Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 24 di Martedì 8 aprile 2014

INDICE

Seguito dell'esame della proposta di relazione sulla gestione dei beni confiscati:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Buemi Enrico  ... 3 
Garavini Laura (PD)  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Garavini Laura (PD)  ... 5 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Lumia Giuseppe  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Lumia Giuseppe  ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Bianchi Dorina (NCD)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Bianchi Dorina (NCD)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Bianchi Dorina (NCD)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Bianchi Dorina (NCD)  ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Bianchi Dorina (NCD)  ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Bianchi Dorina (NCD)  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Mirabelli Franco  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Mirabelli Franco  ... 9 
Sarti Giulia (M5S)  ... 10 
Ricchiuti Lucrezia  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Ricchiuti Lucrezia  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 13 
Bossa Luisa (PD)  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Bossa Luisa (PD)  ... 14 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 15 
Gaetti Luigi  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Mirabelli Franco  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Seguito dell'esame della proposta di relazione sulla gestione dei beni confiscati.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di relazione sulla gestione dei beni confiscati. La relazione è stata illustrata nella seduta dello scorso 3 aprile. Invito i colleghi che desiderano svolgere un intervento a iscriversi a parlare.
  Comunico intanto che alcuni colleghi, come Mattiello e Fava, hanno già fatto pervenire alcune modifiche e proposte di integrazione, che eventualmente illustreranno nel corso del dibattito. Entro le 18.30 è fissato il termine per la formulazione di ulteriori proposte.
  Nella seduta di domani, come sapete, è prevista l'audizione del presidente della Giunta regionale della Lombardia, onorevole Roberto Maroni. Se ci saranno le condizioni, potremo procedere poi alla votazione della relazione stessa.

  ENRICO BUEMI. Io credo che il collega Di Lello interverrà più compiutamente di me in seguito. Vorrei semplicemente richiamare l'attenzione su un punto che mi pare di particolare rilievo in questa fase, in cui abbiamo tutti l'obiettivo di massimizzare l'utilizzo delle risorse disponibili a favore di una politica di risparmi che sicuramente è all'ordine del giorno non soltanto del Parlamento, ma anche, in primo luogo, del Governo.
  In questo senso io credo che si debba inserire all'interno della relazione, se non mi è sfuggito, un passaggio esplicito in cui l'assegnazione dei beni confiscati debba essere sottoposta alla verifica determinata nel tempo, ma sicuramente prioritaria, per soddisfare le esigenze dello Stato nelle sue varie articolazioni, in particolare in quelle preposte all'ordine e alla sicurezza pubblica.
  In caduta possono poi venire soddisfatte tutte le altre esigenze del territorio, ma sicuramente questo è l'elemento prioritario su cui bisogna puntare l'attenzione. Ieri stesso abbiamo avuto modo di verificare il problema nel sopralluogo che abbiamo fatto a Limbadi. C'era, da una parte, la disponibilità di un bene confiscato e, dall'altra, la caserma dei carabinieri in affitto in situazioni piuttosto simili dal punto di vista logistico. Io credo che si debba trovare un riequilibrio e un riaggiustamento. A mio avviso, questo è indispensabile.
  La seconda questione è relativa all'affidamento di questi beni a soggetti che siano in grado di mantenere in equilibrio, dal punto di vista economico, la gestione degli stessi. Se non c’è questa capacità, è evidente che viene meno anche l'elemento simbolico dell'appropriazione da parte dello Stato di un bene derivante da attività criminali. Questo bene, se non è gestito in equilibrio economico, o drena risorse pubbliche, oppure va in decadimento ulteriore rispetto alle condizioni eventuali in cui è stato affidato. Questi sono due elementi sui quali, dal punto di vista patrimoniale, io credo si debba ragionare.
  L'ultima considerazione è relativa agli amministratori giudiziari, ovvero a coloro che sono incaricati di gestire sia la fase transitoria, sia la fase definitiva. Ci vogliono Pag. 4professionalità specifiche, competenze imprenditoriali e rischio di impresa, perché noi abbiamo a che fare con moltissime aziende confiscate. Se non c’è questa visione, invece che preservare un bene che è stato sottratto all'organizzazione criminale, noi lo depauperiamo e creiamo condizioni di giudizio negativo da parte della comunità dei lavoratori stessi, i quali vedono, da una parte, la mafia che garantisce, nel bene o nel male, alcune attività di carattere economico che possono anche dare reddito e, dall'altra, uno Stato che, per i suoi ritardi, per le sue incompetenze e per le sue inconcludenze, come abbiamo spesso potuto rilevare, dimostra che la sua gestione è fallimentare.
  Vorrei richiamare l'attenzione su questi aspetti. Sugli altri eventualmente si dilungherà Marco Di Lello. Grazie.

  LAURA GARAVINI. Vorrei esprimere innanzitutto grande apprezzamento per la relazione da lei presentataci, presidente, che ha fornito e raccolto un quadro delle diverse criticità emerse dalle audizioni che abbiamo svolto in questi primi mesi di lavoro.
  Peraltro, presidente, le faccio un complimento anche rispetto al panorama di audizioni che l'ufficio di presidenza, esteso ai Capigruppo, è andato a stilare, nonché alla tempistica che questa Commissione si è data, che senz'altro pone i lavori di questa legislatura in grande differenza rispetto a quelli della precedente.
  Complimenti, quindi, per la relazione, non soltanto perché traccia un quadro delle criticità emerse dalle diverse audizioni, ma anche perché va a individuare risposte concrete, puntuali e anche tecniche, che potranno poi essere oggetto anche di interventi legislativi puntuali e, a mio parere, estremamente efficaci e positivi.
  Proprio perché reputo le varie proposte estremamente positive, io mi sentirei di sottoporre alla Commissione, oltre che all'ufficio di presidenza, alcune proposte integrative, le quali andrebbero a loro volta nella direzione di spezzare l'assunto secondo cui la mafia dà lavoro, mentre invece, nel momento in cui lo Stato interviene e supplisce o mette da parte le organizzazioni criminali e confisca beni, ma soprattutto aziende, li fa fallire.
  In particolare, mi concentrerei sulla fattispecie legata alle aziende sequestrate e confiscate, in modo tale che si riesca a garantire continuità e a sostenere queste aziende nel momento in cui dal circuito illegale passino a quello legale.
  Faccio riferimento in particolare a una serie di proposte che io ho avuto motivo di formalizzare anche in una proposta di legge da me depositata, insieme ad altri colleghi, alla Camera. Tale proposta di legge nasce dall'interlocuzione anche con diversi interlocutori attivi nella gestione di aziende sequestrate e confiscate e si pone come punto di partenza della campagna delle forze sindacali «Io riattivo il lavoro».
  Si tratta di una campagna organizzata da diverse forze sociali, sindacali e anche associazionistiche, le quali hanno preso a oggetto il potenziale intervento e il miglioramento della legislazione proprio in modo tale da rendere aziende confiscate produttive e da riuscire a spezzare quella situazione in virtù della quale rispetto a migliaia di aziende confiscate di fatto quelle che, una volta confiscate, una volta assegnate, rimangono attive sono una percentuale estremamente modesta e piccola.
  Ripeto, la mia proposta mira a estendere alle aziende sequestrate e confiscate una serie di possibilità, in particolare l'estensione della cosiddetta legge Marzano, la quale prevede attualmente per aziende in crisi la possibilità di sospendere i debiti. Onde evitare che le procedure di recupero credito portino, come nella maggior parte dei casi avviene, alla dichiarazione di insolvenza e successivamente al fallimento, si introdurrebbe anche per le aziende confiscate, oltre che sequestrate, una previsione di sospensione dei debiti.

  PRESIDENTE. Onorevole Garavini, la devo pregare di fare maggiore sintesi, perché gli iscritti sono tanti e non abbiamo molto tempo a disposizione. Specialmente se queste proposte sono già Pag. 5contenute in un disegno di legge, possiamo fare esplicito riferimento a quello con i titoli. Si limiti ai titoli.

