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XVII Legislatura

Commissione parlamentare per le questioni regionali

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 28 maggio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Balduzzi Renato , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, sulle linee programmatiche dell'azione del Governo in materia di autonomie territoriali:
Balduzzi Renato , Presidente ... 3 
Lanzetta Maria Carmela , Ministro gli affari regionali e le autonomie ... 3 
Balduzzi Renato , Presidente ... 7 
Del Barba Mauro  ... 7 
Balduzzi Renato , Presidente ... 7 
Kronbichler Florian (SEL)  ... 8 
Balduzzi Renato , Presidente ... 8 
Plangger Albrecht (Misto-Min.Ling.)  ... 8 
Balduzzi Renato , Presidente ... 9 
Lanzetta Maria Carmela , Ministro gli affari regionali e le autonomie ... 10 
Balduzzi Renato , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
RENATO BALDUZZI

  La seduta comincia alle 14.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, sulle linee programmatiche dell'azione del Governo in materia di autonomie territoriali.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, sulle linee programmatiche dell'azione del Governo in materia di autonomie territoriali. Come sapete, è un'audizione prevista legislativamente. Abbiamo poi una seconda audizione del Ministro, questa volta nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle questioni connesse al regionalismo ad autonomia differenziata.
  Pertanto, ci sarà prima una relazione del Ministro, che ringrazio per la disponibilità, dopodiché daremo spazio a interventi e domande, a cui il ministro risponderà in una ulteriore audizione, in altra data. A seguire, avremo, invece, l'audizione nell'ambito dell'indagine conoscitiva.
  Do ora la parola al Ministro Lanzetta per lo svolgimento della relazione.

  MARIA CARMELA LANZETTA, Ministro gli affari regionali e le autonomie. Rivolgo un saluto al Presidente e a tutti i componenti della Commissione. Vi illustrerò gli obiettivi che intendo perseguire nelle materie a me delegate dal Presidente del Consiglio dei ministri, tenendo anche conto delle iniziative già intraprese in questi primi mesi di azione di governo.
  In questa fase di profonda riforma degli assetti istituzionali del nostro Paese, come ministro sono chiamata a svolgere il ruolo delicato e cruciale di assicurare il coordinamento tra Stato centrale e autonomie. Intendo sviluppare la mia azione lungo due linee direttrici strettamente correlate: contribuire alla rapida e armoniosa attuazione delle riforme in atto e supportare in modo concreto regioni ed enti locali nei processi di trasformazione che li vedono e li vedranno sempre più protagonisti.
  Gli ulteriori interventi sui quali sto lavorando avranno anch'essi come denominatore comune la ricerca di una sinergia forte tra centro e autonomie territoriali, con l'obiettivo di contribuire insieme al miglioramento effettivo delle condizioni sociali ed economiche dei nostri territori. Mi riferisco all'attuazione dei programmi di spending review nelle amministrazioni locali e alla diffusione di una cultura improntata alla legalità e alla lotta alla corruzione.
  Con queste premesse, intendo soffermarmi innanzitutto sui processi riformatori in atto. La riforma costituzionale si pone l'obiettivo di ridisegnare l'architettura istituzionale delle nostre assemblee rappresentative, consentendo la partecipazione a livello più alto di regioni e autonomie territoriali. Si tratta di una riforma che, tra le altre cose, mira a superare Pag. 4l'attuale situazione di conflittualità, confusione e sovrapposizione di competenze.
  Proprio con riferimento al testo del nuovo Titolo V e al fine di garantire che la riforma in atto sia in grado di valorizzare le specificità territoriali e promuovere un federalismo dinamico, dotato di strumenti di adeguamento ai mutamenti del contesto istituzionale generale, vi sono alcuni aspetti che mi preme evidenziare e sui quali è mia intenzione partecipare attivamente al dibattito in corso.
  Sarebbe, innanzitutto, opportuno rafforzare la previsione di ulteriori forme e condizioni di autonomia da attribuire alle regioni che dimostreranno di sapervi fare fronte e prevedere meccanismi che consentano di specificare il contenuto delle materie e delle funzioni ripartite tra i livelli di governo.
