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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 31 di Mercoledì 14 maggio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Elisabetta Belgiorno:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Bossa Luisa (PD)  ... 14 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 18 
Miglio Letizia , capo dell'ufficio studi dell'ufficio del Commissario ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 19 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 19 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 19 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 20 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 20 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 20 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 21 
Belgiorno Elisabetta , Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ... 21 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 22

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Elisabetta Belgiorno.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede l'audizione del Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, dottoressa Elisabetta Belgiorno. L'audizione odierna ha per oggetto il tema della gestione dei fondi antiusura e antiracket e le possibili proposte di carattere normativo per rendere il sistema di prevenzione antiracket più efficiente e trasparente, con particolare riguardo alla destinazione, utilizzo e controllo dei fondi pubblici.
  Ricordo, come di consueto, che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che di essa sarà redatto un resoconto stenografico. Ove necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta.
  Cedo ora la parola al Commissario Belgiorno, che ringrazio per la sua presenza, per la sua disponibilità e per la prontezza con la quale ha risposto al nostro invito, che in parte è stato anche mosso dalla necessità di dare subito una risposta anche a recenti notizie che hanno riguardato alcune persone che hanno diretto associazioni antiracket e antiusura. Il nostro interesse è proprio quello di dimostrare la trasparenza e l'efficienza della gestione di questi fondi e, eventualmente, di avanzare proposte perché il sistema sia sempre più funzionante.

