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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 32 di Giovedì 15 maggio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Taucer Ugo , capo di gabinetto della prefettura di Milano ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Mirabelli Franco  ... 19 
Sarti Giulia (M5S)  ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Bossa Luisa (PD)  ... 19 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 20 
Mattiello Davide (PD)  ... 20 
Ricchiuti Lucrezia  ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 21 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 21 
Bindi Rosy , Presidente ... 21 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 21 
Taucer Ugo , capo di gabinetto della prefettura di Milano ... 21 
Sarti Giulia (M5S)  ... 22 
Taucer Ugo , capo di gabinetto della prefettura di Milano ... 22 
Sarti Giulia (M5S)  ... 23 
Taucer Ugo , capo di gabinetto della prefettura di Milano ... 23 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sarti Giulia (M5S)  ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Carboni Luigi  ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Tronca Francesco Paolo , prefetto di Milano ... 25 
Carboni Luigi , assistente amministrativo della prefettura di Milano ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Carboni Luigi , assistente amministrativo della prefettura di Milano ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Taucer Ugo , capo di gabinetto della prefettura di Milano ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Taucer Ugo , capo di gabinetto della prefettura di Milano ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Taucer Ugo , capo di gabinetto della prefettura di Milano ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Carboni Luigi , assistente amministrativo della prefettura di Milano ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 27

