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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 31 di Mercoledì 11 giugno 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fico Roberto , Presidente ... 3 

Calendario dei lavori:
Fico Roberto , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del presidente e dei componenti del consiglio di amministrazione della Rai:
Fico Roberto , Presidente ... 3 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 3 
Fornaro Federico  ... 3 
Rossi Maurizio  ... 3 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 4 
Rossi Maurizio  ... 4 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 4 
Ranucci Raffaele  ... 4 
Airola Alberto  ... 4 
Fico Roberto , Presidente ... 4 
Gasparri Maurizio  ... 4 
Fico Roberto , Presidente ... 5 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 5 
Airola Alberto  ... 5 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 5 
Fico Roberto , Presidente ... 6 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 6 
Bonaiuti Paolo  ... 6 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 6 
Rositani Guglielmo , consigliere di amministrazione della Rai ... 6 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 7 
De Laurentiis Rodolfo , consigliere di amministrazione della Rai ... 7 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 8 
De Laurentiis Rodolfo , consigliere di amministrazione della Rai ... 8 
Airola Alberto  ... 9 
De Laurentiis Rodolfo , consigliere di amministrazione della Rai ... 9 
Verro Antonio , consigliere di amministrazione della Rai ... 9 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 10 
Ranucci Raffaele  ... 10 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 10 
Ranucci Raffaele  ... 10 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 10 
Centinaio Gian Marco  ... 10 
Fico Roberto , Presidente ... 11 
Airola Alberto  ... 11 
Fico Roberto , Presidente ... 12 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 12 
Fico Roberto , Presidente ... 12 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 12 
Fico Roberto , Presidente ... 12 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 12 
Airola Alberto  ... 12 
Fico Roberto , Presidente ... 12 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 12 
Fico Roberto , Presidente ... 12 
Margiotta Salvatore  ... 12 
Fico Roberto , Presidente ... 13 
Bonaiuti Paolo  ... 13 
Minzolini Augusto  ... 13 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 14 
Bonaiuti Paolo  ... 14 
Fico Roberto , Presidente ... 14 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 14 
Bonaiuti Paolo  ... 14 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 14 
Bonaiuti Paolo  ... 14 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 14 
Fico Roberto , Presidente ... 14 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 14 
Bonaiuti Paolo  ... 14 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 14 
Fico Roberto , Presidente ... 14 
Todini Luisa , consigliere di amministrazione della Rai ... 14 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 15 
Fico Roberto , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Comunico altresì che dell'audizione odierna sarà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

Calendario dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che il prossimo mercoledì 18 giugno, alle ore 14, si terrà l'audizione del sottosegretario allo sviluppo economico Giacomelli.

Seguito dell'audizione del presidente e del consiglio di amministrazione della Rai.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del presidente e dei componenti del consiglio di amministrazione della Rai, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Ricordo che l'audizione verte sulle misure relative alla Rai contenute nel decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, attualmente all'esame del Senato.
  Do quindi la parola alla presidente Tarantola e successivamente ai consiglieri Pilati, Todini e De Laurentiis, che intendono rispondere ad alcune delle domande formulate, con riserva per me e i colleghi di rivolgere loro, eventualmente, richieste di chiarimento in merito alle risposte date.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Credo di aver risposto a tutte le domande che mi sono state rivolte la volta scorsa, salvo che al senatore Rossi, al quale mi ero impegnata a dare una risposta scritta. Ho chiesto al direttore generale di acquisire tutti gli elementi necessari per questa risposta, ma non sono ancora completati, quindi mi riservo di fargliela avere al più presto tramite la Commissione.

  FEDERICO FORNARO. Presidente Tarantola, tra le molteplici domande a cui è stata data risposta, ne manca una che avevo posto. Mi permetto di ribadirla perché era molto semplice. Vorrei capire qual è stato il mandato dato all’advisor rispetto al tema Rai Way, cioè se la decisione di quotarla in borsa era l'unica scelta del consiglio d'amministrazione oppure se è stato dato un mandato più ampio, ovvero anche quello di ricercare eventuali soci finanziari istituzionali.

  MAURIZIO ROSSI. Presidente, l'altra volta avevo chiesto la risposta scritta, ma poi ho chiamato gli uffici e ho chiesto che oggi ne venisse data comunque lettura. Si tratta di un discorso che riguarda tutti i colleghi. Su punti così fondamentali come quelli che ho chiesto di chiarire è importante che tutti sappiano e possano trarre le loro valutazioni e aprire un dibattito. Quindi, sinceramente, mi dispiace che oggi non ci sia la risposta.

Pag. 4

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Senatore, mi dispiace, ma non ho gli elementi. Quasi tutte le sue domande attengono ad aspetti tecnici, di cui il consiglio non è formalmente a conoscenza. Come ho detto prima, mi sono dovuta rivolgere al direttore generale per avere questi chiarimenti e queste indicazioni. Purtroppo, per oggi, non li ho avuti, quindi mi riservo di farglieli avere, non appena disponibili tutti gli elementi. Mi dispiace, ma non siamo stati inerti.

  MAURIZIO ROSSI. Su alcune, può darsi. Sinceramente, però, che non ci sia nessuna risposta – mi permetta – non lo trovo corretto nei confronti del parlamentare che pone domande su un tema così importante come la vendita di Rai Way. Mi verrebbe da chiedervi di ritornare a rispondere alle domande che abbiamo posto davanti a tutta la Commissione.
  Se facciamo le audizioni, è giusto che ci siano delle risposte che anche gli altri componenti ascoltino. Poi, eventualmente, possono chiedere anche loro qualcosa in più. Insomma, stiamo chiedendo che cos’è Rai Way. La domanda è semplicissima: che cosa state vendendo e che cosa c’è dentro Rai Way ? Chiedo questo perché Gubitosi, in questa sede, ha fatto delle affermazioni che non corrispondono a quello che è contenuto in Rai Way. Non parliamo del presidente, bensì del direttore generale. È preoccupante che il direttore generale non sappia che cosa sta vendendo.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Dalle sette pagine di domande, mi sembrava lei intendesse i dettagli. Se vuole semplicemente sapere cosa vende Rai Way, le informazioni che abbiamo a livello di consiglio riguardano i beni che stanno nel bilancio di Rai Way, ovvero le torri e gli apparati connessi, non le frequenze, che sono nella disponibilità e nel bilancio di Rai SpA. Questo glielo posso dire. Tutta la declinazione delle varie domande con gli elementi di dettaglio – me ne scuso personalmente, visto che le ha fatte a me – non è ancora a mia disposizione.