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Mi sono insediata da un anno e mezzo o poco più, dal 20 ottobre 2012, e sono stata immediatamente catturata da questa squadra della solidarietà. La solidarietà è la prima attività che svolge il commissario non da solo, ma con il comitato di solidarietà delle vittime dell'estorsione e dell'usura.
  È noto che il comitato è composto dal commissario, che lo presiede e dura in carica 4 anni rinnovabili per una sola volta, due rappresentanti, rispettivamente, dello sviluppo economico e del tesoro, anche loro durano in carica un quadriennio rinnovabile una volta, tre rappresentanti delle categorie produttive rappresentate nel CNEL, che durano in carica un biennio, e tre rappresentanti delle associazioni e organizzazioni antiracket e antiusura iscritte nei registri delle prefetture, nonché nei registri delle onlus del Ministero dell'economia. Inoltre, c’è un rappresentante della società di gestione del Pag. 4fondo, la CONSAP (Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici S.p.A.), che non ha diritto di voto.
  In particolare, vorrei spendere qualche notazione sulla nuova ricomposizione del comitato. La legge 27 gennaio 2012, n. 3, aveva previsto criteri selettivi più alti di quelli usuali, ossia il comitato deve essere composto da associazioni e fondazioni antiusura che avessero un livello di rappresentatività nazionale, che cioè fossero esponenzialmente rappresentanti degli interessi delle vittime in un territorio di ampio respiro.
  Il decreto sui criteri è stato adottato dal Ministro dell'interno, pubblicato sul sito, con avviso sulla Gazzetta Ufficiale: consistenza organizzativa con riguardo all'adesione di esercenti attività imprenditoriali, commerciali, artigianali o, comunque, economiche o anche una libera professione; numero delle costituzioni di parte civile, con particolare riguardo ai procedimenti relativi ad attività estorsive e usurarie a carico di esponenti della criminalità organizzata; diffusione e articolazione sul territorio anche con riferimento a forme di coordinamento regionale e ultraregionale; iniziative svolte in concreto sul territorio per la prevenzione del rischio dell'estorsione e dell'usura, di sostegno alle vittime, in particolare con l'accompagnamento alla denuncia, alla presentazione delle istanze al fondo e un accompagnamento al reinvestimento dei benefìci economici che il fondo antiusura concede loro proprio per il reinserimento nell'economia legale.
  In merito a questi criteri ho inviato una direttiva a tutti i prefetti coordinatori, in modo che effettuassero un attento monitoraggio sui loro territori, all'esito del quale sono risultati maggiormente rappresentativi, quindi siedono in comitato, la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura (FAI), SOS Impresa rete per la legalità e la Fondazione nazionale antiusura Giovanni Paolo II onlus.
  Abbiamo, inoltre, rilevato sempre dal monitoraggio dei prefetti che la fondazione Interesse uomo, fondazione antiusura onlus, presieduta dal vicepresidente di Libera, don Marcello Cozzi, di recente ha modificato lo statuto e assunto un'operatività a livello nazionale che non le dà ancora quel livello di rappresentatività richiesto, ha appena ampliato l'attività. Mi sembrava, però, utile offrire quest'ulteriore notazione a completamento dell'attento monitoraggio effettuato regione per regione dai prefetti.
  Sono quindi pervenute le designazioni. Il comitato ha cominciato a lavorare con coscienza e passione. Le storie che noi verifichiamo sono difficili e strazianti; non sono pratiche, ma vicende umane di grande difficoltà, vicende processuali di grandissima complessità, specialmente quelle subdole dell'usura.
  Il comitato, questa squadra della solidarietà, ha tenuto ben presente anche l'esigenza di tagliare i tempi burocratici dilatori perché, ovviamente, l'istanza istruita dai prefetti arrivi completa di tutto e senza quei ripetuti rinvii, terribili; ho verificato in alcune fattispecie 38 passaggi istruttori, riscontrando un accanimento burocratico senza che fosse chiaramente indicato cosa mancava ancora nelle istanze.
  Ho depositato agli atti un raffronto dell'attività del 2012 e del 2013, in cui c’è stato massimo sforzo con un corale impegno da parte di tutti i membri del comitato. Abbiamo avuto un minor numero di sedute, ma abbiamo esaminato più istanze. Nel 2012, a fronte di 93 sedute, ne erano state esaminate 1.499; nel 2013, in 60 sedute abbiamo esaminato 2.319 situazioni e istanze: per estorsione, 573 nel 2012 e 792 nel 2013; per usura, 926 nel 2012 e 1.527 nel 2013.
  Voglio con questo connotare lo sforzo maggiore da parte di tutti, senza guardare l'orologio. Spesso, mi sono scusata con i componenti perché abbiamo fatto notte più volte a causa di situazioni particolarmente delicate, per cui ringrazio sia il comitato uscente, in questa sede, sia il comitato appena ricostituito.
  Da quest'attività a raffronto emerge che abbiamo accolto più istanze per estorsione rispetto all'anno precedente. Sostanzialmente, nel 2012 abbiamo deliberato provvidenze per euro 10.050.337; nel 2013, la Pag. 5cifra è rimasta stabile a euro 10.221.000 e oltre. Non abbiamo accolto 87 istanze che non erano assolutamente documentate, non sussistendo né l'intimidazione ambientale né l'estorsione, come risultava anche dai rapporti delle forze di polizia sul territorio. Per estorsione, nel 2012 ci sono state 10 revoche e 29 nel 2013. Questo significa che non è stato comprovato, nei 12 mesi successivi all'elargizione del beneficio economico, il corretto reimpiego.
  Ognuna di queste revoche comporta un esame approfondito. Laddove possibile, la forzatura nella cornice normativa è fatta pro vittima, ma il mancato corretto reimpiego ci è comunicato da CONSAP che, come sapete, è la concessionaria per la gestione del fondo di solidarietà.
  Passo velocemente all'usura per non tediarvi, ma i numeri sono esponenziali di un'attività a favore delle vittime per consentire loro di rimanere sul mercato o di reinserirsi prima possibile. Abbiamo esaminato 126 domande di usura nel 2012 e 174 nel 2013. Non ne abbiamo accolte 199 nel 2012. I non accoglimenti sono saliti a 328 nel 2013.
  Vi parlavo di reato subdolo, difficilmente «provabile», soprattutto perché spessissimo, negli atti processuali, non è documentabile la dazione di denaro, che spesso avviene in contanti. Ovviamente, esiste un'interlocuzione continua con l'autorità giudiziaria attraverso i prefetti per tentare di avere ogni documentazione processuale possibile. Spesso, le consulenze tecniche d'ufficio ci aiutano, ma queste stesse ci dicono altrettanto spesso che nel 2013 non era provabile, «documentata» la dazione di interessi usurari.
  Per l'usura, abbiamo disposto 9 revoche nel 2012. Questo significa che il sistema ha gli anticorpi e la possibilità di revocare. È sempre la CONSAP a dirci quando, ma molto spesso le ostatività personali, i requisiti soggettivi vengono meno in corso d'opera, per cui nel 2012 ci sono state 9 revoche per usura e 12 nel 2013.
  Complessivamente, il comitato di solidarietà ha deliberato, nel 2012, 19.319.744 euro; nel 2013, complessivamente 31.102.102 euro. Agli atti ho lasciato anche una divisione tra 2012 e 2013 per regioni: benché lo spaccato delle istanze che arrivano complete a maturazione per essere esaminate e approvate sia particolare, anche qui è comprovata – ormai è un fenomeno sul quale non abbiamo più da discutere – la delocalizzazione della criminalità organizzata. Fiuta il denaro, fiuta la situazione di difficoltà degli operatori economici appena ha sentore di un calo del volume di affari e immediatamente – parlo di usura – si propone come sportello bancario parallelo. Allo stesso modo, in settori altrettanto allettanti dal punto di vista finanziario abbiamo, come vedrete dagli atti depositati, anche qui una delocalizzazione dell'imposizione del pizzo.
  Fondamentalmente, le attività colpite sono, sia per usura sia per estorsione, sicuramente commercio all'ingrosso e al dettaglio, parimenti il settore delle costruzioni. Nelle estorsioni, abbiamo le attività alberghiere e di ristorazione; nell'usura, tra le attività, abbiamo il settore agricolo, l'agroalimentare, l'agricoltura biologica, le piccole aziende agricole.
  L'approccio della criminalità su questi temi miete vittime tra singole persone, società individuali e piccole società di capitali. È proprio la conformazione dell'attività di capitali, cioè la differenza tra il proprietario e chi ne ha la rappresentanza legale, una connotazione che non le rende permeabili, così come le società individuali e i piccoli operatori economici. Questo serve a offrire un flash velocissimo, ma sono pronta a rispondere ancora in relazione all'attività del Comitato.
  Vi ho detto che le associazioni maggiormente rappresentative che siedono in comitato devono essere iscritte nei registri delle prefetture, anche laddove, si parla di fondazioni per la prevenzione dell'usura, sono iscritte nei registri delle onlus del Ministero dell'economia.
  Al riguardo, proprio a dimostrazione della spinta che emerge anche dal nuovo comitato recentemente ricostituitosi e che ha cominciato a lavorare, intendo parlare del sistema di garanzie, per rendere affidabili da tutti i punti di vista le associazioni Pag. 6e fondazioni iscritte negli elenchi dei ministeri dell'interno e dell'economia, con gli strumenti a disposizione, che sicuramente possono essere affinati, come quelli di cui vi dirò più avanti. Dicevo che il comitato annette particolare importanza non solo alla verifica dei requisiti in sede di delibera di concessione dei benefìci, ma anche ex post, una volta che è stato concesso: se sono accertate successivamente ostatività, si fa luogo all'avvio del procedimento di revoca.
  Questo accade a salvaguardia dell'erario e a garanzia della corretta gestione del fondo di solidarietà. Sia che si verta in tema di mutuo, quindi usura, contratto di mutuo, dunque naturalmente rapporto sinallagmatico – è un contratto – sia che si verta in materia di estorsione, quindi elargizione, necessità di comprovare all'amministrazione il corretto reimpiego, è necessario che in quel rapporto sinallagmatico le due obbligazioni siano rispettate. Ostatività personali sono assolutamente e legislativamente previste per legge, come indica la parola stessa, ostativi alla corresponsione del beneficio o al mantenimento del beneficio.
  Proprio nell'occasione di un caso che il comitato ha esaminato il 7 maggio scorso, in cui è stato deliberato l'avvio della revoca a seguito di una condanna, peraltro particolarmente infamante per chiunque e a maggior ragione per il presidente di un'associazione antiracket, 8 anni per favoreggiamento in associazione mafiosa, su segnalazione del prefetto, che ha comunicato di aver cancellato l'associazione dall'elenco prefettizio – per incidens, il presidente ne è rimasto socio – il comitato ha avviato il procedimento di revoca dei benefìci economici che a suo tempo erano stati elargiti a quest'operatore economico.
  Esaminando questo caso, nella discussione in comitato è stata condivisa l'esigenza di dare rinnovato impulso a queste attività di verifica, controllo, revisione degli elenchi delle associazioni, rinsaldando tra comitato e prefetto quel rapporto di collaborazione stretto centro-territorio.
  Condividendo, quindi, quest'esigenza, ho inviato il 9 maggio una direttiva ai prefetti perché questa attività di revisione, di verifica, del decreto del Ministero dell'interno del 2007, n. 220, per l'iscrizione delle associazioni e organizzazioni nell'apposito elenco delle prefetture, fosse quanto più puntuale e concreta possibile.
  Tra i passaggi fondamentali, la troverete depositata in atti, innanzitutto le associazioni devono perseguire come scopo principale quello di sostenere vittime di estorsione e di usura e questo deve risultare dall'atto costitutivo, richiamando un po’ di giurisprudenza amministrativa che aveva sostenuto il Commissario pro tempore in alcuni casi particolari. L'esigenza che sia uno scopo principale è ispirata al fatto che lo svolgimento di un'attività di carattere sussidiario in un delicato settore, sia riconoscibile solo a quelle associazioni che abbiano scelto di dedicarvisi in maniera pressoché esclusiva, afferma il TAR. Inoltre, sottolinea la ratio ispiratrice, che muove in un'ottica selettiva, comprensibile e condivisibile, alla luce della delicatezza del settore di riferimento che richiede ai soggetti che intervengono in ausilio e sussidiariamente rispetto allo Stato una particolare professionalità e specializzazione.
  Tra l'altro, ci dice che una pluralità multidirezionale degli scopi, poliedrica e multiforme, come alcuni casi esaminati, in cui si passava dalla tutela dell'ambiente ai minori, ai portatori di handicap, agli immigrati, e dove comparivano le paroline usura o estorsione, non può essere considerato scopo principale, per cui non può avvenire l'iscrizione negli elenchi. Il ruolo sussidiario complementare, quindi, la rete di sostegno passa soprattutto attraverso le associazioni. Qui vedremo quelle antiusura, poi farò un cenno particolare anche a quelle datoriali.
  Altro elemento fondamentale sono i requisiti e le condizioni ostative. Il decreto ministeriale ha richiesto al prefetto, e sottolineo prefetto, una sua personale responsabilità di comprovarli attraverso una revisione triennale. Nel caso che vi ho Pag. 7citato del presidente condannato, la cancellazione prescinde dalle revisioni triennali: può essere fatta in qualsiasi momento e, ovviamente, è necessaria. Bisogna dimostrare che le fondazioni e le associazioni hanno acquisito sul campo una capacità operativa nel settore antiracket e antiusura attraverso la collaborazione con le forze di polizia, l'accompagnamento alla denuncia, la sensibilizzazione nel denunciare, la promozione di campagne concrete di diffusione della legalità, di campagne educative, la garanzia di democraticità delle regole interne, di funzionamento delle regole statutarie per il funzionamento delle organizzazioni.
  Occorre anche che gli associati, gli amministratori e i promotori non abbiano condizioni ostative in presenza di condanna o di rinvio a giudizio per una serie di delitti indicati nell'allegato di questo decreto, di cui vi ho parlato.
  Ritengo, per incidens, che sarebbe utile, proprio accogliendo l'invito della presidente, una rivisitazione che già stiamo effettuando. Avevamo iniziato anche con il precedente comitato che era in scadenza e vogliamo continuare con il nuovo comitato a rivisitare, ovviamente ampliandoli, i delitti previsti nell'allegato 1. Penso che sia una delle attività da continuare, verificando anche se si possa fare qualcos'altro, di più e meglio, nella parte dispositiva del decreto ministeriale che risale al 2007, mentre il decreto che regola l'iscrizione delle onlus è del 1996. L'avvocatura generale ha detto ai prefetti che le loro valutazioni sull'assenza di situazioni ostative a carico di soci promotori e amministratori delle società si estendono anche alle associazioni iscritte nell'elenco del MEF.
  Il decreto del 1996 parla di requisiti di onorabilità e professionalità, quindi la garanzia anche nei confronti del fondo di prevenzione dell'usura, su cui farò una piccola notazione dopo, anche il sistema attualmente regge in questa rete. In caso di verifica di situazioni ostative e di provvedimenti sanzionatori, il prefetto deve comunicare al Ministero dell'interno – dipartimento della pubblica sicurezza che, secondo la norma, ne informa senza indugio il MEF – dipartimento del tesoro, ovviamente informandone anche il commissario.
  Altro elemento fondamentale è quello della territorialità. Abbiamo avuto alcune associazioni cosiddette multidirezionali, per riprendere il tema precedente, che fanno di tutto e di più insieme a usura o estorsione: anche in questi casi, relativamente alla dislocazione territoriale, secondo l'avvocatura, la sede principale deve risultare dall'atto costitutivo. Se non è chiaro, è obbligatorio non iscriverle. Questo è un altro richiamo di attenzione che abbiamo ritenuto di rivolgere ai prefetti.
  Quanto alle modalità di svolgimento di queste attività, abbiamo richiamato ai prefetti l'esigenza responsabile di un'attività di controllo che riteniamo molto importante, di un accertamento puntuale, non sostituibile con meccanismi a campione: verifica effettiva, concreta e attuale. Non c’è la possibilità di autocertificare.
  Il sistema di garanzie è, come detto, perfezionabile e ampliabile, sicuramente anche con i contributi che potranno venire da questa Commissione; attualmente è questo. Usiamo bene le norme che abbiamo.
