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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Martedì 15 luglio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, sulle linee programmatiche del suo dicastero in materia di ricerca applicata, con specifico focus sul settore aerospaziale (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 2 
Giannini Stefania , Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 2 
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 8 
Gallo Luigi (M5S)  ... 9 
Benamati Gianluca (PD)  ... 10 
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 11 
Giannini Stefania , Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 11 
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ETTORE GUGLIELMO EPIFANI

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, sulle linee programmatiche del suo Dicastero in materia di ricerca applicata, con specifico focus sul settore aerospaziale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, sulle linee programmatiche del suo dicastero in materia di ricerca applicata, con specifico focus sul settore aerospaziale.
  Ringrazio e saluto il Ministro Giannini, che è qui presente, accompagnata dal dottor Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana, dal dottor Benedetti, consigliere diplomatico, e dalla dottoressa Belloni, consigliere giuridico. Do il benvenuto a tutti.
  Sono contento di ospitare il ministro perché abbiamo dovuto rimandare questo appuntamento più volte a causa dell'andamento dei lavori parlamentari e degli impegni della Commissione. Pertanto, mi scuso per quanto successo e do la parola al Ministro Giannini.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Molte grazie, presidente. Buongiorno a tutti gli onorevoli deputati della X Commissione. Sono anch'io lieta di poter svolgere l'audizione che era stata programmata già in altre occasioni.
  A parziale e comune consolazione, posso anche introdurre qualche elemento di novità, avendo avuto una recente occasione internazionale per discutere di aerospazio. Ho ritenuto, quindi, di aggiornare veramente ad horas la nostra agenda di lavoro.
  Presidente, guardando il contenuto della richiesta da parte della X Commissione, ho pensato di strutturare questa mia relazione introduttiva, a cui eventualmente possono seguire, come di consueto, interventi e richieste di chiarimento o comunque domande e interazioni con gli onorevoli deputati, in tre sostanziali parti. La prima riguarda le attività in campo aerospaziale della ricerca applicata italiana; la seconda il ruolo dell'Agenzia spaziale italiana, con particolare riferimento ai grandi progetti internazionali in cui essa è coinvolta e di cui è promotrice o comunque principale attore; la terza è un inevitabile e, credo, non sgradito riferimento all'agenda del semestre europeo, di cui lo spazio è uno dei punti di riferimento centrali.
  Non dico sicuramente nulla di nuovo sottolineando l'importanza che il settore aerospaziale ha per il nostro Paese e come esso si collochi, con più 50 mila unità di addetti e i 14 miliardi di euro di ricavo che da esso derivano, nel contesto internazionale come quarta potenza europea e sesta Pag. 3potenza mondiale. Il tema dello spazio è un tema che ha una valenza economica, una valenza politica e una valenza strategica fondamentale.
  Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è uno degli enti ministeriali principalmente coinvolti nella gestione delle politiche della ricerca nel campo aerospaziale, così come in altri settori, ed è anche uno dei principali responsabili del ruolo del consiglio e di stesura di documenti strategici per l'intero Governo e per la Presidenza del Consiglio in merito a decisioni importanti che anche in questi tempi dovranno essere assunte per fornire un indirizzo piuttosto che un altro alla politica aerospaziale italiana.
  Parto da un riferimento puntuale alle iniziative in campo di ricerca e di ricerca applicata, citando l'iniziativa MIUR che ha recentemente individuato nel cluster tecnologico nazionale aerospazio uno dei punti centrali della strategia di promozione di una ricerca applicata che operi per cluster, ossia aggregazioni tematiche riferite a specifici settori, e che ha destinato per questi cosiddetti grandi progetti di ricerca, che hanno sia una dimensione curiosity-driven, come si dice in ambito accademico, sia soprattutto, in questo caso, una dimensione di sviluppo e di innovazione industriale, una quota approssimativamente di 300 milioni di euro.
  Nel collegamento con Horizon 2020 il cluster tecnologico aerospaziale è uno dei punti fondamentali di sviluppo della ricerca applicata del nostro Paese. Esso si propone di contribuire a condurre l'intera industria aerospaziale italiana ai più alti livelli europei.
  Vedremo subito dopo quali sono le dimensioni e i grandi dossier su cui stiamo lavorando in tale ambito, sia nel settore aeronautico – in questo contesto la sfida è quella di riuscire a realizzare un sistema di trasporto smart, come si usa dire, ecosostenibile e perfettamente integrato nelle sue varie dimensioni – sia nella dimensione più rivolta allo sviluppo. Questo, naturalmente, deve essere finalizzato al mantenimento e al consolidamento di un ruolo di leadership che già i numeri che ho citato all'inizio della mia relazione ci segnalano come tradizione italiana.
  Come sappiamo, non esistono rendite di posizione in alcun settore, a maggior ragione nei settori di ricerca e, a maggior ragione ancora, in un settore delicato, che è intreccio, come vedremo e come loro sanno, di Piani di azione governativa, politica ed economica molto complessi.
