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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Mercoledì 6 agosto 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 2 

Seguito dell'audizione del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle priorità della Presidenza italiana dell'Unione europea per i settori dell'agricoltura e della pesca (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Sani Luca , Presidente ... 2 
Martina Maurizio , Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ... 2 
Sani Luca , Presidente ... 5 
Bordo Franco (SEL)  ... 5 
Parentela Paolo (M5S)  ... 6 
Cenni Susanna (PD)  ... 7 
Cova Paolo (PD)  ... 7 
Russo Paolo (FI-PdL)  ... 7 
Venittelli Laura (PD)  ... 9 
Taricco Mino (PD)  ... 9 
Mongiello Colomba (PD)  ... 10 
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD)  ... 11 
Fiorio Massimo (PD)  ... 13 
Sani Luca , Presidente ... 13 
Martina Maurizio , Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ... 13 
Sani Luca , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA SANI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle priorità della Presidenza italiana dell'Unione europea per i settori dell'agricoltura e della pesca.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, il seguito dell'audizione del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle priorità della Presidenza italiana dell'Unione europea per i settori dell'agricoltura e della pesca.
  Ricordo che nella precedente seduta del 22 luglio il Ministro ha svolto la sua relazione e che si è poi dovuto procedere a un rinvio a causa dell'inizio dei lavori dell'Assemblea.
  Ricordo, inoltre, che successivamente l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ha convenuto di chiedere al Ministro di riferire alla Commissione anche in merito alle misure nazionali di attuazione della Politica agricola comune 2014-2020.
  Cedo, quindi, la parola al Ministro Martina per integrare il suo intervento, anche su altri temi che ritenga di dover comunicare alla Commissione. Sappiamo che ieri c’è stata la presentazione del Piano sulla pesca. Può essere anche questo uno degli argomenti da sottoporre all'attenzione della Commissione.
  Si aprirà, quindi, il dibattito, cui farà seguito la replica del Ministro.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Buongiorno a tutti e grazie di questa opportunità. Molto rapidamente integrando le cose che già ci siamo detti nella seduta precedente, rivolgo un doveroso ringraziamento a tutti voi per il lavoro fatto in questi giorni sul decreto-legge «competitività», in particolare per la parte che riguarda l'agricoltura, a cui noi tenevamo molto. Credo che si possa confermare tra le parti più interessanti del decreto e che preveda anche interventi che, soprattutto sul versante del settore agricolo, sono attesi da tempo. Rivolgo, quindi, un doveroso ringraziamento per quello che è stato fatto in questi giorni alla Camera.
  A integrazione della relazione dell'ultima volta, credo sia doveroso intanto darvi conto del fatto che il Consiglio dei ministri, in data 31 luglio, nell'ultima seduta del mese, la settimana scorsa, ha approvato la delibera con la quale noi abbiamo formalizzato il documento cruciale per l'applicazione dalla PAC 2014-2020, documento che noi abbiamo portato all'attenzione del Consiglio dei ministri dopo il lavoro, che conoscete, di questi mesi, in particolare con la Conferenza Pag. 3delle regioni, e che delinea le scelte fondamentali italiane per l'applicazione della politica agricola comune (PAC).
  Adesso abbiamo formalizzato a Bruxelles lo schema fondamentale di riferimento, con tutti gli elementi che non sto a richiamare, ma che conoscete, perché li abbiamo dettagliati a più riprese anche nei nostri confronti. Ora si apre la fase applicativa. Tanto sul primo pilastro, quanto sul secondo pilastro, devo dire in particolare sul secondo, ovviamente, noi dobbiamo sviluppare fino in fondo gli assi strategici che abbiamo delineato nel testo. Ricordo per tutti la valenza di alcuni interventi fondamentali per la vicenda italiana. Penso, in particolare, al Piano di gestione dei rischi e al Piano irriguo. Aggiungo sul Piano irriguo che, accanto ai 300 milioni che sono stati configurati dall'accordo nazionale, noi abbiamo chiesto un intervento aggiuntivo, a valere sui Fondi di coesione, per 500 milioni di euro. Abbiamo formalizzato questa richiesta agli uffici di competenza e al Sottosegretario Delrio, che ha in capo la gestione della partita. Con questa operazione completiamo, anche da questo punto di vista, una strategia e un investimento robusto sul versante dell'infrastrutturazione irrigua.
  Credo sia anche giusto che io vi riferisca che in questi giorni abbiamo continuato a lavorare su alcuni dossier fondamentali che intrecciano la vicenda italiana e quella europea. In particolare, mi sembra importante dire che sul fronte della delicata questione delle importazioni a dazio zero di riso abbiamo formalizzato il documento tecnico sull'impatto di queste importazioni perché sia valutata davvero da Bruxelles la procedura che può attivare la clausola di salvaguardia contro di esse. Abbiamo fatto questo d'intesa anche con altri Paesi, ma tengo a dire che l'Italia ha sostanzialmente coordinato e gestito il dossier verso la Commissione su questo fronte. Siamo stati i primi a porre il problema. Abbiamo cercato in questi mesi, in queste settimane, da una parte, di costruire un campo di relazione, di partnership, anche con altri Paesi sensibili al tema e, dall'altra, di perfezionare alcune valutazioni di carattere tecnico che devono servire alla Commissione per poter eventualmente esprimersi. Naturalmente, noi auspichiamo che la Commissione lo faccia in tempi rapidi. Ci rendiamo conto che il tema è molto delicato e, quindi, sappiamo che avremo davanti ancora un lungo lavoro.
  Per quel che riguarda la crisi delle pesche nettarine, crisi che abbiamo tutti vissuto e verificato anche con il presidio che è stato organizzato la settimana scorsa proprio qui, davanti alla Camera, il passo in più che abbiamo fatto, d'intesa con i competenti Ministri di Francia e Spagna, è stato quello di formalizzare ulteriormente al Commissario Ciolos, la settimana scorsa, la necessità di un intervento straordinario.
  Abbiamo fornito alla Commissione tutte le informazioni tecniche necessarie, in particolare in relazione al calo dei prezzi alla produzione. Abbiamo ribadito, con questa lettera diretta al Commissario da parte di tre Ministri – di Italia, Spagna e Francia –, la necessità di un intervento. Informo poi che proprio oggi pomeriggio è previsto un incontro tecnico in Commissione europea per valutare il caso specifico, ragion per cui ci attendiamo, per oggi pomeriggio, qualche informazione in più.
  Aggiungo anche, perché mi pare doveroso, che proprio ieri abbiamo svolto al Ministero, d'intesa col Ministero dell'ambiente, l'ultimo tavolo tecnico per la definizione dell'ultima versione del decreto interministeriale relativo ai criteri e alle norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti. Parlo del caso nitrati, per capirci.
  Devo rivolgere in merito un grazie veramente non formale al Ministero dell'ambiente e al Ministro Galletti per il lavoro congiunto che abbiamo fatto, perché nel giro di un mese e mezzo abbiamo praticamente recuperato una discussione in sede tecnica e anche in sede politica che non si faceva da un bel po’ di tempo. Sapete tutti quanto sia delicata la questione nitrati, in particolare per alcuni territori. Siamo arrivati sostanzialmente alla definizione dello schema fondamentale di decreto. C'erano tre questioni tecniche che dovevamo ancora affinare e le Pag. 4abbiamo affinate ieri. Penso, quindi, che si possa dire tranquillamente che procederemo alla scrittura definitiva del decreto, il quale ci porterà a definire un punto di novità molto rilevante, in particolare, ripeto, per alcune regioni. Quel decreto andrà poi, ovviamente, inviato subito all'esame della Conferenza Stato-regioni per il parere previsto.
