XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 30 maggio 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 30 maggio 2014.

      Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amici, Baldelli, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Brescia, Bressa, Brunetta, Capezzone, Casero, Castiglione, Censore, Cicchitto, Cirielli, Costa, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Legnini, Leone, Locatelli, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Mogherini, Morassut, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Portas, Ravetto, Realacci, Ricciatti, Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Valentini, Velo, Vignali, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 29 maggio 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE RUBINATO ed altri: «Modifiche agli articoli 116, 119 e 121 della Costituzione, concernenti l'autonomia delle regioni e degli enti locali» (2423);
          SCAGLIUSI ed altri: «Istituzione della Commissione nazionale indipendente per la promozione e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali» (2424).

      Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

      In data 29 maggio 2014 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
          dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro degli affari esteri:
      «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo commerciale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Colombia e la Repubblica di Perù, dall'altra, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012» (2425).

      Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          I Commissione (Affari costituzionali):
      COCCIA ed altri: «Istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o sottoposte a misure restrittive della libertà personale e modifica all'articolo 69 della legge 26 luglio 1975, n.  354, in materia di tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti» (1799) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), III, V, XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE LACQUANITI ed altri: «Modifica all'articolo 117 della Costituzione. Introduzione del turismo nell'elenco delle materie attribuite alla competenza legislativa concorrente dello Stato e delle regioni» (2221) Parere delle Commissioni X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      TONINELLI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n.  361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n.  533, in materia di elezione del Senato della Repubblica» (2352).

          VI Commissione (Finanze):
      NASTRI: «Trasformazione dei finanziamenti a fondo perduto alle imprese in credito d'imposta e introduzione della deducibilità del costo del lavoro dalla base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive» (1764) Parere delle Commissioni I, V, VIII, IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      DAGA ed altri: «Modifica all'articolo 3 del libro primo del testo unico di cui al regio decreto 2 gennaio 1913, n.  453, concernente la nomina dei parlamentari membri della Commissione per la vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti» (1829) Parere delle Commissioni I e V.

          XI Commissione (Lavoro):
      MARZANA ed altri: «Disposizioni concernenti lo svolgimento dei servizi ausiliari e di pulizia presso le scuole nonché la stabilizzazione dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili per lo svolgimento di mansioni amministrative, tecniche o ausiliarie nel settore scolastico» (2194) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          Commissioni riunite II (Giustizia) e IX (Trasporti):
      GRECO: «Modifiche al codice penale e al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n.  285, in materia di omicidio commesso a causa della guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope» (2263) Parere delle Commissioni I e XII.

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi ed iniziative in merito alla gara di appalto e alla realizzazione dell'impianto Cemex per la cementificazione dei rifiuti radioattivi presenti a Saluggia (Vercelli), nonché elementi circa i criteri per la localizzazione del deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi – 2-00557