  Vorrei riservare un passaggio particolare all'attività di prevenzione che può svolgere il commissario. Innanzitutto, vorrei richiamare, nell'attività di prevenzione, l'attività meritoria dei confidi (consorzi di garanzia collettiva fidi, istituiti da associazioni datoriali o da ordini professionali) e, soprattutto, di tante associazioni che mettono insieme professionisti, mondo cattolico, volontariato per il sostegno all'accesso al credito di famiglie e piccole e medie imprese che in alcuni momenti non hanno un particolare merito bancario.
  Intendo richiamare il fondo per la prevenzione dell'usura, ex articolo 15 della legge n. 108 del 1996, gestito dal Ministero dell'economia e delle finanze. Come sapete è stato finanziato nel 1996, rifinanziato da una finanziaria successiva per un ulteriore triennio e «vive» di una forma di schizofrenia burocratica. In alcuni anni, su Pag. 8proposta dei commissari pro tempore, il Ministro dell'interno ha trasferito, d'intesa col Ministero dell'economia, 70 mila euro dal fondo di solidarietà al fondo di prevenzione, che altrimenti esisterebbe «sulla carta» e non potrebbe dare sostegno a quelle realtà associative, specialmente nei piccoli centri, che con poco possono assicurare o garantire l'accesso al credito innanzitutto di famiglie e di piccole e medie imprese.
  Il passaggio dei 70 mila euro è avvenuto nel 2007, nel 2009 e nel 2012. L'anno scorso, abbiamo inviato proposta al ministro per la stessa cifra. Pare che il cambio dei ministri non abbia consentito ancora di chiudere il trasferimento di 70 mila euro, che consente a queste associazioni per la prevenzione dell'usura di programmare gli ascolti, di prestare assistenza, di prendere in carico situazioni alle quali daranno sostegno. Stiamo incalzando il nuovo Ministro dell'economia e, se ci saranno aggiornamenti su questo, ne daremo conto.
  Altro aspetto fondamentale della prevenzione è l'esigenza di organizzare la rete di fiducia. Un primo aspetto è sicuramente la costituzione di parte civile. Penso che sia un momento di testimonianza forte da parte dello Stato. L'avvocatura consente al commissario di costituirsi in quei casi in cui la pervasività dell'azione criminale è tale da minare la convivenza e, addirittura, la coesione sociale, oltre che per il risarcimento del danno patrimoniale subìto dal fondo.
  Tre casi emblematici, voglio ricordare: quello dell'omicidio dell'imprenditore Noviello, di cui tra due giorni ricorre l'anniversario, a Castel Volturno, freddato in maniera barbara alle spalle con una sequenza di fuoco pazzesca 7 anni dopo aver denunciato i suoi aguzzini. L'altro caso di gennaio scorso è la costituzione di parte civile a fianco del presidente di Confindustria di Trapani Gregory Bongiorno, che ha rifiutato di pagare il pizzo e che meritava che il commissario, e quindi lo Stato, gli fosse a fianco.
  Voglio fare una notazione su una circostanza che non sempre ho verificato nelle altre costituzioni: in questo caso, il comune di Castellammare del Golfo si è costituito parte civile, lanciando un ulteriore segnale di grande vicinanza istituzionale alla Confindustria locale.
  Vi è, inoltre, il caso legato a un'enorme operazione dei Carabinieri di Monreale e della DDA di Palermo, l'operazione Nuovo mandamento, il tentativo di una grandiosa ricostituzione delle cosche mafiose in provincia di Palermo, non in città, con la partecipazione e la collaborazione di tanti imprenditori, con voto di scambio, con mazzette per gli appalti.
  Si tratta di uno spaccato veramente allucinante, che presentava enormi difficoltà: imprenditori seguìti a Palermo da Addiopizzo, accompagnati a denunciare dai Carabinieri. Confesso che mi ha rincuorato guardarli in faccia e vedere la serenità con cui avevano affrontato la denuncia e con la quale erano in tribunale. Da sudista quale sono, sono un'appassionata e una sanguigna: ebbene, vi cito queste tre vicende perché mi hanno lasciato un segno al di là dei doveri istituzionali.
  Ultimo, ma non ultimo, aspetto della prevenzione è la strategica previsione dell'Unione europea di dedicare nel sessennio 2007-2013 una misura particolare al contrasto, un obiettivo operativo, all'interno dei fondi strutturali del PON sicurezza miratamente dedicato al contrasto dell'usura e dell'estorsione per sostenere l'allargamento di quella che io chiamo rete di solidarietà sul territorio, che tiene insieme istituzioni centrali, associazioni antiracket e associazioni datoriali, almeno quelle che hanno ritenuto, come Confindustria, di aderire a questi progetti del PON.
  Si tratta di progetti di sistema, per capirci, gestiti dalle amministrazioni centrali e di progetti territoriali, uno in particolare gestito dal comune di Vibo Valentia per la ristrutturazione di un grande e antico bene di proprietà comunale all'interno del quale attivare sportelli di ascolto e attività di sostegno sul territorio.
  Deposito agli atti, Presidente, un documento complessivo che, sulla scorta delle risultanze in atti, dà conto della presentazione Pag. 9e approvazione dei progetti, del contenuto, dello stato di avanzamento e dei relativi finanziamenti di ciascuno, degli aspetti di criticità e del contenzioso in atto, di cui se vuole do un flash veloce. Il PON sicurezza ha previsto questa particolare misura, l'obiettivo 2.4, contrastare il racket e l'usura, il cui stanziamento originario di 73.695.532 euro, è stato ridotto successivamente dall'autorità di gestione a 14.509.654,70 euro in relazione ai progetti presentati.
  L'ufficio del commissario, come ho detto, è sia proponente sia beneficiario di questi progetti di sistema, che sono attivati da Confindustria, fondamentalmente due realtà particolari, come Caltanissetta e Caserta, dalla FAI, da Addiopizzo, dall'antiracket Salento più il Valentianum di Vibo Valentia.
  Do conto anche dello spaccato, della sequenza temporale, quindi partiamo dal 2007, ma l'operatività dei progetti comincia nel secondo semestre del 2012: l'avvicendamento dei commissari; la firma delle convenzioni; l'espletamento, secondo un avviso pubblico del commissario, della selezione del personale che doveva essere impiegato in questi progetti.
  Praticamente, i progetti sono tutti passati al vaglio delle autorità di gestione e, approvati con decreto dell'autorità di gestione, sono stati predisposti gli atti contrattuali, le convenzioni che prevedono obblighi in relazione ai fondi destinati ai rispettivi progetti, convenzioni che sono state, attraverso l'ufficio centrale di bilancio presso il Ministero dell'interno, trasmesse alla Corte dei conti, la quale ha provveduto il 17 maggio e il 12 giugno 2012 alla registrazione, in esito al positivo controllo preventivo di regolarità amministrativa e contabile ai sensi all'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 30 giugno 2011, n. 123.
  Il primo capitolo fa un po’ la storia di come si sia arrivati alla registrazione alla Corte dei conti. Il secondo capitolo non nasconde, progetto per progetto, come vi ho detto, le difficoltà di avvio dei progetti dal secondo semestre 2012. Progetti che sono soggetti alla procedura di rendicontazione a costi reali mediante la presentazione della documentazione amministrativo-contabile delle spese effettivamente sostenute, ai cui pagamenti provvede la segreteria tecnica del PON, ufficio pagamenti, previo un controllo di primo livello da parte del responsabile del controllo e l'attestazione della spesa da parte del responsabile di obiettivo operativo.
  Vi cito velocemente i progetti con il loro ammontare. Ci sono note di dettaglio per ogni progetto: il progetto «Caltanissetta e Caserta sicure e moderne», in partenariato con Confindustria e con la provincia regionale di Caltanissetta, per un costo pari a 3.101.124 euro, ridotto a 2.288.768,60 euro a seguito della rimodulazione delle attività approvate dall'autorità di gestione.
  Questo progetto ha come termine finale di realizzazione di queste attività, che sono quindi state rimodulate per quest'ammontare al ribasso, il 30 giugno 2015 in base a una proroga proposta da Confindustria e approvata dall'autorità di gestione il 27 novembre 2013.
  Ci sono, inoltre, tre progetti in partenariato con FAI, Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane. Il primo è il progetto «promozione di una rete antiracket per le regioni obiettivo convergenza», che ha un costo pari ad 3.524.000 euro. Il termine di conclusione delle attività progettuali, ampiamente dettagliate è stabilito al 17 settembre 2015 sulla base di una proroga approvata d'intesa con la segreteria tecnica del PON.
  Vi è poi il progetto «realizzazione di due sportelli di solidarietà alle vittime di racket e usura a Napoli e a Palermo»: il costo è pari a 1.797.000 euro, la definizione degli interventi programmati è fissata al 31 marzo 2015 a seguito di una proroga accordata d'intesa con la segreteria tecnica del PON.
  Per il terzo progetto «rete di consumo critico, pago chi non paga, estensione del modello del consumo critico nelle regioni obiettivo convergenza», con esclusione di Palermo e Gela, inserite in un progetto a rete di Addiopizzo, il termine finale è Pag. 10stabilito al 31 dicembre 2014. Il costo è di 2.782.000 euro, con esclusione di queste due città.
  Il titolo del primo progetto FAI è «promozione di una rete antiracket per le regioni dell'obiettivo convergenza» e ha un costo pari a 3.524.000 euro, con termine 17 dicembre 2015. Ripeto che il secondo, realizzazione degli sportelli a Napoli e a Palermo, ha un importo di 1.797.000 euro; la definizione degli interventi programmati è al 31 marzo 2015; per rete di consumo critico, il costo è di 2.781.000 euro, escluse Palermo e Gela, e quindi tutte le quattro regioni obiettivo.
  Il documento contiene tutto questo con un dettaglio di attività svolte. È citata, ad esempio – poi magari non la cito – anche la partecipazione della presidente della Commissione antimafia, onorevole Bindi, a una delle manifestazioni organizzate con gli imprenditori «prima e dopo», cioè quelli che ce l'hanno fatta. Questo del consumo critico è un progetto che scade il 31 dicembre 2014.
  Passiamo al progetto «costituzione di una rete per il consumo critico», di quelli che hanno il copyright del consumo critico, di quelli che ne hanno fatto una forma di educazione alla legalità, per la costruzione dal basso di un mercato legale. Personalmente, devo riconoscere che soffro di uno strabismo istituzionale nei confronti dei cosiddetti ragazzi di Addiopizzo per quanto sanno lavorare bene e per la passione che ci mettono.
  Li ho visti sul campo, ho visto che rispetto hanno. Ragazzi non sono tanto più, ma la loro passione, l'affidabilità, il rispetto, il sano, duraturo e stretto rapporto che hanno con Polizia, Carabinieri, prefetti delle sedi, la modalità con cui avvicinano e seguono le vittime e le accompagnano anche nelle fasi processuali, oltre che nella denuncia, mi è rimasto dentro. È stata, nei primi mesi, una delle scoperte più particolari. Ne avevo letto e sentito, ma lavorarci insieme per me è stato un grande onore.
  Veniamo quindi alla «costituzione di una rete per il consumo critico: diffusione e consolidamento di un circuito di economia fondato sulla legalità e lo sviluppo» in partenariato con l'associazione comitato Addiopizzo, per un costo pari a 1.469.977,75, che prevede nelle città di Palermo e Gela l'avvio di un percorso mediante una serie di azioni integrate sui temi di cui, come ho detto, ha il copyright. La conclusione di quest'attività è al 30 giugno 2015. Anche quest'attività è stata rimodulata essendo cominciati i progetti tutti nella seconda metà di luglio 2012.
  C’è, inoltre, il progetto di realizzazione di tre sportelli di solidarietà alle vittime di racket e di usura in partenariato con l'associazione Antiracket Salento e i comuni di Lecce, Brindisi e Taranto, che prevede l'ampliamento e il potenziamento dei servizi già erogati presso gli sportelli antiracket e antiusura di Lecce e Taranto e l'attivazione ex novo di uno sportello nel comune di Brindisi. Il costo del progetto è pari a 1.862.103 euro, incrementato a 2.033.103 euro a seguito delle rimodulazioni approvate dall'autorità di gestione con decreto del 19 marzo 2013. Anche per questo progetto, il termine di conclusione delle attività progettuali è slittato al 31 marzo 2015 sulla base della proroga autorizzata dal responsabile di obiettivo previa intesa con la segreteria tecnica del PON.
  Abbiamo, ancora, l'unico progetto non di sistema, ma di carattere territoriale, che però giudichiamo particolarmente importante, con una quota dei fondi FESR per la ristrutturazione: si chiama «Lo scrigno di vetro», beneficiario è il comune di Vibo e il progetto realizza una sintesi tra l'attività di risanamento e il recupero urbano attraverso la ristrutturazione di un immobile di proprietà comunale denominato Valentianum e la realizzazione di centri di ascolto per informazione e orientamento con la successiva attivazione di uno sportello antiracket presso quest'edificio ristrutturato all'uopo. Il termine finale è il 30 giugno 2014 sulla base di una proroga autorizzata d'intesa con la segreteria tecnica del PON.
  Andando a volo d'angelo su particolari contenuti nel documento e quant'altro potrà essere ulteriormente richiesto e dettagliato: Pag. 11della criticità generale di avanzamento ho già parlato, come dell'avvicendamento dei commissari, delle convenzioni, dell'avviso per la selezione del personale, di qualche farraginosità burocratica, probabilmente anche solida, ma una notazione particolare merita il contenzioso in atto. Una parte riguarda il personale. In realtà, fondamentalmente, è soltanto quello. C’è stata una lunga fase di gestazione in sede cautelare e un'altra in sede di merito. Sintetizzerò velocemente. Nell'ambito di due progetti della FAI per la realizzazione di sportelli di legalità alle vittime di racket e usura e promozione di una rete antiracket per le regioni dell'obiettivo convergenza, nel giugno 2009 il commissario pro tempore, prefetto Giosuè Marino, aveva apprestato un avviso commissariale, pubblicato agli albi delle province delle regioni obiettivo, per la selezione di professionalità da impiegare nell'ambito di questi due progetti.
  La procedura è stata eseguita da una commissione, con rappresentanti dell'ufficio del commissario, la dottoressa qui presente ed un altro funzionario, ancora, la dottoressa Panucci in rappresentanza di Confindustria, Rosanna Montalto in rappresentanza di Confcommercio, Pasquale Busà in rappresentanza di Confesercenti e l'avvocato Grossi in rappresentanza di Coldiretti.
  La commissione ha esaminato e valutato i partecipanti, stilato le graduatorie, che hanno riguardato una serie di figure professionali secondo una circolare del Ministero del lavoro che si applica in questi casi. Le figure professionali erano coordinatore di progetto 1, coordinatore di progetto 2, responsabile di sportello, consulenti professionali, nel senso di aziendalisti, commercialisti, legali e così via, unità di supporto, quindi, lo screening della commissione.
  Il 4 gennaio 2011, viene proposto un ricorso al TAR dal Centro per i diritti del cittadino (Codici), una di quelle associazioni – le abbiamo citate prima – con intenti multidirezionali e policentrici, rispetto ad estorsione e usura. Il ricorso al TAR in sede cautelare è stato proposto non solo contro i decreti commissariali che hanno approvato le graduatorie, ma anche contro le convenzioni stipulate con i partner che avevano utilizzato i vincitori delle graduatorie. Nel 2012, Il TAR ha emesso un'ordinanza cautelare di reiezione dell'istanza di sospensione degli atti impugnati. Il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 3892 del 2012, ha respinto l'appello.
  Nel merito – ho già detto che il ricorso è del 2012 – segnalo anche la sentenza depositata il 23 gennaio 2014 con cui il TAR Lazio, sezione I ter, ha dichiarato il difetto di legittimazione dell'associazione Codici e l'irricevibilità per tardività del ricorso, accogliendo in toto le eccezioni formulate dall'amministrazione e respingendo in quanto del tutto destituita di prova, la domanda risarcitoria proposta con i motivi aggiunti.
  Va segnalato, infine, in merito alla partecipazione alla selezione delle professionalità previo avviso pubblico, che è stato presentato a dicembre 2012 un atto di citazione in giudizio dell'amministrazione con richiesta di condanna al risarcimento del danno da parte di un candidato utilmente collocato in graduatoria che non ha aderito alla proposta contrattuale formulata dalla FAI, eccependo tra l'altro l'illegittimità dell'operato dell'amministrazione. Il ricorso risulta tuttora pendente presso il tribunale civile di Roma.
  Se non c’è altro, mi fermerei qui. Non vorrei abusare del vostro tempo.