  Il Ministero che ho l'onore di rappresentare ha chiesto espressamente che il Piano strategico del cluster aerospaziale fosse perfettamente in linea con le politiche europee della ricerca nello stesso settore e che, in accordo con le visioni strategiche a livello europeo promosse dall'Advisory Council for Aviation Research, l'organismo di riferimento specifico, si potesse immaginare uno sviluppo molto mirato e specializzato su grandi iniziative tecnologiche. Ne cito due, che sono i pilastri di quest'attività di ricerca applicata. Il primo è Clean Sky 2, il grande progetto che proietta su nuovi dimostratori di velivoli ad ala fissa e rotante le nostre tecnologie e i sistemi propulsivi green e che si prefigge anche di abbattere, fattore non secondario, i fattori inquinanti che hanno a che fare con il trasporto aereo, con le missioni e con tutto ciò che è direttamente coinvolto nella dimensione spaziale. Inoltre, nel caso del trasporto aereo, si prefigge di poter garantire maggiori comfort ai passeggeri e, quindi, una partecipazione dell'industria italiana non solo a un aumento della produzione quantitativa, ma anche a un miglioramento della qualità del lavoro che le singole grandi aziende producono Il secondo è SESAR (Single European Sky ATM Research), il progetto noto anche come Cielo unico europeo. La dimensione è quella di poter aumentare il numero dei velivoli in volo e diminuire, al tempo stesso, i tempi di viaggio, in piena e totale condizione di sicurezza. Si tratta di un progetto anch'esso molto importante, in cui la partecipazione italiana è, al primo livello, garantita soprattutto dal lavoro e dalla partecipazione, che peraltro ho verificato anche nel recente launching della Joint Pag. 4Technology Initiative che abbiamo avuto a Bruxelles la settimana scorsa, del traffico aereo ENAV. Il presidente era in quella sede coinvolto direttamente, perché ENAV è il gruppo italiano, l'istituzione italiana che ha il ruolo più diretto in questa partita.
  Clean Sky 2 e SESAR sono, dunque, le due iniziative di ricerca applicata in ambito aerospaziale di punta. A ciò vorrei aggiungere, per non omettere nessuno, anche altri progetti che hanno un ruolo piuttosto importante nel completamento di questo orizzonte di ricerca applicata in ambito spaziale.
  Uno è la piattaforma SPIN-IT, a cui chiederemo a breve la stesura di un White paper, di un Libro bianco sintetico, che possa essere condiviso da tutta la comunità internazionale, particolarmente quella europea, del settore spazio e che, quindi, possa da parte italiana produrre un orientamento di policy. Questo è l'altro obiettivo ambizioso che, soprattutto in occasione della nostra presidenza del semestre europeo, ci pare altrettanto importante.
  Potranno, credo, emergere elementi di priorità molto interessanti e sicuramente utili, se non necessari, per redigere documenti di programmazione nell'ambito europeo soprattutto nel Work Programme 2016-2017, il lavoro operativo sul biennio che fa parte sempre della nuova fase di finanziamenti nella ricerca e, in particolare, nel settore dello spazio.
  Credo, quindi, che il cluster aerospaziale e il suo raccordo con i due grandi programmi applicativi Galileo e Copernicus, cui l'Italia, come sapete, partecipa anche attraverso ASI, come dirò tra poco, e che rappresentano l'investimento non trascurabile di 12 miliardi di euro siano, insieme alle due grandi iniziative tecnologiche congiunte Clean Sky 2 e SESAR, un pacchetto di iniziative di ricerca applicata che coniuga la dimensione sia di ricerca pura degli enti di ricerca coinvolti in questo ambito, sia soprattutto di ricerca legata all'innovazione industriale per quella parte dell'industria italiana che è direttamente coinvolta nell'ambito spaziale.
  L'Agenzia che ha una responsabilità primaria nella gestione di questa serie di iniziative è l'ASI, la cui istituzione rappresentò, quando è avvenuta, l'esigenza di dare un momento di sintesi al Governo italiano per favorire – mi permetto di sottolinearlo – anche il coordinamento di tutta una serie di attività che non riguardano solo il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ma riguardano in primis i Ministeri della ricerca, della difesa e dello sviluppo economico, con un'interazione – penso anche ai Ministeri dell'ambiente e dei beni culturali per l'osservazione dallo spazio del patrimonio monumentale, di cui parlerò brevemente tra poco – molto complessa, che richiedeva e richiede un ente che abbia una funzione di cabina di regia. Loro conoscono le vicende di ASI – non voglio dilungarmi sul passato – che si sono positivamente e definitivamente concluse, dopo il commissariamento trimestrale dell'avvocato Sandulli, che colgo l'occasione anche di ringraziare per il grande lavoro che ha svolto, con la nomina del professor Battiston e con il costituendo Consiglio di amministrazione, che rappresenta ora il nuovo strumento di gestione politica e strategica dell'Agenzia.
  Guardando al presente immediato e al futuro, mi interessa mettere in evidenza i programmi e le attività, soprattutto ovviamente internazionali, in cui ASI è coinvolta e che costituiscono, soprattutto in questi mesi, in vista della ministeriale del 2 dicembre che si terrà in Lussemburgo sotto la co-presidenza svizzera e lussemburghese, per i temi dello spazio un'agenda politica e strategica importante per il nostro Paese.
  Su questa agenda dovranno essere assunte decisioni che, ovviamente, non competono al singolo Ministero e nemmeno ai Ministeri più direttamente coinvolti, ma al Governo e alla Presidenza del Consiglio. Noi istruiamo profili di giudizio che poi dovranno essere valutati e inseriti in una strategia più ampia. Peraltro, stiamo lavorando anche molto proficuamente con il Ministro Pinotti e con il Ministro Guidi Pag. 5per condividere questi passaggi molto importanti di questi mesi in ambito europeo.