A)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
          nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione che ha colpito l'Expo 2015, la procura di Milano ha aperto un filone diretto verso gli appalti della Sogin spa, la società costituita il 19 novembre 1999, in ottemperanza al decreto legislativo 16 marzo 1999, n.  79, con il compito di disattivare e smantellare (decommissioning) gli impianti nucleari dismessi e gestire i rifiuti radioattivi, a seguito dell'esito dei referendum abrogativi del 1987;
          il 21 dicembre 2012, la cordata Maltauro-Saipem si è aggiudicata l'appalto bandito da Sogin per la realizzazione dell'impianto di condizionamento per cementazione delle soluzioni liquide radioattive (Cemex) del sito Eurex di Saluggia. La Maltauro si aggiudicò l'affare grazie a un ribasso enorme, 98 milioni di euro invece dei 135 milioni di euro iniziali, e secondo i pubblici ministeri milanesi anche questo incarico sarebbe stato assegnato in seguito all'intervento di persone ora finite in carcere per la vicenda Expo 2015;
          Saluggia è un paese del vercellese, dove, in un laboratorio costruito in un'ansa del fiume Dora, erano conservate parte delle barre d'uranio della vicina ex centrale di Trino Vercellese. Il combustibile è stato spostato nel 2008 nel vicino «deposito Avogadro» di proprietà di Fiat, ove, ad oggi, sono ancora custoditi all'interno della sua piscina, 63 elementi mox irraggiati provenienti dalla centrale del Garigliano e un solo elemento irraggiato di Trino Vercellese. Grosse quantità di quei combustibili radioattivi sono stati già spediti in Francia e Gran Bretagna per essere trattati prima di ritornare in Italia;
          il problema più grave del centro di Saluggia sono i rifiuti radioattivi liquidi dell'impianto Eurex costruito dall'Enea negli anni Sessanta per condurre esperienze di ritrattamento a partire da combustibili irraggiati di tipologia diversa e utilizzando schemi chimici differenti. Tali rifiuti sono stoccati da oramai oltre 40 anni nei serbatoi dell'impianto Eurex di Saluggia e costituiscono, nell'ambito dei rifiuti radioattivi e a parte il combustibile irraggiato, l'inventario di radioattività più cospicuo dell'intero territorio nazionale. In particolare, si tratta di elementi di combustibile provenienti da reattori mtr e Candu sciolti in acido nitrico per un volume complessivo di circa 230 metri cubi, con un'attività complessiva di circa 5,5 1015 becquerel. È significativa la presenza di radionuclidi transuranici a lunga vita emittenti alfa, con concentrazioni che arrivano fino ad un valore massimo di circa 2106 becquerel per grammo;
          al fine di mettere in condizioni di sicurezza tali liquidi radioattivi è necessario provvedere alla loro solidificazione, come risulta da apposita prescrizione ministeriale emessa in primo luogo nel 1977 (insieme con la licenza di esercizio dell'impianto Eurex), che fissava il termine di tale operazione entro 5 anni (cioè entro il 1982). Tale scadenza, nel corso degli anni e per motivazioni varie, è stata più volte prorogata; nel 2000, in seguito a una piena della Dora (l'impianto si trova in un avvallamento nel terreno) il fiume arrivò a sfiorare i serbatoi. Il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia lanciò l'allarme per lo stato di conservazione delle scorie: disse che pochi centimetri di piena in più avrebbero provocato il travaso radioattivo nella Dora, con la conseguente contaminazione del fiume stesso, del Po di cui è affluente e di parte dell'Adriatico dove il Po sfocia;
          in seguito a quest'evento venne emanato il decreto del Ministero delle attività produttive del 7 dicembre 2000, che fissava come termine ultimo per la solidificazione dei rifiuti liquidi di Eurex la data del 31 dicembre 2005;
          nell'agosto 2003 la licenza di esercizio dell'impianto è stata trasferita da Enea a Sogin, che, a conclusione di una valutazione comparativa delle possibili alternative di gestione dei rifiuti liquidi, decise di non portare avanti il sistema di solidificazione per vetrificazione progettato dall'Enea (progetto Cora), attribuendo alle complessità delle scelte progettuali gli oltre 20 anni di ritardo accumulati per la messa in sicurezza di questi rifiuti. Nel 2005, l'allora commissario delegato per l'emergenza nucleare fece partire il progetto Cemex per la solidificazione di questi rifiuti mediante cementazione, una tecnologia sicuramente meno raffinata, ma che sembrava potesse garantire tempi di realizzazione più veloci;
          parecchi anni dopo (nel 2010), la Sogin, allora guidata dall'amministratore Giuseppe Nucci (ora indagato), si decise ad aprire una gara d'appalto per la cementificazione delle scorie liquide, il progetto Cemex;
          la gara, bandita in un primo tempo per 145 milioni di euro e per la quale si era presentata Ansaldo Energia, società statale specializzata in impianti nucleari all'estero, venne annullata in «autotutela» da Sogin nel 2011. Il nuovo appalto scese a 135 milioni di euro, esperito con urgenza (scadenza il 5 maggio, meno di due mesi dopo) e vinto da Maltauro e Saipem con un ribasso enorme, che portò il costo per la Sogin a soli 98 milioni di euro contro i 145 milioni di euro della prima asta, poi cancellata;
          nel presentare il nuovo bando la Sogin ammetteva anche società che avessero eseguito progetti nel campo nucleare o equivalenti (ad esempio petrolchimico e altro);
          il progetto Cemex, nonostante sia ad oggi ritenuto da Sogin uno dei progetti strategici di punta per i quali, nel corso della recente riorganizzazione aziendale condotta dal nuovo vertice, nell'ambito della «Divisione Waste Management e Decommissioning» è stata addirittura istituita un'apposita unità di coordinamento, chiamata appunto «Progetti Strategici», registra ad oggi un notevole ritardo;
          si fa presente che non ci si trova di fronte a un appalto normale come quello per la costruzione di un edificio, ma a un appalto per la realizzazione di un impianto per la messa in sicurezza della situazione più pericolosa negli impianti nucleari esistenti oggi in Italia. Il solo sospetto che l'apparato possa essere stato assegnato a seguito di malversazioni criminose deve fare scattare immediatamente una serie di verifiche a tutela innanzitutto della salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini, nonché per la verifica del corretto utilizzo dei fondi pubblici;