  LAURA GARAVINI. Va bene, presidente, concludo. Da un lato, proponiamo l'estensione della sospensione dei debiti e, dunque, l'applicazione anche alle aziende confiscate e sequestrate della cosiddetta legge Marzano, di cui in uno scritto che io ho predisposto indico i vari riferimenti.
  Dall'altro lato, proponiamo anche l'estensione dell'accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, perché le aziende, nel momento in cui vengono confiscate, spesso e volentieri hanno il grossissimo limite di non poter accedere ai finanziamenti. In questo modo, attraverso la creazione di un corridoio preferenziale, si può attribuire loro un ulteriore sostegno.
  Analogamente, c’è l'ipotesi, sempre allo scopo di scongiurare i rischi di fallimento del mercato per mancanza di liquidità, di prevedere una sezione speciale presso il Fondo per la crescita sostenibile finalizzata a far sì che le aziende confiscate e sequestrate ne possano fare uso. Per tale fondo annualmente vengono stanziate anche risorse ad hoc e, dunque, potrebbe essere estremamente positivo che si procedesse alla creazione di questa sezione speciale proprio per far sì che capitoli di spesa veri e concreti possano andare ad ausilio di queste aziende.
  Presidente, io consegno non tanto la proposta di legge, che va ad affrontare una serie ampia di aspetti, ma semplicemente questo scritto, che riassume questi tre punti e che, dunque, potrebbe essere una vera e propria formula di rettifica, o perlomeno di integrazione, della sua relazione.

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, essendo richiesta la mia presenza in Commissione cultura, sarò molto breve. Continueranno dopo i miei colleghi del Gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Intanto faccio i complimenti alla presidenza per la relazione, molto completa e apprezzata. Dobbiamo constatare, però, come Gruppo 5 Stelle, che ci piacerebbe avere qualche giorno in più per poterla analizzare al meglio. Avete avuto oggi stesso le nostre proposte di modifica alla relazione. Visto il poco tempo a mia disposizione, non mi perderò a elencarle, ma in generale sono quelle che siamo riusciti a fare in questi cinque giorni. Ci siamo dati veramente molto da fare, ma ci piacerebbe veramente avere più tempo, vista l'importanza dell'argomento. Capisco l'urgenza, ma fino a un certo punto.
  Noi chiediamo, quindi, la possibilità di avere almeno una settimana in più rispetto a quella che è stata stabilita, perché ci sembra più che ragionevole. Credo che, come principale forza di opposizione, presidente, noi ci siamo sempre comportati in maniera molto corretta e costruttiva in questa Commissione, ragion per cui sono certo di poter trovare un accoglimento di questa nostra richiesta nella sua persona e nell'ufficio di presidenza in generale.

  PRESIDENTE. Sono queste le proposte che ha depositato ? Sembrano già piuttosto serie. Vediamo. Ci sarà un ufficio di presidenza e valuteremo. Mi pare che siano già abbastanza. Se l'impianto va bene – ci sono molte modifiche – valutiamo dentro l'ufficio di presidenza.

  GIUSEPPE LUMIA. Presidente, io penso che questa sia un'occasione preziosissima. La relazione ci mette in condizioni di fare correzioni all'impianto normativo su due versanti, quello delle misure e dei poteri per quanto riguarda il sequestro o la confisca, sia in fase di prevenzione, sia in fase penale, e quello che riguarda la gestione e la struttura dell'Agenzia.
  Presidente, io penso che, per quanto riguarda la prima parte, che è fatta bene, dovremmo affrontare il nodo dei tempi di prescrizione. È un nodo importante che ci viene segnalato e che dovremmo provare a rivedere, perché i tempi attuali pongono a rischio la possibilità di aggredire i patrimoni.

  PRESIDENTE. Di quali tempi di prescrizione parla ?

Pag. 6

  GIUSEPPE LUMIA. Dei tempi delle misure di efficacia. Ci siamo intesi. Su questo punto dovremmo lavorare un po’.
  L'altra questione su cui dovremmo lavorare – ho visto che è segnata, presidente – riguarda i poteri della Direzione nazionale antimafia. Penso che su questo tema dobbiamo fare un salto di qualità vero, perché abbiamo potere sul campo delle misure di prevenzione personali, ma non su quello delle misure patrimoniali. C’è una discussione lunga, ma io ritengo che sia ormai tempo di fare il salto di qualità e, quindi, di rompere gli indugi.
  L'altra questione vera è il rapporto degli amministratori giudiziari con l'Agenzia. Ho visto che nella relazione si definisce un profilo che tutto sommato può andare per mettere ordine. Penso, però, presidente, che debba essere assegnata una priorità, che invece non ho visto. Quando c’è un bene aziendale in fase di sequestro, bisogna dare priorità assoluta al sistema dell'affitto.
  Qualunque amministratore giudiziario, anche il Nembo Kid della situazione, non è un imprenditore. Un'impresa si salva se gestita in modo imprenditoriale. Affittandola all'azienda leader del settore a cui appartiene l'azienda sequestrata, si mette veramente in sicurezza lo sviluppo occupazionale e di mercato dell'azienda. Diversamente, anche Nembo Kid, anche il più bravo amministratore giudiziario, corre rischi elevatissimi. Non parlo delle esperienze specifiche, di cui abbiamo parlato tante e tante volte. Alcune sono state anche citate.
  L'altra questione che mi preme, e su cui dobbiamo fare un salto di qualità organizzativo-strutturale, riguarda l'Agenzia. Ho visto che ci sono nel testo, e li condivido, alcuni punti.
  Presidente, noi dobbiamo abbandonare l'idea, che deve essere, a mio avviso, esplicitata, dell'Agenzia-ministero e passare all'idea dell'Agenzia com'era originariamente pensata, ossia di un'Agenzia che serva a dare supporto ai Comitati presso le prefetture e che abbia compiti di indirizzo, di programmazione e di controllo e poteri sostitutivi quando il territorio non agisce.
  In questo modo noi possiamo avere un'Agenzia moderna. Diversamente, non basteranno le risorse e non basterà mai il personale per avere in carico direttamente migliaia di beni immobili e centinaia o migliaia di aziende. Dobbiamo cambiare radicalmente la filosofia organizzativa dell'Agenzia nazionale.
  Per il resto, le farò avere nei tempi stabiliti le proposte di integrazione di quest'ottima relazione.

  PRESIDENTE. Poiché deve andar via, mi permetto di interloquire adesso. Parto dall'Agenzia, perché a quella è collegata anche l'indicazione esplicita dell'affitto.
  Nessuno pensa a un'Agenzia-ministero, ma nessuno può pensare nemmeno che si possano costruire competenze in ciascuna prefettura, anche se non sono molte le prefetture interessate alla gestione dei beni confiscati, affinché esse possano al loro interno assumere professionalità e soprattutto capacità strategica, prefettura per prefettura.
  L'Agenzia nazionale in questa relazione ha il compito, non perché abbia tante persone, ma perché ha le persone giuste, di avere in testa le strategie. Operativamente si serve poi della rete dei nuclei delle prefetture, i quali, a loro volta, devono essere capaci di interfacciare la questione.
  Quanto all'imprenditore leader che si possa prendere cura delle aziende, non è necessario che le prenda in affitto. In un primo tempo può anche essere una sorta di tutore di quel bene, accompagnando ed essendo il punto di riferimento dell'amministratore giudiziario. Anche per trovare i leader dei supermercati di Matteo Messina Denaro o di un'azienda agricola sequestrata ci vuole una strategia nazionale.
  In questo senso non riferirei l'Agenzia al ministero, ma non penserei neanche che i nuclei delle prefetture siano capaci di avere questo tipo di compito. Io li vedo come nuclei operativi.
  Parlare di affitto immediatamente non mi pare necessario. Il magistrato nomina l'amministratore giudiziario e l'Agenzia, Pag. 7anche dalla parte del sequestro, attraverso la funzione di coadiuvante dell'amministratore giudiziario, gli affianca una sorta di soggetto che si prende carico del bene. Si può ricorrere all'affitto per una parte o si possono anche adottare altre formule, non necessariamente la presa in affitto.
  Se veramente ci mettiamo nell'ottica dell'Agenzia con mentalità di progetto, non dobbiamo neanche porre una scelta radicale «o si vende o si affitta». Lasciamo un'apertura. Infatti la proposta finale di fare il commissariamento per istituire il direttore della nuova Agenzia, e non della vecchia, nasce da questa esigenza, non da un'altra.
  Questo era per interloquire.

