XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 367 di mercoledì 21 gennaio 2015

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

      La seduta comincia alle 9.

      ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale.

      FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. La mia sensazione è che questo verbale non sia stato convincente... Come sapete, il primo che chiede di parlare ha cinque minuti a disposizione, mentre gli altri del gruppo hanno un minuto. Ha facoltà di parlare, onorevole Gallinella. Dopo passeremo agli altri che hanno chiesto di parlare.

      FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, ieri durante la discussione, come ha visto anche dal processo verbale, sono intervenuto più volte per parlare della questione del Senato elettivo a suffragio universale e del numero dei senatori.
      La discussione, come lei ben sa, è stata poi animata dalla decisione della Consulta relativamente al rifiuto del referendum sulla riforma Fornero, quindi il dibattito durante l'esame degli emendamenti e le spiegazioni si è arricchito anche di questo tema. A tale proposito, io sono intervenuto insieme anche ai colleghi della Lega, che giustamente hanno lanciato e promosso questa battaglia, e quasi tutto il Parlamento, al di là della maggioranza, si è appoggiato a loro, perché ci sembra un po’ strano che i cittadini colpiti chiedano aiuto alle istituzioni e la maggioranza di Governo non glielo voglia dare. Qualcuno ha anche applaudito al risultato della Consulta: questo è stato quanto mai sconveniente.
      Detto questo, io mi sono permesso di ricordare che la scelta della riforma Fornero, di questa manovra di bilancio, che ha distrutto la speranza di molti cittadini che si sono trovati al momento della pensione a stare anche anni senza percepire il reddito di sussistenza, è una conseguenza dell'euro e dell'eurocrazia. Questa mia affermazione, che non ho potuto elaborare durante l'illustrazione dell'emendamento, ha fatto sì che alcuni cittadini mi abbiano scritto per chiedere di spiegare meglio questo concetto. Allora, lo voglio ribadire, riprendendo anche le parole del collega Buttiglione, perché lui ha detto che la manovra Fornero è stata fatta perché in quel momento i mercati non stavano acquistando più i titoli di debito pubblico, perché lo Stato italiano non era più credibile. E lui ha ragione, però ha usato le parole sbagliate, l'ha spiegato male. Questo è successo perché, purtroppo, la Banca d'Italia e il Tesoro si sono separati nel lontano 1981 (se non ricordo male, c'erano Ciampi e Andreatta) e da lì è successo tutto il patatrac, perché questo è stato un primo passaggio per entrare nell'eurocrazia, che per noi significa perdita Pag. 2di democrazia. Infatti, cosa è successo dopo ? È successo che, per finanziare la spesa pubblica italiana, si è andati sul mercato e, quindi, gli interessi, che prima erano controllati dalla Banca d'Italia, sono esplosi e da qui c’è stata l'esplosione del debito pubblico.
      Poi, questo passaggio si è andato ulteriormente ampliando, perché siamo arrivati alla scelta di entrare nello SME, il sistema monetario europeo, che ha fatto sì che la moneta italiana fosse vincolata in una certa flessibilità ad un cambio che comunque non corrispondeva alla realtà economica italiana; e – all'epoca guidava Amato, se non sbaglio – è successo un altro danno, perché questa pre-eurocrazia ha fatto sì che le finanze italiane venissero ulteriormente colpite, come anche tutto il tessuto industriale. Infatti, ad un certo punto gli imprenditori, quelli un po’ più grandi, lontani dalla piccola e media impresa che noi comunque difendiamo, hanno visto che forse era più conveniente non investire in strutture e in innovazione, ma andare sul mercato finanziario per comperare i titoli di Stato pubblici. Quindi, c’è stato un lento smantellamento e da parte nostra questa scelta è stata fatta nell'idea del sogno europeo, però sicuramente, mentre qualcuno era un sognatore, qualcun altro ha fatto anche il furbo, perché ci sono state delle faine e delle iene che ne hanno approfittato.
      Comunque, andiamo avanti. Quindi, c’è stato questo aggancio, pre-eurocrazia, allo SME. Poi che è successo ? È successo che, per restare legati ad un cambio che non rispettava la nostra economia, c’è stato un periodo traumatico di svalutazione. Ricordo che Amato è anche quello che ha prelevato i contanti nei conti correnti dei cittadini. Noi temiamo – almeno si sentono delle voci in tal senso – che magari il Governo voglia ancora intervenire sui conti correnti, anche perché ieri in Commissione finanze il collega Causi ha detto che proprio l'obiettivo del Governo è di colpire il patrimonio: quindi è un sospetto che, purtroppo, noi abbiamo, ma questa è una conseguenza dell'eurocrazia.
      Poi arriva Prodi, entriamo nell'euro, ci vincoliamo e ci blindiamo, ancora una volta, a un cambio che non rispetta la nostra economia. Dovevamo lavorare di meno ed essere più ricchi, anche più belli, però, purtroppo, non è andata così. Poi il passaggio ulteriore di eurocrazia, quindi perdita di democrazia, si è attuato con il principio del pareggio di bilancio inserito in Costituzione e con il fiscal compact. Un passaggio ulteriore, pochi mesi fa, si è avuto con il Jobs Act, che ha creato...

      PRESIDENTE. Concluda.

      FILIPPO GALLINELLA. Sì, finisco, ma vedo che mancano dieci secondi.

      PRESIDENTE. Esatto.

      FILIPPO GALLINELLA. ... con il Jobs Act. Ora vediamo che con l’Investment compact si vogliono dare anche agli investitori stranieri sconti sulle tasse, senza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

      PRESIDENTE. Grazie.

      PAOLA CARINELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      PAOLA CARINELLI. Signor Presidente, intervengo anche io ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per chiarire meglio qual era il mio pensiero. Infatti, ieri ho fatto un intervento che, purtroppo, vista l'ora tarda e vista, forse, anche l'atmosfera che si era creata in Aula, è stato molto breve e, per non rubare tempo ulteriore all'Aula, ho voluto sottoscrivere le parole del mio collega Valente, che mi aveva preceduto.
      Il mio collega Valente, parlando della questione dei due mandati, giustamente ricordava che in questo Parlamento, sia alla Camera, ma, forse, ancora di più al Senato, siedono persone che fanno politica, e sono quindi stipendiate dai cittadini, da venti o trenta anni. Li definitiva i cosiddetti «dinosauri della politica».Pag. 3
      A questo termine vorrei aggiungere anche «cozze», che è quello che, tra l'altro, hanno usato tanto i cittadini, perché tante persone che siedono qui dentro sono delle cozze che si sono attaccate a questa poltrona e a questo stipendio. Nel 2007 abbiamo raccolto...

      PRESIDENTE. Grazie.

      MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, vorrei precisare meglio il mio intervento che ho fatto ieri sull'articolo aggiuntivo Scotto 1.0202. Ho dichiarato che Marcello Dell'Utri era stato condannato per associazione mafiosa. Devo, invece, cambiare, nel senso che, in verità, Marcello Dell'Utri è stato condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Posso anche ricordare cosa è: è un'espressione che indica una forma di compartecipazione del reato di associazione di tipo mafioso, previsto e punito dall'articolo 416-bis del codice penale italiano. Il concorso esterno si realizza con l'apporto di un contributo effettivo al perseguimento di scopi illeciti di un'associazione di tipo mafioso, senza, però, prendere parte al sodalizio mafioso. Quindi, volevo specificare questo dato particolare durante il mio intervento di ieri.

      DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, anche io devo specificare il mio pensiero, perché ieri sera ho avuto una chiamata da parte di mia madre che non intendeva il significato del mio intervento quando parlavo di rettificare, e non migliorare, il provvedimento. Devo specificarlo perché, se non lo ha capito lei, evidentemente anche altre persone non lo hanno fatto. Quando un provvedimento è pessimo, come quando una torta è andata a male, un cibo è andato a male, non è più migliorabile. Noi, però, abbiamo deciso ugualmente di essere in quest'Aula e cercare di rettificarlo.
      Faccio un esempio, che, probabilmente, è sufficiente a farne capire il significato: un emendamento che riporterebbe l'elettività diretta, e quindi il suffragio universale e diretto, dei senatori è un emendamento che noi approveremmo, in quanto lo abbiamo anche depositato. Per noi questa è una rettifica, non sufficiente e non tale da rendere il provvedimento accettabile o votabile nel suo insieme, perché contestiamo la composizione del Senato, contestiamo anche i criteri con i quali i senatori sono stati scelti.

      SILVIA CHIMIENTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, ieri sono intervenuta dicendo che la cosa che mi sconcertava di più era la fretta con cui il Governo stava obbligando il Parlamento ad approvare le riforme costituzionali e, soprattutto, facevo notare un fatto che trovo gravissimo, cioè che il calendario di oggi non preveda lo svolgimento del question time in Aula. Infatti, visto che oggi, comunque, i lavori si interromperanno alle 16, era comunque possibile interrompere un'ora prima, alle 15, e quindi garantire il regolare svolgimento del question time, che, come sapete, è un diritto dei parlamentari, e, soprattutto, di quelli dell'opposizione; quindi, è anche l'unico momento in cui il Governo è in Aula e gli si possono porre delle domande. Per cui, vorrei ribadire semplicemente questo concetto e, eventualmente, chiedere anche alla Presidenza delle spiegazioni in merito.

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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      MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente, io volevo rettificare la parola «dolce» dopo le parole «colpo di Stato». Ieri mi sono riferito a un colpo di Stato dolce, ma di dolce non c’è niente, abbiamo un pregiudicato e un condannato che scendono a patti e decidono cosa fare dell'Italia, della legge elettorale, della nostra Costituzione.
      Quindi, mi sembra che la parola «dolce» non ci azzecchi niente. Questo è un vero colpo di Stato, un danno ai cittadini che pagheremo per tutti i prossimi anni. Non possiamo accettare, veramente, che delle persone condannate per questioni legate sempre al «dio» denaro, perché parliamo di evasione, di danno erariale, decidano del nostro futuro e del nostro Paese. Un Paese dove i reati in questo campo sono a livelli altissimi.

      SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente, io vorrei spiegare meglio una proposta di legge che ho citato ieri, ovvero quella di «Parlamento pulito». Questa legge nasce sul blog di Beppe Grillo nel 2005, è stata portata avanti attraverso una campagna di informazione e poi ha visto la concreta applicazione l'8 settembre 2007, durante il cosiddetto V-Day. In quella giornata furono raccolte 350 mila firme, 350 mila cittadini che hanno deciso di sottoscrivere tre principi importantissimi. Perché è stata importante questa giornata ?

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      SIMONE VALENTE. Perché così tanti cittadini hanno deciso di portare avanti una battaglia che dovrebbe essere normale in un Paese civile, ovvero massimo due mandati, no ai condannati in Parlamento e la reintroduzione delle preferenze. Concetti che dibattiamo ogni giorno in quest'Aula, ma che non trovano mai un'applicazione concreta.

      EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente, vorrei chiarire due interventi. Il primo in cui indicavo il risparmio annunciato da Renzi, a pagina 14 del resoconto stenografico, ma non dicevo quanto era previsto di risparmiare. Quindi, a gennaio dell'anno scorso Renzi prevedeva un miliardo di euro da questa riforma del Senato, la Corte dei conti ci ha detto che, in realtà, saranno poco più di 50 milioni. Se il PD, ma anche tutti i parlamentari si fossero diminuiti lo stipendio, come noi, avremmo risparmiato sicuramente molto di più.
      Inoltre, a pagina 34, dove si parlava dei due mandati, ho dimenticato di aggiungere che la proposta che noi portiamo al «rottamatore» è quella dei due mandati parlamentari; lui non è stato eletto, tutti i suoi deputati fanno massimo due mandati qui alla Camera, però possono continuare a fare i sindaci o i presidenti di regione.

      NICOLA BIANCHI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      NICOLA BIANCHI. Grazie, signor Presidente, anch'io volevo specificare meglio una frase sulla quale, forse, non sono stato abbastanza chiaro, cito: «Tutti i cittadini possono occuparsi di politica e quindi fare politica». In realtà, volevo dire che tutti i cittadini possono fare politica e quindi fare il politico comporta solo svolgere due legislature, senza attaccarsi alla poltrona, come è consuetudine fare da parte dei politici attuali.
      Inoltre, volevo specificare che il MoVimento 5 Stelle è l'unica forza politica che non candida indagati. Questo è molto, molto importante, perché comunque poi si porta avanti una forza politica senza indagati.

      DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

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      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente, in premessa ringrazio del lavoro tutti coloro che garantiscono la stesura del resoconto stenografico. Noi abbiamo uno dei migliori sistemi di resocontazione stenografica in assoluto al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Siamo la prima Assemblea a consentire ai cittadini, a tutti coloro che sono interessati ai nostri lavori, di consultare, di avere la trascrizione dei dibattiti parlamentari in tempo reale e questo – le assicuro – è un grandissimo sforzo dal punto di vista non solo tecnologico, ma evidentemente anche di capacità professionale.
      Quindi, devo chiarire il senso del mio intervento in base all'articolo 36 del Regolamento e quindi...

      PRESIDENTE. 32.

      DAVIDE CAPARINI. ... 32 del Regolamento e, quindi, chiarire alcuni passaggi.
      Per esempio, a pagina 89, quando ho detto che gli esponenti del Partito Democratico sono «lingua in bocca con Silvio Berlusconi», evidentemente questa è una metafora. Ecco non vorrei mai che i colleghi se la prendessero in modo personale. Sappiamo tutti quali sono le tendenze dell'ex Presidente del Consiglio ed anche i gusti, quindi, sono arcinoti.
      Per quanto, invece, riguarda – l'ultimo commento vedo che ha eccitato gli animi dei colleghi dietro di me... – il mio intervento a pagina 131, io sono stato più volte interrotto, dovendo intervenire a titolo personale e, quindi, avendo evidentemente un tempo molto ristretto per esprimere concetti e anche per comunicare lo scoramento e la frustrazione di chi, per tanti mesi, ha raccolto e ha sollecitato la raccolta delle firme, lavorando con tanti attivisti del mio movimento e non solo, che credevano nella possibilità di modificare la legge Fornero e, quindi, di dare ai cittadini italiani tutti la possibilità di intervenire in una sessione referendaria. Ecco questa è la frustrazione. Ovviamente ringrazio il Presidente Giachetti per la maestria e anche per la sensibilità che ha dimostrato ieri, nel momento in cui ha compreso questo stato di frustrazione.
      Io dovrei comunque specificare alcune cose. Prima di tutto che, quando mi riferivo ai colleghi e all'Assemblea tutta apostrofandola come «insensibile e priva di segni di vita», ovviamente anche questa era una metafora, evidentemente del tutto politica, per indicare il fatto che era evidente un'inerzia dal punto di vista politico. Vi è stata anche una certa frustrazione – almeno questo è quello che noi abbiamo percepito e io ho percepito – nel momento in cui non è stata data loro la possibilità di intervenire, per motivi logici, prettamente di appartenenza alla maggioranza e, quindi, anche per una fruibilità dei lavori soprattutto. Sappiamo bene – lo siamo stati anche noi – che la maggioranza deve sottostare ad alcune regole.
      L'ultima considerazione. Quando ho palesato un evidente collegamento tra l'attuale maggioranza con i membri della Corte costituzionale, ovviamente facevo riferimento ad Amato, che sappiamo benissimo che è stato, oltre che nel Partito socialista italiano, anche nel Patto Segni e poi è trasmigrato nel Partito Democratico – di cui a me risulta ancora membro e, comunque, immagino non abbia più la tessera per ovvi motivi di decenza, io credo –, ma che, come dire, è stato Premier, votato dall'allora sinistra. Nonché mi riferivo a Mattarella, che è stato addirittura Vicepremier di D'Alema ed è stato più volte Ministro della Repubblica di Governi di sinistra, con i Democratici di Sinistra e quant'altro.

      PRESIDENTE. Concluda, onorevole Caparini.

      DAVIDE CAPARINI. Concludo e la ringrazio per la pazienza che ha dimostrato.

      GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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      GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, io ieri sono intervenuto un po’ per rispondere al mio collega Baldelli, che riteneva assurdo, dal suo punto di vista, inserire in Costituzione il limite dei due mandati. Quindi, volevo contestualizzare e fare capire perché il MoVimento 5 Stelle è arrivato a tanto, ovvero a prevedere addirittura di inserire in Costituzione dei vincoli. L'ho fatto portando degli esempi, un po’ per il partito, appunto, dell'onorevole Baldelli, Forza Italia, e un po’ per il Partito Democratico, esempi diversi, che, però – ci tengo a precisare –, valgono per entranti i partiti.
      Dicevo cioè che in Forza Italia sono ammessi colleghi che sono pregiudicati, mentre, per quanto riguarda il Partito Democratico, non si rispettano neanche le norme...

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Brescia.

      NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per chiarire meglio uno dei miei interventi nella giornata di ieri e precisamente l'intervento a pagina 135 del resoconto stenografico, in cui, intervenendo, citavo la sentenza della Corte costituzionale sulla legge Fornero. Io non so se sia una sentenza o un'ordinanza. Ovviamente, mi affido a un'eventuale correzione laddove non fosse una sentenza. E dicevo che la sentenza (o ordinanza) della Corte costituzionale ha bocciato il referendum sulla legge Fornero. No, non lo ha bocciato – credo che si debba essere precisi in queste circostanze –, ma ha dichiarato la non ammissibilità del quesito. Quindi, chiedo eventualmente la correzione di questa affermazione. Credo che, concludo, Presidente, proprio alla luce di quanto è accaduto ieri...

      PRESIDENTE. Concluda.

      NICOLA MOLTENI. ...e proprio alla luce del fatto che l'istituto del referendum, che è la massima forma di democrazia...

      PRESIDENTE. Grazie.

      LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      LUIGI GALLO. Signor Presidente, rileggendo il mio intervento di ieri non si comprende che, quando ho affermato che bisogna portare la partecipazione in modo concreto all'interno delle istituzioni, mi riferivo alla possibilità dei politici di svolgere solo due mandati. Se noi definiamo un limite di mandati elettorali per i politici, garantiamo un certo ricambio continuo e una certa partecipazione continua dei cittadini, che, in pratica, vedono nelle istituzioni un qualcosa a cui rivolgersi e che è proprio, è il cittadino che si fa istituzione. È questo quello che noi crediamo. Pensiamo che una sinistra, che parla tanto di partecipazione e di democrazia, dovrebbe accogliere molto agevolmente questo concetto, invece, visto che quella è solo una facciata, alla fine rigetta al mittente...

      PRESIDENTE. Grazie.

      MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MATTEO MANTERO. Signor Presidente, ieri, durante il mio intervento sull'articolo aggiuntivo per porre un limite di due mandati elettivi, ho detto che mi sentivo preoccupato rispetto a questo articolo aggiuntivo perché ciò avrebbe potuto causare uno sconvolgimento del sistema attuale che si basa sulle clientele, sul voto di scambio, sulla corruzione, sui finanziamenti delle lobby ai partiti e ai politici per fare le campagne elettorali e così via. Pensavo che prevedere un limite di due mandati potesse bloccare tutto questo sistema. Alla fine, vorrei precisare che ho Pag. 7votato favorevolmente sull'articolo aggiuntivo perché penso che questo Paese sia pronto per avere politici che fanno politica per senso civico, non per mestiere, che limitano il loro incarico a due mandati, che fanno politica, non per farsi rieleggere, ma per portare avanti le istanze della lobby più importante che è quella dei cittadini.

      PRESIDENTE. Sarebbe iscritto a parlare l'onorevole Prataviera, ma non è presente in Aula. Onorevole Bragantini, però non è che il Presidente può contribuire all'ostruzionismo.

      STEFANO BORGHESI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, io intervengo per rettificare il mio intervento che è riportato a pagina 92 del resoconto stenografico, in quanto, durante l'intervento di ieri, ho parlato di mezzo milione di cittadini che si sono recati a firmare per il referendum contro la legge Fornero. In realtà, io ho sottostimato questo numero in quanto i cittadini, che si sono recati a firmare per abolire la legge Fornero, sono stati 606 mila. Quindi, ad onor del vero, io volevo rettificare questo numero in quanto mi sembra ancor più importante questa partecipazione democratica dei cittadini in favore di questo referendum che, purtroppo, ha avuto la bocciatura della Corte costituzionale. Quindi, è ancora più grave che 606 mila cittadini italiani non abbiano potuto votare...

      PRESIDENTE. Grazie.

      MARIALUCIA LOREFICE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente, ieri sono intervenuta su un emendamento, a prima firma Lombardi, che riguardava il Senato e dicevo che il Senato, in pratica così come pensato dal Governo, è un Senato di derivazione squisitamente politica, con componenti part-time perché, nel frattempo, dovranno fare altro. Questo concetto che io avevo espresso, non ho avuto la possibilità di poterlo poi completare. Vorrei spiegare che cosa significa. Significa che i senatori, così come pensati dal Governo Renzi, saranno contemporaneamente all'interno anche di altri organi legislativi, quelli regionali. Quindi, se saranno chiamati a svolgere il loro lavoro all'interno di questi organi legislativi, sicuramente non avranno abbastanza tempo per poter svolgere bene il ruolo di senatori. Volevo, quindi, sottolineare questa cosa e specificarla bene.

      GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIULIA GRILLO. Presidente, l'intervento che viene indicato a pagina 99 manca della premessa. Avevo fatto una premessa e avevo detto che poiché stiamo discutendo di una riforma costituzionale che accentrerà il potere legislativo in un'unica Camera e poiché questa Camera verrà formata da cittadini eletti con liste bloccate, quindi controllate da poche persone, ci sarà una distorsione in senso dittatoriale, oppure anche monarchico, se preferite, visto che avete un particolare atteggiamento di venerazione nei confronti di un re. Dicevo, quindi, che manca questa premessa che ritengo essere fondamentale per capire poi la conseguenza, che è quella che scrisse Alexis de Tocqueville sulla trasformazione appunto del potere legislativo in America in quel periodo storico.

      FILIPPO BUSIN. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      FILIPPO BUSIN. Grazie Presidente, volevo rettificare un mio intervento a pagina 114 del resoconto stenografico dove parlo degli insegnanti di quota 96. Evidentemente, ho esagerato la cifra, perché parlo Pag. 8di centinaia di migliaia, ma migliaia è sufficiente, essendo all'incirca 5-6 mila persone. E a pagina 92 c’è una ripetizione alla settima riga. Credo si legga meglio se «solo l'unico» viene eliminato e si lascia in piedi solo una di queste due parole.

      PRESIDENTE. Mi corre l'obbligo, ma tanto tutti siete consapevoli di questo, di ricordare che noi non interveniamo sul resoconto stenografico, ma interveniamo sul processo verbale, che è un'altra questione. Quindi, possiamo anche evitare i riferimenti al resoconto stenografico. Volendo il riferimento è a quello che ha letto il segretario d'Aula Miotto prima.

      AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Grazie Presidente, io ieri sono intervenuta con riferimento all'articolo aggiuntivo 2.0201 e dicevo che queste nostre proposte emendative puntavano a sanare delle contraddizioni presenti in questa riforma. Quindi, volevo chiarire una delle contraddizioni, che è quella dell'età delle persone eleggibili alla Camera e al Senato. In particolare, nei giorni scorsi la maggioranza, evidentemente non ritenendo in grado i nostri giovani, i giovani di questo Paese, di fare meglio di questa classe politica, bocciava gli emendamenti, nostri e di altri gruppi, che prevedevano i 18 anni come l'età per essere eleggibili. Ma permette, poi, invece, al Senato di fare entrare dei consiglieri regionali che possono avere quell'età. Questa, quindi, è una delle contraddizioni che volevo evidenziare.

      FERDINANDO ALBERTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      FERDINANDO ALBERTI. Grazie Presidente, intervengo anch'io per chiarire un attimo il mio intervento di ieri. Sono intervenuto a proposito dell'articolo aggiuntivo che parlava del limite dei due mandati per i parlamentari e in modo provocatorio e anche un po’ ironico avevo fatto una proposta alla maggioranza, chiedendo appunto di ignorare questo nostro articolo aggiuntivo e, invece, di introdurre quello che è un contratto a tutele crescenti anche per i parlamentari, un po’ come avete appena fatto con il Jobs Act per i dipendenti. Inoltre, avevo anche parlato dell'introduzione di un principio che è il recall. Sul recall avevo chiesto appunto di introdurre un limite di ogni tre mesi, una sorta di verifica dell'operato del parlamentare. Ecco, forse tre mesi è troppo poco, sarebbe più consono sei mesi.

      PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, se lei è comodo, io le darei la parola. Se, invece, ha bisogno ancora di tempo, possiamo aiutarla. Prego.

      EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, credevo che oggi gli animi fossero un po’ più sereni, rasserenati e mi scuso, non era mia intenzione fare ostruzionismo con questo tipo di atteggiamento, cioè essendo assente dall'Aula.
      Avevo delle esigenze fisiologiche e ne ho approfittato.

      PRESIDENTE. Mi rendo conto, ma in questi casi anche quelle vengono «contingentate», onorevole Prataviera.

      EMANUELE PRATAVIERA. La ringrazio, lo terrò a futura memoria, eventualmente anche come provocazione ostruzionistica.
      Presidente, volevo intervenire per quanto riguarda il mio intervento di ieri e quanto è stato riportato nel resoconto per esplicitare meglio il riferimento al capo dell'opposizione. Ovviamente mi riferivo a Berlusconi, ma non volevo riferirmi al capo di tutta l'opposizione, ma di una parte, di quella che dovrebbe essere stata l'opposizione, ma che poi effettivamente si è dimostrata forza di maggioranza appunto ieri, quando denunciavo il paradosso della giornata che stavamo vivendo, Pag. 9in cui, in mancanza o in vacanza di Presidente della Repubblica, si era aperta di fatto una crisi in maggioranza...

      PRESIDENTE. Grazie.

      MARCO BRUGNEROTTO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARCO BRUGNEROTTO. Grazie Presidente, ieri si parlava e parlavo di immunità al Senato e dicevo che non ci sarà alcun controllo democratico diretto sui nominati e non ci sarà quindi da stupirsi se le segreterie dei partiti sceglieranno personaggi eventualmente collusi, corrotti, indagati o condannati, come già capita. Non ho fatto un esempio pratico, che spiegherebbe bene cosa potrebbe succedere e cosa potrebbe accadere al Senato e nei consigli regionali: potrebbe succedere questa cosa simpatica che, cadendo – per soggetti indagati o soggetti appunto collusi – la giunta regionale di una regione in particolare, i due consiglieri regionali, che sono iscritti al Senato, dovrebbero comunque decadere ed essere rieletti, quindi si dovrebbero scegliere di nuovo, nella nuova giunta, due nuovi consiglieri da mandare al Senato, che, vista la situazione in Italia...

      PRESIDENTE. Grazie.

      FRANCESCA BUSINAROLO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      FRANCESCA BUSINAROLO. Grazie Presidente, per chiarire il mio intervento di ieri, in quanto un minuto è davvero insufficiente. Io semplicemente volevo evidenziare quanta ipocrisia ci sia in questa riforma costituzionale, perché addirittura inserire in Costituzione un principio, che è assolutamente inaccettabile per un cittadino, cioè che una persona possa stare su due posti e lo rappresenti in due istituzioni diverse, è veramente incredibile, soprattutto perché questo garantisce a questa persona una sorta di status super partes, come una persona che è una divinità: come fa a stare in due posti contemporaneamente ?

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Businarolo, si alleni perché temo che dai prossimi giorni sarà anche un po’ meno di un minuto il tempo a disposizione.

      DONATELLA AGOSTINELLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DONATELLA AGOSTINELLI. Grazie Presidente, anch'io intervengo per chiarire meglio il pensiero espresso ieri, data la brevità del tempo, e volevo sottolineare il fatto che qui si sta discutendo di una riforma che è assolutamente irrilevante rispetto a quelli che sono i problemi principali che affliggono il Paese fuori da quest'Aula. Suggerisco, visto che questa riforma comunque non porterà né un risparmio dei costi né una velocizzazione dei procedimenti per la produzione legislativa, di tagliare anche la Camera dei deputati definitivamente, così risparmieremmo sicuramente un po’ di più ed avremmo tagliato definitivamente la voce degli italiani onesti fuori da quest'Aula.

      GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente, io volevo specificare quanto detto ieri rispetto alla questione delle primarie del Partito Democratico, preso come esempio durante il dibattito – oddio, il dibattito no ! – della Lega, chiamiamolo così, rispetto alla bocciatura del referendum sull'abrogazione della legge Fornero, dicendo che facevo un chiaro riferimento a notizie riportate sulla stampa, dopo soprattutto le denunce ed anche le interviste fatte dall'onorevole europarlamentare Sergio Cofferati Pag. 10rispetto alle primarie del caso ligure. Tenuto a precisare questo, penso di avere esaurito il tempo Presidente.

      PRESIDENTE. Se vuole ha altri dieci secondi, non vorrei metterla in difficoltà però.

      GUIDO GUIDESI. No, mi basta questo, credo di essere stato chiaro.
      Lei ha compreso per cui...

      PRESIDENTE. Benissimo. Abbiamo anche concluso il tempo, onorevole Guidesi.

      CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, ieri ho svolto due interventi. Entrambi chiamavano in causa lo statuto del Partito Democratico in special modo rispetto al vincolo dei tre mandati che, se non sbaglio, è l'articolo 22 del codice etico e, come esempio, della deroga di questo statuto ho citato D'Alema, Fassino, e l'onorevole Serafini, che è la moglie di Fassino. Però, mi sono scordato di menzionare altri che hanno derogato a questa importante regola dello statuto ovvero Bonino, Finocchiaro, Turco, Veltroni, Melandri e Fioroni. Un'altra precisazione inoltre che volevo fare è che è vero che questa norma autoregolamenta il partito ma non per forza di cose lo si deve...

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

      VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, nella giornata di ieri, nel mio intervento di fine seduta, ho chiesto alla Presidente Boldrini di poter farsi tramite per una mia richiesta di sollecitazione delle interrogazioni n. 4-03289, n. 4-02590, n. 4-04563 e n. 4-05822. Purtroppo, ne ho aggiunta una quinta, oltre queste quattro, che non era giusta. Chiedo, quindi, la sollecitazione di quelle quattro interrogazioni che ho appena elencato, dal momento che le nostre prerogative sono molto importanti, e non della quinta interrogazione che, invece, non c’è.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

      STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, indubbiamente sul processo verbale, mi scuso direttamente con lei come Presidenza perché ieri mi ha interrotto violentemente su un argomento con il quale stavo entrando nel merito dell'emendamento stesso. Ma la mia richiesta sul processo verbale è la seguente: essendo stato io richiamato ieri più di sette volte dai diversi Presidenti di turno, avrei intenzione di capacitarmi delle motivazioni. Infatti, in momenti storici diversi, in Aula sono stato espulso per molto meno. E, soprattutto, mi interrogo sulla successiva situazione che è avvenuta con la Presidente Boldrini in cui chiedeva di prendere Caon: io l'ho tenuto tutta la notte con me e l'ho riportato in Aula ma adesso cosa ne faccio ? Perciò sarebbe da far valutare in Ufficio di Presidenza questa situazione un po’ anomala (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

      MARCO DA VILLA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARCO DA VILLA. Signor Presidente, attendo un attimo che si quieti l'ilarità che ha provocato il collega Allasia. Intervengo sulla mia dichiarazione di voto così come citata nel processo verbale e riportata nel resoconto stenografico. Infatti, è riportato che numerosi nostri emendamenti «cercano di riportare delle attività all'interno del Senato». Io ho detto «l'elettività all'interno del Senato» ma sicuramente non attribuisco il problema agli stenografi e mi associo all'apprezzamento del collega precedente ma credo sia un problema di volume della voce. Per questo adesso sto cercando di parlare un po’ più forte proprio perché si possa capire meglio quello Pag. 11che intendevo dire. Quindi proprio l'elettività del Senato è quella che noi vogliamo all'interno del questa riforma.

      ANDREA VALLASCAS. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ANDREA VALLASCAS. Signor Presidente, ieri non sono riuscito a concludere il mio pensiero, ne approfitto adesso per ribadire che questo disegno di legge di modifica costituzionale non è pensato per il bene comune, soprattutto quando è il frutto di un accordo di due persone senza il coinvolgimento dei cittadini. Per avere una giusta riforma sicuramente secondo me è importante che i cittadini vengano coinvolti, che possano partecipare attivamente alla modifica della Legge costituzionale e non semplicemente essere persone passive e partecipare alla sola ratifica tramite referendum. Questo perché la Costituzione è la legge fondamentale dello Stato.

      ROBERTO SIMONETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, durante il dibattito sull'emendamento Toninelli 2.4, a pagina 131, viene riportato fedelmente ciò che io ho detto ieri e, cioè, che l'accordo sostanzialmente tra Forza Italia e Partito Democratico porta alla volontà del presidente Berlusconi di poter avere un Presidente della Repubblica che gli dia la grazia. Io questo non so se sia la grazia che richiede Berlusconi o la costituzione del decreto legislativo fiscale, della delega fiscale, che depenalizza la frode con la percentuale del 3 per cento sull'evaso.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      ROBERTO SIMONETTI. Quindi, volevo solo specificare che, quando parlo di grazia, può anche essere, appunto, la depenalizzazione sulla frode in modo tale da avere un'agibilità politica.

      MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Presidente, anch'io intervengo per alcune precisazioni. Nel corso del mio intervento a difesa dell'emendamento Lombardi 2.500 sottolineavo il rischio che candidare a ruolo di senatore chi avesse già ricoperto per due volte l'ufficio di sindaco, consigliere regionale, comunale, assessore regionale e provinciale avrebbe trasformato il Senato in un dopolavoro istituzionale. Io vorrei rettificare quest'ultimo termine «istituzionale» con «istituzionalizzato», perché lo ritengo semanticamente più corretto. Inoltre, vorrei anche aggiungere che il rischio che si corre è quello di lasciare la politica in mano ai soliti politicanti di mestiere, che non hanno affatto a cuore il bene comune.

      PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      PAOLO PARENTELA. Grazie Presidente, anch'io volevo intervenire sul processo verbale per spiegare bene il concetto che ho esposto ieri riguardo la nostra idea sulla questione del limite dei due mandati. Su questa questione, io ho ricordato la manifestazione che si è svolta nel 2011, il 10 settembre. In quell'occasione, durante il «cozza day», noi abbiamo ricordato la nostra proposta di legge d'iniziativa popolare, che era proprio una legge «anti-cozze».

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      PAOLO PARENTELA. Infatti, voleva espellere le cozze condannate, voleva estirpare le cozze dopo le due legislature dalle Aule parlamentari e, soprattutto, Presidente, Pag. 12voleva permettere al cittadino di eleggere un candidato e non una cozza, quindi, con il voto di preferenza. Ecco perché ci tenevo a ricordare questo concetto, perché, se noi applicassimo questa proposta di legge d'iniziativa popolare, il «Parlamento pulito», potremmo rendere giustizia...

      PRESIDENTE. Grazie.

      MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, intanto, chiederei che, quando do i pareri, dal momento che indico anche la pagina, nello stenografico venga inserito, appunto, che indico la pagina, il numero dell'emendamento, il primo relatore e dopo il parere.
      Poi, in più parti, ho detto «ladri di democrazia» in riferimento al PD: ovviamente, volevo specificare che non era riferito a tutti gli iscritti del PD e neanche a tutti i parlamentari del PD, perché molti parlamentari hanno dimostrato, anche con le parole, e speriamo nei fatti, che vogliono cambiare questa riforma. Vengo da un partito e da più di ventuno anni di militanza: so cosa vuol dire la disciplina di movimento e di partito...

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      MATTEO BRAGANTINI. ... ma su una tematica così importante come le forme costituzionali ritengo che, quando si fanno le riforme, ci debba essere un po’ di orgoglio e un po’ di schiena dritta per poter portare avanti una riforma, che è una riforma importante...

      PRESIDENTE. Grazie.

      CHIARA GAGNARLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      CHIARA GAGNARLI. Grazie Presidente, ieri, durante il mio intervento sull'elezione del nuovo Senato, ho parlato di un nuovo Senato inteso come dopolavoro. Oggi, rileggendo la definizione di dopolavoro, ho visto che, forse, non era il termine più adatto, in quanto si riferisce ad enti, istituzioni o circoli ricreativi per organizzare il tempo libero dei lavoratori. Sicuramente, in questa nuova composizione del Senato, i componenti non elettivi lavoreranno part-time, in quanto, contemporaneamente, saranno all'interno degli organi legislativi regionali. Spero che, comunque, non venga inteso come un circolo ricreativo, ma come un vero impegno istituzionale.

      GIUSEPPE L'ABBATE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, ieri in uno dei miei interventi ho citato un'iniziativa di legge popolare con una raccolta di firme che ci è stata e ho omesso di ricordare il nome di quella iniziativa, di quella proposta di legge popolare che era: «Parlamento pulito»; quindi, magari, qualcuno potrebbe non aver capito. Inoltre, in un altro intervento ho detto che al PD del conflitto di interessi non interessa niente, invece voglio chiarire il mio pensiero: del conflitto di interessi interessa eccome, perché gli interessa non toccarlo, in quanto, dietro al megaconflitto di interessi del condannato Berlusconi, loro si coprono quei loro piccoli conflitti d'interessi che hanno, quindi, hanno tutto l'interesse di non toccarlo.

      GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, buona giornata, speriamo che sia una buona giornata un po’ per tutti.

      PRESIDENTE. Grazie, non è proprio una delle migliori, però, potrebbe anche peggiorare, quindi...

Pag. 13

      GIANLUCA VACCA. Speriamo che lo sia, che lo diventi. Volevo rettificare o quanto meno non rettificare, ma specificare meglio il pensiero di ieri, perché in uno dei miei interventi ho detto che l'articolo aggiuntivo sul quale intervenivo in dissenso dal gruppo non chiedeva di porre il limite di due mandati di qualsiasi mandato elettivo, ma soltanto sui mandati parlamentari. Quindi, facevo l'esempio che se un partito vuole continuare ad avere politici di professione può tranquillamente candidarli due o tre volte al comune, alla regione, due volte in Parlamento e poi al Parlamento europeo. In questo modo riuscirebbe a coprire trenta o quarant'anni di onorato servizio nel partito e nelle istituzioni.

