTE. Onorevole Capelli, si rivolga alla Presidenza.

      ROBERTO CAPELLI. È un consiglio che vi do: non venite a raccogliere voti in Sardegna (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

      PRESIDENTE. Onorevole Capelli... Onorevole Capelli, per favore ! Non può dare dei «burattini» ai colleghi.

      ROBERTO CAPELLI. Non presentatevi ! Non presentatevi, come non devono presentarsi quelli che giusto la scorsa settimana del Nuovo Centrodestra son venuti a dire: «il collegio della Sardegna è un atto dovuto (parlo dell'onorevole Schifani). E noi lo sosterremo e lo proporremo»: vergognatevi davvero ! Ma non lo dico nei termini cui lo dicono altri colleghi: questo è un puro segno e senso di vergogna che dovete dimostrare a voi stessi, guardandovi allo specchio. Non meritate di rappresentare la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      PRESIDENTE. Collega Capelli, lei non può dare dei «burattini» ai colleghi, può fare una critica politica.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

      ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intanto credo che le parole dell'onorevole Capelli, la cui presenza in Sardegna penso sia insignificante al contrario della presenza del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), siano assolutamente inaccettabili. Questo per chiarire.
      Poi, nel merito dell'emendamento. Lo ha già detto bene il collega Fiano: noi non abbiamo contrarietà alla revisione delle circoscrizioni elettorali, per quanto attiene la Sardegna e per quanto attiene anche altre regioni italiane, che vedrebbero un ridisegno delle circoscrizioni come più vantaggioso per una rappresentanza territoriale (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Quello che mi sembra evidente agli occhi di tutti, e di chiunque sia entrato una volta in consiglio comunale, è che non si possono riscrivere le circoscrizioni delle elezioni europee a 45 giorni dal voto: è una norma banalissima, è un concetto banalissimo.
      Che poi ci sia una responsabilità da parte del Parlamento, di tutti i gruppi parlamentari, a non aver voluto discutere questa norma in un altro tempo, questa è un'altra situazione e un altro discorso ma non attiene a quello che stiamo facendo noi oggi. Credo che questa legge sia una legge importante, utile, l'ho detto anche prima, riguarda la parità di genere, riguarda una questione centrale nella politica italiana e credo che affossare questa legge sarebbe una gravissima responsabilità politica che il gruppo del Partito Democratico non vuole prendersi.
      Chi se la vuole prendere questa responsabilità politica di affossare la legge sulla parità di genere sulle europee, se la assuma ma non usi la Sardegna come scusa, perché non c'entra assolutamente niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

      PRESIDENTE. Saluto insegnati e studenti dell'Istituto tecnico industriale Galilei di Arzignano in provincia di Vicenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

      EMANUELA CORDA. Signor Presidente, vorrei innanzitutto rispondere al Pag. 54collega del PD e dirgli che essere in maggioranza non significa avere ragione prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché qui si sta verificando un qualcosa di scandaloso. Questo è il secondo schiaffo che si dà alla Sardegna e avviene anche grazie alla «tagliola» della Boldrini che non ci consente di avere una rappresentanza consona qui oggi nelle votazioni perché mancano dei colleghi del MoVimento 5 Stelle che sarebbero stati determinanti in questa votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la vera vergogna.
      Tutto questo a danno dei sardi e della democrazia perché qui non stiamo parlando della Sardegna, stiamo parlando del fatto che voi avete occupato il Parlamento e ne fate scempio, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

      SALVATORE CICU. Signor Presidente, io credo che oggi si sarebbe potuto finalmente scrivere una storia diversa che non è riferita solo ed esclusivamente ad un fatto territoriale ma è un fatto di democrazia, è un fatto di libertà ma soprattutto di rappresentanza, di legittimazione di un popolo ad avere la possibilità che tutto quello che si scrive «Europa» possa essere considerato non solo esclusivamente come fatto peggiorativo ma come fatto di «destinazione»; scrivere infrastrutture, scrivere zona franca, scrivere impresa, scrivere agenda digitale, scrivere i giovani significa Sardegna oggi e, con la crisi, che abbiamo è chiaro che noi rivendichiamo un diritto.
      Quindi, è evidente che non vogliamo utilizzare strumentalmente questo momento per far si che venga riparato un torto, cosa che, in tutti questi anni, non si è avuto l'opportunità, la possibilità, il coraggio, il diritto di realizzare. Noi diciamo che oggi si poteva voltare pagina ma soprattutto con i colleghi del PD, con i colleghi che cioè oggi rappresentano la Sardegna, con i colleghi che governano la Sardegna insieme al centro democratico cioè a quelli che definiscono inutili e troppo piccoli per essere significativi in questo Parlamento e in Sardegna.
      Io credo che questa riflessione sia poco seria per cui invito, innanzitutto i colleghi sardi ma tutto il PD a votare questo emendamento, questo successivo emendamento su cui appongo la mia firma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scanu. Ne ha facoltà.

      GIAN PIERO SCANU. Signor Presidente, colleghi, l'archetipo che ho sempre avuto in mente a proposito dell'uomo e della donna sarda è di una persona fiera, di una persona orgogliosa che della dignità è capace di fare una ragione di vita e che per nulla al mondo saprebbe vendere o svendere la propria dignità.
      L'intervento che ha fatto il collega Capelli è quello di un uomo nato in Sardegna, non di un sardo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché in maniera assolutamente strumentale, in una condizione totalmente priva di rispetto e di correttezza politica e personale nei confronti dei colleghi, per cercare di fare bottino della propria iniziativa evidentemente strumentale ha ritenuto di dover offendere un intero partito, il mio partito, che senza strapparsi le vesti...

      PRESIDENTE. Concluda.

      GIAN PIERO SCANU. ... – sto finendo – ha concesso ai colleghi sardi di poter votare in dissenso. Ecco, io mi auguro che prossimamente, magari a partire da domani, questa materia possa finalmente trovare ospitalità ma essere affrontata con il rigore morale che al colleghi Capelli evidentemente è sfuggito di mano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 55

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

      PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, io non sono sardo, sono lombardo, però a sentire la discussione qui oggi la prima cosa che mi viene in mente è quello che ci siamo raccontati in quest'Aula qualche settimana fa, di tematica un più pesante e un po’ più terribile se vogliamo, sulla questione delle alluvioni in Sardegna, dove per un motivo o per l'altro – per tecnicismi, perché venivano promessi gli ordini del giorno, per quello che volete – gli emendamenti firmati dai singoli parlamentari anche del PD venivano bocciati dalla maggioranza e il popolo sardo ha dovuto arrangiarsi sull'alluvione. Oggi parliamo della rappresentanza democratica e ancora una volta la maggioranza dice: faremo un ordine del giorno, ci penseremo la settimana prossima, ci penseremo tra un mese. Sta di fatto che ancora una volta la Sardegna viene dimenticata. Onorevole Rosato, mettere sullo stesso piano la parità di genere e la rappresentanza democratica nel Parlamento europeo dei sardi è quantomeno stucchevole, visto che è il suo partito che ha bocciato la parità di genere, numeri alla mano, con il voto segreto (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un'ultima cosa: non deve stupire se a furia di votare queste cose contro anche il popolo sardo, poi tra i 24 erroneamente chiamati indipendentisti veneti c’è anche un'indipendentista sardo, forse perché qualche sardo che ogni tanto segue i lavori di questo Parlamento si è un po’ rotto le tasche di vedere il suo territorio e la sua terra sempre dimenticato da questo Parlamento e dai palazzi romani (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle) !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bruno. Ne ha facoltà.

      FRANCO BRUNO. Signor Presidente, io nella scorsa legislatura avevo presentato un disegno di legge per rivedere le circoscrizioni elettorali per le europee in cui c'era la Sardegna e c'erano altre regioni che non hanno mai eletto, salvo un caso e casi sporadici, parlamentari europei, però credo che la questione sia oggettivamente differente. Questo emendamento ci consente di discutere della questione che riguarda sostanzialmente il rapporto fra eletti ed elettori, ma voi avete idea che fra qualche mese chi verrà candidato con che tipo di collegio avrà a che fare ? Il rapporto fra elettori ed eletti che ci sarà ? Vi rendete conto che ci sono delle spese enormi e che o si fa parte di un'organizzazione particolare, con alle spalle una certa struttura o altrimenti è impedito poter accedere a questo tipo di competizione ? È ovvio che le circoscrizioni così come sono non verranno mai modificate. La Campania, la Sicilia, la Lombardia, il Lazio impediranno di fatto – essendo qui dentro rappresentate sulla base della popolazione che esprimono – alle altre regioni di poter modificare queste circoscrizioni. Sulla rappresentanza europea queste quattro o cinque regioni che vi ho citato lucrano da sempre una rappresentanza superiore, è una questione oggettiva di democrazia, per questo io voterò a favore dell'emendamento che in qualche modo aumenta il numero delle circoscrizioni. Il problema è un problema politico e non si può dire che non si può modificare a 45 giorni dalle elezioni, perché è una storiella che abbiamo sentito per anni in quest'Aula. Se non si può modificare la legge elettorale a 45 giorni dalle elezioni, non si può modificare tout court, completamente, non un pezzo più importante e non un pezzo meno importante e, mi permetto di dire a qualche collega, non esprimendo tutta la propria potenza.
      Quella poi spesso diventa prepotenza. In questa Aula, ognuno ci sta come parlamentare; agitare strumentalmente ragionamenti del tipo: «io rappresento di più» è un errore clamoroso, che secondo me si poteva tranquillamente evitare e credo che chi l'ha fatto sappia che ha commesso un errore di argomentazione.
      Qui dentro io, da parlamentare, vi dico che è sbagliato. La rappresentanza del Pag. 56popolo italiano all'interno delle istituzioni europee è falsata. Secondo me, se proviamo a correggerla insieme, faremmo un atto dovuto rispetto al nostro popolo.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, vorrei un chiarimento da lei per quanto riguarda il voto di questo articolo aggiuntivo perché informalmente mi è stato detto che su questo articolo aggiuntivo non si può chiedere il voto segreto, però ricordo che l'articolo 49 del Regolamento dice esplicitamente che si può chiedere il voto segreto su materie elettorali. Le circoscrizioni, in questo caso, vanno ad incidere direttamente sui seggi eletti, quindi le chiederei di chiarire questa posizione con l'aggiunta che l'opinione che noi abbiamo è che per la Sardegna si arriva sempre dopo: si arriva dopo per i fondi sull'alluvione, si arriva troppo tardi per i seggi per le europee. Insomma, la Sardegna è sempre quella bella addormentata che nessuno va mai a risvegliare perché i tempi sono sempre troppo lunghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo «Carano-Mazzini» di Gioia del Colle, in provincia di Bari, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

      FEDERICA DIENI. Signor Presidente, ancora una volta in quest'Aula si manifesta in tutta la sua forza l'incoerenza del PD, che per bocca del suo rappresentante Rosato afferma da un lato che non sia corretto intervenire su una legge elettorale a 45 giorni dal voto, intervenendo sulle circoscrizioni, dall'altra parte, ha chiesto di modificare la stessa legge. Quindi, che si metta d'accordo: se vogliamo intervenire adesso – come voi volete, perché noi non vogliamo intervenire in questo contesto – allora modifichiamo le circoscrizioni elettorali per renderle più omogenee (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

      ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, credo che la parità di genere sia importante, ma non sia una questione centrale, come dice l'onorevole Rosato. In questo momento anzi è un paravento, è usata strumentalmente per coprire altri interessi. Questo è grave, molto grave: utilizzare un tema molto importante per fare altri tipi di interessi politici.
      Le questioni centrali sono le soglie al 4 per cento, la raccolta delle firme in numero proporzionato alla popolazione, costituire le circoscrizioni per la Sardegna e altri territori che non esprimono eurodeputati. Queste sono le questioni principali. Chi sta veramente affossando cosa ? Lo stravolgimento della rappresentanza elettiva – vedi province, Senato, legge elettorale – e ora la scusa che non c’è tempo per cambiare una legge che si dovrebbe cambiare.
      Quindi la domanda è – e concludo, signor Presidente – non è che l'avete calendarizzata solo ora e proprio ora per dire non si può realmente modificare e migliorare ?