  DORINA BIANCHI. Naturalmente, ringrazio il presidente per la relazione svolta. Mi vorrei associare anch'io alla richiesta di avere qualche giorno in più, perché noi abbiamo avuto la relazione venerdì, in mezzo ci sono stati il sabato e la domenica e lunedì abbiamo effettuato la missione a Vibo Valentia. Poiché l'argomento oggettivamente è importante e noi abbiamo fatto un lavoro approfondito, io credo che avere qualche giorno in più – non dico una settimana, ma almeno fino a giovedì – sia opportuno, in maniera da avere il tempo che ci serve.
  Io mi scuso, tra l'altro, perché, al di là di tutto, ho avuto anche problemi personali, per i quali a una prima parte dell'approfondimento non ho partecipato. Tuttavia, cinque giorni, tra cui ci sono stati il sabato e la domenica e la missione in Calabria, sinceramente mi sembrano pochi. Non vedo neanche la necessità di un'urgenza così impellente per non concedere qualche giorno in più ai commissari per fare osservazioni approfondite e puntuali.
  In relazione a questo io le vorrei chiedere anche un'altra cosa. Noi audiamo Maroni qui in Commissione. Non abbiamo audito i presidenti delle regioni quando siamo andati in missione – abbiamo condiviso con lei questa scelta – ragion per cui io credo che sarebbe opportuno audire anche il Presidente Scopelliti, insieme a Maroni.
  Non si è dimesso. Peraltro, sarebbe meglio audire lui proprio in relazione alle dimissioni e non il commissario, che non è a conoscenza dei fatti. Credo che su questo punto ci sarebbe molto più utile audire il presidente e non un commissario che sarà insediato e che non sarà a conoscenza delle vicende che sono successe in questi anni.
  Io mi trovo a porle questa richiesta convintamente, perché ritengo che ci possa essere utile in Commissione poter capire la realtà di quella città. Chi meglio del presidente Scopelliti ce la può illustrare ? Naturalmente, ogni singolo componente di questa Commissione avrà la libertà di fare domande e di avere risposte il più possibile puntuali. Questa è una richiesta che le pongo. Visto che ascoltiamo il presidente Maroni della Lombardia, non vedo il motivo per cui non dovremmo audire anche il presidente Scopelliti.
  Inoltre, presidente, visto che noi abbiamo oggettivamente fatto un lavoro molto approfondito, le vorrei chiedere di audire anche l’Authority di vigilanza e l'ANCE, perché sicuramente sono in prima linea interessate, soprattutto per quanto riguarda questi fenomeni, a poterci fornire degli spunti. Io avrei molte domande da fare sia all’Authority di vigilanza, sia all'ANCE. Chiedo se sia possibile inserire queste altre due audizioni.

  PRESIDENTE. Anche queste le rimandiamo tutte all'ufficio di presidenza.

  DORINA BIANCHI. Sì, presidente, ma noi non facciamo parte dell'ufficio di presidenza. È un problema.

  PRESIDENTE. Questo, però, non dipende da me.

  DORINA BIANCHI. Dipende anche da lei, ma diciamo da tutti.

  PRESIDENTE. Da me no, francamente, ma non ho nessun problema in merito. Pag. 8Per ricordarlo a tutti, noi non avevamo sentito i presidenti di regione quando ci siamo recati a Reggio Calabria e in Lombardia e avevamo deciso di sentirli qui in questa sede. Abbiamo accelerato su Maroni, anzi abbiamo dato la precedenza a Maroni – accelerato obiettivamente no, perché abbiamo aspettato anche abbastanza; questo va riconosciuto – per un motivo molto semplice. Sapete quello che è successo a Milano: ci sono stati gli arresti ed è scomparso il dischetto di tutto il lavoro e delle interdittive antimafia.
  Detto questo, io sottoporrò le richieste all'ufficio di presidenza, però, onorevole, poiché sono abituata a non nascondermi, le dico la mia con grande sincerità: a me dispiace di non aver audito fino adesso il presidente Scopelliti. Questo fatto è sicuramente responsabilità di un'organizzazione dei lavori che, a un dato punto, ci ha portato a privilegiare alcune questioni o comunque a dare alcune precedenze.
  Al di là della sua scelta, però, personalmente sono in difficoltà. Glielo dico con molta chiarezza. C’è una legge vigente dello Stato – al di là delle scelte che lui farà – e le conseguenze di quella legge le conosciamo. Deciderà l'ufficio di presidenza, ma io personalmente confesso che nel calendario l'audizione del presidente Scopelliti non mi sento di inserirla.

  DORINA BIANCHI. ... abbiamo audito anche persone peggiori.

  PRESIDENTE. Quanto a peggiore e migliore, sicuramente mi metto in fondo alla lista. Non è questo il criterio. Il criterio è un altro. Ripeto, a questo punto mi dispiace molto che non abbiamo fatto le audizioni dei presidenti prima, perché avremmo avuto la possibilità di sentire il presidente Scopelliti.
  Al di là della sua decisione, noi ci troviamo di fronte a una situazione obiettivamente complicata. Con tutto ciò io mi rimetto all'ufficio di presidenza, ma ci tenevo a dirle il mio punto di vista, e lo voglio dire qui perché resti nel verbale della Commissione.

  DORINA BIANCHI. Io credo, però, che da parte della Commissione antimafia non avere la curiosità di audire il presidente della regione Calabria proprio in relazione alle nostre audizioni in Calabria e alla luce degli eventi che si sono susseguiti sia incomprensibile. Non lo capisco, non lo comprendo. Questa Commissione avrebbe tutto l'interesse di ascoltare il presidente Scopelliti e non un commissario che non sa nulla. Al limite fra qualche mese qualcuno verrà a dire che dobbiamo audire il commissario.
  Io credo che da parte nostra questa sia una grave rinuncia a conoscere realmente come stanno le cose.

  PRESIDENTE. Mi rimetto all'ufficio di presidenza. Sempre ispirandomi al solito metodo che mi è proprio, le rispondo con un paradosso: una volta che ha applicato a sé la legge, io sarei disposta a sentirlo, ma a sentire un presidente in carica che è stato condannato e per il quale la legge prevede che sia decaduto io mi trovo in difficoltà. Mi deve credere.
  Dopodiché, se ci sono gli elementi per cui la decadenza non avviene, possiamo verificare tutto. Le dico il mio punto di vista, avendo premesso che mi dispiace che non l'abbiamo già sentito e aggiungendo che, una volta che avrà applicato la legge, io sarò disposta a sentirlo, perché credo che lui sia una fonte di conoscenza della Calabria – non ho dubbi da questo punto di vista – pur avendo magari una valutazione diversa dei fatti da quella che possiamo avere noi. Sono disposta a sentirlo, ma in questa fase, in questo momento, nel quale c’è obiettivamente una difficoltà, credo che non lo possiamo fare.
  Dopodiché, ripeto, mi rimetto all'ufficio di presidenza. Nell'ufficio di presidenza verrà tenuto conto del parere dell'NCD. Se poi lei vuole partecipare, io non ho alcun problema. Prima il suo gruppo nomina il capogruppo, più sono contenta io e siamo contenti tutti.
  Io sono disposta a farla partecipare all'ufficio di presidenza e a fare la valutazione ponderata dei voti. Non ho alcun tipo di problema, ma francamente Pag. 9vi dico che in questa fase sarei in grande difficoltà.