      PRESIDENTE. Concluda, onorevole Vacca.

      GIANLUCA VACCA. Questo non voleva dire che io fossi d'accordo con questa impostazione, come lei ben sa, noi abbiamo il limite di due mandati...

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vacca.

      MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, intanto la nota tecnica, siccome ieri sono intervenuto quattro volte e vorrei chiarire il pensiero di tre argomenti diversi, ho più tempo, come funziona...

      PRESIDENTE. Ci attrezzeremo per la prossima volta, per oggi ha quel minuto, anzi ne ha di meno, 46 secondi.

      MANLIO DI STEFANO. Bene, volevo chiarire intanto, in un passaggio del mio discorso sul conflitto di interessi ho detto che i cittadini vi chiedono di non rubare e ho sentito la classica levata di urla animalesche dai banchi del PD, e mi è dispiaciuto sinceramente perché non volevo mica intendere che siano ladri, come altre volte abbiamo detto in quest'Aula, ma volevo intendere che, dimostrando di non voler risolvere il conflitto di interessi, si dimostrava che volessero continuare a rubare, insieme a Silvio Berlusconi e a tutti gli amicucci che hanno all'interno del mondo politico, affaristico, massonico e mafioso. Questo era un po’ il pensiero, quindi, non vi scaldate quando vi diciamo questa cosa, se una cosa fa parte delle vostre caratteristiche dovete anche accettarla.

      PATRIZIA TERZONI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      PATRIZIA TERZONI. Grazie Presidente, io volevo un attimo correggere alcune parole a pagina 123; alla scritta: «Volevo intervenire su questo emendamento perché dice», al posto della parola: «dice», vorrei inserire le parole: «vi è scritto».
      Mentre: «e vorrei ricordare che qui chiunque, nessuno escluso, ha sempre detto che i propri elettori devono poter scegliere chi mandare qua su a rappresentarli», forse al posto di: «su», è meglio «dentro».
      Poi: «Quindi, mi stupisco del fatto che voi voterete in modo contrario (...)», qui mi ricordo che ieri avevo detto: «Quindi, non mi stupisco del fatto che voi voterete in modo contrario (...)», perché la differenza è netta. Quindi io mi ricordo, o perlomeno l'ho pensato, di dire: «Quindi, non mi stupisco». Vorrei che rimanesse agli atti questa cosa e non: «Quindi, mi stupisco».

      MARCO MARCOLIN. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, ieri non ho potuto concludere il mio intervento visto il tempo e quando mi riferivo al fatto che mi resta solo da Pag. 14lavorare, perché questo mi è permesso, volevo continuare nel dire che mi è precluso praticamente un voto referendario qui, perché un referendum che noi abbiamo proposto sull'abolizione della legge Fornero ci era precluso. Volevo dire, inoltre, che comunque un referendum nel 2006 è stato fatto per abolire la legge costituzionale che era stata approvata dalle Camere e che è stata la devolution.
      Essa poteva sicuramente migliorare, perché aveva dato indicazione sulla diminuzione del numero dei parlamentari e creava un Senato federale con delle competenze diverse. Sicuramente oggi saremmo qui a discutere un'altra riforma e decisamente avremmo potuto migliorare la riforma stessa che a quel tempo era basilare per il buon andamento...

      PRESIDENTE. Grazie.

      VINCENZO CASO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole Caso.

      VINCENZO CASO. Grazie Presidente, a parte rigettare, se possibile, l'appellativo di onorevole. Quando nel mio intervento, ieri, mi sono riferito all'emendamento Rosato 2.202, intendevo fare un appello alla maggioranza, che vuole proporre questo emendamento, perché volevo chiarire che con questo emendamento si chiuderanno praticamente tutti i giochi, nel caso venisse approvato, quindi volevo che la maggioranza ci ripensasse, in quanto dei dubbi su questo Senato, sulla sua composizione, oltre che dalle opposizioni, sono stati sollevati anche da esponenti del PD, di Forza Italia, di Scelta Civica e anche di Area Popolare. Quindi, non mi sembra assolutamente il caso di portare avanti quell'emendamento, che chiuderebbe tutto oggi. Vorrei ricordare anche a questa maggioranza che sarebbe bene ripensare un attimo all'errore che è stato fatto anche sul Titolo V...

      PRESIDENTE. Grazie.

      SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      SILVIA GIORDANO. Presidente, ieri nel mio intervento ho detto che mi sembrava al limite del surreale sentire un collega del PD affermare che limitare a due mandati, così come noi avevamo chiesto, limitava la libertà di scelta dei cittadini. In particolare, visto che non si capiva bene – ma adesso è possibile chiarire grazie allo stenografico –, mi riferivo proprio al periodo in cui il collega diceva: io ritengo che inserire in Costituzione un limite tassativo dei due mandati alla durata del percorso parlamentare dei cittadini sia una limitazione del diritto di elettorato passivo ma anche e soprattutto sia una limitazione del diritto di scelta da parte dei cittadini dei propri rappresentanti. La mia obiezione era che forse limitava la libertà di scelta non tanto i due mandati ma il fatto che avete creato i listini bloccati.

      FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      FRANCESCO D'UVA. Presidente, intervengo oggi per chiarire il concetto che ho tentato di esprimere ieri in quel minuto scarso, in cui sollecitavano la maggioranza a votare favorevolmente all'emendamento soppressivo dell'articolo 2. Perché l'ho fatto ? Se andiamo a guardare lo stenografico, chiaramente parlavo del fatto che questo Senato, così come viene proposto, non va bene, perché non è una vera abolizione e non è nemmeno quello che è adesso: è una via di mezzo che non serve a nulla. A questo aggiungo che non solo è inutile ma pure dannoso per i territori, perché se consideriamo il fatto che chi dovrà sedere in Senato sono i consiglieri regionali, i sindaci queste persone, ecco, abbiamo un bel problema, perché quando i cittadini andranno a bussare alle loro porte a chiedere spiegazioni su determinate scelte fatte sul territorio, potrebbero Pag. 15non trovarli là, perché impegnati a Roma. Non so lei, Presidente, ma devo dire che fare il deputato al 100 per cento...

      PRESIDENTE. Grazie.

      DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANIELE PESCO. Presidente, Buongiorno.

      PRESIDENTE. A lei.

      DANIELE PESCO. Purtroppo ieri mi sono dimenticato di dire una cosa molto importante, che non ha permesso forse a tutti di capire cosa volessi dire. Ho dimenticato di dire che questa è una riforma fatta dalla casta, pro casta. Cosa intendo dire ? Intendo che si intende accentrare il potere e mantenere anche certi privilegi, un po’ come è successo alla vigilia di Natale al Consiglio dei ministri, dove si è appreso dai giornali che qualcuno, probabilmente il Primo Ministro, ha inserito una cosa ulteriore rispetto alle decisioni del Consiglio dei ministri. Ebbene, si vuol ripetere questo nuovamente, cioè fare in modo che qualcuno decida per gli altri senza che gli altri quasi lo sappiano. È veramente un accentramento e una conservazione del potere, unito logicamente al mantenimento dell'immunità parlamentare. Sì, perché i futuri senatori, che non saranno eletti a suffragio universale ma praticamente nominati e continueranno a mantenere l'immunità parlamentare, quindi i partiti potranno scegliere...

      PRESIDENTE. La ringrazio.

      FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, intervengo sul processo verbale in virtù del fatto che ieri dopo l'intervento dell'onorevole Baldelli sull'ipocrisia all'interno di quest'Aula parlamentare ho potuto rispondere alle sue parole definendo la legge elettorale del Veneto come assolutamente ipocrita. Perché ho detto questo ? Perché sì, inserisce i due mandati all'interno della legge elettorale, come voluto nella proposta emendativa promossa in questione dal MoVimento 5 Stelle in Aula in quel momento, però pone questa attenzione soltanto a partire in pratica dal 2025, senza considerare il passato, dove fra i consiglieri regionali ve ne sono alcuni che hanno già quattro mandati. Ecco, io appunto sono intervenuto perché le persone in questa legge elettorale potrebbero comunque vivere di politica per due mandati come consiglieri regionali, due come assessori, due come presidente della regione Veneto e quindi per trent'anni. Questa è assolutamente ipocrisia.

      ROBERTO CAON. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Onorevole, grazie all'onorevole Allasia possiamo contare anche sul suo contributo. Ne ha facoltà.

      ROBERTO CAON. Signor Presidente, per puntualizzare che l'onorevole Allasia questa mattina aveva anche un po’ voglia di scherzare. In realtà, vorrei precisare che ieri la Presidente Boldrini ha detto: prendete Caon, prendete Caon ! In realtà io stavo dando un foglio al commesso e intendeva: prendete il foglio di Caon.  Questa era la cosa, invece Allasia ha voluto un po’ giocarci sopra. Entrando invece nel merito, non sono 500 mila firme, ma sono 602 mila firme, per puntualizzare questo dato. E in più intendevo dire che fermare un referendum di questa portata era un grosso sbaglio per chi questo referendum invece lo voleva.

      PRESIDENTE. Onorevole Caon, volevo dire che questo è uno spazio riservato a chi vuole chiarire il proprio pensiero, probabilmente potrebbe essere utile che ne riserviamo uno anche per chiarire il pensiero della Presidente, però se lei intende chiarirlo...

      ARIANNA SPESSOTTO. Chiedo di parlare.

Pag. 16

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, anch'io volevo intervenire per rettificare il mio pensiero. Ieri sono intervenuta sull'emendamento Lombardi 2.500 e in particolare al primo periodo si sostiene appunto che i senatori devono essere eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori con le modalità stabilite dalla legge. Ecco, qui volevo esprimere meglio il mio pensiero perché ritengo che sia fondamentale che siano i cittadini ad eleggere i propri rappresentanti e non che abbiano una Camera composta da nominati dai partiti, anche se questo succede un po’ comunque. Poi per quanto riguarda invece il secondo periodo, volevo specificare che per quanto riguarda il fatto che non possono essere candidati...

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

      COSIMO PETRAROLI. Signor Presidente, io ieri avevo ricordato a quest'Aula che nel 2009 erano presenti in questo Parlamento ben 110 parlamentari che si erano macchiati di reati in via definitiva e non definitiva, prescritti o rinviati a giudizio per reati come corruzione, tangenti, frode fiscale, peculato, evasione, estorsione, prostituzione minorile, finanziamento illecito, abuso d'ufficio, concorso esterno in associazione mafiosa, aggiotaggio, falso in bilancio, riciclaggio, diffamazione aggravata, frode fiscale, appropriazione indebita, traffico di droga e ho dimenticato di dire tangenti alla guardia di finanza.

      LUCA FRUSONE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      LUCA FRUSONE. Signor Presidente, c’è un po’ un assembramento, però andiamo avanti lo stesso.

      PRESIDENTE. Lei deve chiarire il suo pensiero, onorevole Frusone. Lo faccia anche con l'assembramento.

      LUCA FRUSONE. Sì, infatti io volevo proprio chiarire questo. Ieri su un'articolo aggiuntivo che parlava di conflitto di interessi io magari ho usato anche un esempio un po’ duro, tant’è che forse non sono stato capito, visto che dicevo che nel momento in cui si votava contro quell'articolo aggiuntivo veramente di buonsenso, chi votava contro poteva presentare a sua volta una proposta emendativa per modificare l'articolo 1 della Costituzione. Questo passaggio è sfuggito ad alcuni perché appunto è sembrato che io volessi fare una modifica del genere all'articolo 1, cioè dire che l'Italia è fondata sul conflitto di interessi, quando in realtà ormai da anni questo è provato che lo vogliano fare sia il PD che il PDL, oggi Forza Italia, quindi volevo fare semplicemente...

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

      MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intervengo per rettificare un passaggio dell'ultimo periodo del mio intervento nel resoconto stenografico, per meglio spiegare quello che volevo dire. Ad un certo punto dico: «Avete creato migliaia di esodati, ai quali avete allungato i tempi di permanenza (...)». In realtà, al posto delle parole «ai quali» volevo dire che ad altre migliaia di persone avete allungato i tempi di permanenza nel mondo del lavoro.

      CHIARA DI BENEDETTO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      CHIARA DI BENEDETTO. Grazie, Presidente. Intervengo per chiarire meglio dei concetti che ho espresso ieri nel mio intervento, perché ieri ho per due volte ribadito il concetto dell'idea politica del MoVimento 5 Stelle ma, in realtà, io mi riferivo, nello specifico, all'idea della politica che ha il MoVimento 5 Stelle, cioè l'idea che non si tratta, appunto, di una carriera, di un mestiere, che bisogna coltivare e che si può portare avanti per anni.Pag. 17
      È per questo che ho ribadito quale sia la differenza, appunto, tra l'idea del MoVimento 5 Stelle e quella che viene proposta dal Governo perché, appunto, la nostra idea è molto semplice: si fanno semplicemente due mandati dopo di che si torna alla vita che si faceva prima, al lavoro che si faceva prima, onde evitare appunto, Presidente, il fenomeno che si è generato, su cui questo Parlamento ci dà ancora alcuni esempi, di dinosauri della politica che siedono in queste Aule da più di vent'anni e che continuano a guadagnare e a mantenere i privilegi che hanno acquisito ormai da decenni e decenni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io ho riletto il mio intervento sul resoconto stenografico e lo trovo tecnicamente perfetto e chiaro. Però, ne approfitto, visto che ho chiesto di parlare, per specificare meglio quello che il MoVimento 5 Stelle vuole. Il MoVimento 5 Stelle vuole un Paese normale e, forse, il limite dei due mandati effettivamente è una misura estrema, perché effettivamente si potrebbe sostituire questa misura con delle misure normali, che ci sono negli altri Paesi, cioè evitare di nominare delle persone che sono sotto processo e che, quindi, devono evitare delle condanne penali o che le hanno già subite; evitare di nominare queste persone per vincere o per perdere le elezioni a tavolino, perché vi mettete d'accordo su chi nominare governatore nelle regioni per spartirvele; basterebbe inserire di nuovo le preferenze; basterebbe fare una lotta seria al voto di scambio; basterebbe avere una legge seria sulla corruzione e sul conflitto di interesse.
      Se tutto questo ci fosse, forse noi non saremmo qui e non avremmo bisogno di ricordarvi che un mandato a tempo limitato è una misura estrema per fare quello che voi avreste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Lorenzis.

      GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. Come lei ben sa, intervengo sul processo verbale non per rettificare il mio pensiero, ma per sottolineare, invece, una questione. Il deputato Rosato del PD ha ritenuto il mio intervento di ieri sera una «pubblicità progresso» e si è, quindi, dichiarato interdetto in merito.
      Vista l'interdizione e l'impossibilità di esserci del deputato del PD Rosato, abbiamo fatto contattare tutti gli ospiti della «Notte dell'Onestà», Fedez, Dario Fo, Claudio Santamaria, Claudio Gioè, Sabina Guzzanti, Jacopo Fo, Enrico Montesano, Salvatore Borsellino, Ferdinando Imposimato e finalmente anche J-Ax, che però hanno confermato la loro presenza per sabato 24 gennaio in piazza del Popolo. E, quindi, siamo comunque felicemente costretti a farla sabato, anche se purtroppo i deputati del PD non potranno essere presenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      SAMUELE SEGONI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Sul mio intervento verbale desidererei fare due distinte precisazioni, senza per questo sminuire la qualità del resoconto stenografico che, nel complesso, è impeccabile, anche per la punteggiatura.
      Verso l'inizio del mio intervento ci sono le parole: «un po’» che desidererei venissero tolte, se possibile, mentre, invece, desidero dire: «mentre invece viene utilizzata come un campo di battaglia». Nella parte finale, a causa, diciamo così, delle sollecitazioni della Presidenza, non ho espresso compiutamente il mio pensiero. L'ultimo mio intervento vorrei che fosse cambiato – l'ultima frase – in: «quella Pag. 18che oggi è la Camera più alta e che diventerà, appunto, di secondo livello».

      TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      TIZIANA CIPRINI. Presidente, io integro il mio intervento di ieri sottolineando una cosa che accade con il decreto delegato sulle tutele crescenti di Renzi. Ora, grazie a questo decreto rubare una caramella ti costerà il posto di lavoro. La disamina tecnico-specialistica della cosa l'ho riportata sul mio sito: www.tizianaciprini.it. Lo ripeto: www.tizianaciprini.it. Presidente, prenda nota anche lei.
      Dunque, se adesso il datore di lavoro licenzia il commesso del proprio supermercato per aver rubato una caramella oppure per aver scritto un post su Facebook di critica all'azienda, ora verrà direttamente licenziato senza reintegra sul posto di lavoro e senza passare per le sanzioni più lievi. Inoltre, si mette anche il bavaglio al giudice del lavoro, che non potrà più sindacare circa la proporzionalità e l'adeguatezza fra il fatto contestato di lieve entità...

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marzana. Ne ha facoltà.

      MARIA MARZANA. Signor Presidente, intervengo per fare delle integrazioni più che altro al mio intervento, in merito al referendum sulla riforma Fornero, in quanto io dicevo che in Parlamento sono stati presentati numerosi atti, vorrei aggiungere dal MoVimento 5 Stelle, quali proposte emendative come ad esempio sui ferrovieri o sui quota 96; e sulla questione quota 96 il MoVimento 5 Stelle ha presentato pure una proposta di legge. Vorrei aggiungere anche che quindi si può concludere che questo Governo è lontanissimo dai cittadini, in quanto se da una parte non restituisce il diritto alla pensione scippato a molti cittadini, dall'altra vediamo che con queste riforme, quella del Senato e quella della legge elettorale, strappa il diritto di voto a tutti i cittadini, quindi diritto sacrosanto di scegliere i propri rappresentanti per il Parlamento.

      MIRELLA LIUZZI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, intervengo a pagina 48 del resoconto stenografico di ieri per chiarire meglio il mio pensiero. Io infatti riporto delle parole di Matteo Renzi, dove dice che: «Gli americani non hanno rottamato Obama, ma c’è un sistema, quello americano, che prevede l'autorottamazione: il Presidente degli Stati Uniti può svolgere il suo incarico solo per due mandati. Mi piacerebbe che l'Italia si adeguasse a quel tipo di esperienza, che poi è quella stessa dei sindaci, per dare un limite all'esperienza politica». Siccome il nostro Presidente del Consiglio ne dice veramente tante, è bene anche circostanziare quando è stata detta questa dichiarazione, che è stata detta il 7 novembre 2012 e riportata da un'agenzia ASCA: per cui quando poi i cittadini andranno anche a rivedere i resoconti stenografici potranno anche trovare questa dichiarazione su Internet o comunque sulle agenzie.

      GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, volevo specificare che il mio intervento era chiaramente ironico, perché logicamente, Presidente, dalle parole non si capisce, era la celebrazione in qualche modo dell'assurdo: dire comunque che Berlusconi è a capo dell'opposizione, è evidente a tutti quanto sia la celebrazione dell'assurdo. Come anche dire che Berlusconi sta all'onestà: non si pone neanche come paragone. Del resto, Presidente, giusto per lasciare agli atti la cosa: è come – e so di toccare un argomento con lei molto sensibile – dire che quest'anno la Roma vincerà lo scudetto.

Pag. 19

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Ambrosio, per i suoi interventi sempre puntuali.

      EMANUELE SCAGLIUSI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, anch'io voglio specificare il mio pensiero.

      PRESIDENTE. Spero su un altro argomento. Grazie, la ringrazio di cuore, grazie.

      EMANUELE SCAGLIUSI. Riguarda il mio pensiero sull'emendamento Lombardi di ieri, in cui dicevo che il MoVimento 5 Stelle ha inserito per la prima volta in politica la figura del cittadino che fa politica volontariamente. Naturalmente intendevo dire volontariamente come servizio civile, nel senso che noi ci dimezziamo lo stipendio, restituiamo parte dell'indennità in un fondo per le piccole e medie imprese, quindi non miriamo a fare carriera come fanno i politici nei partiti tradizionali, ma siamo qui a fare un servizio ai cittadini italiani.

      ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, io ci tenevo ad intervenire. Ho detto una cosa sbagliata durante il mio intervento, perché quando parlavo del Consiglio superiore di Banca d'Italia, ho detto che il Consiglio superiore di Banca d'Italia era composto dall'assemblea degli azionisti: a dire il vero è l'assemblea degli azionisti che invece nomina i consiglieri del Consiglio superiore di Banca d'Italia.
      E perché specifico questo ? Specifico questo perché, caro Presidente, fino a quattro o cinque anni fa, se si parlava di signoraggio, se qualcuno usava il termine signoraggio, veniva tacciato come complottista. Oggi, per fortuna, anche la stessa..., ah è un errore.

      PRESIDENTE. Se è per insinuare, io non ho fatto nulla, se non usare il campanello, onorevole Villarosa.

      ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Spiegare questi fenomeni, che spesso vengono nascosti, e spiegarli in maniera sbagliata poi può dare adito a chi, invece, vuole coprirli a dire che si parla di argomenti complottisti. Quindi, chiedo alla Presidenza e a chi si occupa del resoconto stenografico...

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Villarosa, adesso sono stato io.

      MARTA GRANDE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARTA GRANDE. Signor Presidente, volevo specificare il mio intervento di ieri, avendo avuto solamente un minuto e non avendo potuto approfondire la questione rispetto all'emendamento Toninelli 2.4. L'emendamento del MoVimento 5 Stelle è particolarmente significativo, perché, in base al numero della popolazione che vive nelle varie regioni, vi è la possibilità di avere un certo numero di senatori, a differenza della proposta attuale, che vede un minimo comunque garantito per tutti. Relazionare il numero dei senatori alla popolazione ci sembra un elemento in più, che può sicuramente migliorare questa riforma.

      DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, ieri anche io non potevo esimermi dal giudicare la sentenza della Corte costituzionale. Non si può non dare la possibilità ai cittadini di esprimersi dinanzi a una raccolta firme di 500 mila persone che vogliono che la riforma Fornero venga Pag. 20abrogata, perché questa riforma ha creato gravi disagi sociali e ha creato una disoccupazione giovanile mai vista nella storia della Repubblica.
      Quindi, noi chiediamo che i membri della Commissione lavoro si esprimano anche loro, per dare un giudizio, perché, dinanzi a questa macelleria sociale, il Parlamento italiano dovrebbe veramente dare la priorità a questo. Infatti, le riforme costituzionali, come sanno tutti, non portano un posto di lavoro, ma portano esclusivamente la morte della democrazia.

      ROBERTA LOMBARDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, nel resoconto stenografico di ieri, dove citavo l'articolo 56 dei lavori della Costituente, non ho trovato quello che era il testo originale dell'articolo, che io, nel mio intervento, per brevità di tempi, avevo riassunto.
      Quindi, vorrei che venisse messa agli atti tutta la stesura dell'articolo 56 dei lavori della Costituente: «Sono eleggibili a senatori gli elettori, nati o domiciliati nella regione, che hanno compiuto trentacinque anni d'età, e sono o sono stati: decorati al valore nella guerra di liberazione del ’44-45, capi di formazioni regolari o partigiane con grado non inferiore a comandante di divisione; Presidenti della Repubblica, Ministri o Sottosegretari di Stato, Deputati all'Assemblea Costituente o alla Camera dei deputati, membri non dichiarati decaduti del disciolto Senato; membri per quattro anni complessivi di consigli regionali o comunali; professori ordinari di università e di istituti superiori, membri dell'Accademia dei Lincei e di corpi assimilati; magistrati e funzionari dello Stato e di altre pubbliche amministrazioni di gradi non inferiori o equiparati a quelli di consigliere di cassazione o direttore generale; membri elettivi per quattro anni di consigli superiori presso le amministrazioni centrali; di consigli di ordini professionali; di consigli di Camere di commercio...

      PRESIDENTE. Grazie.

      GIULIA SARTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIULIA SARTI. Signor Presidente, ieri, nel mio intervento, ho parlato dei potenziali e certi conflitti di interesse che esistono anche all'interno della maggioranza, del Partito Democratico. Volevo solo supportare la mia tesi sul fatto di partire, come base, dalla proposta del collega Fraccaro del MoVimento 5 Stelle.
      Dicevo che volevo supportare la mia tesi dicendo che, purtroppo, abbiamo anche oggi, qui, un caso che non può essere considerato conflitto di interessi e nemmeno causa di incompatibilità e di ineleggibilità, che è quello di Francantonio Genovese, tornato in carcere ieri, che continua a essere deputato della Repubblica, nonostante questa Camera, ovviamente, abbia decretato e abbia accettato la richiesta della procura di mandato di arresto...

      PRESIDENTE. Grazie.

      DANIELE FARINA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANIELE FARINA. Grazie, Presidente, ieri sono intervenuto in merito ad un articolo aggiuntivo del MoVimento 5 Stelle che tendeva ad escludere dalla eleggibilità alla Camera dei deputati, o meglio, da tutto il Parlamento italiano in realtà, vista la riforma per come si va concretizzando, di tutti i cittadini condannati ad un reato penale di qualsiasi entità e di qualunque natura. Ero intervenuto per spiegare le ragioni per cui Sinistra Ecologia Libertà non avrebbe votato quell'articolo aggiuntivo. Credo che si sia capito abbastanza bene il perché in quanto ho fatto un riferimento, ho citato un caso storico molto chiaro, è uno dei tanti che in realtà si potrebbero citare, che è quello di Pio La Torre. L'ho fatto attraverso le parole del figlio, Franco La Torre, che descrive l'attività Pag. 21del padre. Ora dove è il problema ? Il problema è che rileggendo il resoconto stenografico, a pagina 63, mi sono reso conto che le esigenze di tempo che noi sempre abbiamo qui, di tempi corti, avevano compresso la prospettiva storica in cui tutto questo è inserito. Allora, volevo precisare che in quegli anni i comunisti erano impegnati per l'effettiva applicazione dei decreti Gullo, che erano provvedimenti legislativi emanati dall'allora Ministro dell'agricoltura, figuratevi voi, del Governo Badoglio, quindi di molti anni prima, che garantivano ai contadini maggiori diritti e più terre da coltivare. Lo svuotamento delle norme operato dal successivo Ministro e l'opposizione dei proprietari terrieri alla loro applicazione, scatenò, soprattutto nel Meridione, la richiesta di una effettiva riforma agraria e un'ondata di proteste popolari che ebbero la loro concretizzazione nell'occupazione delle terre incolte da parte dei braccianti agricoli esasperati, in una reazione, altrettanto esasperata, da parte del Governo e nell'opposizione dura e intransigente dei proprietari terrieri che non esitarono a fare ricorso al braccio, allora armato, della mafia. Tra il marzo e l'aprile del 1948, quindi nel periodo immediatamente precedente a quello che io citavo, alla vigilia delle elezioni politiche, erano stati uccisi vari segretari delle camere del lavoro nel palermitano, tra cui Placido Rizzotto a Corleone, Calogero Cangelosi a Camporeale ed Epifanio Leonardo a Petralia. Pio La Torre, nel luglio del 1949, è in quel momento membro del consiglio federale del Partito Comunista Italiano che dà inizio ufficiale all'occupazione delle terre, lanciando lo slogan »la terra a tutti”. La pretesta prevedeva il censimento delle terre giudicate incolte o mal coltivate e l'assegnazione in parti uguali a tutti i braccianti che ne avessero bisogno. Parallelamente partì anche la campagna per la raccolta del grano che sarebbe servito per seminare le terre occupate. Il 23 ottobre del 1949 fu organizzato il primo festival provinciale dell’Unità a Palermo, al Giardino inglese, per sensibilizzare l'opinione pubblica alla protesta. Il clima di festa fu, però, presto interrotto dalle notizie che giunsero pochi giorni dopo, il 29 ottobre, dalla Calabria, da Melissa per la precisione, dove le proteste dei contadini erano sfociate in tragedia con l'uccisione da parte delle forze dell'ordine di tre persone, tra cui un bambino e una donna e il ferimento di altri quindici, oltre a numerosi arresti. Quella strage convinse i dirigenti del PCI palermitano ad anticipare la data dell'occupazione delle terre, fissandola per il 13 novembre successivo.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      DANIELE FARINA. Quindi arriviamo alla mattina di quella domenica, del 13 novembre 1949, in cui i contadini di Corleone, Campofiorito, Contessa Entellina, Castellana Sicula e Polizzi, alcune borgate di Petralia Soprana e Petralia Sottana, in tutto 12 paesi in provincia di Palermo sulle Madonne, si erano erano dati appuntamento a Corleone e da lì, in una serie di cortei, si snodarono per le campagne circostanti dove avrebbero occupato e preso possesso di tutte le terre censite come incolte e mal coltivate. Diverse migliaia di persone si misero in marcia all'alba verso i feudi. Ed ecco che giungiamo esattamente alla descrizione presente nel resoconto stenografico.
      Ho voluto fare questa breve digressione storica, perché se no non si capisce la complessità di ciò che lega la giustizia penale e la giustizia sociale e perché quell'articolo aggiuntivo, così formulato, non poteva essere votato da Sinistra Ecologia Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, purtroppo, in un minuto, cercare di chiarire il pensiero di alcuni interventi fatti ieri sarà dura. Provo a farlo sulla parte della proposta emendativa, che aveva proposto il collega Scotto, sul conflitto di interessi e l'incandidabilità di chi detenesse Pag. 22delle aziende riconducibili comunque al futuro deputato o al probabile deputato. In qualche modo, ho riportato delle chiare situazioni che si stanno verificando all'interno di questa Aula del Parlamento. Visto che i tempi sono stretti, mi scuso con i soggetti che, pur avendo dei casi di conflitto di interessi ben chiari, non ho potuto citare per ragioni di tempo.

      ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, vorrei rettificare un passaggio. Quando definivo «ad uso e consumo della maggioranza» questa configurazione istituzionale, volevo intendere non per consumo alimentare – una metafora quella –, ma che la maggioranza, attraverso la sua forza attuale, configura un assetto istituzionale, grazie anche ad una legge elettorale che, appunto le dà nutrimento, un nutrimento futuro assicurato. Ma anche questo comunque è sempre in senso metaforico.
      La maggioranza, dunque, non garantisce il pluralismo e il principio di rappresentatività e usa l'attuale equilibrio per «attovagliarsi» – sempre in senso figurato – alla successiva fase politica, con equilibri e meccanismi per esclusivo proprio tornaconto e non per il rispetto della sovranità popolare, che citavo concludendo l'intervento.

      PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      PAOLO BERNINI. Signor Presidente, ieri nel mio intervento non sono riuscito a spiegare abbastanza bene il rapporto di cui parlavo, redatto dalla JP Morgan, e vorrei un attimo integrarlo. Questo rapporto è stato molto criticato, perché la JP Morgan è l'autrice della crisi dei subprime del 2008, tanto che nel 2012 fu denunciata dal Governo federale americano, perché ritenuta responsabile della crisi, con perdite che ammontano a 22,5 miliardi di dollari, che hanno provocato la disoccupazione di 7 milioni di persone negli Stati Uniti.
      Inoltre JP Morgan ha pagato un risarcimento al Governo statunitense e agli investitori per avere manipolato il mercato energetico in California nel Midwest tra il 2010 e il 2011, spacciando centrali elettriche in perdita per incredibili fonti di profitto. La banca JP Morgan patteggia e risarcisce con 13 miliardi di euro la truffa dei mutui subprime.

      GIOVANNI PAGLIA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, leggevo, a pagina 120 del resoconto stenografico, che ieri io avrei definito il nuovo Senato «una Camera assurda». Riflettendo sull'etimologia del termine «assurdo», in cui ab, come sappiamo, indica allontanamento e sardus in qualche modo il retto parlare, risulta l'allontanamento da una cosa fatta in modo corretto, e riflettendo anche su quello che sappiamo del teatro dell'assurdo, un teatro in cui va a saltare completamente il nesso della trama e i dialoghi si svolgono all'esterno di qualsiasi collegamento l'uno con l'altro, vengo a pensare che avrei definito quindi il Senato, questo tipo di Senato, una cosa incoerente con una trama ordinata, pensata dalla maggioranza per tutto il resto della riforma costituzionale. Invece, probabilmente non è così. C’è un ordine e forse è l'ordine ad avere una qualche assurdità o forse parte delle motivazioni con cui viene spiegato sono assurde. Ma lo scasso complessivo della Costituzione repubblicana, che questa riforma ha nella sua...

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paglia.

      TATIANA BASILIO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 23

      TATIANA BASILIO. Signor Presidente, nel mio intervento di ieri non ho specificato l'importanza dell'elezione del Senato a suffragio universale e, appunto, il nostro emendamento. Uno dei motivi, per cui noi gradiremmo che il Senato rimanesse eletto dai cittadini, è proprio la proclamazione dello stato di guerra, argomento trattato nella mia Commissione di competenza: la proclamazione dello stato di guerra, purtroppo, secondo la nuova riforma costituzionale, verrà quindi decisa solo da una Camera.
      E calcolando anche la nuova legge elettorale, che, a quanto pare, sarà approvata al Senato e poi ritornerà alla Camera, un esiguo numero di parlamentari potrà dichiarare lo stato di guerra nel nostro Paese. Questa è una decisione che non può essere sostenibile, in quanto il Senato deve essere eletto dai cittadini. Quindi, anche la dichiarazione dello stato di guerra – atto molto grave per una nazione libera come l'Italia – deve rimanere...

      PRESIDENTE. Grazie.

      FEDERICA DAGA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      FEDERICA DAGA. Signor Presidente, io volevo sottolineare una cosa. Ieri parlavo del cadere nella trappola della ruota del criceto. Non è proprio spiegato bene. Non è che si tratti proprio di una trappola, semplicemente è una situazione nella quale ci troviamo ormai da molto tempo, direi da una ventina di anni, e che è voluta da questo sistema un po’ lobbistico, un po’ gestito dai burattinai, il cui unico scopo è poi quello di affossare l'attività parlamentare. Questo tipo di attività è diretta, poi, a un altro tipo di obiettivo, che è quello di non far più legiferare il Parlamento e gestire direttamente le cose da un'altra parte.

      PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale, con le osservazioni svolte, si intende approvato.

      (È approvato).

Missioni.

      PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Bindi, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Caparini, D'Alia, De Girolamo, Di Lello, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
      I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

      Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pag. 24Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499) (ore 10,33).

      PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, n.  2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di legge costituzionale nn.  8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499.
      Ricordo che nella seduta di ieri è stato, da ultimo, respinto l'emendamento Bianconi 2.9.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,35).

      PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
      Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,55.

      La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 10,55.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 – A.C. 2613-A)

      PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
      Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Parisi 2.802 e 2.803.
      Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 2.7.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente, annuncio il voto contrario di Forza Italia a questo emendamento. Come ho già ho ricordato in altri interventi, Forza Italia è convinta di portare avanti il processo di riforme istituzionali che abbiamo iniziato moltissimi anni fa. Voglio ricordare la riforma del 2005 e la riforma istituzionale approvata solo al Senato nel 2012.
      La nostra linea politica è una linea molto chiara: siamo favorevoli al processo di ammodernamento del Paese; siamo favorevoli ad una trasformazione del nostro sistema istituzionale in un sistema istituzionale di tipo monocamerale partecipato, superando quello che è l'attuale bicameralismo perfetto, che, sappiamo tutti, alla luce della lettura dei dibattiti dell'Assemblea costituente, fu frutto di un «alto» compromesso. Ora è tempo di dare al Paese un ammodernamento istituzionale...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Centemero, siamo all'inizio della giornata e Pag. 25dobbiamo sintonizzarci. Il banco del Governo deve essere lasciato libero, grazie. Prego, onorevole Centemero.

      ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Stavo appunto dicendo che è ora di ammodernare il Paese. Questo è un passo in avanti, che può presentare degli aspetti non sempre perfetti, ma è comunque un passo in avanti. È un passo in avanti che definisce e delinea in modo chiaro la differenza delle funzioni e nei ruoli tra la Camera e il Senato. Il Senato è rappresentativo di quelle che sono le autonomie locali, quindi gli enti che costituiscono a livello locale la nostra Repubblica, le regioni e i comuni, e da qui ne deriva la rappresentatività di secondo livello. Non un'elezione diretta, quindi, ma una rappresentatività di secondo livello, che è volta a costituire una sorta di Camera di compensazione. Una Camera di compensazione che non sostituisce certo la Conferenza Stato-regioni, perché è una Camera più ampia, ma che comunque ha una funzione molto importante, avendo una funzione di raccordo tra lo Stato, tra la Repubblica, tra la Camera che fa le leggi, che ha un rapporto diretto e fiduciario rispetto al Governo, e quelle che sono le regioni, che noi stessi sappiamo essere chiamate a legiferare.
      Credo, quindi, che questo sia un passo in avanti molto importante. Il numero dei senatori risponde anche all'esigenza di ridurre il numero di persone impegnate nell'attività politica ed è sufficientemente rappresentativo dei territori. Per questo, Forza Italia andrà avanti in modo convinto nel processo di riforma istituzionale e annuncio il voto contrario a questo emendamento.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Presidente, vorrei far notare alla collega che poco fa ha parlato che l'emendamento Bianconi 2.7 era cofirmato da lei e, quindi, in qualche modo, nonostante abbia ritirato la firma, debba magari dare una spiegazione diversa a quest'Aula del fatto che è contenta che comunque qualcosa si smuova e che la riforma vada avanti. Infatti, se credeva in quello che aveva firmato, non è che il ritiro della firma in Aula in qualche modo non porti la collega a dover spiegare come mai a quel punto invece aveva apposto la sua firma a quell'emendamento. Se c’è qualcosa, quindi, da rettificare, magari nella dichiarazione di voto, varrebbe la pena di specificare quali siano le motivazioni che la spingono a ritrattare su delle convinzioni che aveva espresso all'interno dell'emendamento. Ovviamente, la logicità non fa parte penso dell'intervento che mi ha preceduto.