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca.
  L'audizione odierna, resasi opportuna alla luce delle recenti cronache giudiziarie e dall'audizione di lunedì 12 maggio del Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, ha ad oggetto un aggiornamento in merito alle procedure per la realizzazione delle opere e degli interventi connessi allo svolgimento di Expo Milano 2015 e della terza edizione delle linee guida per i relativi controlli antimafia.
  La Commissione naturalmente ha chiesto al prefetto di illustrare il contenuto delle linee guida, la realizzazione della piattaforma SIPREX, di cui oggi avremo anche una dimostrazione pratica di funzionamento, e, per quanto di conoscenza, la ricostruzione delle vicende relative all'appalto per la predisposizione della banca dati, che avrebbero determinato rallentamenti nel completamento di un progetto che siamo certi sarebbe stato molto utile, anche per evitare gli incidenti ben noti.
  Ricordo, come di consueto, che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che di essa sarà redatto un resoconto stenografico. Ove necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta, anche perché abbiamo chiesto al prefetto informazioni circa i controlli svolti su alcune aziende e le valutazioni effettuate ai fini delle interdittive antimafia sui relativi accertamenti. Ci riferiamo a Maltauro S.p.A., Ingeco S.r.l., Consorzio Stabile Litta, Tubosider S.p.A., Ecoltecnica S.r.l., Impresa costruzioni Mantovani, Ventura S.p.A., IPB S.r.l., CMC di Ravenna e altre. Ringrazio il prefetto per la sua presenza e, insieme a lui, i suoi collaboratori. Do la parola al prefetto per lo svolgimento della sua relazione.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Ringrazio lei presidente e tutti i signori parlamentari. Io inizio ad illustrare la linea della mia risposta ai quesiti che mi ha formulato questa onorevole Commissione, seguendo una relazione, che mi consentirà di essere puntuale su ogni passaggio che ho ritenuto di effettuare per sottolineare la peculiarità di alcune nostre azioni. Le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto la società Expo 2015, nell'ambito di una più ampia inchiesta sugli appalti pubblici in Lombardia, impongono di svolgere alcune considerazioni, sia di carattere generale sia di dettaglio, in merito all'attività che la prefettura di Milano ha svolto e svolge in relazione alle opere che interessano il sito Pag. 4espositivo di Expo Milano 2015 e alle realizzazioni ad esso connesse. Tutto ciò, beninteso, non con finalità agiografiche, bensì allo scopo di contestualizzare le circostanze, le attività svolte e i fatti riportati. Per tale finalità, appare preliminarmente importante precisare che l'azione della prefettura di Milano, in virtù della competenza speciale attribuitale in materia di controllo antimafia sulle opere Expo, si colloca su un piano meramente amministrativo, finalizzato alla prevenzione e all'individuazione dei tentativi di infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici. Allo scopo di perseguire tale finalità, la prefettura di Milano si avvale della DIA, che riveste un ruolo preminente, del Gruppo interforze centrale per l'Expo (GICEX) e delle altre forze di polizia territoriali, al fine di acquisire informazioni, svolgere accertamenti e compiere attività di accesso ai cantieri, nonché, se necessario, alle sedi delle aziende, con funzioni esclusivamente info-investigative e non certo con valenza e poteri di indagine penale, che afferiscono all'esclusiva competenza e alle attribuzioni dell'autorità giudiziaria.
  Infatti, il potere di accertamento del prefetto inerente il tentativo di infiltrazione mafiosa, in quanto più di matrice sociologica e di contesto che giuridica, si presenta estremamente sfumato e differenziato rispetto all'accertamento operato dal giudice penale. Sicché, la norma non richiede che ci si trovi al cospetto di una impresa criminale, né si richiede la prova dell'intervenuta occupazione mafiosa, né si presuppone l'accertamento di responsabilità penali in capo ai titolari dell'impresa sospettata, essendo sufficiente che dalle informazioni acquisite tramite gli organi di polizia si desuma un quadro indiziario che, complessivamente inteso ma comunque plausibile, sia sintomatico del pericolo di un qualsivoglia collegamento effettivo tra l'impresa e la criminalità organizzata. A tale ultimo proposito, anche alla luce delle nuove e più moderne frontiere criminali che afferiscono anche a fenomeni corruttivi diffusi, non sempre riconducibili a contesti di criminalità mafiosa, sarebbe utile una riflessione degli organi parlamentari sulla possibilità di ampliare il raggio di azione dei prefetti, il che potrebbe risultare particolarmente utile soprattutto al prefetto di Milano nel contesto delle opere Expo, anche al di fuori del perimetro tracciato dal codice antimafia. Un'iniziativa legislativa in questo senso potrebbe conferire al prefetto maggiori poteri di accertamento e inibitori, anche relativamente a quegli ambiti criminali che oggi possono essere combattuti unicamente sotto il profilo della prevenzione in via giudiziaria, come, ad esempio, la corruzione e la turbativa delle gare pubbliche, e che non consentono di intervenire sul piano della prevenzione amministrativa, se non sono riconducibili a contesti conclamati di criminalità organizzata. Oggi tale possibilità è preclusa dalla normativa vigente, ma i tempi e le circostanze forse meritano una riflessione sull'opportunità di ampliare l'ambito di applicazione del potere interdittivo del prefetto anche a contesti di criminalità ordinaria, sia pure con una sapiente rimodulazione dell'istituto.
  Ora parliamo dell'Esposizione universale. Come è noto, la normativa dettata dal grande evento Expo 2015 rappresenta un momento di sintesi di un'azione che negli ultimi anni è andata sempre più intensificandosi, con l'obiettivo di elevare la capacità dello Stato di prevenire e contrastare il fenomeno mafioso e l'infiltrazione criminale nei pubblici appalti. La logica perseguita è quella di combattere le associazioni mafiose su più fronti, con un'efficace aggressione dei loro interessi economici, impedendo concretamente alle ditte colluse e infiltrate di poter accedere a fondi pubblici attraverso l'affidamento di lavori, servizi e forniture.
  Il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle Grandi opere (CCASGO), istituito presso il Ministero dell'interno, costituisce il vertice di una rete di monitoraggio delle opere pubbliche composta da amministrazioni statali, uffici giudiziari ed enti locali, che vede i suoi terminali territoriali nei prefetti, i quali si Pag. 5avvalgono a loro volta di appositi gruppi interforze per le attività operative e di analisi.
  Al prefetto della provincia di Milano, in forza dell'articolo 3-quinquies del decreto-legge n. 135 del 2009, è stato affidato, in particolare per quanto concerne l'Expo, il coordinamento delle attività finalizzate alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici, nonché nell'erogazione e concessione di provvidenze pubbliche. Per queste attività il prefetto è supportato dalla sezione specializzata del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza, istituita presso la prefettura di Milano, e dal Gruppo interforze per l'Expo di cui ho parlato prima, che è un organismo info-investigativo, costituito a livello centrale presso il dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno. Occorre peraltro evidenziare che, a fronte dell'istituzione della sezione specializzata del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza presso la prefettura di Milano, avvenuta con decreto del Ministro dell'interno del 23 dicembre 2009, il relativo ufficio di supporto è stato istituito il successivo 7 novembre 2011, con provvedimento del prefetto di Milano pro tempore, mentre l'istituzione del Gruppo ispettivo antimafia risale al 18 gennaio 2012 e la sua integrazione con il Gruppo interforze centrale per l'Expo risale al 7 giugno 2012, sempre con rispettivi provvedimenti del prefetto di Milano pro tempore.
  Le linee guida per i controlli antimafia indicati dal Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza, di cui all'articolo 3-quinquies del decreto-legge n. 135 di cui ho parlato prima, concernente «Disposizioni per garantire la trasparenza e la libera concorrenza nella realizzazione delle opere Expo», sono state pubblicate in Gazzetta ufficiale il 19 aprile 2011, mentre il protocollo di legalità tra la prefettura di Milano e la società Expo 2015 è stato siglato il 13 febbraio 2012.
  Ora parliamo delle soluzioni metodologiche attivate: il controllo speditivo e la seconda edizione delle linee guida per i controlli antimafia sull'Expo.
  Dalla scarna e riassuntiva cronologia sopra riportata emerge con chiarezza che, almeno nelle prime fasi, la creazione dei presupposti giuridici e degli strumenti concreti per lo svolgimento di controlli mirati, specifici e rafforzati, in relazione al sito espositivo e alle opere connesse, ha dovuto più inseguire che gestire gli eventi.
  L'attività di controllo, secondo i canoni e con gli strumenti conseguenti agli atti e ai provvedimenti sopra richiamati, è stata, quindi, avviata a lavori iniziati e si è confrontata con una mole di procedimenti che nell'agosto del 2013 vedeva in istruttoria il 63 per cento delle pratiche e una definizione del procedimento soltanto nel 35 per cento dei casi, spesso a distanza di ben oltre un anno dall'avvio.
  Ciò determinava, di fatto, in conseguenza della previsione normativa del Codice antimafia che consente la stipula del contratto una volta decorso invano il termine ordinario di 45 giorni, ovvero 15 giorni in casi d'urgenza, l'ingresso delle imprese nei cantieri senza che vi fosse in molti casi un primo vaglio di controllo ai fini antimafia, sia pure speditivo.
  L'estremo dettaglio e la pervasività dei controlli previsti dalla normativa vigente e dalle direttive specificamente emanate per rafforzare i controlli sull'Expo Milano 2015 avevano, quindi, trovato un'applicazione puntuale ma non pienamente funzionale allo specifico contesto.
  Il numero delle imprese operanti, l'ampiezza del novero delle verifiche previste e l'inevitabile scarsità delle risorse potevano comportare il rischio di non coniugare al meglio l'esigenza di garantire un controllo rafforzato ed efficiente, come dice la norma, su Expo Milano 2015 e sul suo contesto, con i tempi stretti di realizzazione delle opere.
  Sono state, pertanto, attivate soluzioni metodologiche procedurali d'avanguardia e fortemente innovative. Di concerto con la DIA, con le forze di polizia e con il GICEX, anche di seguito agli indirizzi Pag. 6espressi dalla sezione specializzata del CCASGO, istituita presso la prefettura di Milano e presieduta dallo scrivente, si è proceduto ad adottare per i controlli antimafia sulle opere Expo la modalità cosiddetta «speditiva» di rilascio delle informazioni antimafia, divenuta pienamente operativa sin dallo scorso mese di ottobre 2013, e poi consacrata nel testo della seconda edizione delle linee guida, approvata dal CCASGO il 20 novembre 2013, nell'ottica di un generale reindirizzamento delle modalità procedurali, finalizzato all'emissione della liberatoria provvisoria e alla definizione veloce delle pratiche in corso.
  Tale modalità, inizialmente espressa dalla sezione specializzata nella seduta del 2 ottobre e approvata dal CCASGO l'8 ottobre, ha previsto, sin dalla prima fase dell'esercizio dell'attività di controllo e in via anticipata rispetto alla formale approvazione delle seconde linee guida, la consultazione del CED interforze, al fine di verificare l'esistenza o meno delle situazioni ai sensi degli articoli 67 e 84, comma 4, lettera a), b) e c) del decreto legislativo n. 159 del 2011.
  Ciò ha consentito nell'immediato di procedere a emettere le liberatorie provvisorie per 346 imprese, le cui istruttorie si erano prolungate oltremodo, talvolta nell'attesa di riscontri e accertamenti di valenza marginale, corrispondenti a circa il 35 per cento del totale delle pratiche arretrate, calcolate nel periodo immediatamente successivo alla data di entrata in vigore delle nuove linee guida, ribaltando completamente già in pochi mesi il trend precedente.
  La predetta soluzione, oltre che risultare utile a smaltire un'ingente quantità di pratiche arretrate, è risultata altresì funzionale a consentire l'ingresso nei cantieri Expo alle sole imprese che avevano già superato un primo vaglio degli organi di controllo, risultando, quindi, prima facie, da una preliminare consultazione dello SDI, come è rilevabile dalla banca dati del CED interforze incrociata con le risultanze della DIA, immuni da situazioni di controindicazione. Questo ha consentito di fare i primi controlli, sia pure incisivi, in modo che l'ufficio ha potuto legittimamente procedere perlomeno all'emissione di una liberatoria provvisoria, fondata su elementi informativi oggettivi e sostanziali.
  Ora parliamo della terza edizione delle linee guida.
  In vista dell'avvicinarsi dell'evento e in considerazione dell'incremento delle attività di cantierizzazione dedicate alla realizzazione del sito espositivo e all'allestimento dei padiglioni espositivi, la società Expo 2015 lo scorso mese di febbraio del corrente anno ha sollevato alcune problematiche inerenti l'applicazione del protocollo di legalità sottoscritto dalla prefettura di Milano lo scorso 13 febbraio 2012.
  Tutti questi atti verranno consegnati alla Commissione. Li abbiamo portati. Se dovesse emergere qualche altra esigenza, naturalmente la prefettura darà alla Commissione tutto quello che è agli atti.