  Comunico anche che abbiamo lavorato sul caso emergenziale della Xylella. Abbiamo immediatamente attivato una riunione di alto livello tecnico, che si è svolta lunedì al Ministero con le regioni interessate, la Puglia in particolare, e con tutti gli attori tecnici fondamentali di riferimento.
  Abbiamo provato a impostare un Piano di lavoro straordinario. Lo stiamo approntando. Abbiamo definito una cabina di regia incaricata di coordinare tutte le attività e le iniziative. Stiamo, ovviamente, immaginando un decreto di emergenza che possa intervenire, in particolare provando a definire bene le misure da adottare in un Piano esecutivo di interventi che sia puntuale nell'applicazione anche delle disposizioni che la Commissione europea ci ha già indicato, definendo altresì una modalità di finanziamento del Piano che tenga conto, da una parte, delle risorse già stanziate con la legge di stabilità per il 2014 e, dall'altra, di eventuali altri interventi.
  Aggiungo – e chiudo – che proprio lunedì abbiamo presentato anche un lavoro, che io ritengo molto importante, relativo alla pesca. Abbiamo presentato un primo Piano di azioni, che volutamente abbiamo concentrato su alcuni punti fondamentali. Sono cinque i filoni principali di intervento. Li richiamo in maniera molto sommaria, ma credo che ci possiamo rapidamente capire.
In primis abbiamo varato una task force per lavorare rapidamente in queste settimane per evitare il disimpegno di fondi della vecchia programmazione 2007-2013. Abbiamo riscontrato che ci sono diverse regioni che rischiano di andare in disimpegno. Abbiamo costituito, quindi, un'unità di supporto speciale che ci consenta di andare a lavorare regione per regione, situazione per situazione, per verificare come si possa evitare il disimpegno e, quindi, intervenire in maniera chirurgica sulla vecchia programmazione.
  Come secondo passo importantissimo, definiremo, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze – abbiamo già aperto il lavoro tecnico – una rimodulazione dell'asse prioritario 2 per innalzare il tasso di cofinanziamento comunitario degli interventi dal 50 al 75 per cento. Quest'operazione ci consentirà di liberare circa 45 milioni di euro, di cui 36 a valere sul Fondo di rotazione e i restanti a carico dei bilanci regionali.
  Dentro questo scenario, sempre d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, noi potremmo provare a fare un lavoro, secondo me, molto utile, in particolare immaginando un intervento speciale di circa 15-16 milioni di euro a sostegno degli ammortizzatori sociali (ossia, della cassa integrazione in deroga), in relazione proprio al settore della pesca. Sappiamo che in alcuni territori in particolare abbiamo bisogno di intervenire ancora con interventi di questa portata. Una rimodulazione di questo segno ci consentirebbe di creare una dotazione interessante e significativa per poter intervenire bene su questo versante.
  Quanto al terzo asse del Piano presentato, l'abbiamo titolato «Semplificazioni». In particolare, la prima mossa su questo fronte sta nell'aver liberato subito 400.000 euro già stanziati per operazioni di semplificazione lavorando sulle convenzioni per lo sviluppo della filiera pesca, d'intesa con le associazioni nazionali di categoria e con i consorzi.
  Il quarto punto, il più cruciale, strategico e di prospettiva, è ovviamente legato alla nuova programmazione 2014-2020 e, quindi, alla dotazione complessiva che abbiamo in carico da qui al 2020. Ricordo a tutti che essa consta di 537 milioni di euro, suddivisi in 424 milioni di euro per le misure di sostenibilità della pesca e dell'acquacoltura, 61 milioni per le attività di controllo, 47 milioni per la raccolta di dati scientifici e 4,4 milioni per la politica marittima integrata, da coordinare con l'altra parte gestita dalla Commissione europea. Pag. 5È già in fase di definizione il Programma operativo nazionale che ci consentirà con largo anticipo di essere pronti all'attuazione delle misure del Fondo.
  Come ultima nota – ma l'avevamo già detto e, quindi, ho concluso – stiamo andando avanti a perfezionare anche gli appuntamenti fondamentali del semestre che ospiteremo in Italia. Da questo punto di vista, oltre a ricordarvi le cose che ci siamo già detti in relazione all'Expo 2015, ricordo anche gli importanti appuntamenti che abbiamo nelle regioni del Sud a proposito proprio di pesca e acquacoltura. Nello specifico, è previsto un grande appuntamento a novembre, che si terrà in Sicilia, a Palermo, con il vertice euromediterraneo dei Ministri dell'agricoltura.
  In sostanza, stiamo perfezionando un programma, secondo me, molto robusto, che darà all'Italia la possibilità di qualificarsi, credo, nella maniera più opportuna. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCO BORDO. Grazie Ministro. Vorrei sottolineare alcuni punti e alcuni aspetti che ci sono particolarmente cari, anche per le informazioni che abbiamo potuto raccogliere in questi mesi, come Commissione, con audizioni sia formali, sia informali, a cui noi riteniamo di attribuire particolare importanza.
  Procedendo in modo schematico, c’è la questione del regolamento per il biologico. Così come è stato riportato alla Commissione, e sappiamo che è stato riportato così anche in sede di Ministero, il parere di tutto il mondo della produzione e della trasformazione del biologico italiano, che è un mondo importante e in crescita, esprime un parere sostanzialmente negativo rispetto all'attuale regolamento, chiedendo che venga profondamente rivisto.
  Volevo chiedere se non sia il caso, su questa specifica questione, di attendere l'insediamento della nuova Commissione, in modo tale da congelare questa procedura per poter addivenire a una soluzione molto più condivisa fra il Consiglio e la Commissione stessa. Questo al fine di avere un regolamento che sia maggiormente condiviso innanzitutto con chi lavora e con gli Stati membri in cui questo settore sta assumendo e ha assunto un'importanza strategica.
  La ringrazio per l'informazione sugli organismi geneticamente modificati (OGM). Il mio invito è a tenere una stretta collaborazione con il Ministro dell'ambiente, perché la partita, lo sappiamo, è in capo al suo dicastero, ma ha un interesse prevalente sul settore dell'agricoltura. Noi riteniamo che, rispetto alla formulazione indicata recentemente per trovare una soluzione, ossia una rivisitazione della normativa, ci debba essere un'autonomia ancora maggiore da parte degli Stati membri, senza un vincolo legato a una sorta di pre-trattativa con le multinazionali coinvolte.
  Lei ha citato il tema dell'etichettatura dei prodotti di origine, ma io ritengo che vada trattato con maggiore forza – mi rendo conto che la questione non riguarda soltanto il Ministero dell'agricoltura, ma anche altri settori – perché tale questione è una questione su cui l'Italia, a sua volta, in questi mesi di lavoro in Europa deve essere molto impegnata. Come lei sa, abbiamo approvato alla Camera, pressoché all'unanimità, una mozione che fornisce indirizzi ben precisi al Governo. Le chiederei di lavorare su questi indirizzi.