      PRESIDENTE. Onorevole Crippa, l'onorevole Centemero ha ritirato la firma. Onorevole Centemero, non le posso dare la parola, è già intervenuta.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.7, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Colleghi, vi pregherei di affrettarvi, è il primo voto ma è mattinata avanzata. Giancarlo Giordano, Brunetta, Gasparini...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     446            
            Maggioranza     224            
                Hanno votato     102                
                Hanno votato no     344.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Cimbro e Francesco Sanna hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 2.6.Pag. 26
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente, annuncio il voto contrario di Forza Italia a questo emendamento. Le ragioni le ho già spiegate prima. Vorrei dire che agli emendamenti 2.7, 2.8 e 2.13, per un errore materiale è stata apposta la mia firma. Quindi io l'ho ritirata, motivando che si tratta di un errore materiale e vorrei che rimanesse agli atti.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.6, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Mantero, Greco, Malisani, Ferranti, Laffranco, Mazziotti Di Celso...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:
            Presenti e votanti     458            
            Maggioranza     230            
                Hanno votato     112                
                Hanno votato no     346.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Cimbro e Francesco Sanna hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 2.203.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

      GIUSEPPE CIVATI. Nel presentare questo emendamento, vorrei far riferimento – se l'Aula ha qualche interesse per l'argomento – al tema della rappresentanza, un tema che non deve essere mai banalizzato e che francamente mi fa dire di non essere d'accordo con chi ieri ha festeggiato la decisione della Corte costituzionale rispetto al referendum sulla legge Fornero. Penso che debba dispiacere a tutti, ma a me dispiace quando i cittadini non si possono esprimere, al di là del merito delle richieste e delle proposte avanzate.
      In questo caso si tratta di una riforma che, per rimanere in argomento, riduce la rappresentanza, la riduce rispetto ad un tema che supera, e in questo senso potrei dire: «Dio mi perdoni», anche il patto del Nazareno; il problema della rappresentanza è un problema che riguarda tutte le democrazie liberali, non riguarda solo il nostro sistema politico. Allenta il rapporto tra i cittadini e gli eletti e, in combinato con il disegno di legge elettorale che è in discussione al Senato, secondo me questo problema aumenta e non si riduce. Quindi, l'emendamento, come altri presentati nell'ambito di questa discussione e di queste votazioni, è volto proprio ad affermare un principio che è altrettanto importante rispetto a quella che è diventata un'ossessione per tutti noi, quella della governabilità. Insisto in dissenso con il mio gruppo perché credo che, sulla Costituzione e su questo argomento, dobbiamo essere molto chiari e molto precisi.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 2.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Busto... Catania...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     468            
            Votanti     467            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     234            
                Hanno votato     111                
                Hanno votato no     356.                

Pag. 27

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Cimbro e Francesco Sanna hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 2.8.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per annunciare il voto contrario di Forza Italia su questo emendamento. Le motivazioni sono già state dette in precedenza. Voglio aggiungere anche una cosa rispetto all'osservazione che mi è stata fatta prima sulla mia firma. Infatti sugli emendamenti appare la mia firma: è un errore materiale, abbiamo verificato con il gruppo. Nell'emendamento depositato in aula non risulta, io non l'ho firmato e non risulta affatto la mia firma quindi si tratta di un errore materiale. Riaffermo il voto contrario di Forza Italia ed il sostegno convinto di Forza Italia alle riforme istituzionali.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

      DANIELE CAPEZZONE. L'onorevole Centemero conosce la mia stima e il mio rispetto personale nei suoi confronti. Capisco il ruolo che ciascuno sceglie di giocare, però trovo francamente molto grave, da un punto di vista del rispetto personale e parlamentare, che si intervenga in questo modo per bruciare cinque minuti persino sugli emendamenti presentati da altri colleghi del proprio partito. Credo che questo sia veramente un comportamento che non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà). Comprendo il ruolo di ciascuno però siamo tutte persone adulte e occorre guardarsi negli occhi e rispettarsi: che non sia nemmeno consentito per cinque minuti ai presentatori di un emendamento di poterlo illustrare, per poter consentire ai colleghi di poter votare a favore o contro, di poterlo bocciare o approvare, è francamente al di fuori di ogni galateo politico, parlamentare e personale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

      MAURIZIO BIANCONI. Questa è la prova provata di quanto dicevo ieri sulle scuse che avevo fatto al collega del MoVimento 5 Stelle. In questo partito e in questo gruppo la democrazia è questa: mettere un cerotto alla bocca di chi non la pensa come il padrone del vapore. E allora io dico che non la penso né come il padrone del vapore né come quelli che gli stanno al servizio perché questo si tratta di servizio a spese della propria faccia personale. È una vergogna che l'Italia subirà per un altro po’ di anni, visto il cambio di maggioranza e visto che parte di questo partito ormai è «forza Renzi» in maniera vistosa, autoritaria e dispotica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e di deputati della Lega Nord e Autonomie).

      ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, sempre ai sensi del Regolamento. Come si risolve...

      PRESIDENTE. Come «sempre ai sensi del Regolamento» ? Siamo sull'emendamento, quindi...

      ARCANGELO SANNICANDRO. Si sì, volevo dire... sto parlando in generale.

Pag. 28

      PRESIDENTE. Bene, grazie.

      ARCANGELO SANNICANDRO. Intervengo ancora una volta come ieri sul Regolamento.
      Il Regolamento come risolve questa questione ? Faccio presente che lei, intanto, generosamente – lei e la Presidenza –, sta consentendo di parlare ai singoli deputati, utilizzando l'articolo 85, settimo comma, laddove, invece, il riparto dei tempi assegnava ai singoli parlamentari, indipendentemente da quello che dice il capogruppo, tredici ore.

      PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, abbiamo affrontato ripetutamente questa questione e l'abbiamo anche risolta. Dopo, se vuole, interviene sul merito dell'emendamento. È l'ennesima volta che pone lo stesso tema: è risolto dal Regolamento, è risolto dalla prassi, è risolto da quanto ancora ieri ha deciso la Presidente della Camera, su cui non mi pare il caso di tornare.

      ARCANGELO SANNICANDRO. Mi fa finire un attimo ?

      PRESIDENTE. Sì, però la prego di concludere, onorevole Sannicandro.

      ARCANGELO SANNICANDRO. Ci rendiamo conto che c’è questo problema o no ? E il Regolamento lo risolve non facendo parlare ? Ma è normale ?

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro, il Regolamento lo risolve nel senso che, a nome del gruppo, parla un rappresentante della maggioranza del gruppo – onorevole Sannicandro, le sto rispondendo, non apra un dibattito – e, a titolo personale, parlano coloro che dissentono. Ovviamente, è nell'ambito delle decisioni del gruppo stabilire se fare in modo che possano parlare di più coloro che dissentono.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

      MARA MUCCI. Grazie, Presidente, l'emendamento dell'onorevole Bianconi dice che il Senato della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto e che il numero dei senatori elettivi è di duecento. La bontà di questo emendamento, che noi condividiamo, sta nel fatto di prevedere un numero di senatori – duecento – eletti direttamente dal popolo italiano. Questo di per sé, chiaramente, dà qualche garanzia in più che i cittadini eletti siano scelti anche per qualità e per merito.
      Io credo che, al contrario di quello che dice l'onorevole Centemero, invece, ridurre il numero dei parlamentari che fanno politica, di per sé, non sia garanzia di bontà nell'azione parlamentare, in quanto, comunque, le persone che verranno scelte per ricopre il ruolo di senatori avranno già un altro lavoro. È stato detto da qualcuno che sarà un dopolavoro quello del Senato e, invece, purtroppo, per me non è un dopolavoro, piuttosto un compito in più per persone che già hanno un compito da ricoprire di notevole importanza, come può essere sindaci o rappresentati delle regioni.
      L'efficienza dell'azione parlamentare non può essere determinata dal numero di provvedimenti che vengono emanati, ma dalla bontà dei provvedimenti stessi. Ed è indubbio che un'azione, che noi vediamo costantemente, che aumenta il numero di decretazioni e di provvedimenti che vengono emanati, non è di per sé garanzia di bontà, in quanto tutto ciò che viene fatto deve essere costantemente rivisto. È questo il problema principale: la qualità delle persone che ricoprono un ruolo di deputati e di senatori dipende dalle persone che vengono scelte. Questa è un'analisi che deve essere principalmente alla base di un dibattito che è interno alle forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco Ne ha facoltà.

      PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente ovviamente intervengo in dissenso Pag. 29nel senso che, avendo sottoscritto l'emendamento del collega Bianconi, lo voterò. Voglio rassicurare lui e il collega Capezzone di non prendersela troppo, perché questi sono i rischi che si corrono con le liste bloccate, ed è per questo che io sono a favore delle preferenze.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

      STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente, l'onorevole Centemero dovrebbe darci qualche risposta, anziché cercare di convincere se stessa della bontà di questa riforma con ogni intervento ripetuto, sempre uguale. Anche perché, all'articolo 1, abbiamo visto che questo Senato non ha alcuna funzione esclusiva e nessuno ci ha ancora detto il contrario. Sull'articolo 2, abbiamo visto che la composizione di questo Senato è estremamente pasticciata e abbiamo visto anche come questa riduzione di parlamentari disomogenea finirà o per paralizzare i lavori delle due Camere o per rendere impossibile per i senatori svolgere il ruolo di controllo del lavoro della Camera. Quindi, cosa ci sia di innovativo in tutto questo vorrei che qualcuno ce lo spiegasse. A me sembra solo un pasticcio, un enorme pasticcio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Latronico. Ne ha facoltà.

      COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, intervengo in dissenso anch'io per dire che questo è un tema rilevante, abbiamo provato a dirlo più volte.
      Noi questo monocameralismo non lo vediamo, perché le Camere restano due, peraltro, concorrono alla revisione della Costituzione, all'elezione degli organi di garanzia. E la costituzione di questa Camera, cioè del Senato o quello che resta con le sue funzioni, è affidata ai consigli regionali. Io vi prego di leggere le cronache di queste ore, per l'elezione dei consiglieri che dovranno fare i grandi elettori, e cosa sta succedendo. Questa è la geografia di una rappresentanza assolutamente incerta rispetto all'orientamento politico del Paese. Queste sono le ragioni per cui voterò questo emendamento.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      De Mita, Tancredi, Simone Valente, Coppola, Dellai, Ferranti, Greco...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     487            
            Votanti     483            
            Astenuti         4            
            Maggioranza     242            
                Hanno votato     124                
                Hanno votato no     359.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Cimbro e Francesco Sanna hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

      Passiamo all'emendamento Toninelli 2.10.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

      CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, preannuncio il voto contrario della Lega Nord su questo emendamento.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, spero che il tempo sia partito da Pag. 30quando ho cominciato a parlare. Noi siamo contrari a questo emendamento, non per quanto riguarda la prima parte che, appunto, riprevede l'elezione direttamente dai cittadini dei senatori, ma in quanto, nella seconda parte, si fa ancora riferimento alla nomina, da parte del Presidente della Repubblica, di cinque senatori. Noi riteniamo totalmente antistorica una figura ossia dare la possibilità al Presidente della Repubblica di nominare cinque senatori, soprattutto in un Senato come quello che sta venendo fuori, che è un Senato, per quanto riguarda la riforma, non per quanto riguarda l'emendamento dei 5 Stelle, che dovrebbe rappresentare le Regioni e i territori. Se si vuole veramente dare dei meriti a persone che hanno avuto un grande profilo politico, culturale ed economico in questo Stato, si possono trovare altre forme, ma non quella di trasformarle in senatori senza il voto popolare.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

      STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, l'emendamento in questione ripropone una situazione anacronistica della nostra Repubblica che era già stata modificata e cancellata, perciò esprimiamo una posizione assolutamente contraria all'introduzione dei cosiddetti senatori a vita, che poi così non sono perché l'emendamento specifica che sono senatori aggiuntivi non eletti, non che gli altri siano eletti direttamente, ma troviamo ancora più spiacevole dover rivedere una situazione, come si è già visto in altri enti, su eletti di terzo livello. Perciò la nostra posizione è totalmente negativa.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon.  Ne ha facoltà.

      ROBERTO CAON. Grazie Presidente, nominare dei senatori a vita in questo momento poi non è che sia la cosa più bella, perché, parlando con le persone, si capisce che queste nomine non piacciono più. Perciò, la volontà del popolo è quella di far sì che vi siano degli eletti in questa Camera, al Senato, senza che poi si possa ammettere la possibilità che il Presidente della Repubblica possa nominare ed anche falsare qualche bilanciamento che, magari, c'era prima tramite le votazioni che sono state fatte.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

      MARCO RONDINI. Presidente, come preannunciato anche dal collega Bragantini, noi siamo contrari solamente alla seconda parte di questo emendamento. Riteniamo che questa scelta sia sicuramente antistorica e non vada nella direzione che avrebbe dovuto consolidare questa riforma costituzionale, cioè la creazione di un Senato delle autonomie e dei territori. Quindi, all'interno di quel contesto, facciamo fatica a comprendere per quale motivo debbano starci ancora dei senatori nominati dal Presidente della Repubblica.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

      PAOLO GRIMOLDI. Presidente, leggendo i giornali, vedo che il Presidente del Consiglio dice che modernizzerà il Paese. Se c’è una cosa sulla quale penso siamo tutti d'accordo è che questo sistema delle nomine dei senatori a vita – a vita ! Per sempre ! A vita ! – è quanto meno antiquato. Noi dovremmo porci questo problema e cercare di capire come modernizzare questo Paese e cercare di confrontarci in modo serio. Invece, mi sembra che la maggioranza si sia arroccata nel difendere un testo senza volersi confrontare e senza minimamente cercare di capire quali possano essere le istanze per migliorare il testo costituzionale e modernizzare veramente il Paese, perché c’è sempre questa risposta da parte della maggioranza: abbiamo deciso così, va bene così, Pag. 31non cambiamo più il testo e facciamo come diciamo noi. Questo, dal nostro punto di vista, non va bene.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Presidente, intervengo per spiegare questo emendamento e per controbattere alle contestazioni che ho appena sentito relativamente ai senatori nominati dal Presidente della Repubblica. La prima parte riguarda l'elettività diretta dei senatori da parte dei cittadini ed il fatto che ci siano cinque senatori nominati per cinque anni, quindi per la durata della legislatura. Noi siamo totalmente e politicamente contro la presenza di senatori a vita o senatori di qualsivoglia natura nominati dal Presidente dalla Repubblica. Ciò lo si è visto e lo si vedrà dagli emendamenti che più avanti esamineremo. Ci ricordiamo anche una cosa: tra poco esamineremo l'emendamento a prima firma Rosato, il numero 2.202, che ristabilisce lo status quo, ovvero il testo che ci perviene dal Senato, dove i cento erano costituiti da novantacinque amministratori locali più cinque nominati dal Presidente della Repubblica, che in realtà non sono i senatori a vita, perché i cosiddetti ex senatori a vita li troveremo all'articolo 3. Sono altri cinque senatori che il signor Presidente della Repubblica inserirà nei cento e non oltre i cento. Sapendo che, ahimè, questa schifezza di emendamento sarà approvato tra poco, cosa abbiamo fatto ? Per senso di responsabilità abbiamo cercato quantomeno di ottenerne un miglioramento e abbiamo detto: sì, cinque senatori nominati dal Presidente della Repubblica, peccato non direttamente ma su proposta dei senatori stessi. Così quantomeno diamo un po’ più di pluralismo e un po’ meno di indirizzo esclusivo al Presidente della Repubblica con cinque persone che risponderebbero esclusivamente a lui. La ringrazio e spero di essermi spiegato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Toninelli. Mi consenta di dirle che l'espressione «tra poco» è una visione ottimistica della situazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

      ROBERTO SIMONETTI. Presidente, l'istituzione dei senatori a vita o comunque di senatori di nomina presidenziale ha comunque nel suo trascorso un fatto politico che è del tutto antidemocratico e grave, cioè quello della nomina a senatore a vita – questo sì – del professor Monti, a cui seguì la nomina a Presidente del Consiglio. Se questo è il viatico della nomina presidenziale dei senatori, per far sì che persone non elette dal popolo possano antidemocraticamente rappresentarli, è un punto sul quale non possiamo più transigere.
      Già abbiamo dovuto subire questo affronto democratico tre anni fa, poi le urne stanno comunque definendo il valore politico del partito che il professor Monti ha voluto...

      PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simonetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bruno. Ne ha facoltà.

      FRANCO BRUNO. Signor Presidente, per dire che voterò contro questo emendamento. Guardate, insomma, lo dico con grande tranquillità, io credo che un Parlamento sostanzialmente di nominati, e di nominati da segreterie di partiti e movimenti, per quanti meriti ci possano essere, se ci sono cinque cittadini che hanno dato lustro alla patria per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario, nominati dal Presidente della Repubblica, secondo me aiuta l'avvicendamento delle istituzioni ai cittadini normali, a tutti i cittadini.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

      NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, io credo che ad una soluzione di buon Pag. 32senso adottata dal Senato si contrappone invece una decisione che rischierebbe di essere assolutamente irrazionale da parte della Camera, nel momento in cui dovesse reintrodurre la nomina da parte del Presidente della Repubblica di cinque senatori, che abbiamo capito che non sono a vita, ma che si porrebbero in disaccordo rispetto alla finalità e alla natura del Senato che noi andiamo a prevedere, ovvero un Senato rappresentativo delle autonomie locali e delle istanze locali. Io credo che a questa reintroduzione, che appare assolutamente non conveniente e non convenzionale, il Partito Democratico debba spiegare ai cittadini italiani la ratio di questa decisione nel momento in cui dovesse diventare realtà, ovvero reintrodurre cinque senatori di nomina presidenziale.

      PRESIDENTE. Concluda.

      NICOLA MOLTENI. Il popolo credo che voglia sapere e voglia capire.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.10, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia e Libertà e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Piepoli, Meloni, Tancredi, Grillo, Terzoni, Amoddio, Toninelli, Lorenzin, L'Abbate...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     479            
            Votanti     477            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     239            
                Hanno votato       98                
                Hanno votato no     379.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Aiello, Covello e Carbone hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 2.11.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Signor Presidente, in questo emendamento indichiamo qual è la nostra posizione di rettifica di una scelta sbagliata, scellerata tecnicamente e razionalmente fatta dal Governo. Prima di tutto ribadiamo, ridiciamolo perché è fondamentale, i cittadini di ciascuna Regione eleggono direttamente i propri senatori. Ripeto, i cittadini di ciascuna Regione eleggono direttamente i propri senatori.
      Non più politici che eleggono politici, ma cittadini che eleggono i propri rappresentanti che vengono a Roma e, non solo rappresentano i cittadini della regione da cui provengono, ma rappresentano anche gli interessi del governo della Regione da cui provengono. Questo può essere evidentemente e razionalmente un passo in avanti verso un Senato delle autonomie e non un Senato che avete chiamato «della Repubblica», che dice di rappresentare le istituzioni, ma che in realtà rappresenta la partitocrazia locale.
      Poi, mi lasci la possibilità di parlare – e lo farò anche in altre occasioni – del fatto che viene riconosciuto ai consiglieri regionali il potere di nominare – e sottolineo «nominare» – e non di eleggere perché un'elezione di secondo grado non è un'elezione ma è una nomina perché, se un consigliere sceglie un altro consigliere, significa che si scelgono tra di loro. Un politico che sceglie un politico non è un politico che elegge o un cittadino che elegge un rappresentante, ma è la casta che nomina un membro della casta che viene a Roma a rappresentarla.
      Ebbene, Presidente, questa scelta il Governo l'ha fatta quando ? Quando, in un Pag. 33contesto istituzionale come quello italiano, dei 1.100 consiglieri regionali italiani, 521 hanno subito un avviso di garanzia e, di questi 521, 300 sono stati rinviati a giudizio.
      Poi, io spero che il mio gruppo – anzi lo faremo certamente – indicherà nome e cognome di tutti quei consiglieri e presidenti di Regione che probabilmente arriveranno qui a Roma a fare i senatori e che hanno sulle spalle «signore» accuse di corruzione, se non addirittura condanne di primo grado di corruzione.
      Quindi, diciamolo chiaramente ai cittadini che ci ascoltano: voi date la possibilità alla casta dei consiglieri regionali, corrotta, corrotta, corrotta con le imprese corrotte di venire a Roma a rappresentare non i cittadini, non le regioni, ma la loro corruzione e le loro clientele locali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Siccome noto una certa affluenza ai banchi del Governo da parte di Ministri e di sottosegretari e ieri sera ho avuto modo di sottoporre un quesito a questa Assemblea e innanzitutto ai membri del Governo, mi domando se qualche Ministro – ci basterebbe anche qualche sottosegretario – ci può spiegare se è cambiata la maggioranza di Governo e già siamo entrati nel Governo «Renzi-bis».

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo e, con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Coppola, Pesco, Brescia...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     476            
            Votanti     475            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     238            
                Hanno votato     112                
                Hanno votato no     363.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Rosato, Aiello, Covello e Bray hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Ravetto, Carrozza...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     476            
            Votanti     475            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     238            
                Hanno votato     119                
                Hanno votato no     356.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Fragomeli, Covello e Aiello hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

Pag. 34

      In attesa che votiamo, scusi onorevole Centemero. Temo che il Presidente abbia commesso un errore sul fatto che lei ha chiesto di parlare anche su tutti gli altri emendamenti. Le devo comunque la parola su tutti gli altri emendamenti ? Bene ! Hanno votato tutti ? No. Paola Bragantini, Bonafede, ha votato; Paola Bragantini ha votato. Altri ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     485            
            Votanti     484            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     243            
                Hanno votato     118                
                Hanno votato no     366.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 2.15.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Presidente, intervengo per preannunziare il voto contrario di Forza Italia su questo emendamento.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Greco, Frusone, Grande. Altri che non riescono a votare ? Dellai. Ci siamo ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     481            
            Votanti     480            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     241            
                Hanno votato     112                
                Hanno votato no     368.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Fossati e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario e la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 2.13.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

      DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente. Intervengo per una riflessione politica di carattere generale sul punto in cui ci troviamo. Io desidero ripartire da dove si è fermato ieri sera il collega Palese, che ha svolto, nella parte finale della seduta, un intervento, a mio avviso, molto razionale ed appassionato, sul quale spero possano riflettere, con animo sereno, tutti, quale che sia la propria appartenenza politica, di maggioranza o di opposizione, quale che sia il dibattito interno ai maggiori partiti, perché, non dimentichiamolo, noi siamo qui eletti dai cittadini, in base a questa legge elettorale, per la verità tutti più nominati che eletti, ma siamo eletti dai cittadini per cambiare la Costituzione, per fare una cosa alta ed importante.
      Cosa vi ha detto ieri sera l'onorevole Palese e cosa cerchiamo di dirvi, come possiamo da tanti giorni, tanti di noi, io stesso, il collega Bianconi, il collega Laffranco, e tanti altri colleghi che sono intervenuti, credo, con uno spirito sincero e positivo ? State attenti, perché questo Senato è un mostro. Mentre si racconta all'opinione pubblica una cosa bella e desiderabile, cioè il superamento del bicameralismo paritario, in realtà si mette in piedi una scatola dai contenuti ambigui, che rischierà di essere una contro-Camera, una Camera di contrapposizione alla Camera dei deputati, alla maggioranza politica.Pag. 35
      Facciamo uno scenario semplice, colleghi. Se la prossima volta, con questa riforma e insieme con la legge elettorale, vince le elezioni, diciamo, il centrodestra e ottiene la maggioranza politica, è fatale che al Senato vi saranno soprattutto delegati regionali di altra appartenenza politica, i quali, facendo tesoro del perimetro un po’ vago delle funzioni del Senato, che faranno ? Si ergeranno a contro-Camera che sui punti decisivi cercherà di fare interdizione sulla maggioranza.
      Veniamo al secondo scenario: vince le elezioni il centrosinistra, che ottiene, magari, una limpida e ampia maggioranza alla Camera. Al Senato ci sarà sì una maggioranza anche di centrosinistra, ma sarà di delegati regionali, con i loro interessi, con la tutela dello status quo. Qualora anche il Governo centrale fosse coraggioso e magari, in sede di leggi di spesa e di bilancio, disponesse tagli, misure coraggiose, che farebbero quegli altri ? La «lega del blocco» ! E proprio perché voi attribuite poteri...
      E proprio perché voi attribuite poteri importanti anche sulle leggi di bilancio e di spesa, quella diventa la contro-Camera della interdizione, del controcanto, del negoziato. E che fa poi a quel punto il Governo ? Magari cede, e cede rialzando la spesa pubblica, cede facendo concessioni. È per questo che la nostra opzione principale è un'altra, quella che voi avete purtroppo bocciato, cioè l'abolizione secca del Senato: abolirlo per davvero ! Visto che avete detto no, questo emendamento prevede la seconda opzione, che a noi non entusiasma, ma almeno è un elementare principio democratico: se volete mettere in piedi questo Senato, e noi non siamo d'accordo, almeno che sia un Senato elettivo. Altrimenti si ripete quello che avete fatto con le province, che le tenete in piedi e l'unica cosa che è stata abolita sono le elezioni.
      Allora, io lo dico l'altro giorno, abbiamo un Presidente del Consiglio che ha tante doti personali, e pensa molto alla comunicazione. Ma oltre alla comunicazione c’è la realtà; e quando i cittadini scopriranno che la realtà è diversa rispetto a quella che gli è stata comunicata e venduta, è già successo, poi scattano le delusioni, le disillusioni, è un boomerang ! Allora, colleghi, siamo e siete tutti, siamo tutti e siete tutti, siamo indegnamente costituenti, ma siamo costituenti.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      DANIELE CAPEZZONE. Per ognuno di noi si ricorderà tra qualche anno – concludo, Presidente – come avremmo votato su queste cose decisive. Allora non assumiamoci responsabilità: chiedo di votare a favore di questo emendamento, ma chiedo soprattutto una riflessione politica generale su dove stiamo andando.

      ELENA CENTEMERO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire che in calce a questo emendamento sul testo compare la mia firma: la mia firma compare per un errore materiale. È stata fatta la verifica degli emendamenti depositati, e negli emendamenti depositati non c’è assolutamente la mia firma.

      PRESIDENTE. Per chiarire fino in fondo, onorevole Centemero, l'errore materiale non è da parte degli uffici, ma è da parte di chi ha trasmesso l'emendamento.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Greco, Fanucci, Molea...
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 36
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     480            
            Votanti     479            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     240            
                Hanno votato     133                
                Hanno votato no     346.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Carfagna ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori, perché credo che una precisazione sia d'obbligo. Su quanto annunciato poco fa dalla collega Centemero, vorrei però avere delle rassicurazioni su lavoro degli uffici, nel senso che...

      PRESIDENTE. No, onorevole Crippa, le ho già dato le rassicurazioni: ho spiegato che l'errore materiale non è degli uffici, bensì è nella trasmissione che c’è stata dal gruppo. Quindi, il tema è risolto. La ringrazio.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Russo, Colletti, Invernizzi, Boccuzzi...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     482            
            Votanti     481            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     241            
                Hanno votato     129                
                Hanno votato no     352.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      L'emendamento Giorgis 2.501 è ritirato.
      Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 2.200.

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, le chiedo una votazione per parti separate di questo emendamento. Le parti separate le vorremmo così comprendere: da pagina 101, la parte illustrata, fino ad arrivare alle parole: «compiuto il trentacinquesimo anno», quella è la prima parte. La seconda parte va dalle parole: «all'articolo 4» fino alla parola: «guerra» e poi la terza parte è quella riguardante l'articolo 4-bis.

      PRESIDENTE. Un attimo solo, onorevole Crippa. Adesso gli uffici le spiegheranno che non è esattamente questa la divisione che si può praticare. Va bene la votazione per parti separate, però dobbiamo aggiustarla. Se lei è d'accordo, intanto, se vi sono delle dichiarazioni di voto, potremmo cominciare a farle; nel frattempo, gli uffici concordano con lei quali sono le parti separabili.

      MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, se si procede ad una votazione per parti separate, sarebbe meglio, prima delle eventuali dichiarazioni di voto, sapere come verrà suddiviso l'emendamento, in modo che i colleghi possano intervenire in maniera più consona sulle diverse votazioni.

      PRESIDENTE. Questo è del tutto evidente, onorevole Bragantini, però vi è anche la libertà, se qualcuno vuole intervenire comunque sull'emendamento, a prescindere da come lo separiamo, di Pag. 37esprimere la dichiarazione di voto. Non so se vi è qualcuno che vuole intervenire....

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,50)

      DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Presidente, volevo intervenire sull'ordine dei lavori per chiedere, se gli uffici e lei, Presidente, non avete risolto lo «spacchettamento» per il voto per parti separate, una sospensione di cinque o dieci minuti.

      PRESIDENTE. No, l'avremmo risolta in questo modo: uno «spacchettamento» in tre parti, la prima parte costituita dalla parte principale, novella dell'articolo 57, dalla terza parte consequenziale, novella dell'articolo 61 e dalla quarte parte consequenziale, limitatamente alla soppressione del comma 3, dell'articolo 38. Questa è la prima parte ed è tutto un blocco.
      Vi è chiaro ? Allora se volete magari avvicinarvi al banco della Presidenza, noi l'abbiamo già spiegato al deputato Crippa. Deputato Crippa se magari lei interloquisce con il collega Toninelli, grazie.

      MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Mi scusi, Presidente, a parte il collega Toninelli, o il sottoscritto, che possiamo vederli, presumo che tutti i colleghi devono avere contezza della divisione di questo emendamento. Dunque, se è così complicato, se è possibile avere una copia dei, tra virgolette, «tre emendamenti», delle tre votazioni che dovremo fare, sarebbe la cosa più semplice.

      PRESIDENTE. Deputato Matteo Bragantini, io sto leggendo i tre raggruppamenti. Il primo l'ho già comunicato all'Aula. La seconda parte è costituita dalla prima parte consequenziale, novella dell'articolo 58 e dalla quarta parte consequenziale, limitatamente alla soppressione del comma 2, dell'articolo 38. Poi abbiamo la terza parte che andiamo a votare che è costituita dalla seconda parte consequenziale, novella dell'articolo 60. Così mi sembra chiaro. Quindi l'ultima parte, onorevole Matteo Bragantini, è composta dalla seconda parte consequenziale, novella articolo 60, d'accordo. Cominciamo con la prima parte.
      I relatori modificano i pareri ?

      DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Sì, Presidente, cambio il parere limitatamente alla seconda parte, sulla quale mi rimetto all'Aula.

      PRESIDENTE. Scusi ? Sulla seconda parte si rimette all'Aula ?

      DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Confermo.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'emendamento Civati 2.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Greco, Minnucci, Coppola, Invernizzi..., colleghi, forza..., Gadda..., ci siamo ? Sta scendendo la collega Costantino... D'Alessandro, Realacci, Tinagli, Amoddio... va bene, hanno votato tutti.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     484            
            Votanti     483            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     242            
                Hanno votato     119                
                Hanno votato no     364.                

Pag. 38

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'emendamento Civati 2.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Murer, Bossa, Russo, Lo Monte, Businarolo, Cariello, Alberti..., Businarolo non riesce a votare, sta arrivando il tecnico... è riuscita ? No, non ancora, un attimo di pazienza... ha votato ? Rizzetto... ha votato.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     494            
            Votanti     418            
            Astenuti       76            
            Maggioranza     210            
                Hanno votato       47                
                Hanno votato no     371.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ultima parte dell'emendamento Civati 2.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Bossa, Sberna, Dambruoso, Tartaglione.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     491            
            Votanti     490            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     246            
                Hanno votato     121                
                Hanno votato no     369.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 2.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

      LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      LARA RICCIATTI. Grazie signora Presidente. Mi riferisco all'articolo 57 del Regolamento. Signora Presidente, siccome in quest'Aula ci sono delle colleghe e dei colleghi scorretti e disonesti, io vorrei chiedere alla Presidenza di far rimuovere cortesemente dai commessi le tessere nei banchi dei colleghi assenti, onde evitare che in maniera continuativa ci sia chi vota anche per i colleghi assenti.

      PRESIDENTE. Sarebbe utile magari segnalare questa situazione durante la votazione. Prego, deputata Ricciatti.

      LARA RICCIATTI. Guardi, signora Presidente, è molto facile: partendo dall'alto, la seconda fila nel blocco delle colleghe e dei colleghi di fronte a noi. Guardi, non si preoccupi, siccome lo fanno tutte le volte, non sarà difficile individuarli.

      PRESIDENTE. Invito, allora, i segretari di Presidenza a collaborare a questo scopo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 2.201.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Russo, Greco, Tidei, Paris, Busto, Artini...., i segretari di Presidenza possono seguire la votazione ?
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 39
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     497            
            Votanti     495            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     248            
                Hanno votato     116                
                Hanno votato no     379.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Abbiamo alcune proposte emendative ritirate.
      Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 2.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e sul quale il relatore di minoranza di SEL si rimette all'Aula.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

      CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, annuncio il voto favorevole della Lega Nord.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Il nostro emendamento va appunto a far sì che il Senato sia un Senato sul modello tedesco, dunque eletto, sì, dai consigli regionali al loro interno, ma con vincolo di mandato e anche con la possibilità di revoca di quei senatori che non rispettano l'indicazione del consiglio regionale. Questo perché noi il Senato lo vediamo come un Senato delle autonomie, dunque un Senato che dovrebbe anche sostituire la Conferenza Stato-regioni, che dovrebbe, a questo punto, essere abolita. Andremmo, dunque, veramente a fare quella riforma da tutti auspicata. Infatti, durante la discussione, è emerso che la stragrande maggioranza del PD è favorevole a questo sistema, SEL è favorevole, il MoVimento 5 Stelle è favorevole, una parte di Forza Italia è favorevole, le regioni sono favorevoli, e, quindi, non vedo perché non dovremmo fare questa riforma, che tutti a parole vogliono.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.2.
      (Segue la votazione).

      Piepoli, Capua, Greco, Rizzetto, Saltamartini, Fossati, Sorial, Lavagno, Giancarlo Giordano...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     493            
            Votanti     472            
            Astenuti       21            
            Maggioranza     237            
                Hanno votato       25                
                Hanno votato no     447.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 2.20, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si è rimesso all'Assemblea.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Presidente, chiedo, se è possibile, il voto per parti separate, perché il mio gruppo parlamentare è favorevole a buona parte di questo emendamento, eccezion fatta per il quarto comma, che inizia con le parole: «la ripartizione» e termina con le parole: «dei più alti resti».

      PRESIDENTE. Pregherei i colleghi deputati di evidenziare prima alla Presidenza tali questioni, perché capite che poi è difficile: dobbiamo valutare la sostenibilità, Pag. 40delle parti nelle quali viene diviso l'emendamento, insomma, è una attività che va svolta. Adesso valutiamo.
      Allora, deputato Toninelli, sulla base della valutazione fatta, questo quarto comma è privo di un'autonomia normativa. Non si regge, perché fa appunto riferimento alle disposizioni del precedente comma. Non ha una sua autonomia e, quindi, non è possibile fare una votazione per parti separate.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caon.  Ne ha facoltà.

      ROBERTO CAON. Presidente, intervengo per dire che il gruppo della Lega Nord è favorevole.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Allora, questo appunto – come il precedente, ma va a limitare – è un emendamento che prevede che un Senato dove devono essere presenti i presidenti delle regioni e i sindaci dei comuni capoluogo, più i senatori elettivi dei consigli regionali che – questi sì – avranno anche un'indennità che decadranno dalla carica di consigliere regionale, perché noi riteniamo appunto che ci sia un dovere di vincolo di mandato e ci sia veramente un Senato delle autonomie: quello che ci hanno chiesto le regioni, quello che ci ha chiesto il PD, quello che era nel programma del PD.
      Dunque, non riusciamo a comprendere perché quello che era stato proposto in campagna elettorale e in più battaglie dal Partito Democratico, come un Senato delle autonomie, adesso non vada più bene perché ci sono stati gli accordi con Berlusconi sottobanco per un fattore contingente.

      PRESIDENTE. Concluda.

      MATTEO BRAGANTINI. Concludo: la paura di qualcuno è semplicemente che, se facciamo un Senato in questa maniera, lo diamo in mano al PD, perché il PD ha un maggior numero di voti.
      A me non interessa, perché stiamo parlando della Costituzione...

      PRESIDENTE. Grazie.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

      CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, con questo emendamento noi cerchiamo di inserire un sistema di elezione che preveda appunto una rappresentanza all'interno del Senato della Repubblica innanzitutto che sia qualificata, perché un Senato nel quale sono membri di diritto e quindi vi partecipano i presidenti delle regioni in carica e delle province autonome è sicuramente politicamente più pesante rispetto ad un Senato nel quale sono presenti solo ed esclusivamente dei consiglieri regionali eletti all'interno delle rispettive assemblee, prive però – questo possiamo immaginarlo e concludo – del peso politico che, invece, possono esprimere proprio i senatori che siano anche presidenti di giunta. Quindi, se vogliamo veramente che sia una Camera con un peso politico...

      PRESIDENTE. Concluda.

      CRISTIAN INVERNIZZI. ...concludo: dobbiamo dare la possibilità a questa Camera di essere costituita effettivamente da...