      PRESIDENTE. In ordine alla questione sottoposta dal collega Fedriga, la richiesta di scrutinio segreto sull'emendamento in esame, onorevole Fedriga, volto a ridefinire le circoscrizioni elettorali non può essere accolta.
      Al riguardo, ricordo che la Giunta per il Regolamento, nella seduta del 7 marzo 2002, ha precisato che sulle leggi elettorali è ammesso lo scrutinio segreto solo sulle norme che riguardano i meccanismi di trasformazione dei voti in seggi. Non è invece ammesso lo scrutinio segreto su tutte le altre norme, come quella in esame, Pag. 57che riguardano fasi del procedimento elettorale, che di per sé non concorrono a definire le caratteristiche essenziali del sistema elettorale medesimo.
      In tal senso, sono i precedenti del 7 aprile 2004 e del 12 ottobre 2005.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

      ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, solo per dichiarare il voto contrario su questo emendamento. Ho votato, insieme con i colleghi, in modo favorevole sull'emendamento precedente perché poneva una questione, la questione dell'ingiustizia grave e gravissima che dura da lunghissimo tempo contro la Sardegna, che priva il popolo sardo della possibilità di rappresentanza.
      Qui noi facciamo, invece, una riforma improvvisata, che riguarda non solo la soluzione di questo problema ma l'intero sistema delle nostre circoscrizioni. Veramente mi pare fuori luogo e non vorrei che la nobile battaglia fatta a favore della Sardegna venisse poi strumentalizzata per chiedere qualcosa di impossibile e di irragionevole, perché una riforma di questa portata si fa con matura convinzione dopo un dibattito adeguato, e – questo sì – lo si fa sotto elezioni. Riparare un errore gravissimo, anche con gravissimo disagio, «sì»; fare una riforma di carattere generale «no».
      Mi spiace che non siano stati presenti al voto precedente alcuni colleghi «grillini», del MoVimento 5 Stelle. Spero che questo fatto li induca a riflettere sulla necessità di comportarsi in modo consono in Aula ed in Commissione onde evitare, nel futuro, di essere esclusi nuovamente dal voto.

      GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, sempre in riferimento all'articolo 49.
      Io la ringrazio per la sua spiegazione, direi a dir poco suicida, rispetto alla negazione del voto segreto, perché lei stesso ha detto – testuali parole, anche se adesso sbaglierò qualche virgola – che si ha la possibilità di votare con scrutinio segreto qualora il fatto componga un'attribuzione diversa dei seggi. Stiamo parlando esattamente di questo, perché se si modifica il collegio elettorale, se si modifica la circoscrizione, è chiaro che i voti dei sardi andranno a costituire dei seggi che altrimenti non possono essere costituiti.
      Quindi, faccio appello a quello che lei ha appena detto. Ci dia, cortesemente, il voto a scrutinio segreto, perché altrimenti sarebbe assolutamente incongruente con quello che ci ha appena detto.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

      MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, in merito all'intervento dell'onorevole Scanu, del PD, vorrei fare presente quello che lui ha affermato, nel tentativo di fare opera di condiscendenza nei confronti dei sardi, riferendosi all'onorevole Capello. Di fatto, quando Scanu parla di archetipo dovrebbe sapere, a meno che non sia ignorante, che l'archetipo è senza luogo e senza tempo. Quello che lui ha fatto è parlare di uno stereotipo.
      Quindi, ancora una volta, il PD non fa altro che mettere delle etichette e cercare di marginalizzare con frodi semantiche, cercando di marginalizzare, in questo caso, anche la Sardegna. Per cui, da questo punto di vista, il PD è coerente anche nel suo essere, ancora una volta, un perverso polimorfo (e se lo vada cercare) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

      PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, intervengo reagendo all'intervento Pag. 58del mio collega e compagno di banco Zaccagnini, il quale ha affermato che la questione di genere non è questione centrale.
      Intanto, dissento profondamente da questa sua affermazione, perché quando si parla di democrazia la questione di genere è questione centrale. Ma, soprattutto, voglio ricordare a lui, e insieme a lui a tanti altri colleghi, che noi oggi qui stiamo discutendo di norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo, in materia – e questo è quello di cui dobbiamo discutere – di garanzia per la rappresentanza di genere, e noi stiamo discutendo di fatto di tutt'altro.
      È una cosa che mi sconcerta, mi lascia a disagio, forse a causa del mio background di parlamentare europea. Lo dico alle colleghe e ai colleghi che magari si candideranno al Parlamento europeo: sappiate che se fossimo al Parlamento europeo tutti questi emendamenti non sarebbero stati considerati ammissibili, perché fuori tema rispetto al testo del provvedimento. Si parla di norme di garanzia di genere e noi qui parliamo di tutt'altro. Non lo so, forse, se qualcuno intende candidarsi al Parlamento europeo, deve pensarci bene, perché andrebbe a fare cose diverse da quelle che ci si aspetta, perché qui accade il contrario.
      Poi, comunque, vorrei chiedere ai colleghi e alle colleghe di attenersi al tema della discussione, sennò possiamo inventare qualsiasi altra storia, parlando di qualsiasi altro tema.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, in merito al richiamo al Regolamento, articolo 49, comma 1, riteniamo irricevibile la sua replica a questo richiamo al Regolamento quando afferma che l'applicazione del voto segreto riguarda esclusivamente in ambito di legge elettorale il meccanismo di trasformazione dei voti in seggi. Se non è un meccanismo di trasformazione di voti in seggi la circoscrizione, o meglio la modifica della circoscrizione rispetto alla legge elettorale vigente, le chiediamo che cosa rappresenta il meccanismo. Una circoscrizione diversa rispetto a quella vigente rappresenta la trasformazione di voti in seggi ovviamente differenti. Ma le dirò di più, Presidente, se lei non ammette l'applicazione del voto segreto su questo emendamento, significa permettere una situazione aberrante, ed è quella indicata nell'articolo 116, comma 4, del Regolamento, che parla di questione di fiducia. Lei, così facendo, ammetterebbe la possibilità di porre la questione di fiducia anche su questioni relative alla legge elettorale, su ciò che disciplina le regole interne alla Camera e su ciò che disciplina in generale le regole democratiche di questo Parlamento. Ciò è l'esempio eclatante del fatto che su questo articolo aggiuntivo è ammissibile il voto segreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ci sono, come ho ricordato prima all'onorevole Fedriga, due precedenti, che vi leggo: nella seduta del 7 aprile 2004 – proposta di legge n.  4880, incompatibilità con il mandato parlamentare europeo ed altre disposizioni in materia elettorale – fu esclusa l'assoggettabilità al voto segreto degli articoli premittivi all'articolo 1 del progetto che arrecavano modifiche delle circoscrizioni elettorali, assegnazione e ripartizione dei relativi seggi, decisione contestata allora dagli onorevoli Piscitello e Mastella. Analogamente, nella seduta del 12 ottobre 2005 fu esclusa la secretabilità degli emendamenti incidenti sulle circoscrizioni in cui è diviso il territorio nazionale. È ben vero che nell'ambito del recente esame della legge elettorale nazionale è stato ammesso lo scrutinio segreto su emendamenti volti a ridefinire le circoscrizioni dei collegi elettorali, tuttavia in tale ultimo caso si trattava di emendamenti che intervenivano in un contesto di liste bloccate e sul punto era intervenuta la pronuncia della Corte costituzionale n.  1 del 2014, in cui si chiariva che la dimensione delle circoscrizioni elettorali in un sistema di liste bloccate influisce sulla facoltà dell'elettore di incidere sull'elezione dei propri Pag. 59rappresentanti. Nel caso di specie, invece, l'emendamento è volto a novellare la legge elettorale europea n.  12 del 1979 in cui è prevista la possibilità di esprimere il voto di preferenza (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti).

      RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, noi non mettiamo assolutamente in dubbio l'esistenza di questi due precedenti, però sottolineiamo che sono due precedenti a favore di una tesi, precedenti che anche dai lavori che si stanno svolgendo in questo momento le vengono suggeriti giustamente dai funzionari. La mia domanda è: due precedenti a favore della tesi su quanti contrari a quella tesi ? Per esempio, mi risulta che nel 1997 ci sia...

      PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, chiedo scusa, semplicemente per chiarezza...

      RICCARDO FRACCARO. No un attimo, no alla fine...

      PRESIDENTE. Le do il tempo, non le sto togliendo del tempo, solo per chiarezza: i due precedenti che vengono citati sono gli unici che riguardano questa cosa, in cui non si è assoggettato al voto segreto; non è che in tutte le altre occasioni, invece, si sia assoggettato al voto segreto.

      RICCARDO FRACCARO. Presidente, a noi per esempio risulta un precedente del 1997...

      PRESIDENTE. Dal 2002...