  Come dicevo, lo scorso mese di febbraio la società Expo ha sollevato alcune problematiche, evidenziando talune necessità che emergono in maniera sempre più pressante e che sono legate prevalentemente ai tempi d'ingresso degli appaltatori e dei subappaltatori in cantiere, e presentando una proposta di semplificazione delle modalità procedurali di applicazione del protocollo sottoscritto.
  La preoccupazione espressa dalla società Expo e sottesa alle proposte di semplificazione è legata al rischio che la disciplina dettata dalle prime due linee guida avrebbe potuto comportare possibili rallentamenti alle lavorazioni, poco funzionali alle esigenze di cantiere e in genere alla buona riuscita dell'evento, senza peraltro apportare concreti benefici in termini di controllo.
  È stato, quindi, delineato un nuovo modello procedurale per l'applicazione dei controlli antimafia sull'Expo, che ha recepito solo in parte le istanze di semplificazione evidenziate dalla società Expo, coniugandole al contempo con la duplice esigenza di non abbassare minimamente il livello di attenzione dei controlli, concentrandoli sugli ambiti di attività più a rischio, e di non disperdere gli effetti Pag. 7positivi conseguenti alla modalità speditiva già attivata, di cui si è fatto cenno. Tali effetti positivi sarebbero potuti venir meno in ragione del notevole incremento delle attività da sottoporre a controllo, conseguente all'aumento (che avremo) del numero di imprese, anche di piccole o piccolissime dimensioni, presenti contemporaneamente nei cantieri. Questo è avvenuto proprio in vista del passaggio dall'edificazione alle fasi dell'allestimento, delle forniture dei padiglioni eccetera.
  Tale nuovo modello procedurale è confluito nella terza edizione delle linee guida per i controlli antimafia sull'Expo, approvata dal CCASGO lo scorso 14 aprile 2014, di cui si dirà in seguito in maggior dettaglio, che si pone, non in sostituzione, ma a completamento delle vigenti linee guida (prima e seconda edizione), le quali restano pienamente in vigore e pienamente operative.
  Ora vorrei accennare alle cifre dell'attività.
  Grazie all'impulso impresso all'attività quotidiana di accertamento e a quella di supporto al prefetto di Milano esercitata dalla sezione specializzata, e all'introduzione dei nuovi modelli organizzativi e procedurali di cui si è fatto cenno in precedenza, alla data del 14 maggio 2014 la prefettura di Milano ha già trattato 2.725 fascicoli, di cui 2.199 riguardanti imprese impegnate nelle opere relative o connesse a Expo e 225 riguardanti istanze di iscrizione negli elenchi dei fornitori (le cosiddette white list), di competenza della prefettura di Milano.
  Le pratiche pendenti in istruttoria e avviate già in trattazione, alla medesima data ammontano soltanto al 10 per cento, una percentuale che può considerarsi assolutamente fisiologica, mentre l'88 per cento sono quelle già definite almeno con provvedimento liberatorio provvisorio, conseguente dal confronto incrociato delle risultanze del sistema di indagine (SDI), di quelle del Centro elaborazione dati interforze e di quelle derivanti dall'analisi della banca dati della DIA.
  Confrontando i predetti dati con quelli risultanti alla data del 30 aprile scorso, quando le pratiche in istruttoria ammontavano al 12 per cento e quelle già definite almeno con provvedimento liberatorio provvisorio all'86 per cento, e ancor prima alla data del 31 marzo, quando le pratiche in istruttoria ammontavano al 18 per cento e quelle definite con il medesimo criterio all'80 per cento, può chiaramente desumersi un costante, continuo e crescente miglioramento dell'attività di controllo antimafia sulle opere Expo condotta dalla prefettura di Milano, con un'accelerazione sempre in progress.
  La stessa prefettura ha subìto, quindi, e continua a subire sempre più un impulso accelerativo, non solo di carattere formale, ma anche e soprattutto sostanziale, confermando il trend invertito già riscontrato nel periodo di attivazione in via anticipata dei controlli speditivi, e permettendo così, contrariamente al recente passato, di intervenire tempestivamente con i provvedimenti interdittivi, che permettono di allontanare le imprese infiltrate dai cantieri, nel caso in cui emergano situazioni ostative.
  Alla data del 14 maggio 2014 sono state adottate 33 informazioni interdittive antimafia, di cui una recentemente confermata anche a seguito di istanza di riesame presentata dall'impresa; dieci cosiddette «informazioni atipiche» nei confronti di imprese dedicate a lavorazioni in opere essenziali o connesse; nonché sette dinieghi di iscrizione nella white list e un provvedimento di cancellazione dalla stessa white list.
  Dei 33 provvedimenti interdittivi adottati nell'ambito dell'attività di controllo antimafia per l'Expo esercitata da questa prefettura sin dall'inizio del 2011, ne sono stati emessi sette solo negli ultimi otto mesi, che rappresentano il 20 per cento del totale dei provvedimenti sfavorevoli adottati fino ad ora, a fronte di un arco temporale complessivo di ben oltre due anni, mentre un altro provvedimento è di imminente adozione. Arriveremo, quindi, a 34 provvedimenti tra poco.
  La sezione specializzata si è riunita costantemente e settimanalmente già 30 volte solo dal mese di settembre 2013, su Pag. 8un totale di 36 sedute iniziate nel 2011, incrementando così di oltre l'80 per cento la sua attività nel volgere di soli otto mesi.
  Oggi la sezione specializzata ha assunto, quindi, non più un ruolo in qualche misura ricognitivo dell'attività svolta dall'ufficio, bensì particolarmente attivo, propositivo e di partecipazione fattiva all'attività di prevenzione e di controllo.
  Le soluzioni intraprese hanno inoltre consentito di centralizzare l'attività di controllo speditivo presso la prefettura di Milano, assicurando, da un lato, la massima celerità nell'attività di controllo e, dall'altro, la possibilità per la DIA di concentrare la sua attenzione sull'attività di accesso ai cantieri, anche nell'ottica degli impegni assunti dal Ministero dell'interno con la sottoscrizione del piano d'azione «Expo Milano 2015 mafia free».
  Voglio citare un passaggio di questo piano d'azione, che vuole «proprio favorire la necessaria integrazione tra i controlli soggettivi e quelli di contesto ambientale, così da disporre di un quadro completo delle evidenze investigative concernenti gli operatori economici esaminati».
  L'attività di controllo sul campo ha così conseguito risultati significativi, resi evidenti dai dati riassunti e dagli accessi ispettivi effettuati, che sono stati dal 2009 fino ad oggi complessivamente 66, di cui ben 20 nel solo primo quadrimestre del 2014, a fronte di 18 e 16 accessi effettuati rispettivamente negli interi anni 2013 e 2012.
  La predetta modalità di controllo speditivo permette così di alleggerire gli adempimenti burocratici, sfrondandoli da massivi accertamenti di dettaglio per niente significativi.
  Naturalmente ciò consente di indirizzare l'attività info-investigativa degli organi di polizia maggiormente – questo è importante – sull'analisi di contesto degli elementi emersi dalla consultazione dello SDI, permettendo, contestualmente allo snellimento delle procedure, l'attivazione di una modalità d'azione fortemente innovativa, che si muove in una logica di anticipazione della prevenzione antimafia, utile ad evitare l'infiltrazione criminale, o meglio, a colpirla nelle sue fasi iniziali, prima che produca i suoi effetti criminali.
  In tale ottica e in coerenza con gli impegni assunti dal Ministero dell'interno con il predetto piano d'azione «Expo Milano 2015 mafia free», secondo il quale «occorre potenziare l'attività di accesso ai cantieri da parte del gruppo interforze, anche attraverso forme di collaborazione con i corpi delle polizie locali, in deroga ai vincoli territoriali e con le forme flessibili di impiego», la prefettura di Milano ha intrapreso alcune iniziative ritenute di particolare valenza, alla luce della necessità di incrementare l'attività di contrasto alla criminalità organizzata e di garantire una maggiore efficacia allo strumento dell'accesso ai cantieri.
  In prospettiva, abbiamo rilevato che questa attività di accesso ai cantieri, incidendo chirurgicamente, è ancora più evidente e necessaria proprio nell'approssimarsi dell'evento. In vista del necessario incremento (sarà così) delle imprese presenti in cantiere, si richiede la massima attenzione da parte di ogni ente coinvolto nell'attività di controllo, per evitare, nel rispetto delle esigenze di tutela della legalità, possibili dispersioni di energie e contemporaneamente rallentamenti alle attività di cantiere.
  Per tali motivi, al fine di assicurare il massimo coordinamento fra tutti gli enti preposti a vario titolo al controllo dei cantieri, anche per esigenze di vigilanza diverse da quelle di prevenzione antimafia (ad esempio, tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro), recentemente si è provveduto a integrare i componenti del Gruppo interforze per il monitoraggio delle grandi opere pubbliche, istituito presso la prefettura di Milano, deputato all'attività propria di accesso ai cantieri, con rappresentanti del comando provinciale dei vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato, dell'ARPA, del comando di polizia provinciale e del comando di polizia locale del comune di Milano, che si sono, per la verità, tutti dichiarati disponibili al riguardo.Pag. 9
  Una modalità d'azione integrata e sinergica da parte di tutti consentirà, infatti, di mettere a fattore comune il patrimonio informativo disponibile a tutti gli enti di controllo e renderà l'attività di accesso e di controllo ancor più incisiva e indirizzata sugli ambiti che, già oggetto di preventiva analisi, risultano da approfondire con l'attività di verifica sul campo.
  A tale proposito, sia in sede di Gruppo interforze per il monitoraggio delle grandi opere sia in sede di sezione specializzata, nonché in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Milano, è stata ripetutamente ribadita l'esigenza di assumere la diretta responsabilità di una forte azione di coordinamento da parte del prefetto, per quanto riguarda gli interventi di accesso effettuati dalle forze di polizia, per massimizzarne e razionalizzarne l'efficacia e la resa, in sinergia con gli altri enti che partecipano alle attività di cui trattasi, evitando, quindi, inutili sovrapposizioni non pianificate, che di fatto rallentano anche la manodopera all'interno dei cantieri.
  Mi consenta ora di fare un'analisi di quanto detto finora e soprattutto di sviluppare una riflessione sull'attività di analisi di tutti questi interventi che abbiamo messo in essere.
  È proseguita alacremente l'attività di analisi di sistema, che è quella su cui stiamo puntando. Come dicevo, presidente, non è il singolo reato e il singolo indicatore che mi interessa, ma il contesto, spesso anche ambientale, dei reati. Anche un reato di corruzione, che oggi è soltanto un indicatore di un contesto, dovrebbe invece essere un elemento su cui far incidere i provvedimenti del prefetto.
  È proseguita l'analisi di sistema, non legata alla singola richiesta di informazione antimafia, che è finalizzata a individuare le modalità poste in essere dalle imprese per tentare di infiltrarsi nelle opere Expo. Finora la singola informazione antimafia ha avuto un valore, più che altro, certificatorio, ma il punto non è questo. Bisogna scavalcare questo spirito e cercare di entrare dentro il sistema della criminalità organizzata.
  Si conferma ancora la tendenza, già delineatasi, di una maggiore attrazione delle opere infrastrutturali stradali (abbiamo verificato questo) da parte della criminalità organizzata, dovuta, con molta probabilità, alla natura e alla peculiarità delle stesse, che si presentano con cantieri non circoscrivibili e, quindi, più difficilmente controllabili.
  A tale proposito, come già evidenziato in sede di audizione innanzi a codesta Commissione parlamentare d'inchiesta lo scorso 16 dicembre, la tangenziale est esterna milanese presenta attualmente la maggiore concentrazione di imprese interdette (ben nove nell'ultimo periodo), prevalentemente per la presenza di infiltrazioni di criminalità organizzata originaria e radicata in Calabria.
  Anche l'autostrada pedemontana risulta ormai caratterizzata da una forte presenza di imprese interdette, come meglio evidenziato nello schema grafico che io lascerò, che mostra inoltre come alcune imprese siano comuni a entrambe le opere qui prese in considerazione.
  L'attività di analisi di sistema messa in atto ha inoltre evidenziato che le altre imprese presenti nelle predette opere risultano comunque connotate da evidenti legami e collegamenti di natura parentale o societaria.
  Tale dato, unitamente al fatto che trattasi nella maggior parte dei casi di subcontratti, non soggetti a espressa autorizzazione da parte della stazione appaltante, come nel caso di stipula di subappalti, rappresenta un ulteriore elemento sintomatico della modalità adoperata dalle imprese per infiltrarsi nelle opere Expo. Queste ultime tentano di ovviare agli speciali controlli antimafia previsti per l'Expo attraverso affidamenti ad imprese che, benché abbiano denominazione sociale differente, da un'attenta lettura delle compagini sociali, dalla fitta trama di relazioni parentali e d'affari e da un'approfondita analisi di sistema dei subcontratti e dei subaffidamenti nelle diverse opere, risultano poi strettamente connesse e presenti con diverse modalità direttamente e/o indirettamente in tutte le opere Expo.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Mi permetto di interromperla, prefetto, perché questo mi sembra un passaggio molto importante.
  Le imprese delle quali parla sono quelle che hanno avuto l'interdittiva o stanno ancora operando ? Mi riferisco a quelle di cui ha parlato nell'ultimo paragrafo.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Hanno avuto l'interdittiva.