          fonti giornalistiche dell'ultima ora dicono che al centro dell'inchiesta sull'Expo milanese ci sarebbe una sorta di cupola degli appalti: l'ex parlamentare della Democrazia cristiana Gianstefano Frigerio, l'ex funzionario del Partito comunista italiano Primo Greganti, l'ex senatore del Popolo della Libertà Luigi Grillo, l'ex esponente dell'Unione di Centro ligure, poi passato a Nuovo Centrodestra, Sergio Cattozzo, l'ex manager di Expo Angelo Paris e l'imprenditore vicentino Enrico Maltauro vincitore della gara per il Cemex di Saluggia;
          a Maltauro sarebbe stato chiesto dalla «cupola» l'1,5 per cento del valore dell'appalto – pari a circa 1 milione e 350 mila euro – di cui 600 mila euro sarebbero stati effettivamente versati. L'imprenditore, sempre stando alle notizie relative all'inchiesta in corso, avrebbe promesso altri 600 mila euro in cambio dell'appalto «Architetture di servizi» per Expo 2015. Nell'insieme si parla di un giro di denaro che supera i due milioni di euro;
          è una cosa estremamente grave che ciò sia potuto avvenire nel settore nucleare dove dovrebbero esserci sia controlli amministrativi, che controlli tecnici indipendenti e autorevoli che sarebbero dovuti intervenire al primo sentore di qualche anomalia. E qui di anomalie amministrative ce ne sono perché un numero impressionante di gare, durante la gestione Nucci, è stato annullato in «autotutela». Ci sono, inoltre, anomalie tecniche come l'affidamento di costruzione di un impianto nucleare a imprese di altri settori e risulta strano che l'autorità di controllo non abbia richiesto spiegazioni;
          oggi i cittadini di Saluggia e di Trino, ma anche quelli a loro prossimi e quelli degli oltre cento comuni che bevono l'acqua prelevata appena a valle degli impianti nucleari, hanno il sacrosanto diritto di pretendere che venga affidato anche a loro stessi il compito di vigilare sui pericoli del nucleare e sulle sospette omissioni e «furberie» degli esercenti, attraverso l'istituzione di un apposito «Osservatorio dei cittadini sul nucleare»;
          è pensiero degli interpellanti, in sintonia con le istanze giustamente preoccupate del territorio, che sia il caso di istituire uno specifico osservatorio per il nucleare nel vercellese, che è di gran lunga (dati ufficiali alla mano) la zona più nuclearizzata d'Italia: cosa ben diversa rispetto all'osservatorio che Sogin ha annunciato a livello nazionale e che dovrà occuparsi di come e dove realizzare il deposito nazionale;
          in parallelo alle indagini della magistratura sulla natura degli appalti della Sogin, l'azienda, per quanto risulta agli interpellanti, ha avviato negli anni anche una serie di indagini interne, dalle quali più che risultati concreti sorgono ulteriori interrogativi. Anche in questa circostanza si tratta di risorse pubbliche e c’è il timore che il loro utilizzo sia avvenuto in modo improprio;
          l'attualità parla in fine della portata più grande da spartire, e si sta parlando del deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari italiani, un'opera che – in teoria – entro il 2025 dovrebbe contenere quei 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Ma anche in questo caso la situazione non è scevra da dubbi e da quelli che agli interpellanti appaiono comportamenti poco trasparenti, per non parlare del mostruoso ritardo delle operazioni. Dunque l'Ispra ha configurato i criteri per l'allocazione del deposito già dal 28 febbraio 2014. L'ente ha a sua volta chiesto al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed al Ministro interpellato il permesso per poter divulgare la scheda dei criteri; i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che si sono succeduti, Orlando e l'attuale, Galletti, avrebbero dato l'assenso alla pubblicazione, mentre a quanto consta agli interpellanti il Ministero dello sviluppo economico non avrebbe nemmeno risposto alla sollecitazione dell'Ispra. Stando alle ultime dichiarazioni del nuovo presidente di Sogin, Giuseppe Zollino, si tratterebbe di un ritardo di natura politico-elettorale  –:
          se il Governo non ritenga opportuno verificare la reale capacità e professionalità della cordata Maltauro-Saipem incaricata di effettuare i lavori per il Cemex di Saluggia, al fine di garantire un corretto avanzamento delle attività di Sogin, nonché la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini;
          se si corra il rischio di un aumento dei tempi e dei costi e se, addirittura, vi siano rischi concreti per l'ambiente e la popolazione, se l'impianto non venisse realizzato a regola d'arte;
          vista la natura molto delicata della materia in questione, se non sia il caso di rivedere con attenzione l'intero quadro degli appalti di Sogin, nonché la disciplina che regola le assunzioni interne;
          se si intenda verificare l'adeguatezza delle procedure di controllo messe in atto dall'ente di controllo tecnico (Ispra), cosa particolarmente importante oggi, perché si sta provvedendo all'istituzione della nuova autorità di controllo (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) e l'individuazione di eventuali carenze è fondamentale;
          quale sia il piano di lavoro della cordata Maltauro-Saipem, o meglio, il cronoprogramma relativo alla specifica gara di appalto riguardante il Cemex, con quali tempistiche sia prevista la chiusura dei lavori e a quale punto si trovino oggi i lavori;
          se si intenda verificare il comportamento degli organismi di controllo amministrativi e per quali ragioni non si sono mossi rilievi o assunte iniziative a fronte del grande numero di appalti annullati in autotutela;
          se il Governo non ritenga opportuno intervenire a livello normativo per istituire un vero e proprio osservatorio per il nucleare nel vercellese che dia modo alla cittadinanza (ed a specifiche organizzazioni territoriali) di controllare e verificare lo stato dei lavori ed il livello di sicurezza dell'ambiente e della salute;
          se le informazioni inerenti ai criteri configurati dall'Ispra per l'allocazione del deposito nucleare nazionale siano corrette e, nel caso, quali siano le motivazioni secondo le quali il Ministro interpellato stia ritardando la pubblicazione degli stessi.
(2-00557) «Busto, De Rosa, Terzoni, Daga, Mannino, Segoni, Zolezzi, Micillo, Manlio Di Stefano, Di Battista, Sibilia, Del Grosso, Grande, Spadoni, Scagliusi, Luigi Gallo, Brescia, Marzana, D'Uva, Di Benedetto, Vacca, Simone Valente, Battelli, Rizzo, Artini, Paolo Bernini, Basilio, Corda, Frusone, Tofalo, Castelli, Sorial, Caso, Brugnerotto, Cariello, Currò, D'Incà, Di Vita, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate».