  I programmi e le attività spaziali, come immaginate e come tutti sappiamo, richiedono grandi finanziamenti, perché sono progetti, di per sé, di ampio respiro. Pertanto, hanno necessariamente una dimensione governativa e una dimensione temporalmente proiettata sul lungo termine. Non si possono fare strategie che riguardano l'aerospazio se non c’è un'agenda definita almeno sul medio termine. Questo è forse il primo principio che dobbiamo sottolineare per capire quali saranno le scelte che faremo su alcuni programmi specifici, come COSMO-SkyMed, che vado subito ad illustrare.
  Le ricadute degli investimenti in ambito spaziale, che sono sempre state, fino a questo momento – voglio sottolinearlo – per il Paese e per l'industria nazionale in questo settore coinvolta molto positive, devono, però, continuare a consentirci di cogliere le opportunità di una dimensione duale (civile e militare) che è caratteristica degli investimenti spaziali e di una possibilità di avere, come si dice tecnicamente, un «sovraritorno» per le imprese italiane, che finora è stato del 3 per cento, una quota non trascurabile.
  Per essere efficaci in ambito europeo, nel nuovo quadro europeo, e assicurare all'Italia un ruolo principalmente competitivo nelle nuove sfide internazionali, ritengo che sia fondamentale ottimizzare il coordinamento e il conseguente investimento di risorse. L'attività di confronto con i ministri e con i ministeri più direttamente coinvolti è, quindi, lo strumento che in questa fase mi sono sentita di proporre e che credo rappresenterà una garanzia per poter arrivare a istruire il dossier nel migliore dei modi.
  L'ASI rappresenta il punto di riferimento irrinunciabile per gestire la complessità di interessi collegati allo spazio e anche per tutelare i livelli di eccellenza delle capacità tecnologiche di ricerca, comprese quelle che ho citato prima, e di applicazione industriale nazionale.
  Quali sono i programmi spaziali a guida italiana in cui siamo coinvolti, in cui è necessario mantenere una leadership e in cui forse dobbiamo anche porci il problema di quale sia la direzione nelle quale vogliamo continuare a investire, se vogliamo continuare a investire, come credo e mi auguro avverrà per mantenerla ?
  Cerco di sintetizzare, presidente. La relazione è molto analitica. Come in altre occasioni, potrei lasciarla volentieri per eventuali approfondimenti di dettaglio.
  I tre ambiti spaziali in cui il Paese gode di assoluto prestigio sono sostanzialmente i seguenti: l'accesso allo spazio, l'osservazione dallo spazio della Terra e l'esplorazione planetaria. A queste tre dimensioni corrispondono progetti e grandi progetti di livello europeo. In particolare, noi partecipiamo come Paese contribuente ai programmi europei dei lanciatori, al rinnovo del parco industriale dei lanciatori. Proprio in questo momento siamo fortemente impegnati insieme agli altri Paesi più coinvolti. Nell'ordine, gerarchicamente ordinato dall'alto verso il basso, sono la Germania, la Francia, l'Italia e la Spagna, che sta rientrando in questa partita con un segnale che ci è arrivato nella recente riunione dell'Agenzia europea spaziale a Ginevra la settimana scorsa.
  In questi programmi sui lanciatori noi dovremo valutare quale sia la strategia migliore per salvaguardare e potenziare il prodotto di eccellenza italiano, che loro sicuramente conoscono, il lanciatore Vega, un progetto ad altissima tecnologia a guida italiana, a produzione italiana e che ha la caratteristica di puntare a una modellizzazione più piccola, cioè a una massa compresa tra i 300 e i 2.500 chilogrammi.
  Per fare un paragone, se non ricordo male, i lanciatori più grandi, quelli di Ariane 5 e Ariane 6, si collocano dai 4.500 ai 6.500. Questo vi offre la misura della scala dimensionale, ergo dei minori costi, ergo di una maggiore potenziale possibilità di diffusione anche commerciale sul mercato globale, non solo e non tanto su quello europeo.
  Vega ci preme molto, è evidente, perché è un prodotto italiano, è un prodotto di alta eccellenza e, quindi, lo mettiamo nella nostra agenda anche di scelte strategiche Pag. 6come una condizione necessaria, ma certamente non sufficiente, per aderire alle possibilità e alle potenzialità che gli altri Paesi europei e l'Agenzia europea spaziale ci stanno proponendo.
  Ci aspettiamo che la prossima fase di consolidamento e di evoluzione del lanciatore Vega, la VEga Consolidation and Evolution Programme (VECEP), già finanziata in parte – noi contribuiamo con il 5,3 di quota e in parte dovremo decidere di finanziarla in occasione del Consiglio di dicembre, che, come dicevo, si terrà a Lussemburgo – sia l'occasione per aumentare le nostre capacità produttive e rendere ancora più competitivo sul mercato internazionale il prodotto italiano.
  Un altro esempio molto significativo è il progetto che citavo prima, COSMO-SkyMed, un grande progetto che rappresenta la costellazione dei satelliti per l'osservazione del bacino mediterraneo. Si colloca anch'esso fra i programmi e i prodotti di eccellenza dell'attività spaziale italiana in attivazione dal 2007. Ha già una storia di sette anni misurabili e monitorabili. Era il 2007 quando fu lanciato il primo satellite.