  PRESIDENTE. La ringraziamo per le preziose notizie che ci sono state offerte e che la Commissione avrà anche tempo di esaminare. Questa è la prima delle audizioni che dedicheremo a questo tema, naturalmente sentiremo anche le associazioni. Come lei sa, nelle criticità che ha citato, c’è anche un esposto alla Corte dei conti.

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Ne abbiamo notizie dalla sola stampa, anzi dall'unico giornale on line che l'ha citato.

Pag. 12

  PRESIDENTE. Registriamo il dato che esiste solo la notizia di stampa, ma gli atti ci sono. Sentiremo coloro che hanno proposto...

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Abbiamo non solo un rapporto burocratico, ma anche interpersonale e dalle telefonate intercorse dopo l'articolo, né l'autorità di gestione, né l'ufficio del Commissario, né altri uffici del Ministero dell'interno hanno avuto notizia se non dalla stampa.
  Ma al di là di tutto questo, il documento potrà essere ancora integrato. Su questo documento le rinnovo la massima disponibilità, peraltro dovuta, a questa Commissione.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Non abbiamo dubbi da questo punto di vista, ma non possiamo non farvi riferimento. Tra l'altro, disponiamo degli atti, quindi nel caso ci scambieremo le notizie.
  A me preme, innanzitutto, dall'osservazione dei dati che riguardano estorsioni e usura, rivolgerle una domanda di semplice chiarimento. Soprattutto per quanto riguarda l'usura, gli accoglimenti del 2012 sono 126, gli accoglimenti del 2013 sono 174. Chiaramente, c’è un aumento degli accoglimenti, ma c’è quasi un raddoppio dei respingimenti, dei non accoglimenti. Lei vi ha già accennato, ma è aumentata la selettività ?
  L'altro aspetto che balza immediatamente agli occhi è che si passa da 126 casi accolti, per i quali sono stanziati poco più di 9 milioni, a 174, con l'aumento neanche di un terzo, mentre c’è più che il raddoppio delle somme stanziate. Evidentemente, avete ritenuto di provvedere ad assegnazioni di somme molto superiori: ci troviamo di fronte a casi più gravi ? Cosa ha determinato una differenza così marcata e sostanziosa di stanziamento ?