Iniziative urgenti per avviare il Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e per rilanciare le politiche di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne – 2-00544

B)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
          la violenza maschile contro le donne è una priorità da affrontare nel nostro Paese; associazioni, centri antiviolenza ed enti locali non possono essere lasciati soli ad affrontare un fenomeno che non ha carattere emergenziale, ma è di tipo strutturale, per il quale sono necessari obiettivi condivisi, risorse, strumenti e, quindi, una vera e propria strategia; per avviare politiche efficaci di contrasto alla violenza, il Parlamento nei mesi scorsi ha approvato la legge di ratifica della Convenzione di Istanbul, a cui ha fatto seguito l'approvazione della legge n.  119 del 2013, la cosiddetta legge contro il femminicidio, nella quale si prevede l'avvio di un Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e lo stanziamento di risorse anche a sostegno del lavoro dei centri antiviolenza e delle case rifugio (17 milioni di euro per il biennio 2013-2014); il precedente Governo ha, dunque, avviato i tavoli di lavoro della task force interministeriale, prevedendo il confronto tra istituzioni e associazioni per elaborare il nuovo Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, individuando misure volte sia alla prevenzione del fenomeno che al sostegno e all'accoglienza delle vittime;
          a seguito della riunione del Consiglio dei ministri dell'8 aprile 2014, risulta che la delega alle pari opportunità rimane tra le attribuzioni del Presidente del Consiglio dei ministri;
          nonostante il lavoro avviato nei mesi scorsi, il nuovo Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere è stato ancora predisposto  –:
          quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo, alla luce di quanto descritto dalla presente interpellanza, al fine di avviare il Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e di assegnare i finanziamenti stanziati, per rilanciare con forza le politiche di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne.
(2-00544) «Roberta Agostini, Rosato, Fabbri, Coscia, Ermini, Pollastrini, Culotta, Pes, Iori, Bossa, D'Ottavio, Blazina, Mariastella Bianchi, Zampa, Gadda, Terrosi, Argentin, Brandolin, Manzi, Malisani, Tidei, Gasparini, D'Incecco, Campana, Murer, Scuvera, Bonaccorsi, Valeria Valente, Stumpo, Verini, Ferrari, Cinzia Maria Fontana, De Menech, Carra».


Intendimenti del Governo circa l'assunzione degli idonei del concorso pubblico a 964 posti di allievi agenti della Polizia di Stato, destinando gli ultimi 160 idonei in graduatoria alla copertura dei volontari in ferma quadriennale nelle Forze armate – 2-00537