      PRESIDENTE. Grazie.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 2.20, i cui pareri ho già ricordato.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Mantero, D'Attorre, Tidei, Tartaglione, Covello...
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 41
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     476            
            Votanti     457            
            Astenuti       19            
            Maggioranza     229            
                Hanno votato       94                
                Hanno votato no     363.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 2.22, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Bossa, Mazziotti Di Celso...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     459            
            Maggioranza     230            
                Hanno votato     111                
                Hanno votato no     348.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Cimbro ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.25, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Capezzone, Pisicchio, Coppola, Invernizzi, Manzi, Segoni, Sorial, Russo, La Marca...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     484            
            Votanti     482            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     242            
                Hanno votato       99                
                Hanno votato no     383.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Alberto Giorgetti ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Bossa, Tartaglione, Borghi, Giammanco, Carbone, Franco Bordo, Invernizzi...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     490            
            Votanti     488            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     245            
                Hanno votato     116                
                Hanno votato no     372.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Alberto Giorgetti ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 2.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

Pag. 42

      ROBERTA LOMBARDI. Grazie. Con questo emendamento, in primo luogo, eliminiamo la disposizione che assegna i seggi alla circoscrizione estero, diminuiamo il numero dei senatori da trecentoquindici a centocinquanta, abbassiamo la soglia minima di sette senatori per regione ad un senatore ed eliminiamo la disposizione che assegna due senatori al Molise ed uno alla Valle d'Aosta.
      Introduciamo, soprattutto, in Costituzione il sistema elettorale proporzionale per il Senato. Si tratta di un sistema elettorale che fino ad oggi non farebbe altro che rispettare la sentenza della Consulta che, censurando le parti illegittime del Porcellum, ha creato nei fatti un proporzionale puro. Dunque l'emendamento costituzionalizza tale principio nell'ottica che il Parlamento arrivi a riprodurre la conformazione politica della società nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama.
      Nelle diverse ragioni ipotizzate per l'introduzione di una seconda Camera già alla Costituente la rappresentanza territoriale sembrava l'unica rimasta in gioco. Nell'individuare in quest'ottica funzioni e composizione del nuovo Senato, è evidente la necessità di collegare le due cose, pensando alla composizione della seconda Camera in vista delle funzioni che le si vogliono attribuire e viceversa.
      Nel corso dei lavori dell'Assemblea costituente, questa è stata la questione più viva: il sistema da seguire per la maggiore aliquota riservata al corpo elettorale. Il testo del progetto stabilisce che l'elezione abbia luogo a suffragio universale e diretto, non altro. Sarebbe, quindi, escluso il suffragio indiretto, ma aperta la possibilità alle varie forme del diretto, che si distinguono soprattutto in proporzionale e collegio uninominale. L'obiezione che si fece principalmente al proporzionale per il Senato è che la proporzione per tutti e due i rami del Parlamento farebbe del Senato un doppione e non risponderebbe alle esigenze di una differenziazione, che sembra logicamente indispensabile con il principio bicamerale.
      Sempre dai lavori della Costituente, evinciamo che all'epoca, oltre al proporzionale, rimasero in lizza, dopo una lunga discussione nelle Commissioni e sottocommissioni, i due sistemi del collegio uninominale e del suffragio indiretto. Quest'ultimo è il cosiddetto sistema dei grandi elettori o elettori a doppio grado. L'emendamento Perassi, che era dell'onorevole che sosteneva il sistema dei grandi elettori, diceva che i senatori sarebbero stati eletti da delegati eletti a loro volta tra gli elettori iscritti della circoscrizione.
      Ovviamente la storia degli atti parlamentari di allora ci dice che il Comitato si divise su questo tema e sul profilo tecnico è prevalso il politico e i partiti hanno preso una posizione.
      Ruini, che era il presidente della Commissione, osservava: «Qualunque delle due soluzioni prevalga, si avrà una differenziazione dei due rami del Parlamento, con un sistema diverso, per ciascuno di essi, del metodo di selezione, ma ricorrendo pur sempre al suffragio universale». Quindi, i padri costituenti si preoccuparono di dare una voce ai cittadini anche all'interno della seconda Camera del Parlamento, cosa che con questo emendamento vorremmo riproporre.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Forza, colleghi, siamo in votazione. Lavagno, Patriarca, Dell'Aringa, Invernizzi, oggi il suo terminale ha un problema. Hanno votato tutti ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     474            
            Votanti     473            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     237            
                Hanno votato     113                
                Hanno votato no     360.                

Pag. 43

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 2.26, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente, qui facciamo un passo avanti nella battaglia per ottenere l'elezione diretta da parte dei cittadini dei senatori che li rappresentano. Ovviamente, parlo di battaglia in maniera eufemistica, Presidente, perché sappiamo che le ore che stiamo impegnando, i giorni che stiamo impegnando in quest'Aula, sono ore e giorni di lavoro di questo Parlamento totalmente inutili.
      Sappiamo perfettamente – perché succede, ahimè, sempre, perché succede in Aula e succede anche in Commissione – che tutte le attività che le minoranze, le opposizioni e anche le minoranze interne alla stessa maggioranza cercano di svolgere e le migliorie che cercano di apportare al testo proveniente della maggioranza o, addirittura, come in questo caso, dal Governo, non vanno a buon fine. Infatti, il dialogo, il dibattito, il confronto, che deve essere il cuore del pluralismo che questo Parlamento dovrebbe avere come cardine essenziale dell'attività di rappresentanza della sovranità popolare, è stato estirpato dal luogo della rappresentanza popolare.
      Ma, nonostante ciò, noi continuiamo nella nostra battaglia di riaffermare il principio che, se i rappresentanti del popolo debbono essere i senatori – e lo sono, perché, tecnicamente e giuridicamente, non rappresentano le istituzioni territoriali –, questi senatori non possono e non debbono essere eletti da altri politici, cioè, consiglieri eletti tra i consiglieri o sindaci eletti da consigli regionali. Quest'ultimo passaggio, che, poi, affronteremo successivamente, è un obbrobrio giuridico, è un obbrobrio politico: un sindaco eletto da un consigliere immagini lei come, semplicemente, razionalmente, senza avere grosse conoscenze di diritto, può immaginare qualsiasi cittadino.
      In questo emendamento facciamo passi in avanti e affermiamo, dopo l'elettività diretta dei senatori da parte dei cittadini, che deve essere approvata da ambedue le Camere una legge elettorale che disciplini i meccanismi di elezione diretta dei senatori. Ovviamente, noi affermiamo – in questo caso, non l'abbiamo affermato, perché rimandiamo ad una legge del Parlamento –, noi riteniamo, a questo punto, che, se rappresentanti delle autonomie devono essere, l'elezione debba essere fatta, ovviamente come prevede la Costituzione, in ambito regionale.
      Mi permetto, Presidente, anche di illustrare alcuni passaggi – in questo caso, ne farò semplicemente uno – di alcuni illustri costituzionalisti che sono intervenuti all'interno dei lavori – chiamiamoli preparatori, chiamiamoli istruttori – che ci hanno portato qua. Li chiamo preparatori, li chiamo istruttori, perché dovrebbero essere così, signora Presidente, cioè l'audire illustri esperti su una determinata materia dovrebbe far parte di quella fase di costruzione di un pensiero politico che dovrebbe portare alla scelta migliore per i cittadini. In realtà, tutti – circa quaranta-quarantacinque auditi da parte della Commissione affari costituzionali – i contenuti che hanno portato all'interno di questo dibattito hanno avuto come attuazione «zero».
      Sono stati semplicemente ascoltati. In realtà, noi non solo li abbiamo ascoltati ma abbiamo tramutato le loro istanze, le loro riflessioni, i loro pareri di alto livello in emendamenti, in tentativi di dibattito, per il miglioramento di questo provvedimento. Ahimè, era ovviamente prevedibile, senza aver alcun tipo di riscontro, perché quelle poche migliorie che sono state apportate a questo pessimo disegno di legge di riforma della Costituzione non sono state il frutto di un dibattito politico trasparente, concertato e condiviso – perché Pag. 44questo deve essere se si trattano argomenti così alti come il patto sociale per antonomasia qual è la Costituzione – ma è stato fatto fuori dal Parlamento. Infatti, mi permetto di ricordare a quest'Aula che, quando arrivava in Commissione una modifica – lo sa, signora Presidente –, si interrompevano i lavori della Commissione, le forze della maggioranza si spostavano in un'auletta, in una stanza vicina a quella della Commissione che dovrebbe rappresentare il Parlamento, che dovrebbe rappresentare i cittadini, e lì poi si confrontavano tra di loro, nel silenzio, nelle stanze buie, e portavano il frutto dei loro accordi, fatti sotto banco, all'interno della Commissione.
      Ebbene, questo, signora Presidente, è stato il modo in cui alcuni cambiamenti sono stati apportati. Iniziamo con un disegno di legge di riforma della Costituzione che parte dal Governo e non dal Parlamento – aberrazione giuridica, ovviamente – continuiamo con un iter che porta delle modifiche fatte non nel luogo preposto, ma al di fuori delle stanze e vediamo, ieri, un altro incontro all'interno delle stanze di Palazzo Chigi – continua il patto del Nazareno – che porterà ulteriori modifiche, sempre fuori dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

      ACHILLE TOTARO. Grazie Presidente, per preannunciare il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale su questo emendamento del collega Toninelli.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

      IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, signora Presidente, credo che gli argomenti appena esposti debbano trovare un grande ascolto in quest’ Aula, perché non si sta chiedendo di decidere come eleggere i senatori, ma si sta demandando alle Camere di approntare un provvedimento che, rispettando la territorialità, provveda a designare, eleggere, nominare i rappresentanti del popolo al Senato. Per questo motivo, siamo assolutamente favorevoli a questo emendamento e sommiamo i nostri voti a quelli dei proponenti.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

      GIULIA GRILLO. Grazie Presidente, vorrei dire che questo emendamento ha una razionalità che invece l'articolo 2, che, con tanto ardore difendete, non ha. Vi spiego anche perché, perché io adesso chiedevo al collega Cozzolino della Commissione affari costituzionali quale sarà il numero esatto dei senatori scelti dai consigli regionali per ogni regione. Ebbene, non è neanche contenuto qui. Non solo, il sindaco che verrà scelto – secondo me molti colleghi questo neanche lo sanno – tra i sindaci dai consiglieri regionali non sarà necessariamente il sindaco di una città, dal punto di vista territoriale, importante, perché potenzialmente potrebbe essere anche il sindaco di un comune con 300 abitanti. Allora, mi chiedo se, veramente, voi considerate valido un Senato così rappresentato. Questo Senato così non ha alcun senso, non c’è alcuna garanzia di rappresentazione territoriale, di proporzionalità, di coerenza e di logica ! Ho concluso, grazie.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.26.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Piras, Molteni...
      Dichiaro chiusa la votazione. Invernizzi, mi dispiace ho dichiarato chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

Pag. 45

            Presenti     471            
            Votanti     470            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     236            
                Hanno votato     117                
                Hanno votato no     353.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Lattuca, Bobba.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     479            
            Votanti     478            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     240            
                Hanno votato     116                
                Hanno votato no     362.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

      Ricordo che l'emendamento Sannicandro 2.28 è stato ritirato.
      Passiamo all'emendamento Bianconi 2.30.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

      DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, intervengo per riproporre il punto politico di fondo, che, devo dire, è al cuore del ragionamento che, con tanti colleghi, come il collega Latronico, il collega Bianconi, il collega Laffranco e via via tutti i colleghi che sono intervenuti, presentando emendamenti, abbiamo posto: la nostra soluzione preferita è l'abolizione secca del Senato della Repubblica, per le ragioni che abbiamo ripetutamente spiegato. Ciò corrisponderebbe alla comunicazione – ahimè ingannevole – che viene fatta agli elettori: voi dite «aboliamo il Senato», invece non viene abolito. Noi vogliamo abolirlo davvero. Se, però – e purtroppo avete finora respinto i nostri emendamenti in questa direzione –, mantenete in piedi un Senato della Repubblica, noi non solo manteniamo come second best, come seconda possibilità, ma sosterremo ogni emendamento che abbia un punto elementare di democrazia, cioè che, se c’è un Senato, quel Senato sia fatto di cittadini eletti, non di politici scelti da altri politici in base a logiche che bypassino e scavalchino gli elettori. Visto che, a nostro avviso, sbagliando, si mantiene in piedi una seconda Camera che avrà funzioni molto rilevanti, addirittura di interdizione e negoziato rispetto la prima Camera, quanto meno che questi signori siano eletti. In questo caso, ripeto, questa non è la nostra soluzione preferita ma è la seconda soluzione democratica elementare che proponiamo, in modo anche semplice: contestualmente con le elezioni regionali, che ci sia l'elezione di questi senatori, che noi vogliamo sopprimere, ma se non li sopprimete, fate almeno la cortesia di consentire agli italiani di eleggerli. Altrimenti, un giorno togliamo agli elettori la scheda referendaria, un altro giorno togliamo agli elettori anche la scheda elettorale; resta il dubbio che i cittadini italiani possano solo guardare alla televisione il videogioco e, visti gli ascolti dei talk show di questo inizio di stagione, c’è da temere che molti italiani siano stanchi del videogioco. Lo dimostrano non solo gli ascolti ma ben più significamente i dati delle ultime elezioni europee e poi di quelle regionali parziali.

      ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 46

      ANDREA COLLETTI. Presidente, vorrei chiedere il voto per parti separate, se possibile.

      PRESIDENTE. Dobbiamo valutare. Mi dica anche quali sarebbero le parti da separare.

      ANDREA COLLETTI. Presidente, dall'inizio fino alla parola «proporzionale», ovvero, se possibile, anche fino alle parole «venticinquesimo anno di età»; sarebbe identico.

      PRESIDENTE. Scusi, dalle parole «Il Senato» fino alla parola «proporzionale», è la prima parte.

      ANDREA COLLETTI. Sì, fino a «proporzionale»; poi, dalle parole «Sono eleggibili» fino a «centomila abitanti».

      PRESIDENTE. Guardi, la seconda parte si regge sulla prima, non ha una sua autonomia normativa, dunque non è possibile votare per parti separate. È collegata alla prima e senza la prima non si regge, non ha un'autonomia.
      Quindi, credo che si debba considerare unitariamente questo emendamento.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.

      PIERO LONGO. Signora Presidente, io voto contro questo emendamento perché prevede che per l'elettorato passivo si possa essere eletti soltanto dopo aver compiuto 25 anni di età, se si sono ricoperte cariche elettive per almeno tre anni nelle regioni, nelle province autonome di Trento e Bolzano, nei comuni con popolazione superiore a 100 mila abitanti. Non credo sia assolutamente possibile dare una limitazione di questa genere all'elettorato passivo, mi pare contrario ai principi elementari, anche di buonsenso.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.

      MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, per preannunciare il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale all'emendamento, che rappresenta un esempio di buonsenso e di sincerità per quello che riguarda l'atteggiamento politico che l'Aula deve avere.

      ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare, sempre sulla richiesta di voto per parti separate.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, in realtà penso che si sia sbagliata perché vi è una sua autonomia, perché il primo periodo prevede il numero dei senatori e le modalità, il secondo periodo prevede semplicemente l'elettorato passivo ed attivo, quindi vi è una vera e propria autonomia perché il primo periodo potrebbe andare a modificare, come va a modificare anche il primo comma dell'articolo 57, novellato dall'articolo 2, mentre il secondo periodo andrebbe ad essere un'aggiunta del primo comma.

      PRESIDENTE. È vero che c’è scritto «sono eleggibili a senatori», ma senza enunciare il principio che è sopra: senatori «eletti a suffragio universale diretto, insieme con le elezioni regionali, con metodo proporzionale».

      ANDREA COLLETTI. Ma non c'entra nulla perché teoricamente potrebbero anche essere eletti dagli stessi consiglieri regionali, con la limitazione di cui al secondo periodo.

      PRESIDENTE. Adesso arriviamo a spiegarle perché, con l'ausilio degli uffici. Colleghi, per consentire un ordinato modo di procedere e un ordinato svolgimento dei nostri lavori, sarebbe veramente raccomandabile segnalare prima alla Presidenza.

      IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

Pag. 47

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, prolungandosi la necessaria attesa per capire, cinque minuti di sospensione della seduta non sarebbero male.

      PRESIDENTE. Io direi adesso di continuare i nostri lavori, però mi appello alla collaborazione di tutti e anche alla correttezza verso la Presidenza che non vuole dare pareri affrettati, ma per questo c’è bisogno di riflessione.

      IGNAZIO LA RUSSA. Non c'era nessuna critica, c'era una richiesta di un caffè...

      PRESIDENTE. Lo capisco. Penso che abbiamo risolto la questione e dunque direi di procedere con i nostri lavori.

      ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Chiedo semplicemente che la decisione in merito alla problematica e alla richiesta esposta dal collega Colletti sia comunicata a tutta l'Assemblea, altrimenti poi viene trattata per risoluzione confidenziale o comunque ufficiosa una questione che invece è sicuramente di interesse di tutti. Al limite, ciò non dovrebbe avvenire nel caso in cui venisse decisa una sospensione della seduta e allora poi i lavori riprendono regolarmente, ma, se sospensione non c’è stata e c’è stato un dialogo privato tra il mio collega e gli uffici della Camera, mi sembra giusto e trasparente che la decisione venga comunicata a tutta l'Assemblea.

      PRESIDENTE. Io di fatto confermo quello che ho detto prima, la motivazione, che risiede nel fatto che non c’è un'autonomia normativa della seconda parte dell'emendamento. Il fatto che l'emendamento non abbia una parte consequenziale si deve alla sua natura originaria, dunque io ritengo che la spiegazione sia stata data. La motivazione a noi sembra non controversa.

      ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ANDREA COLLETTI. Scusi, Presidente, solo per chiarire: qualora si votasse a favore di questo emendamento, l'ultimo comma dell'articolo 57 verrebbe conseguentemente abrogato poiché si creerebbe una chiara antinomia normativa con il secondo comma previsto dall'emendamento Bianconi 2.30, oppure no ? Giusto per comprendere, perché altrimenti non si capisce poiché avremmo un secondo comma che afferma una cosa contraria all'ultimo comma dello stesso articolo 57. Siccome stiamo discutendo della Costituzione italiana, non sarebbe molto carino avere una chiara antinomia normativa tra i due commi.

      PRESIDENTE. Allora, nella parte consequenziale dovrebbe essere previsto di sopprimere anche il sesto comma. Così doveva essere formulato l'emendamento.

      ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ANDREA COLLETTI. Presidente, in realtà dal mio punto di vista la parte del sesto comma che dovrebbe essere soppressa dovrebbe essere quella successiva a «Senato della Repubblica», anche perché rimarrebbe la parte che dice «con legge approvata da entrambe le Camere per l'attribuzione dei seggi e per l'elezione dei membri del Senato». Invece, dovrebbe decadere la parte in cui si dice che sono eleggibili solo consiglieri e sindaci e la parte in cui vi è la cessazione dalla carica elettiva regionale.
      Pertanto, non dovrebbe decadere tutto l'ultimo comma ma solo una parte dell'ultimo comma, perché la prima parte, Pag. 48fino alle parole «Senato della Repubblica», non crea problemi qualora questo emendamento venisse votato favorevolmente.

      PRESIDENTE. Deputato, sono d'accordo. Ma una volta che dovesse venire approvato, sarà poi la Commissione a fare questa valutazione. Non spetta a noi adesso.

      ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ETTORE ROSATO. Presidente, intervengo semplicemente per dire che è evidente che la votazione per parti separate è complessa, soprattutto in materia costituzionale. Quindi, noi prendiamo come impegnativa la sua indicazione ed eventualmente, se ci saranno da parte nostra richieste di votazioni per parte separate, glielo comunicheremo con la maggior prontezza possibile.
      Nel merito di questo emendamento, io credo che il collega poteva anche avere ragione, circa la correzione che sarebbe stata necessaria apportare all'emendamento, se ho seguito esattamente le cose. Però, credo che sia nella facoltà di chi scrive l'emendamento scriverlo in maniera equilibrata. Dopo, la nostra valutazione ci ha convinto a votare contro e, dunque, noi risolviamo la questione così.

      ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Deputato Colletti, però, dobbiamo votare. Ha già parlato cinque volte.

      ANDREA COLLETTI. Presidente, in realtà la questione non riguarda solo le parti separate, ma riguarda anche l'emendamento votato integralmente. Se vogliamo risolvere facilmente la questione basterebbe una riformulazione, da parte dei relatori, nella quale al presente emendamento...

      PRESIDENTE. Ma questo potrebbe farlo la Commissione stessa, deputato. Potrebbe farlo la Commissione.

      ANDREA COLLETTI. Io lo consiglio.

      PRESIDENTE. Io ringrazio...

      ANDREA COLLETTI. Poi, magari lei potrà prendere contatti con il relatore Sisto per verificare, visto che è un emendamento del gruppo del relatore Sisto.

      PRESIDENTE. Il Comitato dei nove è qui presente. Sarà il Comitato dei nove a decidere questo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico...

      GIOVANNI PAGLIA. Presidente, ho chiesto di parlare.

      PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
      Però, per favore evidenziamo prima gli interventi, deputato Paglia. Sì, perché tutto in diretta diventa molto difficile (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) !
      Dunque, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

      GIOVANNI PAGLIA. Presidente, la diretta capita ogni tanto. Intervengo per cambiare la dichiarazione di voto, Presidente. Non potevo farla mentre era in atto un altro tema di dibattito. Intervengo semplicemente per dire che ci asterremo, perché sebbene lo condividiamo, come tutta la battaglia sul suffragio universale, tuttavia riteniamo che limitare il diritto di elettorato passivo a queste fattispecie introduca una doppia discriminazione, verso chi non abbia svolto precedentemente attività politica o non abbia avuto la possibilità di essere eletto e verso chi risiede in comuni sotto i 100 mila abitanti, che evidentemente non potrà farsi eleggere in Pag. 49un comune sopra i 100 mila abitanti dato che avrà svolto la sua attività politica in un comune più piccolo.
      Da questo punto di vista, quindi, introdurrebbe una cosa inaccettabile e ci asterremo sul complesso.

      ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Premetto che pur accogliendo il suo invito a fare le segnalazioni prima, è anche vero che noi abbiamo diritto, nel caso in cui ci accorgiamo di qualcosa che non va, come in questo caso, di sollevare la questione presso il Presidente e presso l'Aula.
      Ora, in questo caso credo che, siccome noi dobbiamo essere impegnati qui non a sbrigarci ma a fare le cose per bene, non sarebbe inopportuno, anzi sarebbe molto opportuno, che il presidente Sisto, il relatore o qualcuno del Comitato dei nove si esprimesse al riguardo, eventualmente proponendo una riformulazione. Altrimenti qui, con l'idea che dobbiamo sbrigarci e fare le cose celermente, facciamo le cose male. Ricordo all'Aula che stiamo parlando della riforma della Costituzione.

      ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROBERTO GIACHETTI. Presidente, mi rivolgo in particolare all'onorevole Colletti, ma è una considerazione che spero possa essere presa come neutra, anche perché in questo caso riguarda l'opposizione e domani potrebbe riguardare la maggioranza.
      Il tema della ammissibilità della votazione per parti separate è sicuramente legato agli aspetti che ora abbiamo in questione, ma è legato anche al fatto, a difesa del Regolamento e a mio avviso in questo caso a difesa soprattutto delle opposizioni, che non esista un modo surrettizio per riaprire i termini dei subemendamenti, della modifica degli emendamenti, perché questo il Regolamento lo assegna, una volta che sono conclusi i termini per il deposito degli emendamenti, esclusivamente al relatore di maggioranza o al Governo. Che cosa succede ? Che se noi applichiamo un ragionamento in funzione del quale ci limitiamo a verificare – e in questo senso, ma lo staranno sicuramente già facendo gli uffici – esclusivamente il fatto se la parte vive autonomamente o meno, ma non ci poniamo anche il problema se quello non sia un modo, non voglio dire surrettizio perché c’è malafede, voglio dire che è un modo che ci porta fuori dal Regolamento, che in questo momento magari conviene all'opposizione perché ha un problema, ma domani potrebbe essere, costituendo un precedente, vi prego di ragionarvi, uno strumento per la maggioranza per deviare dall'obbligo di votare proposte di un certo tipo: cioè di non poter presentare emendamenti, perché i termini sono conclusi.
      Quindi, quando valutiamo determinate cose – lo dico con grande rispetto per tutti – poniamoci anche il problema che la tenuta del Regolamento è sicuramente un fatto importante per tutti. Per chi in questo momento sta all'opposizione, per chi sta alla maggioranza, e che domani magari potrà essere in parti diverse. Non è solo l'autonomia: è anche il processo legislativo nella presentazione degli emendamenti, che in questo modo a mio avviso surrettiziamente riapre dei termini che sono chiusi dal Regolamento.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.30.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Lo Monte, Pili, Misuraca, Simoni, Raciti...
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 50
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     465            
            Votanti     444            
            Astenuti       21            
            Maggioranza     223            
                Hanno votato       31                
                Hanno votato no     413.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bianconi 2.29 e Toninelli 2.206., con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

      DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, in effetti questi emendamenti vengono incontro alle pertinenti osservazioni svolte prima dal collega Colletti e poi dal collega Paglia, nel senso che noi abbiamo presentato un piccolo pacchetto: il primo, quello che abbiamo appena votato, è effettivamente più restrittivo, questo invece è assolutamente aperto a tutti i cittadini. Noi naturalmente riteniamo preferibile, lo ripeto ancora, la cancellazione del Senato, ma se c’è sia elettivo: in questo caso tutti gli italiani che hanno 25 anni possono essere eletti contestualmente all'elezione dei consigli regionali per il Senato.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

      LUIGI GALLO. Signor Presidente, il condannato Renzi dalla Corte dei conti e il pregiudicato Berlusconi per evasione fiscale vogliono creare, con questa riforma costituzionale, un Senato di nominati. Da chi ? Dalla classe politica più corrotta in Italia, i consiglieri regionali.
      E vedete, non lo dice un grillino, ma riporto ai cittadini i dati de L'Espresso in un articolo recente, forse non aggiornato alle ultime inchieste.
      Sono 521, 521, coloro che compongono l'esercito dei consiglieri indagati nelle regioni, da Torino a Palermo, sotto inchiesta di 14 procure della Repubblica per l'uso illecito dei fondi destinati all'attività politica. Lo scandalo dei rimborsi finora ha portato in manette 11 consiglieri e costretto persino allo scioglimento anticipato dei parlamentini di Lazio e Basilicata. Franco Fiorito, l'ex consigliere PdL della regione Lazio, è stato condannato con rito abbreviato a tre anni e quattro mesi per peculato e interdetto dai pubblici uffici per cinque anni; la presidente Polverini ce la siamo poi ritrovata qui alla Camera.
      E voi, PD, Forza Italia e maggioranza, coinvolti negli scandali bipartisan, volete dare il Senato in mano agli inquisiti, a cui concedete anche l'immunità parlamentare. Un Senato che diventa il paradiso degli inquisiti: vi sarà un tasso di criminalità più alto in quell'Aula che in qualsiasi altro comune del territorio italiano.
      Ma, almeno su questo, devo dare merito a Renzi, sta mantenendo una perfetta coerenza con il suo operato, visto che per il Governo ha scelto come sottosegretari cinque indagati: Francesca Barracciu, Del Basso De Caro, Vito De Filippo, neo sottosegretario alla salute, e Filippo Bubbico, indagato per abuso d'ufficio. Per ultimo, siccome non ce ne erano abbastanza, è stato inserito anche Faraone, sottosegretario senza deleghe, che andava a pomiciare nelle scuole durante le occupazioni.
      Quindi, ricapitoliamo i guasti di questo Governo e di questa maggioranza: nominati nelle province, nominati nel Senato e, con la legge elettorale, nominati alla Camera. Quindi, un segretario di partito, nel disegno di Renzi, controlla l'intero Parlamento grazie a un premio di maggioranza abnorme, assegnato a chi vince le elezioni nazionali.
      Come motiva il PD ? Con la governabilità. Riporto all'Aula alcune dichiarazioni e, con il mio collega Michele Dell'Orco, gioco un po’ anche io a «Indovina chi». Le dichiarazioni sono queste: «L'Assemblea eletta sia la più capace a costituire un Governo atto a risolvere nel modo più rapido, fermo e univoco tutte le questioni, Pag. 51non impacciato da preventive compromissioni, non impedito da divieti insormontabili, non soffocato da dissidi, non viziato nell'origine da differenze ingenite di tendenze e di indirizzi». Ed ancora: «L'elezione deve essere intesa più come atto di selezione del Ministero che come definizione della rappresentanza, il cui ruolo è destinato a diventare del tutto secondario».
      Chi era ? Benito Mussolini, nel 1923. Benito Mussolini come Renzi: io non riesco a trovare grosse differenze. Presidente, il potere logora, o dovremmo citare Andreotti, il potere logora chi non ce l'ha, perché deve succedere questo nel Partito Democratico, anche quando, per i primi mesi, in questa Assemblea, abbiamo dovuto ascoltare gli interventi di Fiano di fine seduta che condannava episodi fascisti, e poi, oggi, trovarcelo come relatore di riforme fasciste del Governo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Presidente, per il MoVimento 5 Stelle c’è da riconoscere un difetto: quando siamo entrati in Parlamento, eravamo illusi che, di fronte ad argomentazioni e proposte solide, con un grosso consenso popolare, come il reddito di cittadinanza, l'abolizione dell'IRAP e un Presidente della Repubblica degno, i partiti fossero costretti, anche dai media, ad adeguarsi. Siamo stati degli illusi, perché in questo Parlamento si sostituisce alla ragione la poltrona, al buonsenso l'obbedienza, alla libertà il ricatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

      ANDREA COLLETTI. Per far capire l'assurdità di questo sistema, che va a violare le più semplici norme di convivenza democratica che si esprimono attraverso libere elezioni, vorrei far comprendere a coloro che non lo sanno ciò che accade, ad esempio, con i delegati regionali che dovranno votare il futuro Presidente della Repubblica.
      Nella mia regione sono stati eletti tre delegati regionali: due per il Partito Democratico, che ha preso il 25 per cento dei voti alle elezioni, e uno per Forza Italia, che ha preso il 16 per cento alle elezioni regionali; ovviamente, nessuno per il MoVimento 5 Stelle, che era la seconda forza politica regionale e che ha preso ben il 22 per cento alle elezioni regionali.
      Ebbene, Presidente, questa non è democrazia, questo è un simulacro di democrazia, dove i consiglieri regionali, come fanno qui i deputati e i senatori, si scambiano i voti per i loro «porci comodi» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

      GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente, intervengo per aggiungere qualche elemento a quanto appena detto dal mio collega, e corregionale, Colletti. Ricordo all'Aula che di questi tre grandi elettori che proverranno dall'Abruzzo, ben due, quindi la maggioranza assoluta, hanno ovviamente dei procedimenti giudiziari in corso. Il presidente della regione è indagato, imputato, insomma ha un lungo curriculum giudiziario, ed è stato eletto probabilmente proprio per questo, mentre l'altro grande elettore, Gatti, è attualmente indagato per la vicenda «rimborsopoli» quella che ha un po’ toccato moltissime regioni. Questo soltanto per la precisione.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 2.29 e Toninelli 2.206, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Coppola, Di Vita, Tinagli, Carinelli, Grillo, Allasia, Richetti, Caon...
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 52
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     445            
            Maggioranza     223            
                Hanno votato     124                
                Hanno votato no     321                

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Le deputate Covello e Sbrollini hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bindi 2.35 e Toninelli 2.204, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bindi. Ne ha facoltà.

      ROSY BINDI. Grazie Presidente, avevo preannunciato ieri, nel mio intervento sul complesso degli emendamenti, che avrei ritirato i miei emendamenti che prevedevano l'elezione diretta del consiglio regionale. Quindi, coerentemente con le mie dichiarazioni di ieri, ritiro l'emendamento 2.35, ma dichiaro il voto favorevole all'identico emendamento Toninelli 2.204, anche considerata la notizia di quello che sta succedendo al Senato. Io non credo che noi possiamo permetterci di consegnare al futuro un Parlamento composto da una Camera e da un Senato sostanzialmente di nominati. Avevo preso impegni diretti in campagna elettorale con i miei elettori e, quindi, voterò a favore dell'emendamento identico al mio (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, prima di illustrare il significato e il senso del mio emendamento, è importante annunciare all'Aula come, in questi minuti, al Senato siano stati bocciati tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni e dalle minoranze all'interno della maggioranza, che ha portato avanti questa legge cosiddetta «Italicum», per l'ampliamento delle preferenze, per l'ampliamento della possibilità per i cittadini elettori di andare ad un seggio e scegliere i candidati da mandare in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Dobbiamo essere sinceri con i cittadini. Se siete ancora rappresentanti del popolo, ricordate ai cittadini quello che oggi avete votato: avete bocciato emendamenti dei vostri membri di partito, che ampliavano quello schifoso 20-25 per cento di preferenze. Per voi un 70 per cento di nominati rimane normale ! Questa è la situazione che voi state portando al Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
      Abolite il Senato, trasformandolo in un Senato di politici eletti da politici e, all'interno dell'unica Camera politica, il 70 per cento circa rimane di nominati. State dando ad una figura autoritaria, qual è il Presidente del Consiglio, – e probabilmente ve ne state accorgendo solo adesso – il potere di nominare, lui e solo lui, il 70 per cento di quelli che andranno ad occupare l'unica Camera politica rimasta, che è la Camera dei deputati. Complementi per la vostra codardia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Continui il suo intervento e rimanga sull'emendamento.

      DANILO TONINELLI. Presidente, spero che il mio intervento sia stato ascoltato e, a questo punto, iniziamo con l'illustrazione, signora Presidente, dell'elenco dei nomi e dei cognomi dei consiglieri regionali, attualmente in carica o in carica nella penultima legislatura, che sono stati sottoposti ad indagine, che sono attualmente imputati o che sono addirittura condannati, in via non ancora definitiva. Andiamo a prendere gli ultimi, signora Presidente, non vogliamo allargare troppo il raggio di azione.
      La premessa che faccio si richiama non ad una valutazione tecnica del sottoscritto, Pag. 53ma a quanto detto, tra i tanti, dal professore Luciani e da altri professori sull'assurdità dell'assenza dei presidenti delle regioni con nomina diretta all'interno del nuovo Senato, in quanto – afferma l'articolo 121 – quelle figure rappresentano politicamente la regione.
      Detto questo, provenendo io da un seggio all'interno della regione Lombardia, voglio ricordare due nomi di attuali consiglieri regionali che sono sottoposti ad indagine per reati gravissimi. Facciamo questo giro per ricordarvi che voi avete scelto di indicare questi consiglieri regionali come futuri senatori. Quindi, a delle persone molto probabilmente corrotte, che cosa fate ? Gli date un premio, li fate venire a Roma e li fate diventare rappresentanti della corruzione, non rappresentanti della regione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), rappresentanti della corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
      Il nome che faccio, signora Presidente, è quello del consigliere regionale Luca Gaffuri del Partito Democratico (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)... e il consigliere regionale Daniel Luca Ferrazzi (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

      EMANUELE FIANO. Non può fare i nomi di procedimenti in corso !

      DANILO TONINELLI. Certo mi immagino che fa male, fa molto male ascoltare come un partito abbia al proprio interno persone che non rappresentano il popolo (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

      ETTORE ROSATO. Presidente, non può consentirlo !

      PRESIDENTE. Deputato Toninelli, può rivolgersi a me ?

      DANILO TONINELLI. ... che non rappresentano la libertà, che non rappresentano l'onestà (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

      PRESIDENTE. Deputato Toninelli !

      DANILO TONINELLI. Io mi rivolgo a lei, Presidente, mi rivolgo a lei, Presidente, e la prego di farmi terminare.

      PRESIDENTE. Deputato Toninelli, deve concludere.

      DANILO TONINELLI. Luca Gaffuri, Daniel Luca Ferrazzi, entrambi sono indagati per consulenze e collaborazioni mai avvenute (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

      PRESIDENTE. Per favori, colleghi.

      DANILO TONINELLI. Secondo gli accertamenti della Guardia di finanza del comando generale di Milano, questi signori hanno assegnato delle consulenze di amplissimo valore economico mai esistite, mai fatte: questa si chiama corruzione (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

      PRESIDENTE. Deputato Toninelli, lei però non è entrato affatto nel merito dell'emendamento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      DANILO TONINELLI. No, no !

      PRESIDENTE. Allora concluda. Concluda !

      DANILO TONINELLI. In questo scandalo, Presidente, erano presenti altri sette consiglieri regionali, di tutte le forze politiche qua presenti, che non vado a nominare perché non sono più consiglieri regionali. E lo scandalo riguardava la giunta Formigoni. Questi sono i primi due nomi e hanno oggi incarichi rilevantissimi !

      PRESIDENTE. Ha concluso, deputato Toninelli ? Deve concludere, la ringrazio.

Pag. 54

      ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ETTORE ROSATO. Sì, Presidente, mi scusi della mia veemenza, però io considero inaccettabile e la pregherei che vengano fatte in quest'Aula (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

      PRESIDENTE. Colleghi, fatelo parlare (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Deve esprimere la propria opinione, come voi avete espresso la vostra !
      Deve esprimere la propria opinione, non potete permettervi questo. Ognuno deve poter parlare in quest'Aula, ognuno deve potersi esprimere in quest'Aula (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      DAVIDE CRIPPA. Su quale articolo del Regolamento ? Ci dica l'articolo, altrimenti parli sull'ordine dei lavori !

      PRESIDENTE. Sto presiedendo io (Commenti del deputato Toninelli). Deputato Toninelli ! Per favore ! Quando voi parlate vi è permesso, anche altri devono poter parlare. Prego, deputato Rosato.

      ETTORE ROSATO. Presidente, dicevo che mi scuso della veemenza con cui sono intervenuto per chiederle di far rispettare il Regolamento, quindi che in quest'Aula, dal punto di vista strettamente regolamentare, ci si attenga a quello che è l'elemento fondante dell'emendamento. In quest'Aula non sono consentite le liste di proscrizione e le sentenze emesse da un deputato che viene qui a dichiarare chi è innocente e chi è colpevole (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico). Noi le sentenze le rispettiamo, ma ce le daranno i magistrati, non ce le darà l'onorevole Toninelli. Un maggior rispetto per il ruolo che stiamo svolgendo ! Stiamo sulla Costituzione e ci si permette di fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

      PRESIDENTE. Colleghi !

      ETTORE ROSATO. Ma guardino in casa loro ! È a casa loro che devono guardare: i loro condannati, le loro lotte interne (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      PRESIDENTE. Colleghi, credo che sarebbe auspicabile per tutti che ci si attenesse al merito della discussione. Va bene ? Stiamo facendo una discussione importante. Dunque, il tempo che abbiamo a disposizione dovrebbe essere destinato al merito degli emendamenti. Quindi, vi invito e vi esorto a stare al merito, perché la questione merita – appunto – tutta la nostra attenzione.