  RAFFAELE RANUCCI. Siccome stiamo parlando di Rai Way, vorrei intervenire su questo punto. Mi sembra che sulla stampa di oggi ci sia la proposta di vendere anche a dipendenti, nel caso diventasse una società per azioni immessa sul mercato di borsa. Personalmente, la ritengo una cosa giusta, anche perché ci sono altre privatizzazioni che sono passate per il Parlamento, per esempio quella di Poste, in cui è previsto che una percentuale sia ceduta ai dipendenti: cosa che ne farebbe una società più aperta.
  La proposta che faccio al consiglio è di valutare anche la possibilità di vendere percentuali agli abbonati. In questo modo, riusciamo ad aprire di più la platea – chiaramente parliamo del 2-3 per cento, quindi di quote minime – estendendola anche a utenti abbonati da più tempo, quindi premiando coloro che hanno manifestato fedeltà. Visto che reputiamo che Rai Way sia un asset importante per Rai e per il Paese, penso che coloro che hanno dimostrato una fedeltà nei confronti dell'azienda possano partecipare a questa importante privatizzazione.

  ALBERTO AIROLA. Intervengo sull'ordine del giorno. Sono già intervenuto l'altra volta e ho già espresso, in merito a Rai Way, i miei dubbi. Vorrei solo aggiungere, magari dopo, alcune considerazioni conseguenti alla strada che la Rai ha intrapreso con la sua ristrutturazione.

  PRESIDENTE. Direi di ascoltare prima i consiglieri e poi i commissari. Prima, però, do la parola all'onorevole Gasparri, che chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  MAURIZIO GASPARRI. Vorrei discutere in Commissione, quando sarà opportuno, quello che è accaduto sabato scorso in termini di violazione delle regole sul silenzio elettorale. Infatti, essendo in corso a Napoli l'evento di un giornale, il Presidente del Consiglio ha fatto un intervento politico a 360 gradi, che è stato ospitato – com’è ovvio, perché l'evento era una notizia – su tutti i telegiornali pubblici, Pag. 5privati e di qualsiasi natura, in violazione della normativa che imponeva il silenzio perché si votava domenica. Chiedo formalmente che si possa discuterne sia nell'ambito dei nostri poteri, sia come considerazione generale.
  Questo non c'entra con i consiglieri, ma con i nostri futuri lavori. Peraltro, anche l'Autorità delle comunicazioni è stata investita di analogo problema.

  PRESIDENTE. A questo riguardo, stiamo per partire con un approfondimento proprio sulla par condicio in generale, nei periodi elettorali e non, partendo dall'analisi dello schema normativo che l'Agcom ci ha mandato qualche mese fa.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Se non ricordo male, avevo ricevuto due sollecitazioni. Parto dall'onorevole Ranucci, che non si era rivolto a me, ma aveva toccato l'ambito del fondo immobiliare e della valorizzazione immobiliare, che è argomento all'ordine del giorno e che fa parte di uno dei cantieri della nostra azienda. Forse anche per attitudine e per passione, è uno degli argomenti che avevo sottoposto subito a una delle prime riunioni consiliari.
  Come sapete, il nostro patrimonio immobiliare ha in bilancio un valore decisamente inferiore rispetto a quella che potrebbe essere la valorizzazione stessa, quindi si sta studiando questa ipotesi. Nel frattempo, siamo stati travolti da tante urgenze e priorità in questi quasi due anni di consiliatura, ma certamente è un punto all'ordine del giorno, legato anche alla valorizzazione e alla razionalizzazione dei costi delle sedi regionali, là dove – è inutile nasconderlo – esistono luoghi deputati a sedi regionali molto più ampi rispetto alle necessità dei dipendenti, della logistica, della gestione e del pluralismo informativo all'interno delle sedi stesse.
  Il senatore Margiotta aveva toccato, se non sbaglio, l'argomento dell'accorpamento dell'offerta informativa, citato anche nella nota del senatore Rossi, in cui si parlava dei grandi investimenti che ha fatto l'azienda, con l'avallo del consiglio, su Rainews, a fronte di risultati che sono rimasti piuttosto invariati rispetto al passato: un argomento che conosciamo a fondo, quanto voi.
  La mia personale posizione – come dissi già in una primissima intervista, forse un po’ irrituale perché si era appena insediato il consiglio d'amministrazione, ma le cose si imparano crescendo – è che una delle cose più importanti per questa azienda è arrivare a un accorpamento dell'offerta informativa, quanto meno nella gestione pragmatica, non dal punto di vista editoriale perché il pluralismo comporta che ci sia un pluralismo anche sul piano, appunto, editoriale.
  A questo proposito, un mese fa gli uffici del vicedirettore Marano ci hanno presentato un benchmark e una comparazione particolarmente interessante con i broadcaster internazionali. Non so se sia rituale o meno, presidente Tarantola...

  ALBERTO AIROLA. La trasparenza non lo è mai.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Stavo infatti proponendo che potrebbe essere interessante trasmettervelo. Dato che ci chiedete tanti documenti che personalmente, come Luisa Todini, ritengo che non dovrebbero essere forse trasmessi, questo potrebbe essere interessante. Ve lo mostro, irritualmente, perché i nostri uffici, in maniera molto visiva, ci hanno fatto vedere quello che i broadcaster offrono dal punto di vista di informazioni e di contenuti informativi durante la giornata, comparandoli con i nostri. Prendiamo sempre la BBC. In giallo vi è l'offerta informativa che viene data durante tutto l'arco della giornata. Il resto è lasciato al canale all news. Invece, l'Italia è tutta è gialla, il che vuol dire che in Rai abbiamo una sovrapposizione totale e costante – questo è sempre il pensiero del consigliere Todini – per cui l’all news fa «zero virgola» perché competiamo l'uno contro l'altro armati. È importante invece che si possa arrivare a fare come la BBC o altri broadcaster, che hanno un canale all news che crea l'informazione per tutti Pag. 6e manda – li conoscete bene, in gergo – i famosi «zainetti». Se arriva Cameron in Italia...

  PRESIDENTE. Sospendiamo i lavori per un quarto d'ora perché sono in corso votazioni alla Camera.

  La seduta è sospesa alle 14.20.

  La seduta riprende alle 14.40.