C)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
          il bando di concorso del 26 marzo 2013 per 964 allievi agenti della polizia di Stato prevedeva che una parte dei vincitori sarebbe stata inviata direttamente ai concorsi di formazione in polizia, mentre un'altra sarebbe andata a comporre la cosiddetta seconda aliquota, cioè i vincitori di concorso destinati al servizio come volontari in ferma quadriennale nelle Forze armate, con successivo passaggio nella Polizia di Stato;
          il 29 novembre 2013 è stata pubblicata la graduatoria finale di merito di tale concorso e il 13 dicembre 2013 la sopradetta graduatoria è stata incrementata di ulteriori 119 unità per un totale di 1.083 posizioni disponibili;
          attualmente esistono 672 unità (160 vincitori in seconda aliquota e 512 idonei non vincitori) potenzialmente disponibili ad un'assunzione immediata;
          la legge di stabilità 2014 (legge n.  147 del 2013) ha previsto una deroga del 55 per cento al blocco del turnover per il reclutamento di nuovi agenti al fine di integrare le forze dell'ordine, in particolare al fine di rafforzare il presidio dell'Expo di Milano 2015;
          in data 8 aprile 2014 il Governo, in sede di approvazione di un provvedimento riguardante l'ammissione ai concorsi per il reclutamento nelle Forze armate, nelle Forze di polizia e nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ha accolto l'ordine del giorno presentato dal gruppo parlamentare di Forza Italia che impegna il Governo a valutare l'opportunità di procedere con l'assunzione dei candidati idonei non vincitori, delle seconde aliquote e dei VFP4 idonei all'ultimo concorso per l'arruolamento di 964 allievi agenti, per poter consentire l'impegno delle suddette Forze di polizia a tutela della sicurezza dell'esposizione universale Expo Milano 2015 e in altre zone a rischio sicurezza, considerato che l'arruolamento di questo personale permetterebbe di rispettare i tempi necessari e un sensibile risparmio per l'amministrazione;
          il tema della carenza di organici nella polizia di Stato è stato oggetto più volte anche di segnalazioni da parte dei sindacati del comparto sicurezza; in particolare, il sindacato di polizia Spir-Uil di Roma ha denunciato come sia necessario addestrare al più presto il personale per fronteggiare le esigenze di sicurezza che interesseranno il nostro Paese nel 2015, a fronte dei grandi eventi internazionali previsti;
          la legge 30 ottobre 2013, n.  125, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n.  101, ha previsto, tra le disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, l'assorbimento degli idonei delle graduatorie vigenti e, quindi, anche l'eventuale «scorrimento» delle stesse a copertura degli organici vacanti;
          tale obbligo è stato, peraltro, già applicato, nel comparto sicurezza, dal decreto del 2 gennaio 2014, con cui il comandante generale dell'Arma dei carabinieri ha avviato una procedura per il reclutamento di 763 allievi carabinieri effettivi, individuandoli mediante lo «scorrimento» della graduatoria finale di merito del concorso del 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4a serie speciale, 24 febbraio 2012, n.  15;
          la paventata indisponibilità di risorse economiche a copertura delle assunzioni di nuovi agenti di pubblica sicurezza è, nei fatti, contraddetta dall'indizione di un ulteriore concorso per 650 allievi agenti della polizia di Stato – Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, 4a serie speciale «Concorsi ed esami», 14 marzo 2014 – che non sarebbe comunque possibile impiegare in occasione dell'esposizione universale di Milano nel 2015;
          tale nuovo concorso ad avviso degli interpellanti viola, inoltre, l'articolo 4, comma 3, del decreto-legge 31 agosto 2013, n.  101, recante «Disposizioni urgenti in tema di immissione in servizio di idonei e vincitori di concorsi, nonché di limitazioni a proroghe di contratti e all'uso del lavoro flessibile nel pubblico impiego». Il decreto-legge, infatti, ha disciplinato con disposizioni inderogabili il reclutamento e l'utilizzo delle graduatorie degli idonei dei precedenti concorsi, ampliando il già stringente principio giurisprudenziale secondo cui lo scorrimento delle graduatorie ancora efficaci avrebbe dovuto rappresentare la regola, mentre l'indizione di un nuovo concorso l'eccezione (Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, sentenza 28 luglio 2011, n.  14);
          la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della funzione pubblica – ha invitato le amministrazioni pubbliche, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, a rilevare, entro il 23 maggio 2014, tutte le graduatorie concorsuali vigenti ed il numero dei vincitori e degli idonei, proprio in osservanza dell'articolo 4 del decreto-legge n.  101 del 2013;
          è necessario intraprendere ogni iniziativa utile a soddisfare le conclamate esigenze di rafforzamento della sicurezza, connesse con le aumentate situazioni di crisi a livello nazionale  –:
          se il Governo intenda, in ossequio ai principi di economicità, speditezza ed efficienza dell'azione amministrativa, sbloccare l'assunzione degli allievi agenti della polizia di Stato risultati idonei nel concorso pubblico bandito il 26 marzo 2013, procedendo all'individuazione degli stessi mediante «scorrimento» della graduatoria finale e destinando gli ultimi 160 idonei in graduatoria, ma non vincitori, a garantire la copertura dei volontari in ferma quadriennale nelle Forze armate;
          come il Governo intenda altrimenti garantire l'ordinato svolgimento di eventi internazionali, soprattutto a fronte del necessario incremento della presenza delle forze dell'ordine nelle città protagoniste di tali manifestazioni, senza che questo pregiudichi il livello di sicurezza nelle altre aree del Paese.
(2-00537) «Brunetta, Abrignani».