  COSMO-SkyMed è un esempio di come, con fondi ASI, Ministero della difesa e MIUR, si sia diventati, come Paese, partecipi a una grande strategia di osservazione della Terra dallo spazio, con tutto ciò che comporta.
  Io ho avuto l'occasione – presidente, dico questo per inciso, in via informale – di vedere presso e-GEOS i risultati di questa tecnologia, che sono, per chi laicamente, come me, lo confesso, non è specialista del settore, veramente impressionanti. Si riesce a vedere e, quindi, a prevedere applicazioni civili possibili, come lo smottamento possibile o lo spostamento di una struttura monumentale. Faccio l'esempio di Pompei. Ciò non significa che si ha la possibilità di risolvere i problemi, ma è uno strumento diagnostico veramente straordinario. Questi satelliti hanno una vita operativa di cinque anni, il che comporta, ovviamente, una sostituzione in corso d'opera. Come dicevo inizialmente, enunciando un principio generale, per questo tipo di ricerche e per questo tipo di investimenti, occorre una visione di medio-lungo termine.
  Questo è forse il capitolo strategico su cui il Governo italiano dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi. Se noi vorremo partecipare e continuare, soprattutto essendo capofila, a sviluppare COSMO-SkyMed seconda generazione, dovremo, come stiamo cercando di fare, per il presente assicurare finanziamenti che siano a copertura dei costi evidenti.
  Vorrei portare alla sua attenzione, presidente, e a quella dei deputati il fatto che, per il momento, siamo riusciti, con grandi sforzi – non lo nascondo – in questi tempi molto avari e complicati, a trovare in ambito MIUR 19 milioni e in ambito Difesa 24 milioni, che garantiscono una durata del progetto fino alla primavera 2015 e che soprattutto hanno evitato il rischio, molto – ahimè – impellente fino a poche settimane fa, della cassa integrazione per l'azienda Thales, che è coinvolta nella produzione. È chiaro, però, che, se questo orizzonte temporale vorrà essere superato in positivo, continuando con questo progetto, si dovrà decidere che il progetto richiede risorse che vanno pianificate e decise.
  L'altra dimensione che citavo, la seconda, è quella dell'esplorazione planetaria, ossia andare nello spazio, come anche più comunemente si intuisce e si dice. Su questo livello il programma su cui l'Italia è attualmente impegnata è ExoMars, il programma europeo per l'esplorazione di Marte, in cui abbiamo una responsabilità di un veicolo di discesa, lo Schiaparelli, e anche un impegno di coinvolgimento fino al 2018.
  Schiaparelli è il veicolo con cui l'Europa intende dimostrare al contesto internazionale dei Paesi coinvolti nella dimensione aerospaziale di possedere tutta la capacità tecnologica e progettuale per effettuare discese e atterraggi su un pianeta come Marte, dove la presenza di atmosfera crea difficoltà molto complesse.
  Si tratta, quindi, di una sfida di tipo tecnologico molto avanzata. Noi siamo prime contractor di questo programma e, Pag. 7dunque, abbiamo un interesse anche in questo caso non solo di ricerca di base, ma anche e soprattutto di ricerca e di produzione industriale.
  L'ultimissimo capitolo, molto rapidamente sintetizzabile, riguarda la dimensione aerospaziale nella cornice del semestre di presidenza. In merito vorrei ricordare intanto che la politica spaziale europea, che stanzia 12 miliardi complessivamente per questo dossier, ha una serie di iniziative per i prossimi sette anni, tra cui Galileo, EGNOS e Copernicus, che, con un tentativo di omogeneità e di coerenza che noi stessi, nel nostro Paese – ho citato all'inizio l'iniziativa del cluster tecnologico aerospaziale – stiamo cercando di tradurre in azioni concrete.
  Vi faccio notare, onorevoli deputati, che l'incremento di risorse per il capitolo spazio è senza precedenti da parte dell'Unione europea. Questo significa che l'Agenzia spaziale europea, l'ESA, di cui ASI, cioè l'Italia, è uno dei contribuenti importanti, se non ricordo male, con i suoi 400 e spiccioli milioni annui, è il terzo contributore, dopo la Francia e la Germania, e ne rappresenta una quota pari al 12 per cento.
  L'Agenzia spaziale europea è, naturalmente, il soggetto operativo e strategico di primaria responsabilità anche per la costruzione dell'agenda del semestre europeo. La nostra presidenza approfondirà, quindi, all'interno di questi sei mesi, possibili soluzioni in grado di favorire l'avvio di una nuova fase di relazioni e di collaborazioni tra l'Unione e l'Agenzia spaziale europea.
  Ci aspettiamo che dalle conclusioni del Consiglio europeo svoltosi a febbraio 2013 si possa immaginare un'ottimizzazione dei ritorni per gli Stati membri, una maggiore chiarezza di relazioni tra Agenzia spaziale e Stati membri. Questo è stato, soprattutto in ragione della governance, un elemento di discussione anche accesa di questi mesi.