  Inoltre, per favorire il dialogo strutturato tra Stato e territori ritengo utile l'inserimento nell'articolo 118 della Costituzione del riferimento alla promozione, con legge dello Stato, di forme di cooperazione amministrativa tra livelli di governo. Occorre, poi, rimeditare il ruolo delle conferenze, avviando una riflessione seria sulla loro organizzazione e sulla loro composizione, onde valorizzarne la funzione di luoghi di discussione e soluzione su tante questioni e decisioni amministrative che necessiteranno di un sempre più attento confronto.
  Infine, per rafforzare la portata del governo del territorio «di area vasta», riterrei utile l'inserimento della possibilità per le regioni di conferire, nell'ambito delle proprie competenze, ulteriori funzioni amministrative.
  Nel frattempo la legge n. 56 del 2014 ha posto le basi per una riorganizzazione effettiva del territorio dello Stato e delle autonomie in cui esso si articola.
  È necessario che l'attuazione delle disposizioni introdotte si realizzi in tempi brevi, ma anche con cura. Per far ciò è ovviamente indispensabile il contributo di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, onde evitare cortocircuiti nel trasferimento delle funzioni ai nuovi enti e consentire ai cittadini di testare con mano, il prima possibile, i vantaggi che conseguiranno dalle nuove misure strutturali.
  L'articolo 1, comma 149, della legge n. 56 del 2014 attribuisce al Ministro per gli affari regionali il compito di predisporre appositi programmi di attività per assicurare il rispetto dei termini previsti per gli adempimenti e la verifica dei risultati ottenuti. A tal fine intendiamo avvalerci, tramite riuso, quindi senza costi aggiuntivi, di un sistema di monitoraggio informatico già sperimentato da altra amministrazione, che consentirà di conoscere in tempo reale lo stato di avanzamento delle iniziative in corso.
  Ho altresì provveduto a convocare due distinti tavoli tecnici, che stanno già lavorando. Il primo, composto dai rappresentanti dei ministeri, sta operando una ricognizione delle funzioni e dei compiti che sono stati nel frattempo trasferiti alle province e che dovranno ora essere trasferiti agli uffici subentranti. Il secondo sarà sede di confronto e condivisione, con ANCI, con l'UPI e con la Conferenza delle regioni e delle province autonome, delle iniziative che verranno di volta in volta intraprese a livello governativo.
  In entrambi i casi, è forte la collaborazione con il Ministero dell'interno, con il Ministero dell'economia e delle finanze, nonché con il Ministro della semplificazione e della pubblica amministrazione.
  Vi è, però, un aspetto ulteriore di cui mi preme sottolineare l'importanza. Ogni riforma, per divenire efficace e dispiegare pienamente i propri effetti, necessita di essere innanzitutto ben compresa e fatta propria. Ciò vale per questa in particolare, per i molti elementi di novità e per la molteplicità degli attori istituzionali coinvolti.
  Per tale ragione intendo promuovere l'attuazione di un vero e proprio percorso di formazione, con la finalità, da un lato, di evitare interpretazioni e attuazioni disomogenee delle nuove disposizioni e, dall'altro, di dare affiancamento e sostegno, come Governo, agli amministratori locali lungo questo percorso comune.Pag. 5
  Un'ulteriore priorità di questo Governo è sicuramente rappresentata dall'attenzione ai temi della spending review. In considerazione delle funzioni di coordinamento e monitoraggio delegatemi, è mia intenzione operare su due distinti fronti: da un lato, svolgere un ruolo di impulso ai fini di una celere e compiuta attuazione delle nuove norme adottate – in primis il decreto-legge n. 66 del 2014 – dall'altro, offrire un concreto supporto alle autonomie affinché sia garantita, nel rispetto dei tempi previsti, l'efficacia delle misure introdotte.
  Ritengo, pertanto, opportuno intraprendere un'azione di raccordo, sviluppando un confronto continuo con i soggetti interessati sugli aspetti più prettamente operativi, anche eventualmente definendo dei piani temporali scadenzati per ogni ambito d'intervento.