Intendimenti del Governo circa l'assunzione degli idonei del concorso pubblico a 964 posti di allievi agenti della Polizia di Stato, anche in vista di Expo 2015 – 2-00554

D)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
          sulla Gazzetta Ufficiale del 26 marzo 2013 veniva pubblicato il concorso pubblico per il reclutamento di n.  964 allievi agenti della polizia di Stato, riservato ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale ovvero in rafferma annuale;
          nel dicembre del 2013 è stato pubblicato il nuovo elenco a seguito di rettifica della graduatoria finale e l'ampliamento, in prima aliquota, di ulteriori posti ricomprendenti i candidati risultati idonei alle prove di efficienza fisica ed agli accertamenti dell'idoneità fisica, psichica ed attitudinale e, dunque, già pronti e disponibili per essere assunti dal Ministero dell'interno senza dover sostenere alcuna visita medica di controllo;
          il Ministro interpellato, nel gennaio del 2014, ha sottolineato che la legge di stabilità per il 2014 ha previsto una norma ad hoc per Expo Milano 2015: «Nella legge di stabilità – ha spiegato – il blocco del turnover del pubblico impiego subisce una deroga del 55 per cento per le forze dell'ordine» e tra le richieste consegnate dal presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, al Governo per Expo 2015 vi era anche: «Potenziamento agenti di Polizia: è opportuno un incremento delle Forze dell'ordine, per fronteggiare le necessità legate a Expo, verificando la possibilità di ampliare l'ultima graduatoria “Concorso per 964 Allievi Agenti”»;
          a tal fine, tra le graduatorie di merito in corso di validità, nelle quali risultano essere disponibili candidati idonei immediatamente arruolabili, vi sono 512 candidati idonei non vincitori, oltre alle seconde aliquote e volontari in ferma permanente 4 idonei del suddetto concorso per l'arruolamento di 964 allievi agenti, di cui al bando del marzo 2013, che garantirebbero la copertura delle unità necessarie di agenti in tempo utile per l'esposizione universale di Milano affinché il protocollo «Milano Expo 2015. Mafie free» possa essere rispettato ed operativo;
          lo scorrimento della graduatoria del concorso del marzo 2013 consentirebbe all'amministrazione – in base al principio di economicità e speditezza dell'azione amministrativa – anche un notevole risparmio economico e di tempo, così ovviando ai costi gravanti all'amministrazione derivanti dalla gestione di ulteriori procedure di reclutamento di agenti di pubblica sicurezza anche in applicazione di quanto previsto dal recente decreto-legge n.  101 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n.  125 del 2013;
          simile soluzione è stata, peraltro, adottata mediante decreto dirigenziale dall'Arma dei carabinieri, la quale ha avviato una nuova procedura di arruolamento mediante scorrimento degli idonei della graduatoria del concorso del 2012 per Allievi carabinieri (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 24 febbraio 2012, n.  15). Nella fattispecie, non solo sono stati assunti i vincitori, ma anche gli idonei non vincitori, ovvero tutti i restanti idonei presenti nella graduatoria, che è stata esaurita così evidenziandone la compatibilità anche con l'articolo 2199 del decreto legislativo n.  66 del 2010 e, dunque, non vi sono ragioni giuridiche ostative all'assunzione dei vincitori ed idonei anche nei concorsi banditi per la polizia di Stato  –:
          quali ragioni abbiano impedito e impediscano al Governo di arruolare ed immettere in servizio tutte le unità disponibili – vincitori ed idonei – di cui alla procedura concorsuale sopradetta del 26 marzo 2013 per 964 allievi agenti della polizia di Stato, anche al fine di far fronte alle conclamate esigenze di rafforzamento della sicurezza connesse all'evento Expo Milano 2015, pur esistendo risorse finanziarie all'uopo accantonate;
          se il Governo intenda procedere immediatamente allo «scorrimento» della sopradetta graduatoria e all'assunzione degli allievi agenti della polizia di Stato risultati vincitori in seconda aliquota e degli idonei nel sopradetto concorso pubblico.
(2-00554) «Ciprini, Nesci, Luigi Di Maio, Tripiedi, Rizzetto, Bechis, Baldassarre, Chimienti, Cominardi, Rostellato, Nuti».