  PRESIDENTE. Do nuovamente la parola al consigliere Todini.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Questo è il pensiero che ho espresso più volte in consiglio di amministrazione. È, però, il pensiero del consigliere Todini, non del consiglio nel suo insieme. A ogni modo, credo che soltanto con un accorpamento dell'offerta informativa, come da tempo fanno gli altri broadcaster quali la BBC, si possa arrivare alla valorizzazione vera ed effettiva che abbiamo già iniziato a fare sull’all news con gli investimenti importanti che abbiamo più volte evidenziato.
  Peraltro, oggi abbiamo una concorrenza continua in casa nostra. Vi faccio un esempio banalissimo che ho già fatto altre volte. Se viene Cameron in Italia e lo intervistano, avrà cinque microfoni Rai (TG1, TG2, TG3, TG regionale e all news); invece, se Matteo Renzi va a Londra avrà un unico microfono, «zainetto» della BBC, riversato nelle varie edizioni e nei vari canali BBC. Dopodiché, ogni canale farà il suo commento editoriale.

  PAOLO BONAIUTI. C’è il valore giornalistico della domanda. Ogni domanda ha dietro una storia.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Senatore Bonaiuti, ho preso l'esempio dei premier, ma li moltiplichi per tutti i presidenti di associazioni, regioni ed eventi che accadono ogni giorno in ogni città, in ogni comune, in ogni regione d'Italia. Molto spesso la Rai utilizza anche dei service esterni. Peraltro, io stessa sono stata protagonista di servizi Rai in cui mi ponevano domande che non c'entravano nulla. Tutto questo deve essere razionalizzato. Ho visto dei servizi in cui mi sono stupita che ci fosse scritto Rai. Ho sintetizzato molto il mio pensiero, ma ci vuole una razionalizzazione, altrimenti non ha senso tutto quello che stiamo facendo da due anni a questa parte, investendo in un grande canale di all news sul modello di altri grandi broadcaster.
  Non ho preso il broadcaster della Nigeria, bensì la BBC, che forse non ha lo stesso share – come ama sottolineare la nostra presidente, visto che dimentichiamo sempre che la Rai in Europa ha lo share maggiore, anche rispetto alla BBC – ma gode di una pubblicità, di una mediaticità e di una reputazione decisamente elevata a livello mondiale. Questo è il mio pensiero su cui spero che l'azienda possa andare avanti.
  Arrivo al tema delle sedi regionali e dei TG regionali, in relazione alle efficienze che si possono fare. Se guardate il TG regionale, la sera c’è un'edizione intorno alle 22, con un soggetto che rimanda all'edizione di mezzanotte. Ebbene, quell'edizione di mezzanotte, che dalla Val d'Aosta fino alla Basilicata non so in quanti guardano, costa all'azienda circa 12 milioni di euro. Se il soggetto delle 22 rimandasse al canale all news avremmo risparmiato 12 milioni di euro. È un esempio banale, che, però, ha un grande senso quando parliamo di razionalizzazione degli interventi nelle sedi regionali, pur mantenendo intatto il pluralismo politico. Infatti, chi di voi si diletta a guardare l’all news sa che è un canale che potrà piacere o meno, ma sicuramente ha un'offerta informativa variegata, pluralista e decisamente interessante. Come diceva nella seduta informale la presidente, è il canale all news che ha più share nel panorama nazionale. Questo è un dato di fatto.

  GUGLIELMO ROSITANI, consigliere di amministrazione della Rai. Completi l'informazione dicendo alla Commissione che un comitato dei consiglieri si è già riunito Pag. 7e ha affrontato il problema dell'informazione, cercando di razionalizzarla.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Infatti, questo è un tema caro al consiglio di amministrazione, con alcune peculiarità care al consigliere Todini, per cui non le voglio mettere in bocca al consiglio. Ho solo specificato le mie idee.
  Non voglio rispondere per conto del presidente, ma siccome la scorsa volta è stato detto che si svende Rai Way, per l'ennesima volta voglio dire che non si parla di svendita finché non c’è un prezzo e non si parla neppure di vendita, ma di collocazione di una parte minoritaria di un asset aziendale. Il mio punto di vista è che quello che si sta facendo oggi – con un forte endorsement del Governo; non c’è dubbio – serve a valorizzare un asset che avremmo valorizzato in ogni caso. Oggi lo stiamo facendo, apparentemente, soltanto perché spinti dal Governo, ma è un asset da valorizzare, di cui si è parlato – come si è ricordato la volta scorsa – anche nelle consiliature precedenti.
  Credo sia doveroso per tutti gli stakeholder della Rai, compresa la Commissione di vigilanza, sfruttare questo momento di grande cambiamento, anche di congiuntura politico-economica, per produrre un cambiamento vero e reale dell'azienda. Sono molto felice di leggere che il Governo sta andando in questa direzione con la modifica della governance della Rai, che metto al primo posto, ma non apro l'argomento perché ne ho già dibattuto più volte anche in questa sede.