      RICCARDO FRACCARO. Presidente ! ... a favore della tesi che invece è sostenuta da un'ampia fetta di questo Parlamento, forse anche dalla maggioranza. Quindi, noi chiediamo una cosa, anche perché ricordo che quest'Aula ha votato un ordine del giorno per rendere pubblica la banca dati dei precedenti, ancora inattuato. Allora, chiedo solamente una cosa, anche per rispettare il voto di quest'Aula: sospendiamo i lavori dell'Aula per il tempo necessario, consultiamo tutti quanti la banca dati dei precedenti, chiediamo che venga sentita la Giunta per il Regolamento e prendiamo una decisione trasparente, come forse non è mai successo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, è evidente dai conciliaboli che si stanno verificando al tavolo della Presidenza che l'interpretazione che è stata data non sia così univoca e chiara da escludere il voto segreto su questo articolo aggiuntivo. Pertanto, credo che la proposta che è stata avanzata, proprio per dipanare in maniera chiara e completa la matassa, sia assolutamente doverosa.
      Detto questo, intervengo per raccogliere l'invito fatto dalla collega Locatelli in riferimento alla sua affermazione, tale per cui nel Parlamento europeo questo tipo di articolo aggiuntivo, probabilmente, non sarebbe stato ammesso. Alla collega dico che, probabilmente, nel Parlamento europeo nessun decreto di questo Governo sarebbe stato ammesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), vista la non congruità dei decreti rispetto al dettato costituzionale.
      Colgo, quindi, questi ultimi pochi secondi per ribadire il convincimento della Lega, che è stato manifestato poco fa dai colleghi, di un voto assolutamente favorevole a questo articolo aggiuntivo, previa una verifica ulteriore con i tempi e con i modi consentiti e doverosi, visto anche che la materia e il tema non risultano di così facile e univoca interpretazione, anche alla luce dell'intervento del Presidente. Quindi, la invitiamo, Presidente, a svolgere tutte le verifiche di merito, perché il tema è un tema che merita e si presta ad una valutazione, vista la portata importante rispetto Pag. 60alla dignità della rappresentanza democratica del popolo sardo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, lei, correttamente, con l'attenzione che la contraddistingue, ha dato una risposta all'Aula facendo riferimento, come prassi, ai precedenti. Corretto e ineccepibile, come sempre, il suo comportamento, Presidente, ma, per l'appunto, lei ha agito come prassi, ovvero è consuetudine, nel caso di circostanze non perfettamente oggettivabili nel testo di legge, rifarsi, per analogia, a scelte che in fattispecie similari sono state assunte dai predecessori.
      Ma una cosa è la prassi, onorevole Presidente, altra cosa è la definitiva valutazione del merito di una questione che, forse – mi scusi il bisticcio delle parole –, un approfondimento, a sua volta, lo merita per davvero. Infatti, non vi è dubbio che, quando lei, rifacendosi alla prassi, ci ha segnalato, in modo documentato, onorevole Presidente, la circostanza che sarebbe consentito il ricorso al voto segreto solo e soltanto nel caso in cui fosse in votazione un criterio di attribuzione dei seggi, non vi è dubbio che la modifica e la composizione territoriale delle circoscrizioni elettorali per il rinnovo del Parlamento europeo determinano, ipso facto, una modifica nel criterio di attribuzione dei seggi.
      Non avendo, evidentemente, per correttezza nei suoi confronti, Presidente, la volontà di richiedere a lei stesso, singola persona, la responsabilità di assumere una decisione contro la prassi o contro i precedenti, la invito, però, a volere valutare e ad accogliere in senso positivo la richiesta, che è già pervenuta da parte di colleghi che hanno parlato prima di me, di voler prontamente investire la Giunta per il Regolamento della questione che è stata posta, perché si possa procedere con la votazione dell'articolo aggiuntivo solo una volta che, valutando nel merito, la Giunta abbia stabilito se questa fattispecie ricade o meno nella circostanza di una modifica del criterio di attribuzione dei seggi.
      Infatti, e concludo, Presidente, rifarsi alle prassi potrebbe anche semplicemente costituire la pedissequa ripetizione di errori. Le ricordo, e ricordo a me stesso e a tutti i colleghi, Presidente, che non è che una norma che è stata adottata per prassi sia corretta per il fatto stesso di essere stata già adottata. Infatti, la Corte costituzionale ci ha informati, con otto anni di colpevole ritardo, che per tre volte consecutive il Parlamento della Repubblica sarebbe stato eletto, a giudizio della Consulta, sulla base di una legge che era incostituzionale. Figuriamoci, quindi, se non siamo noi legittimati a poter fare un approfondimento rispetto ad una prassi, a una consuetudine o ad un precedente che è stato assunto dagli Uffici di Presidenza della Camera dei deputati in altre legislature.

      PRESIDENTE. Rendo precisazioni a quanto sollevato dal collega Fraccaro. Nella Giunta per il Regolamento del 7 febbraio e del 7 marzo 2002 sono stati fissati i criteri interpretativi proprio dell'articolo 49, che è quello che disciplina il voto segreto. Quindi, è dopo tale data che bisogna far riferimento per valutare i precedenti, e non prima.

      ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ETTORE ROSATO. Signor Presidente, questa sua precisazione semplifica anche il mio intervento. Io ritengo che i precedenti che sono stati citati siano molto chiari, così come la lettura esplicita dell'articolo 49 e il senso che questo contiene.
      Quindi, noi condividiamo la sua impostazione sotto la lettura del Regolamento e chiediamo che venga rispettato il patto che c’è tra i gruppi parlamentari nel prendere Pag. 61atto delle comunicazioni, che arrivano dalla Presidenza e dagli uffici per il tramite della Presidenza, sulla lettura dei precedenti e sulla oggettività delle decisioni che la Presidenza assume in merito a quanto attiene la lettura dei precedenti. Poi, nulla osta alle banche dati e a tutto quanto può essere utile per la formazione dei parlamentari, della loro conoscenza. Ma questo non c'entra con i pareri che fornisce la Presidenza quando è chiamata ad esprimere le sue decisioni.
      Aggiungo un tema anche di carattere politico, che però mi meraviglia. Mi sembra veramente strano proprio da parte del MoVimento 5 Stelle, che caratterizza la sua politica con lo streaming di qualsiasi tipo di incontro, chiedere oggi qui, su questo tema, il voto segreto. Posso capire che lo chiedano altri partiti, ma non capisco come possa chiederlo il MoVimento 5 Stelle che, invece, fa della trasparenza o comunque della chiarezza delle posizioni politiche una battaglia che dovrebbe contraddistinguerlo anche in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo per fare un po’ di chiarezza su quanto anche lei, puntualmente, ha ricordato come precedenti. Però, ha detto che nel 2005 – se non erro, mi corregga sulle date – era stato impedito il voto segreto sul cosiddetto Porcellum – correggetemi – sui collegi, ma successivamente, sull'Italicum, trattandosi di collegi bloccati, e in conseguenza alla sentenza della Consulta, era stata rivista la decisione stessa presa dalla Presidenza di allora, permettendo il voto segreto.
      Dunque, già in questo momento, senza – mi sembra – aver riunito la Giunta per il Regolamento, era stata cambiata la decisione della Presidenza in conseguenza alla decisione della Consulta. In questo momento, noi stiamo facendo la stessa identica cosa, ovvero – non con le liste bloccate, ma il fine è lo stesso – permettere alla regione Sardegna di eleggere dei rappresentanti, indipendentemente se si tratta di liste bloccate o meno, ma il fine è identico.
      Quindi, mi domando perché la Presidenza non può rivedere anche in questo caso il precedente, come ha fatto nello stesso suo precedente che ha ricordato, e quindi permettere il voto segreto. Mi sembra limpido, e mi sembrerebbe un comportamento lineare proprio con quanto deciso dalla Presidenza in questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      ROBERTA LOMBARDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, volevo chiedere alla Presidenza da quando quest'Aula è entrata nell'ordinamento di common law. Vorrei sapere da quando il principio dello stare decisis, se c’è l'obbligo di seguire pedissequamente i precedenti, fa legge in quest'Aula. Potrebbe essere semplicemente che dei precedenti siano adesso da rivisitare. Rifacciamoli, riprendiamoli in considerazione: che sia la Presidente Boldrini a venire qui, a valutare la questione e ad esprimere un parere definitivo.
      Anche la Corte di cassazione, nella prassi e nella consuetudine, ha fatto poi dei capovolgimenti di fronte. Quindi chiediamo, ancora una volta, che si prenda in considerazione la possibilità di rivalutare questi precedenti, visto che poi la conseguenza sarebbe uno stravolgimento dell'applicazione dell'articolo 49, come il mio collega ha espressamente spiegato precedentemente. Vorremmo quindi la Presidente, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 62

      DANILO TONINELLI. La questione sollevata circa l'applicabilità del voto segreto nella votazione relativa alla modifica dei colleghi plurinominali con il cosiddetto Italicum, avvenuta poche settimane fa, è una questione di assoluta rilevanza, Presidente. Io sinceramente non ricordo, o meglio non ho la certezza, ma mi sembra di ricordare chiaramente che si votò con scrutinio segreto. Ciò fa venire meno quei precedenti relativi alle votazioni sul Porcellum.
      Di conseguenza, oggi il precedente è quello di poche settimane fa, ossia l'applicabilità del voto segreto sulla modifica delle circoscrizioni adesso o collegi plurinominali con l'Italicum, che sono la medesima cosa e che, evidentemente, incidono sui meccanismi di trasformazione del voto in seggi. È una questione politicamente assolutamente rilevante, Presidente: prenda l'onere di sospendere l'Aula, di convocare l'Ufficio di Presidenza, la Giunta per il Regolamento, di chiamare la Presidente, ma di dare una risposta coerente e giuridicamente sostenibile a quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, la questione è di assoluta rilevanza, tant’è vero che è stata proprio la Presidenza a sottoporla all'attenzione dell'Assemblea. Ora, è evidente che siamo in una circostanza complessa, perché abbiamo precedenti in un senso e nell'altro, ed è anche evidente che il Presidente di turno non può assumersi – secondo il mio modesto avviso e secondo anche un concetto che ho io del Presidente di turno – la responsabilità estemporanea di decidere in un senso o nell'altro, pur essendosi il Presidente già formata, in cuor suo, una sua opinione.
      Quindi, ritengo doveroso e anche rispettoso dell'istituzione, della Presidenza, in questo caso, informare la Presidente della questione e verificare la sua disponibilità e la sua responsabilità in ordine alla scelta da compiere.
      Pertanto, sospendo brevemente la seduta e ritengo necessario, a questo punto, investire la Presidenza formalmente della questione che abbiamo affrontato sinora (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).
      Sospendo la seduta.

      La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

      PRESIDENTE. Avverto che la Giunta per il Regolamento è convocata per le ore 18,50. Potremmo, pertanto, proseguire con l'esame delle ulteriori proposte emendative, che riguardano questioni diverse. Sono soltanto due le proposte emendative residue: quindi, proporrei all'Aula di proseguire con tali proposte emendative, sulle quali è previsto il voto palese, in attesa della Giunta per il Regolamento che esaminerà la questione che è stata discussa in Aula prima della sospensione. Ovviamente, l'articolo aggiuntivo Dadone 1.04, da cui è partita la discussione sulle modalità di voto, deve intendersi accantonato.

      ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROCCO PALESE. Signor Presidente, sono le 18 e l'impostazione da lei adesso preannunciata di proseguire con le ulteriori proposte emendative e, poi, con la Giunta per il Regolamento, ci porterà sicuramente, poi, eventualmente, alle dichiarazioni di voto e al voto finale. Quindi, l'altro provvedimento – il decreto-legge n.  16 del 2014 sugli enti locali, cosiddetto «salva Roma» –, a questo punto, andrà a domani ? La mia è una domanda.

      PRESIDENTE. È una domanda a cui io non le posso rispondere, perché non sono in grado di sapere quanto durerà la Giunta per il Regolamento: valuteremo la questione al termine della riunione della Giunta per il Regolamento. Lei sa, onorevole Pag. 63Palese, che, in linea teorica, potremmo proseguire i lavori dell'Aula anche durante la riunione della Giunta per il Regolamento: questo lo valuteremo al momento opportuno, perché, io credo che dovremmo sospendere i lavori per la Giunta. Quindi, se la Giunta non è troppo impegnativa, forse, siamo in grado di proseguire questa sera.

      DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, innanzitutto, prendiamo atto positivamente della convocazione della Giunta per il Regolamento...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Toninelli, chiederei ai colleghi di parlare piano, ridere ancora più piano, e così via. Prego, onorevole Toninelli.

      DANILO TONINELLI. Stavo dicendo, che prendiamo atto positivamente della convocazione della Giunta per il Regolamento su una questione politicamente tanto rilevante, ma le chiediamo, Presidente, di porre all'ordine del giorno della Giunta per il Regolamento, quanto meno un'iniziale trattazione, l'accessibilità ai precedenti, ovverosia la possibilità, come è stato correttamente detto poco fa dal collega Fraccaro, di risolvere a monte una questione tanto rilevante politicamente: cioè, di non mantenere nelle mani del Presidente di turno o degli uffici competenti a relazionarsi con il Presidente di turno qualcosa che non è legge, ma che diventa una fonte del diritto superiore addirittura al Regolamento e, di conseguenza, alla legge. Le chiediamo questo, Presidente, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Toninelli, lei fa parte della Giunta per il Regolamento, che è presieduta dalla Presidente Boldrini, a cui, ovviamente, trasferirò questa sua richiesta. Stasera, l'ordine del giorno della Giunta è molto preciso, ed è stato individuato dalla discussione svolta in Aula.
      Passiamo all'articolo aggiuntivo Giorgia Meloni 1.050, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.

      MARCELLO TAGLIALATELA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, innanzitutto per chiederle che anche su questo articolo aggiuntivo ci si possa esprimere con il voto segreto, e quindi mi affido alla sua valutazione...

      PRESIDENTE. No, onorevole Taglialatela. Guardi, l'argomento per il quale è stata convocata la Giunta per il Regolamento, è legato al meccanismo di trasformazione dei voti in seggi. In questo caso, trattandosi di un articolo aggiuntivo che riguarda l'elettorato passivo, non c’è alcuna relazione – alcuna proprio – tra tale proposta emendativa e la materia della trasformazione dei voti in seggi. Per cui, è chiaro che questo è un voto palese. Prego, quindi, se lei vuole intervenire nel merito...

      MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, io rinnovo invece la mia richiesta, tenendo conto che, parlando di leggi elettorali, penso che sia compatibile la richiesta di voto segreto. Quindi la invito, prima di esprimersi in maniera così tranchant, di andare a leggere il Regolamento, in modo particolare quello che riguarda l'articolo 49. Quindi, la prego di considerare che stiamo parlando di materia elettorale, e su questa materia il voto segreto è previsto.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Noi sosteniamo la richiesta appena fatta dal collega di Fratelli d'Italia. Le domandiamo, Presidente, come non può rientrare nel concetto, o può non rientrare Pag. 64nel concetto di meccanismo di trasformazione dei voti in seggi il fatto che si possa candidare un diciottenne rispetto ad un venticinquenne. Significa che il mio voto può andare a persona differente, che oggi, con la legge attuale, non potrebbe candidarsi, e di conseguenza una diversa trasformazione dei miei voti in seggi. È qualcosa che, secondo me, rientra evidentemente in quel meccanismo e che, di fatto, deve rientrare tra gli argomenti all'ordine del giorno della Giunta convocata per le 18,50 di oggi. Grazie, Presidente.

      PRESIDENTE. Allora, la Giunta per il Regolamento è convocata. Ritengo, però, che la Presidenza sia, in questo caso, proprio in maniera certissima dalla parte della ragione, perché la pronuncia che la Giunta per il Regolamento ha fatto il 7 di febbraio 2002 e il 7 marzo 2002 – la rileggo per comodità di tutti – recita: «Si ribadisce l'opzione interpretativa adottata nella precedente legislatura, secondo cui per leggi elettorali devono intendersi solo le norme che riguardano i meccanismi di trasformazione dei voti in seggi». Parla esplicitamente dei meccanismi. «Tale interpretazione esclude, in ogni caso, tutte le altre norme, comprese quelle di carattere organizzativo, quelle che attendono alla presentazione delle candidature e quelle che riguardano fasi del procedimento elettorale che, di per sé, non concorrono a definire le caratteristiche essenziali del sistema elettorale medesimo».
      Per cui, preso, ovviamente, per importante il tema che è stato sollevato nella fase precedente, e quindi assunta la necessità di un approfondimento sulla questione delle circoscrizioni, perché è materia più delicata, io metto in votazione questo articolo aggiuntivo con il voto palese.

      LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      LUIGI DI MAIO. Presidente, grazie. Onde evitare che si possano creare le stesse situazioni di prima, che ci hanno portato ad una discussione lunghissima, che poi ha portato a valutare l'opportunità di convocare la Giunta per il Regolamento, e visto e considerato che anche prima c'era una certezza, che poi, consultando la Presidente, evidentemente più certezza non è stata, io consiglio ed invito ad accantonare anche questo articolo aggiuntivo, e lo facciamo valutare alla Giunta per il Regolamento; questo argomento lo valuta la Giunta per il Regolamento alle 18,50. Stiamo parlando di uno, altrimenti riapriamo la stessa procedura di prima. Chiedo soltanto questo, grazie.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. E richiamo quanto lei ha detto, Presidente. Io ero convinto che lei avesse ragione, ma dopo aver sentito il suo intervento mi è venuto un dubbio. Perché quando si parla, come ha detto lei, di processi essenziali, stiamo parlando dell'elettorato passivo. Se l'elettorato passivo non è un momento essenziale nella formazione di una legge elettorale, vorrei capire cosa è essenziale. C’è l'elettorato attivo e passivo: mi sembra palese che è un momento essenziale nello scrivere una legge elettorale. Quindi, capisco se non fosse convocata la Giunta per il Regolamento, ma essendo già convocata per le 18,50, io credo che un chiarimento anche su cosa è essenziale in una legge elettorale – ed io ritengo, personalmente, che l'elettorato passivo sia essenziale – sia utile al prosieguo dei lavori di questa Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ETTORE ROSATO. Signor Presidente, noi non abbiamo sollevato obiezioni, anche se siamo certi che l'interpretazione data dal Presidente di turno, onorevole Pag. 65Baldelli, precedentemente, rispetto la non necessità del voto segreto, sia corretta. In questo caso, però, mentre prima si è sviluppato un dibattito dove sono state sollevate delle questioni che attengono ai richiami anche a precedenti dei voti segreti fatti anche recentemente in quest'Aula, in questo caso la lettura da parte sua dell'espressione della Giunta per il Regolamento, cioè quell'organismo che noi chiediamo di convocare per dare un parere, che l'ha già dato, perché l'ha dato e ci è stato letto in quest'Aula, è talmente evidente che mi induce a chiederle di andare avanti con la votazione, perché in questo caso altrimenti rischiamo semplicemente di far pensare che ci sia un'altra volontà: semplicemente quella di perdere tempo, piuttosto che quella di risolvere un problema.
      Trattandosi allora qui di elettorato passivo, essendo stato chiaramente non previsto nella fattispecie richiamata dalla Giunta per il Regolamento sulle possibilità di segretare il voto, mi sembra evidente che noi possiamo andare, con serenità d'animo della corretta interpretazione, a procedere con questo voto.

      EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, intervengo per dare un momento di valutazione in più: cambiando l'età dell'elettorato passivo, ovviamente cambia la platea di chi si può candidare. Questo è sicuramente un elemento pregnante, perché mi può spostare i voti di un certo elettorato: magari i giovani voteranno i giovani, più giovani vicini alla loro età. Quindi, ritengo che questo articolo aggiuntivo sia proprio attinente al meccanismo di formazione dei seggi.

      MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per rimandare al mittente, per il suo tramite, se mi permette, l'interpretazione capziosa che avrebbe dato della richiesta che abbiamo argomentato l'onorevole Rosato. Perché quando egli sostiene, con una interpretazione legittima ma che è sua, che il tema che noi sottoponiamo sarebbe già risolto di per se stesso, e che quindi la nostra volontà di chiedere insistentemente che la Giunta si interroghi anche sulla possibilità di concedere la votazione per scrutinio segreto anche su questo articolo aggiuntivo sarebbe soltanto figlia di una volontà dilatoria, offende se stesso e la sua intelligenza. L'onorevole Rosato sa che stiamo parlando della penultima e del terzultima proposta emendativa in votazione su questo provvedimento, quindi se l'intento fosse stato di carattere dilatorio forse avremmo cominciato qualche ora fa a porre questi temi.
      Allora, interpretazione capziosa per interpretazione capziosa, viene di pensare che se l'onorevole Rosato immagina di voler sottrarre alla autonoma e legittima valutazione della Giunta per il Regolamento, convocata tra mezz'ora, non fra quattro giorni, il tema di cui stiamo parlando, non è perché lui vuole velocizzare l'iter di approvazione di un provvedimento che, espunte queste due proposte emendative, avrebbe ancora una votazione in atto, ma semplicemente perché ha il sacro terrore, come delegato d'Aula del suo gruppo, che se queste proposte emendative venissero poste alla votazione dell'Aula con il voto segreto, probabilmente la disciplina del suo gruppo non sarebbe così ferrea come lui immagina possa essere con la votazione palese.

      PRESIDENTE. Naturalmente la convocazione della Giunta per il Regolamento è stata concordata con la Presidente Boldrini sulla base della discussione che noi abbiamo fatto in Aula prima della sospensione. Io mi sento di dire in tutta onestà che questo articolo aggiuntivo non inficia la discussione che faremo dopo, nella Giunta per il Regolamento, che faranno i Pag. 66membri della Giunta per il Regolamento insieme alla Presidente che l'ha convocata. Sono assolutamente però convinta, e credo che sia mio dovere da Presidente di turno, che questo articolo aggiuntivo possa essere votato e debba essere votato a scrutinio palese. Per cui chiedo se ci sono interventi nel merito: se ci sono interventi nel merito do la parola nel merito.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.

      MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, forse è meglio che la discussione avvenga con la relativa votazione «alla luce del sole» in modo che andremo a valutare il voto dei singoli componenti di questa Aula sull'emendamento che come Fratelli d'Italia abbiamo presentato.
      Lo dico a chi fa parte dell'Aula e anche a chi ascolta in questo momento i lavori parlamentari. L'emendamento in questione cerca di mettere l'Italia al livello delle altre nazioni europee perché, tranne Cipro, e sottolineo tranne Cipro, l'unica nazione che prevede che l'elettorato passivo sia riservato solo a chi ha più di 25 anni e quindi possa essere candidato e quindi eletto solo chi ha più di 25 anni, quindi escludendo la fascia dei giovani che vogliono semplicemente poter partecipare ad una competizione così come questa legge prevede in ragione del voto di genere, è l'Italia.
      Che cosa chiediamo ? Che si possa consentire anche a chi ha 18 anni, e quindi vota, di poter essere candidato e quindi di potere essere eventualmente eletto. Lo sottolineo Presidente, colleghi e chi ci ascolta: l'unica nazione, oltre a Cipro, che prevede che per le elezioni del Parlamento europeo non possano essere candidati i giovani al di sotto dei 25 anni è l'Italia.
      Noi chiediamo con questo emendamento che venga fatta giustizia rispetto alle legittime aspirazioni di chi è giovane e si vuole candidare e vuole tra l'altro riavvicinare – penso che questo sia un tema che debba essere avvertito da tutti indipendentemente dallo schieramento politico – le istituzioni ai cittadini, in modo particolare i giovani che mi pare siano incredibilmente, senza alcun motivo, esclusi dalla possibilità di essere candidati.
      Mi permetto, quindi, di chiedere che il voto che avverrà in modo palese perché Presidente lei così ha deciso, possa essere svolto senza vincoli di partito; vorrei che non ci fosse l'ordine di scuderia degli uomini del Partito Democratico o del Nuovo Centrodestra, che si rivolge ai giovani, di votare contro un emendamento che, lo ripeto, è molto semplice. Come Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale noi proponiamo che così come accade in tutte le altre nazioni europee (Cipro esclusa) si possa concedere il diritto di essere eletti, e quindi di poter essere candidati, ai giovani al di sotto dei 25 anni e che quindi in sintesi coincida l'elettorato attivo con quello passivo.
      Spero che l'Aula possa esprimersi liberamente così come avrebbe fatto in caso di voto segreto e possa approvare questo emendamento.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

      CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, a me sembra evidente che un emendamento di questo tipo vada nella direzione di una maggiore integrazione nel processo europeo, vada nella direzione di una più consapevole partecipazione da parte di tutti gli elettori, non soltanto la composizione ma appunto anche a quelli che devono essere i processi decisionali all'interno di una Aula che tutti voi ritenete assolutamente fondamentale – e mi riferisco ovviamente al Partito Democratico – e cioè al Parlamento europeo. Il fatto che la minoranza sostenga l'approvazione, onorevole Rosato, non significa soltanto volere perdere tempo o soltanto cercare di fare ostruzionismo all'interno di una Aula per ragioni che sinceramente poi non sarebbero particolarmente comprensibili. Significa semplicemente dire che visto che si sta mettendo mano alla legge elettorale per le europee, visto che mancano Pag. 6735 giorni ad una scadenza elettorale fondamentale come quella delle europee, non si capisce perché sia necessario solo esclusivamente affrontare un tema così importante dal punto di vista della parità di genere e non anche di tutta una serie di altri risvolti.
      Prima abbiamo parlato, e sicuramente ne parleremo ancora, della necessità per tutti i vari territori che compongono la Repubblica italiana, di poter esprimere liberamente dei propri rappresentanti che pertanto anche all'interno del Parlamento europeo facciano sentire la voce dei popoli che lì li hanno mandati e i cui interessi sono tenuti a rappresentare.
      Ma anche in questo caso, ripeto, sarebbe bello che soprattutto gli europeisti convinti, quelli che ad ogni piè sospinto accusano chi ha sull'Europa posizioni differenti da essere dei semplici populistici, dei semplici retrogradi, di essere contrari al processo di integrazione europea, dei nostalgici della cartina dell'Europa dell'ottocento, sarebbe un bel segnale quello di votare la possibilità, anche per chi ha meno di 25 anni, di partecipare appunto alle elezioni e quindi possibilmente di far sentire la propria voce all'interno del Parlamento europeo. Un Parlamento europeo che sino a quando comunque non avrà effettivamente un potere decisionale resterà quello che è, cioè una Camera di rappresentanza più o meno importante sicuramente dal punto di vista politico, ma che ha comunque – visto che è questa intanto la sua funzione – la necessità di essere composta innanzitutto dal maggior numero di esperienze diverse e di sensibilità differenti, cosa che sicuramente potrebbe essere garantita da chi ha anche meno di 25 anni. Guardate qui molti esponenti, soprattutto il governo dell'Europa in questi giorni, dopo l'avanzata del Front National in Francia, dopo l'avanzata di tutta un'altra serie di liste nelle ultime elezioni più o meno recenti facenti riferimento sicuramente a posizioni così definite «euroscettiche», ecco vi sono molti esponenti di Governo, soprattutto e in particolar modo il nostro Premier Matteo Renzi, che hanno affermato che le prossime elezioni europee saranno l'opportunità di contare gli europeisti rispetto ai populisti. A maggior ragione, visto che in questa opera così come essa è voi credete particolarmente, visto che è il feticcio al quale continuate a innalzare sicuramente tutta una serie di preghiere, è un altare intorno al quale non fate mai mancare il turibolo, dimostrate che amate talmente tanto quest'Europa da dare la possibilità a tutti i cittadini europei di poter partecipare alla sua costruzione e di poter rispondere anche, secondo sicuramente le vostre intenzioni, a quella ondata populista, retrograda, xenofoba, razzista, nazionalistica e quanto di conseguente che sicuramente da qui a maggio vi sarà. Io non penso che abbiate paura di far partecipare chiunque al voto, visto che siete tanto convinti che effettivamente questa è un’ Europa che è adorata dai suoi cittadini che si commuovano di fronte a quella bandiera azzurra con le stelle e che si commuovono ogni volta che sentono l'inno. Concludo. Dando pertanto un voto favorevole a questo emendamento, dimostrerete la vostra superiorità non soltanto nelle parole ma anche nei fatti rispetto a noi populisti.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà, per un minuto.

      MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, al pari di un suo coetaneo inglese, francese o tedesco, un ventenne italiano paga le tasse se produce reddito, può comparire in contraddittorio con l'amministrazione dello Stato, può essere un imprenditore, può assumere del personale, può essere amministratore di società, è soggettivamente responsabile in toto dei suoi atti di fronte alla legge, leggi, norme e regolamenti che è chiamato a rispettare posto che la legge non ammette ignoranza anche nel caso in cui non le conosca. Ed è soggetto quindi a tutte le procedure di legge e al codice penale, può essere inquisito, indagato, arrestato e condannato, al pari di quello che succede per Pag. 68il suo coetaneo ventenne inglese, francese o tedesco. L'unica difformità che voi volete mantenere è che, a differenza del suo coetaneo inglese, francese o tedesco al ventenne italiano non consentite di candidarsi in Europa. Per una forza politica che ha preso nuova linfa sulla scorta del giovanilismo e della rottamazione, è un bel contrasto.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Giorgia Meloni 1.050.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).
      Folino, Ventricelli, Melilli...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     411            
            Votanti     410            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     206            
                Hanno votato
    133                
                Hanno votato
no     277).                

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2213)

      PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2213).
      Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la Vicepresidente della I Commissione ad esprimere il parere della Commissione.

      ROBERTA AGOSTINI, Vicepresidente della I Commissione. Signor Presidente, formulo un invito al ritiro altrimenti parere contrario.

      PRESIDENTE. Il Governo ?

      SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 2.1.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

      FEDERICA DIENI. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo evitare di apportare modifiche alla legge elettorale già alla tornata elettorale di maggio. Si applica alla lettera quanto suggerito dalla Commissione di Venezia. La Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, meglio conosciuta come Commissione di Venezia, che è un organo del Consiglio d'Europa, e che è composta di esperti di diritto costituzionale e internazionale, da giudici delle Corti supreme o costituzionali e membri di parlamenti nazionali, nel suo parere n.  190 del 2002 ha varato un codice di condotta in materia elettorale che esplicitamente recita: «La stabilità del diritto è un elemento importante per la credibilità di un processo elettorale ed essa stessa è essenziale al consolidamento della democrazia. Infatti, se le norme cambiano spesso l'elettore può essere disorientato e non capirle, specialmente se presentano un carattere complesso, a tal punto che potrebbe, a torto o a ragione, pensare che il diritto elettorale sia uno strumento che coloro che esercitano il potere manovrano a proprio favore e che il voto dell'elettore non è di conseguenza l'elemento che decide il risultato dello scrutinio».
      La necessità di garantire la stabilità in effetti non riguarda tanto i principi fondamentali, la cui messa in causa formale è difficilmente immaginabile, quanto alcune norme più precise del diritto elettorale, in particolare del sistema elettorale propriamente detto, la composizione delle commissioni elettorali e la suddivisione delle circoscrizioni. Questi tre elementi appaiano di sovente, a torto o a ragione, come determinanti per il risultato dello scrutinio ed è opportuno evitare non solamente le manipolazioni in favore del partito di potere, ma anche le Pag. 69stesse apparenze di manipolazione. Ciò che è da evitare non è tanto la modifica della modalità di scrutinio, poiché quest'ultimo può sempre essere migliorato, ma la sua revisione ripetuta o che interviene poco prima dello scrutinio, a meno di un anno. Anche in assenza di volontà di manipolazione, questa apparirà in tal caso come legata a interessi congiunturali di partito.
      Uno dei mezzi per evitare queste manipolazioni è di definire all'interno della Costituzione, in un testo superiore alla legge ordinaria gli elementi più sensibili: il sistema elettorale propriamente detto, la composizione delle commissioni elettorali, le circoscrizioni e le norme sulla suddivisione dei collegi. Un'altra soluzione meno rigida consiste nel prevedere all'interno della Costituzione che nel caso di un cambiamento della legge elettorale il vecchio sistema resti applicabile alla prossima elezione nel caso in cui quest'ultima avvenga nell'anno immediatamente successivo e che il nuovo cambiamento intervenga soltanto per gli scrutini futuri.
      Per il resto, il diritto elettorale dovrebbe essere in linea di massima di rango legislativo; le norme di esecuzione in particolare e le regole tecniche di dettaglio possono tuttavia essere di natura regolamentare. Noi appunto riteniamo che, poiché questa legge elettorale così modificata andrà ad incidere ovviamente sulla libertà di espressione di voto da parte degli elettori, che a 45 giorni dalle elezioni, non sia opportuno che essa entri in vigore immediatamente, ma che le modifiche partano soltanto dalle elezioni successive, quindi quelle che ci saranno tra cinque anni.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 2.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Murer. Prego i colleghi di affrettarsi ai posti. D'Ottavio, Boccia. Ci siamo ? Airaudo. Non vuole rispondere; c’è il tecnico lì, magari se le da una mano... no, quella era la cosa da non fare. Un momento, aspettiamo. Prego. A posto. Hanno votato tutti i colleghi ? No, Attaguile.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

            (Presenti     415            
            Votanti     412            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     207            
                Hanno votato
      86                
                Hanno votato
no     326).                

