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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 28 novembre 2013

INDICE

Esame del regolamento interno e di altri conseguenti atti di autorganizzazione:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Lumia Giuseppe  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 5 

Comunicazioni del Presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Di Maggio Salvatore Tito  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Di Maggio Salvatore Tito  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Di Maggio Salvatore Tito  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Mirabelli Franco  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Esposito Stefano  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Volpi Raffaele  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Fava Claudio (SEL)  ... 13 
Molinari Francesco  ... 13 
Buemi Enrico  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Lumia Giuseppe  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Ricchiuti Lucrezia  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 

ALLEGATO 1: Regolamento interno della Commissione ... 16 

ALLEGATO 2: Regolamento interno per il funzionamento dei Comitati ... 24 

ALLEGATO 3: Deliberazione sul regime di divulgazione degli atti e dei documenti ... 26 

ALLEGATO 4: Deliberazione di acquisizione dell'intera documentazione raccolta dalle precedenti Commissioni antimafia ... 28 

ALLEGATO 5: Deliberazione in tema di criteri per l'esercizio delle attribuzioni in materia di spese per il funzionamento e di collaborazioni esterne ... 29

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.30.

Esame del Regolamento interno e di altri conseguenti atti di autorganizzazione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca al primo punto l'esame del regolamento interno, ai sensi dell'articolo 7 della legge istitutiva 19 luglio 2013, n. 87.
  La proposta di Regolamento interno che viene sottoposta all'approvazione della Commissione è stata oggetto di esame e approfondimenti istruttori da parte dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nelle scorse tre riunioni del 13, 19 e 25 novembre.
  Come convenuto nell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il testo proposto ricalca quello del regolamento adottato nella precedente legislatura.
  Ricordo inoltre che, per quanto non disciplinato dal Regolamento della Commissione, in base alla consolidata prassi parlamentare si applicano le disposizioni contenute nel Regolamento del ramo del Parlamento al quale appartiene il presidente della Commissione. In questo caso, pertanto, il riferimento è al Regolamento della Camera dei deputati, mentre nella legislatura precedente il riferimento era al Regolamento del Senato, poiché presidente della Commissione era il senatore Pisanu.
  Ricordo che la procedura per l'approvazione del Regolamento della Commissione prevede il voto articolo per articolo e una votazione finale. A seguire, si procederà con le stesse modalità all'esame del Regolamento di funzionamento dei Comitati.
  Se non vi sono osservazioni, avverto che, non essendo stati presentati emendamenti, porrò direttamente in votazione i singoli articoli e infine il testo nel suo complesso.
  Pongo in votazione l'articolo 1.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 2.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 3.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 4.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 5.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 6.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 7.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 8.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 9.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 10.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 11.
  (È approvato).

Pag. 4

  Pongo in votazione l'articolo 12.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 13.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 14.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 15.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 16.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 17.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 18.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 19.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 20.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 21.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 22.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 22.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 23.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 24.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 25.
  (È approvato).

  Pongo in votazione il testo del Regolamento interno nel suo complesso.
  (È approvato).

  Ringrazio davvero tutti colleghi per il voto espresso sul Regolamento interno della Commissione, che ci consentirà di organizzare in modo proficuo i nostri lavori.

  Passiamo ora alla votazione del Regolamento di funzionamento dei Comitati.
  Pongo in votazione l'articolo 1.
  (È approvato)

  Pongo in votazione l'articolo 2.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 3.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 4.
  (È approvato).

  Pongo in votazione l'articolo 5.
  (È approvato).

  Pongo infine in votazione il testo nel suo complesso.
  (È approvato).

  Ringrazio i colleghi per il voto espresso.

  GIUSEPPE LUMIA. Vorrei sapere se già sono pervenute alla Commissione le designazioni degli ufficiali di collegamento.

  PRESIDENTE. Sono state già contattate tutte le istituzioni coinvolte. Mancano le designazioni di due ufficiali di collegamento, mi riservo di dare comunicazione dei nominativi non appena l'elenco sarà completato.