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Forse c’è il deputato Scotto che vuole fare un richiamo al Regolamento prima di me.

      PRESIDENTE. Vada avanti, me lo hanno segnalato dopo. Ho dato la parola a lei.

      DAVIDE CRIPPA. Se è sul Regolamento, io cedo la parola.

      PRESIDENTE. Vada avanti, vada avanti.

      DAVIDE CRIPPA. Io volevo ricordare l'articolo 8 del Regolamento. Presidente, quando si dà la parola per un richiamo al Regolamento sarebbe interessante capire su quale articolo. Vorrei comprendere su che cosa abbia fatto un richiamo al Regolamento il collega Rosato, perché francamente non ho sentito richiamare un articolo preciso.Pag. 55
      Intanto, le ricordo che lei ha il dovere di chiedere, altrimenti quel tempo deve essere attribuito a un'altra voce, che sia ordine dei lavori e quant'altro, e non ha la precedenza rispetto ad altri interventi.
      Allora se qualcuno utilizza i richiami al Regolamento per fini politici, perché non vuole accettare nemmeno alcune sentenze, è un altro tipo di discorso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma lei non si può sottrarre al suo dovere di far rispettare il Regolamento e, quindi, chiedere a chi interviene sul Regolamento in base a quale articolo lo fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ARTURO SCOTTO. Io vorrei ricordare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che, per fortuna, in questo Paese esistono i tre gradi di giudizio e che c’è una differenza tra indagati e condannati. Dovremmo sempre tenerlo a mente (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).
      Vorrei ricordare, però, allo stesso tempo al collega Rosato, che giustamente pone le questioni che ha detto, che non possiamo ricordarci solo in queste occasioni che stiamo parlando della Costituzione. Quindi, se questo dibattito è sceso a questo livello, è anche per responsabilità di chi sta forzando la mano (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

      PATRIZIA TERZONI. Grazie Presidente. Io volevo commentare questo emendamento. Nella mia regione ci sono addirittura 42 consiglieri regionali indagati per peculato dalla procura di Ancona per spese sostenute sia da singoli che da consiglieri comunali.
      Ora, fra questi spicca anche il presidente della stessa regione – non faccio nomi per non far arrabbiare nessuno – e addirittura pure l'attuale segretario regionale del PD. Ora, questi consiglieri regionali in carica, come lei sa, essendo marchigiana come me, li potremmo ritrovare al Senato. Fra queste spese pazze risulta anche l'acquisto di un libro, signora Presidente, e lei, da donna come me, addirittura marchigiana, si vergognerà anche un po’. Questo libro è un libro hot ed è intitolato: «Il segreto delle donne. Viaggio nel cuore del piacere». Onestamente, per gli italiani non sarà affatto un piacere che questi consiglieri regionali o questo presidente potranno sedere al Senato e magari, con i soldi del Senato e dei cittadini, comprarsi addirittura un'intera biblioteca di questi libri. Onestamente, questo non è un piacere, né per me, né per lei, signora Boldrini, visto che è marchigiana come me. Non è un piacere per i marchigiani e non è un piacere per l'intera popolazione italiana. E ce li ritroveremo qua, a sedere al Senato, a decidere per tutti i cittadini.

      PRESIDENTE. Concluda.

      PATRIZIA TERZONI. Ma non solo...

      PRESIDENTE. No, no, deve concludere.

      PATRIZIA TERZONI. ... sono anche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

      PRESIDENTE. È terminato il suo tempo, grazie.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie Presidente, purtroppo io capisco che è dura per Rosato ammettere che all'interno del suo partito c’è una premialità per chi delinque (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

      RENZO CARELLA. Buffone !

Pag. 56

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Quindi, chi parte dai comuni per delinquere come (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

      PRESIDENTE. Cerchiamo di non offendere, per favore !

      MASSIMO FELICE DE ROSA. ... al comune di Rozzano, dove l'ex sindaco è indagato (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

      PRESIDENTE. Si può esprimere in un modo consono ?

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Mi sto esprimendo in modo consono...

      PRESIDENTE. No.

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Non ho detto assolutamente niente. Sono dati sui giornali. Queste cose sono sui giornali.

      PRESIDENTE. Non può generalizzare a un gruppo...

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Non sto generalizzando, ci sono vari casi.

      PRESIDENTE. ... questa sua constatazione.

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, ci sono vari casi di persone indagate che sono passate dai comuni alle regioni e adesso...

      PRESIDENTE. Sì, ma non si può generalizzare all'intero gruppo.

      MASSIMO FELICE DE ROSA. ... li vogliamo portare al Senato perché per loro è un premio. Ci siamo portati al Senato adesso anche Formigoni. Formigoni, con quello che ha fatto in Lombardia, ce lo portiamo al Senato e lo facciamo presidente di Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, ricordiamoli questi nomi, perché sono trasversali, sono i patti del Nazareno, ce li portiamo da destra e da sinistra. È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      PRESIDENTE. La ringrazio, è finito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dell'Orco. Ne ha facoltà.

      MICHELE DELL'ORCO. Presidente, non capisco proprio perché c’è questo clima in quest'Aula. La discussione mi sembra molto tranquilla. Io capisco che vi state svegliando ora perché si sta parlando di indagati e condannati. Ovviamente, più voi ci urlate contro, più noi faremo i nomi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi capisco anche il nervosismo perché fare le riforme con il principale avversario storico della sinistra, cioè con Berlusconi, per voi è proprio uno smacco incredibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Comunque, venendo al tema, noi non vogliamo dei condannati in Parlamento e non vogliamo dei condannati in Senato. Io penso, ad esempio, alla mia regione, l'Emilia Romagna, dove c’è stata una grande indagine per le spese pazze, e non solo quella, con una serie di indagati. E penso, ad esempio, a Vasco Errani, quando era presidente della regione, che è stato condannato in appello per falso ideologico a un anno per la vicenda della cooperativa del fratello...

      PRESIDENTE. Deve concludere.

      MICHELE DELL'ORCO. Sto per concludere. Se fosse attualmente presidente della regione...

      PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

      LARA RICCIATTI. Signora Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà a questo emendamento.

Pag. 57

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

      GIANCARLO GIORDANO. Signora Presidente, io voglio sperare che quanti stanno nominando indagati e non condannati prendano un impegno con se stessi innanzitutto, quello di chiedere scusa a quanti verranno assolti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico). Infatti, così si fa. Tornando all'emendamento, io vorrei chiedere invece ai relatori se possono spiegarci come mai l'idea di abolire il suffragio universale la dobbiamo intendere come una conquista democratica. Non lo spiega nessuno, ovviamente. In questo Paese non si vota più per le province, non si voterà più per il Senato e, di fatto, non ci sarà una libertà completa per il voto della Camera dei deputati. Ce lo spiegano, questi fini intellettuali e giuristi, come mai dovremmo intendere questa come vera democrazia ? Io sono un curioso, soddisfino la mia curiosità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

      GIULIA GRILLO. Presidente, affinché resti agli atti della Camera, le faccio presente che lei in questo momento è la seconda carica dello Stato e che siamo in un momento di piena crisi democratica in cui una parte dei cittadini, eletti, peraltro, con un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale, sta modificando la Costituzione senza un garante della Costituzione stessa in carica in questo momento.
      Lei ha la responsabilità di bloccare i lavori immediatamente di quest'aula, perché è inammissibile continuare a modificare in questa maniera la Costituzione, generando un aborto costituzionale come quello che vuole il Premier Renzi, che è nominato ma non eletto.
      Le faccio anche notare che esiste ancora la libertà di opinione, che ancora non è stata modificata da questa platea costituente tanto geniale e quindi possiamo esprimere tutti i pareri che vogliamo, fintanto che ancora l'articolo 21 della Costituzione non viene modificato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

      GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, io sono pugliese e non me ne vogliano i colleghi di SEL, con cui stiamo affrontando questa battaglia, ma io voglio essere libero di poter dire, in quest'aula, che essendoci il presidente della regione, Vendola, che è in questo momento rinviato a giudizio nell'inchiesta sull'Ilva, caso mai dovesse essere assolto, tutti quanti saremo più tranquilli.
      Nel caso in cui venisse invece condannato, io non lo vorrei come rappresentante della Puglia seduto in Senato. Voglio essere libero di esprimere questa opinione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Molte volte la politica, per una questione morale, deve andare oltre la magistratura e una persona che viene messa in discussione dovrebbe fare un passo indietro e non sempre attaccarsi alla poltrona: questo è il mio pensiero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

      ANGELO CERA. Presidente, io mi chiedo e chiedo alla maggioranza che cosa rimarrà fra vent'anni, quando arriveranno nuovi parlamentari e arriveranno i nostri figli: che cosa leggeranno ? Che cosa leggeranno di tutti questi giorni, in cui una maggioranza voterà una legge, una maggioranza assembleare, che su questa legge doveva quanto meno aprire una sola volta la bocca, piuttosto che lamentarsi delle cose che non vanno ?Pag. 58
      Presidente, due giorni dell'Italia buia: quello che è successo ieri e quello che sta succedendo oggi.
      Gli italiani che non ne possono più della politica ieri hanno raccolto le firme e si sono rivolti all'unico mezzo democratico, il referendum, e quel referendum è stato schiacciato sotto i piedi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
      Oggi, invece, in un'altra aula del nostro Parlamento, si stanno mortificando quei cittadini che ancora una volta ieri, in maniera democratica, avevano chiesto il referendum.
      Si continua ad operare sulla pelle dei cittadini. Mi auguro solo che arrivino presto con i forconi.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

      FILIPPO GALLINELLA. Presidente, torniamo all'emendamento 2.204. Io faccio notare questo: quando noi diciamo che faranno parte i consiglieri regionali delle giunte e delle province autonome, come hanno detto i miei colleghi, bisogna stare attenti.
      Io non userò parole mie, ma di un giornale che conoscete, il Fatto Quotidiano, articolo del 18 novembre (io vengo dall'Umbria e quindi lo voglio riportare): l'ex presidente della regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, è stata condannata questa sera ad otto mesi di reclusione dal tribunale di Perugia con l'accusa di falso ideologico in relazione ad una delibera di giunta del marzo 2010, che autorizzava alcune ASL ad assumere personale; condannato ad otto mesi e 15 giorni anche l'ex assessore alla sanità, Maurizio Rosi.
      Ora questo è per farvi capire che se noi, come deputati, vogliamo far sì che la politica riprenda credibilità per i cittadini, bisogna insomma anche mettere le mani avanti su dei problemi che purtroppo ci sono tutti i giorni ed andare oltre la magistratura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Colleghi, cerchiamo di attenerci all'emendamento per favore.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

      FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, io credo che sia doveroso, parlando di Costituzione repubblicana, certamente prendere atto che è nel diritto di ciascuno di esprimere le proprie opinioni anche in modo, diciamo così, variopinto ed effervescente. Tuttavia, non va dimenticato che la nostra Costituzione contiene l'articolo 27 a cui noi dobbiamo necessariamente ispirare i nostri interventi. L'articolo 27 ha due commi. Il primo: «La responsabilità penale è personale», mentre in base al secondo l'imputato non è considerato colpevole sino a sentenza definitiva. Partirò dall'ultimo per dire che sostanzialmente non c’è un giudizio di riprovazione o di colpevolezza in senso tecnico finché non vi è un giudice che ha pronunciato una sentenza definitiva e questo va tenuto in considerazione rispetto a quello che è stato riferito in quest'aula come criterio costituzionale interpretativo di ogni addebito che può essere mosso a chicchessia. La posizione di indagato e anche di condannato a sentenza non definitiva è transeunte, è provvisoria perché ci può essere un giudice che afferma esattamente il contrario di quanto è stato detto.
       Ma il dato che mi preme segnalare, signor Presidente, è quello che risulta dal primo comma dell'articolo 27. Non a caso i nostri padri costituenti hanno detto che la responsabilità penale è personale ossia è legata alle persone e non alla carica. È evidente che non si può trarre il convincimento che appartenere ad una carica, avere un ruolo politico significhi avere più chance di commettere responsabilità penali. Questo non va dimenticato. Sono le persone che commettono reati e li commettono solo quando vi è una sentenza definitiva ma certamente non si può dire che appartenere ad un ruolo politico regionale, comunale o altro possa essere un viatico di maggiore facilità, meno che mai costituzionale, per legittimare un veto a Pag. 59che soggetti (assessori, consiglieri o altro) possano transitare nei ruoli della politica. Mi sembra che questo vada chiarito e che le persone, nella buona o nella cattiva sorte, debbano avere prevalenza sulle responsabilità di posizione e di garanzia, che in questo caso sono di non garanzia, che qualcuno vorrebbe far transitare, a mio modesto avviso, in modo equivoco e non conforme alla Costituzione in un assioma: se tu partecipi a un ruolo politico sei un soggetto che più facilmente commette reati. Questo non è vero per Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

      ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà. A quale articolo ?

      ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, mi richiamo all'articolo 8 del Regolamento. Presidente, entrerò nel merito della questione successivamente e ho già chiesto la parola ma quello che adesso le chiedo è di essere totalmente imparziale in questo dibattito che è di fondamentale importanza almeno dal nostro punto di vista perché i cittadini sappiano quello che si sta approvando in questa Camera.
      Ora la invito a non a richiamarci più ad attenerci all'emendamento perché noi ci stiamo attenendo all'emendamento: infatti stiamo parlando di chi mandiamo al Senato e se qualcuno ci vuole mandare i corrotti non è colpa nostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, Presidente, poiché ci mette molto a disagio ed è molto scocciante alla fine di ogni intervento sentirci richiamati per attenerci all'emendamento, stiamo entrando nel cuore dell'emendamento. Se lei non condivide che noi ci stiamo attenendo a quell'emendamento, ci dispiace molto perché gradiremmo che ogni tanto il Presidente della Camera condividesse una battaglia, a prescindere dal merito ma, in ogni caso, Presidente, almeno non ci richiami perché, democraticamente nel rispetto del Regolamento, stiamo esprimendo la nostra opinione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Deputato Bonafede, rispetto le opinioni di quest'Aula e dico solamente che noi non stiamo parlando dei singoli ma dei meccanismi. Dunque pregherei tutta l'Aula di attenersi alla discussione sui meccanismi e non sui singoli. Tutto qui.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

      LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Questo emendamento è essenziale perché semplicemente noi non vogliamo una Camera che diventi un limbo per i consiglieri regionali in odor di reato che, quindi, possono avvantaggiarsi di quella posizione e avere un'immunità. Io ho un problema che sono del Lazio, quindi, se dovessi fare una lista partendo dalla giunta Storace, Marrazzo, Polverini fino alla giunta Zingaretti, mi ci vorrebbero quindici minuti. Purtroppo ho solo un minuto.
      Ma posso dire tranquillamente che quello che succederà è già successo, perché, ad esempio, in Senato, ci sono già dei senatori, che erano consiglieri regionali nella giunta Polverini in quota PD, che ora sono indagati per lo scandalo «rimborsopoli» e ci sarà bisogno di un'autorizzazione a procedere per poter procedere quando diventeranno imputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, non conta tanto la condanna, perché, grazie a questo meccanismo, alla condanna non ce li farete mai arrivare, come, per esempio, i senatori di Latina, il senatore di Frosinone, Francesco Scalia, in quota PD, e via dicendo. Quindi, assolutamente, questa è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Avevo appena chiesto la cortesia di attenersi ai meccanismi dell'emendamento e di non fare casi specifici di singoli, perché noi non stiamo parlando di questo (Commenti dei deputati del Pag. 60gruppo MoVimento 5 Stelle). Non ho interrotto il suo intervento, ma sto dicendo che sarebbe consigliabile, sarebbe meglio restare sul tema del meccanismo proposto dall'emendamento.

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, faccio un richiamo all'articolo 8. Sarebbe stato più comodo lo stesso di Rosato, ma preciso: articolo 8.
      Quello che volevo segnalarle è che, se stiamo parlando di un emendamento che riguarda meccanismi elettivi nei consigli regionali per essere trasferiti in questo Senato, è sempre stata prassi all'interno di quest'Aula, spesso, come argomentazione, di citare dei casi specifici, ovvero dei casi che hanno sollevato delle problematiche, affinché tutta quest'Aula si renda conto che alcune situazioni devono essere evitate. Quindi, questa è un'azione persuasiva per cercare di trasmettere il disagio che i cittadini vivono nel vedere elette determinati tipi di persone.
      Quindi, quando citiamo dei nomi, che, peraltro, non è che siano riservati: hanno incarichi totalmente pubblici, per i quali oggi noi stiamo dicendo che ci sono delle condanne oppure che sono indagati per questioni legate al loro mandato pubblico, credo che sia legittimo che a quest'Aula venga portato questo tipo di argomentazione. Pertanto, la sua richiesta, diciamo, di censura preventiva, la respingo al mittente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

      LAURA CASTELLI. Signor Presidente, io vorrei spiegare a quest'Aula due meccanismi. Il primo è che il MoVimento 5 Stelle non candida né condannati né, tanto meno, indagati, così, per evitarsi le figuracce che il Partito Democratico e gli altri partiti fanno dentro quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Il secondo meccanismo che le vorrei spiegare è che esistono quelli che si costituiscono e che, di fatto, patteggiano. È il caso del Piemonte: quattro condannati e quattordici patteggiamenti, persone che sanno di aver commesso un reato, di aver rubato soldi pubblici, che patteggiano. Tra questi, vi sono nomi di centrodestra e di centrosinistra. Ne cito alcuni, per essere corretta: Marinello, Toselli, Quaglia, che faceva l'assessore, Maccanti, Botta, Bussola, Ponso, Maurizio Lupi, c’è anche Mario Carossa, uno dei maggiori esponenti della Lega Nord.

      PRESIDENTE. Concluda.

      LAURA CASTELLI. Insomma, i patteggiamenti sono quei meccanismi che fanno dire alle persone che sono state elette che sono assolutamente colpevoli: io non li vorrei in Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

      WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente, io mi trovo costretto veramente ad intervenire perché, sulla base del fatto e delle argomentazioni addotte dal deputato, mio corregionale, Ettore Rosato, ma anche, in parte, dal gruppo parlamentare SEL, io penso che il MoVimento 5 Stelle, sotto questo punto di vista, Presidente, non debba prendere lezioni da parte di nessuno, tanto meno da quell'ala del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Ricordo, Presidente, che la presidente Serracchiani, nonché vicepresidente del Partito Democratico, in campagna elettorale, aveva promesso intransigenza verso i condannati e ci ritroviamo, Presidente, che, quando la giustizia tocca qualcuno degli eletti del Partito Democratico, la giustizia non esiste più. In Friuli Venezia Giulia, Presidente, ci sono indagati per Pag. 61spese piazze – De Anna, Pustetto, Piccin, Marini – per molte migliaia di euro.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      WALTER RIZZETTO. Andiamo a dirlo alle persone. Andiamo a dire queste cose, e ci sono altri due condannati, che sono Iacop e Marsilio, tutti eletti in consiglio regionale.

      PRESIDENTE. Concluda, per favore.

      WALTER RIZZETTO. Quindi, ribadisco, Presidente, che noi, sotto questo punto di vista, non prendiamo lezioni né da SEL né da Rosato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

      DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente, non avendo parlato finora colleghi del mio gruppo credo di avere cinque minuti, ma sono molto rispettoso perché parto dall'emendamento: tanti colleghi di Forza Italia voteranno contro questo emendamento, io ed altri voteremo a favore di questo emendamento, quindi, credo di non fare torto a nessuno con questa rappresentazione onesta delle cose. Credo però di interpretare il sentimento di tanti...

      PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, giusto per chiarezza. Il presidente Sisto ha parlato per il gruppo, quindi, lei ha un minuto a titolo personale.

      DANIELE CAPEZZONE. Mi terrò nel minuto, signora Presidente per dire questo. Io sono un amante della democrazia americana che è fondata sul free speach e sulla libertà di parola anche per chi brucia la bandiera americana – poi, dopo, se ne assumerà la responsabilità – quindi i colleghi del MoVimento 5 Stelle hanno tutto il diritto di dire quello che vogliono, poi ciascuno ha il diritto di dolersi. E allora, da liberale, mi lasci dire che io oggi sono molto d'accordo con il collega Rosato che si è addolorato e denuncia il fatto che vengano aggrediti verbalmente dei cittadini innocenti ancora per Costituzione. Però dico al collega Rosato che tutta la sinistra italiana sarebbe più credibile quando oggi si duole se non avesse praticato questa stessa arma per tanti anni contro gli avversari politici.

      PRESIDENTE. Deve concludere.

      DANIELE CAPEZZONE. Quante volte, colleghi della sinistra, e concludo, giornali della sinistra, televisioni della sinistra – dimenticate Berlusconi io parlo di tutti i cittadini italiani – hanno usato l'aggressione politica contro cittadini che erano indagati ancora innocenti ? Allora io spero che la sinistra voglia fare una profonda autocritica e una profonda revisione...

      PRESIDENTE. Grazie, deputato Capezzone.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

      CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, io mi chiedo, ma obiettivamente, quest'Aula ritiene normale che una persona non possa diventare bidello se condannato, però può diventare senatore della Repubblica ? Mi chiedo, inoltre, se vi sembra normale che fino a pochi anni fa, in proporzione, c'erano più condannati, indagati, quindi pregiudicati, in Parlamento rispetto a Scampia. Vi sembra normale ? Questo è un dato oggettivo e si vede dalle leggi che poi partorisce questo Parlamento. Quindi, vorrei sentire un po’ le argomentazioni della maggioranza. Noi non facciamo di tutta un'erba un fascio, perché quando parliamo di indagati, non diciamo che sono delinquenti, ma esistono le sanzioni reputazionali che arrivano prima del timbro della Cassazione e, quindi, finché non c’è il timbro della Cassazione, è buona norma, e questo lo diceva anche Borsellino, fare un passo indietro.

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      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno. Ne ha facoltà.

      FRANCO BRUNO. Signora Presidente, vorrei parlare di questo emendamento Toninelli 2.204, quello simile, l'emendamento Bindi 2.35 è stato ritirato dalla presentatrice e quindi, poi, discuteremo in un'altra occasione i casi di ineleggibilità e di incompatibilità, perché qui ci sta scritto che fanno parte del Senato i presidenti delle giunte regionali, punto. Non c’è scritto altro, leggetelo; gli argomenti che state utilizzando magari li affronteremo in un'altra sede. Anche perché questo emendamento, simile a uno già ritirato, ha secondo noi una rilevanza molto importante e un approfondimento, a mio avviso, l'Aula lo dovrebbe fare. Guardate, io tendenzialmente non sarei d'accordo su questo emendamento, anche se alla fine spiegherò che lo voterò comunque, per un motivo ben preciso: basta leggere i vari statuti regionali e anche la legge di riferimento per capire che in qualche modo questi enti, le regioni, sono costruiti con una diversità di funzione al loro interno ovvia: c’è una funzione legislativa, c’è una funzione dell'esecutivo. E il bilanciamento dei poteri dovrebbe portare a tutelare, difendere questa diversificazione fra i consiglieri regionali e l'esecutivo, il presidente. Purtroppo, bisogna riconoscere che, negli anni, l'esecutivo ha prevalso completamente sulla funzione legislativa delle regioni e, di fatto, i presidenti – addirittura in alcune circostanze ormai diventano governatori – assommano su di sé tutta la funzione dell'esecutivo e sono in grado, ormai, di condizionare in maniera amplissima i consigli regionali. Tant’è che io ho come il sospetto che non ci sarà nemmeno un presidente delle regioni, ancorché eletto dai consigli regionali, che non verrà all'Assemblea dei grandi elettori a votare il Presidente della Repubblica con noi.
      Quindi, di fatto, anche se rimane il meccanismo che già c’è, sono sicuro che i presidenti delle regioni parteciperanno al nuovo Senato, semmai un nuovo Senato vedrà la luce. A questo voto ha ragione l'onorevole Bindi: tanto vale riconoscerlo direttamente anche in Costituzione e fare in modo che i presidenti, in quanto eletti dal popolo, vengano al Senato della Repubblica, e che il popolo possa scegliere anche i consiglieri regionali. Anche qui, nel vostro emendamento non avete scritto che il popolo può scegliere i consiglieri regionali, salvo quelli inquisiti, salvo quelli indagati, salvo quelli colpevoli e così via. Tuttavia, il problema dell'ineleggibilità e dell'incompatibilità, che esiste, si discute in altra sede. In questa sede, il problema è più sottile, secondo me andrebbe approfondito. E l'emendamento, proprio perché allarga la possibilità di scelta degli elettori e non lo racchiude dentro gli stessi consigli regionali, a mio avviso merita di essere votato.

      ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su quale articolo ?

      ROBERTO GIACHETTI. Presidente, faccio riferimento agli articoli 41, 45, 58 e 89 del Regolamento, semplicemente per significare all'Assemblea – ovviamente, poi, sappiamo perfettamente, Presidente, che ciascuno di noi, quando presiede, ha anche l'oggettivo obbligo di interpretare le norme e applicarle – che il Regolamento della Camera, quello che regola anche la civiltà dei nostri rapporti, non è soltanto quello che è scritto negli articoli che appaiono sul Regolamento. Infatti, ciascuno di noi si è imbattuto, anche quando era all'opposizione, con le prassi, che spesso stravolgono anche la lettera del Regolamento, però fanno regola, e poi con le decisioni formali della Giunta per il Regolamento, che interpreta le norme e, nel momento in cui le interpreta, le fa diventare cogenti per tutti quanti, per chi presiede e anche per chi le deve rispettare.
      Le leggo asetticamente quanto il 24 ottobre 1996 la Giunta per il Regolamento, all'unanimità, ha deliberato in relazione a un tema delicato, che non è un problema di educazione o di aggressione fra di noi: Pag. 63è un tema delicato perché riguarda l'identità e anche la possibile distruzione dell'identità delle persone, che avviene fuori di quest'Aula spesso e volentieri, magari potremmo evitare che avvenga dentro quest'Aula. Solo a titolo di esempio, Presidente, se noi questo dibattito l'avessimo fatto venti giorni fa, probabilmente in quell'elenco ci stavano anche quei consiglieri regionali del secondo troncone in Piemonte che erano stati indagati su questa materia e che sono stati prosciolti nonostante indagati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). Però, mi limito a leggere a tutti noi, e questo ovviamente non deve implicare per nessuno l'obbligo di nulla.
      Dice la Giunta per il Regolamento: «La particolare tutela che l'articolo 68 della Costituzione accorda alla libertà di espressione dei parlamentari è fondamentale guarentigia di indipendenza nell'esercizio della rappresentanza politica. L'ampiezza di tale prerogativa richiede, tuttavia, un vigile senso di responsabilità da parte di coloro che non sono titolari, affinché essa non si trasformi in arbitrario strumento per ledere diritti e posizioni soggettive di persone fisiche e giuridiche, come gli organi dello Stato, parimenti garantiti da norme di rango costituzionale. È dovere della Presidenza garantire nei dibattiti parlamentari il pieno svolgimento della libertà di manifestazione del pensiero e del diritto di critica e di denunzia politica. Allo stesso modo, la Presidenza dovrà assicurare che tali fondamentali diritti siano esercitati nella forma adeguata al ruolo costituzionale del Parlamento e alle normali regole di correttezza parlamentare. Tale regola generale dev'essere fatta valere con particolare rigore a tutela dei soggetti esterni che, non essendo parlamentari, non possono avvalersi del diritto di replica e degli strumenti offerti dall'articolo 58 del Regolamento ai deputati, i quali, nel corso di una discussione, sono accusati di fatti che ledano la loro onorabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
      Di conseguenza, in considerazione del valore che riveste ogni dichiarazione pronunziata nelle sedi formali del dibattito parlamentare, sia nel rapporto fra la Camera e altri organi costituzionali sia negli effetti sulla sfera personale dei singoli, è dovere della Presidenza assicurare che la libera manifestazione del pensiero e della critica non vada mai disgiunta dall'impegno dei modi corretti e delle forme appropriate al linguaggio parlamentare e non abbia quindi a trascendere nella diffamazione personale o nel vilipendio degli organi dello Stato» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

      ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per un richiamo all'articolo 8 del Regolamento, anche con riferimento a tutti gli articoli citati dal collega Giachetti.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, il riferimento è anche condivisibile, se non si prende in considerazione che non ha nulla a che fare con quello che sta accadendo in quest'Aula. Quindi, citare una decisione a caso in un'epoca storica che, il collega Giachetti mi consentirà, essere totalmente differente, non ha alcuna rilevanza nella direzione che la Presidenza deve avere. In particolare io ho seguito attentamente quella decisione della Giunta e fa riferimento all'importanza di non ledere i diritti soggettivi, fa riferimento all'importanza di non ledere la dignità altrui, fa riferimento all'importanza di non richiamare la sfera personale soprattutto di soggetti che sono esterni all'Aula perché evidentemente non possono difendersi in quel momento. Questo non c'entra esattamente nulla con quello che sta accadendo qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per il semplice fatto che noi non stiamo né ledendo i diritti soggettivi di quelle persone, in questo caso il diritto soggettivo coinvolto dovrebbe essere il diritto all'onore o alla reputazione. E allora tale diritto potrebbe essere leso nel caso in cui noi, oltre a citare i casi che sono pubblici, caricassimo quella citazione di accuse nei confronti di quella persona, cosa che in Pag. 64questo caso non accade, perché noi ci siamo limitando semplicemente a citare delle notizie che sono pubbliche e che riguardano soggetti che, ahimè – evidentemente per voi no, ma ahimè – sono esposti pubblicamente perché esponenti dei cittadini all'interno delle istituzioni. Quindi, Presidente, non c’è alcuna lesione, noi stiamo liberamente manifestando il nostro pensiero riguardo a fatti e circostanze che sono di pubblica conoscenza e conoscibilità. Quindi la invito Presidente a non accogliere il richiamo, la riflessione e lo spunto del collega Giachetti e di far proseguire i lavori parlamentari nell'interesse dei cittadini alla libera manifestazione del pensiero dei loro rappresentanti nel Parlamento e alla trasparenza del Parlamento stesso e delle conseguenze che gli atti che qui vengono presi hanno sulla vita dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

      NICOLA FRATOIANNI. Presidente, confermo che, per le ragioni già espresse dai miei colleghi e prima dell'onorevole Bindi, voterò a favore di questo emendamento, anche se, lo dico con sincerità, la discussione che si è sviluppata mi lascia sconcertato. Siamo ormai a un livello che rassomiglia a quello delle barzellette sugli ebrei che sono tutti tirchi, degli italiani che sono tutti mafiosi o peggio – queste non sono barzellette, ma sono pezzi della polemica politica di queste ore – degli islamici che sono tutti terroristi. Lo stesso dicasi per i consiglieri regionali. Vedete, il tema della corruzione e del malaffare è un tema importante che va colpito con durezza, senza eccezioni, ma che non può mai diventare il terreno dell'identificazione di una categoria, peggio, di un genere, ancor peggio di una religione, perché questo produce solo ignoranza, confusione, perfino incapacità di colpire quel malaffare, e quando la propaganda – finisco subito, Presidente, mi dia solo qualche secondo in più, chiederò al capogruppo al limite di poterlo scalare dai nostri tempi – non aiuta la lucidità del discorso politico succede anche che ci si sbagli, perfino su cose semplici. Lo dico per suo tramite al collega Brescia, che ha detto che con noi sta facendo una battaglia e tuttavia vuole rivendicare la possibilità di dire quello che vuole, a volte ci si sbaglia persino su cose semplici, ne ho qualche competenza...

      PRESIDENTE. Deve concludere.

      NICOLA FRATOIANNI. Finisco subito.

      PRESIDENTE. No, deve concludere.

      NICOLA FRATOIANNI. Ha qui ricordato che il presidente Vendola è rinviato a giudizio...

      PRESIDENTE. Deve concludere.

      NICOLA FRATOIANNI. Gli voglio ricordare che non è così, siccome sono coimputato nel processo, non c’è neanche il rinvio a giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caso. Ne ha facoltà.

      VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Esprimendo il mio voto favorevole su questo emendamento, intervengo giusto per ribadire che, parlando di una contrapposizione tra un Senato votato dai cittadini e invece un Senato nominato all'interno dei consigli regionali, non riusciamo a capire come non si possa discutere della composizione attuale dei consigli regionali.
      Io sono stato eletto in Lombardia e nell'ex consiglio regionale della Lombardia ci sono stati più di sessanta indagati, quindi scusateci tanto se uno si sente preoccupato quando queste persone poi ce le possiamo ritrovare anche al Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Scusateci tanto, ma evidentemente è una preoccupazione solo Pag. 65nostra. Invece, io sono felice che i miei colleghi abbiano fatto l'elenco delle persone indagate e condannate, facendo anche questa distinzione. Non solo ne sono contento, ma siamo anche orgogliosi di non stare zitti e invece di fare questi nomi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

      SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente, intervengo anche per rasserenare i componenti di Sinistra Ecologia Libertà. Facendo una piccola, piccolissima ricerca su Google ovviamente in 0,21 secondi scrivendo: «condannati consiglieri regionali» escono circa 581 mila risultati. Ciò per essere oggettivi perché non è il blog di Grillo, ma è una ricerca della rete: hanno truffato sui rimborsi i consiglieri regionali, revoca vitalizi per consiglieri regionali, condannato consigliere regionale, Piemonte, «spese pazze».
      Questo è per dire alle persone che ci seguono da casa di andare a controllare loro stessi con i propri mezzi le persone che andranno ad occupare i banchi del Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

      MIRELLA LIUZZI. Signora Presidente, io credo che il rinvio a giudizio non sia un fatto interessante soltanto perché è sui giornali riguardo ad alcuni personaggi politici. È interessante perché a volte ci sono delle giunte regionali che cadono a causa del rinvio a giudizio, ciò che è successo in occasione del 2013 proprio in regione Basilicata, dove il presidente della regione, rinviato a giudizio attualmente e travolto dall'indagine «Rimborsopoli» insieme ad altri trenta consiglieri regionali e ad altri assessori tra cui uno condannato, in questo momento si è dovuto dimettere. Questo credo che sia fondamentale e assolutamente rilevante e non aggiungo ulteriori commenti personali perché sono i fatti ed è la cronaca che lo dimostra.
      Quindi, noi stiamo riportando semplicemente un qualcosa che potrebbe avverarsi nel nuovo Senato, per cui il presidente De Filippo, che è adesso attualmente sottosegretario alla sanità e che è attualmente membro di questo Governo, si è dimesso e ha fatto cadere la giunta regionale proprio per un rinvio a giudizio di «Rimborsopoli» ed è assolutamente assurdo che sia stato sostituito da un altro rinviato a giudizio, Marcella Pittella, che sarà qui a votare il Presidente della Repubblica insieme anche...

      PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

      GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Noi non stiamo chiedendo la luna, ma stiamo semplicemente chiedendo che i futuri senatori vengano eletti a suffragio universale diretto. Io, Presidente, voglio dire anche però che sono stufa, veramente stufa di vedere colleghi che utilizzano in quest'Aula il principio di non colpevolezza come giustificazione per salvare, o ancor peggio per non parlare, delle nefandezze che spesso vengono compiute da consiglieri regionali, da sindaci, da ex consiglieri provinciali o da deputati e parlamentari stessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il principio di non colpevolezza è un principio che attiene al diritto penale, ripeto: penale. C’è una questione etica e morale di cui parlava anche Berlinguer – un attimo solo, Presidente – più di trent'anni fa...

      ARTURO SCOTTO. Piano con Berlinguer !

      GIULIA SARTI....e che sembra che voi abbiate completamente dimenticato. Questione etica e morale che riguarda soprattutto amministratori pubblici indagati per reati gravi, che dovrebbero avere la coerenza di rassegnare le proprie dimissioni o Pag. 66di sospendersi dalla propria carica fino all'esito della sentenza. Questa sarebbe coerenza. Solo per citare il sindaco della mia città...

      PRESIDENTE. La ringrazio, il suo tempo è scaduto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

      CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente. Dispiace moltissimo il livello di discussione a cui stiamo assistendo in quest'Aula e dispiace ancora di più che sia avvenuto proprio in occasione di questo emendamento che ha presentato anche il MoVimento 5 Stelle, ma che è troppo impegnato a fare le liste di prescrizione...

      MASSIMO ENRICO BARONI. Proscrizione !

      CELESTE COSTANTINO. ... per potersi concentrare e spiegare il merito di questo emendamento.
      E però noi invece su quello vorremmo ritornare, perché in questo emendamento vengono stigmatizzate almeno tre delle cose che ci stanno più a cuore nel corso di questo provvedimento, e che vedremo verranno stravolte da qui a poco, perché si elenca la composizione dei cento senatori, che, a quanto pare, verrà cambiata, si parla dell'elezione diretta e si parla anche della presenza dei presidenti delle regioni.
      Io voglio ringraziare l'onorevole Bindi che in questa occasione, pur ritirando l'emendamento, ha detto che voterà a favore, perché dimostra come, diciamo, c’è ancora qualcuno nel Partito Democratico che non ubbidisce al capo...

      PRESIDENTE. Concluda.