  RODOLFO DE LAURENTIIS, consigliere di amministrazione della Rai. Vorrei seguire una scaletta dei punti che sono emersi anche nella precedente riunione. Comincerei proprio dall'ultimo cui accennava la consigliera Todini, ovvero dalla governance.
  Credo che ci possa essere una governance migliore e diversa. La governance individuata allora aveva una peculiarità, nel senso che rientrava in un diverso quadro del Paese e in una differente sensibilità delle istituzioni. Per quanto ci riguarda, però, dobbiamo ottimizzare la nostra presenza all'interno dell'azienda con la governance che ci è data. Quando ognuno di noi è stato chiamato dal Parlamento a rivestire il ruolo di consigliere la conosceva perfettamente; almeno io, prima di accettare, ho letto la legge, quindi avevo contezza del sistema di governance di questa azienda.
  A questo proposito vorrei aggiungere una cosa che non è ancora emersa. Autonomamente, il consiglio ha apportato delle modifiche, implementando le deleghe al presidente, che dovranno essere sviluppate di concerto con il direttore generale. Infatti, ricordo che nel primo consiglio – sono stato io l'estensore di quella proposta di deleghe – abbiamo affidato poteri di firma fino a 10 milioni di euro e poteri di nomina che non riguardavano le direzioni editoriali. Questo ha implementato ed è stato utile per raggiungere gli obiettivi che nella precedente riunione la presidente Tarantola ha voluto raccontare a tutti noi. Inoltre, voglio aggiungere che nessun provvedimento che è arrivato in consiglio non è stato approvato o rinviato. Abbiamo fatto tutto quello che era in nostro in nostro potere e nelle nostre funzioni, anche con celerità rispetto al quadro di riferimento. Quello della governance sarà un tema che sicuramente le istituzioni, Governo e Parlamento, affronteranno contestualmente alla situazione generale, perché il problema della Rai non è soltanto la governance. Credo, invece, ci sia bisogno di allargare il confronto all'orizzonte. È un problema di assetto di sistema, cogliendo anche le opportunità che abbiamo di fronte e le esperienze degli altri Paesi.
  Un altro argomento è la TGR, che è tornata più di una volta all'esame. Voglio solo dare un numero: non è vero che i telegiornali regionali non sono visti da nessuno; hanno uno share che va dal 15 al 17 per cento, che equivale a tre milioni. L'informazione parte alle 7 di mattina e arriva fino a mezzanotte. Non dico che non si possano fare modifiche per migliorare l'offerta, ma si tratta di un'offerta puntuale che riceve il consenso dei cittadini. Pag. 8Dei TG generalisti, soltanto uno raggiunge e supera le cifre della media della TGR. Poi vi faccio un'altra domanda: a quali costi ? L'informazione regionale costa 0,33 centesimi al cittadino. Invece, se il cittadino vuole informarsi sui fatti che avvengono dentro casa propria deve comprare un giornale, che costa 1,30 euro. Quindi, cerchiamo di avere contezza dei numeri e delle cose di cui stiamo parlando. Poi, è ovvio che l'offerta può e deve essere migliorata.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Io parlavo solo dell'edizione di mezzanotte.

  RODOLFO DE LAURENTIIS, consigliere di amministrazione della Rai. Non mi riferisco a quello che diceva lei. Voglio solo inserirmi in alcuni ragionamenti che sono emersi nel corso delle audizioni e soprattutto nel dibattito che abbiamo visto poc'anzi. Per completare sull'informazione, abbiamo fatto la scelta di implementare il canale all news, risultato di una serie di strutture. Sappiamo perfettamente che mettere insieme in una struttura televideo, tutte le postazioni web, Rainews e quant'altro è un'operazione che richiede un assemblaggio e del tempo. È chiaro che bisognerebbe alleggerire il sistema. Il numero delle testate è troppo alto: basta vedere anche le altre esperienze. Il canale all news non è però la panacea di tutti i mali dell'informazione perché l'esperienza in tutti i Paesi dice che non ha avuto un grande successo. Dobbiamo sicuramente completare le peculiarità del servizio pubblico, quindi accanto ai TG generalisti è bene avere il canale all news, che deve essere utilizzato anche per il rafforzamento di un'offerta, in termini sia di qualità sia di orari, più puntuale e più snella. Del resto, la competizione con i nostri interlocutori di Mediaset e di Sky avviene anche sulla capacità di dare un'informazione immediata, agile e snella.
  Sullo share dei canali tematici vorrei dire due cose. Trent'anni fa, quando venne istituito l'Auditel, lo share della Rai era del 44 per cento; a trent'anni di distanza è al 40 per cento. Il 30 per cento dello share dei canali generalisti si è trasferito sui canali tematici. Nessuno di questi, però, raggiunge le cifre dei canali generalisti. Voglio sottolineare questo aspetto perché sembra che i nostri canali tematici siano insignificanti perché raggiungono percentuali basse. In realtà, è sempre così. Infatti, per quanto riguarda i canali tematici non parliamo di share, ma di «nanoshare», che sta a indicare un'unità di misura specifica rispetto a quel tipo di offerta. A questo aggiungerei un elemento che non è ancora emerso. Per quanto riguarda la Rai, sono canali che costano poco, recuperano share e soprattutto risorse pubblicitarie. L'introito per quei canali tematici – la presidente Tarantola mi correggerà – è di oltre 60 milioni di euro rispetto a una cifra di investimento che è di poco superiore a un terzo. Insomma, da questo punto di vista, mi sembra un buon affare.
  Sulla fiction, se dovessimo fare una graduatoria, le prime venti serie che sono state prodotte in televisione sono tutte Rai. Infatti, la Rai ha avuto la capacità e la sensibilità di raccontare i fatti e illuminare il Paese. La fiction è vista da circa 900 milioni di utenti ogni anno; il cinema da 70 milioni di persone. Queste sono le cifre di cui stiamo parlando: 900 milioni rispetto a 70.
  Il costo del lavoro è un punto delicato. Su questo bisogna intendersi. Nel 2007, il costo del lavoro era di 920 milioni. A distanza di sette anni, è di 930 milioni, ma nel frattempo siamo passati a 14 canali, quindi c’è stato un ampliamento e un arricchimento dell'offerta. È ovvio che ci può essere un miglioramento delle performance sul costo del lavoro – è un tema di cui più volte abbiamo parlato e su cui probabilmente bisognerà fare delle scelte – ma deve essere anche chiaro che questa è l'unica azienda, in questo comparto, che in questi anni ha continuato a dare occupazione. Tra i 400 e i 500 precari, ogni anno, sono entrati dentro le strutture organizzative di questa azienda e hanno ricevuto una prospettiva certa di impegno dal punto di vista professionale. Credo che Pag. 9le dinamiche della crisi e le scelte che sono state fatte siano in perfetta sintonia con il quadro di un Paese che cerca di dare sviluppo e di concretizzare nuove opportunità di lavoro. Questo va messo nel conto. Infatti, stiamo parlando di persone che percepiscono 1.000 euro al mese, che hanno goduto anche dei benefici del decreto IRPEF di cui abbiamo parlato. Mi riferisco soprattutto ai precari che sono ancora in attesa di entrare. Stiamo parlando – presidente mi corregga, se sbaglio – di circa 1.500 persone che dovrebbero entrare, per l'accordo dei bacini dei precari e per le leggi nazionali, all'interno dell'organizzazione aziendale.
  Sugli investimenti vorrei solo specificare una cosa a cui ha accennato brevemente il consigliere Pilati. Non credo che non abbiamo fatto investimenti. Abbiamo fatto oltre 500 milioni di investimento sul digitale. Sono soldi dell'azienda, tranne i 60 milioni avuti nella prima fase dal Governo. A questi si aggiungono i 250 milioni – come diceva la presidente Tarantola – di investimenti per la digitalizzazione dei TG e delle teche. Inoltre, si chiede, giustamente, alla Rai di essere un'azienda che riesce a stare sul mercato. Molto deve essere fatto dall'azienda, ma qualcosa può essere fatto anche dai nostri interlocutori istituzionali. È paradossale che all'azienda si chieda di essere impresa, ma al tempo stesso gli si riconosca una natura di apparato della pubblica amministrazione, come una ASL o un ospedale. La natura pubblicistica della Rai, che ha rappresentato una sorta di tenaglia sulla capacità, sull'elasticità e sulla flessibilità della gestione, è un fatto su cui mi auguro che il Parlamento possa e debba intervenire. Dato che le si chiede di essere impresa a tutti gli effetti, gli si diano anche tutti gli strumenti per essere impresa, quindi per competere con gli altri interlocutori all'interno del mercato. Insomma, Mediaset o Sky, se devono fare un investimento superiore a 20.000 euro, non fanno una gara pubblica. Noi invece facciamo una gara che dura, se tutto va bene, dai 3 ai 6 mesi.
  L'altra volta il senatore Gasparri, parlando di innovazione, diceva una cosa su cui sono d'accordo. Non è però un'altra contraddizione che all'interno dell'agenda digitale, soprattutto europea, non c’è nessun interlocutore del concessionario pubblico e del comparto radiotelevisivo ? Se è quello il luogo dell'innovazione e della modernizzazione, credo sia giusto che ci sia una rappresentanza perché l'agenda digitale non è solo un fatto di connessione o di connettività, ma anche di contenuti. Su questo, quindi, mi auguro ci sia un'attenzione positiva da parte dell'istituzione per colmare un gap che è evidente.