  PRESIDENTE. Non hanno partecipato neanche alla gara o sono stati sospesi i lavori successivamente ?

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Dopo.

  PRESIDENTE. Quindi, prima hanno avuto l'affidamento dei lavori e, dopo, con i controlli avete trovato... Possiamo conoscere i nomi di queste imprese, per cortesia ?

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Segretiamo.

  PRESIDENTE. Propongo di procedere in seduta segreta.
  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Grazie, presidente. Comunque, noi abbiamo preparato per le ditte che ci avete indicato tutte le schede e tutto il materiale, che lasciamo agli atti della Commissione.
  Mi permetta di ripeterlo, signora presidente: nel caso in cui servissero elementi su altre ditte che noi abbiamo agli atti, li forniremmo immediatamente. Siamo a disposizione per ulteriori approfondimenti.
  Continuo, presidente ?

  PRESIDENTE. Abbiamo un elenco abbondante. Ce lo lascerà ? Bene.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Attualmente nel sito espositivo proseguono le fasi di completamento della cosiddetta «piastra». A breve dovranno iniziare le realizzazioni del padiglione Italia, degli ulteriori padiglioni tematici – dato che si tratta di alimentazione, ci saranno il padiglione caffè, il padiglione riso eccetera, come vi avranno spiegato dall'Expo – e delle altre strutture interne al sito, mentre si stanno avviando anche le consegne delle aree ai partecipanti esteri, cui seguirà una ancor più intensa fase di costruzione, allestimento, acquisizione di beni, servizi e forniture, con un aumento esponenziale dei contratti e degli affidamenti.
  Peraltro, giova precisare che per gli appalti e i subappalti che i singoli partecipanti esteri affideranno per la realizzazione dei propri padiglioni, il possibile assoggettamento alle procedure di controllo antimafia è stato previsto dalla seconda edizione delle linee guida, in virtù della loro natura privatistica, sulla base della clausola dell'adesione volontaria, conformemente a un orientamento espresso in sede di incontri bilaterali tra il Governo italiano e il Bureau International des Expositions (BIE).
  È stata comunque assicurata una modalità d'azione preventiva di controllo, in quanto, anche nel caso in cui il partecipante estero non esprima la volontà di aderire alle procedure, lo stesso deve comunque conferire a Expo 2015 S.p.A. i dati relativi a tutte le imprese che, a diverso titolo, accederanno in cantiere, con il relativo personale e con i mezzi di cantiere, affinché Expo possa emettere i badge d'ingresso nell'area.
  I suddetti dati saranno caricati sulla piattaforma informatica SIGEXPO, ora implementata dal sistema SIPREX, così da essere resi disponibili per la consultazione da parte della prefettura di Milano e degli enti dalla stessa autorizzati.
  Le forze dell'ordine e gli enti di controllo (Asl, ARPA, direzione territoriale del lavoro e gli altri) potranno comunque accedere nei cantieri dei partecipanti esteri, per le finalità ispettive di verifica di Pag. 11competenza nel corso dei lavori, come previsto dal dettato normativo vigente e dal regolamento speciale n. 4 fornito in copia a tutti i partecipanti esteri da parte della società Expo.
  Tale modalità garantisce, quindi, il presidio delle aree e l'esigenza di tutela della legalità, pur nel rispetto delle prerogative internazionali del partecipante straniero.
  Inoltre, verrà fornita alla prefettura, a cura della società Expo, e con adeguato anticipo – su questo ci siamo raccomandati – ogni utile informazione al riguardo, al fine di consentire un primo screening delle imprese coinvolte ed eventuali accessi mirati in cantiere.
  Aggiungo fuori dal testo che la fase, che sta per scattare, riguardante i partecipanti esteri è una fase delicatissima, che va seguita con un monitoraggio accuratissimo, perché è proprio nel momento in cui dovessero verificarsi delle non tempestive comunicazioni alla prefettura da parte della società Expo (che deve avere tutti i nomi dei lavoranti, delle società e dei componenti di questi gruppi societari, perché poi, come ho detto, dovrà emettere i badge d'ingresso e deve darci tutto alla svelta) che si potrebbero aprire dei pericolosissimi e insidiosi varchi, in cui immediatamente si potrebbe infiltrare la criminalità organizzata, che è quello che noi dobbiamo assolutamente evitare.
  In questo contesto così variegato, per numero e tipologie di imprese, e ora per natura e disciplina giuridica dei soggetti operanti all'interno dei cantieri (ci saranno anche gli stranieri, per esempio la Cina sicuramente porterà lavoranti nazionali), si prospetta un'ulteriore ipotesi di potenziale sovraccarico del sistema di verifica antimafia, che ne mette nuovamente a rischio l'effettività e che impone, pertanto, una rinnovata riflessione sulla necessità di attribuire ai controlli reale efficacia, riferendoli ai settori realmente più a rischio.
  Questo è il punto più delicato della terza edizione delle linee guida. Per tale ragione, il CCASGO ha delineato, con l'emanazione della terza edizione delle linee guida antimafia per l'Expo, un nuovo modello procedurale per il controllo antimafia Expo, finalizzato a evitarne il sovraccarico, mantenendone però l'effettività.
  Le nuove linee guida hanno, quindi, fatto propria l'esigenza di «apprestare nuove e ulteriori indicazioni che fluidifichino i controlli antimafia, senza pregiudicarne incisività ed efficacia, proprio in relazione all'approssimarsi della data di inizio dell'Expo e alle necessità sottese agli interventi funzionali al montaggio e all'allestimento dei manufatti destinati agli spazi espositivi, nonché all'organizzazione e allo svolgimento dei numerosi eventi in programma». Infatti, non ci sarà soltanto l'Expo, ma ci saranno anche una serie di eventi connessi, alcuni dei quali ugualmente rilevanti e che comporteranno, quindi, l'identica esigenza di attenzione.
  Questi eventi, «secondo recenti valutazioni predittive, porteranno ad un notevole accrescimento del numero degli operatori economici, ampliando di conseguenza l'area potenziale dei controlli, caratterizzata dal rapido e sostenuto avvicendamento delle imprese impegnate nelle diverse attività, determinando una situazione di turn-over estremamente dinamica e allo stesso tempo frammentata e pulviscolare».
  L'ambito applicativo delle nuove linee guida concerne «attività contrattuali commissionate da Expo 2015 S.p.A., ai fini sia della realizzazione e allestimento del padiglione Italia, sia delle attività che saranno svolte per la realizzazione e allestimento degli stand espositivi degli altri Paesi per la parte che non venga direttamente eseguita da questi ultimi», per la quale si applicherà il regime della cosiddetta «adesione volontaria», prevista dalla seconda edizione delle linee guida per i controlli antimafia, nonché le attività «connesse all'organizzazione degli eventi tematici che si svolgeranno nel corso della manifestazione internazionale».
  Tali attività riguarderanno una serie di interventi, quindi, difficilmente catalogabili a priori e in via tassativa e richiederanno Pag. 12l'acquisto, la fornitura e la posa in opera di materiali e prodotti di vario tipo non preventivabili.
  Per tale motivo e al fine di rendere il modello di controllo antimafia duttile e flessibile alle esigenze che, di volta in volta, potranno emergere in relazione alle necessità dell'evento o «nel caso in cui dovessero comunque insorgere a questo o a altro titolo incertezze applicative», è stato previsto in capo al prefetto di Milano il potere di meglio delineare l'ambito applicativo delle linee guida, assumendo, alla luce degli indirizzi espressi dalle precedenti linee guida, sentita anche in via telematica la sezione specializzata e tenendo opportunamente informato il CCASGO, le conseguenti determinazioni.
  Nel momento in cui intercetta un qualsiasi elemento che la complessità della vicenda rischia di far scivolare al di fuori del contesto, il prefetto si assume la responsabilità di intervenire lui stesso con propri provvedimenti, per sottoporlo a controlli, approfondimenti e accertamenti di tutti i tipi, utilizzando gli strumenti che finora ha usato per i controlli approfonditi.
  In ogni caso, le nuove linee guida salvaguardano il principio per cui quelle attività a rischio, o comunque ricadenti in ambiti cosiddetti «sensibili», devono continuare a essere soggette, senza alcuna eccezione, al regime stringente delle precedenti linee guida, che vigono tuttora, pur qualora «dovessero comportare attività promiscue, anche solo in parte caratterizzate dal ricorso a lavori, servizi e forniture sensibili» (questo è il testo della terza edizione). Infatti, avremo scenari di presenze di lavorazioni di tutti i tipi, inipotizzabili.
  Naturalmente questo deve comportare un monitoraggio fortissimo h24. Noi lavoreremo h24, con le forze che abbiamo (per questo è stato previsto un potenziamento). Ove mai il prefetto avesse un minimo sospetto tale da estendere, aldilà delle categorie sensibili e aldilà di ogni tipo di lavorazione, la propria incisiva azione di approfondimento, lo deve fare, assumendosene la responsabilità e adottando i provvedimenti del caso.
  Tale principio si ispira all'esigenza di salvaguardare e garantire il rispetto delle speciali esigenze di tutela della legalità e di prevenzione dai tentativi di infiltrazione mafiosa, sottese alla normativa speciale e derogatoria vigente per l'Expo.
  Le predette esigenze sono inoltre particolarmente avvalorate dalla previsione che assoggetta allo speciale regime dei controlli previsto dalle precedenti linee guida «le attività che, secondo le evidenze investigative, presentano comunque profili particolari di rischio, ancorché non ricomprese tra quelle oggetto delle white list», per esempio, «le attività di ristorazione e di catering, nonché quelle di pulizia delle aree interne ed esterne dei padiglioni o delle strutture temporanee e di sistemazione e manutenzione delle aree destinate a verde.
  Eventuali altre attività a rischio potranno essere segnalate al prefetto dalla DIA e dal GICEX, in ragione dei rispettivi, precipui compiti di controllo e di intelligence investigativa».
  Nel momento in cui si va fuori queste che abbiamo già immaginato come aree sicuramente sensibili, ovvero nel momento in cui la DIA, il GICEX o anche le altre forze di polizia dovessero dare al prefetto un minimo segnale, il prefetto interviene, ovunque serva, con i propri provvedimenti.
  In tal modo, il nuovo modello procedurale risponde all'esigenza di privilegiare l'assoggettamento al controllo delle attività che, per definizione tradizionale o piuttosto per valutazioni conseguenti alle analisi di contesto condotte dall'ufficio, risultano inquadrarsi negli ambiti delle attività più a rischio e rende l'azione di controllo ancor più incisiva e calata nel peculiare contesto dell'Expo.
  Per quanto riguarda le attività di organizzazione delle varie manifestazioni che interesseranno l'evento, le procedure semplificate previste dalle nuove linee guida si applicano «alle attività organizzative che non presentano particolari profili Pag. 13di rischio, né comportano interventi di operatori economici in settori sensibili».
  Per tutto quello che non riguarda l'Expo, al di fuori delle attività sensibili e al di fuori delle segnalazioni che il prefetto riceve dalle forze di polizia, che gli dicono di «zoomare» su determinate attività, tutte le manifestazioni collaterali dovranno comunque essere sottoposte a un vaglio attentissimo di controllo.
  Restano invece soggette alle ordinarie procedure antimafia «le attività di carattere collaterale, come, ad esempio, quelle di copertura mediatica e di promozione pubblicitaria, di ricevimento e di assistenza, di intrattenimento particolare».
  Ciò non toglie, però, che, nel caso in cui anche in queste attività ricevesse un minimo segnale da parte della DIA o del GICEX, il prefetto faccia scattare i propri provvedimenti e i propri approfondimenti.
  Nel merito delle procedure di semplificazione e «allo scopo di scongiurare possibili appesantimenti e ingolfamenti, che andrebbero a discapito della complessiva efficienza ed efficacia del sistema delle verifiche», è stato ipotizzato, per le attività rientranti nel perimetro applicativo delle nuove linee guida, di individuare una soglia di esenzione dai controlli antimafia pari a euro 100.000, che comunque si pone al di sotto della soglia ordinaria prevista dalla normativa di carattere generale in materia antimafia.
  Lo ripeto: resta valido tutto quello che ho detto prima, ovvero tutti quei poteri di approfondimento che sono pronti a scattare.
  Al contempo, sono state previste la presentazione di un'autocertificazione «concernente l'assenza delle situazioni automaticamente interdittive» e l'attivazione di un sistema di verifica a campione delle informazioni dichiarate dalle imprese.
  Le informazioni autocertificate saranno comunque inserite nella piattaforma informatica già in uso, unitamente alla comunicazione da parte della società Expo di tutti i contratti e di tutti i subcontratti comunque rientranti nel regime di esenzione, al fine di garantire una continua tracciabilità di tutti i dati informativi comunque afferenti alle imprese coinvolte nelle lavorazioni in Expo ed attivare meccanismi di monitoraggio tesi a scongiurare il pericolo, sia pur lontano, di un eventuale «artificioso frazionamento delle attività contrattuali posto in essere con finalità elusive».
  Tra le procedure di semplificazione, le linee guida prevedono anche la possibilità di istituire una banca dati delle imprese già certificate, cui potrà attingere Expo S.p.A., nell'ambito del periodo di validità del certificato antimafia già rilasciato, senza presentare la richiesta di informazione antimafia, ma unicamente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà circa l'invarianza degli assetti amministrativi, gestionali e proprietari, di cui all'articolo 85 del codice antimafia.
  Questo è il punto: nel momento in cui si lavora su una ditta che ha già ricevuto la certificazione antimafia e nel momento in cui c’è un atto notorio in cui Expo ci dice che non è variata la composizione societaria, non è variata l'attività e non è variato proprio niente, allora lo si dà per buono. Tuttavia, vi dico subito che da parte della prefettura il monitoraggio continuerà anche su queste imprese.
  Tale previsione è legata all'eventualità che un'impresa presente nell'anagrafe degli esecutori, per la quale sia stata emessa un'informazione antimafia liberatoria, risulti in seguito affidataria di altri contratti o subcontratti. In tali casi, in presenza di un certificato antimafia in corso di validità, la reiterazione delle verifiche «potrebbe non dare luogo a utilità marginali per l'azione di prevenzione quando l'impresa interessata non abbia fatto registrare modificazioni negli assetti societari», fatto salvo che, qualora in sede di verifica di quanto autocertificato – verifica che faremo – emerga la sussistenza di un tentativo di infiltrazione mafiosa a carico dell'impresa, si deve procedere tempestivamente ad adottare i necessari provvedimenti interdittivi, «anche prima della scadenza di validità della liberatoria».
  In altre parole, non deve esserci elusione di nessun tipo. Naturalmente sta alla capacità della prefettura svolgere questa Pag. 14azione di attentissimo focus su ogni passaggio, su ogni fascicolo e su ogni comunicazione. In questo ci aiuteranno le banche dati.
  Da ultimo, «in virtù dell'inevitabile maggior carico di lavoro che si prevede e dell'esigenza di garantire una sempre maggiore celerità e speditezza dell'azione di controllo, senza abbassarne minimamente il livello», è stato previsto di poter procedere a un potenziamento dell'aliquota di personale appartenente alle forze di polizia già distaccata presso la prefettura. Ciò avverrà attraverso l'apporto di ulteriore personale delle predette forze di polizia, in coerenza con quanto già previsto dalla circolare del ministro pro tempore del 19 aprile 2013, nonché di personale del corpo di polizia locale di Milano, con compiti di attività amministrativa istruttoria (naturalmente loro non possono interrogare lo SDI), «in tale ultimo caso, attraverso la stipula in sede locale di uno specifico protocollo di intesa operativa», che chiaramente dovremo fare col comune di Milano.
  Al momento operano in prefettura sei unità distaccate (quattro dalla questura, una dal comando provinciale dei carabinieri e una dal comando provinciale della Guardia di finanza), che affiancano le complessive cinque unità di personale civile operante nell'ufficio di supporto alla sezione specializzata.
  Ora, con queste terze linee guida, si prevede di acquisire un'ulteriore unità dai comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza; una dal Corpo forestale dello Stato, che, essendo forze di polizia, può interrogare lo SDI; e due dal Corpo di polizia locale, secondo intese già raggiunte in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e in corso di formalizzazione. Ho già fatto la richiesta di fornirmi i nominativi, perché io devo partire subito, e non posso perdere neanche un giorno.
  In sostanza, si tratta di interventi che non riducono, ma razionalizzano il sistema di controllo, perché lo alleggeriscono delle attività relative ai settori non a rischio o degli appalti di importo ridotto e non appetibili per il mondo criminale, consentendo di snellire i tempi di avvio delle lavorazioni e, agli enti di controllo, di concentrare i propri sforzi e risorse sui settori effettivamente a rischio, sia tradizionalmente individuati sia conseguenti all'esito delle analisi di contesto locale effettuate dalla DIA e dal GICEX, al fine di governare il sistema dei controlli, mantenerlo efficiente ed efficace e renderlo un effettivo valore aggiunto per le imprese e per l'Expo 2015 S.p.A., e non un mero fardello burocratico vuoto di risultati.
  Si tratta, quindi, di interventi di sostanza, improntati a un approccio moderno al controllo antimafia, concepito, non come mero adempimento burocratico, bensì come sistema dinamico di contrasto alle infiltrazioni mafiose, nel rispetto dell'economia dell'impresa e dell'esigenza di snellimento procedurale, in un'ottica pragmatica, orientata al risultato di rendere i controlli, non solo affermati, ma concretamente sostanziati ed effettivi.
  Le risorse assegnate alla prefettura di Milano, impegnata comunque al massimo sforzo, devono concentrarsi sugli ambiti più sensibili, con senso di responsabilità ed equilibrio, che deve improntare in generale sempre l'azione amministrativa, laddove si intenda rispettare il dettato costituzionale dell'articolo 97 della Carta costituzionale, che riguarda la buona efficienza e la buona efficacia della pubblica amministrazione.
  Un principio di realtà impone, infatti, di organizzare l'agire amministrativo, non in nome di astratti princìpi, bensì in ragione dell'obiettivo che si deve e, quindi, si intende, senza remora o riserva alcuna, perseguire e raggiungere: far sì che l'Esposizione universale di Milano si possa svolgere nel 2015 con pieno successo, preservandola da qualsiasi tentativo di infiltrazione mafiosa che ne possa minimamente offuscare la ricaduta di utilità e di immagine per l'intero Paese.
  Proprio in tal senso e con tale finalità, il sistema di controllo amministrativo interno può essere alleggerito, non di sostanza – questo è il punto – ma di adempimenti burocratici o di attività dirette Pag. 15ad ambiti marginali, compensandolo, però, con interventi snelli, effettivi e puntuali, senza minimamente depotenziare il sistema, ma permettendo di completare le istruttorie nei termini e nei tempi previsti dalla legge, così da consentire l'adozione di eventuali provvedimenti interdittivi con tempestività e di effettuare contestualmente maggiori verifiche sul campo, in maniera più costante, mirata e continuativa.
  Basti in tal senso evidenziare che gli accessi ispettivi in cantiere dal 2009 ad oggi hanno subìto un incremento esponenziale, passando da due nel 2009 a tre nel 2010, a sette nel 2011, a sedici nel 2012, a 18 nel 2013, fino ad arrivare a ben 20 accessi nel primo quadrimestre del 2014, precisando che complessivamente 13 di essi hanno riguardato il solo sito espositivo.