  Vado a chiudere. Sulla questione della pesca prendo atto delle novità di questi ultimi giorni. Voglio segnalarle che, sulla base degli incontri che abbiamo potuto avere, condividiamo le cosiddette condizionalità contenute nell'attuale regolamento, poste dalla nuova disciplina del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Esse rappresentano, a nostro avviso, però, limiti eccessivi per alcuni operatori, in modo particolare per gli operatori di piccole imprese e di imprese a carattere familiare.
  Non so se il convegno di Bari di cui lei ci ha parlato sia finalizzato anche alla costruzione della strategia europea per la Pag. 6regione adriatico-ionica, l'EUSAIR, che coinvolge otto Paesi, quattro appartenenti all'Unione europea e quattro non appartenenti, e rappresenta una roadmap per promuovere la crescita economica, nonché la creazione di posti di lavoro attraverso la blue economy. In quella regione noi riteniamo che questo sia un obiettivo importante.
  Chiudo e la ringrazio, sulla questione riso, per l'apertura del percorso. Le chiedo anche, però, che tenga ferma la barra del timone, come ci ha preannunciato. Idem per la questione nitrati, anche se soltanto abbozzata. Noi pensiamo che sia molto importante tenere il prezzo. Grazie.

  PAOLO PARENTELA. Grazie, presidente. Ringrazio anche il Ministro per la sua presenza. Farò alcune domande.
  In primo luogo, mi viene subito da chiedere precisazioni sulla questione, che ha già esposto il collega Bordo, riguardo agli OGM. È nota l'intenzione del suo Esecutivo di opporsi fermamente alla semina e alla coltivazione di OGM nel territorio nazionale.
  Alla luce della proposta di modifica della direttiva 2011/18/CE – mi riferisco in particolare all'articolo 26-ter – attualmente in discussione in Europa, vorremmo sapere qual è la posizione dell'Italia: se esistono dei rischi, come sollevano numerose associazioni e comitati che si battono da anni contro gli OGM, riguardo il famoso «cavallo di Troia» di cui parlano, e quali alternative possibili ci siano per lasciare agli Stati membri la più ampia autonomia nel decidere se introdurre la semina di organismi geneticamente modificati.
  Riguardo l'etichettatura, il Parlamento italiano nel 2011 ha approvato la legge n. 4 in materia di etichettatura d'origine, ma tale legge ad oggi è ancora inapplicabile per incompatibilità con la normativa comunitaria. A nostro parere, la questione dell'indicazione dell'origine è una questione politica e non più meramente tecnica. Vorremmo sapere una volta per tutte qual è la posizione del Governo italiano in merito a questo argomento.
  Inoltre, riguardo il Transatlantic trade and investment partnership (TTIP), abbiamo appreso che il Governo inglese, insieme al Parlamento, ha fatto un dettagliato studio sull'impatto che il TTIP ha sull'economia britannica, individuando i settori più esposti e chiedendo precise tutele.
  Vorremmo sapere se il Governo italiano è intenzionato a fare la stessa cosa e che cosa pensa in merito alla creazione di tribunali privati che dovrebbero gestire le controversie commerciali. In particolare, vorremmo sapere come l'agricoltura italiana, viste le sue caratteristiche, potrà competere con le grandi farm statunitensi.
  Sulla pesca lei ha parlato di PAC e di quote nel Piano presentato due giorni fa. Come previsto nel regolamento (UE) 1380/2013 relativo alla Politica comune della pesca, ci sono un principio base e una scadenza per gli Stati membri. Infatti, in base all'articolo 2, il tasso di sfruttamento del rendimento massimo sostenibile deve essere ottenuto entro il 2015, ove possibile, e, progressivamente, al più tardi entro il 2020 per tutti gli stock.
  Con questo obiettivo le domando se non sia il caso, in vista del semestre europeo, di spingere per l'attivazione della misura suddetta soprattutto negli Stati membri che affacciano sul Mediterraneo, che sappiamo avere il 91 per cento degli stock ittici sovrasfruttati.
  In ultimo, riguardo alla Xylella, pochi giorni fa la Commissione europea ha imposto l'abbattimento e la distruzione di tutte le piante infette presenti nelle zone focolaio e nelle zone tampone. In sostanza, si tratta di un intervento di totale desertificazione di un'area che, nella più rosea delle previsioni, copre 20.000 ettari.
  Atteso che ad oggi non un solo dato è noto e disponibile circa la delimitazione delle aree in questione, ancor più sconcertante è il fatto che la decisione dell'Unione europea non sia basata su prove scientifiche – mi riferisco ai postulati di Koch – circa la responsabilità della Xylella, da sola o in associazione con i funghi, nel determinismo del disseccamento degli ulivi nel Salento.Pag. 7
  Vorremmo sapere se lei è a conoscenza di dati scientifici che in modo incontrovertibile, nel rispetto dei postulati di Koch, dimostrino una volta per tutte le responsabilità della Xylella, da sola o in associazione con altri patogeni insetti, nell'eziologia del disseccamento dell'ulivo nel Salento. Qualora tali dati non siano disponibili, vorremmo sapere quale sia la causa di ciò. Grazie.

  SUSANNA CENNI. Grazie, presidente. Ringrazio veramente il Ministro per la sua presenza. Intervengo brevemente perché so che ci sono molti colleghi che vogliono intervenire.
  Innanzitutto, vorrei ringraziare davvero il Ministro per il lavoro che sta facendo e anche per la sollecitudine con cui si sta procedendo nel varo dell'operatività in relazione ai fondi dell'Unione europea, in modo particolare per il primo e il secondo pilastro. Penso che questo, oltre a una serie di norme che sono state adottate nei provvedimenti che ci accingiamo a concludere nell’iter parlamentare, dia la dimensione di un nuovo passo dell'agricoltura in questo nostro Paese. Allo stesso modo, mi sento di apprezzare le iniziative che si stanno mettendo in campo in relazione alla presidenza italiana del semestre europeo.
  Volevo, però, farle una domanda, Ministro, in relazione soprattutto al peso dell'agricoltura, del suo Ministero e, quindi, del nostro Ministero nel quadro complessivo delle riforme che si stanno varando in questo Paese. Si ha la sensazione spesso di fughe in avanti che forse riguardano altri dicasteri e che non rispettano pienamente il quadro che lei sta cercando di impostare e di rappresentarci, e che ci ha rappresentato anche nei momenti che abbiamo avuto di discussione insieme in questa Commissione.
  Mi riferisco, per esempio, ad alcuni passaggi, tra cui quello che riguarda il Corpo forestale dello Stato. Su questo vorrei conoscere il suo orientamento. Mi pare che alcune ipotesi che sono apparse nei vari provvedimenti, e che ancora sono presenti, anche se con qualche modificazione, in atti che devono nuovamente giungere presso questa Camera prefigurino una semplificazione non chiara dell'organizzazione di questo Corpo.