  ALBERTO AIROLA. Cosa dovrebbero fare le istituzioni ?

  RODOLFO DE LAURENTIIS, consigliere di amministrazione della Rai. A luglio si apre il «Digital Venice», che diventa l'occasione, per l'agenda digitale europea, di avere un'attenzione anche per questo comparto. L'innovazione ci deve essere chiesta, ma ci deve essere anche offerta l'opportunità per costruirla.

  ANTONIO VERRO, consigliere di amministrazione della Rai. Presidente, mi ero ripromesso di non intervenire, ma le riflessioni che hanno fatto i colleghi che mi hanno preceduto sulla governance mi spingono a fare una piccola precisazione, anche questa personale, non so quanto condivisa dai colleghi.
  Allo stato credo che la legge Gasparri, ispiratrice della governance dell'azienda, sia stata già cambiata, di fatto, da alcuni interventi dell'Esecutivo che si sono succeduti in questi ultimi tre anni. Sono stati citati prima: mi riferisco alla nomina diretta del Presidente del Consiglio Monti dei vertici dell'azienda o al semplice fatto di conferire dei poteri dal consiglio al presidente e al direttore generale.
  Gli attuali interventi del Governo sul taglio dei 150 milioni e sulla dismissione di Raiway, oggettivamente, vanno contro lo spirito della legge, che sottrae all'influenza del Governo l'indirizzo e la gestione dell'azienda. Mi chiedo se tutto questo sia finalizzato Pag. 10alla razionalizzazione della gestione dell'azienda. Se così fosse, francamente, come si fa a non esser d'accordo con entusiasmo ? Il mio sospetto – se mi consentite di poterlo esternare in questa sede – è che dietro tutto questo si possano celare altri obiettivi e che questo possa essere un surrettizio preludio a una privatizzazione dell'azienda, cosa alla quale, per quanto mi riguarda, mi opporrò con tutte le mie forze perché, nonostante la mia provenienza politica, sono assolutamente contrario alla privatizzazione della Rai.
  Concludo dicendo che spesso e volentieri sui giornali si legge: «via la politica dalla Rai». È un ritornello ripetuto da tutti, rispetto al quale sono assalito da sentimenti contrastanti, nel senso che, da un certo punto di vista, lo condivido con entusiasmo, se per «via la politica dalla Rai» intendiamo la vecchia politica, la lottizzazione, le assunzioni clientelari e tutto quello che sa di rito da vecchia Repubblica. Tuttavia, subito dopo mi chiedo: se va via la politica chi entra ? Diamo campo libero ai tecnici, alle banche, alla finanza ? Ecco, prego voi – Parlamento e Commissione di vigilanza – che siete il nostro azionista di riferimento vero, di vigilare affinché tutto questo non avvenga. È sbagliato buttare il bambino con l'acqua sporca perché questo meccanismo di controllo del Parlamento nei confronti della Rai, soprattutto in questi ultimi anni, ha dimostrato che, se gestito bene, con finalità di nobili intenti, è in grado di garantire trasparenza e pluralismo.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Devo dare una risposta al senatore Fornaro. La ricerca degli investitori è stata allargata anche a quelli istituzionali. Questo ci è stato detto. Lei sa che come consiglio di amministrazione abbiamo delegato il direttore generale – poi da ultimo è stata delegata anche la sottoscritta – a portare avanti le operazioni propedeutiche, tra le quali ci sarà anche la ricerca di eventuali investitori istituzionali. La decisione finale, come avevo già detto nella precedente seduta dell'audizione, sarà assunta dal consiglio quando avremo delle indicazioni più puntuali sull'operazione, soprattutto in termini di costi.

  RAFFAELE RANUCCI. Visto che oggi si è detto che i dipendenti possono essere azionisti, la mia domanda era sulla possibilità di estendere questa opportunità anche agli abbonati, come premio ai più fedeli.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. La questione della possibilità di cedere quote ai dipendenti non è stato discusso in consiglio, quindi è un tema che non abbiamo affrontato. Lei ci chiede di esaminarlo, dunque lo proporrò quando ragioneremo ancora sui termini dell'operazione Rai Way con il direttore generale e con i nostri advisor. Per ora non è stato deciso nulla. L'ho letto anch'io sui giornali. Non è escluso, ma non è deciso. Non è stato oggetto neppure di analisi o di esame.

  RAFFAELE RANUCCI. La reputo una cosa positiva perché vuol dire allargare la platea, quindi non avere soltanto azionisti di riferimento istituzionale. Probabilmente, se riuscissimo a allargarla – poi la forma la troverete voi – anche agli abbonati, parlando sempre del 2-3 percento dell'azionariato, potrebbe voler dire che diventa una azienda a cui tutti partecipano, si sentono più vicini e hanno un premio. Insomma, troverete voi il sistema (se è per quelli che sono abbonati da più di tre, due o un anno), ma penso che allargare la platea degli azionisti sia un fatto importante.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. È un tema che senz'altro porremo all'esame del consiglio tramite il direttore generale.