  Nella nostra logica, che è quella di miglioramento del quadro normativo e di maggiore efficienza produttiva del settore spazio europeo, attendiamo la presentazione da parte della Commissione di una proposta di direttiva molto specifica, molto mirata all'identificazione e alla diffusione dei dati satellitari di osservazione della Terra ad alta risoluzione a fini commerciali.
  Un obiettivo della presidenza italiana è quello di poter presentare un progress report su questa direttiva e, magari – perché no ? – arrivare all'adozione di un orientamento generale che metta un po’ insieme queste dimensioni, quella duale (civile e militare), le possibili applicazioni interessanti per la cosiddetta «vita comune» dei cittadini e i grandi progetti di natura più squisitamente aerospaziale, come il rinnovo dei lanciatori e le questioni più di natura interna al dossier.
  Su quest'ultimo capitolo, salvo qualche precisazione, se di loro interesse, sulle relazioni extraeuropee, cioè Italia-USA, Italia-Cina, Italia-Israele, per citare i quattro Paesi più direttamente coinvolti al di fuori del contesto europeo nella gestione delle policy aerospaziali, mi limiterei, a questo punto, presidente, a riassumere l'esito dell'ultima riunione che, come dicevo, abbiamo avuto due settimane fa a Ginevra. In tale riunione la questione dei lanciatori è stata riattivata da una terza possibilità rispetto alle precedenti due da cui partivamo e che avevamo già menzionato rapidamente all'inizio: Ariane 6, il nuovo lanciatore, visione francese, Ariane 5, modello avanzato e potenziato, visione tedesca. Si è affacciata una proposta interessante da parte di un'importante joint venture tra Safran e Airbus, due aziende fondamentalmente francesi, proposta che è adesso sul tavolo e su cui faremo le nostre valutazioni. In merito abbiamo espresso, per il momento, una valutazione non negativa a prescindere, con la preoccupazione di cui parlavo prima, ossia il potenziamento comunque del nostro piccolo, ma eccellente lanciatore Vega e soprattutto – questo è molto importante; perdonate il tecnicismo, lo è anche per me, ma ci serve per capire gli elementi dirimenti nella scelta – la possibile selezione e, quindi, l'impiego della propulsione solida Pag. 8nella costruzione dell'involucro coibentato dei motori che saranno utilizzati per il nuovo lanciatore.
  L'Italia ha una specializzazione maggiore nel solido rispetto agli altri Paesi, la Francia in primis, che ce l'hanno nel liquido. Pertanto, dobbiamo capire – per essere molto più diretti – quale dimensione italiana nella produzione di questa alta tecnologia verrà coinvolta e in che misura.
  Questo mi pare un quadro, se non esaustivo, piuttosto completo delle nostre attività sui tre settori richiesti.
  Aggiungo solo, se ho qualche minuto, a sua discrezione, presidente, qualche riflessione veramente sintetica sui rapporti con USA, Russia, Cina e Israele.
  Con gli Stati Uniti ricordo che l'Italia ha un impegno, mantenuto negli anni, come primo Paese in Europa a contribuire e partecipare alla Stazione spaziale internazionale, un'altra delle grandi sfide dello spazio. Questo impegno è basato sia sul rapporto ESA-NASA, sia su rapporti bilaterali ASI-NASA e, quindi, Paese Italia-NASA.
  In questa relazione bilaterale, in cambio del nostro contributo, abbiamo ricevuto diritti di utilizzazione di spazi a bordo della Stazione medesima per la sperimentazione in ambiente di microgravità e opportunità di volo per i nostri astronauti. Vi ricordo nomi anche a voi noti: Guidoni, Cheli, Nespoli, Vittori e Parmitano. Quest'ultimo è stato, non casualmente, credo, scelto come testimonial della Presidenza italiana. Assolutamente non da ultima, ricordo la prima donna astronauta, Samantha Cristoforetti, la cui partecipazione è prevista per il volo del novembre 2014. È un elemento che ci onora e che ci rallegra in generale.
  Le relazioni tra Italia e Russia si svolgono soprattutto tra le comunità scientifiche dei due Paesi e sono, pertanto, affidate a gruppi di lavoro tematici, coordinati dalle due Agenzie spaziali, quella italiana, l'ASI, e quella corrispondente pendant russa. Tre astronauti – lo ricordo – Vittori, Nespoli e Parmitano, hanno già volato a bordo del vettore Soyuz, che, come ricordiamo tutti, è il modello russo, diretti verso la Stazione spaziale internazionale.
  Il rapporto con la Cina è un po’ più recente, ma nemmeno tanto, perché l'origine primaria risale agli anni Ottanta. Si sta intensificando negli ultimi tempi, tanto che nel 2005 l'ASI ha firmato un accordo con il China Satellite Launch & Tracking Control General. Peraltro, il direttore della CNSA ha chiesto anche un incontro, che io sarò lieta di poter fare nelle prossime settimane, credo, per un confronto su questi temi.
  Infine, e concludo davvero, ci sono i rapporti con Israele, che ha un grande impegno, nella dimensione sia civile, sia militare, soprattutto nell'osservazione della Terra dall'alto. Tra i vari progetti e dimensioni che ho citato ha portato nel 2011 a sottoscrivere un accordo generale di cooperazione su tutte le attività spaziali per fini pacifici. Questo accordo, per il momento, ha portato alla definizione di una missione congiunta, Shalom, che mira alla realizzazione e alla messa in orbita di un satellite con tecnologie iperspettrali. Mi sembra che in Israele siano specialisti della fibra ottica. Nel nostro Paese, invece, questa è meno avanzata, come tecnologia. C’è, quindi, anche una compenetrazione di competenze tecniche.