  Non lo dico per una difesa d'ufficio, che io non ho mai fatto, rispetto a questo Corpo. Credo sia utile e importante una riorganizzazione dei Corpi di polizia in questo Paese, ma credo altrettanto che sarebbe utile comunque avere una branca specializzata di polizia ambientale e specializzata sulle politiche agricolo-alimentari. Penso anche a tutto il pacchetto di attività, per esempio, di contrasto delle frodi alimentari, che riguarda anche altre istituzioni.
  Su questo tema e complessivamente sull'idea di riorganizzazione del Ministero e dei grandi enti di riferimento delle politiche agricole mi piacerebbe conoscere il suo orientamento.
  Grazie.

  PAOLO COVA. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro per la relazione che ci ha fatto.
  Vorrei sottolineare un aspetto che lei ha sottolineato anche questa mattina, quello della direttiva nitrati, in relazione all'importanza della direttiva nitrati e alla sua modifica, soprattutto nell'ottica della programmazione della PAC, che è stata fatta per il 2014-2020. Proprio le scelte attuate nella PAC presuppongono un cambiamento di questa direttiva nitrati.
  Apprezzo quello che lei ha detto e tutto lo sforzo che sta facendo il Ministero per cambiare questa procedura, ma, se possibile, vorrei sapere qualcosa in più su questi cambiamenti.
  Grazie.

  PAOLO RUSSO. Anch'io con piacere ringrazio il Ministro per la puntuale relazione che ha voluto fornire a questa Commissione. Più che una relazione, però, devo dire che a me sembra un elenco puntuale di questioni che il Ministro ha offerto alla valutazione di questa Commissione nell'esercizio del suo difficile magistero.
  Che cosa manca in questo elenco, Ministro ? Manca una visione strategica, Pag. 8manca la definizione di una centralità dell'agricoltura nell'ambito delle politiche del Governo. Ciò che registriamo – guardate, lo dico senza voler fare una puntualizzazione di parte – è, nel corso di questi anni, una sorta di marginalizzazione, una sorta di periferizzazione della materia agricola nel quadro complessivo delle dinamiche politiche di questo Paese, una vicenda trattata quasi con superficialità, quando non con sufficienza.
  Evidentemente, non mi riferisco al Ministro, ma si tratta di una vicenda che complessivamente è derubricata a vicenda di secondo piano. Manca quell'azione forte, quell'azione necessaria, capace di essere elemento trainante per il Paese tutto. Manca, insomma, non una politica nell'agricoltura, ma che l'agricoltura svolga una funzione politica di traino nelle scelte strategiche del nostro Paese.
  Lei ci ha ringraziato per il nostro lavoro. Devo dire che ha ringraziato immeritatamente questa Commissione, perché la scelta del Governo di introdurre questa materia in un decreto più ampio ha determinato il risultato per il quale questa Commissione ha svolto un ruolo sostanzialmente marginale rispetto all'ultimo provvedimento. Noi abbiamo rincorso e seguito il lavoro che facevano la Commissione Ambiente e la Commissione Attività produttive, che sicuramente hanno aiutato il nostro lavoro, ma non sempre l'hanno fatto in una logica specificamente di sensibilità che può derivare soltanto da chi lavora a stretto contatto con il mondo agricolo.
  Non starò qui a fare l'elenco delle criticità che pur son venute fuori da quella vicenda. Penso alle aziende vinicole, alla filiera delle mozzarelle di bufala, alla riduzione delle sanzioni all'ultimo momento, con un'ultima sforbiciata, al ruolo delle Capitanerie di porto, cancellato in quell'attività di coordinamento che, viceversa, avrebbe potuto servire a svolgere un'azione più coerente. Non credo nemmeno che quest'atteggiamento sia giovato o giovi nel mentre affrontiamo la difficile, importante ed entusiasmante esperienza dell'Expo 2015.
  Non so se, al di là di tutte le questioni di merito, consentire agli stabilimenti che lavorano mozzarella di bufala campana DOP di accogliere, oggi e nei prossimi mesi, in pieno Expo, anche latte polacco o cagliata ucraina (ciò sarà consentito) sia un segnale di straordinaria visione strategica rispetto a quell'operazione che, viceversa, noi pretendevamo e volevamo, di centralità di un'agricoltura tutta tipica, tutta particolare, tutta tracciata e tutta integrata in un modello culturale che noi vorremmo si affermasse nel nostro Paese.
  Ministro, sollevo altre due questioni. Si pone di volta in volta, sempre con maggiore accento, la questione dell'ipotesi di un Piano unico nazionale, e non di «n» piani regionali di sviluppo. Questo è un tema complesso e delicato, che presenta anche un profilo di rilievo costituzionale, ma io credo che, alla luce dei dati che anche lei stesso ha voluto fornire sul fronte della pesca, nonché delle difficoltà e soprattutto della necessità, che mi permetto qui di sollecitare, di una visione strategica complessiva, di una massa critica complessiva, di un disegno strategico dell'agricoltura, sia forse giunto il momento, in una fase di grande ribollire riformatore, di affrontare senza timore anche questo tema.
  Da ultimo, ma non per ultimo – a differenza della collega Cenni, io lo dico per una difesa d'ufficio – noi abbiamo avuto esperienza, in questi anni, di un Corpo forestale che si è particolarmente distinto nelle azioni a tutela della filiera agricola italiana. Non ho alcun dogma o alcuna preclusione verso nulla, ma credo sia utile comprendere se tale Corpo diventi un'appendice di altra forza di polizia, se venga addirittura fuso con la polizia penitenziaria o se ci sia ancora una terza ipotesi.
  Credo che sia necessario, a poche settimane da scelte strategiche su questo fronte, avendo letto cose, devo dire, incomprensibili nei provvedimenti alla nostra attenzione, che si fermino le incursioni vandaliche pseudo-amministrative, ossia scelte strategiche che rendono ancor meno centrale l'agricoltura nel nostro Pag. 9Paese e ancor meno centrale quella grande prospettiva che il nostro Paese già oggi rappresenta in Europa e nel mondo.
  Come abbiamo sempre detto e abbiamo sempre ribadito, è vero che ci sono agro-furbi, agro-criminali, agro-stupidi e via elencando, ma è vero anche che la filiera del sistema dei controlli del nostro Paese è sempre stata una filiera di controllo che ha retto e che regge, nonostante le sanzioni nell'ultimo provvedimento vengano incredibilmente ridotte e nonostante talune incertezze.
  Mi pare, però, che questa del Corpo forestale sia un'incertezza talmente grande da mettere a repentaglio davvero la credibilità stessa del nostro Paese su questo fronte e, ancor di più, quella prospettiva strategica che, viceversa, noi vorremmo leggere.

  LAURA VENITTELLI. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro.
  Sembra quasi, onorevole Russo, che adesso io voglia fare un contraddittorio con lei, facendo una difesa del Ministro, che non è non d'ufficio, ma alla luce di quello che ho sentito. Soprattutto, voglio concentrare il mio intervento sul Piano di azione relativo alla pesca. Mi sembra che questa sia una delle prime volte in cui si parla in maniera così diretta e compiuta di un settore che sta soffrendo forse più degli altri. Proprio alla luce di questo, ribadisco: non voglio fare una difesa d'ufficio, che di fatto, però, lo è.