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Donati, Abrignani. Donati non riesce a votare ancora; perfetto. Ciprini sta arrivando; a posto. Ciprini ha votato. Ginefra riesce a votare ? Va bene. Se hanno votato tutti i colleghi...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

            (Presenti     417            
            Votanti     413            
            Astenuti         4            
            Maggioranza     207            
                Hanno votato
    298                
                Hanno votato
no     115).                

      Sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà dopo la conclusione della riunione della Giunta per il Regolamento convocata alle ore 18,50.
      Sospendo la seduta.

      La seduta, sospesa alle 18,25, è ripresa alle 20,20.

Pag. 70

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

      PRESIDENTE. Comunico che la Giunta per il Regolamento si è riunita per esaminare la questione della segretabilità dell'articolo aggiuntivo Dadone 1.04 in materia di revisione dell'articolazione delle circoscrizioni elettorali per l'elezione del Parlamento europeo.
      Abbiamo fatto un approfondito dibattito in Giunta e, dopo esserci confrontati, l'orientamento prevalente emerso è stato nel senso dell'ammissibilità dello scrutinio segreto. Ciò sulla base della stretta attinenza – è chiaramente non una valutazione politica, ma una valutazione tecnica-regolamentare – della materia dell'articolazione delle circoscrizioni elettorali rispetto ai meccanismi di trasformazione dei voti in seggi. Quindi, un'articolazione tale da configurarla come caratteristica essenziale del sistema elettorale.
      Alla luce di tali considerazioni, la Presidenza, ove ne venga fatta richiesta dal prescritto numero di deputati, ammetterà lo scrutinio segreto sul citato articolo aggiuntivo Dadone 1.04.
      Peraltro, alcuni gruppi mi hanno chiesto, considerata l'ora, di rinviare il seguito dell'esame alla seduta di domani. Tale richiesta mi sembra condivisibile, pertanto, il seguito dell'esame è rinviato a domani.

Su lutti dei deputati Marco Marchetti e Eleonora Bechis (ore 20,23).

      PRESIDENTE. Comunico che il collega Marco Marchetti è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
      La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
      Comunico altresì a questa Assemblea che la collega Eleonora Bechis è stata colpita da un grave lutto: la perdita della madre.
      La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (ore 20,25).

      PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha nominato componenti della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi i senatori Camilla Fabbri e Salvatore Tomaselli, in sostituzione dei senatori Francesco Scalia e Laura Puppato, dimissionari.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,26).

      MARIALUCIA LOREFICE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, case farmaceutiche: l'unico interesse è il profitto, per il quale si è disposti a sacrificare la salute dei cittadini. In appena pochi giorni, abbiamo avuto due casi eclatanti: Avastin-Lucentis e il traffico illegale di virus.
      La sanità è un sistema contorto e corrotto, in cui sono coinvolti manager, politici, funzionari del Ministero della salute, ricercatori e case farmaceutiche. Controllati e controllori sono le medesime persone. Il Ministero in tutto ciò non è vittima, ma concausa e spettatore silenzioso, e chi sta a guardare senza far niente non è meno colpevole di chi trama a spese dei cittadini.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 20,27).

      MARIALUCIA LOREFICE. La sanità è uno dei settori più vulnerabili alla corruzione, Pag. 71eppure, nonostante le continue denunce, state ancora lì, con le mani in mano. Non una parola, nemmeno nell'ambito degli stati generali della salute che si sono riuniti oggi e si riuniranno domani. Il nostro Paese brucia in corruzione 60 miliardi, il 4 per cento del PIL. Invece di spendere inutilmente le vostre forze in incontri di mera facciata, vi invitiamo a mettere mano al conflitto di interesse e a controllare la spesa pubblica locale e regionale. Questo è il primo passo concreto, passo che potreste fare per garantire davvero il diritto alla salute e guardare al futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      MATTEO DALL'OSSO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MATTEO DALL'OSSO. Presidente, colleghi, carissima Ministro Lorenzin, le sue dichiarazioni rilasciate ad una nota rivista, in cui palesa la sua preoccupazione in merito al calo demografico del nostro Paese, dove si ipotizza un piano nazionale della fertilità che includerebbe una educazione alla maternità e un invito a concepire in età fertile, quindi, secondo lei, al di sotto dei 35 anni, al contrario di quello che accade oggi nel nostro Paese dove i figli si farebbero intorno ai quarant'anni, sono davvero preoccupanti ed angoscianti.
      Forse, Ministra, lei non ha fatto caso che, negli ultimi anni – e, sì, che lei siede in Parlamento, ed anche da Ministro ora – la disoccupazione giovanile è alle stelle, i mutui per l'acquisto della prima casa sono inaccettabili e senza aiuto dei genitori è impossibile, e l'incertezza del mantenimento del posto di lavoro è alquanto difficile. L'età media di laurea è altissima, ed io sono un'eccezione, fortunatamente. È un fenomeno che sta interessando il nostro Paese, e forse, chissà, rivuole forse rivedere le «vedove bianche» in Italia ? Ma io non so. Quindi, sa, noi respingiamo le sue affermazioni: prima creiamo le basi per una vita serena nel Paese.

      PRESIDENTE. La invito a concludere...

      MATTEO DALL'OSSO. ...poi riparliamo di educazione alla maternità. Si parlerà di questo, Presidente, domani alla riunione degli stati generali della salute ? Ne parlerà la Ministra Lorenzin al tema di medicina generale, di genere, domani ? Io non lo so.

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dall'Osso.

      MATTEO DALL'OSSO. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

      MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Noi vogliamo augurare un buon lavoro al Ministro Lorenzin e agli stati generali della salute. In particolare, abbiamo notato che tutti gli invitati chiamati a relazionare agli stati generali della salute sono vicepresidenti o presidenti dei medesimi ordini professionali di tipo sanitario. Peccato che sono stati chiamati i vice quando, magari, lo stesso presidente è senatore per quanto riguarda almeno i quattro ordini professionali più importanti.
      Ci domandiamo se, a questo punto, un'intera giornata, non poteva evitare questa ipocrisia il Ministro della salute Lorenzin, e magari, invece di farlo in un luogo aperto, si chiudevano direttamente in Senato, e magari «giocavano col morto» e con la legge anticorruzione che prevede l'inconferibilità e l'incompatibilità di cariche e che è completamente disattesa in questo momento in Italia. Parliamo di prevenzione della corruzione, e nessuno fa niente ! In questo momento, il Ministro della salute con una mano emana una circolare con cui impone agli ordini professionali di adeguarsi alla legge sull'anticorruzione e con l'altra mano prevede un disegno di legge Lorenzin che è esattamente Pag. 72la proposta per uscire dalle maglie del controllo della legge anticorruzione...

      PRESIDENTE. La invito a concludere !

      MASSIMO ENRICO BARONI. ...per gli ordini professionali. Questa è una vergogna, signora Presidente ! Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      GIULIA DI VITA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Sicilia: Palermo, Villa Sofia. Indagati per peculato, abuso d'ufficio e truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale quattro medici, tra cui il direttore generale ed il direttore sanitario.
      Lombardia: tangenti in sanità lombarda. L'ex assessore alla sanità della Lega, Bresciani, indagato per corruzione, e in particolare, mazzette.
      Calabria: la sanità calabrese, secondo «Libera», è la più esposta al rischio corruzione. Tra i vari, ricordiamo il figlio del senatore Gentile, Nuovo Centrodestra, indagato insieme al direttore generale dell'ASP di Cosenza.
      Veneto: la Corte dei conti punta il faro sui project financing veneti per allarme corruzione. Ci sono diverse indagini tuttora in corso.
      Lazio: come non ricordare il caso Mastrapasqua, oppure i 29 indagati tra politici e dirigenti sanitari per associazione a delinquere, anche di tipo mafioso, e voto di scambio ? Campania: caso De Girolamo, devo davvero dire qualcosa ? Piemonte: sanitopoli, l'ex assessore alla sanità Ferrero del PdL, arrestata nel 2011 per abuso in atti d'ufficio e turbativa d'asta, chiesto un anno e tre mesi di reclusione, un anno e un mese per l'ex sindaco Sampò e un anno per l'ex commissario dell'ASL di Chivasso.
      Questi sono solo i casi più recenti, a cui si aggiungono problemi generali di applicazione della legge anticorruzione nelle ASL italiane, e tentativi di elusione da parte delle stesse istituzioni e pubbliche amministrazioni. Questa è la situazione nel nostro Paese. Negli stati generali della salute, convocati dal ministro Lorenzin oggi e domani, il tema della corruzione non è minimamente accennato; come del resto non lo è nemmeno qui in Parlamento, dove al massimo possiamo trovare solo pratici esempi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIULIA GRILLO. Signor Presidente, noi siamo comunque felici di sapere che il Ministro è da qualche parte, perché stavamo andando a Chi l'ha visto; invece almeno sappiamo che è a fare il moderatore di un convegno. Però io vorrei dire anche che il Ministro della salute in realtà di salute non si è mai occupato; e non si è mai occupato perché, per esempio, dal suo Dicastero aveva detto che si sarebbe occupata di prevenzione. Ma vediamo cosa ha fatto. Disturbo comportamenti alimentari e obesità: zero. Contrasto alle patologie croniche non trasmissibili: zero. Contrasto al consumo di alcol: zero. Prevenzione delle forme psichiatriche: zero. Prevenzione delle patologie da inquinamento ambientale: zero. Prevenzione delle patologie da inquinamento alimentare: zero. Tossicodipendenze: oddio, guarda, troviamo un decreto; ma troviamo un decreto perché ? Perché è un decreto-legge che va a riparare all'ignoranza dei suoi predecessori: vedi Fini-Giovanardi, che avevano inserito il tema degli stupefacenti insieme alle Olimpiadi invernali; e quindi naturalmente poi la Corte costituzionale ha detto: no, guardate, è incostituzionale.
      Ministra Lorenzin, mi scusi, ma dove vive ? Nel mondo dorato di «castalandia» ? Forse non lo sa che i cittadini con il cancro non riescono a farsi neanche una TAC di controllo senza aspettare un anno ? Che l'universalità delle cure se l’è divorata una classe politica famelica e meschina, che lei dovrebbe conoscere bene ? Voi volete riformare la Costituzione, Pag. 73ma neanche per sogno riformare il Titolo V e quindi la sanità, perché lì si annidano tante ghiotte occasioni di voto di scambio, favori, raccomandazioni e appalti truccati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E così mentre aspettiamo il violento colpo della scure di Renzi – del pifferaio, mi ero confusa – che taglierà ancora su sanità e istruzione, informo i cittadini che per 12 mesi hanno pagato un Ministro della salute che se è da qualche parte a cantare «Ode alla luna» è già tanto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      CHIARA DI BENEDETTO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, prendo la parola non riferendomi alla Ministra Lorenzin, ma al Ministro dell'istruzione Giannini e al suo sottosegretario Toccafondi. Questo perché negli ultimi giorni entrambi hanno dimostrato una chiara intenzione di interrompere un protocollo tra MIUR e UNAR in merito a degli opuscoli informativi che sarebbero dovuti andare nelle scuole per i docenti contro le discriminazioni di stampo omo-transfobico per il personale docente, la cui diffusione è stata per il momento bloccata.
      Presidente, siamo davanti all'ennesima virata al ribasso sul tema dei diritti civili, e questo è intollerabile, se pensiamo oltretutto che questo Governo, che tra l'altro è formato per la maggior parte da donne, non ha un Ministro per le pari opportunità, e il Ministro Giannini – quindi il Ministro dell'istruzione, lo ribadisco – si permette di intervenire a gamba tesa sui protocolli siglati tra UNAR e MIUR. Considerato inoltre che con la conversione del decreto-legge sull'istruzione che tutti qui dentro abbiamo votato, si prevedeva l'incremento delle competenze relative all'educazione e al rispetto delle diversità e delle pari opportunità per il personale docente, mi chiedo come sia possibile che il Ministro Giannini stia cercando di ostacolare proprio un percorso culturale che doveva contrastare l'omo-transfobia, a partire proprio dalle scuole.
      Sto concludendo, Presidente, perché mentre gli stessi sostenitori di questo Governo si stracciano le vesti al primo suicidio di giovani, di ragazzi e ragazze che non hanno trovato il sostegno da queste istituzioni e da questo Governo, noi consideriamo questa mossa e queste dichiarazioni del Ministro Giannini come una vergogna di voi tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      ROBERTO CAPELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, io vorrei sollecitare un suo cortese e autorevole intervento per poter avere risposta alle seguenti interrogazioni da me presentate. Più precisamente: la n. 4-00791 dell'11 giugno 2013; la n. 4-00912 del 18 giugno 2013; la n. 4-01168 del 5 luglio 2013; la n. 4-01421 del 25 luglio 2013; la n. 4-01821 del 13/09/2013; la n. 4-01836 del 17 settembre 2013; la n. 4-01863 e la n. 4-01850 del 18/09/2013 e la n. 4-02243 del 22 ottobre 2013.
      Mi fermo qui perché mi sta richiamando sul tempo, se non sbaglio, per cui mi riservo di fare il prossimo elenco alla prossima seduta.