      CELESTE COSTANTINO. ... e che disobbedisce a questa riforma.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

      GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Io voglio dire che sinceramente non ho capito di cosa stiamo parlando. Con questo emendamento, firmato da tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle, voi sostenete che il Senato deve essere composto dai presidenti delle giunte regionali, di diritto, e poi dai consiglieri regionali, eletti dai cittadini contestualmente all'elezione del consiglio regionale.
      Quindi, siete voi che state dicendo questo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), su cui io sono d'accordo e voterò a favore. Voi leggetelo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico) !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

      MATTEO MANTERO. Presidente, voglio ricordare, a Rosato e agli altri colleghi che si appellano al terzo grado di giudizio, che i senatori godranno dell'immunità. Quindi, di fatto state trasformando il Senato in un rifugio per i vostri indagati, per sottrarli ai processi.
      In Liguria abbiamo circa il 40 per cento di indagati nella giunta regionale. Ora, saranno sicuramente assolti, anche se io non credo, però devono essere assolti nei processi e non sfuggire ai processi. Ora io, anche se voi vi risentite, ve li leggo: sono Claudio Montaldo, assessore del PD alla sanità, che è indagato per turbativa d'asta e abuso d'ufficio; Lorenzo Castè, che è del gruppo misto, per falso e peculato; Marco Limoncini, dell'UdC, che è indagato per peculato; Rosario Monteleone, dell'UdC, che è indagato, anche lui, per peculato ed è stato anche grande elettore per l'elezione del nostro ex Presidente Napolitano; Franco Rocca, del PdL, indagato per peculato; Alessio Saso, del PdL, indagato per voto di scambio; Luigi Morgillo, del PdL, che è appena stato scelto come grande elettore, indagato per peculato.
      Purtroppo, l'elenco è ancora lungo e, quindi, non credo che riuscirò a finirlo. Raffaella Della Bianca, del gruppo Misto, Pag. 67indagata anche lei per peculato; Aldo Siri, della Lista Biasotti, indagato anche lui per peculato e così via, dato che ce ne sono parecchi altri.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

      RENATA POLVERINI. Grazie, Presidente. Questo è il primo intervento che faccio in quest'Aula rispetto alla riforma costituzionale, perché sono altri i colleghi che la stanno seguendo con puntualità in Commissione e, quindi, anche in Aula. Però, siccome ho la responsabilità di chi sa che questo dibattito verrà consegnato alla storia della Repubblica italiana, ho il dovere di fare alcuni chiarimenti e, soprattutto, mi aspetterei, in quest'Aula, da chi tanto si sta dando da fare per riformare al meglio, mi auguro, il Senato della Repubblica, che ci fosse la consapevolezza di quali sono e di come sono composti gli organismi dello Stato, a cominciare dalle regioni di cui stiamo parlando.
      Ricordo a me stessa che alcuni hanno richiamato componenti della giunta Polverini rispetto alla questione più nota come «rimborsopoli». Voglio dire che c’è una distinzione tra il consiglio regionale e la giunta e che nessuno dei miei assessori si è trovato coinvolto in questa vicenda. Lo dico perché le parole hanno un peso e, siccome tutti i giorni abbiamo lezioni da grandi costituzionalisti in quest'Aula, almeno studiate come sono composti un consiglio regionale e una giunta regionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

      DAVID ERMINI. Presidente, in ordine all'emendamento io ritengo che si possano avere posizioni diverse. La maggioranza ha scelto la composizione del Senato con i consiglieri regionali; ma io una considerazione iniziale la vorrei fare: o noi decidiamo di abolire le regioni, oppure è evidente che le regioni solo una parte importante del nostro Stato, e quindi la scelta che è stata fatta la ritengo opportuna, ecco perché voteremo contro questo emendamento.
      Ma ritengo anche opportuno che qualcuno ad un certo punto si facesse qualche domanda. Io ho sentito oggi parlare di tante cose, e sono fra l'amareggiato, il disgustato, lo stupito, il meravigliato, perché io, al di là delle banalità e degli errori che abbiamo sentito dire: oggi abbiamo sentito parlare addirittura di autorizzazione a procedere, che non esiste più. Io mi chiedo se qualche volta ogni tanto si potrebbe magari anche studiare quello che si dice, perché vede, signor Presidente, in questo Parlamento è bello dire sempre quello che si pensa, ma ogni tanto bisognerebbe anche pensare a quello che si dice; e quello che si dice tante volte va un po’ fuori dai binari.
      Vede, a me dà noia una cosa in particolare: l'utilizzo di quest'Aula, che non è più l'Aula di qualche tempo fa, dove soltanto i giornali pubblicavano quello che veniva detto: oggi l'Aula del Parlamento è in diretta e tutti la vedono. E l'utilizzo meschino delle liste di persone che ancora devono subire un giudizio oggettivamente mi disgusta; perché si dice bene: io riporto le notizie dei giornali, ma non ci si rende conto del male che si può fare a delle persone che potrebbero essere innocenti. Ed è proprio questa la cosa che è veramente ingiusta, che va respinta, perché l'utilizzo di una giustizia sostanziale, invece che dia giustizia formale, richiama a dei periodi così brutti della storia, che dovrebbero farci inorridire. E sappiano i giustizialisti de’ noantri, lo sappiano bene, che quando si vuole giustiziare gli altri senza avere neanche spesso gli elementi definitivi, qualcuno poi arriva a giustiziare noi. E sempre questo la storia ci ha insegnato !
      E vorrei dire che mi dispiace molto: mi dispiace molto perché soprattutto da persone giovani, che dovrebbero dare una mano a costruire questo Paese, invece si Pag. 68vede proprio la voglia di distruggere quello che c’è. E io vi dico: è vero, ci possono essere qualche decina di rappresentanti del Partito Democratico che stanno subendo dei processi e che li hanno subìti ma io voglio dire che le migliaia di rappresentanti del Partito Democratico, quelli che amministrano tutti i giorni i nostri comuni, quelli che la mattina si alzano per le indennità misere che hanno, e hanno un sacco di responsabilità, hanno tanto da insegnare a questi signori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E questi signori si dovrebbero sciacquare la bocca prima di parlare dei militanti, delle persone del Partito Democratico: sì, quelli che si alzano la mattina presto, che fanno tardi alle riunioni e che non sono venuti in Parlamento con 12 clic, ma che hanno vissuto una vita nelle sezioni, fra la gente, nei cortei, tra gli studenti e fra i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Questa è una vergogna, che noi non possiamo accettare !
      E quindi io direi: guardate, ho apprezzato tanto il richiamo del presidente Giachetti. Lo ha fatto in modo pacato, signor Presidente, ma credo che tutti ci dovremmo ripensare. Ognuno qui può dire quello che vuole, certo, ognuno ha le proprie posizioni, ma dobbiamo anche ricordarci che siamo in un'Aula che ha visto delle persone che hanno sacrificato la loro vita, e non hanno nessuna intenzione di farsi dare lezione da delle persone che sono qui casualmente, e che forse sono qui di passaggio, e nemmeno sanno poi cosa faranno domani (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

      ANTIMO CESARO. Presidente, noi vediamo spesso sollecitati ad intervenire in questo dibattito sulle riforme costituzionali, e talvolta il nostro silenzio, che è un silenzio opportuno davanti al livello così basso della discussione, viene scambiato per una volontà di non contribuire; ma talvolta il silenzio vale più di molte parole.
      Io vedo agitarsi in Aula dei padri costituenti «in sedicesimo», che agitano una questione morale utilizzando una purezza che presupporrebbe un pudore, e non il ricorso a google per andare ad individuare una lista di proscritti o condannati o inquisiti, non conoscendo neanche la differenza fra i gradi di giudizio, che è stata richiamata opportunamente nel dibattito costituzionale attraverso il richiamo all'articolo 27 della nostra Costituzione.
      Mi limito, quindi, a dire che, visto che il collega Sannicandro la volta scorsa ha evocato la lettura da parte dei posteri degli atti parlamentari di queste giornate, a voler utilizzare questo metro di paragone, Pietro Nenni, che, per esempio, è stato più volte inquisito e condannato, in Italia e in Francia, non avrebbe avuto diritto di parola né il diritto di sedere nell'Assemblea costituente, e, soprattutto, non ci avrebbe lasciato quella bellissima frase che mi sento di ricordare ai miei colleghi: «A fare a gara a fare i puri, trovi sempre qualcuno più puro che ti epura», verbo che loro conoscono molto bene e che mi auguro possano bene ricordare ogni volta che prendono la parola (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

      ARCANGELO SANNICANDRO. Io sono esterrefatto nel vedere come gli amici e colleghi del MoVimento 5 Stelle stanno svilendo un ottimo emendamento. Hanno avuto l'abilità di far parlare d'altro, anziché inchiodare il Governo a darci una risposta: per quale motivo non vogliono il suffragio universale e diretto (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
      Posso finire o no ? Lo avete sottoscritto in massa, avete trovato il consenso anche di altre persone di altri schieramenti politici e voi lo trattate così, parlando d'altro ? Certo, si può parlare anche di quello, Pag. 69ma nel momento opportuno. Adesso dovevate valorizzare questo emendamento e non lasciarlo alle ortiche, dopo averlo soltanto proposto ! E noi, nonostante voi, lo voteremo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.

      PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. Questo emendamento è impraticabile, perché si pretende che i senatori siano eletti a suffragio universale e diretto, contestualmente all'elezione dei rispettivi consigli, tra coloro che sono stati eletti consiglieri regionali. Ma non sappiamo chi sarà eletto consigliere regionale, e quindi «contestualmente» non si può fare, a meno che non si interpreti che sono stati eletti consiglieri regionali nella tornata precedente. Questo è veramente insopportabile dal punto di vista tecnico.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

      ANDREA COLLETTI. Presidente, mi interessava prendere la parola dopo l'intervento del renziano Ermini, mio collega in Commissione giustizia, perché qui, spesso, si vuole confondere la responsabilità penale con la responsabilità politica. Purtroppo, l'Italia è uno dei Paesi più corrotti d'Europa proprio perché non vi è alcuna responsabilità politica da parte dei propri eletti, ma, soprattutto, da parte dei propri partiti.
      Prendiamo atto che Renzi e i suoi renziani hanno cambiato verso, per cui ormai è accettabile difendere i corrotti o i truffatori, come si è difeso Azzollini al Senato, salvando le sue intercettazioni, però noi ripeteremo qui che è comunque vergognoso questo modo di fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PAOLO TANCREDI. Non lo puoi dire che è un corrotto ! Vergognati (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      PRESIDENTE. Deputati, per favore ! Avevo iscritto come ultimo intervento su questo emendamento il deputato Chaouki, che però non vedo in Aula. È assente, sta bene.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.204, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Lo Monte, Lavagno...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     447            
            Votanti     444            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     223            
                Hanno votato     121                
                Hanno votato no     323.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Covello, Sbrollini, Borghi e Pes hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 14,10).

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Presidente, è dalle 9 di questa mattina che siamo all'interno di quest'Aula parlamentare in maniera continuativa. Oggi credo che ci sia la dimostrazione del fatto che non ci siano tempi certi, sono state fatte anche delle votazioni a ripetizione, magari ad uno, due minuti di distanza una dall'altra. Ciò non consente ai deputati di poter fare nemmeno una pausa fisiologica, se non saltando un Pag. 70voto e, quindi, venendo meno al mandato parlamentare per cui si è all'interno di quest'Aula. Le chiedo questo ai fini di potere effettuare una pausa fisiologica e ristorarsi, visto che l'Aula prevede una chiusura alle ore 16, e siamo qui dalle 9, sette ore continuative all'interno di quest'Aula. Per qualcuno probabilmente visto che frequenta il bar in maniera costante, magari è anche semplice andarci, per altri che decidono di partecipare attivamente a un dibattito sulle riforme costituzionali viene meno la possibilità di adempiere a dei bisogni fisiologici, e lì francamente ho qualche perplessità fino a quando lo si possa fare, e c’è inoltre la necessità di ristorarsi che credo dalle 9 di questa mattina sia un diritto. Pertanto, le chiedo una pausa di almeno 15 minuti. La ringrazio.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, l'onorevole Longo.

      PIERO LONGO. No, Signor Presidente, io volevo parlare sull'emendamento.

      PRESIDENTE. Allora, dopo, onorevole Longo.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, avevo intuito meglio di lei, la volontà dell'onorevole Longo.

      PRESIDENTE. Perché siete vicini.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, invece io le sottopongo un punto importante. Rispetto ai colloqui che ci sono stati anche durante la Conferenza dei presidenti di gruppo più volte è stato ribadito dalla Presidente la possibilità di essere flessibili sull'orario dei lavori, anche in relazione alle vicissitudini dei vari gruppi che si susseguivano nelle diverse giornate, quindi non in modo preordinato e non fossilizzando il calendario così come previsto dall'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo. Io le faccio presente che è stata mandata, e non abbiamo avuto ancora risposta ufficiale, alla Presidenza la richiesta di sospendere i lavori odierni alle 14,45, perché i gruppi della Lega di Camera e Senato, lo può testimoniare anche la comunicazione mandata alla questura di Roma, manifesteranno rispetto alla decisione presa ieri dalla Consulta, proprio davanti alla Corte costituzionale in dissenso alla decisione presa riguardo alla bocciatura del referendum sulla «legge Fornero». Quindi penso che in rispetto delle prerogative politiche dei diversi gruppi, dunque anche venendo incontro all'esigenza, ovviamente, non di rilevanza politica, del collega del MoVimento 5 Stelle, si potrebbe a questo punto sospendere, come da richiesta, l'Aula alle 14,45, così da venire incontro alla loro richiesta, ma soprattutto all'esigenza politica della Lega Nord. Mi auguro che su questo ci possa essere il consenso di tutti i gruppi parlamentari, perché – ripeto – non è assolutamente strumentale, ne sarà testimonianza la comunicazione mandata in questura e anche quanto potrete vedere sui mezzi d'informazione, ma si tratta della battaglia politica che la Lega sta portando avanti sul tema.

      FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Zaratti, dico che su questo argomento darò la parola ad uno per gruppo ai gruppi che la chiedono, poi il Presidente darà la risposta e poi si andrà avanti.
      Prego, onorevole Zaratti.

      FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, nell'elencare così la successione dei tempi, il fatto che lei abbia detto di andare avanti sembrerebbe quasi definire già e anticipare...

      PRESIDENTE. «Andare avanti», ma possiamo andare avanti in mille modi. Prego.

Pag. 71

      FILIBERTO ZARATTI. La ringrazio. Io ho chiesto la parola per associarmi alle richieste dei colleghi per una pausa tecnica, perché questa mattina abbiamo fatto 25-26 voti, quindi, sta a significare che c’è una disponibilità ad accelerare l'andamento dei lavori. Quindi mi pare che la pausa tecnica possa essere concessa.
      In più vorrei aggiungere una considerazione. La prassi parlamentare consente ai gruppi parlamentari, quando hanno un'iniziativa politica di particolare rilevanza, che vi possa essere una sospensione per consentire a quel gruppo politico di svolgere quell'attività. Da questo punto di vista la richiesta del collega Fedriga mi pare che sia supportata dalla prassi parlamentare consolidata in quest'Aula da molto tempo. Per questo penso che sarebbe buona norma, oltre che cortesia di natura istituzionale tra i diversi gruppi, il fatto che la Lega Nord possa svolgere, appunto, la propria attività, senza dovere mancare ad un dibattito fondamentale ed importantissimo, come quello della Costituzione che stiamo facendo in queste ore.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bini. Ne ha facoltà.

      CATERINA BINI. Signor Presidente, noi siamo per andare avanti con i nostri lavori fino alle ore 16. Ovviamente lasciamo poi alla sua sensibilità la possibilità di svolgere o meno una pausa tecnica di una quindicina di minuti. Però riteniamo che non vi possa essere una sospensione anticipata così ampia, perché francamente pensiamo che, se il gruppo della Lega Nord aveva la volontà di fare una manifestazione come questa, poteva pensarci questa mattina, quando per due ore sono intervenuti sul processo verbale.

      PRESIDENTE. Se non ci sono altri che intendono intervenire, innanzitutto devo chiarire che, come tutti i capigruppo e tutti i colleghi sanno, il calendario originario del dibattito sulla riforma costituzionale – e, onorevole Fedriga, provo a rispondere anche a lei – era immaginato e modulato in un modo diverso rispetto a quello che abbiamo adesso sotto gli occhi, nel senso che voi sapete che era previsto di lavorare anche il pomeriggio, il venerdì e via dicendo. Poi, sulla base di alcune richieste che sono emerse in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, in cui si è chiesto alla Presidente della Camera di riservare degli spazi affinché i gruppi potessero esercitare alcune attività, in particolare, i colloqui che riguardano l'elezione del Presidente della Repubblica, ma in generale manifestazioni e attività del genere in spazi previsti. Infatti, il calendario di mercoledì prevede una seduta che va dalle ore 9 alle 16 proprio per lasciare, a partire dalle 16, ai gruppi quel tempo che era stato chiesto, che la Presidente si era impegnata a dare e che è stato dato.
      Aggiungo anche che, come sapete, questo è un provvedimento contingentato, che si sviluppa nel tempo. Ovviamente l'assoluta liceità da parte delle opposizioni di intervenire questa mattina in base al Regolamento e, sostanzialmente, di allungare di due ore e mezza la seduta, senza che questo, come sapete, rientrasse nel contingentamento, inevitabilmente ha ridotto i tempi di discussione di questo provvedimento.
      Aggiungo anche che – lo dico all'onorevole Crippa –, come lei sa perfettamente, al di là dell'interesse che si può avere per la questione, per molte votazioni, tra un voto e l'altro, sono trascorsi tre quarti d'ora o un'ora addirittura. Quindi, non è che non ci sia stato il tempo per soddisfare le esigenze di questo tipo.
      Però, ragionevolmente, onorevole Fedriga, anche per le vie brevi, la Presidente le aveva fatto sapere informalmente che, visto che la seduta si sospende alle 16, se la Lega Nord legittimamente intende fissare la manifestazione alle 15 è legittimo, ma sapendo che oggi si sarebbe andati avanti fino alle 16, magari avesse potuto programmare la manifestazione alle 16. Mi rendo conto che la politica non necessariamente trova, per così dire, simmetria con i lavori parlamentari. Però la disponibilità ad interrompere la seduta prima delle 16 non c’è. Invece, a questo punto, Pag. 72dieci minuti di sospensione li consento. Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle 14,30.

      La seduta, sospesa alle 14,20, è ripresa alle 14,30.

      PRESIDENTE. Deputati, se, magari, invece di fare segnali a me, avvisate i vostri colleghi, questo è più utile anche al buon andamento dei lavori.
      Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Toninelli 2.204. Invito soprattutto i colleghi responsabili d'Aula ad ascoltare il seguente speech: avverto che stanno per esaurirsi i tempi previsti dal contingentamento per lo svolgimento degli interventi a titolo personale. Tenuto conto della prassi, la Presidenza concederà l'ampliamento nella misura di un terzo rispetto al tempo originariamente stabilito. Desidero avvertire sin da ora, sia i gruppi, sia i singoli deputati, affinché possano organizzare l'ordine dei propri interventi, che, una volta esaurito il terzo, non saranno concessi ulteriori tempi aggiuntivi. Faccio presente, comunque, che, spettando alla Presidenza, a norma dell'articolo 85, comma 7, del Regolamento, la fissazione dei tempi per lo svolgimento degli interventi di chi intenda esprimere un voto diverso rispetto a quello dichiarato dal proprio gruppo, analogamente a quanto già accaduto in altre occasioni, anche per consentire ad un numero più ampio di deputati di intervenire a titolo personale, a partire dal primo intervento dopo l'esaurimento dei tempi a questi destinati, il tempo concesso sarà pari a trenta secondi.
      Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bindi 2.36 e Toninelli 2.205 a pagine 114 del fascicolo.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia su questi identici emendamenti. Come ho già detto più volte negli interventi che ho già svolto in relazione all'articolo 2, nell'articolo 2 viene indicata la composizione del Senato. Il Senato, appunto, è composto da cento senatori, che sono in rappresentanza degli enti territoriali, quindi possono essere consiglieri regionali e sindaci. Oltre a questi, noi abbiamo cinque senatori di nomina presidenziale. Il fatto che ci troviamo di fronte ad un Senato, non di elezione diretta, ma ad un Senato di secondo livello, è giustificato ed è sostenuto dal fatto che, all'articolo 1, abbiamo stabilito quali sono i ruoli e le funzioni del Senato. Ricordiamo che il Senato ha la funzione di fare da istituzione di raccordo tra le istituzioni del territorio e non le comunità, quindi l'istituzione territoriale e la Repubblica. Questo giustifica il fatto che i futuri senatori siano rappresentanti di queste istituzioni, quindi siano consiglieri regionali o siano sindaci.
      C’è anche una ragione ben più importante, cioè il fatto che questo tipo di struttura delle istituzioni statali dà vita, non più ad un bicameralismo perfetto, così com'era nell'attuale Costituzione, ma ad una trasformazione delle istituzioni verso un monocameralismo paritario. Indicando, quindi, ruoli e funzioni dirette fa sì che Forza Italia sostenga questa riforma, sostenga la composizione del Senato, così come è indicato, appunto, nell'articolo 2 e sostenga le funzioni come sono indicate esattamente nell'articolo 1.
      Voglio ribadire, nonostante quello che alcuni colleghi oggi in Aula hanno detto, che la nostra è una reale convinzione ed è la convinzione di chi da molti anni, da parecchi anni, voleva intraprendere ed ha intrapreso un percorso di ammodernamento e di riforma del nostro Stato e delle nostre istituzioni.
      L'obiettivo fondamentale per noi è quello di rendere più efficienti le istituzioni, soprattutto in quello che è il dare delle risposte ai cittadini, il che significa avere un procedimento legislativo molto più snello rispetto a quello che abbiamo tuttora in corso e la trasformazione delle istituzioni, così come viene delineata all'interno di questa riforma, dove il Senato rappresenta gli organi e le istituzioni territoriali Pag. 73e quindi fa da Camera di compensazione (non certo con la Conferenza Stato-regioni, ma fa da Camera di compensazione) rispetto allo Stato.
      Noi sappiamo che le regioni hanno una funzione legislativa esattamente come lo Stato ha una funzione legislativa e quindi il fatto che ci siano consiglieri regionali e sindaci all'interno del Senato fa sì, sostanzialmente, che ci sia un momento di confronto, di raccordo ed anche di superamento di quelle che possono essere le conflittualità nella definizione delle leggi che poi dovranno riguardare ed anche essere messe in atto dalle regioni.
      Infatti, noi sappiamo che – come abbiamo visto all'articolo primo – il Senato concorre, non esercita in primo grado, ma concorre, quindi darà un proprio parere rispetto al procedimento legislativo come poi lo vedremo delineato nella riforma che vediamo all'articolo 10 e seguenti.
      Quindi Forza Italia voterà convintamente in modo contrario a questi emendamenti.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

      PIERO LONGO. Signor Presidente, questo emendamento non è praticabile, perché è stato scritto in maniera assolutamente contraddittoria. Si pretende di votare contestualmente l'elezione dei rispettivi consigli tra coloro che sono stati eletti consiglieri regionali. Ora «contestualmente» e «sono stati» indicano due momenti completamente diversi: la contestualità e un passato. Non si può votare contestualmente l'elezione dei rispettivi consigli tra coloro che sono stati eletti consiglieri regionali, perché non si sa quali saranno eletti consiglieri regionali. Quindi, l'attenzione è sfuggita evidentemente ai proponenti di questo emendamento.

      PRESIDENTE. Onorevole Bindi, lei ha chiesto la parola, però lei ha già parlato sul complesso degli emendamenti, quindi se è perché deve dare motivazioni di un ritiro è un discorso, altrimenti non le posso dare la parola.

      ROSY BINDI. Presidente, io ritiro questo emendamento, però, se lei mi consente, darei anche una risposta al collega, anche con riferimento alle obiezioni su come è scritto, eventualmente siccome voterò l'emendamento identico, posso fare un tutt'uno. È chiaro collega che...

      PRESIDENTE. Diciamo che ai nostri fini l'importante è che lei ci motivi il ritiro, il resto viene da sé.

      ROSY BINDI. Io lo ritiro perché mi sono impegnata a ritirare gli emendamenti che prevedevano l'elettività dei consiglieri regionali, anche se voterò quello identico perché è assolutamente ragionevole che, mentre si elegge un consiglio regionale, contestualmente all'elezione dei consiglieri regionali, si indica quali di loro, che saranno eletti, andranno a far parte del Senato della Repubblica.
      Se non fossero eletti come consiglieri regionali, anche se indicati come senatori, non potrebbero fare i senatori, perché il Senato è formato da consiglieri regionali: molto tranquilla è la cosa.
      Forse ci poteva essere un verbo al futuro, ve ne posso dare atto, però non credo che questo sia il motivo per il quale questo emendamento non è votabile.
      Il problema per il quale lo si vuole votare è perché si è deciso e si è fatta un'altra scelta, a mio avviso, torno a ripetere, sto motivando il voto positivo all'emendamento identico...

      PRESIDENTE. No, onorevole Bindi, forse non ci siamo capiti...

      DAVIDE CRIPPA. Vedi ? Vedi ? Vedi ?

      PRESIDENTE. Onorevole Crippa, per favore, deve stare molto sereno perché c’è un Presidente che sa fare il suo mestiere. Può posare quel Regolamento e lasci che il Presidente intervenga.
      Onorevole Bindi, la ringrazio per le motivazioni che ci ha dato per le quali ritira l'emendamento e l'intervento è concluso. Onorevole Bindi, forse non ci siamo capiti, lei doveva spiegare le ragioni per le Pag. 74quali ritirava l'emendamento. Siccome ha teso a ribadire le ragioni per le quali vota l'altro emendamento, il suo intervento per quanto mi riguarda è concluso.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

      ALAN FERRARI. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario del Partito Democratico su questo emendamento e le ragioni per le quali il Partito Democratico sostiene un disegno diverso che è quello del testo base, un disegno che viene radicalmente modificato da questa sequenza di emendamenti che propongono alcune varianti molto significative che voglio ricordare: l'elezione diretta dei consiglieri regionali che andrebbero a comporre il Senato, oltre i presidenti delle giunte regionali, e il fatto che vi siano cento senatori in tutto. È ovvio che questo emendamento introduce quella variante, cioè l'elezione diretta, che noi, in più di una occasione, abbiamo motivato essere ben diversa dall'opzione che è stata scelta inizialmente anche dal Governo e dalla maggioranza e poi è stata riproposta nel testo ed è in esame in questi giorni nel corso dei nostri lavori. Il testo che abbiamo come base, e che il Partito Democratico sostiene, propone l'elezione indiretta dei senatori attraverso gli organi dei consigli regionali e la presenza, oltre dei consiglieri regionali, anche dei sindaci nella misura di uno per regione e un numero minimo di due senatori per regione. Detto questo, alcuni dei motivi per i quali noi sosteniamo che l'impianto base sia corretto e, quindi, respingiamo le modifiche proposte da questi emendamenti, è il fatto che l'impianto base, a nostro avviso, ci consente di raggiungere due obiettivi. Il primo è che questo Senato, quello cioè che uscirà dopo i lavori delle nostre Camere, sia un Senato che rappresenta e responsabilizza le istituzioni territoriali e non sia direttamente rappresentante il popolo italiano. Si tratta di una distinzione di merito che vogliamo rivendicare e di un obiettivo che vogliamo raggiungere con questa riforma. L'altro obiettivo che non sarebbe raggiungibile in altri casi ovvero se i senatori fossero eletti a suffragio universale ovvero direttamente dal popolo è quello di una rilevante riduzione di costi che è elemento che noi vogliamo introdurre con questa riforma ed è per questo che abbiamo proposto l'elezione diretta e cioè il fatto che la carica di senatore sia ricoperta da chi ricopre già altre cariche. Io penso più in generale – mi avvio a concludere – che l'approccio corretto al dibattito che abbiamo vissuto fino ad ora e abbiamo ancora dinanzi a noi nel prosieguo di questa discussione sull'articolo 2 e su quelli successivi debba non essere mistificatorio ma deve essere molto pragmatico. Lo dico partendo anche da alcuni spunti che, come sempre, ci offre rileggere ciò che è accaduto nel dibattito parlamentare dell'Assemblea costituente. Due illustri componenti di quella Assemblea, che ci hanno lasciato agli atti molte dichiarazioni e molte riflessioni anche postume rispetto a ciò che era stato deciso allora, ci hanno detto addirittura che il tema della bicameralità tanto quanto il tema di quale assetto avrebbe potuto e dovuto conseguire la Camera alta, cioè il Senato, non erano temi che richiamavano verità assiomatiche di diritto pubblico ma entrambi erano oggetto di valutazioni politiche del tutto legittime tant’è vero che era contestato il bicameralismo perfetto tanto addirittura era presente nel dibattito di allora in modo consistente l'opzione della Camera delle regioni. Quindi, questo per dire che quello che abbiamo ereditato e che per molti anni è rimasto il nostro assetto non è una verità assiomatica ma è un'opzione politica che, dopo decenni di esperienza, la nostra proposta intende rivedere, secondo le riflessioni che abbiamo promosso in questi giorni.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.205, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 75
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Vi pregherei di affrettarvi, colleghi. Colletti, Carfagna, Oliverio, Pannarale, Zoggia, Spadoni. Onorevole Bordo, almeno la tessera. Marti, Artini.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     407            
            Votanti     405            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     203            
                Hanno votato       80                
                Hanno votato no     325.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Vezzali e il deputato D'Agostino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Bindi 2.34.
      Non posso, ovviamente, darle la parola, onorevole Bindi, per dichiarazione di voto, quindi, gliela posso dare solo se lei mi chiede di motivare il ritiro.

      ROSY BINDI. Signor Presidente, ho chiesto precedentemente, su invito della Presidente, se potevo metterlo in votazione per parti separate.

      PRESIDENTE. Abbiamo una risposta per ogni questione, onorevole Bindi. È stata richiesta la votazione per parti separate dell'emendamento Bindi 2.34, sostitutivo del primo e del secondo comma del capoverso dell'articolo 2, nel senso di votare, come prima parte, il primo comma e il primo periodo del secondo comma e, come seconda parte, il secondo e il terzo periodo del secondo comma.
      Ricordo che, affinché un emendamento possa essere scisso ai fini della votazione in più parti, è necessaria, ai sensi del comma 4 dell'articolo 87 del Regolamento, che il testo da mettere ai voti contenga più disposizioni o si riferisca a più argomenti o sia, comunque, suscettibile di essere distinto in più parti, aventi ciascuna un proprio significato logico e un valore normativo.
      Nel caso di specie, il primo comma dell'emendamento in questione fissa in cento il numero dei senatori, mentre il secondo comma stabilisce i diversi criteri che concorrono al raggiungimento di tale numero complessivo. Non è, quindi, possibile, alla luce del richiamato dettato regolamentare, scindere la votazione del numero complessivo dei senatori e di alcuni criteri, rispetto a quella dei restanti criteri stabiliti dall'emendamento, atteso che, ove la prima parte fosse approvata e la seconda respinta, ne risulterebbe un testo in cui non sono individuati tutti i criteri per il raggiungimento del numero complessivo dei senatori. Ciò a riprova del fatto che le due parti, di cui si chiede la votazione separata, non hanno, come invece richiesto dal Regolamento, ciascuna una propria autonomia normativa.
      Alla luce di tali elementi, non posso ammettere la votazione per parti separate nel senso richiesto dalla presentatrice dell'emendamento in questione.
      Quindi, rimane semplicemente da sapere se lo poniamo ai voti oppure se lo ritiriamo. Prego, onorevole Bindi.

      ROSY BINDI. Signor Presidente, lo ritiro.

      ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, io vorrei, in realtà, avere un chiarimento sul suo speech. Ha detto che il primo comma dell'emendamento, che, in realtà, ora è stato ritirato, non può essere votato separatamente dal secondo comma perché è collegato sostanzialmente. In verità, noi potremmo andare a sostituire il primo comma, che dà una composizione di cento senatori, con il primo comma Pag. 76dell'articolo 57, che dà altresì una composizione totale di cento senatori, sebbene divisi in maniera differente.
      In linea teorica, il nuovo articolo 2, così come votato, avrebbe recitato: «Il Senato della Repubblica è composto da cento senatori rappresentativi delle regioni» e, qualora non fosse stata votata favorevolmente la parte scissa, avrebbe continuato con: «I consigli regionali e i consigli delle province autonome di Trento e Bolzano eleggono con metodo proporzionale i senatori».
      Quindi, mi sembra che vi sia comunque una congruenza tra il primo comma, così come potrebbe essere votato favorevolmente, e il secondo comma dell'articolo 2 dell'articolo 57, così come non dovrebbe essere votato. Vorrei avere un chiarimento in merito, solo questo. Magari il problema potrebbe essere la parte pretermessa, dove si dice «sostituire il primo e il secondo comma con i seguenti», qualora non fosse suddiviso quel sostituire il primo e il secondo comma con i seguenti.

      PRESIDENTE. Onorevole Colletti, intanto la ringrazio. Ovviamente, io le ho dato la parola anche se ormai il tema non si pone più, perché l'emendamento è stato ritirato. Quindi, il fatto non sussiste più. Però, per venire incontro alla sua richiesta di precisazione – è sicuramente un problema della Presidenza che non si è spiegata – ma la ripartizione chiesta dall'onorevole Bindi è diversa da quella che lei intendeva. Non è quella la divisione che aveva chiesto l'onorevole Bindi. Era un'altra, se vuole, gliela rileggo. L'onorevole Bindi chiedeva di votare come prima parte il primo comma e il primo periodo del secondo comma e, come seconda parte, il secondo e il terzo periodo del secondo comma, che è diverso da quello che lei ha detto. Comunque il tema è risolto.
      Passiamo all'emendamento Toninelli 2.37. Se non vi sono interventi, passiamo ai voti.
       Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.37, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Sorial, Cariello, Mantero.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     446            
            Votanti     444            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     223            
                Hanno votato     90                
                Hanno votato no     354.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Mita 2.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dell'Aringa, Di Lello, Bolognesi, Gasparini, Tancredi, Fassina.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     450            
            Maggioranza     226            
                Hanno votato     95                
                Hanno votato no     355                

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.41, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

Pag. 77

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 14,55)

      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     456            
            Votanti     455            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     228            
                Hanno votato     98                
                Hanno votato no     357.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Calabrò ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto; la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 2.801, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Carloni, Carella...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     463            
            Maggioranza     232            
                Hanno votato       28                
                Hanno votato no     435                

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Passiamo alla votazione dell'emendamento Rosato 2.202.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

      ETTORE ROSATO. Grazie Presidente, io intervengo su questo emendamento che è teso a ripristinare il testo che era stato approvato dal Senato su un aspetto particolare che è quello relativo alla collocazione dei senatori di nomina presidenziale e faccio il mio intervento con la piena consapevolezza che è un tema di cui si è discusso molto, su cui anche autorevoli, e da me stimati, colleghi del mio gruppo hanno espresso anche valutazioni diverse anche con il loro voto in sede di Commissione.
      Dico questo perché naturalmente questo è un dibattito costituzionale, costituente per alcuni aspetti, ce lo siamo detti in più occasioni ed è chiaro che ci sono...

      PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce per favore.

      ETTORE ROSATO. Ed è chiaro che anche su aspetti di questo tipo ci possono essere valutazioni diverse, ma io vorrei spiegare brevemente quali sono le motivazioni che spingono noi a chiedere di ripristinare il testo del Senato.
      La prima è una valutazione di merito, consapevoli della scelta opportuna che è stata fatta già dal testo presentato dal Consiglio dei ministri, quella di sopprimere i senatori a vita, quella di trasferire la scelta, opportuna anche questa, alla Camera e al Senato: perché ? Perché se c’è una motivazione che noi possiamo portare in maniera molto limpida e trasparente, il dibattito che si è svolto sia durante la Costituente ma anche durante gli anni che hanno visto la presenza dei senatori a vita nella nostra vita politica, è che la fiducia che erano chiamati a esprimere i senatori a vita, di nomina evidentemente presidenziale, quindi senza un rapporto diretto con l'elettorato, era evidentemente una forzatura che spesso ha portato anche autorevoli personalità del nostro mondo anche culturale e sociale, che sono state chiamate a questo prestigiosissimo incarico negli anni, ad assumere decisioni complesse, difficili e a volte – ricordo per i colleghi – anche nelle passate legislature, situazioni sofferte dalle persone stesse.
      Quindi la scelta di collocarli al Senato ha questa caratteristica: quella di metterli nella Camera dove non si esprime la Pag. 78fiducia. In più il Senato, per sua natura, così come è emerso dal testo approvato dal Senato è una Camera eterogenea.
      Certo, ci sono i consiglieri regionali, ma ci sono anche i sindaci e la presenza dei senatori di nomina presidenziale che, ricordo, per scelta anche qui che abbiamo assunto insieme, svolgono il loro incarico non più a vita ma solo per un quinquennio, svolgono il loro incarico gratuitamente, ed è una scelta che li colloca in luogo appropriato. In più io credo che ci siano anche delle motivazioni di carattere procedimentale, che non vanno nascoste e che portano anche in questo a presentare questo emendamento. Le proposte e i percorsi di riforma costituzionale che in questi anni hanno avuto vita sempre molto complicata si sono arenati spessissimo sulla composizione del Senato, sulla voglia di sopprimere il Senato o comunque sulla fine del bicameralismo. Questa volta ci siamo riusciti, il Senato ha approvato un testo che a nostra valutazione, a nostro giudizio è un testo equilibrato, che produce un sistema che consente di avere funzioni diverse però con la fine del bicameralismo. Io credo che questo sia il punto politico che noi dobbiamo tener ben presente, la fine del bicameralismo, la scelta che questo Parlamento sta facendo di porre fine a un bicameralismo che è stato descritto fin dalla Costituente come un problema del nostro sistema istituzionale. Io credo che in questo, con una scelta in questo senso di riportare all'equilibrio che è stato faticosamente costruito in Senato su questo punto, facciamo una scelta che facilita questo percorso e, facilitando questo percorso, diamo una mano a queste riforme ad andare in porto. Lo dico facendo un appello ai miei colleghi di gruppo, riconoscendo il lavoro svolto anche da chi aveva opinioni diverse, idee diverse e ha fatto valutazioni diverse e riconoscendo anche molta ragionevolezza in molte delle motivazioni che sono state portate dai miei colleghi, ma mettendo prima di queste valutazioni, che come sempre si possono tutte mettere...

      PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Rosato.