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Ogni istanza ha una vicenda processuale a sé. Nell'anno 2013, sono arrivati casi particolarmente eclatanti, pesanti, sostenuti negli atti giudiziari da consulenze tecniche di ufficio particolarmente dettagliate. Si è riusciti, infatti, in quei casi a ricostruire la dazione di interessi usurari. Si trattava di antiche, storiche attività economiche, in zone d'Italia le più diverse.

  PRESIDENTE. Questo si vede dalla distribuzione nelle regioni.

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Ci hanno aiutato gli atti processuali e le valutazioni e documentazioni che ci hanno inviato: la documentazione di parte, ma fondamentalmente quello che ci è arrivato dalle prefetture sono quantificazioni effettuate sulla scorta per lo più di consulenze tecniche di ufficio disposte dal pubblico ministero.

  PRESIDENTE. Si è riferita al fatto che la stessa commissione ritiene di dover rivedere nel decreto ministeriale l'allegato che indica i reati per i quali sono previste certe misure: in questi casi non basterebbe un rinvio a giudizio ?

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Certo.

  PRESIDENTE. Forse, si potrebbe evitare di aspettare la condanna, ancorché non definitiva, per alcuni reati particolarmente gravi e particolarmente collegati a quello per il quale si diventa beneficiari di fondi.
  Conviene aspettare la successiva segnalazione di un prefetto per il responsabile di un'associazione risarcita, aspettare una condanna con la lunghezza dei procedimenti ? Quanto meno bisognerebbe chiedere che non fosse più responsabile. Per quanto ci riguarda, credo che il rinvio a giudizio sia abbastanza garantista nell'un caso e nell'altro, cioè per quanto riguarda sia il soggetto che beneficia del risarcimento Pag. 13sia l'utilizzo del denaro pubblico. Francamente, aspettare una condanna per reati così gravi è un po’ pesante.
  Le vittime di usura e di estorsione sono una cosa seria, come giustamente lei ha detto. Che inizi a loro carico un procedimento per reati così gravi e continuino a beneficiare di vantaggi non indifferenti, francamente, è un po’ una contraddizione.
  Naturalmente, la Commissione rifletterà sull'argomento, ma personalmente mi sentirei di avanzare la proposta. Basterebbe un rinvio a giudizio.

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. C’è solo un caso di rinvio a giudizio e, se non sbaglio, è la lettera e) dell'Allegato: «sia sottoposto al procedimento penale per delitti indicati nella lettera a)», quindi per 416-bis e dintorni, traffico di stupefacenti e altro, esplosivi. Il rinvio a giudizio all'epoca, nel 2007, fu quindi preso in considerazione per quelli che erano ritenuti, nella sequenza, più gravi ma non vorrei connotare di buonismo gli altri. Parliamo, infatti, della lettera b), peculato, corruzione.
  Essendoci già la previsione per quelli particolarmente più gravi, una riflessione o qualcosa in più si può fare.

  PRESIDENTE. Per venire all'aspetto che riguarda l'attività di prevenzione e l'utilizzo del PON sicurezza, siccome anche qui ci si trova di fronte a cifre non indifferenti, la prima domanda è la seguente: quante domande sono state respinte ?
  Hanno la possibilità di usufruire di questi fondi solo alcuni soggetti lì elencati, obiettivamente pochi: solo quelli hanno le caratteristiche, la forza per partecipare all'utilizzazione di quei fondi ?
  Lei fa riferimento a un ricorso di chi non aveva i requisiti per partecipare: quante sono state le domande non accolte ?

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Guardando un po’ la storia, non c’è stato un problema di non accoglimento. Sono qui con la responsabile operativa e credo che dei dettagli possano essere forniti anche dalla dottoressa Miglio.
  Nel primo paragrafo del documento depositato, ho voluto fornire nettamente la ricostruzione – a Napoli direbbero «’o fattariello» – di come sono andate le cose. Non ci sono state domande non accolte. Ci sono state, più che altro, istanze non presentate – la dottoressa Miglio, se ritiene utile, può aggiungere qualcos'altro – tant’è che lo stanziamento di oltre 37 milioni di euro è stato ridotto a poco più di 14 milioni perché non c'erano altri progetti.
  Do conto in un passaggio in atti che dal commissario pro tempore Marino fu inviata una lettera ai prefetti dei quattro capoluoghi di regione per allargare la partecipazione e per prendere dal territorio tutte le proposte possibili e un'altra alle associazioni datoriali, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Confagricoltura e Coldiretti, che invitava queste associazioni a proporre schemi progettuali tenuto conto «che esse riuniscono e rappresentano i soggetti maggiormente colpiti dalla minaccia del racket e dell'usura e costituiscono, anche per la capillare presenza di strutture operative e logistiche sul territorio, interlocutori idonei in considerazione delle esperienze maturate sul campo».
  A tale riguardo, esiste un resoconto del 2011 di un'apposita riunione svolta dall'autorità di gestione per perfezionare due progetti che riguardavano Confcommercio, per la ristrutturazione di un bene a Caserta, un immobile della camera di commercio, e un immobile confiscato a Palermo, destinato da Confesercenti a formazione e sportello. Il resoconto dà conto – scusate il bisticcio di parole – dell'iniziale resistenza di questi due partner di progetto ad accettare la rendicontazione a costi reali, come vi ho spiegato, cioè, sulla base dei documenti amministrativo-contabili delle spese effettivamente sostenute.Pag. 14
  Non vi è stato più seguito. In quella stessa seduta del 2 maggio 2012, l'allora autorità di gestione dava, invece, conto che era stata perfezionata ed era prossima all'ulteriore seguito la proposta progettuale di Confindustria.
  Nei vari report all'autorità di gestione su quest'aspetto, come troverete in nota nel documento, ci siamo detti che nel sessennio 2007-2013 la programmazione comunitaria ha richiesto la rendicontazione a costi reali; nel sessennio precedente, non sappiamo se ci fosse stata o meno, ma Confesercenti e Confcommercio avevano partecipato a quella programmazione con una misura intitolata «Diffusione della legalità per lo sviluppo del commercio» nell'ambito di una misura che era titolata «Risorse umane per la legalità», il cui progetto a favore delle due associazioni datoriali prevedeva 4 manifestazioni nazionali e 60 provinciali per un totale di 3,2 milioni di euro.
  Diamo conto soltanto di fatti. Si erano avviate due progettazioni che non hanno più avuto seguito, cernita di progetti. Un'iniziale progettualità è abortita, se posso usare malamente questo termine.

  PRESIDENTE. Date le esigenze di Aula di tutti, interrompo le mie domande e do la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
  Propongo di proseguire in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta indi riprende in seduta pubblica).

  LUISA BOSSA. Ringrazio la dottoressa Belgiorno anche a nome della mia città per l'accompagnamento alla legalità che, nel corso degli anni, ha offerto sia quando ha ricoperto un altro ruolo non meno importante di questo – allora ero sindaco – sia adesso nelle nuove vesti.
  Vorrei ricordare ai miei colleghi che la mia città è Ercolano, definita dai magistrati «laboratorio di legalità» perché 41 esponenti dei clan più feroci della provincia di Napoli sono stati denunciati per estorsione da 42 coraggiosi commercianti, grazie ai quali sono stati arrestati 250 camorristi e ora nelle loro roccaforti vivono solo donne e bambini.
  Pensate che il console tedesco di Napoli ha fatto stampare una mappa della città con il nome dei negozi che non pagano più il pizzo. È veramente molto bello. Subito dopo, è nata l'associazione antiracket grazie alla quale altri commercianti sono stati accompagnati nel cammino verso la denuncia contro nuovi estorsori.
  Faccio questa premessa perché ci ha fatto un po’ male leggere le parole del dottor Cantone, che in una recentissima intervista ha affermato che «c’è il rischio che l'antimafia sociale si trasformi in un lavoro qualsiasi, una sorta di antimafia a pagamento, magari anche ben remunerata con fondi pubblici»: davvero, dottoressa Belgiorno, esiste questo rischio di passare da una fase virtuosa del volontariato antimafia a quella di un professionismo remunerato, magari senza controllo ?
  Inoltre, il PON sicurezza finanzia circa 14 milioni e più di euro. Lei ha detto che l'indagine della Corte dei conti non è a vostra conoscenza, che l'avete appreso dai giornali e non ho dubbio che questo sia vero. Il punto, però, è un altro e mi permetta di ricordarlo: la Corte dei conti sta indagando su alcune associazioni che avrebbero ricevuto finanziamenti dal ministero con un'assegnazione che non prevedeva il bando pubblico, e quindi altre hanno denunciato quest'anomalia di assegnazione.
  Infine, procedendo anche in maniera un po’ più specifica di quanto non abbia fatto la mia presidente, nel sud sono nate più di cento associazioni antiracket e antiusura, 9 in Calabria, 22 in Campania, 22 in Puglia, 52 in Sicilia: è possibile che queste associazioni, che dovrebbero essere destinatarie di finanziamenti, non sono capaci di fare progetti ? Come mai nei finanziamenti ritrovo quasi sempre le stesse sigle ?