Pag. 5

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Do ora comunicazione delle deliberazioni sinora adottate dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Comunico che nella seduta dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 19 novembre scorso è stato deliberato di avvalersi della collaborazione dei militari del nucleo speciale della Guardia di finanza presso le Commissioni parlamentari d'inchiesta, luogotenente Fernando Antonio Bellisario, maresciallo aiutante Antonio Giugliano, maresciallo aiutante Daniele Ranucci e brigadiere Nicola Anguilano i quali saranno impegnati prevalentemente nella gestione dell'archivio della Commissione.
  Nella stessa seduta è stato approvato il regime di divulgazione degli atti e dei documenti acquisiti o prodotti dalla Commissione ed è stata inoltre deliberata l'acquisizione dell'intera documentazione raccolta dalle precedenti Commissioni antimafia, inclusa la documentazione acquisita in sede di Ufficio stralcio, che diventerà, quindi, patrimonio dell'attuale Commissione.
  Nella seduta dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 25 novembre scorso, invece, si è stabilito di svolgere due iniziative fuori sede: lunedì 9 e martedì 10 dicembre la Commissione si riunirà a Reggio Calabria per l'audizione del Ministro della giustizia, Annamaria Cancellieri, e del Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, nonché per audizioni di altri soggetti istituzionali sui temi della lotta alla ’ndrangheta.
  Lunedì 16 e martedì 17 la Commissione si riunirà a Milano per l'audizione del Ministro dell'interno, Angelino Alfano, e del direttore della Direzione investigativa antimafia, Arturo De Felice, nonché per audizioni di altri soggetti istituzionali sui temi dell'infiltrazione al Nord e nell'economia legale, una particolare attenzione sarà riservata ai lavori dell'Expo. Avverto che, per quanto riguarda la missione a Reggio Calabria i componenti la Commissione che desiderano partecipare sono pregati di comunicare alla segreteria l'adesione entro e non oltre martedì 3 dicembre; mentre per la missione a Milano le adesioni devono pervenire entro venerdì 6 dicembre.
  Comunico, infine, che nella medesima riunione l'Ufficio di presidenza ha approvato una deliberazione in tema di criteri per l'esercizio delle attribuzioni in materia di spese per il funzionamento e di collaborazioni esterne. In un'ottica di assoluta trasparenza, anche quest'ultima, al pari delle altre, sarà pubblicata in allegato al resoconto stenografico della presente seduta.
  Terminati gli adempimenti organizzativi legati alla prima fase di avvio dei lavori, intendo ora passare a illustrare alcune linee programmatiche dell'attività della Commissione.
  Stiamo attraversando, come è stato ribadito molte volte in Ufficio di presidenza, un momento difficile che possiamo superare lavorando insieme. Il compito che ci attende richiede davvero il contributo di tutti e richiede a ciascuno di noi di non rinunciare alle proprie idee e alle proprie proposte. Spesso i lavori di questa Commissione si sono conclusi con relazioni di minoranza che hanno rappresentato un contributo molto importante.
  Al di là, quindi, delle diverse impostazioni e sensibilità che possiamo avere, gli obiettivi di chi decide di far parte di questa Commissione sono di condurre, tutti insieme, la lotta alle mafie, capire il fenomeno, individuare gli strumenti più adeguati per combatterlo e riconoscere le realtà che, forse ben più di noi, da molti Pag. 6anni sono in prima fila nel perseguire questo obiettivo consentendoci di raggiungere grandi risultati.
  Credo che questo debba essere il nostro spirito, il nostro atteggiamento. Io penso di aver fatto la mia parte – mai sufficiente, evidentemente, visti anche i non pieni risultati – e sono sicura che anche ciascuno di voi farà la propria.
  Sono stati istituiti nuovi gruppi parlamentari e questo avrà certamente delle conseguenze sulla composizione della stessa Commissione che, al momento gli rappresenta adeguatamente. Questo richiederà un assestamento all'interno dei gruppi e forse assisteremo anche al cambiamento di alcuni componenti della Commissione. I cambiamenti possono avvenire solo dietro dimissione dei componenti la commissione che saranno sostituiti dai presidenti di Camera e Senato. Il criterio della rappresentanza numerica dei gruppi è sempre stato osservato e credo che debba essere seguito – e lo sarà sicuramente – anche in questa circostanza. Per quanto attiene alle considerazioni della Presidenza, riteniamo che questo sia un problema che riguarda i singoli gruppi e, pertanto, ci rimettiamo agli accordi tra i gruppi e alle successive decisioni che i due presidenti vorranno assumere.
  Vorrei notare come, per varie vicissitudini, i lavori della nostra Commissione sono iniziati in ritardo rispetto alle esigenze dettate dal lavoro che dobbiamo svolgere. Non lo dico per consolarci, ma in molte delle precedenti legislature questa Commissione ha faticato un poco a partire. Credo che se riusciamo ad accelerare i nostri lavori nel mese di dicembre – assicurando un forte impegno prima della pausa per le festività natalizie e di Capodanno – potremo, a mio avviso, recuperare sulla media dei tempi di di avvio e di funzionamento dei lavori di questa Commissione.
  D'altra parte, c’è una singolare coincidenza che forse vale la pena di ricordare: la prima Commissione antimafia fu istituita nel 1962, ma si riunì per la prima volta nel 1963, perché subito dopo la sua costituzione finì la legislatura e si dovette procedere nuovamente alla nomina dei membri della Commissione. Quest'anno ricorrono i cinquant'anni dei lavori della Commissione antimafia, avviati, come ho detto, intorno alla metà del 1963. A questo proposito, ritengo che potremmo dedicare un po’ di tempo, prima della fine dell'anno, a un recupero storico del lavoro della Commissione, coinvolgendo anche i presidenti delle passate Commissioni e non limitarci all'acquisizione formale dei risultati delle Commissioni precedenti – come abbiamo appena deliberato – ma puntare all'acquisizione sostanziale dei risultati che sono stati raggiunti al fine di rilanciare il ruolo della Commissione.
  Nei confronti di questa Commissione sono presenti due atteggiamenti che sembrano contraddittori, ma in realtà non lo sono; in questi giorni, commentando le vicissitudini che ci hanno interessato, qualcuno ha posto il problema di quale sia il suo ruolo. Accanto a questo atteggiamento critico anche riguardo alla stessa funzione che la Commissione svolge – al di là delle nostre persone e delle vicissitudini politiche che ci hanno interessato – esiste, nei suoi confronti, un'enorme richiesta di presenza, di lavoro e di rilancio.
  Abbiamo sicuramente colto questa richiesta quando siamo stati a Palermo con una delegazione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai i membri di questa Commissione che sono stati eletti o comunque vivono e operano in Sicilia, per esprimere la nostra solidarietà al procuratore Di Matteo e a tutte le procure che sono in prima linea e hanno ricevuto minacce, volendo simboleggiare, in questo modo, la nostra presenza al fianco dei magistrati e delle forze dell'ordine. Attraverso questa visita abbiamo espresso la nostra solidarietà, si è trattato di un incontro molto interessante. Non siamo entrati nel merito delle questioni che interessano la Commissione, perché prima è necessario approvare il programma dei lavori, ma abbiamo colto, così come negli incontri che abbiamo avuto informalmente in questa prima settimana, una grande attesa. Esiste, infatti, da parte di tutti la consapevolezza Pag. 7che se le istituzioni parlamentari fanno il loro dovere i risultati si possono moltiplicare.
  Anche per questi motivi credo che noi dobbiamo iniziare a lavorare, perché non possiamo più fare aspettare chi è in prima linea e rischia la vita; non possiamo più fare aspettare l'economia di questo Paese; non possiamo più fare aspettare il Mezzogiorno e le giovani generazioni; non possiamo più fare aspettare i giornalisti stessi che continuano a essere un presidio della lotta alla mafia; non possiamo fare aspettare tutte quelle straordinarie realtà del nostro Paese che hanno reagito, continuano a reagire e sono una risposta significativa e importante alle mafie e alla loro aggressività.
  Da questa prima riflessione vorrei trarre alcune indicazioni di metodo per il nostro lavoro. La nostra è una Commissione d'inchiesta che si avvarrà del contributo di consulenti, che sceglieremo insieme, di ufficiali di collegamento, che saranno nominati dalle rispettive amministrazioni, e delle competenze della segreteria della Commissione. È chiaro che non mancheremo di usare i poteri che la legge ci assegna. Credo, però, che dobbiamo sempre tenere presente che noi siamo una Commissione politica, una Commissione del Parlamento. Nelle sedi giudiziarie, i magistrati e le forze che si occupano delle indagini svolgono in maniera egregia il loro lavoro ottenendo grandi risultati. Ci sono, però, dei temi e dei fatti che possono essere conosciuti, indagati e capiti meglio dalla sede politica e parlamentare. Credo che è questo quello noi dobbiamo fare: ritagliarci un ruolo non dimenticando mai che esiste una funzione della politica di cui la politica stessa deve riappropriarsi, anche in sede di giudizio e in sede di rilancio.
  Affermare questo non significa certo dichiarare una sorta di inviolabilità del nostro campo; non è questa la mia cultura, anzi sono molto grata per il lavoro che è stato fatto dalla magistratura in questi anni per scoprire le responsabilità della politica, delle istituzioni, dell'apparato dello Stato. Esiste, però, una responsabilità specificamente nostra. Noi dobbiamo innanzitutto interrogarci – e dobbiamo farlo con grande profondità – su quale politica e quale atteggiamento della politica, della pubblica amministrazione e della classe dirigente possano essere in grado di reagire efficacemente al potere mafioso ed essere in grado di creare le condizioni perché la società, l'economia e le professioni siano impenetrabili alla criminalità organizzata. Credo che questo sia un compito tutto nostro.
  In passato la Commissione si è dotata anche di codici, credo che su questi strumenti noi possiamo anche ritornare e possiamo farlo con la capacità di rilanciare il ruolo specifico del nostro lavoro.
  Vi è un altro aspetto che intendo sottolineare, ancora come nota di metodo per il nostro lavoro, che ho avuto modo di accennare in altre occasioni. Sapete benissimo infatti che ogni giorno ci sono decine di iniziative intorno ai temi di cui noi ci dobbiamo interessare ed è bene e sarà bene che tutti i componenti di questa Commissione siano il più possibile presenti in queste circostanze. Ciascuno di noi faccia la propria parte fino in fondo, a prescindere dai ruoli: far parte della Commissione antimafia, al di là delle responsabilità, è comunque un impegno di presenza, ovunque c’è un problema o una risposta.
  Ho avuto già modo di dire che dobbiamo fare un programma realistico. Indipendentemente dalle nostre idee, saremmo tutti disponibili a una legislatura di cinque anni; le circostanze suggeriscono però che forse non è un obiettivo così facile da raggiungere. Di conseguenza, se ci sarà dato del tempo, sapremo come usarlo; ma se incominciamo a fare un programma sapendo che davanti a noi non avremo molto tempo forse riusciremo anche a raggiungere dei risultati mirati e in tempi più brevi, e potremo essere di impulso a che alcune scelte che le sedi istituzionali devono fare possano essere fatte, così come possiamo essere di straordinaria utilità nel riuscire a far emergere alcune realtà e verità di cui il nostro Paese Pag. 8ha bisogno. Suggerisco, dunque, di organizzarci per lavorare in tempi verosimilmente limitati.
  Ritengo che tutto questo sia possibile e che non sia una forzatura, anche per un altro motivo: quest'anno si compiono cinquant'anni dall'avvio dei lavori della Commissione antimafia e se vogliamo ricordarli dobbiamo avere la consapevolezza che non partiamo da zero. Molto lavoro è già stato fatto e noi dobbiamo studiarlo evitando di piegare i lavori e i tempi della Commissione a ripercorrere strade che sono già state ampiamente percorse, solcate e indagate, e dalle quali si deve partire.
  Al riguardo potremmo decidere, per alcuni temi, di nominare un relatore con il compito di introdurre i lavori per la Commissione e mettere così in condivisione il patrimonio che già possediamo. Questa soluzione ci consentirebbe da una parte di porci alcuni obiettivi limitati, individuabili e raggiungibili in tempi brevi, e dall'altra di avere come obiettivo generale la valutazione del funzionamento, dell'efficacia della legislazione e delle politiche di lotta alla mafia che il nostro Paese ha messo in atto.
  In questi giorni, successivamente alla costituzione dell'Ufficio di presidenza, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione – che ha già consegnato alla Commissione – dalla quale emerge con molta chiarezza che se questo è il Paese delle mafie, è anche il Paese della lotta alla mafia. Abbiamo, infatti, una legislazione avanzata che ha dato buona prova di sé e che possiamo offrire a tutto il resto del mondo; siamo però consapevoli che la «prova» di questa legislazione ci indica che è necessario apportare alcuni cambiamenti.
  Sulla base di queste indicazioni di metodo, vorrei annunciare alcuni temi che ritengo prioritari, emersi durante il dibattito in Ufficio di presidenza, dove la discussione è stata molto interessante; ora i temi potranno essere discussi dai gruppi per ritornare finalmente in Commissione.
  Non possiamo sicuramente essere assenti dal semestre europeo, quindi questa Commissione deve essere di impulso affinché il Governo inserisca tra i temi prioritari la lotta alla criminalità, alla corruzione e alle mafie ed il valore della legalità sia considerato un valore principale e fondante. È un percorso impegnativo; ce ne hanno dato prova i nostri parlamentari europei che hanno incontrato non poche resistenze nel far approvare la risoluzione che contiene molte indicazioni che la Commissione e i Paesi dell'Unione possono fare proprie.
  La mafia, infatti, non è solo un problema italiano, ma è ormai un problema globale. Esiste una penetrazione fortissima in tutti i Paesi europei, ci sono alcuni punti di criticità enormi e si sta diffondendo l'idea che la legalità non paghi anche dal punto di vista economico. Se ci poniamo l'obiettivo della crescita economica dobbiamo considerare che forse i suoi primi nemici sono proprio l'illegalità, la corruzione, le mafie e il denaro sporco che è così abbondante di fronte all'attuale mancanza di liquidità legale. Inoltre, è solo con l'Europa che ci possiamo difendere dalla globalizzazione del potere mafioso che ha saputo usare questo fenomeno molto meglio dell'economia legale.
  La Commissione dovrà, durante il semestre europeo, esercitare una duplice attenzione: l'Italia con l'Europa per combattere l'internazionalizzazione dei poteri criminali e le azioni che l'Italia propone all'Europa perché le faccia proprie nella lotta alla criminalità. Riterrei questo tema oggetto di un vero e proprio Comitato, il cui lavoro dovrebbe concludersi entro la metà del primo semestre dell'anno per essere utile al Governo che, d'altra parte, a noi risulta si sia già dotato di una riflessione in materia. Sappiamo che presso la Presidenza del consiglio è stata elaborata una documentazione molto interessante che dobbiamo acquisire e sulla quale possiamo riflettere per essere capaci di dare un impulso alla nostra legislazione.
  Un altro filone di riflessione credo che debba porre attenzione al cambiamento del fenomeno mafioso dentro il nostro Paese. Una constatazione dalla quale partire è che quasi tutti gli osservatori individuano Pag. 9nella ’ndrangheta l'organizzazione criminale più pericolosa e forte in questo momento, con una notevole capacità di penetrazione in altre parti del Paese e del mondo, in settori economici importanti, nella pubblica amministrazione e nella società. Sappiamo bene, inoltre, come la Calabria, terra d'origine della ’ndrangheta, sia forse la regione che paga più di altri il dramma delle disuguaglianze e dell'arretratezza economica e sociale; è per questo motivo che andremo a Reggio Calabria per la nostra prima riunione.
  Tuttavia, dalla «terra dei fuochi» alle notizie che riguardano Roma e il sud del Lazio, dai segnali che arrivano da alcune zone della Puglia alle minacce che tornano alle procure della Sicilia, tutto ci dice che non possiamo voltare la faccia o abbassare il livello di guardia nei confronti di alcuna manifestazione dei poteri mafiosi, che sono sempre pronti e agguerriti. Fermo restando che, ripartendo dalla relazione dell'onorevole Forgione, dovremo dedicare una particolare attenzione al tema della ’ndrangheta, penso che non potremo non essere presenti, magari con una piccola missione, anche nella «terra dei fuochi», prima di Natale, per l'emergenza che ha rappresentato. Inoltre, non possiamo dimenticare che, non essendo ancora costituita la Commissione rifiuti, non possiamo non farcene carico. Successivamente saremo ben felici non solo di collaborare, ma anche di trasferire il nostro lavoro in una sede che è ritenuta più propria della nostra, ma in questo momento, a mio avviso, non possiamo trascurare questo aspetto.
  Serve quindi attenzione al mutamento del fenomeno mafioso, alla sua aggressività, ai segnali di pericolosità e di cambiamento sociologico, di personale politico e di modo di azione. Infatti, se vogliamo essere presenti come un'istituzione che, accanto alle molte altre forze della nostra società che lo fanno, sa creare opinione, fare formazione – non dimentichiamo mai che il giudice Caponnetto diceva «la scuola alla mafia fa più paura delle armi» – e se vogliamo essere presenti nei luoghi formativi e in qualche modo essere il riconoscimento dovuto alle tante manifestazioni di lotta alla mafia che ci sono nel nostro Paese, credo che possiamo tenere insieme due aspetti: continuo monitoraggio del cambiamento che è in atto e massima valorizzazione, conoscenza e persino censimento di tutte quelle realtà che hanno e hanno avuto in questi anni la forza di reagire.
  Qualcuno di voi ha proposto un itinerario non soltanto nelle zone critiche ma anche, per così dire, nelle risposte civili ed economiche alla criminalità organizzata; io penso che dobbiamo farlo: sappiamo che sono moltissime, e forse non sono tutte conosciute e non circolano come fattore educativo. Credo noi possiamo, da questo punto di vista, promuoverle.
  Un altro aspetto che considero di grande emergenza riguarda la consapevolezza – anche per la composizione di questa Commissione, che è un po’ cambiata nella provenienza geografica dei membri rispetto agli anni precedenti – che non possiamo non dedicare il lavoro di un Comitato alla penetrazione delle mafie al Nord. La precedente Commissione aveva fatto un buon lavoro che abbiamo ereditato, ma le notizie che continuano a raggiungerci in questi mesi ci dicono che il fenomeno è crescente. In primo luogo, serve diffondere consapevolezza, dai magistrati agli amministratori, che questo fenomeno esiste e noi dobbiamo capire dove, come e quanto è diffuso, quanto è penetrante e quanto è aggressivo.
  Strettamente collegato a questo tema è quello della penetrazione delle mafie nell'economia legale con metodi che io non definirei illegali, ma capaci di creare convenienze. Non esiste solo il racket o l'estorsione, c’è anche la capacità di presentarsi con offerte convenienti, e forse questa seconda modalità è la più pericolosa. Ogni azienda in crisi che ha bisogno di liquidità è un possibile obbiettivo per il riciclaggio; l'imprenditore che magari, non può accedere alla liquidità delle banche, si trova di fronte ad un interlocutore gentile che non si presenta con metodi violenti, ma appunto con le convenienze.Pag. 10
  Questo fenomeno, che sta interessando settori dell'amministrazione, professionisti, operatori economici e quant'altro, va indagato e capito. Questo lavoro va fatto con le forze economiche e soprattutto gli amministratori del nostro Paese devono essere coinvolti. In maniera particolare, credo che si debba dedicare particolare attenzione al tema dei professionisti – avvocati, commercialisti, notai – perché esiste spesso una complicità non denunciata e non sanzionata.
  Io non ho mai fatto la lotta agli ordini professionali – sono, da questo punto di vista, «antica» – soprattutto a quelli che riguardano il settore sanitario, perché ho sempre pensato che potevano essere una garanzia per l'esercizio corretto della professione e per il servizio che devono rendere ai cittadini. Non è ammissibile che gli ordini ignorino, si voltino dall'altra parte e per mantenere i propri privilegi di casta, la forza del proprio gruppo, non vedano e non traggano le dovute conseguenze.
  Ritengo che per affrontare questo tema debba essere istituito un Comitato. Non voglio usare neanche il termine generico di «colletti bianchi», è proprio il tema delle professioni in quanto tali che va preso in considerazione.
  Vi sono, a mio avviso, altri due temi che possono essere oggetto di un lavoro che potrebbe dare dei risultati in tempi brevi. Il primo tema riguarda la confisca dei beni e la loro utilizzazione; in proposito sappiamo che ci sono un relatore nominato in Commissione giustizia alla Camera, una legge d'iniziativa popolare e un lavoro già svolto da parte del Governo.
  Il secondo tema è quello degli enti locali e dell'efficacia dello strumento dello scioglimento: uno strumento ineliminabile, ma non più sufficiente e adeguato a dare risposte efficaci. È appena di una settimana fa la notizia che nel comune di Nardodipace, in provincia di Vibo Valentia, è stato eletto nuovamente, con la sua maggioranza, colui che era sindaco quando il comune è stato sciolto. Noi dobbiamo non solo indagare, ma anche chiederci se la legge è adeguata.
  Dobbiamo inoltre creare una vera e propria rete di amministratori in ogni parte del nostro Paese, perché le misure di intervento quando si è accertata la presenza dei poteri mafiosi, sono misure che il mondo ci invidia e che oggi siamo in grado anche di modificare e rendere migliori, ma permane un'incapacità di prevenzione tuttora evidente. Non possiamo arrivare sempre e solo dopo. In tal senso, ritengo che dovremmo coinvolgere chi è in prima linea, ovvero tutte le amministrazioni di questo Paese, in modo da poter rivedere anche la legislazione.
  Non mi sfugge, ovviamente, l'esistenza di molti altri temi. È già stato fatto, ad esempio, un gran lavoro sul gioco d'azzardo, che non possiamo abbandonare; è già stato affrontato il tema dell'informazione, dei giornalisti e della comunicazione, ed è un tema che va capito e approfondito, quindi credo che possiamo riprenderlo. Inoltre, dobbiamo stare attenti ai cambiamenti della criminalità organizzata, alla straordinaria capacità della mafia di operare nei settori tradizionali, ma anche di spostarsi in quelli nuovi con eccezionale mobilità; quindi, è necessario porre attenzione ai fenomeni dell'immigrazione e della tratta degli esseri umani.
  Cito, ancora, il tema del calcio o di altri settori di particolare popolarità attraverso i quali peraltro si crea il consenso che le mafie sono capaci di ottenere in maniera più ampia rispetto a chi intende creare una resistenza e una lotta alla mafia stessa.
  Si potranno aggiungere molti altri temi; alcuni si presenteranno e dovremo sempre avere attenzione ai cambiamenti, senza dimenticare naturalmente l'evoluzione nei settori tradizionali che continuano a essere quelli di massimo guadagno: dalle droghe agli appalti. Se affronteremo, ad esempio, il tema degli enti locali non potremo non prestare attenzione al tema della sanità, perché in alcune regioni del nostro Paese è rimasto forse l'unico settore pubblico nel quale ci sono ancora i soldi pubblici (in tempo di crisi, è rimasta forse la tavola meglio imbandita).Pag. 11
  Lo stesso discorso vale – e il tema della «terra dei fuochi» sarà un'occasione per riparlarne – per i rifiuti, che sono stati una grande fonte di arricchimento, ma non trascurerei la capacità della mafia di spostarsi verso le energie alternative e, per così dire, di sporcare l'energia pulita del nostro Paese.
  Le antenne devono essere sempre attente a captare i segnali; ciascuno di noi deve sentirsi, da questo punto di vista, portatore di una richiesta di informazione e di approfondimento. Tuttavia, ritengo che i settori illustrati siano tra quelli più urgenti, nei quali possiamo ottenere risultati.
  Per quanto riguarda ancora i beni confiscati – faccio un piccolo passo indietro – in tempo di crisi non ci possiamo permettere di tenere immobilizzato neanche un euro. Attualmente si tratta di beni immobilizzati che invece possono circolare; dobbiamo creare consenso perché possiamo e dobbiamo dimostrare che la legalità paga anche dal punto di vista economico.
  Vorrei concludere come ho cominciato: possiamo svolgere il lavoro che ho delineato se stiamo insieme, se ci ricordiamo che ci unisce la lotta alla mafia, che lo dobbiamo a tutti quelli che la stanno facendo, se interpelliamo, prima di tutto, la politica e se sollecitiamo il cambiamento dell'atteggiamento, della concezione, della funzione e della presenza della politica. Ritengo infatti che un dato che in questi anni è stato ampiamente acquisito e indagato, ma che non ha mai avuto le risposte adeguate, sia appunto questa timidezza – quando non è stata addirittura connivenza – della politica nella reazione ai poteri mafiosi. È un atteggiamento che parte da molto lontano, anche dal modo con il quale si cerca il consenso, ci si rapporta con il Paese e si svolge il ruolo di parlamentari.
  Mi sento di offrire questi elementi alla riflessione e mi dichiaro disponibile anche ad avviare già oggi, nel tempo a disposizione, la discussione; se invece si riterrà più giusto il metodo che ho indicato prima, ossia di un ritorno nei gruppi, per lasciare successivamente lo spazio a una discussione più ampia a partire da lunedì, sono anche in questo caso assolutamente disponibile.
  Aggiungo un'ultima osservazione. Formeremo i Comitati e sceglieremo insieme i consulenti, ma ritengo che faremmo bene a introdurre ogni tema, assegnato all'approfondimento di un Comitato, con una scelta di metodo e di indirizzo da parte della Commissione in seduta plenaria, laddove il tema ritornerà nei vari risultati che i lavori riusciranno a raggiungere.
  Vi ringrazio molto per la pazienza che avete avuto.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire.