  Segnalo che con le province autonome di Trento e Bolzano e con la regione Friuli-Venezia Giulia questo percorso è già iniziato. Un altro aspetto su cui il decreto-legge n. 66 del 2014 (spending review) è intervenuto riguarda l'aggregazione della domanda pubblica di beni e servizi e il ruolo delle centrali di committenza. È stato previsto, in particolare, il riordino dei cosiddetti «soggetti aggregatori», mentre ulteriori disposizioni sono finalizzate ad ampliare l'obbligo di ricorso al sistema delle convenzioni quadro e delle piattaforme elettroniche di acquisto, nonché ai benchmark di riferimento.
  Viene, altresì, incentivato il ricorso alle forme associative tra comuni nell'acquisto di beni e servizi in modo da ridurre la frammentazione eccessiva di stazioni appaltanti sul territorio nazionale e ottenere risparmi significativi sui costi di gestione delle procedure di gara.
  Anche su questi profili mi impegnerò attivamente con funzione di supporto, ausilio e assistenza a favore dei diversi attori coinvolti. Al fine poi di valorizzare le centrali di acquisto regionali, compito che mi è stato delegato, mi adopererò affinché sia favorito il più possibile un processo di centralizzazione a livello regionale e di piena informatizzazione delle procedure di gara.
  In questo contesto, Consip potrebbe svolgere un'azione di advisor a favore delle centrali di acquisto regionali, con funzione di supervisione e indirizzo. Il ruolo di Consip, centrale di acquisto nazionale, si tradurrebbe su questo fronte nel supporto al processo di e-procurement che occorre sviluppare anche a livello regionale, così da esportare in ogni centrale di acquisto operante sul territorio strumenti di gestione informatizzata delle procedure di gara già sperimentati e consolidati.
  Credo che operando in tal senso possa agevolarsi la costruzione di un modello «a rete» che favorisca la collaborazione e lo scambio di best practices nei processi di selezione. È, inoltre, mia intenzione – si tratta di un tema strettamente correlato al precedente – promuovere la permeazione a livello di regioni e autonomie territoriali dei principi di concorrenza, non solo con riferimento all'acquisizione di beni e servizi tramite procedure a evidenza pubblica, ma anche nell'esercizio dell'attività legislativa o regolamentare. La violazione dei principi di concorrenza risulta, infatti, spesso alla base non soltanto di distorsione dei mercati locali, ma anche della lievitazione dei costi per le amministrazioni interessate.
  Voglio ora soffermarmi su alcuni aspetti della mia azione di governo che definirei settoriali. Si tratta, infatti, di interventi su misura con i quali tenterò di dare una risposta concreta ad alcune problematiche che, come l'esperienza diretta a contatto con le comunità locali mi ha insegnato, devono essere affrontate con particolare urgenza.
  Vi è innanzitutto il tema della concreta fruibilità dei servizi nelle cosiddette «aree interne» e nelle aree montane. Occorre non soltanto sostenere, ma anche valorizzare simili realtà territoriali, partendo da un'idea cooperativa dei rapporti tra le articolazioni periferiche dello Stato centrale e i piccoli comuni.
  Considero doveroso poi salvaguardare, con misure ad hoc, le scuole che operano Pag. 6nelle aree geograficamente svantaggiate, affinché sia valorizzato e tutelato il ruolo sociale ed educativo che esse svolgono nei territori di riferimento. È quindi mia intenzione, operando con il necessario coinvolgimento del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di aprire un dialogo con l'ANCI in merito alle richieste presentate nel corso dell'audizione tenuta, nelle Commissioni riunite V e VII, lo scorso 28 aprile sulla proposta di legge C. 65 dell'onorevole Realacci ed altri.
  Un ulteriore tema che ritengo fondamentale nell'attività del mio ministero attiene alla tutela delle minoranze linguistiche riconosciute sul territorio nazionale, che devono essere tutelate e valorizzate in considerazione del ruolo fondamentale che svolgono sul fronte della coesione sociale e anche dello sviluppo economico dei rispettivi territori.