  DORINA BIANCHI. Voi non l'avete voluto audire. Noi avevamo richiesto di audirlo in precedenza.
  Noi avevamo già chiesto di audire il presidente Scopelliti in precedenza, ma poi non è stato possibile audirlo, né a Reggio Calabria, né dopo. È stata una scelta. Anche questa è, di nuovo, una scelta. Abbiamo fatto scelte prima per alcuni motivi, ora per altri. Questo mi rende un po’ dubbiosa.

  PRESIDENTE. A Reggio è stata una scelta di metodo. Dopo vi ho detto, scusandomi, che in effetti a questo punto mi dispiace che non abbiamo dato precedenza a quest'audizione. Adesso siamo in una situazione diversa.

  FRANCO MIRABELLI. Scusi, presidente, sono anch'io per rinviare all'ufficio di presidenza questa discussione, che capisco. Poiché, però, la relazione che stiamo discutendo è l'atto più significativo che abbiamo compiuto fino adesso, chiederei di proseguirne la discussione, magari anche riaggiornandola alla settimana prossima. Sarei, quindi, per concentrarmi sulla discussione sulla relazione e per rimandare a domani in ufficio di presidenza quella su Scopelliti, invitando anche l'onorevole Bianchi a partecipare.
  Voglio solo sottolineare che non c’è un parallelismo. A questo punto un parallelismo tra l'audizione di Maroni e l'audizione di Scopelliti non c’è più, perché è evidente che le condizioni sono molto diverse.

  PRESIDENTE. Vado avanti in base alle osservazioni che arrivano. Collega Mirabelli, intende fare un intervento di merito sulla relazione ?

  FRANCO MIRABELLI. Sì. Intervengo rapidamente per aggiungermi al giudizio positivo che è già stato espresso complessivamente sulla relazione, che mi pare, al di là delle proposte sulla questione specifica su cui poi si sofferma, cioè quella sui beni sequestrati, definire bene il punto a cui siamo arrivati.
  La relazione può informare il Parlamento su due questioni che sono emerse con grande forza dalle audizioni che abbiamo fatto: le novità che sta assumendo anche a livello nazionale la presenza della criminalità organizzata, in particolare il tema delle infiltrazioni nell'economia legale, e la dimensione del tentativo invasivo della criminalità organizzata di infiltrarsi sia nell'economia, sia nella politica, tentativo che ha dei tratti peculiari. Abbiamo verificato delle novità anche di comportamento da parte della criminalità organizzata che sono emerse durante le nostre audizioni e che giustamente si sottolineano nella relazione. Ci sono e vanno approfondite.
  Mi pare anche corretto sottolineare che la funzione che si attribuisce in questa fase la Commissione, a partire dall'indagine, è quella, anche di fronte alle novità che abbiamo verificato e a una sorta di verifica rispetto allo stato della normativa esistente, di misurarsi nel proporre alle Camere alcune modifiche normative. Io credo che questo sia il punto cui eravamo arrivati e su cui abbiamo ragionato. È bene che ci sia e che sia sottolineato.
  Su questo punto noi abbiamo presentato alcune annotazioni, perché io credo ci siano due questioni che forse sarebbe meglio chiarire ulteriormente. Una riguarda il tema su cui anche lei, presidente, è stata impegnata e su cui io credo che ci debba essere anche da parte della Commissione un punto all'interno della relazione.
  Io penso che nella premessa occorra introdurre la necessità di uno sforzo condiviso anche degli ordini professionali per contrastare la criminalità organizzata, nel momento in cui abbiamo sempre di più l'evidenza di una zona grigia diffusa, in cui abbiamo visto e verificato che c’è un protagonismo anche di persone che fanno la professione. Auspico, quindi, la necessità di un coinvolgimento anche degli ordini professionali nel contrasto, nella trasparenza e nell'alzare di più le misure Pag. 10repressive nei confronti di chi è accusato e condannato per reati di partecipazione o di fiancheggiamento alle organizzazioni criminali. Credo che questo punto vada sottolineato.
  Inoltre, non sarei per mettere un capitolo che affronti le questioni del Nord, ma introdurrei il tema relativo al fatto che oggi sempre di più la criminalità organizzata si muove infiltrandosi nell'economia in maniera significativa e rappresenta un dato che mina la convivenza civile, ma soprattutto che fa assumere complessivamente alla criminalità organizzata una dimensione assolutamente nazionale che non può essere più ridotta nelle zone di appartenenza.
  Chiudo dicendo che personalmente condivido molto le proposte, come la riforma dell'Agenzia, il ruolo che può avere la magistratura all'atto del sequestro e il fatto che sia la magistratura a governare i beni sequestrati nella prima fase, cambiando la funzione dell'Agenzia e lasciandole un ruolo più di consulenza.
  Non ho presentato emendamenti su questo punto, ma noto che forse una frase in cui denunciamo anche il cattivo funzionamento dell'Agenzia ci starebbe. Nel testo è scritto che bisogna cambiare. Quello che abbiamo rilevato qui, ossia la difficoltà di rapporto tra l'Agenzia e i magistrati, non c’è, ma ci sta, nel momento in cui proponiamo un cambiamento. Lo dico perché resti a verbale. Non ce lo dobbiamo dimenticare.
  Un altro punto è sul fondo. Nella relazione c’è la proposta di destinare una parte del FUG a costruire un fondo di garanzia – così mi pare di capire – per le aziende che hanno mutui, per evitare che vengano spenti i fidi e i finanziamenti per le aziende.
  Io penso, però, che bisogna andare oltre. Queste cose vanno bene, ma la proposta di un fondo a rotazione alimentato con una parte dei soldi che oggi vanno sul FUG per supportare gli enti locali e le associazioni che si prendono in carico degli immobili nel momento in cui c’è da scontare l'ipoteca o, ancora di più, da operare per rendere abitabili, vivibili e funzionali questi immobili, io la farei pensando a un fondo autonomo. Penserei a un fondo cui destinare almeno inizialmente una parte delle risorse del FUG, ma che sia autonomo dal FUG e che abbia questa funzione che oggi anche nella proposta che fa la presidenza non è assolta da nessuno. Questo, lo sappiamo, è un problema molto serio, che tuttora lascia molti immobili che le amministrazioni si prenderebbero volentieri in carico abbandonati.