  PRESIDENTE. Posso interromperla ? Questi dati danno atto dell'intensificazione del lavoro. È ampiamente riconosciuto che i mesi della sua presenza in prefettura a Milano hanno dato sicuramente un grande impulso a questi controlli, però questi dati hanno più valore se sono rapportati al numero dei cantieri aperti. Forse questi dati sono importanti proprio per valorizzare il lavoro svolto. Bisogna rapportare gli accessi al numero dei cantieri.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Le assicuro che sono partiti prima.

  PRESIDENTE. Infatti la domanda era innocente. Era proprio una domanda, non conteneva la risposta. La risposta la deve dare lei. Per valorizzare ancora di più l'enorme lavoro che avete fatto, bisogna capire su che quantità di cantieri vi siete mossi.
  Arriveranno i dati. In questo modo, lei si è riposato e ha bevuto un po’ d'acqua. Procediamo con la piattaforma informativa.

  UGO TAUCER, capo di gabinetto della prefettura di Milano. I cantieri sono fondamentalmente sempre gli stessi: i cantieri della metropolitana 5, con accessi dal 2009 in poi; quelli della metropolitana 4, dal 2012; i cantieri di Brebemi, dal 2009; il cantiere della TEM, dove c’è un accesso che risale al 2011; la linea ferroviaria Saronno-Seregno, che ha anch'essa accessi risalenti al 2011; i cantieri ILSPA, dal 2012; la Pedemontana, dal 2011; e il sito espositivo, dove gli accessi, che si sono incrementati dal 2012 in poi, anche in relazione alla firma del protocollo di legalità, sono una quota abbastanza rilevante rispetto a quella complessiva dei controlli. C’è poi la tangenziale est esterna, che è più recente (dal 2013).
  A parte Vie d'acqua, che è un cantiere che è partito ora, in linea di massima c’è una continuità nel numero dei cantieri.
  Ovviamente, gli accessi all'interno dei siti riguardano più ditte contemporaneamente.

  PRESIDENTE. Procediamo.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Parliamo delle piattaforme informatiche, in particolare del SIPREX e del SIGEXPO.
  La disciplina speciale dettata per l'Expo dalle linee guida trova applicazione anche attraverso la sottoscrizione di protocolli d'intesa che declinano nel dettaglio, secondo gli indirizzi forniti dalle stesse linee guida, le speciali misure di prevenzione antimafia dettate per l'evento.
  Il 13 febbraio 2012 è stato sottoscritto il protocollo di legalità per la società Expo S.p.A., stazione appaltante per le opere essenziali inerenti la realizzazione del sito espositivo e delle cosiddette «Vie d'acqua», mentre, come già illustrato in sede di audizione dinanzi a codesta onorevole Commissione parlamentare il 16 dicembre 2013, lo scorso 31 luglio 2012 sono stati sottoscritti altri tre protocolli di legalità relativi a tre opere connesse a Expo e, più precisamente, alla linea metropolitana 5, alla tangenziale est esterna Milano e al collegamento della SS11 da Molino Dorino all'autostrada dei laghi A8 e A9.
  Il 2 dicembre è stato sottoscritto il protocollo di legalità per i lavori inerenti Pag. 16il sistema viario di accessibilità all'Esposizione universale 2015, in particolare per il collegamento della SS11 e della SS233, parte della strada di collegamento cosiddetta «Zara-Expo», individuata tra le opere essenziali di cui all'allegato 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 maggio 2013.
  Successivamente, il 27 marzo del corrente anno (quindi, da poco), è stato sottoscritto con il comune di Milano il protocollo di legalità per la seconda tratta Sforza Policlinico-Linate aeroporto della linea metropolitana M4 di Milano, individuata anch'essa tra le opere essenziali Expo.
  Al fine di rendere operativi i protocolli di legalità e consentire una gestione esclusivamente informatica dei dati e delle procedure, la prefettura di Milano e i soggetti attuatori hanno promosso la realizzazione di piattaforme informatiche che assicurino, secondo le indicazioni delle linee guida (non queste ultime), l'anagrafe degli esecutori, concernente i soggetti e gli operatori economici aggiudicatari e affidatari, nonché ogni altro soggetto della filiera delle imprese coinvolte nelle opere essenziali Expo, con i dati relativi ai contratti, agli assetti proprietari e manageriali e ai conti dedicati per il corretto tracciamento dei flussi finanziari. Le piattaforme assicureranno altresì il monitoraggio delle attività di cantiere, al fine di realizzare la massima trasparenza della fase esecutiva degli appalti e di conferire la massima efficacia agli interventi di accesso nei cantieri da parte del locale Gruppo interforze.
  Le piattaforme informatiche contribuiscono a realizzare una sperimentazione avanzata di integrazione dell'attività informativa tra stazione appaltante e soggetti deputati ai controlli, perché tutti gli elementi informativi concernenti gli appalti, la filiera degli esecutori, la manodopera impiegata e il tracciamento dei flussi finanziari diventino accessibili dalla prefettura, dal Gruppo interforze e dal GICEX per i profili di rispettiva competenza.
  Sin dal mese di gennaio 2012 la società Expo ha proceduto allo sviluppo del progetto denominato «SIGEXPO», per realizzare una piattaforma integrata che potesse rispondere, oltre che agli obblighi contrattuali previsti dal protocollo di legalità sottoscritto, anche all'esigenza di diventare un sistema di gestione delle informazioni operative, economico-finanziarie e di gestione di tutti i cantieri di Expo.
  La piattaforma è stata messa in funzione nell'aprile del 2012, ma è risultata inizialmente poco funzionale alle esigenze dell'ufficio e non rispondente (lo sottolineo) alle necessità operative delle forze di polizia, in quanto si è rivelata poco interattiva nel riuscire a incrociare i dati degli elementi informativi ivi conferiti, utili per l'effettuazione dell'attività di analisi di contesto condotta dall'ufficio, e rigida nei meccanismi di ricerca dei predetti elementi informativi.
  Sono pertanto state inviate alla società Expo ripetute richieste d'intervento, inizialmente informali, per sanare le anomalie e le criticità rilevate dagli operatori della prefettura e dalle forze di polizia, iniziative successivamente formalizzate con note del 10 gennaio e del 18 gennaio 2013, alle quali Expo aveva dato assicurazione che le problematiche di malfunzionamento segnalate sarebbero state risolte «progressivamente a far data dall'8 febbraio 2013, fino al 22 febbraio dello stesso anno».
  Successivamente, anche a seguito di quanto lamentato dal GICEX in merito al fatto che «l'accesso ai numerosi report non è intuitivo, ma si presenta fortemente farraginoso e, pertanto, l'operatore nella fase di ricerca incontra notevoli difficoltà nell'individuare le informazioni» (questo è stato segnalato formalmente alla società Expo nel mese di aprile 2013), e dopo diversi incontri tecnici volti all'individuazione di una soluzione alle persistenti criticità rilevate, nel giugno 2013 è stata presa una decisione, di concerto con la società Expo. Si è deciso di adottare momentaneamente la cosiddetta «piattaforma Genesis», già in uso per la tangenziale esterna milanese, che risultava più funzionale all'utilizzo e alle esigenze informative della prefettura e di tutto il Gruppo interforze, in attesa della realizzazione Pag. 17delle richieste implementazioni della piattaforma SIGEXPO, che, come ho detto, erano state richieste perché così non si poteva andare avanti.
  La soluzione sopra individuata prevedeva il riversamento a cura di Expo dei dati da SIGEXPO e consentiva, quindi, nelle more dell'implementazione del sistema, di assicurare la continuità del lavoro dell'ufficio e soprattutto delle forze di polizia nell'attività di analisi dei dati.
  Dopo numerose e frequenti riunioni convocate dalla prefettura nell'estate del 2013 e coerentemente con l'azione di impulso impressa a tutta l'attività di controllo antimafia sull'Expo, i lavori di sviluppo e messa in produzione della nuova piattaforma SIGEXPO si sono conclusi con la presentazione nella nuova versione operativa del sistema nel mese di ottobre 2013. Finalmente nell'ottobre 2013, la situazione si è sbloccata.
  Le modalità apportate alla nuova piattaforma...

  PRESIDENTE. Posso interromperla ? Siccome alle 16.30 abbiamo un voto alla Camera al quale noi non possiamo mancare, per l'organizzazione dei nostri lavori, vorrei sapere quanto tempo lei si può fermare oggi pomeriggio, prefetto.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Mi dica lei, presidente.

  PRESIDENTE. Vorrei sapere se i commissari sono disponibili, subito dopo il voto, a riprendere i lavori. Io ho molte domande da fare e credo che anche i commissari ne abbiano molte.

  ANDREA VECCHIO. Presidente, io credo che il tempo fino a stasera non sia sufficiente. Io credo che la cosa migliore sia preparare una serie di domande scritte, perché io, per esempio, ne ho diverse. Facciamo arrivare le domande scritte e poi li convochiamo in un'altra occasione.