  SALVATORE TITO DI MAGGIO. Signor presidente, intervengo per giustificare, anzitutto, il mio voto di astensione dovuto al semplice fatto che ho preso cognizione solo oggi sia del Regolamento della Commissione sia del Regolamento dei Comitati non avendone – forse a causa della questione dei gruppi – avuto notizia precedentemente. Ho inoltre appreso in questo momento anche della visita che la Commissione ha già fatto a Palermo; di questo mi dolgo molto, perché mi sarebbe piaciuto averne informazione.
  Nelle sue parole colgo già una linea che mi piacerebbe molto discutere all'interno della Commissione. Noi siamo una Commissione d'inchiesta, non una Commissione di solidarietà. Credo, quindi, che i lavori che noi dovremmo immaginare di incardinare e di mettere in atto ci facciano innanzitutto scoprire quali sono i metodi e quali sono, più di ogni altra cosa, le verità che sfuggono sia agli inquirenti che alla società. Credo che sia questa la nostra missione.
  Rispetto al suo intervento non ho nulla da eccepire. Se si potesse organizzare al meglio i lavori, compatibilmente anche con i lavori d'Aula piuttosto che con i lavori di ogni singolo componente della Commissione, sarebbe cosa buona. A questo riguardo, vorrei che l'Ufficio di presidenza si organizzasse anche per capire l'evoluzione dei gruppi, in modo da non rischiare Pag. 12che le informazioni non arrivino a destinazione. Grazie.