  GIULIA SARTI. Tutti noi sappiamo che il tema dei beni non è da prendere sotto gamba. Proprio per questo motivo faccio osservare che questo è il primo giorno in cui tra commissari noi ci stiamo confrontando sulle varie opinioni e sulle diverse idee che ognuno di noi ha, partendo proprio da questa relazione, per la quale rinnovo i ringraziamenti.
  Proprio per questo motivo noi chiedevamo e continuiamo a chiedere più tempo. Tutta la discussione su un tema così complesso non si può risolvere in breve, perché sappiamo che la gestazione di un bene attraversa tante fasi e che sono moltissimi gli ambiti in cui bisogna incidere, dall'Agenzia al momento del sequestro e della confisca, agli amministratori giudiziari, alla destinazione. Proprio per questo liquidare tutta la faccenda in un paio di giorni è, secondo noi, un atteggiamento che non rispetta in realtà le prerogative di ogni Gruppo parlamentare. Come abbiamo visto oggi, stanno emergendo da parte un po’ di tutti proposte nuove e la volontà di ridiscutere maggiormente.
  È semplicemente per questo motivo che si chiede qualche giorno in più, per avere la possibilità di discutere. Quelle che abbiamo fatto noi sono prime osservazioni, sono una «facciatina» di questioni presentate semplicemente per cercare di integrare il fatto che già delle buone cose sono state scritte. Ci deve essere la possibilità di confrontarci maggiormente e di avanzare delle proposte in maniera più concreta durante questa settimana. Sarebbe bello, quindi, avere questi due o tre Pag. 11giorni di dibattito che possano servire anche a noi per formulare delle proposte prima di liquidare il tutto con una votazione frettolosa.
  Se un Comitato sui beni è stato istituito ma non è ancora partito e la relazione sui beni viene già votata nel giro di un paio di giorni, che senso ha, che funzione avrebbe, che cosa farebbe poi il Comitato stesso nei prossimi mesi ?
  Come ho detto, le osservazioni che noi abbiamo fatto sono osservazioni parziali, che vanno a incidere su questa banca dati, per la quale sono stati investiti milioni di euro. Abbiamo visto, però, che manca completamente, tant’è che ci si può basare soltanto, per ora, sui dati ufficiali del Ministero della giustizia.
  Quanto all'albo degli amministratori e alla formazione, è necessario dare sostegno agli amministratori giudiziari, anche per incidere un po’ sul cumulo di beni che vengono assegnati agli amministratori stessi. Come abbiamo sentito da tutte le audizioni, queste situazioni spesso hanno creato profili di problematicità proprio per chi doveva operare e si trovava a confrontarsi con amministratori impegnati nella gestione di tantissimi beni. Penso, in particolare, a tutta la situazione siciliana.
  L'ultimo punto – lo riassumo, proprio perché le proposte le abbiamo già depositate – verte sulla destinazione dei beni, in particolare degli immobili. Noi proponiamo di dare la prevalenza non solo al pensiero di cooperative e di associazioni, ma prima di tutto alla destinazione pubblica, in modo tale che le forze dell'ordine e tutti coloro che ora pagano affitti incredibili per avere una propria struttura possano, invece, usufruire in via principale proprio dei beni che vengono sequestrati e confiscati.
  Sono davvero delle pillole quelle che abbiamo voluto sintetizzare. Sarebbe opportuno, come dicevamo, dare la possibilità in questi pochi giorni di avviare un dibattito e di scrivere proposte ulteriori nel giro di questa settimana.

  LUCREZIA RICCHIUTI. Mi associo ai miei colleghi per il ringraziamento per la bella relazione. Io ho preparato degli emendamenti che non ho ancora consegnato. Ci sono alcune correzioni di forma e poi ci sono modifiche sostanziali al testo ed emendamenti. Spero di riuscire a consegnarli entro le 18.30.
  Sulle correzioni di forma non mi soffermo. Io credo che la relazione prenda in considerazione tutto il lavoro che ha fatto la Commissione e soprattutto le audizioni, ma ritengo che debba avere una fruibilità anche da parte di terzi, ossia di tutti coloro che la leggeranno e che la utilizzeranno. Pertanto, penso che debba essere efficace anche da un punto di vista della comunicazione politica.
  Sotto questo profilo, secondo me, alcuni miglioramenti possono essere fatti. Non so quanto tempo ho, presidente, per il mio intervento e, quindi, non so se sia il caso che legga alcune cose o se sia meglio mandargliele soltanto.

  PRESIDENTE. Le chiedo di annunciare le proposte. Proceda per capitoli.

  LUCREZIA RICCHIUTI. Nella premessa ho inserito un breve paragrafo che introduce che cosa sono le misure di prevenzione e perché si sono rivelate particolarmente efficaci nella lotta alla mafia, nonché una parte sullo sviluppo delle misure di prevenzione patrimoniali. Ho inserito anche una premessa – è una paginetta – rispetto a quello che, secondo me, andrebbe introdotto.
  Credo che questa relazione si possa sintetizzare in tre slogan: «la mafia è ricca: mettiamole le mani in tasca»; «la legge italiana è all'avanguardia: esportiamola in Europa»; «per riprenderci il futuro, prendiamoci anche i beni della mafia e usiamoli al meglio». Io credo che anche degli slogan siano utili, soprattutto nella comunicazione.
  Credo, inoltre, che si debba dare credito a Sonia Alfano, la nostra parlamentare italiana che è stata da stimolo al Parlamento europeo in sede comunitaria sui temi della mafia e, quindi, che sia opportuno anche inserire una piccola nota rispetto al lavoro che ha fatto. Sono solo due righe.Pag. 12
  Mi vorrei soffermare poi sulle pagine 14 e 15, che, nello specifico, trattano la vicenda dell'appalto per il database che è stato affidato dall'Agenzia dei beni confiscati.
  Su questa vicenda io voglio andare fino in fondo, presidente. Il fatto che siano stati stanziati 7 milioni di euro, che l'80 per cento di questi 7 milioni di euro sia già stato pagato alla società che ha vinto l'appalto, che noi non riusciamo ad avere l'appalto, che non si capisca perché ci sia stata una società che ha vinto l'appalto ma il database non esista di fatto e che tutto rimanga così nel vago io francamente non lo accetto e non lo posso accettare. Sono milioni di euro.
  Io credo che noi su questo aspetto dobbiamo fare luce, perché delle responsabilità ci sono. Chi ha queste responsabilità ce ne deve rendere conto e ne deve rendere conto, se dovessimo verificarle, anche all'autorità giudiziaria.
  Ho inserito, quindi, la seguente postilla: «La Commissione d'inchiesta, pertanto, procederà a richiedere all'Agenzia copia di tutti gli atti relativi al progetto di database e all'appalto assegnato. Se emergeranno irregolarità e indebiti ritardi nella realizzazione, gli atti verranno deferiti all'autorità giudiziaria per l'accertamento delle eventuali responsabilità penali, civili ed erariali». Le chiedo se sarà possibile inserire questa postilla.
  L'ultima osservazione riguarda i due disegni di legge che sono al Senato e che sono stati sottoscritti da diversi senatori che sono anche qui nella Commissione antimafia. Uno riguarda l'istituzione dell'albo degli amministratori giudiziari. Occorrerebbe tenere conto anche nella relazione di questo disegno di legge. Ce n’è poi un altro che riguarda le misure di prevenzione in capo alle sedi distrettuali. Chiedo alla Commissione che venga tenuto conto nella relazione di questi disegni di legge che sono stati presentati.
  Inoltre, da un punto di vista grafico, Presidente, sempre nell'ottica di una maggiore fruibilità giornalistica della relazione, io sposterei tutte le tabelle e la casistica dei beni immobili in un allegato.

  PRESIDENTE. Questa mi sembra la proposta meno recepibile, perché un minimo di presa di coscienza della situazione ci vuole.

  MARCO DI LELLO. Signora Presidente, intervengo rapidamente e mi unisco a quanti hanno espresso un giudizio molto positivo sulla proposta di relazione, davvero ben fatta, sia per l'attività di analisi, sia per quella propositiva. Lo considero un lavoro che qualifica l'attività della Commissione svolta in meno di sei mesi, come ho verificato. Rinviando riflessioni sul FUG e riprendendo l'ultima considerazione del senatore Mirabelli, mi fermo solo sul tema dell'Agenzia.
  Della proposta di assegnare la gestione del bene solo dopo la confisca all'Agenzia capisco la ratio e ho sentito le sollecitazioni che ci sono venute anche dai tribunali di sorveglianza, ma mi resta francamente non fugato il dubbio su quello che succede, presidente, nelle more. Pensare di poter affidare il bene alla magistratura per un periodo che non è di pochi mesi – molto spesso dal sequestro alla confisca passano anni – significa vanificare tutto lo sforzo che stiamo provando a fare in termini di ottimizzazione e di efficientamento della gestione del bene prima sequestrato e poi confiscato.
  Presidente, o noi proponiamo una modifica normativa per cui immaginiamo che il lasso di tempo tra il sequestro e la confisca non possa superare i sei mesi, nel qual caso può avere un senso una gestione provvisoria, oppure dobbiamo necessariamente tornare all'idea di una gestione unica. L'idea che noi affidiamo il bene nelle mani della magistratura per alcuni anni, con tutto il rispetto della magistratura, che fa bene il suo mestiere e molto meno bene questo, comporta che si rischi concretamente di arrivare al momento della confisca con un patrimonio già depauperato.

