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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 109 di Mercoledì 5 agosto 2015
Bozza non corretta

INDICE

Seguito dell'esame della proposta di relazione sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie (relatore: onorevole Fava):
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Fava Claudio (Misto-PSI-PLI)  ... 2 
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Gaetti Luigi  ... 2 
Mirabelli Franco  ... 4 
Molinari Francesco  ... 5 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 6 
De Cristofaro Peppe  ... 7 
Fava Claudio (Misto-PSI-PLI)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 8.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Seguito dell'esame della proposta di relazione sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie (relatore: onorevole Fava).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di relazione sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie, di cui è relatore l'onorevole Fava.
  La proposta di relazione è già stata illustrata nella seduta del primo e del 30 luglio 2015 ed è stata ulteriormente modificata dal relatore, alla luce delle proposte di riformulazione emerse nel corso della seduta del 30 luglio.
  La versione definitiva è stata, quindi, inviata a tutti i commissari lo scorso venerdì 31 luglio, in vista della votazione odierna.
  Chiedo all'onorevole Fava se ritiene di intervenire, prima di passare alla dichiarazioni di voto.

  CLAUDIO FAVA. No, presidente. Semmai, mi darà la parola alla fine, per un ringraziamento dovuto e sentito.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per dichiarazioni di voto.

  LUIGI GAETTI. Grazie, presidente. Vorrei leggere una breve dichiarazione di voto.Pag. 3
  Prima di entrare nel merito della dichiarazione di voto, ci preme sottolineare come i giornalisti più a rischio siano quelli che lavorano nelle testate locali. La maggior parte di loro sono precari, ma effettivamente lavorano guardando in faccia la mafia. Sono nomi sconosciuti al grande pubblico, ma che scoprono le storie che poi vengono riprese dai grandi quotidiani e dalle grandi firme. È un lavoro silenzioso e pericoloso, mai retribuito decentemente e senza nessuna tutela legale. Sono minacciati sempre di ritorsioni fisiche o legali.
  Questa è l'informazione che necessita di protezione vera, perché le mafie che controllano i grandi centri nascono nelle piccole periferie e nei piccoli paesi.
  A questo giornalismo, per davvero di frontiera, va il nostro sentito ringraziamento nella difesa della libertà d'informazione e, quindi, della nostra democrazia.
  Oggi in questa sede è necessario segnalare l'assurda situazione del giornalista Nello Trocchia, minacciato dalla camorra. I carabinieri hanno segnalato la gravità delle minacce alla procura di Napoli, attraverso un'informativa depositata il 10 giugno scorso.
  A oggi nessuna misura di protezione è stata presa. La situazione peggiore è che il giornalista non ha mai ricevuto una comunicazione ufficiale degli organi preposti. In poche parole, lo Stato lo ha abbandonato.
  Noi denunciamo con forza oggi questa assurda situazione di pericolo per la vita del giornalista, affinché si prendano subito provvedimenti.
  Ritornando alla relazione odierna, è importante la premessa che l'onorevole Fava fa nella sua relazione: «Naturalmente l'obiettivo di questa relazione non è una storia del Pag. 4giornalismo italiano, ma un'indagine sui tentativi di condizionamento che ha subìto e subisce la stampa da parte delle organizzazioni criminali».
  Anche le deduzioni fatte e riportate nella relazione sono un resoconto del lavoro svolto. Ciò non significa che la Commissione consideri quanto riferito sempre e tutta la verità.
  Analizzandole approfonditamente, alcune posizioni e affermazioni fatte da alcuni giornalisti, collocate nel loro iter lavorativo, appaiono talora contraddittorie. La maggior parte, invece, hanno messo a rischio la loro vita denunciando fatti gravi.
  In questa relazione si dà conto di tanta editoria condizionata e collusa, e questo segna un passo importante nel chiarire taluni rapporti e tante informazioni dei recenti anni.
  L'onorevole Fava sopperisce nelle conclusioni: «In un tempo in cui la lotta alla mafia diventa per taluni un biglietto da visita a cui non sempre corrisponde un reale impegno su quel fronte, l'attività del Comitato ha peraltro incontrato anche episodi di millantati rischi e di giornalisti sul cui effettivo livello di esposizione occorre procedere ad attente verifiche, che questo Comitato, per la delicatezza e la rilevanza del tema, rinvia all'indagine che la Commissione ha già avviato sull'uso e l'abuso dell'antimafia».
  Con questa premessa, il Movimento 5 Stelle vota favorevolmente la relazione su mafia e giornalismo. Grazie, presidente.