  GIAN MARCO CENTINAIO. Avrei una domanda e una considerazione. Alla domanda penso che il presidente mi risponderà per iscritto. Comunque, durante un suo passaggio ha parlato del processo di digitalizzazione degli archivi Rai. Mi sono informato. Si tratta 1,6 milioni di cassette Pag. 11e 880.000 pellicole. Vorrei capire con quali fondi verrà fatta questa digitalizzazione e in che modo soprattutto, visto e considerato che c’è questo ulteriore taglio di 150 milioni di euro. Esiste un progetto ? Le farò un'interrogazione scritta su questo, che sarà anche un po’ più articolata.
  Avrei poi una considerazione, più che altro una richiesta al presidente. Stamattina ho partecipato alla manifestazione del SAP (Sindacato autonomo di polizia), là dove hanno contestato alcuni servizi fatti dai telegiornali nazionali in merito al loro congresso, quando c’è stato il famoso applauso che la Rai diceva fosse fatto a quei poliziotti che erano stati condannati per l'omicidio di Aldovandi. In questo momento stanno contestando questa cosa; hanno altre immagini, che hanno trasmesso all'attenzione delle sedi Rai e ai telegiornali, ma non sono mai state mandate in onda. Chiedo un'audizione dei direttori dei telegiornali per capire chi ha ragione. Visto quello che ci ha fatto vedere oggi il SAP forse – sottolineo la parola forse – è stata presa una grossissima cantonata. Peraltro, stiamo parlando di un sindacato della Polizia di Stato, quindi sempre di poliziotti. Proprio in questo momento i miei uffici le stanno presentando ufficialmente la richiesta per fare un'audizione dei due direttori.

  PRESIDENTE. Per informare tutta la Commissione, il senatore Gasparri ha già presentato un'interrogazione e un quesito alla Rai: entro 15 giorni dovremo avere una risposta anche in merito a questo argomento.

  ALBERTO AIROLA. Abbiamo paure concrete rispetto al processo che stavamo commentando, ovvero rispetto ai possibili sviluppi di questo processo di riforma della Rai che ci pioverà addosso da un momento all'altro, fatto tutto di corsa. Nell'ultima seduta avevamo chiarito che volevamo un'informazione come si deve – avete parlato del canale all news – senza interessi di potere o conflitti, efficiente e indipendente. Alla luce di questo avrei delle questioni. Ho molta paura che, venendo a mancare l'attuale e assolutamente non condivisibile lottizzazione della Rai, si vada in una direzione in cui l'informazione, riducendo le varie voci in quota politica, arrivi a un'unica quota politica.
  Questa paura viene fuori anche dal fatto che, per esempio, al TGR Piemonte, la mia regione, sembra essere di prossima nomina, come vice caporedattore, Giorgio Merlo, uomo e giornalista (probabilmente ex, perché l'ultimo servizio l'ha fatto nel 1997) in quota PD. Perché dobbiamo avere un vice caporedattore del PD ? Ecco, ho dei timori.
  Vi chiedo questo; poi magari non succederà. Parliamo tanto di avere un'informazione scevra dalla politica e poi mettiamo dei direttori che sono in quota politica o hanno un'appartenenza forte a uno schieramento politico ? È un'appartenenza vera e propria; di cosa stiamo parlando ? Sul canale all news, mi sembra che Rainews vada nella direzione di una ripetitività delle stesse informazioni e pochi approfondimenti. Dove sono finiti i programmi di approfondimento che c'erano su Rainews e tendenzialmente in Rai ? Vogliamo dare una spinta all'approfondimento e alla riflessione ? Altrimenti, facciamo spot e i cittadini non avranno mai una buona informazione.
  Rimango nel tema del decreto, che sta portando a una serie a catena di successive scelte che vanno in una direzione che – ripeto – mi sembra monocolore.
  Penso anche al TG Leonardo. Si parla di sedi Rai regionali e locali e centri di produzione. Vogliamo razionalizzare tutto. Vorremmo però avere un quadro per capire attualmente cosa sono e come lavorano queste redazioni locali e questi centri di produzione. Per esempio, il TG Leonardo, appunto, era un'altra eccellenza che si faceva nel mio Piemonte, a Torino, ma è stato smantellato.
  Sono d'accordo con il consigliere Verro sul fatto che la politica ha già cambiato le regole della governance e della nomina. Alla luce di tutto questo, per esempio, la consigliera Todini ha detto che si dimetterà in autunno, quindi perché non cominciamo con una nomina scevra da grossi interessi politici ?

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  PRESIDENTE. L'onorevole Peluffo chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Presidente, ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori pochi istanti dopo che era cominciato l'intervento del senatore Airola.
  Dobbiamo capirci, senatore Airola. Mi rivolgo soprattutto a lei, presidente, perché è lei che deve condurre i lavori. Siamo nel seguito dell'audizione del consiglio di amministrazione rispetto al decreto-legge n. 66. La scorsa volta c’è stata la relazione della presidente e gli interventi dei commissari, tra cui io e il senatore Airola. All'inizio di questa seduta il senatore Fornaro e il senatore Ranucci hanno semplicemente sottolineato delle domande che avevano posto, a cui, a loro giudizio, non era stata data risposta. Difatti, il presidente, nel riprendere la parola, ha dato risposte. Oggi dovevamo sentire le risposte dei membri del consiglio di amministrazione. Invece, il senatore Airola interviene e fa un fuoco di fila di questioni che non c'entrano niente.
  Gli tolga subito la parola, presidente. Non può consentire questo atteggiamento.

  PRESIDENTE. Non posso togliere la parola.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Lei non può consentire questo atteggiamento. Io sono intervenuto sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Senatore Airola, le faccio il primo richiamo formale.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Lo richiami al rispetto del regolamento.

  ALBERTO AIROLA. Loro si devono calmare. Io ho fatto una domanda educata in seguito, peraltro, a un ordine dei lavori. Comunque, sto zitto, ma non accetto queste accuse. Non le accetto, per di più quando si mette il dito nella piaga.