Intendimenti del Governo in ordine all'introduzione del divieto di erogazione di vitalizi ai condannati per reati di tipo mafioso – 2-00558

E)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
          il decreto-legge 10 ottobre 2012, n.  174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n.  213, stabiliva, all'articolo 2, comma 1, lettera n), che le regioni escludessero «ai sensi degli articoli 28 e 29 del codice penale, l'erogazione del vitalizio in favore di chi sia condannato in via definitiva per delitti contro la pubblica amministrazione», pena la decurtazione dell'80 per cento dei trasferimenti erariali verso le medesime regioni;
          il 3 maggio 2014 e nei giorni seguenti, su tutti i principali quotidiani nazionali, nonché su numerosi quotidiani locali, è apparsa la notizia dell'erogazione da parte della regione siciliana del vitalizio a Salvatore Cuffaro, ex presidente della regione siciliana condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione del segreto istruttorio a 7 anni di carcere, senza, tuttavia, interdizione dai pubblici uffici;
          per tale ragione, nonostante l'assoluta gravità dei reati per i quali è stato condannato, secondo quanto dispone la legislazione vigente, non è possibile sospendere l'erogazione di tale vitalizio;
          dopo una breve ricerca da parte degli interpellanti, è emerso che Salvatore Cuffaro non sarebbe l'unica persona condannata per reati di mafia a percepire vitalizi: un altro esempio è costituito dall'ex deputato dell'assemblea regionale siciliana, più volte assessore in giunte della regione Sicilia, Vincenzo Lo Giudice;
          ammonta a svariate decine il numero di membri delle istituzioni che, una volta terminato il proprio incarico, hanno proceduto, senza pudore alcuno, a richiedere l'erogazione del vitalizio, talvolta molto cospicuo, nonostante fossero stati condannati per reati gravi, tra i quali sicuramente rientrano i reati di mafia;
          ad avviso degli interpellanti, tale pratica risulta del tutto inopportuna ed insostenibile, anche considerando il fatto che, al pari di chi è stato condannato per reati contro la pubblica amministrazione, anche chi è stato condannato per reati di mafia non dovrebbe aver diritto a ricevere alcun tipo di vitalizio da parte dello Stato, rappresentando inequivocabilmente quella parte della società italiana qualificabile come anti-Stato;
          non è reperibile, attualmente, un elenco dei soggetti che percepiscono vitalizi da parte degli organi della Repubblica, compreso il Parlamento, e che, al contempo, risultano condannati per reati di mafia;
          si rileva, inoltre, che quanto è attualmente previsto per i consiglieri regionali, non è previsto, per i membri del Parlamento; a tal proposito, si riporta, a titolo esemplificativo, il caso di Marcello Dell'Utri, il quale in data 9 maggio 2014 è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione di tipo mafioso a 7 anni di reclusione;
          gli interpellanti, attraverso gli strumenti e gli atti idonei, intendono introdurre, tra le cause di sospensione del vitalizio, la condanna per reati di mafia  –:
          quale sia l'orientamento del Governo in ordine all'introduzione di una modifica della normativa per vietare l'erogazione di vitalizi da parte delle istituzioni repubblicane a soggetti condannati per reati di mafia;
          se sia in grado di effettuare una ricognizione in ordine ai soggetti che rientrerebbero nell'ambito di tale previsione;
          se intenda adottare iniziative per sostenere il principio della legalità all'interno delle istituzioni repubblicane in riferimento ai propri rappresentanti.
(2-00558) «Nuti, Cozzolino, Toninelli, Dadone, Dieni, Fraccaro, Lombardi, D'Ambrosio».


Iniziative, anche normative, per garantire un sistema di canoni demaniali equo e progressivo – 2-00526