  Questo è tutto.

  PRESIDENTE. Grazie, signor ministro. Mi pare che il quadro sia chiaro nelle prospettive e anche nei nodi che restano da sciogliere, una parte dei quali non appartiene solo al decisore italiano, ma anche alle scelte strategiche che si faranno in sede europea.
  Apro la discussione, se ci sono domande da fare o richieste di chiarimenti. Non abbiamo tanto tempo, ma possiamo concordare che le risposte che siamo in grado di fornire adesso verranno fornite subito. Sulle altre ci potrà essere un ulteriore incontro con il ministro, che potrà tornare in audizione oppure mandarci un testo scritto.Pag. 9
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUIGI GALLO. Grazie, presidente. Noi abbiamo diversi interrogativi sul tema dell'ASI.
  Il principale riguarda l'obiettivo. Se andiamo a leggere il decreto legislativo del 2003, vediamo che l'Agenzia ha «il compito di promuovere, sviluppare e diffondere [...] la ricerca scientifica e tecnologica applicata al campo spaziale e aerospaziale, con esclusione della ricerca aeronautica e lo sviluppo dei servizi innovativi». Avrebbe, quindi, un indirizzo prettamente scientifico e di ricerca.
  Tuttavia, a noi appare, dall'analisi del lavoro complessivo, nonché dalla relazione del ministro, che ci siano, invece, confini molto labili rispetto alla possibilità di intervenire in ambito prettamente commerciale, o in scenari internazionali di difesa, di sicurezza e via elencando.
  Questo è il primo aspetto critico: si vuole mantenere l'ASI con questo indirizzo o se ne vuole cambiare l'indirizzo ? Se non lo si vuole cambiare, perché rimane questo stato confusionario di applicazione del lavoro dell'ASI ?
  Abbiamo analizzato anche la relazione della Corte dei conti. Non so se il ministro abbia avuto modo di leggerla, ma ci sono diverse cose che ci preoccupano. Al di là degli aspetti del personale, la Corte dei conti analizza il fatto che a volte dipendenti che si occupano dell'ufficio amministrativo e gestionale vengono utilizzati impropriamente sotto il profilo tecnologico.
  Non so se ci siano aggiornamenti in merito oppure se vi sia un controllo sulle performance del personale, ma sono stati forniti trattamenti accessori in modo generalizzato e non puntuale con gli obiettivi e con una certa discrezionalità. Il presidente dell'ASI ha potuto, con provvedimenti di urgenza anche del consiglio di amministrazione rinnovare con propri decreti alcuni incarichi che sono stati più volte reiterati.
  Rispetto all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, risulta, per esempio, che spesso si sia ricorsi alle misure di segretezza. Ciò non ci ha permesso di verificare se tutto sia avvenuto in perfetta sintonia con i criteri di trasparenza e di indirizzo dell'ASI.
  Non voglio analizzare nel dettaglio tutta la relazione della Corte dei conti, perché il ministro ne è sicuramente a conoscenza, ma chiedo cosa si sia fatto per arginare la questione, anche perché l'organo dei revisori dei conti dell'ASI è di nomina del MIUR. Chiedo, quindi, come mai sia dovuta intervenire la magistratura a individuare diverse anomalie, quando c’è un organo proprio del MIUR, quello dei revisori dei conti, che non si è mai accorto di nulla, neanche dei rilievi della Corte dei conti.
  Un ultimo aspetto verte sul tema del COSMO-SkyMed. Il contribuente ha speso 1,2 miliardi di euro per questa operazione. In pratica, il sistema è stato realizzato da Thales e Alenia Space, partecipata per i due terzi dalla ditta francese Thales. Di conseguenza, questo progetto potrebbe essere considerato a tutti gli effetti di proprietà non più nazionale, ma straniera.
  Inoltre, si parla di commercializzazione dei dati e delle immagini. Lo sviluppo di applicazioni è stato affidato all’e-GEOS, una ditta di Telespazio Spa, anch'essa parte di Thales Alenia Space del gruppo Finmeccanica.
  Poiché si tratta di dati sensibili, il Ministero ha intenzione di avere un controllo sull'utilizzo di questi dati in qualche maniera o è tutto demandato a chi interverrà a commercializzare dei dati, quando il contribuente ha speso 1,2 miliardi di euro per lo sviluppo di questa operazione ?
  Siamo sicuri dell'efficacia di tutta questa operazione, che comunque drena un cospicuo finanziamento ad altri interventi dell'ASI stessa, come se l'ASI fosse concentrata quasi tutta nelle sue risorse e nei suoi operatori su questo progetto, mentre potrebbero essere tanti altri gli interventi o i settori su cui intervenire ?

Pag. 10

  GIANLUCA BENAMATI. Anch'io richiamo l'attenzione della signora ministro sulla delicatezza della questione ASI, che inizia a vedere una soluzione rispetto a una vicenda che ci ha sempre lasciato molto perplessi. La gestione trascorsa, al di là degli interventi della magistratura, era già stata stigmatizzata sul piano gestionale e per alcune scelte tecniche.