  Al tempo stesso è necessario sviluppare una politica efficiente di ascolto dei territori. Tanti sono gli ambiti nei quali questo è indispensabile. Ne cito due: l'emergenza immigrazione, che vede alcuni territori in prima linea, e i dissesti sismici e idrogeologici, che hanno profondamente segnato alcune regioni.
  Altro tema a me caro è la lotta alle infiltrazioni della criminalità e alla corruzione. Sono convinta che in ogni realtà territoriale, dal nord al sud, occorra promuovere con forza una vera e propria cultura della legalità, supportando e sviluppando progetti educativi e informativi, mobilitando la collettività civile, aprendo sedi di dibattito e confronto su questi temi.
  I condizionamenti della criminalità rappresentano, infatti, uno dei fattori principalmente in grado di incidere, paralizzandolo, sullo sviluppo culturale, sociale ed economico di ogni territorio in cui attecchiscono. Ecco perché lo Stato deve assistere le amministrazioni locali e fornire loro un adeguato supporto. Penso in particolare ai percorsi di risanamento che conseguono allo scioglimento dei consigli comunali, ma anche a misure di carattere preventivo da individuare insieme al Ministro dell'interno.
  Particolare attenzione deve, altresì, essere rivolta all'utilizzo dei beni confiscati affinché la funzione pubblica cui tali beni sono destinati risulti sempre effettiva. A tal fine, intendo incentivare il più possibile la stipulazione di accordi, intese, protocolli e altri strumenti di gestione associata tra le amministrazioni locali, anche mediante il coinvolgimento di cooperative o fondazioni no profit per l'utilizzo del bene a favore delle esigenze e delle istanze della collettività di riferimento.
  Un ulteriore ambito di intervento attiene alle difficoltà che soprattutto gli enti minori incontrano in ambito finanziario e che sono sintomatiche di disfunzioni interne che inevitabilmente conducono al dissesto. Vi fornisco un dato significativo, tratto dalla relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria degli enti locali per gli esercizi 2011-2012: dal 1989 al maggio 2013, in Italia, 479 comuni hanno dichiarato il dissesto finanziario. Anche in questo caso ritengo prioritarie delle azioni di assistenza e di supporto da porre in essere prima del verificarsi del dissesto e delle conseguenze negative che dallo stesso derivano.
  Penso all'introduzione di una sorta di due diligence di tipo aziendale sui conti degli enti locali a opera di rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, da attivare eventualmente anche su richiesta diretta degli stessi enti, che operi con funzione di controllo in chiave collaborativa nel rispetto dell'autonomia costituzionale e con esclusive finalità di ausilio e supporto.
  Vorrei poi soffermarmi brevemente sulla figura del segretario comunale, al centro di alcune riflessioni alle quali parteciperò attivamente nell'ambito della proposta di riforma varata dal Governo in materia di dirigenza pubblica. Il susseguirsi di norme avutesi in materia rende difficile, a oggi, attribuire ai segretari una precisa collocazione istituzionale, a causa della non coincidenza tra amministrazione di appartenenza (Ministero dell'interno) ed ente presso il quale prestano servizio (comune). Si tratta di incoerenze interne che è necessario dirimere.Pag. 7
  Un ulteriore ambito su cui il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie è chiamato a intervenire attiene al contenzioso costituzionale. Su questo fronte è forte la necessità di ridurre il più possibile il numero delle leggi sottoposte annualmente al vaglio della Consulta, al fine di evitare che il giudizio di legittimità dinanzi alla Corte perda quel carattere di eccezionalità e di extrema ratio che dovrebbe, invece, essergli proprio.
  Nelle more dell'adozione della riforma costituzionale, destinata a ridimensionare notevolmente quel margine di incertezza normativa che è causa di conflitto in sede giudiziaria, occorre sin da ora perseguire obiettivi di deflazione del contenzioso. In continuità con il lavoro svolto dal sottosegretario Delrio, che mi ha preceduto, intendiamo, pertanto, intensificare al massimo l'attività di confronto e mediazione con le regioni e le province autonome nella fase che precede l'eventuale impugnativa.