  PRESIDENTE. Quanto, eventualmente, è accaduto credo sia imputabile anche a una mancanza di comunicazione all'interno del gruppo. Mi scuso, comunque, per eventuali mancanze di comunicazione da parte nostra.
  Rispetto alla visita a Palermo, non essendo stata costituita ancora la Commissione, non avendo ancora discusso il programma e trovandoci, alcuni di noi, già in quella sede, abbiamo ritenuto di fare una delegazione dell'Ufficio di presidenza e abbiamo avvertito i componenti della Sicilia perché, oltre che sembrarci doveroso, credo sia una prassi dalla Commissione. È per questi motivi che non l'abbiamo interpellata.
  Abbiamo acquisito anche qualche elemento interessante da questo incontro, che potrà diventare oggetto di approfondimento da parte della Commissione.

  SALVATORE TITO DI MAGGIO. Non è una città qualunque.

  PRESIDENTE. Non è una città qualunque. Ci sembrava giusto limitarci alla solidarietà. L'argomento che è stato toccato è solo ed esclusivamente quello della sicurezza dei magistrati.

  SALVATORE TITO DI MAGGIO. Al proposito mi permetto anche di aggiungere, presidente, che non è una procura qualunque.

  PRESIDENTE. Lo sappiamo bene.

  FRANCO MIRABELLI. Penso che ci siano ragioni diverse per rinviare la discussione, se non ci sono questioni dirimenti da porre.
  La prima ragione, a cui ha accennato lei, è di dare la possibilità ai gruppi di riunirsi e di approfondire i temi numerosi che lei ha posto all'attenzione. Penso che ci sia, inoltre, una ragione legata all'utilità di dare il tempo ai nuovi gruppi di organizzarsi e di decidere.
  Aggiungo inoltre un terzo elemento: credo che, stabiliti oggi i due appuntamenti della Commissione, a Reggio Calabria e a Milano, potrebbe essere utile per i commissari avere anche il tempo di fare qualche ragionamento sulle proposte relative a quelle giornate.
  Per questi motivi le chiederei di ripensare l'ipotesi di convocare la Commissione lunedì. Se dobbiamo far riunire i gruppi, è evidente che per lunedì diventa complicato; se fosse possibile andare più avanti, anche giovedì andrebbe bene, in modo da lasciare ai gruppi la possibilità di organizzarsi.

  PRESIDENTE. Considerato che forse lunedì alla Camera si vota in plenaria, proporrei di accordarci in questo modo: se le votazioni dovessero proseguire anche venerdì, potremmo incontrarci giovedì nel tardo pomeriggio e proseguire in serata; se invece, come è verosimile, le votazioni finiscono giovedì mattina, ci riuniamo giovedì pomeriggio come oggi.

  STEFANO ESPOSITO. In attesa di un ragionamento che faremo come gruppo, riguardo ai due appuntamenti di Reggio Calabria e Milano le chiederei di valutare, sempre per stare su temi che sono particolarmente caldi e che hanno una loro rilevanza, la possibilità di mettere in calendario un'audizione con il Procuratore di Torino, Caselli, per riflettere a partire dalla sentenza sul processo «Minotauro» – sulla quale lei peraltro è intervenuta con un'intervista – perché credo che sarebbe interessante riuscire a fare questa audizione entro la fine dell'anno.

  PRESIDENTE. Ritengo di poter accogliere la proposta. Se la Commissione è d'accordo, non credo sia necessario ritornare in Ufficio di presidenza, se non per ciò che riguarderà l'organizzazione.

  RAFFAELE VOLPI. Gentile presidente, la ringrazio per la sua esposizione. Credo che da parte nostra non ci sia nulla da eccepire e che lei abbia definito un programma – come ha detto lei stessa, non Pag. 13troppo ottimistico – con obiettivi che sono temporaneamente quelli che possiamo raggiungere.
  Tuttavia, presidente, devo esprimere una certa preoccupazione sui tempi. Sappiamo tutti che ci sono state evoluzioni all'interno dei gruppi e che comunque ognuno di noi si è impegnato in modo che la Commissione possa operare nella sua completezza.
  Mi permetto però di osservare che deve esserci comunque un limite temporale. Dico questo – conoscendo molte delle persone che si trovano all'interno di quei gruppi – poiché è chiaro che non possiamo tenere ferma la Commissione. Oltre la necessità di una definizione tecnica dei componenti della Commissione stessa, la determinazione politica di partecipare o meno deve mettere tutti noi in grado di continuare il lavoro; non penso che possiamo non fare nulla in attesa di chissà quali altre determinazioni.
  A parte questa preoccupazione, penso che il metodo che abbiamo impostato e che si evolverà con la formazione dei Comitati e la suddivisione del lavoro sia corretto. Mi sembra che ci sia molto da fare. Anche la scelta di presenza sul territorio non solo come testimonianza, ma anche come partecipazione, è assolutamente rilevante. Grazie.

  PRESIDENTE. Senatore Volpi, abbiamo già stabilito le riunioni a Reggio Calabria e a Milano, quindi a questo punto i lavori della Commissione sono avviati. Forniremo ai capigruppo dei nuovi gruppi tutti gli atti approvati oggi, dopodiché speriamo di poterci avvalere del contributo di tutti. Sono d'accordo con lei sul fatto che dobbiamo lavorare.

  CLAUDIO FAVA. Mi sembra utile qualche giorno di riflessione per preparare una discussione approfondita sul nostro programma di lavoro.
  Mi sembra che siamo partiti. Aver stabilito date e luoghi delle prime due missioni, peraltro decidendo che siano missioni della Commissione nella sua dimensione plenaria, dal punto di vista del gesto politico e istituzionale mi sembra una scelta molto forte. E avere individuato la Calabria e la Lombardia, Reggio Calabria e Milano, mi sembra una scelta ancora più forte: andando in controtendenza, fa capire che sul policentrismo mafioso questa Commissione è ben consapevole.
  È vero che il compito di questa Commissione è assumere la propria ragione istituzionale di Commissione d'inchiesta ma – in questo non sono del tutto d'accordo con l'osservazione del collega – siccome stiamo parlando di un argomento nel quale accanto al linguaggio dei codici esiste anche il linguaggio dei simboli, la Commissione antimafia che va a Reggio Calabria e a Milano, e che è andata sebbene in formazione ridotta, in modo informale, a Palermo, dà segnali importanti sia per chi riceve la Commissione, perché ci mette in condizione di ascoltare, sia per altri che al lavoro della Commissione guardano con grande attenzione.

  FRANCESCO MOLINARI. Abbiamo ascoltato con interesse l'esposizione lunga e approfondita del presidente e sappiamo che avremo molto da lavorare.
  Poiché nel momento in cui siamo entrati in Parlamento – parlo per noi «novelli» – pensavamo di fare i legislatori, speriamo che da questa Commissione escano degli strumenti utili alla magistratura e alle forze dell'ordine per fare al meglio il lavoro che stanno già facendo.
  Non intendo entrare, in questo momento, nella discussione sui simboli. È importante però che essi non restino tali, ovvero scatole vuote. Ritengo che sia stata molto importante la vostra missione in Sicilia per dare un sostegno che è essenziale per chi sta sul fronte e in prima linea, così come ritengo molto importante il segnale che stiamo dando all'Italia, con i due viaggi che faremo in Calabria e a Milano.
  Vorrei introdurre un tema che non ho sentito e che, secondo me, è essenziale. Specialmente nelle terre come la mia, in cui il settore bancario è un po’ deficiente, questo permette ai settori che in questo Pag. 14momento hanno una liquidità amplissima di introdursi in uno dei gangli vitali dell'economia. Credo che questo sia uno dei temi sui quali portare la nostra attenzione.
  Ci ripromettiamo, come gruppo, di analizzare l'esposizione che abbiamo ascoltato e di partecipare alla prossima discussione.