  Apprezziamo l'intervento del Governo per cercare di rimettere la barra dritta sulla situazione ASI attraverso la nomina del nuovo presidente. Ho inteso che stiamo parlando anche del completamento della composizione del consiglio in tempi ragionevolmente brevi.
  Su questo vorrei, però, avere qualche indicazione in più dal ministro, perché l'ASI, opportunamente depurata da alcune «scorie» che – mi si consenta questo termine – si erano sedimentate, è un valore di sistema non indifferente. Lei stessa, signor ministro, richiamava correttamente l'importanza, in termini di fatturato, di tecnologie impiegate e di occupazione, che il sistema dello spazio e il sistema aeronautico hanno nel nostro Paese. Il completamento del processo di riorganizzazione dell'ASI per noi è, quindi, una priorità. Su questo tema le chiederei alcune indicazioni più di dettaglio.
  Rispetto, invece, ai termini più pregnanti, dal punto di vista delle scelte, che riguardano la prossima ministeriale e anche il ruolo dell'Italia come presidente di turno dell'Unione europea in un momento in cui si deve ridiscutere il rapporto fra l'Unione e l'Agenzia spaziale europea, ritengo che alcune sottolineature ad alcune questioni, come gruppo, ci corra l'obbligo di formulargliele.
  Nei sistemi che indicavamo prima, nelle tre grandi linee guida di accesso allo spazio, di osservazione della Terra e di esplorazione planetaria, sicuramente, pur condividendo alcune osservazioni, il tema COSMO-SkyMed è per noi prioritario, che si è completato con successo e con la maggiore – mi consenta l'uso di questo termine – redditività per il sistema Paese.
  Oggettivamente, è un programma molto ambizioso, che deve assolutamente contribuire in maniera fattiva all'avanzamento tecnologico di tutto il sistema nazionale, così come anche ExoMars rispetto all'esplorazione planetaria. Anche su questo vorrei un'indicazione rispetto alla stabilità finanziaria di quel progetto, con la partecipazione e anche con il programma Schiaparelli ma, più in generale, vorrei sapere che ci sia, ovviamente, la copertura.
  Concludo con una richiesta un po’ più precisa su una posizione del Governo, che in questo momento vorrei capire nel dettaglio. Lei indicava come temi della ministeriale, se non vado errato, il futuro dei lanciatori, la partecipazione alla Stazione spaziale internazionale e il tema dei rapporti fra l'Unione e l'ESA. Il tema dei lanciatori è essenziale per il nostro Paese. Il piccolo lanciatore lo identificherei, però, come un tassello cruciale del sistema di sviluppo di ricerca industriale italiano, perché Vega è, nella sua accezione, non solo un gioiellino tecnologico ma, se ho ben compreso e se ben conosco il sistema, anche un lanciatore che copre uno spazio, un segmento di lanci e una tipologia di vettori. Credo, quindi, che sia un vettore per carichi di una determinata dimensione, come lei li chiamava, e per suborbite geostazionarie.
  Poiché si pone il tema dell'approccio al passaggio fra Ariane 5 e Ariane 6, con grandi colossi internazionali, soprattutto francesi e tedeschi, che si posizionano su questa battaglia, vorrei ben capire. La Francia, per esempio, credo che faccia dipendere la sua posizione su tante altre situazioni strategiche, compresa la Stazione spaziale internazionale, dalla chiusura della procedura dei lanciatori. Ariane, al di là di tutto, ha un grande impatto sull'economia francese. Vorrei capire bene qual è, al di là del ritenere Vega un'esperienza di successo, la strategia che ci diamo come Governo per questo tipo di prodotto tecnologico italiano, che ha una sua ragione di essere, un suo segmento di lavoro e una sua compartecipazione. Mi pare che ne sia stato ordinato l'anno scorso un dato numero per usi industriali.
  Vorrei sapere qual è la filosofia esatta rispetto alla valorizzazione di Vega in Pag. 11questo contesto, considerando anche la sua presenza rispetto all'industria e al territorio nazionale.

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Giannini per la replica.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Parto dall'intervento dell'onorevole Gallo e dalle tre questioni che pone.
  La prima riguarda la complessità degli ambiti di azione e di riferimento di ASI e, quindi, la non esclusiva attività di ricerca, ma la combinazione di questa dimensione che, pure evidentemente esiste e di cui ci sono anche nelle cose da me qui riassunte testimonianze evidenti e diacronicamente riscontrabili, con una dimensione che lei definiva di ambito commerciale. Mi permetto di ridefinirla di ambito industriale.
  Nella missione, che lei ha testualmente citato, della costituzione di quest'Agenzia spaziale italiana, come in quella di tutte le Agenzie spaziali nazionali, si combinano, in coerenza con la complessità intrinseca del settore aerospaziale, la dimensione di ricerca di base e la dimensione di innovazione industriale legata alla produzione. Abbiamo fatto l'esempio – lo recupererò nel rispondere all'onorevole Benamati – di lanciatori e di elementi produttivi che siano presenti anche sul mercato civile e militare o comunque non definibile come squisitamente commerciale. In questo non vedo alcuna deviazione rispetto alla missione di quest'Agenzia. Non a caso, è un'Agenzia, non è un ente puramente votato alla ricerca, come altri che possediamo.