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  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. A parte l'aspetto istituzionale e il rispetto che mi lega alla sua storia, saluto Luisa Bossa. Ricordo la gioia di aver conosciuto, a distanza di molti anni, una realtà che lei ha saputo creare, di quello che è ormai definito il modello Ercolano. A cominciare dagli scavi di Ercolano che ingelosiscono ormai quelli di Pompei. In questa città è bello passeggiare di sera per strada, è bella la solidarietà dei commercianti, la libertà con la quale si frequenta un bar o si sta seduti davanti a una gelateria.
  Quella realtà è emersa e cresciuta grazie a una rete di collaborazione tra imprenditori e Carabinieri. Lì c’è la storia di un grande laboratorio di collaborazione tra forze dell'ordine, Carabinieri e imprenditori, da qui la nascita dell'associazione. Ho conosciuto anche questa realtà negli incontri che ho fatto. Mi piace sempre, infatti, rendermi conto di persona – certo, non si può trarre sempre un giudizio – di quello che si respira sul territorio.
  Questa è la realtà che si intende replicare con la nascita di altre associazioni. In maniera emblematica, voglio citare quella di due realtà siciliane difficili. Una è una realtà produttiva agricola molto forte come quella del ragusano, Vittoria, dove una donna ha costituito un'associazione, il sindaco che ha fornito la disponibilità di una sede. La donna è un architetto ed è la sorella di un funzionario di polizia. Le associazioni devono poi essere iscritte, valutate, e lì c’è la sensibilità della conoscenza delle sentinelle sul territorio, che sono i prefetti. Ecco perché a loro ho voluto rinnovare la richiesta di darci tutti una mossa in più anche per consentirci di controllare meglio. Un'altra è l'associazione di Ragusa.
  Ma quella che, però, mi ha colpito positivamente di più, per la coralità con la quale è nata nel paese di Matteo Messina Denaro, Castelvetrano, è l'associazione di cui fa parte questa donna che ha denunciato la sorella e i cugini di Matteo Messina Denaro, l'amministratrice di una clinica privata che partecipa attivamente all'associazione, presieduta da un altro straordinario operatore trapanese.
  L'associazione è stata presentata nell'aula magna della scuola il cui preside è un «omone» ma con un nome delicato – mi pare si chiami Fiordaliso – e dirige, appunto, la scuola frequentata dalla figlia di Matteo Messina Denaro. Ricordo che sono entrata e c'erano i manifesti di Peppino Impastato e i disegni degli altri ragazzi: il preside mi ha poi raccontato che lei si fa venire dei malori quando ci sono queste iniziative di legalità e non partecipa.
  Non si tratta dell'associazione in quanto tale, di piantare una bandierina. Se le realtà da cui nascono sono queste, ben vengano. Lì la gente fa squadra. Seguendo l'esempio del comune di Ercolano, Castelvetrano, a sua volta in difficoltà economica come tanti comuni, come già Vittoria prima, sospende o esenta dal pagamento dei tributi locali gli imprenditori che denunciano !
  In quelle realtà, ben vengano le associazioni. Ben vengano, ovviamente controllate e iscritte. Io non sono dell'idea che più ce ne sono e meglio è. Quanto poi alla intervista richiamata dalla presidente, ho troppa stima per la professionalità, la competenza e la profondità di un magistrato con la storia di Cantone per entrare nel merito. Anche se ho un mio giudizio.
  Ho conosciuto realtà come quelle che vi ho citato o anche l'associazione degli imprenditori di Vieste, massacrati da una serie di incendi negli anni precedenti da quella che non è ancora considerata mafia, perché a Foggia non c’è ancora, c’è solo una sentenza definitiva per 416-bis. Al processo per gli imprenditori di Vieste non è stata riconosciuta l'aggravante dell'articolo 7, quindi abbiamo realtà sulle quali dobbiamo ancora lavorare.
  Se al lavoro in rete di questa squadra dello Stato uniamo persone sane, serie, di buona volontà, ben vengano. Partirà la nuova programmazione e non so cosa farà l'autorità di gestione, cosa prevede. Sono arrivata e ho trovato già lì – meno male – la dottoressa Miglio come responsabile Pag. 16dell'obiettivo operativo, che del PON mi ha spiegato e messo al corrente. Ovviamente, il compito non è assegnato al commissario in quanto tale, ma all'ufficio del commissario, ma lei è un mio dirigente, un mio funzionario. È l'ufficio che ne risponde. È, quindi, un iter che seguo. Non posso non seguirlo.
  Per ogni progetto, troverete nel documento presentato anche le iniziative intraprese a Palermo, a Barcellona Pozzo di Gotto, a Vieste, a Napoli, a Siracusa e in altri luoghi. Siamo andati anche in un paese sperduto in provincia di Enna, Troina, dove dopo tanti anni si è costituita un'associazione antiracket.
  Il prefetto e le forze di polizia stanno lavorando sul territorio anche nell'agrigentino, una realtà terribile. Ovviamente, sono in collegamento con i miei colleghi prefetti in sede e non è soltanto un rapporto epistolare, ma telefonico, quotidiano con alcuni, specialmente quelli che hanno bisogno di essere sentiti, forse, qualche volta in più.
  Quest'anno e mezzo mi sembra molto di più di quello effettivamente trascorso: guardandoci indietro, vediamo tante delle storie che abbiamo esaminato, tante situazioni, anche quelle della realtà calabra, un'altra delle difficoltà del nostro Mezzogiorno. Dove imprenditori e operatori economici fiorenti, con un tenore di vita agiata, con i figli all'università inviano istanze alle quali sono allegate le dichiarazioni dei parroci che testimoniano come dall'attività fiorente sono passati a ritirare mensilmente il pacco alimentare e non possono più mandare i figli all'università.
  Sono storie di una realtà dove comunque si denuncia, nonostante tutto. Non c’è un associazionismo diffuso in Calabria, ci si deve ancora lavorare. Ecco perché faremo – lo anticipo alla Commissione ed è anticipato nel documento – il 28 maggio a Reggio, voluta molto dal procuratore Cafiero de Raho e dal prefetto di Reggio nell'ambito di una di queste misure del PON, una formazione integrata regionale.
  A Napoli l'abbiamo avviata perché veniva dal modello Ercolano, l'abbiamo iniziata come sperimentale: mettere insieme Polizia, Carabinieri, Finanza, DIA, associazioni antiracket e, in Calabria, anche referenti delle prefetture, i miei giovani colleghi, perché in rete vediamo cos'altro possiamo mettere in campo, con gli strumenti a disposizione, cosa cambiare e migliorare o affinare nel rapporto reciproco ! Il nostro è un servizio al cittadino, in questo caso a cittadini più vulnerabili, le vittime.

  PRESIDENTE. Ritengo che anche l'associazionismo antimafia abbia bisogno di professionalità e come tale non mi scandalizzo se queste ricevono il giusto compenso per l'attività che svolgono. Non credo, infatti, che si possa pensare di mandare avanti organizzazioni, soprattutto quelle che hanno una diramazione su tutto il territorio, senza poter contare su una disponibilità a tempo pieno di persone che vi ci si dedicano, che lavorano.
  È evidente che, in questo senso, dobbiamo anche fare un'operazione che definirei di sano realismo. Se la professionalità diventa professionismo e un modo per dare lavoro a un ceto dirigenziale, evidentemente i discorsi cambiano. Non possiamo permettercelo in nessun settore, men che meno in questo, chiaramente.
  Da quanto ci ha detto, abbiamo capito che con la presentazione dei progetti si prevede un finanziamento, concretamente e materialmente erogato alla presentazione della certificazione delle spese sostenute con i rimborsi: c’è anche una valutazione sulla qualità delle attività svolte ?
  Anch'io sono veramente convinta che, se accanto all'attività di repressione e di risarcimento non ne accompagniamo una di prevenzione e mobilitazione, sarà molto complicato sconfiggere i poteri mafiosi. Oggi, il Presidente del Consiglio giustamente ha detto che è criminale non spendere i fondi europei al sud: tra questi, è ancora più criminale non spendere quelli che dovrebbero assicurare la prevenzione della criminalità organizzata.
  Se è stato addirittura ridotto il PON sicurezza per mancanza di progetti, un Pag. 17altro lavoro da fare è quello di irrobustire le gambe di quest'antimafia civile, di quest'associazionismo, perché sia in grado di presentare progetti, magari aiutando, come del resto quelli che li hanno presentati, a mettersi in rete. Mi pare evidente che tutte, a parte il comune di Vibo, sono in qualche modo associazioni di associazioni.
  È un mondo molto variegato, presente in varie realtà del territorio. Così come si diffonde la mafia ovunque, per fortuna ovunque si sta diffondendo anche quest'associazionismo. Forse è giusta una maggiore informazione e maggiore formazione di questi soggetti perché possano essere in grado di presentare progetti e spendere tutti i fondi a disposizione.
  È anche importante che siano spesi bene e che si facciano lavori di qualità. Vorrei capire meglio il rapporto tra la sua funzione, quella della commissione e quella che lei chiama l'autorità di gestione. Il controllo, la verifica, anche lungo il percorso, è solo quella della certificazione delle spese sostenute o anche quella della qualità del lavoro svolto ? Chi lo svolge ? Quanto conta nell'eventuale possibilità che chi ha usufruito di questi fondi in questi anni possa essere titolato a usufruirne ancora ?
  Abbiamo già detto dell'aspetto giudiziario, ma credo che anche proprio la qualità del lavoro sia un aspetto importante perché. Il fatto che non ci sia concorrenza, al punto che si spende meno di quanto si è stanziato, potrebbe diventare uno strumento per abbassare la qualità. Credo che su quest'aspetto dovremmo puntare a una qualificazione sempre maggiore.