  PRESIDENTE. Senatore, è un intervento sull'ordine dei lavori. Le ho fatto il primo richiamo formale.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Grazie. Il senatore Airola si può scaldare quanto vuole, come di solito fa in aula al Senato, ma ha sollevato questioni che non c'entrano nulla con l'ordine del giorno e soprattutto, siccome era già intervenuto l'altra volta, non può più intervenire. Altrimenti, adesso tutti quelli che sono intervenuti l'altra volta possono riprendere la parola, fare tutte le considerazioni che ritengono e fare di questa un'audizione infinita.
  Le procedure delle audizioni sono molto definite. C’è stata la relazione, gli interventi con considerazioni e domande e le risposte del presidente e dei membri del consiglio di amministrazione. Poi, c’è la fine dell'audizione. Senatore Airola, lei può porre tutte le questioni che vuole; faccia tutte le interrogazioni che vuole – questo è nelle sue disponibilità ed è certificato dal Regolamento – su qualunque questione, ma non può fare l'intervento che ha fatto prima.
  Presidente, lei doveva bloccarlo subito, perché è lei che deve garantire il corretto svolgimento dei lavori e l'applicazione del Regolamento.

  PRESIDENTE. Nello speech iniziale diciamo che dopo l'intervento dei consiglieri che rispondono ad alcune domande formulate, vi è la «riserva per me e per i colleghi di rivolgere, eventualmente, richieste di chiarimento in merito alle risposte date».
  Direi, comunque, di rimandare la questione alla fine.

  SALVATORE MARGIOTTA. Presidente, il collega senatore Airola, come sa, mi è simpatico. Tuttavia, oggi riproduce nella sala della Commissione vigilanza alcuni comportamenti piuttosto accesi che alcune volte assume anche in Aula al Senato e che fin qui non aveva mai assunto in Commissione. Che li assuma in presenza del consiglio d'amministrazione della Rai determina un qualche imbarazzo tra noi colleghi.
  A ogni modo, vorrei aggiungere un'osservazione a tutte le questioni poste dal capogruppo Peluffo. In presenza del consiglio Pag. 13di amministrazione, che è qui per rispondere alle cose che sappiamo, cioè al decreto e al più al contratto di servizio, non si possono sollevare questioni specifiche, con tanto di nomi e cognomi, per quanto mi riguarda anche con una caduta di stile notevole perché si riferisce a un ex collega parlamentare. Credo che queste cose contino nella vita. Peraltro, non sappiamo se è notizia vera o falsa. Se vuole, farà un'interrogazione su questo, come ha detto il collega Peluffo.
  Aggiungo – è una nota di merito – che mi pare molto strano che in un Paese nel quale i pubblici ministeri, dopo aver fatto i parlamentari, tornano a fare i giudici o i pm, non sia possibile per un parlamentare che faceva il giornalista tornare alla Rai. Siamo veramente alla follia.

  PRESIDENTE. Senatore Airola, andiamo avanti con l'audizione e cerchiamo di rimanere sulla tematica per cui siamo qui.

  PAOLO BONAIUTI. Posso anche rinunciare, in questo clima infuocato. Mi sento di rivolgere, più che un chiarimento, un piccolo monito su tutto ciò che riguarda l'informazione a questo consiglio di amministrazione, perché la Rai, come servizio pubblico che riscuote il canone, deve essere particolarmente attenta all'informazione. Non credo che il potenziamento di un canale all news o un accentramento di tutto in quel canale – rifletteteci bene – possa sostituire il resto dell'informazione. Se un canale all news ha degli ascolti così bassi, a fronte di investimenti notevoli, un problema ci sarà.
  Il problema per i canali all news deriva dal fatto che hanno come diretti concorrenti sul pubblico giovane che li guarda, internet, che è ancora più veloce. Se guardo, per esempio, la quotazione di un titolo su internet, ce l'ho immediatamente; se la guardo sull’all news devo aspettare che scorra. Al tempo stesso, le all news hanno un difetto fondamentale che disturba anche il pubblico anziano – è stato studiato – perché si devono ripetere. Non è che alle undici c’è una notizia, alle dodici un'altra e alle tredici un'altra ancora. Sono ripetizioni, per cui l'hai visto una volta e non lo vedi più. Quindi, il canale all news non può essere sostitutivo.
  Al tempo stesso, è un errore dire che basta mettere un microfono. In Inghilterra – chiedo scusa all'amica Todini che apprezzo, stimo e conosco da anni e di cui rispetto la buona fede – quando Tony Blair è uscito da una conferenza con noi, gli hanno fatto quindici domande, una dietro l'altra; gli hanno levato la pelle, letteralmente. Non c'era un unico giornalista della BBC che piazzava una domanda e andava via. L'importante dell'informazione è che siano in tanti a fare domande. Se poi ci sono quelli che deviano con domande che non c'entrano niente con lo specifico, su questi si dovrà intervenire, ma il valore dell'informazione deriva proprio dalla massa e dalla quantità di domande che si fanno.

  AUGUSTO MINZOLINI. Il clima non è infuocato, ma abbastanza vivace, quindi si può parlare di qualunque cosa. Comunque, vorrei dire due cose.
  La cifra che ha dato, consigliere Todini, mi sembra un po’ strana. Mi riferisco a quella dei 12 milioni. Ricordo, infatti, che il budget annuale del TG1 è di 12 milioni. Parlo per esperienza.
  A parte questo, direi di stare attenti. Nel processo di razionalizzazione rischiamo di far venir meno una delle peculiarità dell'informazione Rai, che si richiama alla parola «pluralismo». È chiaro che se accentuiamo troppo, rischiamo di perdere quell'elemento chiave del servizio pubblico che si racchiude – ripeto – nella parola «pluralismo».
  Vorrei poi fare una domanda al presidente Tarantola. Il discorso che ha fatto il dottor Verro colpisce. Non so se la sua è una suggestione o un cattivo pensiero. Tuttavia, se ci ritroviamo in una situazione in cui a settembre avremo un rosso di 162 milioni, con una strozzatura del bilancio dell'azienda che non so che tipo di ripercussioni possa avere nel tempo, ovvero se si risolverà o meno, c’è il rischio che lo sbocco di tutto questo possa essere una privatizzazione o addirittura una vendita di due dei canali generalisti ?Pag. 14
  Voglio chiedere al presidente Tarantola se questa è una suggestione del consigliere Verro o se, invece, è una cosa che potrebbe avvenire, tenendo conto del quadro di bilancio dell'azienda.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Siccome ci stanno ascoltando in streaming, so benissimo che non c’è un'unica persona che aspetta Blair o Cameron fuori. Ci sono però persone mandate dalle varie redazioni, in modo da rispettare il commento e il pluralismo politico, ma non con quattro telecamere e con tutto un apparato dietro che è molto costoso.