  Intanto, Ministro, la volevo ringraziare proprio per questa attenzione e per questa grande considerazione. Quello illustrato è un Piano di azione, come ci ha anticipato lei, con il quale si destinano delle risorse importanti non solo ad un settore in sofferenza e, quindi, alla cassa integrazione in deroga, ma soprattutto, alla luce dei dati che leggiamo negli ultimi giorni relativi alle difficoltà di cattura, alla ricerca scientifica – almeno questo mi sembra di capire – e alle azioni della pesca sostenibile.
  Il mio contributo, però, è soprattutto per chiederle se in questo Piano di azione vengano considerati anche interventi relativi al superamento della decisione della Commissione del 6 dicembre 2013 che ha introdotto un Piano di azione in sostituzione di quello che avrebbe dovuto essere il Piano del nostro Stato per la verifica dell'attuazione del regolamento della Politica comune della pesca.
  Grazie.

  MINO TARICCO. Grazie, presidente. Anch'io mi associo ai complimenti al Ministro per il lavoro fatto in questo periodo. Devo dire che la dinamicità del Ministero e le questioni affrontate sono importanti per l'agricoltura e per le prospettive dell'agricoltura. Mi permetto di fare soltanto tre brevi considerazioni.
  La prima è sulla direttiva nitrati. Nella vecchia direttiva nitrati c'era una serie di questioni che aveva a che fare con la rigidità dei parametri, ma una delle tematiche che il mondo agricolo ha sempre faticato ad accogliere e a capire è legata a una serie di incongruenze non comprensibili.
  Faccio un esempio molto concreto. Ci sono limiti magari molto ferrei per quel che riguarda i nitrati di provenienza zootecnica, ma poi ci sono scarsi legami con il Piano di concimazione complessivo.
  Da questo punto di vista, credo sia importante il lavoro che state facendo e che va nella direzione di una ridefinizione, ma anche di superamento di alcune questioni pratiche che rendono incomprensibile il significato della direttiva, che è quello di tutelare le acque del territorio. Da questo punto di vista diventa fondamentale avere una coerenza di messaggio che leghi tutte le scelte in un piano comprensibile.
  Passo alla seconda questione. Credo che sulle pesche – mi fa piacere che oggi pomeriggio ci sia una riunione tecnica – la questione tempo sia una variabile non indipendente. Se aspettiamo ancora quindici giorni, il problema è risolto da solo. Il grande problema che, per la sensazione che stiamo avendo sui territori, sta venendo avanti è, infatti, che il mantenimento di una situazione di crisi così Pag. 10pesante sul settore delle pesche rischi di innescare una reazione a catena anche su tutti gli altri prodotti.
  Le mele stanno partendo malissimo. Il rischio è che il crollo di un settore della frutta, in realtà, con una sorta di effetto domino, faccia crollare tutta la stagione del comparto frutticolo. Questo sarebbe un dramma, anche perché veniamo da tre o quattro annate che non hanno brillato per risultati economici per le imprese, le quali cominciano ad avere problemi di respirazione con l'aria che comincia a mancare.
  Passo alla terza domanda. Sulla questione, cui lei faceva riferimento nella sua relazione, della stagione che si apre adesso per la definizione dei contenuti legati alle misure e all'attuazione più concreta, soprattutto per quanto concerne i PSR, mi permetto di sollecitare un'attenzione particolare al tema della semplificazione, nonché della flessibilità e duttilità dei programmi sui territori.
  Uno dei grandi problemi della passata programmazione è stata la rigidità e – me lo lasci dire – la scarsa capacità di pesare che il Governo italiano ha avuto nei confronti della Commissione europea per quel che riguarda i condizionamenti sull'attuazione dei Programmi di sviluppo rurale.
  Quelle rigidità, in molti casi, hanno pesato molto più che non dei vincoli. La complessità burocratica, la quantità industriale di documenti richiesti per poter dare attuazione alle misure è stata un peso veramente grande. Mi permetto solo di sollecitare, in questa fase di attuazione, da una parte, di prestare una grande attenzione al tema della semplificazione e, dall'altra, di garantire una sufficiente flessibilità ai Piani regionali nell'attuazione del piano.

  COLOMBA MONGIELLO. Grazie, presidente. Svolgo due riflessioni.
  Ho letto recentemente, Ministro, due sue interviste che vanno nel senso e nella direzione anche del documento che lei ha illustrato qui la scorsa settimana, soprattutto sui fondi europei. Noi stiamo concludendo il settennio precedente e molte regioni non hanno ancora utilizzato i fondi. Sarebbe auspicabile che noi non rimandassimo indietro quello che è stato stabilito sette anni fa, in un momento delicatissimo per l'agricoltura italiana.
  Il collega precedente ha citato la questione della frutta, ma abbiamo raccolto anche cereali in condizioni climatiche svantaggiate. Adesso si sta approcciando la raccolta dell'uva e, purtroppo, dobbiamo rintuzzare il mosto che ci arriva dalla Spagna in quantità elevatissime anche per quel che riguarda i distillati. La competizione si è fatta, quindi, sempre più agguerrita.
  Su questa questione dei fondi europei, Ministro, sono molto contenta della sua particolare attenzione. Essa va sempre nell'ottica delle prospettive che lei indicava nella stessa valutazione e che ha sostenuto nell'ultima fase della PAC, una PAC che lei ha ereditato e che ha dovuto chiudere, soprattutto per quel che riguardava il primo pilastro. Auspico che, soprattutto sul secondo pilastro, ci siano delle indicazioni piuttosto precise per tutte le regioni italiane, senza andare a intaccare ruoli e funzioni particolari.
  Perché dico questo ? Ho già visto tutta la vicenda degli aiuti accoppiati – adesso ci lecchiamo le ferite – quando tutte le regioni hanno firmato un accordo politico. Lei sa bene come la penso. Abbiamo qui approvato un documento che andava in tutt'altra direzione, quella di concentrarsi su due filiere in difficoltà, ma le regioni hanno voluto legiferare in maniera diversa. Adesso qualcuno, ovviamente, ritorna sui suoi passi e dice che non era d'accordo sul documento che avevamo discusso e votato.
  Su due questioni ancora intendo intervenire. La prima è una riflessione sull'accordo UE-Marocco. Da donna meridionale, non posso che auspicare che finalmente l'Italia ponga una serie di questioni. È un accordo, anche questo, che abbiamo ereditato. Dico sempre che i prodotti italiani sono quelli più controllati al mondo, ma anche che subiamo l'invasione di pomodori di cui sappiamo la dubbia provenienza, nonché come siano coltivati e Pag. 11raccolti. Mi fa molto piacere, dunque, che si rifletta su questo punto al Consiglio dei ministri europei, perché questo è un accordo fortemente penalizzante per le colture mediterranee. Mi riferisco soprattutto a quelle meridionali.
  Il secondo trattato che ci vedrà protagonisti è quello con gli Stati Uniti. Perché parlo di questo stamattina ? Io vorrei che in quella sede, visto che noi abbiamo la presidenza europea del semestre e che lei sarà il Ministro di riferimento, questa volta soprattutto si ponessero le basi per una discussione seria sulle frodi, sull’Italian sounding e sui marchi. Questo è il tema di partenza. Altrimenti noi avremo fatto solo chiacchiere.