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Avrei una notazione telegrafica su questi temi in cui mi sono imbattuta, su cui ho fatto una full immersion da ottobre 2012. I fondi di solidarietà sono una cosa: il commissario è presidente del comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione dell'usura; è il Comitato che delibera sull'erogazione o meno dei fondi, sulle famose integrazioni istruttorie, le richieste di ulteriori notizie. È l'organo deliberativo.
  Solo dopo la deliberazione del Comitato il commissario può adottare un decreto concessorio o denegatorio.

  PRESIDENTE. I ricorsi non sono ammessi, vero ?

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Certo.

  PRESIDENTE. Di fronte al respingimento di una domanda...

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Assolutamente sì. Tra l'altro, è invalsa, non formalizzata – evitiamo sempre di arrivare al ricorso – la prassi della richiesta di riesame, una figura giuridicamente non prevista. Per andare, però, incontro alle vittime, le riesaminiamo sempre.
  Quanto al PON e alla qualità delle iniziative, mi piace ricordare un fatto. L'ex sindaco Bossa ha fatto riferimento alla cartina dei tedeschi. Uno dei progetti finanziati dal PON sicurezza è quello del consumo critico: un articolo del Times, che si è accorto che in Italia c'era l'elenco degli 800 imprenditori palermitani – pizzo-free in quel momento, adesso sono aumentati – stilato da Addiopizzo e che a Napoli c'era stata la presentazione dei mille nelle quattro regioni, ha definito quelle le pagine gialle del turismo antimafia e che una sorta di percorso della legalità con cui invitava a visitare il nostro Mezzogiorno.
  Questo «stranissimo» ambasciatore, nel senso buono del termine, che non ha nulla dell'inamidato diplomatico, ha contattato le due associazioni, FAI e Addiopizzo, dicendo loro che voleva tradurlo in inglese, che si faceva carico delle spese per la traduzione e che voleva presentarlo in residenza.
  L'ambasciatore ha, poi, effettivamente presentato in residenza la pubblicazione dei mille operatori antiracket, con una prefazione in inglese del Ministro dell'interno Pag. 18e dell'ambasciatore stesso. È importante sottolineare come abbia capito, prima ancora di tanti nostri rappresentanti istituzionali, che questa è l'antimafia del turismo e che si può invitare a investire attraverso le vacanze e gli acquisti in quelle zone.
  Secondo l'ambasciatore, si tratta di una grande realtà, oltre la già collaudata la collaborazione tra Italia e Regno Unito. Questo è il modello italiano di contrasto alla criminalità organizzata, che annovera sicuramente il grande impegno delle forze dell'ordine e della magistratura, la cultura della legalità, per creare il mercato legale, la responsabilità sociale delle comunità. Nessuno deve delegare. Ognuno deve fare il suo. Anche un acquisto deve essere responsabile. Sembra una banalità, ma non lo è. In certe realtà, anche questo significa sostenere l'economia sana.
  Spesso, infatti, a seguito della denuncia, le banche immediatamente chiudono i rubinetti dei fidi, al tempo stesso l'imprenditore in zone calde registra la desertificazione dell'esercizio.
  Al riguardo, voglio ricordare, in un'altra realtà come Palermo, la grande sensibilità istituzionale e umana del rettore dell'università: uno degli imprenditori che aveva denunciato insisteva nell'area della cittadella universitaria e lui ha mandato una lettera circolare agli studenti, ai professori e al personale dell'università invitandoli a scegliere per gli acquisti o per mangiare un panino a scegliere gli imprenditori del circondario che avevano denunciato. Questo vuol dire fare impegno di qualità. Anche questo rientra nei progetti del PON.

  PRESIDENTE. Sono tutte cose belle, ma il signor prefetto non ha risposto alla domanda. Capisco perfettamente, ha una sua dimensione che apprezziamo molto, ma...

  ANDREA VECCHIO. È esattamente l'opposto del tema tedesco e della catena di negozi, che si chiamano «la mafia». Di questo dobbiamo anche parlare. Scusate l'interruzione.

  PRESIDENTE. Parleremo anche di questo. Vorrei capire se, al di là delle emblematiche e straordinarie iniziative portate avanti, esista un controllo di qualità sui progetti e sul loro svolgimento oltre alla valutazione delle ricevute. Voglio capire se esista un organismo che presiede anche alla verifica del raggiungimento degli obiettivi che i progettisti si sono posti.

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Sono previsti gli indicatori di risultato richiesti dall'autorità di gestione. Mi chiedeva cosa sia l'autorità di gestione. L'autorità di gestione è il responsabile della gestione e attuazione del PON ed è nominata con decreto del Ministro dell'interno. Fino a poco tempo fa, era un prefetto che svolgeva esclusivamente questa attività. Adesso è passato a fare altro, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, un ruolo importante, e la gestione è sta affidata pro-tempore all'altro prefetto.
  Ovviamente, c’è una segreteria tecnica. Fino a qualche anno fa, l'incarico era esercitato in costanza di altre funzioni istituzionali all'interno del dipartimento della pubblica sicurezza. Questa volta, all'interno del dipartimento della pubblica sicurezza, dopo fatti positivamente chiusi in sede giudiziaria, il Ministro ha deciso di individuare con decreto un prefetto a cui conferire i poteri di autorità di gestione del PON, ovviamente sostenuto da una segreteria tecnica e da un apparato ministeriale, quindi con esclusività. Nell'imminenza della vacanza determinatasi, le funzioni di autorità di gestione – come dicevo – sono state affidate pro tempore ad altro prefetto.

  PRESIDENTE. Posso dire che ci sentiremmo più rassicurati se anche quello fosse un organismo collegiale ?

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Lo è. Vediamo gli altri organi collegiali, che a memoria non ricordo, ma mi affianca la dottoressa Miglio.

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  LETIZIA MIGLIO, capo dell'ufficio studi dell'ufficio del Commissario. Vari organismi sono stati costituiti nel momento in cui è partita la programmazione, come prevede il regolamento CE n. 1083 del 2006: prima di tutto, il comitato di sorveglianza, previsto appunto dal regolamento comunitario, composto dall'autorità di gestione, dagli altri ministeri e dalle altre amministrazioni statali.
  Un'altra serie di organismi è prevista dalla normativa comunitaria, tra cui il comitato di valutazione, preposto alla valutazione dei progetti sottoposti all'autorità di gestione per il tramite della segreteria tecnica PON previa valutazione della rispondenza dei progetti stessi a tutti i criteri, veramente notevoli e difficili, tant’è che i progetti vengono elaborati dall'ufficio, studiati, sottoposti a una serie di approfondimenti, valutazioni e rielaborazioni prima di arrivare al comitato di valutazione.
  Esso è presieduto dall'autorità di gestione, come ha detto il commissario, e composto non soltanto dai vari responsabili di obiettivo operativo, che quindi si occupano del raggiungimento di quello specifico obiettivo nell'ambito dello specifico programma. L'autorità di gestione, nel momento in cui è partito il PON, ha provveduto a costituire tutti i vari organismi che hanno operato. Naturalmente, ci sono le verifiche sui singoli progetti.

  PRESIDENTE. Vi chiediamo una scheda e, se non è troppo, sarebbe per noi anche interessante vedere, per esempio, a campione un progetto, l'iter di tutto, presentazione, valutazione e così via. Questa Commissione vorrebbe accendere una luce, non consentire che si allunghino ombre su questo che per noi è uno degli elementi di forza della lotta alla mafia. Questo è il nostro obiettivo. Si fugano i dubbi soltanto con la conoscenza e la trasparenza, a mio avviso, non in altro modo.

  ANDREA VECCHIO. Anzitutto, mi scuso per essere arrivato in ritardo, e quindi di non aver ascoltato dall'inizio la sua esposizione. Le rivolgerò, quindi, delle domande un po’ a caso, spigolando.
  Ha parlato diverse volte della somma di 70 mila euro destinata alla gestione del microcredito, dell'accompagnamento all'assistenza nel territorio: mi sembra una cifra ridicola per questo Paese. Sarebbe meglio niente. Così non c’è. Finanziarla con 70.000 euro sinceramente mi offende.
  Inoltre, lei presiede il comitato che delibera sui fondi da destinare alle imprese che hanno subìto danni dal racket delle estorsioni. È chiaro questo ?

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Lo faccio tutti i giorni.