  Quanto alla questione della gestione interna all'Agenzia, lei ha richiamato anche specifici atti in corso, che la magistratura contabile – ma, ahimè, come lei sa, anche la magistratura corrente e ordinaria – stanno esaminando, che si riferiscono a una stagione sicuramente non felice, anche recente. Su questo aspetto non posso, né voglio pronunciarmi. È un lavoro che sta facendo la magistratura e che, come sempre, affidiamo alla sua valutazione finale, sperando e sicuramente credendo che sarà al meglio di restituzione degli atti di verità.
  Quello che, invece, mi sembra l'elemento fondamentale e rassicurante, sia per la comunità scientifica, sia per quella produttiva, è soprattutto che, considerato che il Paese, come lei dice, contribuisce in forma indiretta anche alla promozione degli investimenti in campo aerospaziale, è che l'ASI è all'inizio di una stagione assolutamente nuova e determinata – rispondo anche a uno dei quesiti che poneva l'onorevole Benamati – che è stata, nei tempi necessari a me indicati, appena insediata in questo incarico, con la nomina del presidente e con il consiglio d'amministrazione, che nei prossimi giorni verrà nominato nella sua completezza.
  C’è stata anche in quel caso, onorevole, una procedura che era già stata stabilita, con l'indicazione di un elenco di candidature che si erano presentate, che sono state valutate, che sono alla nostra attenzione e che condividerò nei prossimi giorni anche con gli altri Ministeri coinvolti in questa gestione di ASI.
  Per quanto riguarda COSMO-SkyMed, svolgo qualche puntualizzazione su quanto lei diceva. Sicuramente è un'azienda in parte francese (70-30, per quanto riguarda Thales). e-GEOS è un'azienda italiana. È un progetto interamente italiano. Credo che questo corrobori, almeno dal mio punto di vista, la necessità di porsi il quesito a stretto giro, in breve termine, di quali strumenti dovremmo trovare per dare continuità a questo progetto, che prevede un grande coinvolgimento italiano sul piano ideativo, progettuale e anche in parte produttivo.
  Arrivo, quindi, a rispondere alle tre domande che ha posto l'onorevole Benamati.
  COSMO-SkyMed sicuramente deve garantire redditività e, quindi, un ritorno al nostro Paese. Di questo ci stiamo preoccupando, ma è una decisione che va inserita in una strategia generale per l'aerospazio. Quello che ha potuto fare, credo doverosamente, finora il MIUR, insieme alla difesa, è stato cercare di garantire questi mesi. Appena insediato il Governo, Pag. 12ci siamo trovati con questa emergenza anche di paventata e non affatto esclusa, fino a poche settimane fa, cassa integrazione dell'azienda più direttamente coinvolta. Questo è uno dei capitoli che dovranno essere risolti con una decisione strategica.
  Personalmente ritengo, per quello che ho potuto constatare, che sia un progetto complesso e molto importante e che, quindi, l'Italia debba assolutamente trovare il modo di mantenere il suo protagonismo e la sua possibilità corrispondente di contribuire finanziariamente.
  Arrivo all'ultima domanda e poi torno a qualche dato su ExoMars, con riferimento a quelli che possiedo. Se poi c’è qualcosa di più specifico, mi riserverò di farlo avere successivamente.
  Nella prossima ministeriale sicuramente il tema dei lanciatori sarà uno dei temi fondamentali. Peraltro, ci siamo impegnati ad arrivare al 2 dicembre in condizioni diverse da come mi è stato detto soprattutto dalla collega francese che era presente allora. Si arrivò due anni fa alla ministeriale di Napoli, in cui le decisioni sono state prese un po’ in affanno all'ultimo momento.
  Il quadro lo abbiamo molto chiaro e lo riassumo per sintesi: Ariane 5 modificata e sviluppata, ipotesi tedesca iniziale; Ariane 6, nuovo lanciatore di matrice francese; joint venture Safran-Airbus. Ovviamente questo progetto è di proposta francese, sarebbe sciocco non evidenziarlo subito, ma noi – e questo è quello che abbiamo potuto fare in questa prima fase – abbiamo chiesto in merito precise garanzie, che non riguardano il potenziamento del ruolo e della competitività solo di Vega, ma anche dell'azienda che produce Vega che, come lei sa, è Avio. Inoltre, sarà molto importante chiarire il tema della governance e del rapporto con Finmeccanica, questione che è già stata messa sul tavolo.
  Questa è la cornice in cui ci stiamo muovendo dal punto di vista più tattico che strategico, per arrivare poi al rinforzo di questa complessiva strategia aerospaziale.
  Quanto a ExoMars, onorevole, l'Italia copre il 40 per cento dei costi su un totale di 800 milioni circa, mi pare di ricordare. Mi perdoni la nota. La copertura l'Italia la sta assicurando completamente. Al limite sono altri i contractor che non hanno finora assicurato altrettanta puntualità. Noi siamo molto interessati per la parte che riguarda le opportunità, soprattutto di lancio, per i nostri astronauti e per ciò che ne deriva.

  PRESIDENTE. Grazie. Restiamo intesi che, andando avanti anche nel semestre italiano, magari torneremo a fare un punto, anche in vista della Ministeriale di dicembre. Credo che possa essere il prosieguo logico del lavoro che stiamo facendo.
  Ringraziando il Ministro Giannini, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.05.