  PRESIDENTE. Non possiamo assegnare un bene in via definitiva finché non è confiscato.

Pag. 13

  MARCO DI LELLO. All'Agenzia ? Il tema è chi gestisce.

  PRESIDENTE. Insieme. Il tema è che non possiamo trasferire il bene finché non c’è la confisca.
  L'ho interrotta su questo punto perché è necessario capirsi. L'idea è che il magistrato non sia solo, che l'amministratore giudiziario non sia solo, soprattutto per alcuni beni, e che l'Agenzia sia da supporto proprio per la gestione dalla fase del sequestro fino alla fase della confisca. Io non posso assegnare in via definitiva quel bene a nessuno. Se dovesse gestirlo l'Agenzia, altro che ministero faremmo. Pensiamoci un po’.

  MARCO DI LELLO. Lo so, ma ragioniamoci, perché il rischio è di vedere vanificato ogni sforzo.

  PRESIDENTE. Il magistrato non si può espropriare dalla gestione del bene sequestrato, perché c’è tutta la vicenda processuale, in cui non può non accompagnarlo.

  MARCO DI LELLO. Su questo, presidente, io la penso diversamente. Secondo me, il magistrato meno si occupa di queste cose, meglio è. Intanto liberiamo un po’ di tempo al magistrato per fargli fare quello di cui più e meglio si deve occupare.

  PRESIDENTE. Deve fare solo questo. Noi proponiamo, nella relazione, sezioni che facciano solo questo.

  MARCO DI LELLO. Ho visto, ma a me resta il dubbio sul fatto di dare la competenza esclusiva, che poi significa la competenza vera, all'Agenzia solo dopo la confisca, quando rischia di essere troppo tardi. Questa è la preoccupazione che io voglio condividere. Questo avverrebbe se noi non ci garantiamo in quella fase, che rischia di essere molto lunga, tra il sequestro e la confisca. Non a caso, dicevo che, come alternativa, noi possiamo anche proporre che ci sia un tempo massimo, limitato, per esempio di sei mesi.
  Presidente, nella mia esperienza, anche se è qualche anno che non frequento i tribunali, i tribunali di sorveglianza non sono propriamente gli uffici che lavorano di più tra i tribunali italiani. Se noi imponiamo loro un tempo entro cui si debba arrivare all'udienza e in cui si decida se quel sequestro sia convertibile o meno, ovviamente tenendo la relazione con il processo principale, se noi, quindi, fissiamo dei paletti, io credo che ci siano dei margini per accorciare i tempi che seguono.

  PRESIDENTE. Le modifiche della fase processuale sono tutte tese ad accorciare i tempi. Avere magistrati dedicati solo a questo e il fatto che i creditori terzi si levino subito di mezzo e se ne faccia subito pulizia accorcia i tempi. È tutto finalizzato a quello. Va letto tutto insieme.

  MARCO DI LELLO. Come sa, presidente, se io non metto alla fine un termine perentorio, tutti i miei termini ordinatori dalla magistratura vengono salutati con un ampio sorriso. Ci sono carichi di magistrati che in questo settore fanno udienze ogni quindici giorni.
  Non c’è un limite tra il sequestro e la confisca. Ci sono patrimoni sequestrati per lunghi anni. Dopodiché, se non abbiamo una gestione efficiente del bene, che è il tema su cui noi ci stiamo misurando in generale, rischiamo di arrivare alla confisca quando è già troppo tardi.

  PRESIDENTE(fuori microfono). Propongo di fare una piccola seduta con i nostri magistrati di prevenzione.

  MARCO DI LELLO. Volentieri. Passando alle agevolazioni fiscali e all'accesso al credito, forse su questo tema possiamo provare a fare qualche proposta in più. Parlo ovviamente dei beni confiscati.
  Mi piace anche l'auspicio molto intelligente, che abbiamo sentito nelle nostre audizioni, di una collaborazione tra i diversi amministratori e, dunque, all'interno della rete dell'Agenzia, magari rendendola non volontaria.Pag. 14
  Bisogna prima verificare se all'interno di tutto questo immenso patrimonio esistano società o imprese che possono svolgere una funzione di servizio. Occorre, cioè, imporre che ci sia prima un tipo di verifica all'interno. Noi oggi consigliamo caldamente, e lo condivido, ma potremmo addirittura proporre che prima di vedere all'esterno si debba verificare se all'interno non ci sia qualcuno. Quello che oggi è un auspicio potrebbe essere considerato in positivo come una verifica prioritaria che non ci siano soggetti all'interno.
  Infine, e concludo, sul tema della governance e del profilo del direttore – vado a memoria – credo che stiamo ragionando di 2.000 imprese e 11.000 immobili. Con tutto il rispetto, Presidente, io non credo che tra i profili del direttore prefetti e magistrati siano funzionali a una gestione efficace ed efficiente. Ritengo che ognuno debba fare il proprio mestiere. Stiamo parlando di una holding che vale miliardi di euro. Io penso che ci debba essere un profilo di competenze manageriali che vada ben oltre quello dei burocrati e dei funzionari dello Stato.
  Infine, e concludo, come dicevo prima, penso che occorra dare maggiore libertà – in merito ho sentito e condivido le considerazioni – nella destinazione, oltre che nella gestione di questo patrimonio.

  LUISA BOSSA. Presidente, grazie per il lavoro, che io ritengo innovativo, che lei ha introdotto in questa Commissione. È sicuramente produttivo perché ci permette di discutere e di intervenire, in sostanza di essere attori e non solo spettatori auditivi e «orecchianti» di questa Commissione.
  Sarò brevissima. È buono il paragrafo del capitolo 4 su luci e ombre della destinazione dei beni confiscati. Continuando più avanti sempre nella relazione, troviamo la descrizione dei casi virtuosi di utilizzo dei beni. Io avrei inserito anche i casi critici, anche uno solo emblematico in negativo, per dare una panoramica di ciò che avviene nella realtà.

  PRESIDENTE(fuori microfono). Ci sono.

  LUISA BOSSA. Allora mi sono sfuggiti. Le chiedo scusa. C’è poi un paragrafo che riguarda gli enti locali. Anche qui vi è la presentazione di buone pratiche dei beni confiscati, ma non delle criticità che i comuni devono affrontare, spesso a mani nude, per il riutilizzo di questi beni. Pensate che dalle mie parti i camorristi prima di lasciare un bene lo distruggono o lo mandano a distruggere, lasciandolo praticamente nudo.
  Poi vi sono le proposte di riforma, su cui mi soffermo un attimo, che mi sembrano riconducibili a correttivi di carattere normativo-giudiziario, di natura legislativa. Io farei una sola proposta molto concreta, da vecchia amministratrice che ha avuto a che fare con questi problemi: possiamo prevedere che l'amministrazione comunale a cui è stato assegnato il bene confiscato per la riattazione, ossia per il recupero strutturale, dello stesso possa appostare in bilancio nel Piano triennale delle opere pubbliche o in un capitolo istituito ad hoc un finanziamento dedicato e che questo sia sottratto al computo del Patto di stabilità ? Sarebbe un segnale davvero molto forte.
  Se c’è, non l'ho visto. Ho letto il testo verso l'una di notte. Mi perdonerete. Perfetto. Sono molto contenta. Sono stata amministratrice e perciò mi premeva la questione. Era solo questa la proposta.
  Rispetto alla chiusura di questa relazione vorrei fare presente che sono pervenute di fatto, o per iscritto, oppure oralmente, alcune proposte ad addendum. Io credo che non si debba ulteriormente rinviare l'approvazione di questa relazione, non appena la si sia arricchita delle considerazioni sopraggiunte. Credo che per la prima volta abbiamo davvero discusso a lungo e bene. Per quanto mi riguarda, ma credo di poter parlare a nome del mio Gruppo, possiamo anche chiudere domani, o comunque in un tempo brevissimo.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Mi associo anch'io alla valutazione e al giudizio molto positivo rispetto al merito. Questa relazione non è semplicemente un atto Pag. 15burocratico, ma è un tentativo di entrare nel merito in maniera forte su un tema molto scottante. Ieri abbiamo visto come stiano effettivamente le cose. Nel merito il testo affronta le questioni fondamentali.
  Io ho dato alcune indicazioni su una sentenza specifica, ma vorrei fare delle osservazioni generali e vedere se riesco a tradurle entro le 18 in qualcosa di scritto.
  Come primo punto, abbiamo valutato il fatto che alcuni beni sono posseduti in maggioranza da banche, spesso straniere, e che questo pone dei problemi anche rispetto al discorso del sequestro ? Ci sono alcuni beni in Calabria che hanno questi problemi.