  ANDREA VECCHIO. Le sue delibere passano alla CONSAP: vorrei capire meglio cos’è. Secondo me, è un organismo troppo burocratizzato, troppo sclerotizzato e che funziona malissimo. Glielo dico con cognizione di causa. Prima di questa vita, ne facevo un'altra, da imprenditore. Nella vita precedente, ho subìto decine di attentati e di tentativi di estorsione: non mi sono piegato neanche una volta.
  Sono stato gratificato dai rimborsi del comitato che adesso lei presiede mi pare a partire dal 2013 perché non conoscevo, se non ricordo male, questa legge del 1999. Me l'ha fatta conoscere il prefetto Cancellieri, che in quel momento era prefetto a Catania e che mi ha tanto assistito. Da quel momento, la mia impresa ha avuto diversi rimborsi per decine di migliaia di euro perché per milioni di euro sono stati i danni che la nostra azienda ha subìto.
  Dal momento della delibera del Comitato, presieduto nel tempo da diversi progetti – lei ha citato Giosuè Marino – a quello in cui la CONSAP erogava passavano mesi, anni.
  Inoltre, la CONSAP era assolutamente impenetrabile, non permetteva al diretto interessato di avere delle informazioni sul processo, sul motivo del ritardo. Sono andato personalmente diverse volte a Roma in via Nazionale, dove mi pare sia la sede della CONSAP, e a stento mi hanno Pag. 20ricevuto. Mi hanno lasciato in anticamera, come se fossi un appestato. Ora, questo comportamento da parte di chi dirige organismi dello Stato fa pensare male.
  Non mi sono mai avvicinato a un'associazione antiracket malgrado sia stato tante volte sollecitato ad avvicinarmici. Diffido da queste associazioni antiracket o, almeno, da tutte quelle che conosco nel mio territorio, la provincia di Catania. Per la maggior parte, sono presiedute, dirette ed egemonizzate da quei professionisti dell'antimafia che sono dei parolai e dell'antimafia fanno un discorso di facciata e non di effettiva partecipazione.
  Avrei desiderato nascere a Ercolano, di cui conosco la realtà, come conosco Luisa Bossa. Mi avrebbe fatto piacere, ma purtroppo sono nato in questa meravigliosa e amara terra che è la Sicilia. Un siciliano, a cospetto di una cortesia, un'elargizione che deve ricevere insieme a un suo simile, risponde: «Cavatemi un occhio piuttosto che darmi questa cosa».

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Le rispondo velocemente. Mi turba quanto dice sui 70 mila euro. Vengo da una realtà, quella napoletana e sannita, caratterizzata proprio dalla creatività e dall'industriarsi anche con poco. Questa non è una gentile concessione dall'alto.
  Quello è un capitolo al quale lo Stato non ha mai assicurato un finanziamento stabile. Parliamo del fondo di prevenzione dell'usura, finanziato soltanto per un triennio dal 1999, quello successivo con una finanziaria, dopodiché ha avuto un andamento schizoide. Va ringraziata solo la «benevolenza istituzionale» dei commissari che mi hanno preceduto, come Giosuè Marino da lei citato, prima una dazione di 70 mila euro nel 2007, un'altra nel 2009, un'altra ancora nel 2012, una in corso. Si tratta di importi del fondo antiracket che si trasferiscono al fondo di prevenzione dell'usura.
  Al momento, si è inserito nel nostro orizzonte fare solidarietà innanzitutto con la prevenzione, e, al momento, questo è quello che si può fare. Se non se ne interessasse il Ministero dell'interno attraverso le cicliche, periodiche proposte, che anche negli anni scorsi i commissari prima di me hanno avanzato al Ministro pro tempore, quel fondo potrebbe essere fatto alla memoria. Non sono d'accordo con lei: 70 mila euro possono servire.
  Di quella cifra, il 30 per cento, per esempio, che va ad associazioni e fondazioni antiracket, per tante famiglie che hanno piccoli crediti da accendere e che non possono farlo, è importante avere una garanzia da parte, ad esempio, del prete della parrocchia che aderisce a quell'associazione. Con poco si arriva all'accesso al credito. Anche una visita medica, un'improvvisa malattia apre la possibilità di situazioni di difficoltà o la mancanza di merito bancario impedisce di accedere a piccoli prestiti.
  Ben venga, allora, tutta la rete di persone di buona volontà che possono farlo. Abbiamo proposto anche quest'anno 70 mila euro in quest'ottica e speriamo che vadano in porto: meglio quelli che niente. Lei dice che è meglio niente che 70 mila euro: mi scusi, ma non sono d'accordo con lei.

  ANDREA VECCHIO. (Intervento fuori microfono).

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Anch'io vorrei di più. Attualmente, c’è questo. Il problema non sarebbe dare di più trasferendolo ogni anno, ma stabilizzare questo fondo. Queste attività non possono essere svolte in maniera episodica. Le difficoltà economiche, la congiuntura critica non sono di breve periodo. Ben venga tutto quello che può sostenere le difficoltà di famiglie e piccole imprese e questa è una di quelle iniziative utili. Pag. 21
  Le deliberazioni non vanno a CONSAP: il comitato delibera, in caso, favorevolmente un beneficio, che tengo a sottolineare, come afferma la giurisprudenza, che non è né un rimborso né un risarcimento, ma un ristoro sulla base di quanto è provato. Non c’è un rapporto grazioso.
  A seguito della delibera, viene emanato un decreto, ma non è automatico. Se è un mutuo, deve arrivare al comitato il piano della vittima che è stata destinataria di questo provvedimento concessorio. Spesso questi piani decennali di ammortamento e restituzione, nonostante le prefetture li sollecitino, arrivano in ritardo e più tardi arriva il piano di ammortamento, più tardi il piano viene approvato in comitato. Una volta data l'approvazione, firmo il decreto concessorio, che invio alla prefettura e a CONSAP insieme. Ognuno, infatti, sa dell'altro e si attivano per la successiva stipula del mutuo. La convenzione che il Ministero ha con CONSAP stabilisce modalità per quest'erogazione.
  Il rapporto con l'interessato, per CONSAP, non è previsto perché il contraddittore di CONSAP, il corrispondente, è la prefettura, l'ufficiale rogante che dovrà definire in quel caso il mutuo. Nel caso di estorsione, il decreto del commissario, a seguito di delibera, va a CONSAP, ma non prima di aver ricevuto dal beneficiario, dalla vittima che è stata ristorata, la dichiarazione di non aver ricevuto altre provvidenze da assicurazioni e di impegnarsi a impiegarla in attività economiche entro dodici mesi.
  CONSAP è per legge la concessionaria e gestisce il fondo di rotazione. Questa concessione ex lege di gestire il fondo di rotazione, questa previsione è accompagnata da una convenzione che regola il rapporto tra CONSAP concessionaria e Ministero dell'interno.
  A onor del vero, non voglio emettere giudizi su nessuno, ma devo dire che da CONSAP ho trovato la massima disponibilità. Ho costretto, nel senso buono del termine, in pieno agosto CONSAP a mandare uno dei suoi incaricati giù in Calabria e il prefetto a mettere a disposizione l'ufficiale erogante per poter immediatamente stipulare il contratto di mutuo.
  Si trattava di corrispondere, immediatamente dopo Ferragosto, i fondi dovuti alle vittime. Ho trovato, quindi, massima disponibilità e grande collaborazione in sede di comitato, in cui il rappresentante di CONSAP siede senza diritto di voto. Ho trovato sinora anche nella struttura centrale, nel direttore generale, nei vertici, la massima disponibilità. Non penso di essere stata fortunata, ma che ciò sia fisiologico. Lo testimonio con grande rispetto per CONSAP.

  ANDREA VECCHIO. Naturalmente, parlavo di ciò di cui sono certo, di cui ho conoscenza perfetta. Nel mio, nel nostro caso, i rimborsi sono stati dovuti a danneggiamenti di beni mobili. La pratica che la prefettura ha inviato al comitato era completa di tutte le dichiarazioni delle fatture, dei preventivi, delle fotografie, della dichiarazione di non avere ricevuto altri rimborsi da parte di assicurazioni.
  In un caso, avevamo ricevuto il rimborso e lo abbiamo detratto, quindi la nostra pratica era completa sotto ogni aspetto. Non era necessaria nessuna convenzione. Si è trattato solo del tempo tecnico da quando il comitato ha deliberato a quando CONSAP ha elargito.

  ELISABETTA BELGIORNO, Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Voglio aggiungere un'ultima cosa. Ho sbagliato dall'inizio e non perché mi sia riconvertita alle sue garbate rimostranze. È un mio errore di citazione: non sono 70.000, ma 70 milioni quelli trasferiti. È un errore che ho commesso sin dall'inizio sul trasferimento della quota riconosciuta nel 2007 e già nel 2009, 70 milioni e 70 milioni. Altri 70 sono stati erogati con decreto del Ministro di concerto quanto al 2012. Voglio fare un'errata Pag. 22corrige ed è in corso; con questo raccogliendo il sorriso del mio dirimpettaio...
  Sulla cifra di 70.000, effettivamente, mi scuso ancora perché aveva assolutamente ragione. Sono 70 milioni tratti dal fondo di rotazione.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il commissario e tutti i suoi collaboratori, in particolare la dottoressa Miglio, e dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni della Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza ha convenuto di designare il dottor Antonio Ardituro, sostituto procuratore presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, quale consulente a tempo parziale della Commissione.

  La seduta termina alle 16.20.