  Questo è il punto. Saluto con favore, quindi, le sue dichiarazioni, sempre sulla stampa, che vanno nell'ottica di valorizzare il made in Italy.
  Chiudo su un altro punto. Alcuni colleghi hanno sollevato il problema della Xylella, che oggi è su tutti i giornali. Peraltro, noi l'abbiamo affrontato un anno fa. Abbiamo fatto un'audizione e abbiamo destinato risorse nella legge di stabilità. C’è stata una grandissima attenzione da parte del Governo e del Parlamento. Qualcuno forse ha anche sottovalutato l'impatto che potesse avere questa malattia. Abbiamo aspettato, ovviamente, che tutti facessero le obiezioni e le riflessioni, con riferimento a questi professori, a questo team di esperti che avrebbe dovuto valutare il caso.
  Ben venga questa task force. Il Parlamento è a completa disposizione anche per ulteriori interventi. Senza scaricare responsabilità sull'una o sull'altra parte, comunico, però, che ho presentato una mozione sull'olivicoltura – non sull'olio, ma sull'olivicoltura – firmata da 80 parlamentari.
  Perché l'ho fatto ? Perché ritengo che ci debba essere una grandissima attenzione da parte del Parlamento e del Governo su un pezzo del made in Italy che noi stiamo perdendo e che va valorizzato, come e con quali strumenti magari lo definiremo insieme. Anche un'esperienza che è stata fatta negli anni precedenti prendendo il fondo dell'OCM – i famosi 5 miliardi di euro – rappresenta una misura premiale su una coltura che è, ovviamente, paesaggio, turismo, produzione, prodotto.
  Questi sono alcuni temi che volevo sollevare. Grazie.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Grazie, signor presidente. Rivolgo un ringraziamento particolare al Ministro Martina per questa ulteriore occasione di riflessione che ci ha offerto. Sono un parlamentare dai capelli bianchi e conosco bene la presenza dei ministri nella nostra Commissione. Credo che non ci sia stato finora nessun altro Ministro che sia stato presente così tante volte in così poco tempo in Commissione Agricoltura. Per questo vorrei ringraziare il Presidente Sani per questa possibilità e anche il Ministro Martina per la grande occasione di riflessione che ci ha offerto.
  Ho ascoltato attentamente la relazione del 22 luglio. Anzi, per non venire impreparato, l'ho riletta proprio ieri, nelle pause dei lavori parlamentari, e ho preso atto anche della relazione di stamattina. Manca una riflessione strategica, dice qualche nostro collega. A me non sembra che manchi una riflessione strategica. Anzi, devo dire che la relazione che ho avuto modo di leggere proprio ieri, fin dalla prima pagina, fin dalle prime battute parla della necessità di una riflessione strategica sulla prospettiva dell'agricoltura europea.
  Rispetto a questo devo dire che ho avuto occasione, proprio nella vicenda della discussione del decreto-legge n. 91 del 2014, contenente le misure cosiddette del «Campo libero», di capire che significato avesse questa riflessione strategica sull'agricoltura. Con grande piacere ho visto che in questo decreto la centralità dell'agricoltura è particolarmente forte e viva, tant’è vero che tutti gli altri componenti della Commissione Ambiente e della Commissione Attività produttive hanno notato la presenza forte dell'agricoltura in questo decreto-legge.
  Se poi noi dovessimo fare un ragionamento di crescita e di sviluppo, possibile che, quando si parla della competitività, Pag. 12dello sviluppo e della crescita, non dovesse esserci l'agricoltura come settore trainante ? «Campo libero» è posto veramente bene in quel decreto, perché era quella l'occasione per capire un po’ come avremmo dovuto muoverci e come avrebbe potuto contribuire l'agricoltura alla crescita sostenibile del nostro Paese.
  Su questo, anche rispetto ai dati che abbiamo letto oggi sull'ISTAT, a proposito di una stagnazione di crescita, noi, come comparto agroalimentare, abbiamo una grande occasione. Difendendo il made in Italy e valorizzando le nostre produzioni è probabile che la crescita nel nostro Paese abbia una velocità maggiore.
  Nel decreto-legge contenente le misure del «Campo libero» ci sono tutte queste possibilità. Vorrei soltanto segnalare, oltre all’e-commerce e a tutti i benefici che vengono stabiliti, la vicenda dei giovani. In «Campo libero» il ricambio generazionale e la vicenda dei giovani che vogliono ritornare ai campi sono una sottolineatura fortissima, così come la pubblicazione del decreto in questi giorni sulla terra ai giovani, sulla possibilità di affittare le terre ai giovani.
  Credo che questa sia un'occasione vera. Credo che sia la vera rivoluzione verde. Dopo la riforma agraria dei primi anni del dopoguerra questa è la prima occasione vera di poter dare la terra a chi vuole coltivarla. Ritengo questo un risultato politico importante, che dobbiamo ascrivere sicuramente all'azione del Governo Renzi e, in particolare, del Ministro Martina.
  Ho visto alcune sottolineature nella relazione, oltre a quelle di stamane. Sulla vicenda dei diritti di impianto dei vigneti credo che una riflessione dobbiamo farla. Dobbiamo capire qual è l'interesse del Paese, come poter aiutare anche in questa vicenda i giovani che non hanno vigneti e che non hanno diritto ai vigneti, ma dobbiamo anche capire come sostenere tutto il comparto, perché credo che verranno periodi più difficili. Almeno da quello che vedo nel resto d'Europa, anche per il settore vitivinicolo ci saranno delle difficoltà.
  Quanto al biologico, credo che lei abbia puntato bene l'attenzione sul regolamento della produzione, sulla vicenda delle deroghe e sulla possibilità di creare ulteriori controlli, che anche nel decreto «Campo libero» ci sono (ce ne sono tanti).
  Gli agricoltori lamentano il fatto che i controlli siano troppi e disordinati. Un sondaggio di una nota rivista agricola, LInformatore Agrario, riferisce che il 60 per cento degli agricoltori lamenta il fatto che vengano effettuati due controlli all'anno, mentre un altro 15 per cento lamenta il fatto che ce ne siano tre. Questo non è possibile. Bisogna coordinarli. Credo che con le misure contenute nel decreto-legge n. 91 del 2014, cosiddette del «Campo libero», ci siano le condizioni per farlo.
  Vorrei soltanto fare una raccomandazione: probabilmente lavorando insieme Camera, Senato e Ministero, con un lavoro di concertazione tra Parlamento e Governo, si possono trovare soluzioni migliori. Noi su questo tema non dobbiamo dividerci. Già molto è stato fatto, tantissime norme le abbiamo approvate. Ultimamente è stata approvata anche in Parlamento, qui alla Camera, la legge, attesa da moltissimi, sull'agricoltura sociale. È stato approvato il decreto-legge con le misure del «Campo libero» e dovranno essere approvati moltissimi altri provvedimenti.
  Secondo me, anche questa vicenda del semestre ci deve dare una mano. Ci deve dare una mano anche e soprattutto per il Trattato USA-Unione europea, sapendo che ci sono grandi potenzialità di crescita, ma anche rischi in questo Trattato. Credo che la politica debba saper trovare il momento di equilibrio senza avere timore di poter accedere ad altri confini e ad altri mercati globali.