  PRESIDENTE. Penso di sì. Credo che ci sia un passaggio che contempla anche questo.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Come seconda questione – l'abbiamo vista ieri – soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, in cui c’è un grosso problema legato anche allo scioglimento dei Consigli comunali, si pone il discorso dell'assegnazione molto in ritardo del bene. I beni che abbiamo visto ieri a Vibo sono sequestrati dal 2001 e ancora non sono stati consegnati. Chiedo se questa questione possa essere affrontata, come diceva la presidente ieri, attribuendo, in alcuni casi, poteri sostitutivi al prefetto.

  PRESIDENTE. L'idea è quella che, soprattutto in alcune realtà, laddove gli enti locali non fanno il loro lavoro, il prefetto possa subentrare.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Entro un tempo, però, definito. Vorrei entrare poi nel merito di un'altra questione. Prima ho sfogliato la nota che ci ha consegnato il collega Vecchio. Io, però, la vorrei porre come problema. Si parla di usare al meglio i beni e si osserva che questi beni sostanzialmente poi non sono produttivi.
  La domanda che ci dovremmo fare è la seguente: come avviene l'assegnazione di questi beni ? Parlo dei beni materiali oppure delle aziende. Vengono affidati a delle associazioni no-profit. Questa può essere anche una scelta giusta, perché il bene diventa un elemento per far crescere un mercato. Ammesso che il bene di ieri fosse stato assegnato all'associazione no-profit per farne un'università antimafia, la domanda, però, è: esiste un business plan, quando ci sono queste assegnazioni, su come il progetto che si propone possa stare in piedi e sul mercato ? Io credo che il limite della mancata possibilità produttiva di questi beni nasca dal fatto che, nel momento in cui vengono assegnati, non ci sia alcun business plan.
  Le questioni che sono scritte nella relazione sono tutte giustissime, ma io osservo che, se si assegna il bene al più grande imprenditore italiano, che però in quel momento decide di fare da singolo cittadino, affinché sia l'amministratore di questa azienda, ma non c’è un business plan, ragion per cui non si capisce quali siano i contratti, le entrate e le uscite né come si tenga il bene sul mercato, sarà quasi inevitabile che queste aziende o questi immobili vadano in degrado o in fallimento. Per esempio, con riferimento al bene di ieri, solo per sistemarlo ci voleva almeno un milione di euro, ci hanno detto, ma poi come si sarebbe mantenuto ?
  Passo all'ultima questione. Come mai i sequestri finanziari sono meno dei sequestri degli immobili e delle aziende ? Come si affronta – non so se in quest'ambito, ma bisogna accennarvi – la questione dell'autoriciclaggio ?
  Infine, mi associo alla richiesta della collega sul tema del sistema informativo. Francamente, sette milioni sono tanti. Se poi non funziona, è un problema. Oltre che associarmi alla richiesta che ha fatto la collega, vorrei sapere chi è l'azienda che ha vinto l'appalto.

  LUIGI GAETTI. Sarò molto rapido. Non sono solito ringraziare, ma questa è una bellissima relazione. Non sapevo, non essendo un tecnico, che in questa indagine avessimo trattato così tanti e tali argomenti. Complimenti davvero di cuore a tutti noi e soprattutto a chi ha stilato il testo in modo così preciso.Pag. 16
  Svolgo alcuni punti molto rapidi. Il fatto che la gestione con i comuni vada migliorata è veramente un elemento importante, ma soprattutto chiedo anch'io qualche giorno – non settimane – per discutere.
  Per esempio, noi abbiamo girato, come Gruppo, diverse e-mail in questo week-end e il nostro collega Molinari aveva sollevato un'idea interessante, ossia che l'Agenzia dei beni confiscati fosse una sezione del MEF. Non siamo riusciti, però, a chiarirci bene la questione. Questo sarebbe un altro elemento che andrebbe messo in discussione.
  L'altra questione che io ritengo interessante – adesso dirò una cosa di sinistra che non ho ancora sentito e che da me suonerà un po’ particolare – riguarda l'ultima riga a pagina 44, che è veramente fantastica, e parla di «incentivi per la nascita di cooperative dei lavoratori delle aziende». Questa è una frase che io implementerei moltissimo. Non appena la ditta è sequestrata, io farei un percorso di legalità per i dipendenti.
  Inoltre, perché affittare l'azienda ? Avete messo un ministro che viene proprio dalle cooperative. Io credo sia estremamente importante che i lavoratori acquisiscano anche una dinamica di tipo sociale, che capiscano cosa significa gestire una ditta, quali siano le problematiche e perché le cose si debbano tenere in ordine. Compartecipare tutti credo sia un elemento importante.
  Questo non è stato scritto nella relazione che abbiamo fornito, ma, rileggendo il testo, l'ho notato e, quindi, chiederei di implementare questo aspetto.
  Da ultimo, vorrei fare una nota pratica. In questa seduta sono emersi veramente molti punti. Io credo che questo documento verrà integrato non poco. Chiedo se fosse possibile avere questo documento una volta completamente integrato con tutte le osservazioni, perché alla fine dovremo decidere su quello. A questo punto le integrazioni sono tante e interessanti. Potremmo, quindi, manifestare un pensiero compiuto. Ora il testo potrebbe andar bene, ma con le osservazioni in più potrebbe anche non andarmi bene.
  Chiedo questo da un punto di vista procedurale. Si potrebbero guadagnare questi due o tre giorni anche per avere un documento più compiuto.