  Per concludere voglio svolgere una considerazione su quale ritengo debba essere il ruolo del Ministro per gli affari regionali e delle autonomie rispetto al Parlamento e alle Commissioni parlamentari. Provenendo da altre esperienze, ho avuto modo in questi mesi di attività da Ministro di rendermi conto dell'essenzialità del confronto costante con i parlamentari, che spesso, come me, vengono da esperienze di amministrazione locale e comunque conoscono le reali problematiche dei territori e spesso le possibili soluzioni. Per quanto in mio potere mi adopererò, quindi, per coinvolgere pienamente le istituzioni parlamentari e per raccoglierne suggerimenti e indicazioni.
  Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ministro, per questo quadro ampio. Mi riservo di dire qualcosa anch'io, ma prima do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MAURO DEL BARBA. La ringrazio, Ministro, della sua relazione. Mi scuso se dovrò essere breve nella domanda e soprattutto se poi dovrò assentarmi, perché alle 15 abbiamo un'importante seduta in Commissione bilancio. A questo riguardo approfitto per chiedere al Presidente, anche se mi rendo conto delle difficoltà, che i due rami del Parlamento tutelino maggiormente, soprattutto in questa fase politica, questa Commissione bicamerale, vista la centralità degli argomenti che qui vengono trattati.
  La relazione è talmente ampia che meriterebbe davvero un dibattito approfondito. Mi limito, però, a un aspetto, viste le premesse.
  Lei, Ministro, ha parlato anche di valutare l'opportunità di assegnare maggiori funzioni alle «aree vaste» a cura delle regioni. Subito dopo l'estate avremo una delicatissima fase di elezione dei nuovi organismi, con i trasferimenti di tutte le funzioni agli enti competenti. Sono certo che questo vi troverà già particolarmente attivi, ma credo che questo aspetto meriti una supervisione da parte dell'intero Consiglio dei ministri, e in particolar modo del suo ministero, perché la legge dettaglia in maniera sufficiente tutti questi passaggi, ma possiamo benissimo immaginare la delicatezza e la complessità di questo fenomeno. Quindi, una prima domanda è se prevedete un monitoraggio e un'assistenza particolarmente dedicata rispetto a questa fase di fine anno.
  Poi, in riferimento a quello che ci anticipava, le chiedo se queste maggiori funzioni sono un auspicio che intravede nell'ambito dell'attuale assetto legislativo, come una delle possibilità che già vengono fornite alle regioni e che quindi dovrebbero essere considerate durante questo periodo di fine d'anno, o se, invece, pensa a un ulteriore intervento legislativo correttivo o di diversa specificazione.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Del Barba. Solo per riscontrare puntualmente una sua osservazione, dico che è molto difficile, per tutte le Commissioni bicamerali, riuscire a evitare sovrapposizioni con i lavori di altri organi parlamentari. Non a caso, avevamo convenuto che ci saremmo Pag. 8ordinariamente ritrovati il mercoledì alle ore 8, proprio perché in questo modo è più semplice evitare di intersecare due diversi calendari di Aula e di Commissione.
  Quindi, la preoccupazione esiste, ma è attenuata, per quanto ci riguarda, dalla circostanza che stiamo articolando i lavori in due momenti, quello dell'esposizione delle linee programmatiche, che sono scritte, e quindi possono essere lette dai componenti della Commissione che non sono riusciti a essere presenti – in molti mi hanno detto che avevano vincoli relativamente alle Commissioni permanenti di appartenenza o attività di relatore o altre funzioni da esercitare – e quello successivo della replica del Ministro, per il quale chiederemo all'onorevole Ministro la disponibilità a essere con noi nella riunione ordinaria, ovvero alle ore 8 del mattino.