  ENRICO BUEMI. Signor presidente, condivido sostanzialmente la sua introduzione. Richiamo semplicemente l'attenzione sulla necessità che la guerra senza frontiere che deve essere condotta ai fenomeni mafiosi non prescinda da un rispetto rigoroso delle norme e del garantismo, perché uno Stato è forte se sa rispettare in maniera puntuale le leggi che si è dato.
  La mia presenza oggi vuole anche essere un contributo in questa direzione. Sicuramente sono importanti la determinazione, anche richiamando distrazioni territoriali che ci possono essere da parte dello Stato, l'opportunità di intervenire con la necessaria durezza ovunque, ma, nello stesso tempo, l'attenzione al massimo rispetto dei diritti, perché più uno Stato agisce nel pieno rispetto delle regole più è uno Stato che si mette al riparo da qualsiasi giustificazionismo rispetto a comportamenti assolutamente inaccettabili.
  È necessaria un'azione di contrasto senza frontiere, determinata, inflessibile, sempre puntuale e mai distratta. Se posso permettermi una critica, c’è stata nel passato una certa distrazione rispetto ad alcuni ambienti. Lei ha citato le professioni, ma io non vedo soltanto una certa insufficienza da parte degli organismi di autogoverno o di controllo degli ordini professionali o delle professioni, che non è soltanto quella riferita alle professioni «a tutela», come avvocati, commercialisti o medici. Mi riferisco a coloro che agiscono anche dentro l'economia e che, con i loro comportamenti, sono la copertura formale di atteggiamenti mafiosi. Mi riferisco alle professioni economiche, in particolare a quelle relative al mondo dei lavori pubblici, dell'urbanistica e dell'ambiente inteso anche in senso di tutela perché rileviamo che quello che oggi doveva essere un settore dell'energia pulita purtroppo è stato contaminato da presenze di carattere criminale e mafioso.
  Credo che noi dovremmo agire non soltanto sulla visione di lungo periodo, quindi attraverso le leggi, ma anche attraverso un'azione sulle questioni specifiche, perché non sempre la difficoltà di agire della parte dello Stato che si occupa della repressione permette di accendere i riflettori. Noi dobbiamo avere questo compito, andare oltre l'aspetto penalmente rilevante per indicare queste aree grigie che, invece, sono gli ambienti più favorevoli all'insediamento dell'organizzazione criminale. Mi riferisco al mondo del gioco, al mondo dello sport – ne abbiamo già parlato in Ufficio di presidenza – in particolare del calcio, non soltanto delle categorie di punta, ma anche quelle di secondo livello, e a tutti quegli altri mondi che in una società moderna assumono sempre maggiore rilievo e ai quali il business della criminalità destina la sua attenzione.
  Un'ultima questione, presidente, riguarda gli strumenti operativi. Ci sono colleghi che hanno consuetudine con il lavoro e con l'utilizzo degli strumenti operativi di questa Commissione, e altri come me – che pure mi sono occupato di giustizia per molti anni – che hanno maggiori difficoltà. Se fosse possibile prevedere un momento di illustrazione in questa sede oppure un momento educativo da svolgere in un altro momento ve ne sarei grato.

  PRESIDENTE. Lo faremo sicuramente.

  GIUSEPPE LUMIA. Signor presidente, discuteremo del programma e di questa buona partenza la prossima volta. Le chiedo se, nel frattempo, vista la decisione opportuna e utile delle missioni – ottima scelta fare delle «missioni» e non dei «viaggi» – il 9 e 10 a Reggio Calabria, il 16 e 17 a Milano, gli uffici ci possano aiutare a predisporre materiali sufficienti per tempo, in modo tale che non si tratti di apprendere in quella sede, sul momento, le questioni che dobbiamo affrontare, Pag. 15ma ci sia invece da parte dei commissari una fase di conoscenza e di approfondimento, in modo tale che si parta subito col piglio dell'inchiesta e della missione che ci appartiene.
  Inoltre, lei ha fatto un ottimo annuncio in riferimento alla presenza della Commissione sul territorio della «terra dei fuochi». Penso che tutti noi – vedo la senatrice Capacchione e l'onorevole Apicella che, insieme ad altri deputati e senatori, se ne sono occupati – possiamo condividere la volontà di fare, prima di Natale, una missione in quel luogo e sarebbe il caso, anche qui, di individuare una data e magari istruire con l'Ufficio di presidenza in modo approfondito questa missione che, ritengo, è di importanza fondamentale per i lavori della nostra Commissione.

  PRESIDENTE. Dovremo prevedere uno o due Uffici di presidenza, che magari possiamo anche integrare con le persone che sono particolarmente interessate o che sono fonte di conoscenza sui temi che dobbiamo istruire.

  LUCREZIA RICCHIUTI. Relativamente al fenomeno di internazionalizzazione delle mafie, dal momento che esiste una Commissione antimafia europea, che è già operante e ha svolto diverse audizioni, forse sarebbe utile avere un sunto dei lavori svolti da quella Commissione in questi anni. Potrebbe servire avere un confronto con loro e avere contezza di quello che è stato fatto.

  PRESIDENTE. Mi sembra un'ottima idea. Tra l'altro, credo sia stata curata una pubblicazione in merito.
  Aggiorniamo dunque la seduta a giovedì pomeriggio. I membri dell'Ufficio di presidenza si sentano mobilitati già da adesso poiché dovremo fare, da qui a giovedì, almeno due riunioni.
  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.55.

Pag. 16

ALLEGATO 1

REGOLAMENTO INTERNO DELLA COMMISSIONE

TITOLO I
NORME APPLICABILI

. 1.
(Norme applicabili).

  1. La Commissione svolge i suoi compiti secondo i principi e per le finalità stabiliti dalla legge 19 luglio 2013, n. 87, di seguito denominata «legge istitutiva». Per il suo funzionamento si applicano le norme del presente regolamento e, per quanto non disciplinato, le disposizioni contenute nel Regolamento del ramo del Parlamento al quale appartiene il Presidente della Commissione.

TITOLO II
ORGANIZZAZIONE DELLA COMMISSIONE

. 2.
(Composizione e durata).

  1. La Commissione, composta secondo le modalità di cui all'articolo 2 della legge istitutiva, resta in carica nel pieno esercizio dei suoi poteri per tutta la durata della XVII legislatura, fino alla prima riunione delle nuove Camere.
  2. In caso di scioglimento anticipato di una sola Camera, si provvede al rinnovo dei componenti appartenenti alla Camera disciolta secondo le modalità di cui all'articolo 2 della legge istitutiva.
  3. Per ciascuna questione o affare trattati dalla Commissione, il Presidente, salvi i casi in cui ciò sia incompatibile con la natura dell'affare, può attribuire ad uno o più componenti il compito di esaminarne i profili istruttori e di riferirne alla Commissione.
  4. Il Presidente può avocare a sé o revocare i compiti istruttori in caso di inerzia o ritardo del componente cui sono stati affidati.

. 3.
(Sostituzione dei componenti della Commissione).

  1. In caso di impedimento definitivo, di dimissioni dalla Commissione, di assunzione di un incarico governativo o di cessazione del mandato parlamentare, i componenti della Commissione sono sostituiti da altri parlamentari nominati con gli stessi criteri e la stessa procedura di cui all'articolo 2 della legge istitutiva.
  2. Non sono ammesse sostituzioni temporanee dei componenti la Commissione.
  3. Salva diversa disposizione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ciascun componente della Commissione può assistere alle riunioni di ogni Comitato e sostituirne anche temporaneamente i componenti.

. 4.
(Partecipazione alle sedute della Commissione).

  1. Non è ammessa la partecipazione alle sedute della Commissione di parlamentari che non ne facciano parte o di altri estranei, fatta eccezione per i componenti della segreteria di cui all'articolo 23 e dei collaboratori esterni di cui all'articolo 24, e salvo quanto disposto dagli articoli 15 e 16.

Pag. 17

. 5.
(Ufficio di Presidenza).

  1. L'Ufficio di Presidenza è composto dal Presidente della Commissione, che lo presiede, dai Vice Presidenti e dai Segretari.
  2. Il Presidente convoca alle riunioni dell'Ufficio di Presidenza i rappresentanti designati dai Gruppi nei casi previsti dal presente Regolamento e ogni qualvolta lo ritenga opportuno o ne sia fatta richiesta da parte di un rappresentante di Gruppo.
  3. Delle riunioni dell'Ufficio di Presidenza è redatto un processo verbale, non soggetto a pubblicazione nei resoconti parlamentari, contenente almeno le deliberazioni assunte.

. 6.
(Funzioni del Presidente, dei Vice Presidenti e dei Segretari).

  1. Il Presidente:
   a) rappresenta la Commissione e tiene i rapporti con le autorità, gli enti ed i soggetti indicati dalla legge istitutiva;
   b) la convoca e ne presiede le sedute, regolando le discussioni e le votazioni;
   c) formula e dirama l'ordine del giorno, sulla base delle decisioni assunte dall'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi ai sensi del successivo articolo 7;
   d) dispone le spese di ordinaria amministrazione;
   e) esercita i restanti compiti previsti dal presente Regolamento.

  2. I Vice Presidenti sostituiscono, su sua delega, il Presidente in caso di assenza o di impedimento. Qualora occorra provvedere all'elezione del nuovo Presidente, la Commissione è convocata dal Vice Presidente eletto con il maggior numero di voti. I Segretari verificano i risultati delle votazioni e sovrintendono alla redazione del processo verbale.
  3. Nei casi di necessità ed urgenza, il Presidente esercita i poteri spettanti all'Ufficio di Presidenza, riferendo entro due giorni all'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi.

. 7.
(Funzioni dell'Ufficio di Presidenza).

  1. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, predispone il programma ed il calendario dei lavori della Commissione.
  2. Il programma e il calendario approvati con il consenso dei rappresentanti dei gruppi, la cui consistenza numerica sia complessivamente pari almeno a tre quarti dei componenti della Commissione, sono definitivi e sono comunicati alla Commissione. Il Presidente riserva comunque una quota del tempo disponibile agli argomenti indicati dai gruppi dissenzienti, ripartendola in proporzione alla consistenza di questi. Qualora non si raggiunga la predetta maggioranza, il programma e il calendario sono predisposti dal Presidente che inserisce le proposte dei gruppi dissenzienti in modo da garantire agli argomenti indicati da questi ultimi una quota del tempo disponibile nel periodo considerato ovvero degli argomenti da trattare. Il programma e il calendario così formulati sono definitivi dopo la comunicazione alla Commissione.
  3. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, esamina altresì le questioni, anche riguardanti componenti della Commissione, che dovessero sorgere nel corso dell'attività della stessa.
  4. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, delibera sulle spese inerenti all'attività della Commissione, ad eccezione di quelle di ordinaria amministrazione, rimesse alle determinazioni del Presidente della Commissione.

Pag. 18

TITOLO III
SVOLGIMENTO DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE

. 8.
(Convocazione della Commissione).

  1. Al termine di ciascuna seduta, di norma, il Presidente della Commissione annuncia la data, l'ora e l'ordine del giorno della seduta successiva.
  2. Nei casi in cui non sia stata data comunicazione della convocazione al termine della seduta, la Commissione è convocata dal Presidente con avviso personale ai suoi componenti, diramato di norma almeno 48 ore prima della seduta. Con l'avviso di convocazione viene trasmesso ai membri della Commissione l'ordine del giorno della seduta.
  3. La convocazione può essere richiesta al Presidente da un quarto dei componenti. In tal caso il Presidente convoca la Commissione con la procedura di cui al comma 2.