  FRANCO MIRABELLI. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del Gruppo del Partito democratico e per ringraziare il gruppo di lavoro dell'impegno, dell'attività svolta e della disponibilità ad accogliere gli stimoli che sono venuti dalle ultime settimane di discussione all'interno della Commissione e dell'Ufficio di presidenza.Pag. 5
  Voglio solo sottolineare due cose. Io credo che questa sia una relazione che arriva a un punto importante. Credo, però, che, proprio per i suoi contenuti, la relazione comporti anche un impegno per la stessa Commissione antimafia, in primo luogo a proseguire il presidio di attenzione e di difesa dei giornalisti. Infatti, anche nelle ultime giornate la cronaca ha registrato diverse intimidazioni e minacce che tendono a condizionare il lavoro dell'informazione.
  In secondo luogo, dalla relazione stessa emergono alcuni punti, in base ai quali io credo che la Commissione debba riflettere sull'opportunità di assumere iniziative legislative a tutela dei giornalisti.
  Dalla relazione risulta evidente che la questione delle diffide temerarie e della protezione dei giornalisti dalla continua sequenza di querele e di denunce a cui sono sottoposti da parte dei soggetti a cui danno fastidio sia un tema da porre.
  Allo stesso modo, è un tema da porre – purtroppo non è la Commissione antimafia che lo può affrontare – la precarietà in cui vive ormai una parte importante del mondo dell'informazione, che la mette in una condizione di maggiore debolezza e, quindi, di maggiori possibilità di condizionamento.
  Io penso che ci sia un tema di trasparenza rispetto agli assetti proprietari degli organi d'informazione, che emerge da questa relazione e che deve essere affrontato.
  Votiamo convintamente questo documento, che credo debba essere letto, non come punto di arrivo, ma come un passaggio di un'azione che su questo tema la Commissione deve proseguire.

  FRANCESCO MOLINARI. Sarò molto breve. Naturalmente anch'io devo esprimere il mio apprezzamento per il primo Pag. 6tentativo che questa Commissione antimafia fa di accendere un faro anche su questo delicatissimo pezzo della nostra società. È un pezzo delicatissimo e importantissimo, perché è vitale per la nostra stessa democrazia.
  L'attenzione che questa Commissione ha rivolto a questo importante settore deve essere il primo passo, che purtroppo, per il nostro mandato, non può riguardare uno degli aspetti secondo me vitali per la stessa sopravvivenza e libertà d'azione di queste avanguardie che lavorano in trincea. Mi riferisco al contratto di lavoro, che spesso è anch'esso un condizionamento della possibilità di espletare al meglio la propria attività.
  Dopo aver aperto questa luce, secondo me, bisogna un po’ allargare il suo campo d'azione, per poter influire anche su questo tipo di attività.
  Io credo che l'aspetto più importante e più pericoloso sia il fatto che le organizzazioni criminali sono diventate in alcuni campi – almeno così sembrerebbe – anche degli editori, il che la dice lunga sull'evoluzione pericolosa che stanno avendo nella nostra società.
  Per l'opera meritoria che è stata fatta e per cui ringrazio i colleghi che hanno lavorato nel Comitato, il mio voto non potrà che essere positivo.

  MARCO DI LELLO. Intervengo solo per lasciare a verbale la mia condivisione. Il mio voto è sicuramente favorevole. Esprimo il mio apprezzamento per lo sforzo d'indagine che è stato fatto, davvero di qualità. Io credo che questo lavoro qualifichi l'operato dell'intera Commissione. Anche da parte mia arrivano gratitudine e apprezzamento per il vicepresidente Fava e per quanti hanno collaborato in Commissione.Pag. 7
  Anche io, come Gaetti, nei giorni scorsi ho chiesto che ci fosse un'attenzione sulla vicenda del giornalista Trocchia, che è molto inerente al tema di cui ci stiamo occupando.
  Io non parlo di abbandono, ma vorrei capire come mai, a distanza di quasi due mesi, non c’è stata nessuna azione. Vorrei sapere se c’è stata una valutazione da parte della prefettura diversa da quella che è apparsa sui giornali. Io credo che sia giusto dare comunque un segnale di attenzione e d'interesse da parte di questa Commissione. In questo senso, le consegno questa richiesta.

  PEPPE DE CRISTOFARO. Intervengo telegraficamente, solo per aggiungere anch'io una valutazione totalmente positiva sul lavoro che è stato svolto. Rivolgo un ringraziamento ai colleghi del Comitato e al vicepresidente Fava. Penso che sia stata un'indagine importante, che in qualche modo segnala la necessità per questa Commissione di mettere in campo un lavoro politico come questo. Esprimo un grande apprezzamento e voto convintamente a favore. Ovviamente, anche dal nostro punto di vista, si tratta inevitabilmente di un punto di partenza e non di un punto d'arrivo. Pensiamo che questo possa essere un ottimo viatico al lavoro che faremo.