  PRESIDENTE. Non entriamo nel merito delle domande che vorremmo fare. Ce ne sono alcune che vanno secretate.
  Io chiedo al prefetto un attimo d'interruzione. Queste linee guida sono già state pubblicate e abbiamo già ricevuto le scuse del dottor Sala per il fatto che questa Commissione non è stata informata delle modifiche di queste linee guida. Non chiediamo al prefetto di scusarsi con noi, però ci teniamo a dire che, avendo noi iniziato un'interlocuzione con tutto questo sistema, la modifica o la previsione di deroghe così significative alle linee guida avrebbero meritato, prima della loro pubblicazione, una fase interlocutoria con questa Commissione.
  Io ho già fatto presente questo al prefetto Frattasi, perché ritengo che sia più responsabile lui. Io penso che lo convocheremo, perché vorremmo avere una fase interlocutoria anche con lui e riteniamo che ci debba essere, non un'altra edizione di linee guida, ma una spiegazione di queste linee guida.
  Infatti, dalla lettura emergono molti aspetti, che lei oggi ha chiarito, che non risultano di immediata comprensione. Siccome ci troviamo di fronte a linee guida, sappiamo perfettamente – lei, prefetto, lo sa meglio di noi – che, laddove la norma non è chiara, di spazi per comportamenti non proprio virtuosi e soprattutto per ricorsi che espongono l'amministrazione ce ne sono molti. Questo è da evitare.
  Io mi limito a fare alcune osservazioni, perché voglio che restino agli atti già da oggi. Vorremmo che su questo ci fosse una chiarezza da subito. Per esempio, è molto discutibile quale sia un'attività sensibile. Ritenere l'assemblaggio meno penetrabile alle infiltrazioni mafiose delle grandi opere francamente, per quanto ci riguarda, è una valutazione soggettiva, difficilmente obiettiva, soprattutto perché nelle linee guida si è innescato un meccanismo (semplificazione dell'attività e innalzamento della cifra sottoposta a controllo), che è esattamente un combinato disposto che va a favore di chi è malintenzionato.
  Lei sa bene che se c’è scritto in queste linee guida che i settori meno sensibili, sottoposti a minori controlli, sono alcuni, automaticamente questi signori sono in Pag. 18grado di organizzarsi verso le attività meno sensibili. Sono bravissimi a cambiare ragione societaria, è vero ? Ce lo lasci denunciare come qualcosa di incomprensibile. È più facile improvvisare una ditta che avvita i bulloni che una ditta che fa piattaforme di cemento.
  Più si semplificano le attività, più andrebbe abbassato il livello del controllo in relazione alla cifra. Invece si fa un combinato disposto e si ritorna ai 150.000 euro del codice antimafia, con la semplificazione delle attività. È inutile poi scrivere ancora una volta che sono impediti, a regola dell'articolo 91, i subcontratti. Con questa disposizione si è creato automaticamente un meccanismo che si presta all'elusione e alla moltiplicazione dei contratti.
  Giustamente lei dice che dovete semplificare, perché non ce la fate, visto che aumenta la quantità. Noi non dubitiamo della sua attività di controllo, ma il lavoro per lei si moltiplica per cento, perché aumenta l'attività, diminuiscono i controlli preventivi e devono aumentare quelli dinamici, ovvero in corso d'opera.
  La soluzione, quindi, non è in nuove linee guida, ma in task force più forti a disposizione sua e di chi deve fare i controlli. Lei avrà un aiuto da parte nostra nei confronti del Ministero degli interni e di tutti i ministeri interessati, perché vengano messe a vostra disposizione molte più forze di quelle di cui disponete. Infatti, questo vi dà la possibilità di scoprire dove si annidano le contraddizioni, e non certamente questa versione delle linee guida.
  C’è un altro aspetto che ci avete dimostrato voi, da quello che avete scoperto strada facendo, riguardo al fatto di limitare le procedure dove è prevista l'autocertificazione liberatoria. Lei dice che dopo farete i controlli. Di conseguenza, il vostro lavoro aumenta, non diminuisce.
  È veramente singolare che tutto ciò avvenga di fronte allo svilupparsi di un lavoro che chiamerà in causa molte società che non sono state sul mercato finora. Ciò è in parte inutile e in parte, per quanto ci riguarda, pericoloso e dannoso, con il raggiungimento di un obiettivo opposto a quello che dichiarate di voler perseguire con questo.
  Abbiamo capito che più linee guida ci sono e più vi si complica il lavoro, ma quanto meno dare una spiegazione su queste a noi sembra necessario. Siccome, da quello che lei ci ha detto, il suo lavoro aumenta, lei deve chiedere più forze e noi le chiederemo per lei.
  Detto questo, per quanto riguarda il passato, io ho un'obiezione da muovere. Parto dal suo presupposto, prefetto. Noi condividiamo pienamente la prima pagina, quando lei dice che c’è un legame talmente forte tra la mafia e la corruzione che dovete allargare i controlli anche alla corruzione, anche perché finora la vicenda Expo si potrebbe sintetizzare con queste parole: «all'ombra dei controlli antimafia, peraltro risultati efficaci (non lo neghiamo), è cresciuta la corruzione». Voi controllate la mafia, intanto noi provvediamo a commettere altri reati e a inquinare la bontà dell'opera.
  Noi lavoreremo a proposte di modifica che rendano più stringenti i rapporti tra controlli mafiosi e controlli di altri reati-spia, però io devo chiedere una spiegazione. Nell'allegato alle seconde linee guida era prevista una tabellina di reati-spia o indiziari. Tutti quei signori che sono stati scoperti con le mani nella marmellata dalle recenti indagini della procura di Milano in qualche modo potevano stare fuori dal mercato, proprio in nome delle interdittive antimafia.
  Infatti, molte di quelle imprese delle quali le abbiamo chiesto una schedatura, che poi lei ci metterà a disposizione, e sulle quali ritorneremo, avevano già situazioni a valenza iniziale, a partire dalla più nota alle cronache di questi giorni, la Maltauro, che ne aveva moltissime, tra cui le condanne del titolare. Non c'era già un aggancio, prefetto, perché queste ditte fossero escluse in nome dell'interdittiva antimafia ?
  Io le confesso che il fatto che, mentre si fanno controlli così efficaci per impedire l'infiltrazione mafiosa, sia così prosperata la corruzione è stata una sconfitta Pag. 19per tutti. Questo allegato delle seconde linee guida dà molti strumenti in mano, anche per escludere per motivi mafiosi, senza che facciamo interventi legislativi.
  Mi scusi, ma questa domanda gliela dovevo fare.

  FRANCO MIRABELLI. Insistendo sulle questioni che poneva la presidente, vorrei porre due domande. Era prevista un'implementazione significativa del numero delle forze dell'ordine a disposizione sul territorio milanese in vista di Expo. Vorrei capire se questo è un elemento che può aumentare anche le forze a disposizione della prefettura, almeno per garantire gli accessi o per spostare risorse sugli accessi ai cantieri.
  Un'altra cosa, presidente, la voglio dire chiaramente: io continuo a pensare, come l'ultima volta, che ci sia un equivoco. Siccome questo equivoco è diventato materia di inchieste di stampa eccetera, vorrei un'opinione del prefetto. Le chiedo una conferma, signor prefetto: io ho capito che le modifiche previste dal terzo protocollo attengono alla certificazione antimafia e ai controlli rispetto alle interdittive possibili delle aziende. Stiamo parlando di questo. Aldilà della certificazione antimafia, non c’è nessun riferimento alle norme che definiscono l'assegnazione degli appalti. Non cambia nulla da questo punto di vista. Siccome è stato presentato come un protocollo che cambiava, esemplificava e abbassava i controlli in generale e le regole sugli appalti, credo che sia giusto chiarire in questa sede che non è così.

  GIULIA SARTI. I rilievi di cui si parlava e che sono venuti alla luce dalle notizie di stampa incidono soprattutto sul fatto che, secondo quel piano d'azione «mafia free» firmato il 3 gennaio, le autocertificazioni e i controlli non riguarderanno i familiari, i conviventi, i sindaci e i revisori dei conti, ma soltanto i proprietari e gli amministratori.
  L'altra cosa che era venuta fuori è che la prefettura avrà 15 giorni di tempo. Oltre quei 15 giorni, praticamente verrà data la liberatoria in maniera tranquilla, anche se i controlli non ci sono. Queste sono le notizie che erano emerse dalla stampa e che devono essere chiarite, proprio perché, secondo noi, probabilmente si tratta di errori, o almeno lo speriamo.

  PRESIDENTE. Il voto ci sarà non prima delle 17.30, quindi possiamo procedere. Continuiamo con le domande.

  LUISA BOSSA. Signor prefetto, quando io divenni sindaco della mia città, il primo incontro che organizzai lo feci con i dirigenti del mio comune, per capire che cosa stavano facendo. Il dirigente dei lavori pubblici cominciò a presentare tutti i lavori che, a suo parere, stavano realizzando. Io ogni giorno percorrevo le strade della mia città e non vedevo le ruspe, i bobcat, i bilici con i cumuli di terreno, né tantomeno le gru che avrebbero dovuto toccare il cielo. Insomma, in realtà non c'era nulla, ma era tutto sulla carta.
  Mi scusi se mi è venuto in mente questo episodio ascoltando l'enunciazione che lei ci ha fatto e i numeri che ci ha riportato. Lei ha detto che dal 2009 fino ad oggi ci sono stati 66 accessi ai cantieri e che sono stati studiati 2.725 fascicoli. Ha detto pure che nove imprese sono state interdette per criminalità organizzata. Ci ha presentato le linee guida uno, due e tre (spero che non ci saranno anche quattro, cinque e sei). Insomma, io voglio porle una domanda molto semplice: come mai, con tutto questo ben di Dio, è successo quello che è successo ? Qual è la spiegazione che lei ne dà ?

  ANDREA VECCHIO. Do io all'onorevole Bossa la spiegazione che chiede: gli appalti sono stati fatti in regime privatistico, non in regime di assegnazione di lavori pubblici, perché con le ordinanze del Governo Berlusconi del 2010 si è reso possibile appaltare l'Expo e tutte le altre cose con regime privatistico.
  Io ho una serie di domande flash. Lei mi parla di un protocollo dei primi di febbraio 2012. L'Expo solleva perplessità i primi di febbraio 2014. Per due anni cosa Pag. 20hanno fatto ? Perché non hanno sollevato perplessità dal 2012 al 2014 ? Forse il prefetto ha letto male.

  PRESIDENTE. Forse non ci siamo capiti, come si dice eufemisticamente.

  ANDREA VECCHIO. Forse non ci siamo capiti. Ad aprile del 2014, quindi due mesi dopo le perplessità, c’è una terza edizione del protocollo di legalità. La seconda dov’è ? Quando è stata fatta ?
  Lei ha chiesto ai carabinieri e alla polizia un certo numero di funzionari per rafforzare la squadra che lei intende mettere su. Come mai non ha chiesto un funzionario o dei funzionari all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, che è la più specialistica che c’è in Italia ? Se si devono controllare dei bilanci, la guardia di finanza va bene, ma se si deve controllare la gestione dei contratti, non ci sono autorità più specializzate dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici.
  Inoltre, chi sono i soggetti che sottoscrivono i protocolli di legalità ?
  Per quanto riguarda la piattaforma Expo, come mai ci è voluto tanto tempo per mettere a punto una piattaforma informatica ? Se si fosse trattato di un'impresa privata, li avrebbe mandati via a calci dopo una settimana. Quanto è costato allo Stato italiano, a noi, a me, a lei personalmente, questo «pasdaran» di piattaforma informatica ? Vogliamo sapere quanto è costata al Paese questa piattaforma informatica che non funziona.

  DAVIDE MATTIELLO. Sarò rapido. A sostegno di quanto già sottolineato criticamente dalla presidente, noi in Piemonte siamo a conoscenza di intercettazioni relative a operazioni, come operazione Minotauro, nelle quali le intercettazioni di dialoghi sono del tipo «prima o poi mangeremo anche caviale e berremo champagne, ma intanto va bene pure un panino», alludendo precisamente al valore delle attività e degli appalti e all'interesse che la criminalità organizzata ha di accaparrarsi anche gli appalti di scarso valore economico, perché questo comporta presenza sul territorio, posti di lavoro e quant'altro.
  È una domanda che pongo solo a sostegno di quanto già detto dalla presidente, in attesa delle precisazioni che voi vorrete fare.
  Anche la seconda domanda è in sintonia con le migliori forze da dedicare a questo lavoro, che aumenterà senz'altro. In questi giorni si sta parlando del ruolo del commissario Raffaele Cantone. Secondo la vostra valutazione, quale ruolo e quali poteri deve avere Cantone, affinché la sua applicazione sia efficiente ed efficace, e non sovrapposta o ingolfante ? Grazie.