  Evito, se posso, di chiedere ad altri, che non siano i componenti della Commissione, questo sacrificio. Infatti, considero un po’ singolare, anche comparativamente, l'idea che una Commissione parlamentare si riunisca alle 8 del mattino. In ogni caso, dobbiamo fare in questo modo.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, signora Ministra. Il problema si pone anche per noi che la consideriamo la nostra Ministra, ovvero la Ministra di riferimento della nostra Commissione. Anche per questo, sia il Presidente sia noi colleghi che facciamo parte anche della Commissione affari costituzionali della Camera – che, in parallelo, ha in questo momento un'audizione con il suo collega Ministro dell'interno – abbiamo optato per lei.
  Lei ha parlato delle minoranze linguistiche, cui appartengo. Sono di Bolzano, come il collega Plangger. Sicuramente lei, da amministratrice locale, esperienza dalla quale proviene, ha sensibilità per i problemi reali. Le sottopongo, quindi, uno di questi che ha a che fare con la tutela delle minoranze.
  Siamo, infatti, una provincia di tre gruppi linguistici. Adesso, in nome del risparmio e della spending review, di cui ha parlato, dobbiamo sottostare anche noi a questi obblighi. Proporrei, però, di stare attenti a certi effetti collaterali.
  In particolare, parlo di un problema che è venuto a galla in questi giorni e che riguarda il gruppo linguistico italiano. Infatti, in sede di esame del decreto-legge n. 66 del 2014 su competitività e giustizia sociale, al Senato si è prospettata una razionalizzazione delle sedi regionali RAI per cui, delle tre redazioni, quella italiana verrà portata a Trento per risparmiare. I trentini vedranno salvare la loro sede. Tuttavia, l'effetto collaterale è la perdita per il gruppo italiano – che per tanti motivi, che non spiego, ma che sicuramente conosce, già si sente a disagio e sopraffatto dagli altri due, soprattutto dal nostro – di un punto di riferimento essenziale come l'unica voce pubblica.
  Questo può avere effetti deleteri sulla pacifica convivenza. Dunque, bisogna andar cauti su questo e trovare, eventualmente, altre forme di risparmio, perché questa via, che sembra più normale, vista dall'esterno, ha in effetti bisogno dell'attenzione e della sensibilità che sicuramente le appartengono. Penso, pertanto, che operando in questo senso darà un contributo alla pace nella nostra terra.

  PRESIDENTE Grazie, onorevole Kronbichler. Do la parola al collega Plangger.

  ALBRECHT PLANGGER. Apprezzo le dichiarazioni sulle minoranze linguistiche.
  Sono stato per tanti anni sindaco, quindi vedo la situazione da questo punto di vista e credo che ridurre il costo della politica nei piccoli comuni sia difficile. I miei assessori si sono guadagnati non una, ma cinque volte i loro soldi. Nei piccoli comuni, dove si lavora in un certo modo, loro devono fare tutto; sono amministratori e si curano di tutto. Si alzano la mattina alle 6, non alle 8. Insomma, non bisogna dare troppo peso a questo aspetto.
  Dobbiamo stare attenti a non fare troppa burocrazia. Abbiamo piccoli acquisti per fare i quali non si possono fare prima le procedure telematiche. I piccoli comuni devono lavorare in un altro modo; devono avere la possibilità di andare in un Pag. 9negozio di un paese di montagna e comprare qualcosa lì. Bisogna differenziare e trovare un sistema meno complicato. La nostra provincia ha approvato il limite di 1.500 euro. Tuttavia, dobbiamo dare una mano affinché tutta l'economia locale possa girare. Non dobbiamo sempre pensare che gli amministratori vogliono portarsi a casa qualche cosa. Più del 90 per cento di essi pensa al comune, non a se stesso.

  PRESIDENTE Se non ci sono altri interventi, farei un breve intervento anch'io, dopodiché passiamo alla seconda delle nostre audizioni di oggi. In particolare, vorrei segnalare tre punti.
  Il primo è chiedere al Ministro se non ritiene che vi sia un legame importante tra l'attenzione alla cosiddetta spending review e quella alla legalità.