F)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
          la normativa sui canoni demaniali ha subito nel corso degli anni delle sostanziali modifiche. La disciplina introdotta dalla legge finanziaria per il 2007 (legge n.  296 del 2006) e la circolare del demanio che ne detta i criteri di applicazione hanno introdotto novità relative all'adeguamento dei canoni demaniali, all'epoca pressoché irrisori, prevedendone l'aumento per avvicinarli al presumibile valore di mercato;
          i commi da 205 a 257 dell'articolo 1 della legge n.  296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) hanno introdotto significative novità circa l'adeguamento dei canoni demaniali, prevedendone l'aumento per avvicinarli al presumibile valore di mercato. La norma ha sostituito la precedente disciplina di cui all'articolo 32, comma 23, del decreto-legge n.  269 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n.  326 del 2003, che già aveva previsto un aumento del 300 per cento dei medesimi canoni;
          in particolare, il comma 256 dell'articolo 1 della legge n.  296 del 2006 ha modificato i criteri per l'individuazione dei canoni demaniali marittimi. A tal fine, ha previsto la suddivisione delle aree demaniali in due categorie: la categoria A, comprensiva delle aree ad alta valenza turistica, e la categoria B per quelle a normale valenza turistica. L'individuazione delle aree è stata rimessa alle regioni territorialmente competenti;
          quanto alla misura del canone annuo, invece, la norma ha previsto l'applicazione, a decorrere dal 1o gennaio 2007, dei nuovi importi, analiticamente indicati alla lettera b). Nel dettaglio, l'importo dei canoni è stato differenziato in base alla categoria delle aree (A e B), nonché tenendo conto di determinate caratteristiche normativamente previste;
          in un tale contesto, si è creata una differenza tra valori medi unitari e tra canoni diversi, oltre a una generale confusione circa i canoni demaniali da applicare da parte degli enti locali;
          il decreto legislativo sul federalismo demaniale n.  85 del 2010 aveva come obiettivo la valorizzazione dei beni utilizzati a beneficio delle collettività locali. Il federalismo demaniale era nato per poter dare una grande opportunità alle realtà locali nella gestione e amministrazione delle competenze demaniali;
          i comuni delegati alla gestione delle attività amministrative hanno avuto non poche difficoltà nel determinare le modalità applicative delle richiamate disposizioni normative, anche in relazione alle contraddittorie sentenze della magistratura, sia amministrativa che ordinaria. Solo il 49 per cento dei comuni costieri si è uniformato alle disposizioni della legge finanziaria per il 2007;
          nell'ultimo bilancio del demanio si evince che le entrate erariali relative al demanio marittimo, nel 2012, sono pari 102 milioni di euro, e rappresentano il 45 per cento del dovuto. Il bilancio riguarda solo i canoni per sabbia e cabine, non anche le pertinenze commerciali, mai conteggiate per via dei rinvii decisi di volta in volta dai vari Governi in carica. Le «mancate» entrate sembrerebbero essere pari a circa 160-170 milioni di euro annui. Dal 2006 ad oggi le mancate entrate per lo Stato superano un miliardo di euro;
          la legge di stabilità n.  147 del 2013 ha introdotto una sanatoria dei contenziosi sui canoni del demanio. Nello specifico, la sopra detta legge prevede che i procedimenti giudiziari pendenti alla data del 30 settembre 2013 per il pagamento dei canoni e degli indennizzi per l'utilizzo dei beni demaniali marittimi e delle relative pertinenze possono essere risolti con il pagamento di un importo pari al 30 per cento delle somme dovute (se versato in un'unica soluzione), ovvero un importo pari al 60 per cento delle somme dovute, oltre ad interessi legali (se rateizzato fino ad un massimo di sei rate annuali);
          la sanatoria dei contenziosi sui canoni demaniali non risulta essere una soluzione efficace. I valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare continuano a rappresentare un pericolo per gli imprenditori balneari;
          si riscontra una disparità di trattamento tra chi ha già pagato i canoni pertinenziali e chi invece ha intrapreso la strada del contenzioso;
          l'applicazione del canone commisurato ai valori di mercato, senza una chiarezza di classificazione della categoria a cui ricondurre le attività esercitate sui beni, ha comportato un'applicazione disomogenea sul territorio, con gravi ripercussioni sulla gestione e con sostanziali disparità di trattamento che hanno coinvolto più di trentamila imprese;

          la ripartizione delle competenze di gestione ha ulteriormente accresciuto il numero di soggetti che, a vario titolo, esercitano poteri e competenze sul demanio marittimo: il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, le capitanerie di porto, le regioni e i comuni, l'Agenzia del demanio e le attività portuali che intervengono nelle fasi del processo;

          il settore non è monitorato correttamente e lo Stato non ha una banca dati unitaria dalla quale sia possibile estrarre con certezza e in modo aggiornato sia il numero delle concessioni rilasciate sia l'ammontare dei canoni e degli indennizzi. I dati relativi ai canoni dovrebbero convergere sul Sid (sistema informativo demaniale) presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nato per dare attuazione alle previsioni del decreto legislativo n.  112 del 1998;
          il registro di catalogazione di dati non è aggiornato ed è di difficile consultazione. Le amministrazioni competenti sono inadempienti sul fronte dell'inserimento dei dati e, quindi, non è possibile fare una politica di revisione perequativa sui canoni  –:
          quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda assumere il Governo al fine di stabilire un sistema di canoni più equo e progressivo, di procedere ad una classificazione delle spiagge e delle relative strutture balneari in più categorie e di regolare la procedura di pubblico incanto per l'ottenimento di nuove concessioni.
(2-00526) «Ruocco, Barbanti, Cancelleri, Alberti, Pesco, Pisano, Villarosa, Busto, De Rosa, Terzoni, Daga, Mannino, Segoni, Zolezzi, Micillo, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Da Villa, Crippa, Prodani, Della Valle, Fantinati, Mucci, Vallascas, Petraroli».