  CLAUDIO FAVA. Intervengo solo per rivolgere un ringraziamento a chi ha reso possibile questo lavoro (i colleghi del Comitato, i funzionari e i consulenti) e per fare due annotazioni molto brevi.
  La prima concerne la responsabilità che questa Commissione si assume, come ricordava il collega Mirabelli. Questo è un work in progress. Il fatto che noi siamo costretti ad aggiornare continuamente l'elenco dei giornalisti minacciati, senza che la relazione riesca a star dietro all'evoluzione della cronaca, è un dato preoccupante, che ci porta a considerare Pag. 8questo come un monitoraggio permanente che la Commissione antimafia si impegna a proporre al Parlamento.
  La seconda considerazione , che è contenuta nelle ultime righe della relazione, è che, di fronte a undici giornalisti uccisi e a più di 2.000 minacciati nel corso degli ultimi sei-sette anni, c’è una certezza positiva. Esiste una giovane generazione di giornalisti che si carica tutto questo sulle spalle, con grande senso di responsabilità e con grande passione, civile e professionale, e che continua ad andare avanti in questo mestiere tenendo la schiena dritta, nonostante le condizioni di grande precarietà che sono state ricordate dai colleghi, che non riguardano soltanto i rischi professionali, ma anche la marginalità economica in cui spesso ci si trova costretti a esercitare questo mestiere.
  Ringrazio anche lei, presidente, e i colleghi della Commissione per i suggerimenti che sono arrivati in queste settimane e che abbiamo cercato di accogliere complessivamente.

  PRESIDENTE. Anch'io voglio ringraziare tutti per il lavoro. Credo che questa sia una relazione importante. Per la prima volta la Commissione parlamentare antimafia affronta questo tema.
  Anch'io ritengo che lo si debba considerare il primo capitolo di un lavoro che dovrà continuare, perché il fenomeno purtroppo non si estingue con la nostra relazione, ma si evolve. Pertanto, credo che sia giusto tenere accesso questo faro.
  Prima di passare alla votazione della relazione, in base a quanto convenuto nell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, è necessarie declassificare, come di consueto, tutti i resoconti stenografici delle audizioni svolte in Comitato.Pag. 9
  Pertanto, se non vi sono obiezioni, tali documenti passeranno dal regime di riservatezza funzionale al regime libero, mentre le parti assoggettate al regime segreto rimarranno invariate.
  (Così rimane stabilito).

  Pongo ora in votazione, per alzata di mano, la proposta di relazione sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie, così come riformulata.
  La relazione è approvata all'unanimità.
  Se non vi sono obiezioni, la presidenza si riserva di procedere al coordinamento formale del testo approvato.
  Avverto infine che, in base alla legge istitutiva, la relazione approvata dalla Commissione sarà trasmessa alla Presidenza delle Camere, con richiesta di inserimento nei programmi di lavoro di Camera e Senato.
  Ricordo che alle ore 10 nella sala stampa di Montecitorio ci sarà una conferenza stampa, alla quale naturalmente sono invitati, insieme al relatore e alla sottoscritta, in maniera particolare tutti i componenti del Comitato e anche coloro che vorranno raggiungerci.
  Infatti, come è stato ricordato, questo è un lavoro di cui va dato merito in primo luogo al relatore e al Comitato, ma anche a tutta la Commissione. Credo che, anche rispetto alle altre relazioni, abbiamo sperimentato la fatica di trovare punti di sintesi e punti d'accordo.
  Forse l'onorevole Mattiello si ricorda che la relazione dei testimoni di giustizia non era stata essa stessa così scontata. Penso che questo ci alleni in quella capacità di tenere unite le nostre legittime differenze e sensibilità, ma anche nell'obiettivo Pag. 10di combattere uniti, come forze politiche, il fenomeno mafioso e di smascherare tutti i tentativi di strano trasformismo.
  Grazie a tutti. Ci vediamo oggi alle 14 con il prefetto Gabrielli. Non so se ci sarete tutti. Siccome vedo che adesso siamo numerosi, forse questa è l'occasione più propizia per augurarci un giusto e meritato riposo. Sembra che abbiamo raggiunto un altro record con i nostri lavori.
  Ci vediamo a settembre con un programma impegnativo, soprattutto di missioni, perché siamo sollecitati da varie parti a essere presenti, almeno, come abbiamo deciso, in tutte le province delle regioni di tradizionale insediamento.
  Riposatevi e ritornate con la volontà e la determinazione che ci hanno caratterizzato in questi tempi. Grazie a tutti.
  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 8.50.