      ETTORE ROSATO. ... sul piatto della bilancia, ma facendo una richiesta che è quella di facilitare questo percorso di riforme e quindi approvare questo emendamento che ripristina il testo approvato dal Senato.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

      STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, devo dire che ho trovato una maggiore verve nell'onorevole Rosato ieri sera, quando invitava SEL a collaborare alle riforme istituzionali piuttosto che oggi quando mi pare stiamo cercando di difendere l'indifendibile, e mi spiego velocemente, Presidente. Vede, a proposito di collaborazione e di come si dovrebbero fare le riforme istituzionali, la Commissione affari costituzionali, dopo un'intesa e libera discussione, ha valutato che cinque senatori di nomina presidenziale nel Senato delle autonomie non c'entrassero assolutamente nulla, anche perché questo appunto è un Senato che sostanzialmente non ha il potere di legiferare ma semmai di controllo e di portare appunto il contributo delle autonomie. Ora i casi sono due, o i senatori a vita non servono più e quindi si aboliscono, oppure se servono perché possono dare un contributo con la loro autorevolezza, le loro competenze, devono stare nella Camera che legifera, cioè la Camera dei deputati. Ora, perché non si vuole fare questa modifica ? Non per ragioni di merito, infatti devo dire che dall'intervento di Rosato ho capito che si è parlato di tutto, della riforma del bicameralismo, ma non si è parlato del merito della questione. Quindi il problema è che questa riforma è una riforma a pacchetto chiuso, anche le cose che sono banalmente di buonsenso e che richiederebbero appunto una collaborazione fra le diverse forze politiche, non si possono fare. Ora io considero la votazione di questo emendamento davvero come una mia sconfitta Pag. 79personale, perché io con tutta la capacità e l'onestà intellettuale di cui appunto sono capace, mi sono messo a disposizione partendo anche da posizioni diverse rispetto a quelle della maggioranza, per provare a fare un lavoro utile per tutti, emendativo laddove era utile per portare a termine una buona riforma. Capisco da questo emendamento che invece non interessa a nessuno, quindi vinceranno quelli come l'onorevole Rosato che pensano che il Parlamento sia sostanzialmente fatto di passacarte e che c’è qualcun altro che può decidere anche cose assurde e noi le dobbiamo ratificare e che in quest'Aula non è possibile fare una discussione seria nemmeno su una cosa che è evidente a tutti, che non c'entra niente ed è grottesca.
      Anche perché, onorevole Rosato, se il problema è quello della fiducia, si poteva benissimo decidere (visto che la fiducia l'avete tolta a un'intera camera, al Senato) che i cinque senatori di nomina presidenziale non dovessero esprimere la fiducia e potevate prevedere che fossero nominati per la Camera dei deputati. Questa è invece è una banale scusa.
      La verità è che questo articolo è intoccabile perché, se si tocca questo pezzo, che è assurdo, si rimette in discussione tutto e quindi noi la terza e la quarta lettura non la potremmo fare. Questo è il vero ragionamento. Sfido i colleghi a darci ragioni di merito per le quali nel Senato delle autonomie ci debbano stare dei senatori che sono di nomina presidenziale e devono rappresentare – come recita la Costituzione – «coloro che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti». Ora, qui non parliamo né di senatori che ci possano aiutare nella ricetta della pasta al pesto, né di quelli che possono parlare della gondola veneziana, caro Rosato. Non stiamo parlando di contributi alle autonomie locali; qui stiamo parlando di senatori di nomina presidenziale che, se possono dare un contributo, lo possono dare sulla legislazione nazionale alla Camera dei deputati; è chiarissimo ed evidente a tutti. Se poi vogliamo difendere l'indifendibile, poi Rosato non ci venga a dire che il Partito Democratico propone il metodo della collaborazione, almeno questa offesa ce la risparmi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Toninelli. Ne ha facoltà.

      DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. La giustificazione del collega Rosato sul merito di questo emendamento mi ha provocato lo stesso effetto, la stessa irritazione che si ha quando con le unghie si stride sulla lavagna. È un'irritazione piuttosto fastidiosa, ma questo è l'effetto. È questo l'effetto e vado indietro nel tempo di alcune settimane fa per raccontare e spiegare a tutta questa Assemblea la motivazione di questo emendamento.
      Se mi chiedessero qual è l'unico momento in cui questo Parlamento ha rappresentato la democrazia – perché il pluralismo e il confronto hanno portato ad una rettifica e ad un, non diciamo miglioramento, anzi questa volta lo diciamo perché lo avete votato in parte anche voi, quindi ad un miglioramento di questo testo, è avvenuto in Commissione.
      C'era un problema politico all'interno della maggioranza e voi avete bloccato la Commissione, vi siete come al solito riuniti nella vostra stanzetta segreta, però questa volta, a differenza delle altre volte, non avete trovato la quadra. Siamo tornati in Commissione, luogo dove si vota, luogo in cui si prendono o si dovrebbero prendere decisioni per il bene del Paese – noi lo facciamo, voi no – e la maggioranza è andata sotto. È andata sotto perché ? Perché, se dite di fare un Senato di cento persone che rappresentano le istituzioni, mi dite che cavolo c'entrano cinque nominati dal Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Mi dite cosa c'entrano cinque nominati dal Presidente della Repubblica ? Ve lo dico io: non c'entrano nulla, però qui viene il vostro obiettivo della riforma. L'obiettivo qual è ? Il «governismo assoluto» – chiamiamolo così – peggio ancora della riforma di Berlusconi del 2006, bocciata dal referendum, chiamata Pag. 80«premierato assoluto». Voi volete il «governismo assoluto» e, siccome non vi basta un Italicum schifoso che consegna ad una minoranza relativa l'unica Camera, volete che anche l'altra camera, il Senato, nelle poche occasioni in cui conta, abbia una «bellina» quota gestita da chi ? Dal Presidente della Repubblica. E sapete chi lo nomina il Presidente della Repubblica ? Voi, con una legge ipermaggioritaria che vi dà il 55 per cento dei seggi, di conseguenza, un Senato inutile. Però cosa fate ? Di quei cento senatori, ne avrete cinque nominati dal Presidente, che viene nominato da voi, che nominerà quei cinque, che non dipenderanno dal Presidente della Repubblica, ma dipenderanno dalla maggioranza eletta con una legge incostituzionale in quanto ipermaggioritaria.
      Questo è il quadretto di quanto è avvenuto. Voi che fate adesso ? Fate un bell'emendamento per riportare il provvedimento allo status quo ante, cioè come arriva dal Senato, in modo tale che la democrazia venga ulteriormente calpestata e che non ci sia la possibilità al Senato di tornare a dibattere sull'articolo 2. Voi siete una rappresentazione dell'essere antidemocratico di questo Paese. A voi il dibattito democratico non interessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Toninelli, si rivolga alla Presidenza.

      DANILO TONINELLI. Certamente, Presidente. Voi avete messo a capo un Presidente del Consiglio di cui io dico che solo una parte di voi, probabilmente maggioritaria, ha capito solo oggi che è una persona autoritaria perché al Senato con un maxiemendamento che avete chiamato «super canguro» – che belle parole – cosa ha fatto ? Ha precluso tutti gli emendamenti delle opposizioni e delle minoranze all'interno delle opposizioni.
      Ma vi rendete conto che la legge elettorale è la seconda legge più importante dopo la Costituzione ? Avete chiuso il dibattito pure lì e lo state facendo anche qui. Avete o non avete la faccia di andare a casa e raccontarlo ai vostri genitori, ai vostri figli e a chi vi ha eletto ? Vi chiedo semplicemente questo: un minimo sussulto di dignità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà) !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Centemero. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Preannunzio il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

      PRESIDENTE. Colleghi...

      ELENA CENTEMERO. ... e visto che il deputato Toninelli ha ricordato la riforma che abbiamo fatto nel 2005, vorrei anche ricordare che la riforma del 2005 prevedeva la presenza di senatori a vita di nomina presidenziale nel numero di tre tra le persone che avevano reso illustre questo Paese e li prevedeva alla Camera dei deputati.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Lattuca. Ne ha facoltà.

      ENZO LATTUCA. Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, io non capisco. Non capisco che ruolo avranno i senatori a vita nel Senato rappresentativo delle istituzioni territoriali; nessuno è stato in grado di spiegarlo. Non capisco come si possa rivoluzionare composizione, numero, funzioni e natura dell'attuale Senato, tenendo come unico punto fermo i cinque senatori a vita, peraltro gli unici esclusi dal principio di gratuità. Non capisco come si possa non riconoscere ai Presidenti della Repubblica emeriti di partecipare, con piena dignità, ai lavori della Camera dei deputati e non già a quelli di un Senato a competenze ridotte. Non capisco come si possa considerare il compromesso trovato al Senato nel mese d'agosto, sulla composizione Pag. 81della nuova Camera delle autonomie, l'unico o il migliore dei compromessi possibili. Non capisco come si possa rinunciare al tentativo di dare un senso e un verso alla natura e alla composizione del nuovo Senato offrendo, a questa Camera e ai colleghi di Palazzo Madama, l'opportunità di perfezionare il testo di una riforma che continuo e continuerò a ritenere utile e indispensabile, prevedendo la presenza dei presidenti delle regioni, prevedendo che i sindaci vengano eletti dai sindaci, eliminando, appunto, i senatori di nomina presidenziale.
      Concludo, Presidente. Non capisco come si possa vincolare il buon esito di questa riforma a questo emendamento. Il futuro di questa riforma dipenderà dal coraggio che dimostreremo nel fare la cosa giusta, nel fare una riforma coerente con gli obiettivi che ci siamo dati e non dalla paura che ci sia un ripensamento su un elemento di dettaglio. Non capisco, Presidente, e per queste ragioni, non per altre, non posso, in coscienza, votare a favore di questo emendamento (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

      MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente, per questo «spifferino» di cinquanta secondi su una cosa che ne meritava ben di più, dal momento che il mio voto era stato determinante per quell'emendamento, ma prendo atto che la situazione è questa.
      Il cinque per cento di senatori nominati dal Presidente della Repubblica, in una Camera come questa, significa che il Presidente della Repubblica nomina il suo partito, perché è il 5 per cento dei componenti, il suo partito all'interno della Camera delle autonomie. Quindi, la maggioranza che nomina il Presidente della Repubblica ha altri cinque nominati, casomai si dovesse perdere il controllo della Camera.
      Vorrei anche dire che questa riproposizione di questo emendamento dimostra, Presidente – e scusi perché la cosa è «fondamentalissima» –, come sia vero che c’è una maggioranza che impone variazioni costituzionali a una minoranza e non c’è un'Assemblea che decide delle regole della Costituzione. Questo è un testo blindato dalla maggioranza nazarena e questo testo bisogna ingollare. La storia ve la farà pagare (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Baroni. Ne ha facoltà.

      MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, gli altri Paesi che hanno senatori a vita, insieme all'Italia, sono il Burundi, il Paraguay, la Repubblica Democratica del Congo, il Ruanda, a parte il Regno Unito, che ovviamente è una monarchia e che ha una storia, diciamo, aristocratica molto diversa dalla nostra. Però, io vorrei dire alcune cose.
      In particolare, faccio i complimenti al collega Lattuca, che ha veramente dimostrato una grande indipendenza intellettuale. Sappiamo bene, infatti, come è stato espresso da altri colleghi, che questo emendamento non crea un vero potere legislativo, dato che le nomine sono al Senato e abbiamo stabilito che qui alla Camera c’è il potere legislativo, ma crea altre cinque poltrone. Quindi, questa è una partita di giro, di scambio di favori e di poltrone, e la passione di Rosato, nel momento in cui ha illustrato questo emendamento, veramente è stata toccante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Cuperlo. Ne ha facoltà.

      GIOVANNI CUPERLO. Signor Presidente, come altri colleghi, prima in Commissione, poi in Aula, ho cercato di lavorare per il miglioramento di questa riforma e, in questa logica, io continuo ad Pag. 82avere un giudizio positivo sul superamento dei cinque senatori di nomina presidenziale, perché ritengo che si tratti di una correzione ispirata ad una migliore armonia del modello, come peraltro ci era stato indicato da numerose audizioni in Commissione. Ora si teme che una correzione di quell'articolo possa esporre l'intera riforma a maggiori incognite nel suo prossimo passaggio al Senato. Ma, cari colleghi, noi siamo chiamati a giudicare il merito di un nuovo assetto dello Stato, destinato ad una durata che tutti riteniamo non possa essere transitoria, quindi dobbiamo esprimere un giudizio sulla sostanza della riforma e sulla sostanza degli emendamenti che vengono sottoposti alla nostra attenzione, solo questo, oltre ad una procedura che dovrebbe condurre a prendere atto della volontà espressa dalla Commissione nell'ambito dei suoi lavori. Io, in questo momento, prendo atto che la maggioranza del mio gruppo, in questo caso, ha scelto una strada diversa; non la condivido perché credo che non aiuti la riforma, ma temo invece che sarà di ostacolo a nuovi possibili miglioramenti. Per questa ragione, con una motivazione di merito e interamente politica, io non mi riconosco in questo emendamento e, per rispetto nei confronti del mio gruppo, non parteciperò a questa votazione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

      MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, io credo che in un'Assemblea di deputati della Repubblica non ci si debba prendere in giro. Sappiamo tutti che questo non è un emendamento che è stato presentato per il merito, perché lo stesso collega Rosato non sarebbe in grado ora di dimostrare quale sia l'utilità di avere questi cinque senatori a vita al Senato (c'era anche la proposta di averli alla Camera). Quindi, credo che, parlando senza prenderci in giro, l'unica risposta sia quella che hanno già dato altri colleghi, ossia che il motivo vero è che non volete che si riapra la discussione al Senato. Allora, io vi chiedo di ricordarvi davvero che questa è una riforma costituzionale. Più ampio è il dibattito migliore sarà la democrazia che porteremo all'interno di queste Aule e la qualità della legge che verrà prodotta. I padri costituenti ci misero otto mesi a scrivere la Costituzione, noi così ci stiamo mettendo due settimane. Volete davvero togliere a quest'Aula il diritto di fare una terza o una quarta lettura sulla legge più importante dello Stato ? Io credo che questo non ce lo meritiamo, che non se lo meriti il Paese e, quindi, con tutta la calma e la pacatezza del mondo vi chiedo: pensateci bene e date a quest'Aula la possibilità di lavorare nel migliore dei modi e in democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

      DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, insieme a tanti colleghi, non ritengo l'istituto dei senatori a vita un istituto adeguato ai tempi; è un istituto anacronistico e da superare. Peraltro, non ha giovato il fatto che in tanti passaggi di questi ultimi anni alcuni senatori a vita abbiano scelto di farsi parte anche in momenti molto delicati e spero che i colleghi di Forza Italia ricordino tutti bene e spero che siano pochi i colleghi di Forza Italia a votare per il ripristino di quei senatori a vita, che si sono fatti parte in questi anni. Aggiungo conclusivamente: ma come, in una riforma costituzionale, che con una mano toglie l'elettività, con l'altra mano aggiungiamo un altro elemento extraelettorale, cioè i senatori a vita ? Ora, sarà pur vero che nelle democrazie moderne non tutto è elezione, ma non vorrei che per qualcuno la democrazia fosse tutto tranne le elezioni e i momenti elettorali, altrimenti il povero elettore italiano che deve fare ? Sta davanti al computer e «ritwitta» per i più giovani e per i più anziani guarda la TV, ed è finita la festa, Pag. 83non si vota. Per questo votiamo contro questo emendamento.

      EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Come relatore ? Prego, ne ha facoltà.

      EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, intervengo come relatore perché qui sono state dette alcune cose e per il suo tramite, Presidente, mi rivolgo agli autori di quelle cose. Intanto, è stato detto dall'onorevole collega Quaranta che, in sostanza, la proposta da parte della maggioranza di approvare questo emendamento conferma che la riforma arriva alla Camera a pacchetto chiuso. Io vorrei ricordare all'onorevole collega Quaranta, per il suo tramite, che il lavoro di Commissione ha modificato il quorum che servirà per eleggere il Presidente della Repubblica, portandolo, ricordo a lei Presidente, perché lo possa ricordare al collega Toninelli, ad un quorum che supera la maggioranza che sostiene il Governo che può uscire da una legge elettorale maggioritaria; che il lavoro di Commissione di questa Camera dei deputati ha modificato la modalità di elezione dei membri di elezione politica della Corte costituzionale, rispetto al testo che ci perveniva dal Senato; che il lavoro della Commissione affari costituzionali della Camera ha modificato, e non credo che sia una modifica di poco conto rispetto – sempre per il suo tramite lo dico al collega Toninelli – all'idea di governismo, e ha abolito l'idea di voto bloccato a favore della corsia preferenziale legislativa per il Governo della Repubblica.
      Le ricordo che anche sulla base di un intervento qui svolto dall'onorevole presidente Bindi abbiamo suggerito come relatori che la discussione sul quorum necessario per la dichiarazione di guerra nel Parlamento italiano possa essere modificata rispetto al testo che qui è arrivato. Le ricordo che dal Senato della Repubblica, anzi chiedo a lei per il suo tramite di ricordare ai colleghi che sono testé intervenuti, ci è giunto un testo, peraltro figlio anche di una proposta di legge a prima firma dell'onorevole Giorgis, sul sindacato di costituzionalità preventivo delle leggi elettorali che modifica il testo inizialmente presentato dal Governo.
      Quindi, suggerisco, con rispetto per le opinioni che qui sono state espresse, che non si dica che questa riforma nel testo presentato con le firme dei Ministri del Governo della Repubblica è passata attraverso la doppia lettura di Senato e Camera – per la Camera posso parlare, per adesso, solo del lavoro della Commissione – indenne, come un pacchetto chiuso, perché gli elementi, Presidente, che io ho citato – e come relatore faccio riferimento unicamente alla verbalizzazione di ciò che è avvenuto nella Commissione – sono tutti elementi che salvaguardano principi costituzionali che ci vengono dai Padri costituenti di assoluta prevalenza del Parlamento nel processo legislativo, di quorum elettivi di coloro che sono gli enti di garanzia e di controllo del lavoro del Parlamento, di quorum elettivi che sono superiori ai quorum delle maggioranze parlamentari così come derivano dalle leggi.
      Infine, se posso permettermi di riferirmi ad un collega che molto stimo, per un intervento di ieri, Arturo Scotto, capogruppo di SEL, vorrei dire, e lo dico da antifascista nel midollo del mio corpo, che bisogna stare attenti ad utilizzare parole, legittime per carità, ci mancherebbe, come l'idea che questa riforma ci porti ad un regime. Perché così non è ! Noi possiamo avere idee diverse, è sacrosanto, mi batterò sempre perché le idee diverse dalla mia possano essere espresse fino in fondo in Parlamento, ma noi non stiamo costruendo un regime. I cardini fondamentali della democrazia...

      PRESIDENTE. Onorevole Fiano, scusi se la interrompo. Lei mi ha chiesto di intervenire come relatore. Possiamo attenerci all'analisi che le compete come relatore (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

Pag. 84

      EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Perché, le pare che questa non sia l'analisi ? Mi scusi Presidente ma l'emendamento che qui è stato criticato da molti...

      PRESIDENTE. Colleghi, per favore, ho solo pregato il collega Fiano di fare una cosa...
      Proprio per questo le avevo chiesto a che titolo volesse intervenire.

      EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi scusi, Presidente, cerco di cogliere la sua critica. Io rispondo alle critiche che sono state levate, in particolare all'intervento di presentazione dell'emendamento da parte del collega Rosato, perché le critiche, riferendosi al lavoro qui svolto, hanno detto: la proposta della maggioranza o del PD di votare questo emendamento dimostra che voi state costruendo o (nella versione del collega Quaranta) un pacchetto chiuso o (nella versione del collega Toninelli) voi state con questo aggiungendo un tassello – cito le parole – di quel metodo antidemocratico che volete costruire nell'insieme della riforma. E poi mi sono riferito anche all'intervento di ieri del collega Scotto che parlava di regime. Io Presidente, e concludo, ho cercato di dimostrare che esattamente al contrario il lavoro di Commissione di cui sono stato correlatore ha, invece, inteso a salvaguardare, anche all'interno del fatto che ci sia l'approvazione di questo emendamento, tutti i cardini fondamentali di salvaguardia del metodo democratico parlamentare.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

      ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, intervengo anch'io in dissenso dal mio gruppo per illustrare le ragioni per le quali non voterò l'emendamento proposto dal collega Rosato. Le ragioni di merito sono state già egregiamente illustrate, dal mio punto di vista, dai colleghi Lattuca e Cuperlo.
      Voglio fare una sola considerazione, che è una considerazione di metodo, che mi induce a ritenere questa scelta sbagliata: questa modifica, che noi adesso dovremmo cancellare con l'emendamento del collega Rosato, è l'unica modifica che il lavoro della Commissione ha introdotto sull'articolo 2, un articolo cruciale del disegno di legge, che riguarda la composizione del Senato. E lo ha fatto rimuovendo una disposizione che, nel suo merito, era stata sostanzialmente riconosciuta come irragionevole, sia dai relatori sia dal Governo. Adesso quella modifica viene cancellata perché si vuole, sostanzialmente, mantenere l'articolo 2 nella sua forma, per impedire qualsiasi ulteriore modifica nel seguito dell'iter.
      Credo che sia un errore, perché tanti di noi sono consapevoli delle lacune e delle incongruenze che ci sono nell'attuale proposta di composizione del Senato e perché ci potrebbero essere, nel futuro passaggio al Senato, condizioni politiche in grado di favorire un esame più maturo e più avanzato, e di correggere alcuni punti, non di bloccare la riforma, perché noi tutti la riforma la vogliamo mandare avanti. E mi sia consentito, concludendo, anche di dire...

      PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

      ALFREDO D'ATTORRE. ...che voglio ancora esprimere una mia preoccupazione rispetto al fatto che, anche in questo emendamento, vedo il rischio di una blindatura extraparlamentare su nodi fondamentali della riforma...

      PRESIDENTE. Collega.

      ALFREDO D'ATTORRE. ...e anche – concludo, Presidente – di un ruolo che, rispetto a una necessaria parlamentarizzazione della riforma costituzionale, appare, da parte del Governo, esorbitante, ancorché silente. E, allora, questo rischia sia di impedire i necessari miglioramenti della riforma sia di essere, ahimè, uno degli aspetti, certo non l'unico, che concorrono allo svilimento del dibattito sulla Pag. 85riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...

      PRESIDENTE. Grazie.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno. Ne ha facoltà.

      FRANCO BRUNO. Presidente, non conosco i motivi reconditi per cui viene presentato un emendamento, non so nemmeno il perché, se ritengo giusto un testo presentato dal Governo, devo necessariamente non votarlo. Penso, invece, che vi sia una riflessione da fare rispetto a chi, come me, è sconfitto da questa discussione e dall'andamento che prendono le riforme.
      Io volevo, come è evidente, un Senato che fosse una Camera delle garanzie e di controllo, e non una Camera esclusivamente delle autonomie. È chiaro che questa impostazione viene sconfitta. Ho visto che altri colleghi invece, si accingono a votare contro questo emendamento. Guardate che, alla fine, il Senato delle autonomie non necessariamente esclude che debba svolgere nel futuro, nel prosieguo, nella nostra vita istituzionale, funzioni di garanzia e di controllo rispetto all'altra Camera; non lo esclude.
      Ovviamente, questa impostazione l'indebolisce molto. E che cosa può rafforzare, invece, quello spirito per il quale molti di voi si sono battuti in quest'Aula ? Che quel Senato sia autorevole e forte ! Per questo motivo, ho votato per i presidenti di regione direttamente eletti, per i sindaci. Per questo motivo, secondo me, se ci sono cinque personalità, ancorché espresse dal Presidente della Repubblica, che hanno dato lustro alla nostra patria, quel Senato, ancorché delle autonomie, rispetto alla funzione di garanzia e di controllo, avrà più autorevolezza e più forza politica.
      Non riduciamoci alla discussione interna a una forza politica, al Governo, alla discussione interna ai partiti. Stiamo tentando di mettere mano a una riforma importante. Secondo me, questo è il motivo. Un'ultima cosa: ho avuto a che fare con qualche senatore della Repubblica. Ne cito uno per tutti: Rita Levi-Montalcini; prendeva le parti dell'Italia, mai le parti di una parte dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Marilena Fabbri. Ne ha facoltà.

      MARILENA FABBRI. Grazie Presidente, intervengo anch'io, un minuto, in dissenso dal mio gruppo, facendo però un elemento di chiarezza che è quello che dalla composizione del Senato non sono stati esclusi i senatori nominati, questi sono previsti dall'articolo 4 di questa legge e sono definiti nel numero dall'articolo 40, comma 5. Questo per chiarire, perché ho anche l'impressione che si interviene senza leggere i testi in questa Aula.
      Intervengo, però, in dissenso dal mio gruppo perché si ripristina in maniera letterale l'articolo 2, quindi non nel merito, perché rimane, così come ci era stato consegnato dal Senato, ma nell'aspetto letterale e questo ha l'unico effetto di portare da novantacinque a cento i senatori di nomina regionale e di precludere, ed è questo veramente l'elemento politico, la possibilità di discutere effettivamente, in seconda lettura al Senato e alla Camera, qualora se ne verificassero le condizioni, di un'eventuale alternativa composizione del Senato.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      MARILENA FABBRI. Io capisco la difficoltà del Governo, di chi ha gestito la mediazione e la discussione in questi mesi, capisco la loro difficoltà. Però, ritengo anche che sia veramente una perdita di opportunità potersi precludere la possibilità di ritornare nel merito di un articolo così importante che vede due aspetti: da un lato, definire definitivamente la composizione del Senato, dall'altro però – è vero – può essere un rischio...

      PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

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      MARILENA FABBRI. ... per far saltare le riforme, soprattutto per chi interviene, non perché è interessato al merito, ma perché ha altri motivi strumentali di altro tipo, come abbiamo visto anche oggi e in questi giorni nella discussione di questa Camera.
      Per questo voto in dissenso dal mio gruppo, perché invece vorrei che il PD si tenesse aperta questa porta, nonostante le difficoltà che gli riconosco nella discussione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di rispettare i tempi.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

      ROBERTA LOMBARDI. Grazie Presidente, il collega Fiano, in qualità di relatore, ricordava prima i lavori in Commissione. Io nello spirito amarcord di questi giorni, invece, ritorno allo spirito che animava i padri costituenti, ben altra caratura morale ed intellettuale rispetto ai presenti. Nella loro delicatezza, nella costruzione di questa delicata architettura che avrebbe retto gli equilibri sociali del nostro Paese, avevano previsto che ad ogni peso corrispondesse un contrappeso, cosa che invece si è persa in questa riforma, nel momento in cui noi, con questo articolo 2, andiamo a prevedere cinque senatori nominati dal Presidente della Repubblica con assoluta discrezionalità e nell'articolo 3 lasciamo, sempre al Presidente della Repubblica, la nomina di altri cinque senatori che saranno nominati per alti meriti. Quindi, noi stiamo prevedendo che su centocinque senatori, dieci siano nella discrezionalità assoluta della figura del Presidente della Repubblica, andando perfettamente a ledere quell'attenzione ai pesi e ai contrappesi che i nostri padri costituenti avevano adottato nella costruzione della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Mucci. Ne ha facoltà.

      MARA MUCCI. Grazie Presidente, i punti focali di questo emendamento, che non ci trovano d'accordo, sono due. Ovvero che i cinque senatori che hanno dato lustro al nostro Paese, che per merito sono degni di far parte del Senato, secondo noi andrebbero previsti comunque alla Camera che sarà il vero centro del procedimento legislativo. Lo dico anche al collega Bruno, per il quale il Senato, ad oggi, avrà un ruolo di interdizione del procedimento legislativo, non un ruolo chiave.
      D'altra parte, l'altro nodo focale è chi nomina questi senatori. Noi abbiamo, in passato, presentato un emendamento, che è stato bocciato, che proponeva che questi cinque senatori fossero proposti dai senatori stessi, e non nominati dal Presidente della Repubblica, un modo per rendere il Presidente della Repubblica anche indipendente rispetto a quelli che sarebbero i suoi compiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Marco Meloni. Ne ha facoltà.

      MARCO MELONI. Grazie Presidente, colleghi, poiché in Commissione ho votato a favore dell'emendamento che modificava la originale formulazione dell'articolo 57, ritengo di dover rendere conto di questo mio voto. Io mi sono attenuto e mi attengo al principio per cui in una comunità politica si rispetta la volontà della maggioranza, sebbene su questioni fondamentali per le istituzioni democratiche e i diritti e le libertà dei cittadini, ambiti e distinzioni siano legittimi e opportuni.
      Per me quest'emendamento era semplicemente di buon senso. Gli è stata data un'interpretazione abnorme, come se si volessero interrompere o frenare queste riforme, che non condivido, ma prendo atto della volontà del mio partito.
      Allo stesso tempo non condivido l'idea per cui questo emendamento valga perché si possa tornarne a discutere in un altro passaggio. Si farà, se sarà necessario. Non ritengo, invece, che esso tratti questioni Pag. 87fondamentali, come quelle che ho citato, e per questo voterò a favore. Credo che vi siano e vi saranno altre questioni rilevanti, su cui sarà necessario mantenere aperto il confronto.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Ciracì Ne ha facoltà.

      NICOLA CIRACÌ. Signor Presidente, intervengo in aperto e netto dissenso con la posizione del mio gruppo. Mi rivolgo, a tutti quanti i miei colleghi e a tutti quanti i parlamentari: se ognuno di loro potesse avere la possibilità, prima di andare a votare quest'emendamento, di ritornare a casa e chiedere ai propri elettori e ai propri familiari se condividono che ancora, in questa società del 2015, nel nostro Paese, vi sia qualcuno che possa essere a favore di una nomina obsoleta, come quella dei senatori a vita, voi ben sapete che i vostri elettori, i vostri familiari, le vostre persone care, vi direbbero che non la condividono.
      Allora io, a voce alta, dico che sento odore di «listone» e, quindi, sento odore di regime. E lo dico a voce alta, ben consapevole (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) che manca solo la nomina dei quadrumviri della marcia su Roma. Probabilmente, se continuiamo così, nomineremo i quadrumviri all'interno di qualche partito e di qualche primaria.

      PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, collega.

      NICOLA CIRACÌ. Io non credo che dobbiamo più citare i padri costituenti perché, se potessero parlare, credo che non avrebbero belle parole per il lavoro che stiamo facendo.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Gasparini. Ne ha facoltà.

      DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Presidente, io ho votato in Commissione insieme a quei parlamentari che volevano mantenere l'articolo 2, così come è stato votato dal Senato. Devo dire che la discussione anche adesso è strana, perché quella votazione sostanzialmente manteneva i senatori a vita ed aumentava da 95 a 100 le persone elette dai consigli regionali.
      Da questo punto di vista oggi, oggi più che mai, questa discussione è in parte strumentale. È stato detto chiaramente: per tenere aperta una discussione al Senato. Io credo che invece bisogna, come diceva Rosato, facilitare la chiusura di questa discussione per andare presto a un referendum. Infatti credo che sia sbagliato che questa discussione, che si protrae malamente da lunghi mesi tra Camera e Senato, di fatto sia lontana dai cittadini.
      Io credo che stiamo facendo un ottimo lavoro. Certamente ci saranno fasi e parti di questa proposta da modificare anche durante il corso di questo dibattito, ma ci tengo a dire che questo non è il Senato delle autonomie. Si continuano a dire delle cose sbagliate: questo è un Senato politico ed è un Senato che cerca di mettere assieme, in equilibrio, politiche e territori. Anche per questo io credo che sia giusto che competenze siano con coloro che rappresentano i territori, i luoghi delle competenze e i luoghi dell'innovazione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Zoggia. Ne ha facoltà.

      DAVIDE ZOGGIA. Presidente, credo che questo dibattito non possa essere lasciato esclusivamente ai membri della Commissione affari costituzionali, che riconosco avere svolto un lavoro importantissimo. Sono d'accordo con le motivazioni di merito che vengono portate da molti, a partire dall'onorevole Lattuca. Io credo – ed è il punto che mi preoccupa di più – vi sia un pericolo vero in questo momento che riguarda questo provvedimento e magari anche altri in seguito, quello di mortificare il lavoro di onorevoli della Repubblica, Pag. 88che con molta dignità hanno affrontato un tema delicato come quello delle riforme costituzionali.
      Non credo neanche si possa dire in questo provvedimento che minoranze di vari partiti abbiano introdotto elementi politici per tentare di bloccare la riforma. Qui si è lavorato per migliorare. Oggi potevamo scrivere una pagina molto bella, non per questo non ci sarà la nostra piena e totale collaborazione. Tuttavia, credo che questo, per così dire, impedire lo sviluppo del lavoro fatto in Commissione sia in questo momento non esattamente il massimo per quanto riguarda il nostro Parlamento.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Roberta Agostini. Ne ha facoltà.

      ROBERTA AGOSTINI. Grazie Presidente, anch'io non voterò questo emendamento in dissenso dal mio gruppo e in coerenza con il voto che ho espresso in Commissione per modificare il testo che ci è giunto dal Senato. Anch'io, come il collega Fiano, credo che in Commissione abbiamo fatto un buon lavoro, modificando in diversi punti il testo e vorrei, proprio in ragione di questo lavoro, mantenere il testo che lì abbiamo votato senza modificarlo nuovamente in Aula.
      Io credo nel metodo parlamentare, nella possibilità che lo stesso procedimento di revisione costituzionale ci offre per discutere a fondo e per far sedimentare le decisioni che sulla Costituzione si prendono.
      Credo che sia necessario rendere più coerente la composizione del Senato con la sua funzione di rappresentanza delle istituzioni territoriali e, quindi, ritengo debba essere mantenuta aperta la possibilità che il Senato possa tornare su questo articolo che, per certi versi, è incoerente con questa funzione essenziale che al Senato abbiamo assegnato.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

      ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, io vorrei semplicemente ricordare all'Aula quale era la ratio che ha portato all'introduzione dei senatori a vita. Si legge nei lavori parlamentari. Una era quella di evitare che il bicameralismo perfetto portasse a veti incrociati, per cui l'inserimento di persone fuori dalle dinamiche politiche poteva migliorare quel blocco possibile del Parlamento. Adesso, quindi, non ha più senso, perché con questa riforma non vi sarà più il bicameralismo perfetto.
      L'altra era quella di garantire che ai lavori del Parlamento potessero prendere parte persone di una statura tale che non gli avrebbe però consentito, per loro formazione e cultura, di partecipare alla competizione elettorale. Nell'ambito di parlamentari eletti direttamente dal popolo, quindi, aveva un senso, secondo la ratio, introdurre i senatori a vita. Anche questo non avrebbe più senso. Invito a rispettare tutti i lavori della Commissione e a portare avanti un argomento che secondo me è fondamentale per la prosecuzione e il rispetto dei lavori parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

      GAETANO PIEPOLI. Grazie Presidente, noi, per spirito di solidarietà con la maggioranza, senz'altro voteremo a favore dell'emendamento Rosato, però questo...

      PRESIDENTE. Colleghi !

      GAETANO PIEPOLI. ...non ci esime da dover comunque considerare alcuni aspetti di questo dibattito. Il primo aspetto è che abbiamo forse esagerato nel ritenere che l'oggetto della discussione di cui qui ci stiamo occupando e ci continueremo ad occupare è una fase di nuova Costituente, che richiede un'intesa molto più profonda.
      Se avessimo detto e chiarito le cose come stanno, ossia che qui noi siamo alla ricerca, in un'emergenza, di nuovi strumenti Pag. 89per far funzionare in modo più efficiente Parlamento e Governo, probabilmente avremmo demitizzato molti degli aspetti che sono considerati qui incompatibili fra loro. Naturalmente, poi, succede quello che succede, cioè che il diavolo si annida nei particolari. Se l'emergenza, quindi, può legittimare, per il suo scopo limitato, l'utilizzazione anche di schemi e di costruzioni che possono anche alcune volte risultare contraddittori, se noi evochiamo grandi riforme, questo non è legittimo e, quindi, da questo punto di vista, i diversi pareri, non sono solo legittimi per le preoccupazioni per lo sviluppo della democrazia nel nostro Paese, ma vorrei dire che sono esatti da un'intesa costituzionale più alta.
      Per questo, noi ci auguriamo che il prosieguo dei lavori, da un lato, riporti alle giuste dimensioni la grande riforma che stiamo facendo, ma, nello stesso tempo, sia in grado anche di raccogliere le intese diverse (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

      CELESTE COSTANTINO. Grazie Presidente, avevamo appena fatto in tempo a votare in Commissione che già sui siti di informazione erano partiti gli anatemi della Ministro Boschi e l'annuncio che in Aula si sarebbe corretto il tiro.
      Ci siamo arrivati.
      Dopo il lodo Esposito al Senato, arriva il piccolo, povero lodo Rosato, che appunto fa fare dieci passi indietro e riporta al testo originario che ci è arrivato dal Senato.
      Ora, io non so che cosa si stia consumando esattamente sull'articolo 2, perché non ci è dato saperlo, però guardate, è del tutto evidente, non c’è bisogno di essere dei geni per capire che questo articolo non si può toccare.
      Infatti, non c’è nessuna spiegazione plausibile, non ci è stata data nessuna spiegazione plausibile per cui questi senatori a vita debbano stare accanto ai sindaci ed ai consiglieri regionali e forse quando il mio collega Arturo Scotto, il mio capogruppo, diceva «odor di regime» lo riferiva esattamente a questo atteggiamento; a questo atteggiamento che, badate bene, colleghi del Partito Democratico, vi ho sentito riferire più volte al Governo Berlusconi ed alla figura di Silvio Berlusconi, la stessa persona con la quale, in questo momento, state cambiando la Costituzione di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega De Rosa. Ne ha facoltà.