. 9.
(Ordine del giorno delle sedute).

  1. La Commissione non può deliberare su argomenti che non siano all'ordine del giorno della seduta, salvo che non venga diversamente deciso dalla maggioranza dei tre quarti dei votanti.
  2. Coloro che intendano fare dichiarazioni, comunicazioni o richieste alla Commissione su argomenti non iscritti all'ordine del giorno, devono previamente informare il Presidente dell'oggetto dei loro interventi. Il Presidente può far trattare l'argomento all'inizio della seduta oppure differire tali interventi al termine della seduta, qualora la trattazione immediata sia di pregiudizio per il normale svolgimento dei lavori.

. 10.
(Numero legale).

  1. Per la validità delle deliberazioni della Commissione è necessaria la presenza della maggioranza dei componenti.
  2. Il Presidente procede alla verifica del numero legale solo se ciò sia richiesto da quattro componenti. I richiedenti la verifica del numero legale sono sempre considerati presenti agli effetti del numero legale.
  3. Se accerta la mancanza del numero legale, il Presidente, apprezzate le circostanze, sospende la seduta, o dispone il passaggio ad altro punto dell'ordine del giorno che non preveda votazioni, o toglie la seduta. Se dispone la sospensione della seduta, ne indica la durata, non superiore ad un'ora.

. 11.
(Deliberazioni).

  1. Le deliberazioni della Commissione sono adottate a maggioranza dei presenti. In caso di parità di voti la proposta si intende respinta.
  2. La Commissione vota per alzata di mano, a meno che quattro componenti chiedano la votazione nominale. I firmatari di una richiesta di votazione nominale sono sempre considerati presenti agli effetti del numero legale.

. 12.
(Pubblicità dei lavori).

  1. La Commissione può disporre che per determinate sedute non sia pubblicato il resoconto stenografico, che viene comunque redatto. Dei lavori della Commissione è pubblicato comunque un resoconto sommario. Le delibere della Commissione sono pubblicate negli atti parlamentari, salvo nei casi decisi dalla Commissione.
  2. Fatto salvo quanto previsto al comma 1, la stampa o il pubblico possono essere ammessi a seguire lo svolgimento della seduta pubblica in separati locali, Pag. 19attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. Nel corso della medesima seduta, il Presidente può disporre, apprezzate le circostanze, che sia interrotta, anche solo temporaneamente, tale forma di pubblicità.
  3. Relativamente a singoli documenti, notizie e discussioni, la Commissione può stabilire che i propri componenti siano vincolati al segreto, anche per periodi determinati di tempo.
  4. Delle sedute della Commissione e dell'Ufficio di Presidenza si redige il processo verbale di cui è data lettura nella successiva seduta. Se non vi sono osservazioni, esso si intende approvato.
  5. Il Presidente propone alla Commissione, di riunirsi in seduta segreta, qualora se ne manifesti l'opportunità.

. 13.
(Comitati).

  1. La Commissione può organizzare i propri lavori anche attraverso uno o più Comitati ovvero con l'istituzione di Gruppo di lavoro su temi specifici. I componenti di ciascun Comitato sono nominati dal Presidente della Commissione tenendo conto delle indicazioni dei Gruppi presenti in Commissione, ciascuno dei quali deve avervi un rappresentante. Il coordinatore di ciascun Comitato è nominato dal Presidente della Commissione.
  2. I Comitati svolgono attività a carattere istruttorio per conto della Commissione. La Commissione può affidare ai Comitati, secondo quanto stabilito da apposito Regolamento, specifici compiti, relativamente ad oggetti determinati e, ove occorra, per un tempo limitato.
  3. I Comitati non possono compiere atti che richiedano l'esercizio dei poteri propri dell'autorità giudiziaria. Essi riferiscono bimestralmente alla Commissione o su richiesta dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti di gruppo, in ordine alle risultanze della loro attività di acquisizione conoscitiva. Gli atti formati e la documentazione raccolta sono acquisiti tra gli atti e i documenti relativi all'attività di inchiesta della Commissione. La partecipazione dei collaboratori esterni assegnati alle attività dei Comitati su decisione del Presidente, sentito l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti di gruppo alle riunioni dei Comitati è disposta dai coordinatori.
  4. Il rinnovo della Commissione, trascorso un biennio dalla sua costituzione, comporta anche il rinnovo dei Comitati, i cui componenti possono essere riconfermati.

TITOLO IV
MODALITÀ PROCEDURALI E STRUMENTI OPERATIVI DELL'INCHIESTA

. 14.
(Svolgimento dell'inchiesta. Poteri e limitazioni).

  1. La Commissione procede alle indagini ed agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria, entro i limiti di cui all'articolo 1, comma 2, della legge istitutiva.
  2. La Commissione può apporre il segreto funzionale su atti o documenti da essa formati o acquisiti.

. 15.
(Attività istruttoria).

  1. Oltre che mediante le indagini e gli esami di cui al comma 1 dell'articolo 14, la Commissione può acquisire documentazione, notizie ed informazioni nei modi che ritenga più opportuni, anche mediante libere audizioni.
  2. I Parlamentari, i membri del Governo ed i magistrati incaricati di procedimenti relativi agli stessi fatti che formano oggetto dell'inchiesta sono sempre sentiti nella forma di libera audizione.
  3. Le persone sottoposte ad indagini o imputate in procedimenti penali ovvero Pag. 20proposte o sottoposte all'applicazione di misure di prevenzione per fatti che formano oggetto dell'inchiesta o ad essi connessi sono sentite liberamente ed hanno facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia.

. 16.
(Esame di testimoni e confronti).

  1. La Commissione può esaminare come testimoni le persone informate dei fatti, la cui testimonianza sia ritenuta utile per lo svolgimento e la conclusione delle attività di inchiesta.
  2. Il Presidente della Commissione avverte i testimoni dell'obbligo di dire tutta la verità e li avverte altresì delle responsabilità previste dalla legge penale per i testimoni falsi o reticenti.
  3. Le domande sono rivolte ai testimoni, o alle persone ascoltate nella forma della libera audizione, dal Presidente ovvero dai singoli componenti della Commissione nell'ordine e nei modi fissati dal Presidente, che ne valuta l'ammissibilità.
  4. Allo scopo di chiarire fatti e circostanze, la Commissione può procedere a confronti fra persone già ascoltate.

. 17.
(Convocazione di persone che debbono essere sentite liberamente e di testimoni).

  1. Le persone che debbono essere sentite liberamente sono convocate mediante ogni mezzo ritenuto idoneo.
  2. I testimoni sono convocati con lettera raccomandata con avviso di ricevimento o per mezzo della polizia giudiziaria. Se il testimone, regolarmente convocato, si rifiuta o omette di comparire senza che sussista un legittimo impedimento, la Commissione può disporne l'accompagnamento coattivo ai sensi dell'articolo 133 del codice di procedura penale.
  3. Ai testimoni e alle persone ascoltate nella forma dell'audizione libera sarà sottoposto, appena possibile, il resoconto stenografico della loro deposizione. I testimoni devono sottoscriverlo; delle eventuali richieste di rettifica è fatta menzione in calce al resoconto e di esse il Presidente informa la Commissione per gli opportuni provvedimenti. Alle persone audite è indicato un termine entro il quale, in mancanza di richieste di rettifica, il resoconto verrà considerato definitivo.

. 18.
(Falsa testimonianza).

  1. Se il testimone commette uno dei fatti di cui agli articoli 372 e seguenti del codice penale, il Presidente della Commissione, premessa una nuova ammonizione circa la responsabilità penale conseguente a detti fatti, ove il testimone persista in tale condotta, fa compilare apposito processo verbale che è trasmesso all'autorità giudiziaria competente. In nessun caso i testimoni possono essere arrestati o trattenuti in stato di arresto provvisorio dalla Commissione.
  2. Egualmente si procede alla stesura del processo verbale e alla sua trasmissione all'autorità giudiziaria competente nel caso di reati di cui agli articoli da 366 e seguenti del codice penale.

. 19.
(Denuncia di reato).

  1. Il Presidente informa l'autorità giudiziaria di tutti i casi di violazione del segreto apposto dalla Commissione in ordine a notizie, atti e documenti. Di tale informativa è data comunicazione alla Commissione.
  2. Se del fatto viene indicato quale autore uno dei componenti della Commissione, il rapporto è trasmesso anche al Presidente della Camera di appartenenza.
  3. Qualora taluno dei Commissari sia raggiunto da un'informazione di garanzia per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso o concorso in esso, il Presidente, ricevutane notizia, è tenuto a Pag. 21darne tempestiva comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.
  4. Analogamente si procede qualora sopraggiunga nei confronti dei componenti della Commissione, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, terzo periodo della legge istitutiva, una delle condizioni indicate nella proposta di autoregolamentazione avanzata, con la relazione approvata nella seduta del 18 febbraio 2010, dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare istituita dalla legge 4 agosto 2008, n. 132.

. 20.
(Archivio della Commissione).

  1. L'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, anche su proposta del Comitato sul regime degli atti, definisce con delibera comunicata alla Commissione e pubblicata nei resoconti, i criteri generali per la classificazione degli atti e dei documenti, anche al fine di stabilirne la consultazione e la riproducibilità nell'ambito della Commissione, nonché la trasmissione alle autorità richiedenti.
  2. Qualunque atto o documento che pervenga alla Commissione è immediatamente protocollato a cura dell'ufficio di Segreteria. Al momento dell'acquisizione dell'atto o del documento da parte dell'ufficio di Segreteria, il Presidente ne determina il regime di classificazione e ne dà comunicazione all'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi.
  3. Gli atti, le delibere e la documentazione completa raccolta dalla Commissione sono depositati in apposito archivio. Il Presidente sovrintende all'archivio, ne cura la funzionalità e adotta le misure di sicurezza che ritenga opportune, d'intesa con i Presidenti delle due Camere.
  4. La Commissione cura l'informatizzazione dei propri documenti ai sensi dell'articolo 7, comma 6, della legge istitutiva.
  5. Gli atti depositati in archivio possono essere consultati dai commissari, dai collaboratori esterni di cui al successivo articolo 24 e dal personale amministrativo addetto specificamente alla Commissione.
  6. Nel caso di atti, delibere e documenti classificati come segreti, non è consentita in nessun caso la possibilità di estrarne copia, fermo restando quanto previsto dalla legge istitutiva per l'informatizzazione. Tale limite si applica anche per gli scritti anonimi.