  Depurata dai profili che giustamente gli onorevoli Kronbichler e Plangger mettevano in risalto, cioè quelli di una spending review non sempre capace di adeguarsi alle peculiarità delle singole situazioni, con uno sguardo d'insieme, l'attenzione a qualificare la spesa (perché spending review non vuol dire riduzione, ma revisione e riqualificazione della spesa) è strettamente connessa con le preoccupazioni di legalità, perché, normalmente, inefficienze e sprechi non stanno mai da soli, ma allignano meglio in un contesto di scarso rispetto della legalità. Su questo mi piacerebbe avere riscontro da parte del Ministro.
  La seconda considerazione riguarda la proposta di integrare l'articolo 118 della Costituzione, attribuendo alla competenza statale la promozione di forme di cooperazione amministrativa tra enti di governo. Su questo c’è un problema – può darsi che il Ministro ne voglia accennare nella seconda audizione di oggi; in ogni caso lo pongo come domanda – perché andando nella direzione che il disegno di legge costituzionale S. 1429 sembra percorrere e che anche questa proposta sembra confermare (ovvero di ricondurre maggiormente allo Stato la competenza in ordine alle forme di cooperazione, all'ordinamento degli enti locali, alla loro organizzazione e alle forme di cooperazione), realizzeremmo un sistema di ancora maggiore differenziazione tra regioni ad autonomia speciale e regioni ad autonomia ordinaria. La mia domanda è se questo indirizzo sia considerato saggio dal Ministro.
  La terza domanda riguarda il contenzioso costituzionale, rispetto al quale mi preoccuperei di chiedere al Ministro un approfondimento e una valutazione più ponderata perché ormai esso – lo dimostra anche il Rapporto 2013 del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) – è ricondotto a fattispecie molto particolari, prevalentemente legate all'interpretazione del coordinamento della finanza pubblica, una clausola molto elastica che, naturalmente, viene vista in modo diverso tra Stato e regioni.
  Il contenzioso costituzionale sulle materie di competenza legislativa concorrente, salvo questo profilo, è ormai residuale, perché la giurisprudenza costituzionale, in questi dodici anni, ha sicuramente concorso ad assestarlo. La preoccupazione, che è emersa anche in questa Commissione in alcune audizioni che abbiamo avuto, è che il nuovo sistema di riparto, togliendo le competenze concorrenti e portando norme generali, per alcuni profili, alla competenza esclusiva dello Stato e, per altri, alla residuale delle regioni e reintroducendo la necessità di interpretare nuovi elenchi, porti a una ripresa di un contenzioso anche in campi nei quali ormai non c’è praticamente più.
  Concludo con due osservazioni puntuali. Mi ha fatto molto piacere il riferimento all'impegno del Ministro per quanto riguarda un tema particolarmente caro a questa Commissione, cioè l'attenzione agli enti locali in predissesto o in dissesto finanziario. Infatti, questa Commissione ha segnalato più volte, nei pareri resi alle Commissioni permanenti, l'opportunità di arrivare, dal punto di vista normativo, a un assestamento migliore della normativa ormai stratificata in materia di dissesto finanziario.
  Infine, dico con il sorriso che, da parte dell'onorevole Kronbichler, si è detto che Pag. 10il gruppo linguistico italiano è stato sopraffatto da quello tedesco. Lo dico – ripeto – con il sorriso che caratterizza le relazioni tra di noi.

  MARIA CARMELA LANZETTA, Ministro gli affari regionali e le autonomie. Ho piacere di tornare in una successiva seduta per rispondere alle domande che ho ricevuto, perché sono molto importanti e anche perché nel lavoro che occorre fare non si può non tener conto delle deduzioni che nascono da queste Aule e da queste Commissioni, in modo tale che, nel rispondere, si possa insieme anche ridiscutere alcuni punti e alcuni princìpi.
  Data la materia così complessa, è importante la definizione di un percorso che sia condiviso nel miglior modo possibile. Sarà, quindi, interessante per noi valutare le domande che ci avete rivolto e le altre che, eventualmente, possono derivare dalla lettura della relazione, per poi tornare a rispondere e confrontarci ancora.

  PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente il ministro e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.