  PRESIDENTE. Noi stasera lavoriamo. Secondo me, non ci sono proposte particolarmente contraddittorie. Almeno quelle che sono pervenute e che ho ascoltato io non mi sembrano in contraddizione fino adesso. Pensateci tranquillamente.
  Se stanotte siamo in grado di mandarvi la nuova stesura, va bene. Domani c’è un ufficio di presidenza e valutiamo. Vediamo che cosa riusciamo a fare.
  Vorrei soltanto invitarvi, prima di dare la parola a Vecchio, a non vedere in contrapposizione il fatto che noi facciamo una relazione e quello che ci sia un Comitato che ancora deve partire. In primo luogo, noi diamo un impulso a un lavoro che poi mi auguro il Governo prima o poi presenterà. Dovremo verificarlo. Il Comitato dovrà partire.
  In secondo luogo, a parte la sollecitazione della collega Ricchiuti, che io sono disponibile ad accogliere, in merito un rafforzamento sul punto del finanziamento e sull'informatizzazione dei beni, ossia sull'archivio, l'idea è quella di dotarci di strumenti per seguire quello che sta accadendo ai singoli beni.
  Il lavoro, dunque, è molto. Questo testo serve da cornice anche per noi. In questo momento il Ministro dell'interno sta illustrando la sua proposta per la gestione dei beni confiscati al Senato. Mi pare che, se la nostra Commissione desse un segnale, ancorché il testo sia perfettibile, tutto sommato renda onore al serio lavoro svolto.
  Dopodiché, io ho letto alcune delle vostre proposte. Io non porterei mai l'Agenzia al MEF, perché il MEF ha tutto in questo Paese. Ditelo a Molinari. Teniamola almeno alla Presidenza del Consiglio, in modo che tenga a bada anche il MEF. Ci sono ministeri interi, come quello della salute, che, con le riforme introdotte, di Pag. 17fatto dipendono dal MEF. Io manterrei la collegialità della Presidenza del Consiglio.
  Nelle proposte che sono state fatte io non vedo incompatibilità. A Di Lello bisogna spiegare alcune cose. I magistrati di prevenzione non sono magistrati di sorveglianza, ma all'ignoranza non bastano settimane. Glielo dico e ci chiariamo subito.
  Per carità, vediamo dove arriviamo oggi pomeriggio e ci aggiorniamo domani. Vi chiedo solo questo modo pragmatico di procedere, perché l'intenzione non è quella di togliere possibilità di fare meglio. Secondo me, se noi ci facciamo sentire in questa fase, è una buona cosa per la Commissione.
  Do la parola al collega Vecchio, il quale adesso ci vorrà far vendere tutte le aziende e ci creerà qualche problema.

  ANDREA VECCHIO. Io parto da una considerazione: se facessimo una graduatoria, una classifica, per l'ignoranza, il primo posto a me non lo potrebbe levare mai nessuno. Partendo da questo assunto, le cose che dirò sono tutte perfettibili e perdonabili.
  Io ho sentito una grande quantità di complimenti nei vostri confronti. Non unisco i miei perché sarebbero ultronei. Dateli per compresi. Tuttavia, vi chiedo un piccolo sacrificio di stipendio, se vi offro i miei complimenti, perché tutti questi complimenti devono essere monetizzati. In questo Paese noi tutti siamo abituati a ragionare sull'onda emotiva del sociale e del buonismo, senza tenere conto che i numeri devono stare in ordine.
  Per quanto riguarda le piccole proposte della mia modestissima analisi, basata sulla quantità di ignoranza che mi contraddistingue e che ci sono nel mio documento, si tratta delle proposte minime che noi – dico noi perché ho dei collaboratori con i quali lavoro – abbiamo ritenuto di dover avanzare.
  Parto dall'appalto del database. Sarebbe veramente drammatico che nell'appalto per la realizzazione di questo database ci fosse il minimo incrinamento. Se l'Agenzia per i beni confiscati alla mafia bandisce un appalto di 7,5 milioni di euro e c’è una minima ombra – noi in Sicilia diciamo «’na cacatina ’e musca» – è grave.
  La relazione scritta si occupa di un'analisi del passato con delle proposte che guardano al futuro. Il fatto che i Comitati non siano ancora tutti partiti non significa niente, perché i Comitati esamineranno possibilità e proposte che ancora devono venire.
  Per quanto riguarda il MEF, sono d'accordo con la Presidente: penso che riferire l'Agenzia alla Presidenza del Consiglio sia meglio.
  Nella sintesi della mia proposta emerge chiaramente una considerazione. Ci sono tre tipi di beni confiscati alla mafia. I primi sono i beni immobili. I beni immobili vanno dati in uso a chi li deve usare quanto prima, velocemente, forse nello stesso momento del sequestro, individuando magari una serie di soggetti che possano gestire questi beni. Se poi nella legge istitutiva dell'antimafia si prevede che prioritariamente debbano avere scopo sociale, io credo che questo punto possa essere soddisfatto anche con il fatto che, facendo risparmiare allo Stato canoni di affitto e destinandoli a scuole, a uffici o altre strutture, il bene diventa una sorta di bene sociale. Questa è la prima attenzione che io metterei.
  La seconda riguarda i beni finanziari. I beni finanziari devono essere gestiti. Non possono essere gestiti dall'Agenzia, ma devono essere gestiti da un istituto di credito che la Commissione antimafia esaminerà e accrediterà, con scopi economici.
  La terza categoria di beni sequestrati riguarda le aziende. Per le aziende la mia idea, che la presidente conosce, è molto chiara e nel nostro testo è spiegata altrettanto chiaramente. Ci sono delle imprese che non possono mai stare sul mercato e devono essere chiuse immediatamente, senza batter ciglio. Ci sono aziende, invece, che possono avere uno scopo economico più che sociale e sociale più che economico.
  Mi rifaccio a un comunicato stampa. Stamattina il dottor Cantone è stato intervistato e si è espresso. Quello che ha detto il dottor Cantone in questa sua Pag. 18opinione rispecchia esattamente quello che ho scritto io nelle mie proposte. Io non lo conosco, non ci eravamo messi d'accordo, ma, quando le idee tendono verso un unico obiettivo positivo, credo che alla fine si incontrino.
  Questi comunicati stampa ve li rassegno, insieme alle nostre proposte. Credo che si debba agire il prima possibile, addirittura cercando di precedere il Presidente del Consiglio. È lui che illustra al Senato ?

  PRESIDENTE. È il Ministro dell'interno. Concordo, anche perché ci sono posizioni diverse: l'interno non la vuole mollare, è tutto un pasticcio.

  ANDREA VECCHIO. La Presidenza del Consiglio dei ministri, secondo me, sarebbe più adatta.

  PRESIDENTE. Appunto. Se noi arriviamo e marchiamo un punto, diamo anche una mano.
  Poi c’è il problema del commissariamento. Tutti invocano una certa figura di direttore. Se in questa fase la presidenza nomina il nuovo direttore dell'Agenzia, la nuova Agenzia va a farsi friggere. Tutto qui.
  Posso chiedere al MoVimento 5 Stelle, che si è espresso con maggior vigore, se proviamo a lavorare stasera e ci sentiamo ?

  RICCARDO NUTI. Sì, con l'auspicio che dicevamo eventualmente, ossia che potrebbe servire qualche giorno in più, se non riusciamo stasera.

  PRESIDENTE. Va bene, però anche da parte vostra vorrei la disponibilità che, se le proposte sono recepite, si migliora un lavoro e si verifica se ce la si fa.

  FRANCO MIRABELLI. Mi pare che il presidente tra le righe abbia spiegato anche l'urgenza di una presa di posizione su questo tema che valorizzi il lavoro della Commissione. Peraltro, a me pare che ci sia una condivisione generale del testo e sono sicuro che ci sia una condivisione generale anche delle modifiche già apportate.
  Io penso che dobbiamo guardare a quest'atto non come a un atto definitivo. Questa è la relazione. Dopodiché il lavoro su questo tema noi lo continueremo in Commissione e in Parlamento, ma, più tardi arriva il nostro contributo, più credo che faremo fatica a valorizzare il lavoro che abbiamo fatto, che è un lavoro composto anche di audizioni, ragionamenti e riflessioni.
  Se usciamo con un documento perfettibile, anche se non perfetto, io credo che non ci sia alcun problema. Sarebbe peggio arrivare tardi e non riuscire a far valere e a far pesare il contributo di idee che in questa relazione c’è.
  Per questo motivo inviterei tutti a vedere se sia possibile già stasera far girare il documento e, se confermiamo la riunione di domani, anche a votare domani. Secondo me, sarebbe la scelta migliore.
  Ripeto, in quest'ottica non stiamo definendo un documento finale. È un documento che propone una traccia di lavoro. Esiste un Comitato che proseguirà il lavoro.

  PRESIDENTE. Ci lasciamo, quindi, con questo impegno reciproco, io a verificare se ci sia la possibilità di aspettare e di fare ancora un approfondimento e voi a verificare la possibilità di fare presto. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvio il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.