. 21.
(Relazioni al Parlamento).

  1. La Commissione riferisce al Parlamento, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera o), della legge istitutiva, annualmente con singole relazioni o con relazioni generali, nonché ogniqualvolta ne ravvisi la necessità e comunque al termine dei suoi lavori.
  2. Nei casi di cui al comma 1, il Presidente predispone una proposta di relazione o incarica uno dei componenti di predisporla. La proposta è illustrata alla Commissione in apposita seduta. Non può essere divulgata prima che sia stata illustrata alla Commissione.
  3. Possono essere presentate relazioni di minoranza, alle quali si applica il medesimo limite alla divulgazione di cui al comma 2.
  4. In nessun caso possono essere utilizzate nelle relazioni informazioni risultanti da scritti anonimi.

. 22.
(Pubblicità di atti e documenti).

  1. La Commissione delibera se e quali atti e documenti possono essere pubblicati nel corso dei suoi lavori.
  2. Contestualmente alla presentazione della relazione conclusiva, la Commissione decide direttamente, o anche a mezzo del Comitato di cui all'articolo 20, comma 1, Pag. 22quali atti e documenti formati o acquisiti nel corso dell'inchiesta debbano essere resi pubblici.
  3. Tutti gli atti comunque inerenti allo svolgimento dell'inchiesta vengono versati nell'archivio storico del ramo del Parlamento cui appartiene il Presidente della Commissione.

TITOLO V
DISPOSIZIONI CONCLUSIVE

. 23.
(Sede, segreteria e dotazione finanziaria della Commissione).

  1. Per l'espletamento delle sue funzioni la Commissione dispone di una sede e del personale assegnati dal Presidente della Camera dei deputati e dal Presidente del Senato della Repubblica, d'intesa tra loro.
  2. Le risorse finanziarie per il funzionamento della Commissione ed il riparto delle spese tra le due Camere sono disciplinati dalla legge istitutiva. Il Presidente concorda con l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la richiesta di incremento delle spese di cui all'articolo 7, comma 5, della legge istitutiva, dandone comunicazione alla Commissione. Le decisioni di spesa della Commissione sono comunicate all'Amministrazione di competenza che procede a ripartire i relativi oneri tra i due rami del Parlamento.

. 24.
(Collaborazioni esterne).

  1. La Commissione può avvalersi, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge istitutiva, delle collaborazioni ritenute necessarie per il migliore espletamento della sua attività, affidando l'incarico a persone di qualificata e riconosciuta competenza nelle materie di interesse della Commissione, nel numero massimo di 12 unità. In sede di affidamento dell'incarico, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, definisce l'oggetto e la durata della collaborazione. I nominativi dei collaboratori esterni sono comunicati alla Commissione. Con le medesime modalità si procede in caso di revoca dell'incarico.
  2. I collaboratori esterni assumono l'incarico prestando giuramento circa l'osservanza del vincolo del segreto in relazione ad atti, documenti di cui all'articolo 5, comma 1, della legge istitutiva, nonché in ordine alle notizie di cui siano venuti a conoscenza a causa o nell'esercizio della loro attività. Svolgono gli incarichi loro affidati conformandosi alle istruzioni del Presidente. Il Presidente della Commissione può disporre che i consulenti possano assistere alle sedute della Commissione. Riferiscono alla Commissione ogniqualvolta sia loro richiesto.
  3. La Commissione può altresì avvalersi, per l'espletamento degli atti e delle indagini di sua competenza, dell'opera di agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge istitutiva.
  4. I collaboratori esterni prestano la propria attività, di norma, a titolo gratuito, fatto salvo il rimborso delle spese loro riconosciuto esclusivamente in relazione allo svolgimento di compiti specificamente assegnati. Tale rimborso afferisce, di norma, alle spese, debitamente documentate, aventi ad oggetto l'alloggio e il trasporto, nonché la ristorazione fruita presso le strutture delle Camere. Qualora l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppo deliberi la corresponsione di un'indennità, non si fa luogo a rimborso spese. L'ammontare dell'indennità non può superare, nel massimo, l'importo del rimborso spese e viene corrisposta in mensilità; qualora il contributo fornito consista in attività per progetto collegata ad iniziative della Commissione ovvero nella redazione di una elaborazione originale da parte del consulente, l'indennità può essere corrisposta in unica soluzione o in due rate a seguito di presentazione e successiva validazione da parte dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti di gruppo.

Pag. 23

. 25.
(Modifiche al regolamento della Commissione e rinvio alla legge istitutiva).

  1. Ciascun componente della Commissione può proporre la modifica delle norme del presente regolamento, attraverso la presentazione di una proposta redatta in articoli e accompagnata da una relazione. Il testo e la relazione del proponente sono stampati e distribuiti agli altri componenti della Commissione.

Pag. 24

ALLEGATO 2

REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEI COMITATI

. 1.
(Composizione).

  1. I componenti di ciascun Comitato sono nominati ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento interno.
  2. Salva diversa disposizione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ciascun componente della Commissione può assistere alle riunioni di ogni Comitato. I Gruppi possono, dandone preventiva comunicazione al coordinatore del Comitato, sostituire anche temporaneamente uno o più componenti di un Comitato con altri componenti della Commissione.
  3. Il coordinatore del Comitato è responsabile della sua attività e del suo funzionamento e ne convoca e presiede le riunioni.

. 2.
(Funzioni).

  1. I Comitati, istituiti ai sensi dell'articolo 3 della legge istitutiva, svolgono attività a carattere istruttorio per conto della Commissione. Non possono compiere atti che richiedano l'esercizio dei poteri propri dell'autorità giudiziaria.
  2. Ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento interno della Commissione, i lavori dei Comitati sono finalizzati allo svolgimento di specifici compiti, relativamente ad oggetti determinati e, ove occorra, per un tempo limitato. Riferiscono trimestralmente alla Commissione, o su richiesta dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, in ordine alle risultanze della loro attività di acquisizione conoscitiva. Gli atti formati e la documentazione raccolta sono acquisiti tra gli atti e i documenti relativi all'attività di inchiesta della Commissione. La Commissione o l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi possono delegare ai Comitati lo svolgimento di audizioni in forma libera, nel caso in cui le audizioni previste non possano efficacemente essere svolte dalla Commissione.

. 3.
(Svolgimento delle sedute).

  1. I lavori dei Comitati si svolgono presso la sede della Commissione.
  2. I Comitati si riuniscono in giorni ed orari compatibili con i lavori della Commissione in sede plenaria e delle Assemblee delle due Camere, previa comunicazione da parte dei coordinatori al Presidente della Commissione.
  3. Non possono tenersi, di norma, riunioni dei Comitati nelle stesse fasce orarie. In ordine agli eventuali casi di convocazione contemporanea di Comitati, decide il Presidente della Commissione, sentiti i rispettivi coordinatori.
  4. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, su richiesta di un Gruppo, può disporre che una o più sedute originariamente previste da un Comitato siano tenute dalla Commissione.

. 4.
(Validità delle riunioni).

  1. La riunione del Comitato è valida se è presente, oltre al coordinatore o al componente da lui delegato, almeno un altro componente del Comitato stesso.
  2. Previa autorizzazione del Presidente, due o più Comitati possono riunirsi congiuntamente per l'esame di questioni di comune interesse. In tal caso la riunione è valida se sono presenti almeno due componenti di ciascun Comitato.Pag. 25
  3. Il processo verbale delle riunioni di ciascun Comitato non è soggetto a pubblicazione nei resoconti parlamentari.

. 5.
(Collaboratori assegnati ai Comitati).

  1. L'ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi e con la partecipazione dei coordinatori dei Comitati, designa i collaboratori esterni della Commissione da assegnare a ciascun Comitato.
  2. La partecipazione dei collaboratori esterni alle riunioni dei Comitati è disposta dai coordinatori. I collaboratori non possono formulare domande nel corso delle riunioni dei Comitati in cui hanno luogo audizioni. I collaboratori possono essere assegnati a più Comitati.

Pag. 26

ALLEGATO 3

DELIBERAZIONE SUL REGIME DI DIVULGAZIONE DEGLI ATTI E DEI DOCUMENTI

. 1.
(Documenti segreti).

  1. È prevista la possibilità di consultazione dei documenti segreti per i soli componenti e collaboratori della Commissione, oltre che per il personale amministrativo addetto alla segreteria della Commissione, esclusivamente nei locali d'archivio della Commissione stessa. Non è consentita l'estrazione di copie. È, tuttavia, consentita, su disposizione del Presidente, la predisposizione di alcuni duplicati numerati, al solo fine di rendere possibili consultazioni contemporanee. I duplicati risultano assoggettati allo stesso regime degli originali. La consultazione dei documenti segreti avviene previa annotazione nominativa su un apposito registro e con espresso avvertimento in ordine alla natura dell'atto ed ai limiti di utilizzabilità che ne derivano.
  2. Sono compresi nella categoria dei documenti segreti:
   a) atti giudiziari segreti ai sensi dell'articolo 329 del codice di procedura penale;
   b) resoconti stenografici delle sedute segrete o delle parti dichiarate segrete delle sedute pubbliche della Commissione, comprese le audizioni svolte durante le missioni;
   c) documenti su cui la Commissione ha posto il segreto funzionale;
   d) scritti anonimi o apocrifi;
   e) documenti formalmente classificati segreti dalle autorità amministrative e di Governo da cui provengono;
   f) documenti provenienti da soggetti privati (quali persone fisiche, persone giuridiche e associazioni) che facciano espressa richiesta di uso segreto.

. 2.
(Documenti riservati).