  Per quanto riguarda la PAC, vorrei strapparle un'assicurazione, signor Ministro. Alla fine di quest'anno noi dobbiamo fare anche i conti di quello che è avvenuto. Probabilmente, il sistema degli aiuti accoppiati è stato gestito, non da noi, ma dalla Conferenza Stato-regioni, che, secondo me, è un insieme di tutto e del contrario di tutto, in un modo che è privo di uno sguardo nazionale.Pag. 13
  All'inizio del prossimo anno noi dobbiamo fare una verifica, un check-up, di quello che può avvenire e tentare di trovare anche dei correttivi per eventuali storture. So che l'olivicoltore del Mezzogiorno è molto penalizzato da queste scelte. Non vogliamo fare una guerra di religione del Sud contro il Nord o del Nord contro il Sud. Vediamo, verifichiamo, quello che accadrà e poi poniamo un impegno a trovare i correttivi più adeguati.
  Grazie, signor Ministro.

  MASSIMO FIORIO. Grazie, presidente. Vorrei solo velocemente riprendere l'intervento del collega Oliverio su una questione che è stata sollevata e che, rispetto ad alcune iniziative di alcuni Governi europei, ha, avrà e sta avendo delle ripercussioni anche in Italia.
  Sappiamo che uno dei settori trainanti dell'agroalimentare di questo Paese è il settore vitivinicolo e che si stanno registrando delle eccedenze nel settore. Abbiamo una grande capacità espansiva commerciale su alcuni settori di nicchia molto potenti e capaci di raggiungere performance commerciali importanti, ma questo è un Paese che produce anche in volumi e ha una forza importante. La recente decisione del Governo spagnolo di riaprire la possibilità di una distillazione obbligatoria per 4 milioni di ettolitri ha già avuto delle conseguenze immediate, con un ribasso sul mercato internazionale della disponibilità di prodotto che colpisce anche questo Paese.
  Sapevamo già di una situazione di crisi che si sarebbe aperta, prima o poi, all'indomani dell'approvazione dell'organizzazione comune del mercato (OCM) del vino nel 2008. Quella era una soluzione che penalizzava il sistema produttivo italiano. Aver mantenuto il sistema dello zuccheraggio in alcuni Paesi europei e aver penalizzato l'aiuto ai mosti concentrati – averlo bloccata, anzi – è stata una soluzione che mette in difficoltà questo Paese e almeno una parte delle sue produzioni.
  Quello che sta avvenendo oggi in Sicilia, ma che rischia di avvenire anche in altre parti del Paese, rischia di essere soltanto la vigilia di una crisi, o comunque di una serie di difficoltà da affrontare. Soltanto il tema dello stoccaggio è, in questo momento, in alcune parti del Paese un problema notevole.
  Mi chiedevo se, alla luce della disponibilità del Ministro a riaprire anche alcune questioni – sappiamo che c’è il tema di una revisione di medio periodo anche delle OCM passate – questo Paese sia in grado di riaprire quel tema in qualche modo, o comunque di porre rimedio al fatto che l'Italia da quell'accordo è venuta fuori, come alcune piattaforme produttive mediterranee, fortemente penalizzata.
  Noi stiamo giustamente facendo delle campagne promozionali importanti e ci vantiamo della nostra capacità di produrre vino di un dato tipo, ma non dimentichiamo quello che è realmente questo Paese e i numeri che ha.
  Da questo punto di vista, come dicemmo allora, non arrivammo alla soluzione auspicata, ma sapevamo che questo Paese sarebbe stato penalizzato. I primi segnali ci sono.
  Credo che, nel quadro del semestre europeo e della revisione di alcuni trattati e di alcuni temi, questo problema debba essere posto in qualche modo. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Martina per la replica.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie a tutti per i contributi significativi che sono arrivati. Non credo di riuscire a rispondere a tutto, ma dico subito che considero tutti gli elementi che sono stati posti all'attenzione di grande interesse e assicuro la mia disponibilità ad approfondire tutte queste partite. Mi riferisco anche all'ultima questione sottolineata dall'onorevole Fiorio in relazione, in particolare, all'esperienza vitivinicola.
  Per sommi capi, colgo questa occasione, a battute finali, per dire che credo si inizi a intravedere concretamente un piano, un disegno strategico per l'agricoltura italiana. Non pretendo di avere fatto in cinque mesi Pag. 14quello che non si è fatto in anni, ma credo di poter dire che, con la collaborazione di tanti, anche e soprattutto del Parlamento, noi abbiamo iniziato a impostare una tabella di marcia che, nei tempi di reazione sulle cose fondamentali e negli approcci cruciali, ha un suo disegno. È perfettibile, rafforzabile e non ancora esaustivo, ma inizia ad essere una strategia, secondo me, corposa e di significato.
  Se metto in fila questi cinque mesi di lavoro ed elenco concretamente i passi che abbiamo fatto, dalla PAC al Piano pesca, ai provvedimenti del decreto-legge competitività, con le misure di «Campo libero», al Piano ricerca, al decreto sulle terre, al lavoro che abbiamo iniziato a fare sugli enti, a una serie di emergenze che abbiamo dovuto gestire, dai nitrati alle questioni che abbiamo richiamato questa mattina, credo di poter dire che non siamo stati a guardare e che abbiamo impostato una strategia, anche se, ripeto, non esaustiva. Sono il primo a riconoscere che abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma mi vanto anche del fatto che insieme abbiamo mosso un'iniziativa che credo non si vedesse da un po’. Non lo faccio per uno spirito di compiacimento, ma solo per render conto degli sforzi che abbiamo fatto tutti.
  Venendo alle questioni più specifiche, sul tema PSR ci sono chiari alcuni punti di sfida che abbiamo davanti, in particolare in relazione alle semplificazioni che noi dobbiamo riuscire ad acquisire nella dinamica di gestione. Devo anche dire, su questo, che noi ci sforzeremo sempre di creare le condizioni di massima semplicità nella gestione della partita.
  Le prime mosse della Commissione non ci fanno ben sperare e, quindi, giustamente, voi avete richiamato un tema di grande significato. Vi assicuro la nostra attenzione e vi dico anche che non sarà semplicissimo operare, ma credo che sia un impegno di tutti riuscire a costruire un punto di novità su questo fronte.
  Sui nitrati, considero molto importante il lavoro che abbiamo fatto, perché siamo entrati nel merito e abbiamo sbloccato alcuni nodi di carattere tecnico tra noi e il Ministero dell'ambiente tutt'altro che banali. Per citarne uno, siamo riusciti a condividere l'equiparazione del digestato con gli altri concimi e a stabilire chiaramente che non ci sarà – siamo riusciti a dire un «no» preciso – l'uso dei fanghi di depurazione. Abbiamo aperto, quindi, degli spazi di novità interessanti. Adesso il testo va chiuso. È il primo passo, ma anche questo fa parte veramente della concretizzazione di alcuni passaggi che da tanto tempo sono attesi, soprattutto in alcuni territori.