  PAOLO BONAIUTI. Dipende da come si taglia il servizio.

  PRESIDENTE. Stiamo trascendendo.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Questa cosa è indifendibile.

  PAOLO BONAIUTI. Presidente, non stiamo trascendendo. Stiamo trattando un problema dell'informazione.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Se moltiplicassimo tutti i costi che ci sono dietro ogni telecamera che si muove in giro per l'Italia in ogni momento, avremmo dei numeri incredibili, che sicuramente possono essere razionalizzati.

  PAOLO BONAIUTI. Ma ricorrete al service. Stiamo attenti.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Certo. Difendo il service esterno ? Assolutamente no. C’è molto da razionalizzare, il che non vuol dire tagliare di netto. Anche l'azienda più efficiente del mondo può essere razionalizzata, Rai compresa.
  Per quanto riguarda il dato, ribadisco che questa cifra tra i 10 e i 12 – ho dato il tetto massimo – è orientativa del costo di quell'edizione. In ogni caso, mi è stata data questa cifra. Non l'ho letta sul muro per strada. Stiamo parlando, comunque, di vari milioni di euro per un'unica edizione di mezzanotte.

  PRESIDENTE. Sulla cifra di 10-12 milioni di euro, da quello che ho capito, ci sono varie versioni. Lo chiederemo alla presidente Tarantola.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Stiamo parlando del costo totale dell'ultima edizione. A me è stata data una cifra tra i 10-12 milioni di euro. A ogni modo, stiamo parlando a titolo esemplificativo e non certificato. Lo ribadisco, altrimenti vengono riportate cose sbagliate.
  È soltanto un esempio per dire che è un argomento su cui si può e si deve riflettere per razionalizzare, perché – come vi facevo vedere prima – essere tutto giallo vuol dire che è tutto spazio informativo in Italia. Le reti Rai sono tutti spazi informativi, che si fanno concorrenza l'uno con l'altro. Questo non è pluralismo; molto spesso è partitismo. Il pluralismo politico è ben diverso dal partitismo politico.

  PAOLO BONAIUTI. I direttori dei telegiornali stanno zitti ?

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Questa è una mia idea.

  PRESIDENTE. Voglio dire una cosa a tutta la Commissione. L'informazione è un punto cruciale, come sappiamo benissimo. Per questo, a breve lo affronteremo. È, infatti, uno dei punti all'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza perché dobbiamo trattare la questione della par condicio durante il periodo elettorale e non. Pertanto, dovremo audire direttori di rete e dei telegiornali. Avremo quindi modo di affrontare tutte le questioni, anche nei minimi particolari, là dove è importante farlo.

  LUISA TODINI, consigliere di amministrazione della Rai. Vorrei terminare rispondendo al senatore Airola, per fatto personale, sulla questione delle dimissioni. Pag. 15Non entro nel tema che lei ha sollevato della nomina in Piemonte perché non conosco la persona che lei ha menzionato. Forse è semplicemente bravo; poi, che sia stato PD, PDL o altro, non conta. Se è bravo, è giusto che torni a fare il giornalista. Non entro nel merito – ripeto – perché non conosco la questione.
  In merito alle mie dimissioni, il «se» è certo. Sul «quando» mi dimetterò ho dato il termine dell'autunno – lo ribadisco ufficialmente – perché dal punto di vista del conto economico di un'azienda è un termine in cui si è impostato il bilancio dell'anno in corso e anche il budget, quindi si sarà concluso questo mio impegno imprenditoriale in un momento in cui il Governo ci chiede una spending review importante. Per me è un impegno imprenditoriale; non un incarico preso con i partiti che mi hanno nominata.
  Concludo dicendo che se intende nominare qualcuno che non sia espressione della politica deve cambiare il metodo di nomina. Infatti, se le persone vengono nominate dai partiti possono chiamarsi anche Babbo Natale, ma sempre nominati dai partiti sono.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Vorrei solo fare una piccola precisazione sul tema dell'informazione, che è stato oggetto di grande dibattito.
  Quello dell'informazione è un tema molto sentito e sensibile per l'intero consiglio di amministrazione. Se ricordate, nella riunione precedente avevo informato questa Commissione del fatto che c'erano delle riflessioni in corso. Ebbene, le riflessioni sono tuttora in corso. Abbiamo avuto una riunione nel corso della quale il direttore generale e il vicedirettore generale per l'offerta ci hanno presentato alcuni dati, ma non abbiamo assunto alcuna decisione al riguardo. Vorrei solo rassicurare questa Commissione sul fatto che sicuramente il consiglio è molto attento. Per il momento sta acquisendo tutte le informazioni, ma non ha ancora assunto una decisione. La assumerà con grande equilibrio e con grande sensibilità.
  In merito al secondo argomento che è stato sollevato, ovvero il costo dell'edizione della mezzanotte, non ho un'indicazione precisa. Credo che occorra chiarire di quale edizione della mezzanotte stiamo parlando, cioè se di tutte le edizioni, quindi di tutti i TG, o solo della TGR. Questi due dati potremmo fornirveli per iscritto perché è importante dare informazioni corrette.
  La terza domanda che mi è stata rivolta dal senatore Minzolini riguarda il rischio per Rai a seguito della perdita prevista. A bocce ferme, in virtù delle decisioni previste nel decreto-legge n. 66, confermo che, come consiglio, ci è stato detto che si andrebbe verso una perdita di 162 milioni, a partire già da settembre, e che questo avrà un impatto importante anche in termini di capitale netto, quindi di riduzione del capitale al di sotto di un terzo. L'azione che il consiglio ha pensato di avviare, ma non ha ancora deliberato definitivamente, è la vendita di una quota di minoranza di Rai Way. In questo modo, si dovrebbe risolvere il problema. Non ho, dunque, nessunissima indicazione di alcun genere su prospettive di privatizzazione.
  Come presidente del consiglio di amministrazione della Rai non ho altre indicazioni al riguardo. Certamente, sentiamo molto la responsabilità di un'azienda che deve avere una continuità operativa, per quanto ci riguarda, e quindi adotteremo tutte le iniziative necessarie per poterla garantire.

  PRESIDENTE. Ringrazio la presidente e i componenti del consiglio di amministrazione della Rai e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.35.