  1. È consentita la consultazione dei documenti riservati per i soli componenti e collaboratori della Commissione, oltre che per il personale amministrativo addetto alla segreteria della Commissione, esclusivamente nei locali d'archivio della Commissione stessa. La consultazione dei documenti riservati avviene previa annotazione nominativa su un apposito registro e con espresso avvertimento della natura dell'atto e dei limiti di utilizzabilità che ne derivano. È consentito, su disposizione del Presidente, il rilascio di copie dei documenti riservati ai soli componenti e collaboratori esterni della Commissione, nonché alle autorità richiedenti, previa annotazione nominativa su un apposito registro e con espresso avvertimento della natura dell'atto e dei limiti di utilizzabilità che ne derivano.
  2. Sono compresi nella categoria dei documenti riservati:
   a) atti giudiziari compresi nelle ipotesi considerate ai commi 2, 3, 4, 5 e 6 dell'articolo 114 del codice di procedura penale;
   b) documenti provenienti da autorità amministrative e di Governo, non formalmente classificati, ma per i quali sia raccomandato l'uso riservato;
   c) documenti provenienti da soggetti privati (quali persone fisiche, persone giuridiche e associazioni) che facciano espressa richiesta di uso riservato.

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. 3.
(Atti liberi).

  1. Sono consentite la consultazione e l'estrazione di copie dei documenti liberi ai soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, a seguito di richiesta scritta della documentazione.
  2. Il Presidente può autorizzare soggetti esterni a potersi avvalere delle previsioni di cui al comma precedente.

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ALLEGATO 4

DELIBERAZIONE DI ACQUISIZIONE DELL'INTERA DOCUMENTAZIONE RACCOLTA DALLE PRECEDENTI COMMISSIONI ANTIMAFIA

  La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere,
   preso atto che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti di Gruppo, ha convenuto, seguendo la prassi seguita dalle Commissioni delle precedenti Legislature, sulla necessità di acquisire l'intera documentazione raccolta dalle Commissioni antimafia delle precedenti Legislature, nonché di far propria l'attività svolta dall'Ufficio stralcio nella XVI legislatura, che ha catalogato e acquisito gli atti nel frattempo giunti,

delibera:

   1) di acquisire l'intera documentazione raccolta dalle Commissioni antimafia delle precedenti Legislature, con gli stessi vincoli di segretezza e riservatezza del regime precedente, in modo da poterne disporre anche nell'attuale Legislatura, affinché entri a far parte dell'archivio complessivo della documentazione;
   2) di far propria l'attività svolta dall'Ufficio stralcio della XVI legislatura che ha catalogato e acquisito gli atti nel frattempo giunti, con gli stessi vincoli;
   3) di dare mandato al nucleo delle Commissioni parlamentari di inchiesta della Guardia di finanza addetti alla tenuta dell'archivio della Commissione di procedere all'informatizzazione degli atti prodotti e della documentazione acquisita nella XVII Legislatura, secondo le indicazioni fornite dal Presidente, procedendo alla relativa indicizzazione degli stessi.

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ALLEGATO 5

DELIBERAZIONE IN TEMA DI CRITERI PER L'ESERCIZIO DELLE ATTRIBUZIONI IN MATERIA DI SPESE PER IL FUNZIONAMENTO E DI COLLABORAZIONI ESTERNE

. 1.
(Programmazione delle spese).

  1. Su proposta del Presidente, l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, approva, per ciascun anno, un piano relativo alle spese per il funzionamento della Commissione, entro il limite stabilito dalla legge istitutiva. Nel piano le predette spese sono ripartite tra le collaborazioni esterne, le missioni, la ristorazione esterna, le traduzioni e l'interpretariato ed eventuali altre voci.

. 2.
(Missioni).

  1. Le missioni sono svolte, di norma, da delegazioni composte da un numero contenuto di parlamentari, designati dall'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, in modo proporzionale, secondo un criterio di rotazione tra i gruppi, ovvero in modo da assicurare la presenza di tutti i gruppi.
  2. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, può autorizzare la partecipazione di un componente in rappresentanza della Commissione, qualora non vi partecipi direttamente il Presidente, a manifestazioni pubbliche di particolare e specifico rilievo istituzionale o sociale, nei settori di interesse della Commissione.
  3. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, autorizza la partecipazione di collaboratori esterni a missioni della Commissione nei soli casi in cui lo ritenga strettamente necessario.

. 3.
(Incarichi dei collaboratori esterni).

  1. Ai sensi dell'articolo 7, comma 3, ultimo periodo, della legge istitutiva, e dell'articolo 23, comma 1, del Regolamento interno, le collaborazioni esterne, nel numero massimo di 12 unità per i collaboratori a tempo pieno, sono svolte di norma a titolo gratuito, salvo diversa e motivata determinazione da parte dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Sono sempre a titolo gratuito le collaborazioni con appartenenti a pubbliche amministrazioni che mantengono lo stipendio da parte dell'amministrazione di appartenenza.
  2. I collaboratori esterni sono scelti dall'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi in base a criteri di trasparenza e comprovata competenza in relazione all'oggetto dell'inchiesta parlamentare di cui all'articolo 1 della legge istitutiva. I collaboratori esterni devono altresì essere in possesso dei requisiti previsti per i componenti la Commissione dall'articolo 2, comma 1, terzo periodo, della legge istitutiva. A tal fine il Presidente sottopone al vaglio dell'Ufficio di Presidenza i curricula dei soggetti proposti come collaboratori e può chiedere che gli interessati, sotto la propria responsabilità, presentino i titoli esposti nel curriculum, la documentazione relativa a quanto previsto nel primo periodo, nonché ogni ulteriore informazione utile.
  3. Su proposta del Presidente, l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, conferisce l'incarico di collaboratore esterno, specificando se sia a tempo pieno o a tempo parziale e la Pag. 30durata, nonché le attività di competenza e l'eventuale attribuzione di un'indennità, assegnata ai sensi dell'articolo 23, comma 4, del Regolamento interno, ovvero del rimborso delle spese sostenute. L'Ufficio di Presidenza indica altresì presso quali dei Comitati, ove costituiti, il collaboratore esterno presta in via prevalente la propria collaborazione.
  4. Il Presidente acquisisce preventivamente, ove occorra, l'autorizzazione dell'ente di appartenenza dei collaboratori esterni, nonché il consenso espresso degli interessati, quindi comunica alla Commissione i nomi dei collaboratori esterni.
  5. Il Presidente comunica il conferimento dell'incarico al collaboratore esterno con lettera, nella quale sono dettagliate le condizioni giuridiche ed economiche dell'incarico, definite ai sensi del comma 4 del presente articolo. Il collaboratore esterno accetta espressamente l'incarico conferito.
  6. L'incarico del collaboratore esterno ha efficacia dalla data in cui questi presta giuramento di svolgere la propria attività nell'esclusivo interesse della Commissione, impegnandosi all'osservanza dei vincoli di segreto eventualmente previsti dalla legge istitutiva. L'incarico ha durata fino al 31 dicembre di ciascun anno. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, può deliberarne il rinnovo entro il 31 gennaio dell'anno successivo.
  7. La revoca dell'incarico dei collaboratori esterni è deliberata dall'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, su proposta del Presidente, che la comunica alla Commissione.
  8. La nomina dei collaboratori esterni e la revoca dell'incarico sono tempestivamente comunicate ai Presidenti delle Camere.

. 4.
(Trattamento economico dei collaboratori esterni).

  1. Su proposta del Presidente, l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, determina, per ciascun collaboratore esterno, la misura massima annuale del rimborso delle spese e le relative modalità di corresponsione. A tal fine, si tiene conto anche della distanza da Roma del luogo ove risiede il collaboratore esterno.
  2. Il rimborso delle spese può essere effettuato solo se dalla documentazione presentata risultino la congruità e la connessione delle spese con lo svolgimento dell'incarico.
  3. Le spese di trasporto, vitto e alloggio a Roma possono essere rimborsate ai soli collaboratori esterni non residenti a Roma, ad eccezione delle spese relative alle missioni previamente deliberate dalla Commissione, nei seguenti casi:
   a) quando il collaboratore esterno si trova a Roma per lo svolgimento di attività riconducibili alle competenze della Commissione, a seguito di espressa richiesta del Presidente, con lettera o messaggio elettronico, che deve essere allegata alla richiesta di rimborso;
   b) le spese di trasporto sono rimborsate limitatamente ai viaggi di andata e ritorno per Roma in treno, in prima classe, oppure in aereo, in classe economica;
   c) le spese di soggiorno a Roma sono rimborsate per la notte trascorsa in albergo precedentemente al giorno della seduta per la quale il collaboratore è chiamato a essere presente qualora la seduta abbia luogo al mattino, e per la notte successiva alla seduta che abbia luogo di sera; eventuali modalità di rimborso diverse devono essere autorizzate dalla Presidenza; in ogni caso non si rimborsano importi di entità superiore ad euro 120 per notte;
   d) le spese di vitto a Roma sono rimborsate limitatamente ai pasti consumati presso le strutture di ristorazione delle Camere.

  4. Il limite complessivo di rimborso per le spese di trasporto, vitto e alloggio, di cui ciascun collaboratore può usufruire è stabilito Pag. 31in euro 12.000 annuali. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, può disporre, caso per caso, aumenti degli importi previsti dalla presente deliberazione.
  5. Qualora l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi deliberi, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, la corresponsione di un'indennità, non si fa luogo a rimborso spese. L'ammontare dell'indennità non può superare, nel massimo, l'importo del rimborso spese di cui al precedente comma 4 e viene corrisposta in mensilità; qualora il contributo fornito consista in attività per progetto collegata ad iniziative della Commissione ovvero nella redazione di una elaborazione originale da parte del consulente, l'indennità può essere corrisposta in unica soluzione o in due rate a seguito di presentazione e successiva validazione da parte dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

. 5.
(Compiti dei collaboratori esterni).

  1. I collaboratori esterni svolgono gli incarichi loro affidati conformandosi alle istruzioni del Presidente. Su autorizzazione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, possono assistere alle sedute della Commissione; riferiscono alla Commissione ogni qual volta sia loro richiesto.
  2. I collaboratori esterni sono presenti in sede in tutti i casi in cui il Presidente lo richieda espressamente.
  3. I collaboratori esterni non possono essere impiegati presso l'archivio della Commissione, alla cui gestione e tenuta sono addetti i militari del Nucleo speciale della Guardia di Finanza presso le Commissioni parlamentari d'inchiesta.

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