      PRESIDENTE. Domani sera.

      DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, spero di non disturbare il collega Rosato, che l'ultima volta se la prese con i colleghi del MoVimento 5 Stelle perché occupavano ormai l'unico spazio libero di discussione e dibattito all'interno di questo Parlamento che, come sappiamo, non perde occasione per contrarre i tempi di dibattito.

Pag. 74

      PRESIDENTE. Ha due minuti comunque anche ora.

      DAVIDE CAPARINI. Grazie, molto gentile. Dopo questa doverosa premessa io chiedo, come abbiamo già fatto la settimana scorsa, la presenza del Ministro Alfano in Aula, perché già mi dicono sia latitante, e uso propriamente il termine, al Ministero dell'interno perché ovviamente avendo visto i dati dei sondaggi del suo partito è evidentemente molto più impegnato in campagna elettorale che non a compiere il proprio dovere. Però noi la settimana scorsa abbiamo votato un provvedimento, l'ennesima «svuotacarceri», nel quale c'era addirittura la cancellazione di un reato come quello della clandestinità e nel contempo si stava compiendo una operazione di polizia che è durata qualcosa come due anni che ha portato in carcere 24 donne e uomini, che poi visti gli atti non si erano macchiati di altro che non anelare la libertà della propria terra. Quindi sono finiti in carcere per un reato di opinione, cosa che in questo Paese ci accomuna più al Ruanda che non all'Europa di cui voi tanto parlate ma poi poco praticate visto che utilizzate la polizia per reprimere le idee, utilizzate la polizia per reprimere gli aneliti di libertà, legittimi, di un popolo.
      Allora noi siamo qui a chiedere al Ministro Alfano se, per cortesia, tra una campagna elettorale e l'altra, tra un impegno per l'NCD e uno con il suo nuovo amichetto Casini, viene qui in Aula, ci spiega come mai ha speso i soldi degli italiani in questo modo, come mai ha impegnato uomini, strumenti, denaro, tempo a pedinare, a seguire persone che semplicemente si riunivano nella speranza poi di cambiare qualcosa, ma noi sappiamo che in questo Paese finché governerete voi di cambiare non se ne parla. Ecco, il Ministro Alfano in Aula. Quindi ribadiamo questo concetto e lo faremo anche domani, nei giorni prossimi perché deve venire qui a risponderci.

      NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, riprendo quanto stava dicendo il collega Caparini per insistere. Insistiamo perché venga in Aula il Ministro Alfano: abbiamo chiesto la presenza del Ministro Alfano la settimana scorsa laddove è stato vergognosamente abolito il reato di immigrazione clandestina con il voto di tutto il Parlamento tranne che della Lega; abbiamo chiesto che il Ministro Alfano venisse in Aula a riferire delle motivazioni che lo hanno portato, dopo aver votato cinque anni fa il reato di immigrazione clandestina, oggi ad abolirlo.
      Quindi, chiediamo che il Ministro Alfano venga per rendere conto su questa circostanza ma anche per rendere conto rispetto all'allarme e alla fotografia che si limita a fare di una vera e propria invasione di massa che il nostro Paese sta subendo per quanto riguarda l'immigrazione clandestina: circa e fino a 600 mila immigrati clandestini e non migranti, fino a prova contraria. Crediamo che si stia verificando per il nostro Paese una vera e propria invasione di massa che determinerà una vera e propria bomba sociale che oggi il nostro Paese non è in grado di affrontare. Quindi, chiediamo che il Ministro Alfano venga a rendere conto rispetto ad un'operazione di accoglienza degli immigrati clandestini che costa, parole del Ministro Alfano, 300 mila euro al giorno, 9 milioni al mese, che vengono pagati dalle tasche dei cittadini italiani.
      Al contempo, Presidente, e chiudo, oltre la presenza del Ministro Alfano riteniamo doverosa anche la presenza del Ministro Orlando, proprio perché esattamente il giorno stesso in cui è stato approvato l'ennesimo «svuota carceri» sono stati messi in galera e sono state arrestate le idee di persone libere, di innocenti: 24 persone sono in carcere; alcune di queste persone per reati di opinione rischiano addirittura, vista la gravità delle imputazioni cioè l'articolo 270, il reato di terrorismo, rischiano di essere messi a misure di sicurezza ben più gravi, in isolamento. Riteniamo per la dignità di queste persone e per la dignità delle famiglie, perché in Pag. 75questo preciso istante 24 persone, per reati e per contestazioni assolutamente fumose e non provate...

      PRESIDENTE. Deve concludere.

      NICOLA MOLTENI. ...sono in carcere. Il Ministro Alfano e il Ministro Orlando vengano a rendere conto di quanto sta accadendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

      MARCO MARCOLIN. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, mi riallaccio anch'io al discorso che ha fatto il mio collega Molteni perché chiaramente domenica siamo stati a manifestare a Verona e qualcuno che rappresenta questo Stato, a noi – come può sentire dal mio accento – avverso, devo dire, ci ha privati della nostra bandiera. La bandiera veneta è una bandiera marciana, una bandiera di tradizione, una bandiera di cultura e una bandiera storica, una bandiera che ha sventolato per oltre mille anni per i mari e per le coste dalmate e italiane.
      Volevo dire che questa bandiera, a noi cara, ha portato la civiltà, dove Venezia era una patria, una città – forse la prima a livello europeo – multietnica, dove tutti potevano liberamente commerciare, pagavano le loro tasse ed erano persone fra le quali ci si poteva confrontare, confrontare le idee e confrontarsi sui modi di vita e di cultura. Questi modi di vita e di cultura noi oggi li abbiamo in carcere, li abbiamo in carcere con 24 persone. Li avete messi in carcere e chiediamo che il Ministro Alfano venga a relazionare su questo. Io personalmente sono stato a trovare il signor Franco Rocchetta – dico signore perché è veramente un signore – che io conosco da trent'anni, una persona mite, una persona che non è belligerante, una persona che ha fatto di tutto nella vita per acculturarsi secondo il suo hobby preferito, la sua mania di trovare nel Veneto e nel suo popolo questa tradizione e di ricercarla. Credo che sia ingiusto che una persona come lui, veramente di cultura e non belligerante, sia ancora in carcere. Penso che si debba veramente scarcerare immediatamente, credo che il Ministro Alfano ci debba ritornare l'onore e caso mai ritirare quel prefetto che ha voluto togliere la nostra bandiera (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo mio intervento lo ripeterò tutte le settimane fin tanto che il Primo Ministro Renzi non verrà in quest'Aula. Non verrà in quest'Aula a riferirci lo stato di attuazione di quello che è, secondo noi, il settore più importante attualmente per il rilancio del nostro Paese, ovverosia quello dell'Agenda digitale, quella digitalizzazione sia nell'ambito pubblico che nell'ambito privato, quell'alfabetizzazione di tutti i cittadini che è rilevato poter rappresentare un'entrata fino a 30 miliardi di euro l'anno.
      L'attuazione dell'Agenda digitale, Presidente, è ferma a inizio 2012. Sono state approvate tre o quattro norme che hanno reso difficile addirittura il deposito dello statuto e l'attuazione di quello che era un programma iniziale scritto sulla carta. Siamo fermi a due anni, l'Europa sta andando avanti, se non partiamo dall'Agenda digitale e da quanto appena detto, di sicuro il nostro Paese non andrà avanti.
      Di conseguenza, le chiedo, per il suo tramite, di fare intervenire il Primo Ministro in quest'Aula a riferire sullo stato dell'arte relativo all'Agenda digitale.