  LUCREZIA RICCHIUTI. A supporto di quanto diceva il mio collega Mattiello, anche nell'indagine Crimine infinito ci sono intercettazioni del 2008 e 2009 dove gli ’ndranghetisti parlano di Expo e dicono che a loro non interessa prendere lavori grossi, ma lavori piccoli. Parlavano, per esempio, del catering e della pulizia. Erano interessati a lavori di minore entità, perché minori sono anche i controlli. Loro lo sanno e su questo, secondo me, puntano.
  A me ha fatto un po’ impressione la frase che ha detto lei, signor prefetto, quando ha detto che l'Expo non deve essere offuscata dalla benché minima ombra della presenza della mafia. Io credo che sia già offuscata: la ’ndrangheta c’è lì dentro e lavora. Questo non lo dico io. Lo abbiamo sentito da persone che studiano il fenomeno. Cerchiamo di contenere il danno.
  Credo che sulla carta noi abbiamo dei controlli che vanno benissimo, come lei ci ha raccontato oggi. Credo però che, nei fatti, per fare tutto quello che c’è scritto in quelle carte, bisogna avere un numero di forze dell'ordine e di uomini della DIA molto imponente e non penso che questa sia la realtà. Affermare che ci sono stati 66 accessi la dice lunga sul fatto che i controlli non sono stati fatti. Questa è la verità. Nel 2009 sono stati fatti due controlli. Prima avete fatto l'elenco. Quei numeri stanno a indicare che i controlli non sono stati fatti.Pag. 21
  D'altronde, c'era anche un prefetto, quello che la precedeva, che diceva che la ’ndrangheta a Milano e in Lombardia non c'era. Anche il sindaco Moratti diceva che le mafie a Milano e in Lombardia non c'erano. Questo forse la dice lunga sul fatto che i controlli non si sono fatti.
  A proposito dei controlli, io vorrei porle una domanda: quanti uomini ha a disposizione ? Un accesso può comportare il controllo di più aziende o di più cantieri. Per fare un accesso di un cantiere medio-piccolo ci vuole un giorno, a meno che voi abbiate a disposizione talmente tanto di quel personale da riuscire a fare più controlli in contemporanea. Peraltro, io ho assistito personalmente a dei controlli in alcuni cantieri. Un controllo è composto da più persone. Lo sapete meglio di me come è composto un controllo in un cantiere.
  Lei parla di 20 controlli. Sicuramente rispetto a prima è un numero altissimo, ma è bassissimo. Lì ci sono centinaia e centinaia di cantieri. Venti controlli in quattro mesi vuol dire che praticamente si fanno cinque controlli al mese, che, a mio avviso, rispetto alle dimensioni di Expo, sono pochissimi.
  Io credo che forse manchi il personale. A questo lei non ha fatto cenno. Io vorrei capire, come ha già chiesto la presidente, se effettivamente è sufficiente il personale che lei ha a disposizione, non solo quello della prefettura, ma anche quello della DIA, delle forze dell'ordine e dell'ARPA. Ad esempio, l'ARPA fa solo i controlli ad Expo e non ne fa più in regione Lombardia o da altre parti ? Sono stati potenziati questi numeri ? Figuriamoci che l'ARPA già non riesce a fare i controlli normali. Immagino cosa potrà fare in Expo.
  Io voglio capire se i numeri ci sono oppure se lei ci sta indorando la pillola, nel senso che ci dice che va tutto bene, mentre di fatto va tutto bene in teoria, ma manca il personale. Grazie.

  PRESIDENTE. Signor prefetto, qui ha alleati per rafforzare le sue truppe.
  Do la parola al prefetto per la replica.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Spero innanzitutto di aver preso nota di tutte le domande. Eventualmente, se sfugge qualcosa, interrompetemi.
  Innanzitutto, qua nessuno vuole indorare alcuna pillola. Le forze di polizia territoriali della provincia di Milano stanno lavorando sul problema con un'intensità assoluta e vi posso garantire che non ci sarà alcun cenno di cedimento, né operativo né tantomeno di carattere etico-morale, in materia di controlli sull'Expo.
  Mi è stata posta una domanda sui rinforzi in generale. In passato si è parlato di rinforzi che devono arrivare a Milano. Si parla di rinforzi che sicuramente il Ministero dell'interno manderà, ma si tratta di rinforzi generali, per gestire tutte le attività che saranno legate alla sicurezza dell'Expo e non al discorso dei controlli. Questo è un altro contesto. Parliamo di altre cose.
  Per quanto riguarda il discorso della Maltauro, io sono pronto a dare tutti gli elementi, però dovrò chiedere la segretazione. Procediamo sugli altri aspetti. La normativa cosa riguarda ? Noi non facciamo attività di controllo sui contratti. Facciamo attività di controllo antimafia su eventuali infiltrazioni nelle gare di appalto. Questa è l'attività che fa la prefettura. Non facciamo tutta la parte sul contratto in sé.

  PRESIDENTE. Chi la fa quella ? Nessuno ?

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. La stazione appaltante lo deve fare, non certo la prefettura. La prefettura svolge attività di controllo sulle infiltrazioni nelle gare di appalto, non nel contesto negoziale.
  Sul discorso dei 15 giorni rispondi tu, Taucer ?

  UGO TAUCER, capo di gabinetto della prefettura di Milano. Il controllo subentra tra il momento dell'aggiudicazione e l'ingresso in cantiere, proprio perché in quella fase vi sia la verifica e, se c’è il tentativo di infiltrazione, venga bloccata la ditta.Pag. 22
  Per un meccanismo di tutela del lavoro dell'impresa, nel codice è previsto che l'ingresso in cantiere, comunque decorsi 45 giorni inutilmente, avvenga. In caso di urgenza, i 45 giorni sono derogabili e diventano 15.
  Lo sforzo del meccanismo delle seconde linee guida era proprio volto a consentire che, attraverso l'incrocio della banca dati SDI con la banca dati DIA, nell'arco di 15 giorni le imprese potessero essere vagliate. In questo modo, si consente alle imprese di entrare, non in assenza di questo vaglio, alla cieca, come in alcuni casi in passato accadeva in attesa di una serie di verifiche, ma attraverso il controllo incrociato di queste due banche dati, che sono le più importanti e, quindi, danno un vaglio con un'attendibilità e una copertura delle ipotesi percentualmente molto elevate, con l'impegno previsto dalle direttive che la DIA ha emanato dopo la direttiva del Ministro dell'interno dello scorso 28 ottobre. L'impegno è che la DIA fornisca entro sette giorni il risultato della propria banca dati. L'incrocio di questi dati con quelli raccolti dall'aliquota di personale di polizia in prefettura, che ha accentrato la verifica della banca dati SDI, attraverso le interrogazioni che sono finalizzate a individuare le ipotesi ostative di legge, ci può dare comunque un primo vaglio, che consente alle imprese di entrare con una ragionevole indicazione che non vi siano quelle ipotesi più gravi che porterebbero poi a un'interdittiva automatica.
  Se vengono fuori ipotesi di reato diverse, meno gravi o indizianti (per intenderci, quelle che in passato potevano condurre, ad esempio, a un'informazione atipica), la liberatoria provvisoria non viene data, la pratica continua a essere lavorata, con gli approfondimenti.
  I 15 giorni in realtà non sono un abbassamento, ma sono un uniformarsi alla clausola di salvaguardia rispetto all'ingresso in cantiere, che avverrebbe comunque, per far sì che vi sia un primo vaglio e che le ditte entrino con almeno una ragionevole indicazione di assenza di motivi ostativi.
  L'aver accentrato l'attività di controllo delle banche dati sulla prefettura consente alla DIA e alle altre forze di polizia di sgravarsi di questi controlli a tavolino e di andare nei cantieri nell'immediatezza dell'ingresso delle ditte, per verificare sul campo se il personale che c’è è registrato e privo di precedenti. Alcune delle interdittive e alcuni degli approfondimenti nascono proprio dalle risultanze che sono avvenute con i controlli sui cantieri.
  Altri accessi vengono fatti, per esempio, direttamente nelle imprese, per andare a ricostruire i rapporti contrattuali, proprio in relazione a quegli intrecci e a quelle relazioni che emergevano prima, quando nella parte segretata si è fatto il nome di alcune aziende che erano interdette e si è parlato dei loro rapporti contrattuali.
  Come dicevo prima, è un'attività dinamica e non automatica, perché necessita inevitabilmente di riscontri, seppur indiziari e che non costituiscono prove, con una finalità amministrativa. Noi ci avvaliamo delle forze di polizia, così come fa l'autorità giudiziaria, ma lo facciamo sul piano amministrativo e non sul piano investigativo di indagine penale. Sono due cose diverse.

  GIULIA SARTI. La mia domanda era: se in quei 15 giorni il controllo incrociato dei dati e questo primo vaglio non si riescono a fare, loro entrano nei cantieri ?

  UGO TAUCER, capo di gabinetto della prefettura di Milano. Sì, ma questo è quello che avveniva sistematicamente nella prima fase. Lo abbiamo dimostrato con i numeri: il 63 per cento delle imprese circa un anno fa entrava senza che vi fosse il completamento nemmeno di questo primo vaglio. Oggi l'80 per cento delle società è nel cantiere perché ha una liberatoria provvisoria, attraverso questo primo vaglio, che ci dà un ragionevole conforto anche in termini di valenza statistica, perché, come dicevo, quelle due banche dati coprono una percentuale molto elevata delle risultanze potenzialmente indizianti. Il resto viene approfondito. Non si rilascia la liberatoria provvisoria. Su quello viene acceso un riflettore.Pag. 23
  Le forze attive, dinamiche, liberate dal lavoro burocratico che si è accollata la prefettura, grazie alle procedure speditive, possono andare a fare i controlli sul campo immediatamente. Sarà anche poco, ma comunque cinque accessi al mese sui cantieri, che consentono di controllare plurime aziende in aree di cantiere, se rapportati al trend dal 2009, rappresentano un dato comunque significativo, a risorse invariate, ma impiegate con criteri diversi. Coloro che hanno fatto i cinque controlli al mese nel 2014 prima stavano alla scrivania. Oggi stanno nel fango del cantiere e vanno a controllare.
  Controllano anche grazie al fatto che le piattaforme, pur migliorabili e pur soggette a un miglioramento continuo, consentono, per esempio, di fare una verifica immediata con i badge delle presenze in cantiere e di incrociare i dati per vedere se ci sono persone non autorizzate all'interno. È anche il sistema informatico che consente al personale di operare i controlli con un po’ più di fattività.
  È tutto assolutamente migliorabile (ci mancherebbe altro). Lo sforzo che si è fatto è quello di incidere sui meccanismi organizzativi, come affermava prima il signor prefetto, affinché i controlli siano, non solo affermati, ma sostanziati. È chiaro che tutto è migliorabile. Avendo un esercito a disposizione, ci si va anche tutti i giorni. A risorse invariate, i numeri hanno assunto un trend diverso. Questa non è una vanteria, ma è un dato di fatto.
  In termini assoluti probabilmente è una percentuale che ancora non copre la totalità, ma in termini comparativi è comunque un miglioramento del trend. Il 2 per cento di interdizioni sul totale dell'attività svolta è comunque una percentuale significativa. Possiamo discutere su che cosa rappresenti (una frazione, una sconfitta o un successo), ma è comunque segno di una presenza e di una capacità di intercettare le attività infiltrate. Oggi cerchiamo di farlo nella fase iniziale del contratto. Qualche interdittiva nel passato è arrivata a cantiere chiuso. Forse è meglio farlo a cantiere appena avviato.
  Lo sforzo è volto a ottenere questo risultato, attraverso l'alleggerimento dell'impegno burocratico della polizia, che deve andare sul campo, e l'alleggerimento delle procedure sull'attività d'ufficio, che viene accollata al personale civile coadiuvato da quello di polizia.

  GIULIA SARTI. I controlli vengono effettuati anche nei confronti di familiari, conviventi, sindaci e revisori dei conti o solo nei confronti dei proprietari e degli amministratori delle società ?

  UGO TAUCER, capo di gabinetto della prefettura di Milano. Le linee guida uno e due sono rimaste vigenti, quindi quando si fa il controllo lo si fa con i criteri delle linee guida precedenti. Si controllano tutti.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Se mi permette, do molto velocemente dei flash di risposte alle domande che sono state poste.
  Innanzitutto, mi è stato chiesto come mai non sono stati intercettati gli arresti. Io vorrei precisare che, tranne due (Maltauro e quel responsabile di attività in Expo), gli altri riguardano ambiti e contesti completamente diversi. Sulla Maltauro, io sono pronto a segretare, ma, se permette, rispondo anche alle altre domande.
  Perché non è stata coinvolta l'autorità di controllo sugli appalti ? L'autorità di controllo sugli appalti fa già parte della sezione specializzata, quindi ogni settimana è presente il funzionario e svolge la sua attività insieme a noi in questa sinergia operativa che è nostra.
  I protocolli di legalità sono sottoscritti dalle autorità che, di volta in volta, sono chiamate in causa (le stazioni appaltanti, il prefetto, il comune, la società Expo), a seconda del protocollo di legalità.
  Per quanto riguarda i tempi per la piattaforma informatica, lei diceva che nel privato sarebbero stati cacciati, o comunque ci si sarebbe comportati diversamente. Signori, chiedetelo ad Expo.