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie Presidente, io ho sentito dire: «Chiudiamo il dibattito e chiudiamolo velocemente». Si vuole chiudere appunto un dibattito con forze rispetto a cui solo il MoVimento 5 Stelle rappresenta 9 milioni di italiani. Mi sembra assurdo fare una richiesta di questo genere.
      Andiamo al referendum: ma cosa facciamo al referendum ? Cosa chiediamo ai cittadini ? Chiediamo quello che avevano già promesso in campagna elettorale, cioè di non fare i listini bloccati e di fare scegliere le persone ? Glielo richiediamo di nuovo ? Ma allora cosa facciamo a fare queste promesse ?
      Quindi, il discorso della collega Gasparini, in particolare, fa acqua da tutte le parti, cioè se si promette qualcosa ai cittadini non si lascia il lavoro a metà e, certamente, non si va via da un'istituzione per passare in un'altra, che magari promette di più.
      Concludo: usciamo dal meccanismo di adeguamento al pensiero del capo, che ha caratterizzato e portato avanti molte persone che non sono più qui con noi, ma che stanno facendo una transumanza da una carica all'altra. Questa non è la politica che vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

      ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, con questo emendamento si ritorna a ciò che ha detto prima un collega, ovvero al partito del Presidente della Repubblica, partito in cui una sola persona varrà come all'incirca due milioni di persone qui fuori.
      Si è tolta la possibilità di eleggere i senatori da parte del popolo e si dà la possibilità di nominare cinque senatori, oltre ad altri, ad un Presidente della Repubblica.
      Io ho davvero paura di chi sarà il futuro Presidente della Repubblica, perché i nomi che si affacciano sinceramente non mi danno nessun appoggio sulla futura nomina di questi cinque senatori.
      Vorrei anche dire che ogni qual volta vengono tolti degli strumenti democratici al popolo, dovremmo renderci conto di come, forzatamente e forse con la forza stessa, quel popolo tenterà di riconquistare quegli strumenti democratici: io, fossi in voi, avrei forse anche il timore di togliere così tanta democrazia alla popolazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

      EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, quello che è successo su questo emendamento lo hanno illustrato bene in Commissione i colleghi della I Commissione affari costituzionali, un emendamento che noi abbiamo condiviso ed ha portato persino il presidente della Commissione a votare. La maggioranza della Commissione non è la maggioranza di Governo e per questo non si accetta questa modifica.
      Per coprire il lavoro della Commissione, viene riproposto in Aula l'emendamento che ripristina il testo originario.
      Ecco, questo ci sembra – se mi permettete – un abuso di potere, perché se la Commissione fa l'analisi preventiva di un testo di legge, in questo caso di riforma costituzionale, non si capisce perché si debba ritornare al testo originario, forse perché ci sono altri accordi. Questo non è il lavoro parlamentare, questo non è il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le chiedo anche di precisare su quale tema.

      ARTURO SCOTTO. Sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Sì, lo so. È su questa procedura ?

      ARTURO SCOTTO. Sì.

      PRESIDENTE. Prego.

      ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, vedo che aumentano le file del Governo e sono molto contento. Siccome è circa un giorno e mezzo ma soprattutto da questa mattina, dopo un voto importante che c’è stato al Senato, che sto chiedendo che qualche membro del Governo dica una parola rispetto alla modifica della composizione della maggioranza al Senato e, quindi, ne deduco anche in questa sede, vorrei chiedere se c’è la possibilità, un piccolo spazio per poterci dare questo chiarimento.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Bindi. Ne ha facoltà.

      ROSY BINDI. Signor Presidente, non è la prima volta che riconosco che abbiamo fatto in Commissione un buon lavoro e questo perché ha permesso l'incontro tra la determinazione di alcuni di noi a voler migliorare questo testo e la disponibilità del relatore di maggioranza e dei relatori ad accogliere le nostre richieste di modifica. Inviterei a riflettere su questo fatto: forse il rifiuto a fare incontrare la nostra Pag. 91determinazione con la disponibilità dei relatori e del Governo su questo punto, preclude la possibilità di migliorare questa riforma, di migliorarla qui e soprattutto di migliorarla al Senato. Quindi io non potrò votare l'emendamento Rosato 2.202 che considero tra l'altro un emendamento che smentisce il metodo costituzionale con il quale noi dovremmo procedere nella riforma della Costituzione e anche non rispettoso del lavoro della Commissione. Non voterò questo emendamento ma invito tutti i colleghi a ripensare a questo fatto. Quando ci siamo incontrati nella discussione e abbiamo apportato tutti insieme dei cambiamenti, il testo è migliorato. Il fatto che adesso ci si precluda ulteriori miglioramenti significa che in qualche modo abbiamo scelto di fare una riforma della Costituzione che potrà avere nel futuro anche degli aspetti e dei limiti molto forti.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fassina. Ne ha facoltà.

      STEFANO FASSINA. Signor Presidente, anch'io intervengo per esprimere la mia posizione in dissenso dal mio gruppo. Le ragioni del mio non voto sull'emendamento sono state ricordate dagli interventi dei diversi colleghi che mi hanno preceduto e, in particolare, gli onorevoli Lattuca, Cuperlo, D'Attorre e Agostini. Aggiungo solo un punto: lasciare la possibilità alla terza lettura al Senato di intervenire sull'articolo 2 non è un escamotage tecnico per perdere tempo e rallentare la riforma. È il tentativo di dare un'altra possibilità per intervenire su un punto cruciale di una riforma molto rilevante per la democrazia del nostro Paese.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Gallinella. Ne ha facoltà.

      FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, vorrei rileggere l'emendamento Rosato 2.202 perché vuole sostituire le parole «cento senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali» con «novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori a vita». Ora lo spirito che più volte ho sentito in quest'aula, al di là delle posizioni di tutte e due le parti, è uno spirito innovatore. Purtroppo qui c’è un ripristino di qualcosa che pensavamo fosse superato. Ora c’è qualcuno che pensa che questa cosa sia strumentale e, invece, no. Riflettete su questo perché sarebbe un segnale di cambiamento, qualcosa che fa capire che veramente non c’è la dittatura governativa. Solo questo: ripensateci.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

      GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, vorrei rivolgere un appello ai colleghi di maggioranza affinché chiedano ai propri elettori, ai propri iscritti – è semplice, possono farlo – se loro realmente vogliano questa modifica del Senato e, quindi, la nomina di cinque senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica. L'ho ripetuto qualche giorno fa qui in aula e ci tengo a ripeterlo e cioè che Gaber diceva che libertà è partecipazione.
      Non togliamo la possibilità ai cittadini di partecipare, altrimenti significa che gli stiamo togliendo la libertà. E quel principio di libertà è un principio cardine della sinistra in Italia.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      GIUSEPPE L'ABBATE. Quindi, non tradite quelli che sono e che dovrebbero essere i vostri principi: è veramente un appello che faccio con il massimo dell'umiltà verso di voi e nel rispetto...

      PRESIDENTE. Concluda.

      GIUSEPPE L'ABBATE. ...di tutti i cittadini italiani che non si meritano di essere scippati della propria libertà.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

Pag. 92

      GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Effettivamente, in Commissione, su questo emendamento era stato fatto un lavoro – finalmente – come pochi di discussione, di valutazione e, quando si è raggiunto questo risultato, francamente, sia quello che è accaduto dopo, che quello che sta accadendo in Aula adesso rende probabilmente evidente e chiaro quanto, a questo punto, il lavoro di ogni Commissione sia praticamente inutile: perché, se ogni volta che lavoriamo in Commissione, poi, arriva un ordine da fuori per cambiare quel lavoro svolto in Commissione, io mi chiedo davvero cosa stiamo perdendo tempo a fare.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      GIUSEPPE D'AMBROSIO. Inoltre, Presidente – e qui concludo –, prima, il renziano Ermini chiedeva rispetto per i militanti, per tutti gli attivisti del Partito Democratico: io oggi sfido loro ad andare a chiedere ai loro elettori se davvero vogliono ancora senatori nominati dal Presidente della Repubblica.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

      MIRELLA LIUZZI. Grazie, signor Presidente. Io credo che, a prescindere dal condividere o meno questa riforma della Costituzione, bisogna fare una riflessione su questo emendamento. I meriti e il metodo sono stati già spiegati in precedenza da alcuni miei colleghi, quindi non li riprenderò, però è chiaro un fatto. Io avrei accettato questo emendamento se, per esempio, stessimo discutendo un decreto o una proposta di legge, ma qui, colleghi, stiamo comunque discutendo della Costituzione, della riforma della Costituzione: non è una Carta di poco conto, è una carta che ha un certo valore.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      MIRELLA LIUZZI. Per cui, invito anche ad una riflessione su questo punto: ovviamente, le segreterie di partito non possono pressare anche su un punto che, in realtà, semplicemente, amplia la discussione al Senato riguardo all'articolo 2. Pertanto, invito un attimo anche i più distratti o che sono arrivati in questo momento a riflettere su questo emendamento.

      PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, lei aveva chiesto di parlare, ma non è possibile perché è già intervenuto, come ben sa.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà. Colleghi, il tono della voce, per favore. Prego.

      GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente, intanto, intervengo per sottolineare una circostanza bizzarra e, cioè, la presenza del Governo quasi al completo, fuorché la Ministra Boschi, che ci dovrebbe invece accompagnare. Capisco e intendo che si tratta più di questioni di pallottoliere, mettiamola così, dovute alle articolazioni in maggioranza, ma sarebbe dovuto anche a questo ramo del Parlamento il rispetto che merita.
      E, poi, una considerazione anche relativamente a quello che ieri lo stesso collega Rosato ha proposto come tema a noi di Sinistra Ecologia Libertà, parlando di spirito di collaborazione, di collaborazione e proposta. Gliela rigiro la sua proposta di collaborazione: ritiri questo emendamento e collaboriamo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Può darsi che, forse, ci incontriamo, ad un certo punto, su un terreno comune. E invece no, immagino che non lo farà.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      GIANCARLO GIORDANO. E da ultimo per esprimere la mia solidarietà, perché mi sono sentito offeso anche io, a coloro che, colleghi, parlamentari, in particolar modo del gruppo del PD, al Senato sono stati chiamati «parassiti» per il solo fatto di aver svolto il proprio compito di parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 93

      PRESIDENTE. Le chiedo di concludere, per favore.

      GIANCARLO GIORDANO. Mi sono sentito offeso anch'io e penso che sia giusto stigmatizzare questi comportamenti e queste parole (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Prendo atto che i colleghi Di Battista e Cecconi, che hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, vi rinunziano.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Mantero. Ne ha facoltà.

      MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Intervengo per dire semplicemente che questa modifica che si è ottenuta in Commissione affari costituzionali è assolutamente una modifica di buonsenso, che evita uno strapotere del Capo dello Stato, permettendo di nominare altri cinque senatori a vita, senza peraltro alcun merito particolare in più sui cento senatori.
      Chiaramente, questo emendamento di Rosato esprime qual è l'apertura di dialogo – e ricordo che stiamo parlando di riforma della Costituzione –; chiarisce qual è la volontà di dialogo che ha questo Governo, non solo con l'opposizione ma addirittura con i suoi stessi deputati. Cioè, qui si sta completamente tagliando il dialogo. Ogni modifica che si è apportata a questo testo viene cassata, perché evidentemente il Presidente del Consiglio non vuole che si faccia diversamente da quelli che sono gli accordi che ha preso con un condannato in via definitiva.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

      PIETRO LAFFRANCO. Presidente, convintamente voterò contro questo emendamento, ritenendo in ciò di essere confortato da un'opinione assai più autorevole della mia, cioè quella di milioni di italiani che sono contrari all'istituzione dei senatori a vita, istituzione tanto più inutile con il nuovo sistema disegnato da questa riforma. La decisione della maggioranza, che io non ritengo di condividere, dimostra quanto affermato in molti interventi, ossia che si vuole una riforma purchessia e non una buona riforma, come invece si era cercato di fare provando a correggere l'emendamento approvato in Commissione. Credo che quello di oggi sia un errore grave che non giova certo alla credibilità di questo Parlamento.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

      DIEGO DE LORENZIS. Presidente, io forse, come qualche altro collega, tenterò l'impossibile, non perché credo nei miracoli ma perché credo nella possibilità che le persone ascoltino la propria coscienza e la propria intelligenza. Chiedo al Governo di cambiare parere e quindi di esprimere parere contrario, non tanto perché non ci sia questo legame di fiducia tra maggioranza e Governo, ma proprio in virtù del fatto che questa modifica è una modifica costituzionale ed è una modifica sostanziale importante, che può incidere sulla centralità al dibattito che potrà svilupparsi nelle ulteriori letture che verranno fatte se questo emendamento dovesse passare. Quindi, non soltanto chiedo al Governo di esprimere parere difforme da quello espresso fino ad adesso ma ai rappresentanti del Governo qui presenti di non votare.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Incà. Ne ha facoltà.

      FEDERICO D'INCÀ. Presidente, io invece non credo nei miracoli in quest'Aula parlamentare. Credo, invece, che su questo emendamento abbiamo avuto finalmente una discussione sincera e schietta. Questo deve essere ripetuto per i prossimi articoli. Invece, vedendo i Ministri, i sottosegretari e i Viceministri presenti in quest'Aula in questo momento, credo si voglia assolutamente Pag. 94chiudere anche qualsiasi possibilità di una discussione all'interno dell'Aula parlamentare. Credo che vi sia bisogno in questo momento di una responsabilità e di una coscienza collettiva. Mi auguro che non sia soltanto del MoVimento e di poche altre persone ma che appartenga all'intera Aula parlamentare.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Presidente, finalmente si arriva a un punto importante, un emendamento per il quale vi è stata una profonda discussione molto tecnica in Commissione, all'interno della quale sono state affrontate le varie tematiche del perché il Presidente della Repubblica debba nominare cinque persone. Già questo, a nostro avviso, è anacronistico, perché, se ci sono delle persone che, per meriti lavorativi o culturali, hanno la necessità di essere riconosciute dallo Stato come persone importanti per lo Stato italiano, credo si possano fare altre iniziative come dargli una medaglia all'onore, degli attestati, non certo trasformarli in una rappresentanza elettiva – perché dopo vanno a votare – dentro le istituzioni democratiche. Inoltre, avevamo sollevato la problematica, a nostro avviso, del senso, di questa previsione; se proprio si vogliono queste cinque figure nominate dal Capo dello Stato, metterle al Senato, al Senato dell'autonomia, al Senato dove vanno i consiglieri regionali in rappresentanza della propria regione e i sindaci, significa un po’ svilirli.
      Questo veramente è un problema tecnico, politico, non riuscivamo a capire, a comprendere il perché di questa decisione. Poi non riuscivamo a capire perché prevederli al Senato dove ci sono i diciottenni e le diciottenni e non alla Camera, dove ci sono i venticinquenni e dunque magari a qualcuno potrebbe venire qualche dubbio su qualche iniziativa, anche temporale, perché queste persone indubbiamente, se devono aver dimostrato negli anni di avere fatto delle iniziative di alto livello culturale, di sicuro dovranno avere una certa età, professionalità, quindi includerli «tra i più giovani», tra virgolette, ci sembra un po’ svilire la loro funzione.
      Quindi dico questo perché, dopo una lunga discussione, si è fatta una votazione in Commissione e in Commissione abbiamo ritenuto di stralciare queste cinque figure dal Senato, facendo una vera riforma costituzionale, quello che si doveva fare con tutto il processo di riforma costituzionale che riguarda più di 40 articoli. Non riesco a capire il perché qualcuno respinga anche le parti buone che non vanno a stravolgere questa riforma. Ad esempio, a noi questa riforma non piace per altri motivi, non piace, come abbiamo già detto, perché è un sistema ibrido: non è né un sistema politico né un sistema alla tedesca, perché va a togliere competenze alle regioni. Comunque questa modifica non va a cambiare la vostra riforma. Abbiamo semplicemente rimediato ad un errore, a mio avviso, molto importante.
      Sulle riforme costituzionali – lo dico da uomo di partito, di un movimento, io sono iscritto a un partito e a un movimento da 21 anni, che comprende la necessità di appartenere ad un gruppo e di condividere le scelte – non comprendo questa chiusura totale e la mancanza di volontà di entrare nel merito e di guardare come si possa fare una riforma costituzionale che va a mettere le regole, non del prossimo anno, dei prossimi due anni, dei prossimi tre anni, le regole in teoria di una Costituzione, di un'istituzione dello Stato per i prossimi, auspico, venti o trent'anni.
      Dunque, se si riescono a far passare degli emendamenti migliorativi perché bisogna ritornare indietro ? Ritornare indietro perché qualcuno ha detto: «noi riteniamo che rimangano al Senato perché non vogliamo che i senatori eletti dal Presidente della Repubblica possano dare la fiducia al Governo». Allora, portiamoli lo stesso alla Camera, oppure non eleggiamoli, ma senza dargli il diritto di voto. Perché, se il concetto è semplicemente di riconoscere cinque persone per i loro alti meriti lavorativi e istituzionali come senatori, a questo punto, togliamo totalmente Pag. 95questa antichità, questo modo antico di concepire e facciamo eleggere sia la Camera che il Senato dai cittadini o dai rappresentanti dei cittadini; non vedo la necessità di queste cinque persone scelte da un'unica persona.
      Per questo motivo, tutto il gruppo della Lega Nord voterà contro l'emendamento Rosato.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caso. Ne ha facoltà.

      VINCENZO CASO. Grazie Presidente, il sentimento che provo in questo momento è di angoscia. Stiamo, con questo voto, decidendo di chiudere tutti i giochi sulla composizione di un Senato che da parte di molti suscita molti, molti dubbi. Lo facciamo perché questa richiesta ci viene dall'esterno, però Presidente, i Berlusconi, i Renzi e tutti noi passeremo e la Costituzione invece rimarrà. Quindi oggi fare questa azione così perché viene chiesta dall'esterno mi mette assolutamente un senso forte di angoscia e vedere sinceramente il Governo schierato per ribaltare una decisione presa all'interno della Commissione non fa nient'altro che aumentare questo senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sanna. Ne ha facoltà.

      FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, abbiamo discusso su cosa dovesse rimanere della figura istituzionale del Presidente della Repubblica nella nostra Costituzione. Io sono uno di quelli che ha sostenuto debba rimanere un Presidente di garanzia, contro ogni deriva di investitura diretta e presidenzialista. Per questo sono per non toccare nessuno dei poteri del Presidente della Repubblica, compreso quello della nomina dei senatori. Ma non senatori a vita, perché ho sentito nel nostro dibattito decine di volte ripetere «a vita», ma non sono più a vita, sono personalità autorevoli di nomina presidenziale. Prima cosa. Seconda cosa, i senatori di nomina presidenziale li abbiamo eliminati dal circuito della fiducia al Governo. Quante volte abbiamo detto che nella Camera dei deputati si concentrava la sovranità popolare e l'indirizzo politico e che queste funzioni non dovessero andare da altre parti. Terza cosa: io ero uno di quelli che poteva votare, ma per un incidente di percorso non sono potuto andare a votare in Commissione. Se fossi andato e avessi votato, non staremmo qui a parlare di lesione del percorso di revisione costituzionale. Voterò a favore, anche con questa motivazione a titolo personale, dell'emendamento del collega Ettore Rosato.

      ROSY BINDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROSY BINDI. Signor Presidente, volevo solo sapere se rientra nel Regolamento il fatto che uno si iscrive, poi dice che non vuole parlare più e poi può parlare ancora. Voglio solo sapere se è regolamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Sì, collega, è successo altre volte che qualcuno avesse rinunciato a intervenire e poi avesse chiesto di intervenire, è successo altre volte in Aula, l'abbiamo fatto altre volte, può chiedere anche ai Vicepresidenti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

      FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, pochi secondi come intervento del relatore per precisare sull'intervento della collega Lombardi, che ha detto – non c’è, ma l'ho preavvertita del contenuto di questo intervento – con riferimento ai padri costituenti: ben altra caratura morale e intellettuale rispetto ai presenti. Mi prendo la diversa caratura intellettuale, per carità, non mi prendo...

      PRESIDENTE. Onorevole Sisto, chiedo scusa, lei chiede di intervenire come relatore ?

Pag. 96

      FRANCESCO PAOLO SISTO. Come relatore.

      PRESIDENTE. Come relatore è intervenuto già il collega Fiano.

      FRANCESCO PAOLO SISTO. Allora come gruppo, un minuto.

      PRESIDENTE. Sta bene.

      FRANCESCO PAOLO SISTO. Dicevo, la collega Lombardi ha fatto riferimento alla diversa caratura dei padri costituenti dal punto di vista morale e intellettuale rispetto ai presenti; se mi prendo volentieri la diversità di caratura intellettuale e certamente i padri costituenti erano intellettualmente di maggiore caratura rispetto a chi parla, non mi prendo assolutamente la diversa caratura di tipo morale. Credo che talune affermazioni, benché pronunciate con un aulico tono di amarcord costituzionale, vadano calibrate sul maggiore rispetto dell'Aula e dei parlamentari.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rosato 2.202, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario dei tre relatori di minoranza.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Nizzi, Greco, Paris, Tidei, Coppola, Invernizzi, Falcone, Lavagno, Biasotti, Basilio, Famiglietti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     439            
            Votanti     435            
            Astenuti         4            
            Maggioranza     218            
                Hanno votato     302                
                Hanno votato no     133.

      La Camera approva (Vedi votazioni).

      (I deputati Garofani e Incerti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

      Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Rosato 2.202, risultano preclusi gli emendamenti Quaranta 2.50, Lombardi 2.51 e 2.52, che sono volti a sostituire alcune parole del testo che la proposta emendativa appena approvata ha provveduto a sostituire.
      Come già preannunciato dal Vicepresidente Giachetti, essendo esauriti i tempi degli interventi a titolo personale stabiliti dal contingentamento ed essendo stati questi ultimi aumentati di un terzo, a partire dalla seduta di domani, per lo svolgimento di ulteriori interventi a tale titolo, la Presidenza concederà un tempo pari a 30 secondi.
      Essendo giunti alle ore 16, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 16,15).

      CAMILLA SGAMBATO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di abbassare il tono della voce. Prego, collega Sgambato.

      CAMILLA SGAMBATO. Grazie, Presidente. In provincia di Caserta negli ultimi mesi amministratori e sindaci del Partito Democratico, che da sempre combattono per il rispetto della legalità e per la buona amministrazione, sono stati vittima di vili attentati intimidatori da parte della criminalità organizzata e non.  Sono sindaci e sindache che fanno il loro dovere senza fare notizia. Il sindaco di Recale, Patrizia Vestini, ad ottobre è stata fatta oggetto di un attacco intimidatorio; il sindaco di Casapesenna, nonché testimone di giustizia e quindi già sotto scorta, Marcello De Rosa, a novembre, il sindaco di Santa Pag. 97Maria La Fossa, Antonio Papa a novembre, il sindaco di Maddaloni, Rosa De Lucia, di Forza Italia, a dicembre, e questa notte il vicesindaco di Mondragone, Benedetto Zoccola, che è tuttora ricoverato per danni alla vista e all'udito.
      Oltre alla solidarietà per questi gravissimi e ravvicinati atti di violenza, Presidente, noi le chiediamo di farsi carico di sensibilizzare il Governo affinché tenga alta l'attenzione in questa provincia più esasperata di altre e accompagni il lavoro di questi uomini e queste donne coraggiose perché Caserta non sia più considerata soltanto terra di Gomorra, ma terra di legalità, speranza e voglia di riscatto, così come l'esempio di questi sindaci dimostra.
      Ci aspettiamo, Presidente, rassicurazioni forti e convincenti perché questi amministratori e queste amministratrici possano continuare ad operare bene per le nostre comunità, ma per fare questo è necessario che non si sentano mai più soli.

      GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Volevo notiziare l'Aula e, Presidente, se serve, magari anche attivare lei e tutto l'Ufficio di Presidenza perché voglio semplicemente avvisare, per non dire altro, che all'interno di quelle che sono state le aree alluvionate colpite da disastri ambientali, quest'anno segnalate in Europa per i finanziamenti e quindi gli sgravi fiscali nei confronti, sia dei cittadini, che delle imprese non è stato presentato il Gargano, non è stata presentata la zona del Gargano, colpita dall'alluvione e questo rende vergognoso il vostro comportamento, rende vergognosa la marchetta fatta da Renzi, passato nel Gargano con impegno personale per poi venire alla fiera del Levante, rende vergognosa l'ulteriore marchetta fatta dal vostro candidato presidente alla regione Puglia, Emiliano, venuto nel Gargano a piangere i morti del Gargano per poi nemmeno degnarsi minimamente neanche di segnalare, Presidente, quell'area tra le zone alluvionate.
      Allora, Presidente, lo voglio dire molto chiaramente, senza nemmeno temere parole tipo minacce o altro. Ve lo dico chiaramente: adesso ci sono le elezioni regionali in Puglia, venite, affacciatevi sul Gargano ! Andate a guardare in faccia gli imprenditori e i cittadini, se avete il coraggio. Benvenuti nel Gargano !

      SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, fino adesso abbiamo parlato di consiglieri regionali e di tutte le persone indagate nelle varie regioni tra i consiglieri regionali.
      Io voglio fare un intervento personale, adesso a fine seduta, perché voglio solo ricordare che la regione Campania è ben fin troppo famosa per le varie indagini sui consiglieri regionali. Al di là delle spese pazze, perché i consiglieri regionali non volevano neanche spendere i propri soldi per una tintura di capelli, ma dovevano usare quelli dei cittadini, siamo arrivati al punto che adesso abbiamo in regione anche persone che sono state già arrestate e si stanno continuando anche le indagini. È proprio di oggi la notizia di un leggero collegamento, legame, con i casalesi e con la camorra nelle ASL del casertano. Ora, dico io, capisco che ve li volete tenere stretti in regione, ma addirittura mandarli al Senato, dopo tutto questo bel curriculum, mi pare veramente troppo.
      Voglio intervenire adesso perché prima la Presidente Boldrini ha detto che non dovevamo metterla sul personale, sui singoli, ma fare un semplice ragionamento di meccanismo. Ebbene, io non ci riesco, perché io in regione Campania ci vivo. Vivo, purtroppo, anche nelle ASL, perché con queste ho a che fare. Questo ragionamento e questo modo di operare di questa politica ha veramente superato il limite del possibile, perché voi andate sempre a mangiare e a vivere alle spalle della salute dei cittadini, perché dovete Pag. 98fare i vostri sporchi comodi addirittura con la camorra. Non se ne può più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
      Prima l'ASL di Benevento, adesso l'ASL di Caserta e sicuramente ne usciranno anche tante altre. Adesso basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

      DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io vorrei fare in quest'Aula un'operazione verità. Ieri in televisione l'ex sindaco Emiliano, l'ex sindaco di Bari, candidato del PD alla guida della regione Puglia, ha detto qualcosa di falso. Ha detto che per abolire le pensioni d'oro serve cambiare la Costituzione. Non soltanto: l'ex sindaco Emiliano si è spinto oltre e ha detto che queste riforme costituzionali che stiamo facendo servono proprio per fare questi interventi su questo tipo di materie.
      Ebbene, io ricordo a Michele Emiliano che il suo partito, il Partito Democratico, ha bocciato tutte le nostre proposte, sia di mozioni sia di legge, che recepivano i rilievi fatti dalla Corte costituzionale. È, quindi, soltanto una questione di volontà politica. Non vada a dire in televisione altre bugie !

      MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, intervengo solo per sollecitare alcuni atti di sindacato ispettivo che ho presentato in questi mesi. Si tratta dell'atto di sindacato ispettivo riguardante gli sversamenti nel fiume Treja; un'altra interrogazione riguardante le tv a pagamento presso gli ospedali pubblici; un'interrogazione riguardante il borgo di San Pietro in Formis; infine, un altro atto di sindacato ispettivo in merito ai dati della concentrazione di mercurio presso la centrale Enel di Civitavecchia. Sono questioni importanti, di preminente importanza per i territori in questione.
      Quindi, io sollecito il Governo, che non vedo, ad una pronta e solerte risposta su questi atti di sindacato ispettivo.

      FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      FEDERICO D'INCÀ. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare all'Aula la situazione di Giancarlo Galan, che al momento è ancora presidente della Commissione cultura della Camera. Come lei saprà, attraverso il nostro capogruppo Cecconi abbiamo scritto alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, al capogruppo di Forza Italia, Brunetta, e al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, chiedendo un interessamento, una sensibilizzazione, anche attraverso l'opinione pubblica, di questa situazione che è orribile, a dir poco.
      Io credo che a partire dalla prossima settimana inizieremo a scrivere anche al nuovo Presidente della Repubblica, che possa lui farsi carico, nella speranza sicuramente che sia un uomo diverso rispetto al passato e al di fuori delle diatribe politiche, e che possa risolvere questa situazione che è assolutamente problematica e che coinvolge un presidente della Commissione cultura, che è una Commissione di assoluta importanza nei confronti del futuro dei nostri giovani.

      GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. L'articolo 7 della legge n.  10 del 21 febbraio 2014 prevede l'istituzione di un garante nazionale dei diritti delle persone limitate o private della libertà personale.
      Sappiamo tutti come sia estremamente delicata la situazioni nelle carceri italiane e come sia necessaria un'azione di tutela, rispetto a tante ingiustizie e soprusi che si consumano nelle carceri italiane.Pag. 99
      Vorrei, a tale proposito, chiedere i motivi per i quali ancora non si procede all'istituzione del Garante e chiedere, in questo senso, una risposta ad una interrogazione che ho presentato nei mesi scorsi.

      ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, negli ultimi venti anni la Camera ha votato l'arresto di un suo componente diverse volte, se non sbaglio ventuno. Per due volte ha salvato l'ex senatore Marcello Dell'Utri, oggi in carcere per mafia, per due volte ha salvato Cosentino, soltanto Alfonso Papa fu arrestato. Da quando è entrato il MoVimento 5 Stelle sono arrivate due richieste di arresto: per il deputato Francantonio Genovese, che poi è finito agli arresti domiciliari, ma è ritornato in carcere qualche giorno fa, e appunto per Galan, ex Ministro, governatore del Veneto e, oltretutto, attualmente presidente della Commissione cultura. Noi, come sempre, entriamo nel merito delle questioni, ma è innegabile che, da quando è entrato il MoVimento 5 Stelle, la salvaguardia della casta di questo Palazzo è venuta meno, in quanto abbiamo sempre messo sotto scacco l'ormai unica maggioranza e spingendo per l'arresto di coloro che si meritavano e si meritano l'arresto. Ricordo che Galan, secondo i giudici, ha rubato un milione di euro di mazzette, soldi nostri, all'anno nell'affare Mose. Per questo sposo e do il pieno sostegno al collega D'Incà e ai colleghi veneti per questa battaglia di civiltà. La domanda, infatti, è: in quale Paese civile al mondo un uomo che è stato arrestato e, oltretutto, ha patteggiato, perché Galan ha patteggiato, continua a percepire uno stipendio di 15 mila euro al mese come parlamentare della Repubblica ed è, tuttora, il presidente di una Commissione importante come la Commissione cultura della Camera dei deputati ?

      PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta a delle interrogazioni, la prima riguarda l'Ente parco nazionale della Sila, che ha predisposto a fine novembre del 2014 un piano che prevede un taglio boschivo di pini laricio secolari e faggi proprio all'interno del parco, in località Macchia dell'Orso, tra i comuni di Mesoraca, Zagarise e Taverna, in piena riserva naturale dello Stato e zona 1 del Parco nazionale, in contrasto con la norma che riguarda il parco. È strano che proprio l'Ente parco, che dovrebbe tutelare queste zone e valorizzarle, predisponga dei piani di questo tipo. Colgo l'occasione, visto che parliamo sempre di tagli di alberi secolari, per sollecitare la risposta alle interrogazioni n. 4-03942, n. 4-06804 e a quella che ho appena citato, la n. 4-06995.

Ordine del giorno della seduta di domani.

      PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

      Giovedì 22 gennaio 2015, alle 9:

      1.  -  Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
      S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 2613-A).
      e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'INIZIATIVA POPOLARE; D'INIZIATIVA POPOLARE; VIGNALI; CIRIELLI; CIRIELLI; CIRIELLI; CAUSI; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; GIACHETTI; SCOTTO; FRANCESCO Pag. 100SANNA; PELUFFO ed altri; LENZI; LAURICELLA ed altri; BRESSA e DE MENECH; CAPARINI ed altri; CAPARINI ed altri; VACCARO; LAFFRANCO e BIANCONI; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; LA RUSSA ed altri; ABRIGNANI ed altri; TONINELLI ed altri; GIANLUCA PINI; LAFFRANCO e BIANCONI; GINEFRA ed altri; GIORGIA MELONI ed altri; MIGLIORE ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; BONAFEDE e VILLAROSA; PIERDOMENICO MARTINO; BRAMBILLA; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; CIRIELLI e GIORGIA MELONI; VALIANTE; QUARANTA ed altri; LACQUANITI ed altri; CIVATI ed altri; BOSSI; LAURICELLA e SIMONI; DADONE ed altri; GIORGIS ed altri; LA RUSSA ed altri; RUBINATO ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA; MATTEO BRAGANTINI ed altri; CIVATI; FRANCESCO SANNA ed altri (C. 8-14-21-32-33-34-148-177-178-179-180-243-247-284-329-355-357-379-398-399-466-568-579-580-581-582-757-758-839-861-939-1002-1259-1273-1319-1439-1543-1660-1706-1748-1925-1953-2051-2147-2221-2227-2293-2329-2338-2378-2402-2423-2441-2458-2462-2499).
      – Relatori: Fiano e Sisto, per la maggioranza; Toninelli, Matteo Bragantini e Quaranta, di minoranza.

      2.  –  Seguito della discussione della proposta di legge:
      S. 1070 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BUEMI ed altri: Disciplina della responsabilità civile dei magistrati (Approvata dal Senato) (C. 2738).
      e delle abbinate proposte di legge: GOZI ed altri; LEVA ed altri; BRUNETTA; CIRIELLI (C. 990-1735-1850-2140).
      – Relatori: Leva, per la maggioranza; Colletti, di minoranza.

      3.  –  Seguito della discussione delle mozioni Grande ed altri n. 1-00383, Zaratti ed altri n. 1-00708 e Tidei ed altri n. 1-00712 concernenti iniziative relative all'impatto ambientale della centrale termoelettrica a carbone di Civitavecchia.

      4.  –  Seguito della discussione delle mozioni Sandra Savino e Palese n. 1-00540, Prodani, Pellegrino ed altri n. 1-00047, Fedriga ed altri n. 1-00704 e Gigli e Dellai n. 1-00705 concernenti iniziative per l'istituzione di zone franche urbane in Friuli Venezia Giulia.

      5.  –  Seguito della discussione delle mozioni Fedriga ed altri n. 1-00607, Pesco ed altri n. 1-00709 e Paglia ed altri n. 1-00714 concernenti iniziative per la sospensione dell'applicazione degli studi di settore.

      6.  –  Seguito della discussione delle mozioni Mantero ed altri n. 1-00594, Binetti ed altri n. 1-00702, Rondini ed altri n. 1-00703, Nicchi ed altri n. 1-00706, Palese n. 1-00707, Garavini ed altri n. 1-00710 e Vargiu ed altri n. 1-00715 concernenti iniziative per il contrasto del gioco d'azzardo.

      7.  –  Seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00666, Kronbichler ed altri n. 1-00700, Borghesi ed altri n. 1-00701 e Gallinella ed altri n. 1-00711 concernenti iniziative in sede europea volte a richiedere le dimissioni del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.

      La seduta termina alle 16,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE  ELENCO  N.  1  DI  3  (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl cost. 2613-A e abb. – em. 2.7 446 446 224 102 344 71 Resp.
2 Nom. em. 2.6 458 458 230 112 346 70 Resp.
3 Nom. em. 2.203 468 467 1 234 111 356 68 Resp.
4 Nom. em. 2.8 487 483 4 242 124 359 64 Resp.
5 Nom. em. 2.10 479 477 2 239 98 379 61 Resp.
6 Nom. em. 2.11 476 475 1 238 112 363 61 Resp.
7 Nom. em. 2.12 476 475 1 238 119 356 61 Resp.
8 Nom. em. 2.19 485 484 1 243 118 366 61 Resp.
9 Nom. em. 2.15 481 480 1 241 112 368 61 Resp.
10 Nom. em. 2.13 480 479 1 240 133 346 62 Resp.
11 Nom. em. 2.16 482 481 1 241 129 352 62 Resp.
12 Nom. em. 2.200 I p. 484 483 1 242 119 364 60 Resp.
13 Nom. em. 2.200 II p. 494 418 76 210 47 371 59 Resp.

F  =  Voto favorevole (in votazione palese). – C  =  Voto contrario (in votazione palese). – V  =  Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A  =  Astensione. – M =  Deputato in missione. – T  =  Presidente di turno. – P  =  Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X  =  Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE  ELENCO  N.  2  DI  3  (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.200 III p. 491 490 1 246 121 369 59 Resp.
15 Nom. em. 2.201 497 495 2 248 116 379 57 Resp.
16 Nom. em. 2.2 493 472 21 237 25 447 57 Resp.
17 Nom. em. 2.20 476 457 19 229 94 363 57 Resp.
18 Nom. em. 2.22 459 459 230 111 348 57 Resp.
19 Nom. em. 2.25 484 482 2 242 99 383 57 Resp.
20 Nom. em. 2.23 490 488 2 245 116 372 57 Resp.
21 Nom. em. 2.24 474 473 1 237 113 360 57 Resp.
22 Nom. em. 2.26 471 470 1 236 117 353 57 Resp.
23 Nom. em. 2.27 479 478 1 240 116 362 56 Resp.
24 Nom. em. 2.30 465 444 21 223 31 413 57 Resp.
25 Nom. em. 2.29, 2.206 445 445 223 124 321 57 Resp.
26 Nom. em. 2.204 447 444 3 223 121 323 54 Resp.


INDICE  ELENCO  N.  3  DI  3  (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.205 407 405 2 203 80 325 54 Resp.
28 Nom. em. 2.37 446 444 2 223 90 354 53 Resp.
29 Nom. em. 2.42 450 450 226 95 355 52 Resp.
30 Nom. em. 2.41 456 455 1 228 98 357 53 Resp.
31 Nom. em. 2.801 463 463 232 28 435 52 Resp.
32 Nom. em. 2.202 439 435 4 218 302 133 47 Appr.