      LILIANA VENTRICELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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      LILIANA VENTRICELLI. Signor Presidente, colleghi, il mio intervento oggi è volto a sostenere un'iniziativa lanciata insieme a tanti altri parlamentari per chiedere la calendarizzazione in quest'Aula della nuova legge sulla cittadinanza. Ogni giorno racconteremo una storia, la voglia di tanti giovani di essere italiani.
      «Mi chiamo Gilchrist, Gil per gli amici, sono nato nel 1999 a Cattolica, dove risiedo oggi con la mia famiglia. I miei genitori vengono dal continente africano, arrivati diciotto anni fa per motivi di studio. Oggi, sono due bravi professionisti e lavorano nel rispetto delle leggi in Italia.
      Due anni fa, tentai insieme ai miei amici di iscrivermi in una scuola di calcio agonistico; con mia grande sorpresa, mi dissero che dovevo fare una trafila lunga e complicata e compilare una montagna di documenti. Chiesi per quale motivo avrei dovuto fare un percorso diverso dai miei compagni e, per tutta risposta, mi fu detto che ero straniero.
      Fu allora che mi resi conto di essere diverso dei miei amici. Ero il migliore dei giocatori. Sentivo spesso dire che ero un giovane talento, promessa del calcio. Fu il mio allenatore a consigliare i miei genitori per lo sport agonistico. Tifo per la Roma e sono fan di De Rossi.
      Avevo tredici anni e non capivo bene cosa stesse succedendo. Avevo sentito dire in TV che essere straniero, oppure extracomunitario non fosse una cosa molto bella, quindi non dissi niente ai miei amici: mi vergognavo perché pensavo di essere colpevole di qualcosa.
      Mia madre, come al solito, si era impegnata molto per fornire tutte le carte per l'iscrizione. Purtroppo, mancava sempre qualcosa e il tempo sembrava infinito.
      Cominciarono i dubbi, le paure, i capricci a casa e i pianti durante la notte. Ero confuso e non riuscivo a spiegare ai miei amici la situazione. Mia madre si è risposata dopo il divorzio e sono venuto a sapere che il mio nuovo papà e mia sorella Gaby erano italiani, mentre il resto della mia famiglia era straniero.
      Oggi sono riuscito finalmente a iscrivermi a quella scuola di calcio grazie all'aiuto e alla generosità del mio allenatore e al sostegno dei miei genitori. Purtroppo, altri compagni della mia scuola rimangono ancora in attesa di una risposta».

      ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, anch'io mi associo alla richiesta dei deputati della Lega: se il Ministro Alfano non è troppo impegnato a gestire il caso Scopelliti, suo coordinatore condannato a sei anni a Reggio Calabria per i buchi di bilancio, dovrebbe venire in Aula perché anche noi pretendiamo chiarezza, al di là delle posizioni politiche, rispetto agli arresti dei cittadini in Veneto. Poi, dato che l'altra volta mi avete censurato, PS – lo dico al volo – Napolitano non è il nostro Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. La smetta, onorevole deputato.

      ANTONINO MOSCATT. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ANTONINO MOSCATT. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta ad un'interrogazione, la n. 4-04241 legata alla richiesta di retroattività del contributo unificato per le famiglie che richiedono gli insegnanti di sostegno.
      Lo scorso anno, a novembre, in quest'Aula si è vinta una battaglia per queste famiglie e contemporaneamente, attraverso un ordine del giorno, il Governo si era impegnato a garantire la retroattività di questa novella.
      In questi giorni e in queste ore stanno arrivando le cartelle esattoriali alle famiglie, il 26 aprile dovranno essere pagate. La mia è un'interrogazione recente, ma richiedo l'urgenza di una risposta, proprio perché vi è l'urgenza di dare una risposta Pag. 77alle famiglie che in questo momento hanno l'esigenza di capire come devono comportarsi.

      ROBERTO CAON. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROBERTO CAON. Signor Presidente, io sono un deputato della Lega Nord e arrivo da Padova, in provincia di Padova. Il mio comune si chiama Vigonza e le posso garantire che ho fatto due gazebo, tra sabato e domenica, per la raccolta delle firme sui referendum che noi stiamo portando avanti.
      La solidarietà che così, tramite il sottoscritto, la popolazione veneta ha portato nei confronti di queste 24 persone che sono state arrestate senza capire il perché. Io non so, non sono un avvocato, non sono dottore in legge, però le posso garantire che il popolo è veramente sconcertato da questa operazione che è stata fatta in Veneto. Non si rendono conto perché questa gente è andata in galera, padri di famiglia, donne, per una cosa che non sappiamo spiegarci. Questa è la verità !
      E la verità non sappiamo dirgliela neanche noi a questa gente e le posso garantire, Presidente, che sotto i gazebo sono venuti di tutti i colori, dalla sinistra alla destra, dal centro e da tutte quante le formazioni politiche che siedono qui in Parlamento e non.  Tutti hanno fatto la stessa domanda: perché queste persone le hanno messe in carcere ?
      E, allora, le dico che io sono ancora convinto di vivere un sogno e non voglio svegliarmi da questo sogno finché queste persone non saranno libere. Ve lo chiedo e lo chiedo al fantasma Alfano, perché sono settimane che chiediamo la sua presenza, ma questo fantasma non lo vediamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Chiediamo: fantasma Alfano, vieni a dirci qualcosa su queste persone che sono sicuramente delle persone che non hanno fatto niente,...

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Caon...

      ROBERTO CAON. ...molto meno di quelle persone che stanno arrivando con i barconi e che sicuramente poi creeranno dei grossi problemi e a cui voi avete dato la possibilità di arrivare tirando via il reato di clandestinità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)I Grazie, Presidente.

Ordine del giorno della seduta di domani.

      PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

      Mercoledì 9 aprile 2014, alle 9,30:

      (ore 9,30 e ore 16)

      1.  –  Seguito della discussione della proposta di legge:
          S. 1224-1256-1304-1305 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: FEDELI ed altri; ALBERTI CASELLATI ed altri; AMORUSO; CALDEROLI: Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n.  18, recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 2213).
          e delle abbinate proposte di legge: CICU; MOSCA ed altri; CAPELLI ed altri; MARGUERETTAZ ed altri; VARGIU; BRUNO BOSSIO ed altri; FRANCESCO SANNA ed altri; BALDUZZI ed altri; PISICCHIO; MIGLIORE ed altri; GIORGIA MELONI ed altri (C. 144-792-958-1216-1357-1473-1545-1878-1916-1933-1970).
      – Relatore: Sisto.

      2.  –  Seguito della discussione del disegno di legge:
          Conversione in legge del decreto-legge 6 marzo 2014, n.  16, recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché Pag. 78misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche (C. 2162-A).
      – Relatori: Melilli (per la V Commissione) e Bernardo (per la VI Commissione), per la maggioranza; Busin, di minoranza.

      3.  –  Seguito della discussione del disegno di legge:
          Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012 (C. 1619).
      – Relatore: Picchi.

      4.  –  Seguito della discussione delle mozioni Molea ed altri n. 1-00327, Lacquaniti ed altri n. 1-00388, Abrignani e Palese n. 1-00394, Schirò ed altri n. 1-00395, Allasia ed altri n. 1-00396, Prodani ed altri n. 1-00397, Benamati ed altri n. 1-00401 e Pagano ed altri n. 1-00402 concernenti iniziative a sostegno del settore del turismo.

      5.  –  Seguito della discussione delle mozioni Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339, Palese ed altri n. 1-00414, Piccone e Dorina Bianchi n. 1-00415, Braga ed altri n. 1-00416, Zan ed altri n. 1-00417, Gigli ed altri n. 1-00418, Segoni ed altri n. 1-00419 e Matarrese ed altri n. 1-00421 concernenti iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal Patto di stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.

      (ore 15)

      6.  –  Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

      La seduta termina alle 20,55.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE  ELENCO  N.  1  DI  3  (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 2213 e abb. – articolo prem. 01.09 354 351 3 176 28 323 81 Resp.
2 Nom. articolo prem. 01.01 362 338 24 170 60 278 81 Resp.
3 Nom. articolo prem. 01.08 373 369 4 185 27 342 78 Resp.
4 Nom. articolo prem. 01.050 378 377 1 189 88 289 77 Resp.
5 Nom. articolo prem. 01.016 385 367 18 184 92 275 75 Resp.
6 Nom. articolo prem. 01.02 403 402 1 202 68 334 75 Resp.
7 Nom. articolo prem. 01.03 407 401 6 201 65 336 75 Resp.
8 Nom. articolo prem. 01.04 404 396 8 199 63 333 75 Resp.
9 Nom. articolo prem. 01.06 421 415 6 208 71 344 74 Resp.
10 Nom. articolo prem. 01.0100 419 418 1 210 104 314 74 Resp.
11 Nom. articolo prem. 01.052 412 407 5 204 85 322 73 Resp.
12 Nom. em. 1.2 417 411 6 206 72 339 73 Resp.
13 Nom. em. 1.4 422 416 6 209 71 345 73 Resp.

F  =  Voto favorevole (in votazione palese). – C  =  Voto contrario (in votazione palese). – V  =  Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A  =  Astensione. – M =  Deputato in missione. – T  =  Presidente di turno. – P  =  Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X  =  Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE  ELENCO  N.  2  DI  3  (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.5 427 393 34 197 74 319 73 Resp.
15 Nom. em. 1.6 427 426 1 214 106 320 73 Resp.
16 Nom. em. 1.17 424 419 5 210 42 377 72 Resp.
17 Nom. em. 1.18 423 390 33 196 71 319 72 Resp.
18 Nom. em. 1.19 421 388 33 195 71 317 72 Resp.
19 Nom. em. 1.20 422 418 4 210 119 299 72 Resp.
20 Nom. em. 1.21 421 389 32 195 75 314 72 Resp.
21 Nom. em. 1.24 414 408 6 205 90 318 72 Resp.
22 Nom. em. 1.25 420 419 1 210 122 297 72 Resp.
23 Nom. em. 1.26, 1.50 428 427 1 214 114 313 71 Resp.
24 Nom. articolo 1 316 314 2 158 234 80 83 Appr.
25 Nom. articolo agg. 1.01 357 356 1 179 119 237 80 Resp.
26 Nom. articolo agg. 1.02 388 386 2 194 132 254 78 Resp.


INDICE  ELENCO  N.  3  DI  3  (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 1.027, 1.028 392 390 2 196 138 252 78 Resp.
28 Nom. articolo agg. 1.032, 1.034 409 406 3 204 151 255 78 Resp.
29 Nom. articolo agg. 1.06 428 416 12 209 198 218 74 Resp.
30 Nom. articolo agg. 1.050 411 410 1 206 133 277 72 Resp.
31 Nom. em. 2.1 415 412 3 207 86 326 71 Resp.
32 Nom. articolo 2 417 413 4 207 298 115 71 Appr.