  PRESIDENTE. Si dà il caso che sia privata.

Pag. 24

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Su queste vicenda della piattaforma la prefettura non è assolutamente in causa.

  PRESIDENTE. Se un sistema informativo funziona così bene ed è così utile, il dubbio che non si sia fatto partire per tempo, perché poteva scomodare qualche cosa, chiaramente sorge.
  L'Autorità anticorruzione che è stata nominata dal Presidente del Consiglio si pone come obiettivo la trasparenza. La trasparenza ci sarebbe già stata dal primo momento, se questa piattaforma informativa avesse funzionato. Sbaglio, prefetto ?

  GIULIA SARTI. Quando noi abbiamo fatto quella missione il 16 e 17 dicembre, ci è stata presentata, non solo da parte sua, ma da parte del Ministro Alfano e da parte di tutte le persone che sono state audite, una struttura mastodontica di controlli, tra GICEX, DIA e prefettura, in collaborazione con la DNA e con la DDA. Poi, due mesi dopo, quel sistema ha presentato delle falle incredibili. È da lì che nascono i nostri dubbi.

  PRESIDENTE. I controlli contro la mafia di per sé con la corruzione non c'entrano, salvo quello che ci verrà risposto sulla Maltauro. Prosegua, prefetto. Scusi tutti noi.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Anche sulla Padana strade risponderemo poi in modo segretato.
  Per quanto riguarda il commento generale sul discorso delle linee guida, continuo a sostenere che se ci sono dei controlli efficaci, rapidi e incisivi, una semplificazione di per sé non significa depotenziamento. Si possono fare tanti altri discorsi, ma la semplificazione non è uguale al depotenziamento, nel modo più assoluto. Una burocratizzazione eccessiva significa creare delle condizioni naturalmente favorevoli affinché prolifichino delle libertà di comportamento assolutamente non in linea con l'ordinamento.
  Per quanto riguarda i poteri del dottor Cantone, scusate, ma mi rimetto completamente al Governo. Questo esula dal potere di risposta che mi è attribuito.
  A proposito del discorso che ho fatto sull'offuscamento, guardate che tutto quello che si è fatto e si farà sarà la dimostrazione che l'Expo, non solo, secondo me, si deve fare, ma dovrà apparire agli occhi del mondo come un evento in cui lo Stato è intervenuto in modo rigoroso, forte, efficiente e incisivo, a prescindere dalle valutazioni che oggi abbiamo fatto, perché c’è una forte attività di controllo. Analizzeremo e valuteremo gli esiti finali il 30 aprile, il giorno prima dell'apertura dell'Expo.
  Per quanto riguarda il discorso sui controlli nei cantieri, i controlli vengono fatti, però naturalmente vanno razionalizzati e ottimizzati, perché nel momento in cui vanno in un cantiere contemporaneamente più forze di polizia, l'Asl e l'ufficio del lavoro, si blocca completamente un cantiere per una giornata. Bisogna fare i controlli in modo ugualmente efficiente, senza fare sconti a nessuno.
  Io, nella mia attività, intesa come attività antimafia svolta da me e da tutto lo staff che dirigo, non ho mai fatto sconti, né dal punto di vista operativo – lo ripeto – né dal punto di vista procedurale.
  Bisogna ottimizzare le cose. Se si va in un cantiere il prefetto deve coordinare, per evitare, ove possibile, che ci vadano tutti insieme a bloccarlo completamente. Ove invece ci sia bisogno di un controllo congiunto, certamente lo si fa.
  Sono attività di approfondimento. I controlli non sono automatici, se non quando occorre fare un approfondimento su un cantiere. In quel caso, si decide in sezione specializzata di effettuare un controllo e, a quel punto, si stabilisce chi lo fa e il prefetto fa il coordinamento per quanto riguarda i controlli svolti dalle forze di polizia. Questo non l'abbiamo deciso in sezione specializzata, ma in Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.Pag. 25
  Per quanto riguarda invece le strutture che dipendono da altri enti (ARPA, ASL eccetera)...

  PRESIDENTE. Anche il comune ne ha fatti.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Certamente. Anche le ASL e l'ARPA ne hanno fatti.
  Per quanto riguarda le forze di polizia e altre componenti dello Stato, per esempio i vigili del fuoco che vanno a fare i controlli per verificare il rispetto di tutta la normativa, quantomeno per la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, i controlli vanno coordinati e vanno fatti in modo razionale e ottimizzato.

  PRESIDENTE. Propongo di procedere in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Comunico che, in via del tutto eccezionale, abbiamo consentito al vicepresidente Gaetti di insediare il comitato sul Nord, perché avevamo chiamato il prefetto e il procuratore di Mantova per il caso Viadana e ci sembrava corretto sentirli. Ci tenevo a dire questo.
  Vorrei anche dire, in conclusione, che un conto sono i controlli antimafia, e non è pensabile che imprese i cui titolari hanno queste condanne e questi comportamenti possano continuare a partecipare ad appalti pubblici. Non è pensabile. Come un politico viene interdetto dai pubblici uffici, per un'impresa che viene condannata per turbativa d'asta e per tutte queste meravigliose cose (corruzione, concussione e quant'altro), nella condanna ci dovrebbe essere in automatico l'interdizione dalla partecipazione ad appalti pubblici.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. La Maltauro è stata condannata. Gli altri sono tutti indiziati.

  PRESIDENTE. Ho capito, ma almeno in caso di condanna dovrebbe essere così. La legislazione sugli appalti va rivista.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Se aspettiamo i tempi delle condanne...

  PRESIDENTE. Metteremo il rinvio a giudizio, come per noi politici. È la stessa cosa.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Ci vuole una norma.

  PRESIDENTE. Bisogna farla. Ho capito. Non bastano le linee guida per queste cose. Lo so perfettamente.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Immediatamente ci atteniamo.

  PRESIDENTE. Intorno alle 18.00 dovremmo essere alla Camera. Gaetti sta presiedendo il comitato. A questo punto farei fare la dimostrazione di come funziona il sistema informativo. Quanto tempo le occorre ?

  LUIGI CARBONI, assistente amministrativo della prefettura di Milano. È velocissima.

  PRESIDENTE. Allora, fatecela vedere.

  ANDREA VECCHIO. Io sto aspettando la risposta su Padana strade.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Vecchio.

  FRANCESCO PAOLO TRONCA, prefetto di Milano. Ci riserviamo di mandarvi tutto appena abbiamo qualcosa.

  LUIGI CARBONI, assistente amministrativo della prefettura di Milano. Le domande avevano a che fare anche con l'assetto societario e con altre notizie che non abbiamo.

Pag. 26

  PRESIDENTE. Non le avete. Va bene. Ce le manderete. Sentiamo l'esposizione sulla piattaforma informativa, che credo sia importante.

  LUIGI CARBONI, assistente amministrativo della prefettura di Milano. La definitiva ?

  PRESIDENTE. A dire il vero, queste sono le informazioni che ci sono venute da Expo: «Come richiesto, su indicazione del dottor Sala, le comunico che la piattaforma è funzionante (ottobre 2013). Attualmente è stato dato un incarico alla società WIIT. È in corso una gara pubblica, che si chiuderà entro fine mese, per fare l'affidamento definitivo».
  Consentiteci di dire che anche questa vicenda è assolutamente singolare e inquietante. Vediamo come funziona il progetto. A voi risulta tutto questo percorso ?

  UGO TAUCER, capo di gabinetto della prefettura di Milano. Il percorso no. Noi ci siamo occupati di garantire la funzionalità del sistema e la piena fruibilità per noi. SIPREX è questa attuazione, che va oltre il protocollo di legalità. Infatti, era prevista la piattaforma (la piattaforma in sé è SIGEXPO), mentre SIPREX è un elemento che consente la messa in rete delle piattaforme di tutte le stazioni appaltanti.
  Incidentalmente abbiamo appreso di problemi della società inizialmente aggiudicataria nelle riunioni continue di cui abbiamo dato conto (poi siamo stati interrotti). Il sistema non era pienamente fruibile e non era funzionante al 100 per cento. Ci è stato detto che uno dei motivi dei ritardi di attuazione era legato a vicende interne della società aggiudicataria, sulle quali noi non siamo entrati, perché, fra l'altro, è una società che è stata controllata con i parametri di Expo in precedenza, ma non rientrerebbe nel novero delle società cui si applica il protocollo Expo.
  Per noi il focus è la funzionalità del sistema, che Expo ci ha garantito. Finora Expo ha comunque adempiuto a questa garanzia, con qualche lentezza in più del previsto e andando oltre, su nostra precisa richiesta, mettendo in rete anche le altre piattaforme informatiche.
  Non siamo entrati nel dettaglio della vicenda dell'appalto. Ci risultavano problematiche, ma non avevamo il titolo per farlo.

  PRESIDENTE. Io ho un'altra domanda: dagli organi di stampa risulta che è Milano fiera che dovrà gestire tutta la fase organizzativa del periodo espositivo, con una sorta di affidamento unico. Se così fosse, significherebbe che si va verso una parcellizzazione dei contratti infinita e rischiosissima.
  I nostri dubbi sulle linee guida nascono anche da questo.

  UGO TAUCER, capo di gabinetto della prefettura di Milano. Le notizie dicevano che era un'ipotesi di lavoro, rispetto alla quale Milano fiera ha dichiarato che può farlo solo nella misura in cui ci sia una norma che lo consente. Diversamente, si va in violazione del codice degli appalti.

  PRESIDENTE. Quella norma che lo consente dovrebbe anche prevedere, come minimo, che Milano fiera, prima di avere l'assegnazione, dica chi sono tutte le ditte delle quali intende servirsi per svolgere le varie mansioni.

  UGO TAUCER, capo di gabinetto della prefettura di Milano. Penso che abbia proprio questa finalità. Tuttavia, ripeto che è un'ipotesi di stampa. Lo abbiamo appreso dalla stampa anche noi.

  PRESIDENTE. Allora vediamo questo sistema che ha comportato tante vicissitudini, peraltro non ancora finite.

  LUIGI CARBONI, assistente amministrativo della prefettura di Milano. Prima della presentazione, farei una brevissima introduzione, perché il signor perfetto non è arrivato a spiegare un punto: dal febbraio 2013 la società Expo si è resa disponibile a realizzare una piattaforma unica e riservata, funzionale alle esigenze Pag. 27dell'ufficio di supporto, e ad autorizzarla come unica interfaccia con tutte le altre stazioni appaltanti delle opere connesse ad Expo, per acquisire i dati necessari alla trattazione prefettizia. Expo si è assunta l'onere dei costi di realizzazione, di manutenzione ed evoluzione della piattaforma fino al termine dell'evento.
  La nuova piattaforma, denominata «SIPREX», viene presentata alle altre stazioni appaltanti (M5, ILSPA e TEM) il 18 febbraio 2013, al fine di verificare le disponibilità di integrazioni con le rispettive piattaforme. Si susseguono numerosissime riunioni di carattere tecnico, che portano allo sviluppo della piattaforma.

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, ma io purtroppo devo andare in Aula, il vicepresidente è occupato da un'altra parte e la Sarti deve andare in Aula.
  Pertanto, concludiamo la seduta. Naturalmente noi acquisiamo agli atti tutte le parti scritte. Credo, però, che per i nostri consulenti e ufficiali di collegamento, nonché per la segreteria della Commissione, sarebbe utile avere una dimostrazione di come funziona il meccanismo. Naturalmente ci scusiamo. Questo sarebbe molto apprezzato da parte nostra. Noi ce ne dobbiamo andare tutti, perché dobbiamo andare a votare, quindi vi lasciamo ai nostri consulenti. Alla dimostrazione assistete voi e noi andiamo a votare. Grazie.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 17.25.