  Per quel che riguarda il tema del Corpo forestale dello Stato, che è stato posto da diversi interventi, e ve ne ringrazio, affermo che se uno vuol capire quale possa essere la valenza della presenza di un Corpo specifico dedicato sul fronte ambientale e agroalimentare, io gli suggerisco oggi di guardare, in particolare, il cambio di passo che noi abbiamo costruito sulla delicata questione «Terra dei fuochi» per capire quale sia la portata del significato per l'Italia di avere una presenza specifica dedicata a questi due grandi fronti. Lo dico perché fa parte delle cose che abbiamo fatto in questi cinque mesi concretamente: avere riorganizzato il lavoro delicatissimo sulla Terra dei fuochi, assegnando al Corpo forestale dello Stato la funzione di coordinamento, ci ha consentito un cambio di passo notevole.
  Sfrutto anche volentieri questa occasione per ringraziare il Corpo forestale di questo suo preziosissimo contributo. Proprio la settimana scorsa abbiamo fatto il secondo step tecnico con il Corpo, e nell'ambito del tavolo tecnico, con tutti i ministeri e i ministri competenti, abbiamo preso atto di queste importanti novità. Abbiamo anche accelerato su alcune azioni delicate, in particolare sul territorio interessato.
  Quanto al Corpo forestale dello Stato, credo che noi non dobbiamo spaventarci del tema che è stato posto all'attenzione anche nostra in questo passaggio legato, in particolare, al decreto sulla pubblica amministrazione. Quella è una sfida che noi siamo nelle condizioni, secondo me, di gestire e rilanciare.Pag. 15
  Serenamente, dico «sì» a una discussione che riorganizza, potenzia, specifica e qualifica la funzione cruciale del Corpo forestale dello Stato. Ritengo che ci siano tutti gli elementi per chiarire perché l'Italia abbia bisogno di un Corpo dedicato, in particolare, alla tutela ambientale agroalimentare e al nostro grande settore.
  Ci sono da gestire una discussione e un confronto ? Benissimo, lo si fa rilanciando nel merito. È quello che stiamo cercando di fare con il Corpo ed è quello che abbiamo iniziato a fare quando abbiamo iniziato a dire che c’è un tema, anche di riorganizzazione funzionale e di risparmio economico, che si può affrontare, iniziando, per esempio, a riconfigurare una nuova organizzazione che semplifichi uno scenario. Pensate al tema delle polizie provinciali. C’è il tema dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), nonché il tema delicato di alcuni Corpi regionali.
  Dico che se si facesse già bene questo mestiere noi avremmo già compiuto, nella sostanza, un salto di qualità formidabile. Personalmente combatterò perché si parta da qui. Chiedo, naturalmente, la collaborazione di tutti e in tal senso il ruolo del Parlamento è essenziale.
  È legittimo, ovviamente, avere opinioni diverse. Credo che chi matura, per esempio, l'opinione che si possa superare il Corpo per collocarlo dentro altri Corpi di polizia non lo faccia per una ragione ideologica, ma perché ha legittimamente l'idea che una riconfigurazione di questo tipo possa essere funzionale.
  Penso di avere idee, argomenti, proposte che dimostrano la validità e la centralità di un'altra opzione e mi batterò per questo. Già il fatto che si sia entrati nella discussione in un dato modo e che si sia usciti dal primo tempo di questa discussione in un altro, più aperto, più disponibile e più attento anche a valutare altre soluzioni, mi fa dire che c’è terreno su cui lavorare. Chi ha più filo per tessere, tesserà. Noi dovremo fare la nostra parte e io sicuramente la farò.
  Passando alle questioni più strategiche, sono state richiamate alcune partite delicatissime. Mi riferisco al Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP) e all'accordo Europa-Marocco. Di tutte queste partite ce ne sono alcune, ovviamente, consolidate.
  Su Europa-Marocco quello che voglio sottolineare è che proprio noi abbiamo chiesto di poter iniziare a lavorare su alcuni elementi di quell'intesa che ci consentano la verifica di alcune di quelle partite. Lo dico perché per noi l'attenzione è massima. Poiché c’è la possibilità, nell'intesa che è stata costruita, di organizzare degli step di verifica e controllo, noi intendiamo esercitare fino in fondo questa funzione, in particolare per alcune filiere.
  Sul TTIP è assolutamente interessante l'elemento che è stato posto alla nostra attenzione di una valutazione di impatto anche sullo scenario italiano. Credo che con il Ministero dello sviluppo economico noi potremo istruire bene questo elemento, ragion per cui raccolgo l’input che è stato fornito. Credo che alcuni elementi di scenario già ci siano e che possano essere messi a disposizione della discussione e del confronto con le Commissioni.
  Noi stiamo seguendo molto bene il lavoro preparatorio dei vari round tecnici del TTIP. Ricordo che, in particolare, abbiamo posto la questione di una diversa strumentazione che aiuti la diffusione dell'informazione, anche in ambito di Consiglio dei ministri dell'agricoltura europea, a proposito delle varie fasi di passaggio e dei vari step tecnici di questa delicata partita. È aperta, infatti, anche in Europa una grande discussione su quanto ci si informi e su quanti elementi di informazione si abbiano a proposito dell'evoluzione di questo delicato accordo.
  Una delle partite che sicuramente dovremo gestire a settembre con la nuova Commissione, non appena si insedierà, consiste nell'organizzare uno step di informazione e, quindi, un'audizione di carattere europeo che renda conto delle cose che sono state fatte.
  Sugli OGM io credo che tutti dobbiamo innanzitutto renderci conto del cambio Pag. 16epocale che l'Europa ha maturato con le decisioni recenti a proposito proprio di OGM. Valutiamo secondo il punto. Sostanzialmente, con le scelte consolidate con l'ultimo Consiglio dei ministri dell'ambiente, l'Europa ha detto una cosa molto chiara, ossia che, oltre i dati scientifici, rimane la responsabilità politica. Il fatto di consegnare ai Paesi la possibilità di decidere se coltivare o non coltivare OGM in relazione alle caratteristiche politiche, economiche, sociali, territoriali di un particolare Stato è un cambio di scenario molto significativo.
  A mio giudizio, infatti, l'Europa ha maturato la convinzione che su questo fronte, in particolare, ci sia una riflessione che va oltre il dato tecnico, che ha le sue caratteristiche e che va, ovviamente, trattato come questione fondamentale, ma non esaustiva di una scelta di questo tipo. Come ci siamo detti mille volte, gli OGM, per le loro caratteristiche, impattano sulle vicende territoriali, sulle agricolture e sull'ambiente dei Paesi ben oltre le loro caratteristiche squisitamente tecnico-scientifiche.
  In conclusione, mi pare un cambio di fase di grandissima portata. Sapete quello che l'Italia ha sempre detto. Voi siete stati protagonisti in una parte fondamentale di questo orientamento. Credo che noi continueremo su quella linea, in barba anche ad alcuni accenni del dibattito che si fa anche a carattere nazionale, che francamente sono un po’ spiacevoli, perché pare che qualcuno rifletta e qualcun altro no, quando, in realtà, su questi elementi è in corso da tempo una discussione tutt'altro che banale.
  Sull'etichettatura l'ultima cosa che dico è che devono esserci massima attenzione e massimo protagonismo italiano nella delicata partita europea. Come sapete, noi abbiamo una posizione molto chiara. Aggiungo che, in particolare, sarà molto interessante vedere, da qui alle prossime settimane, da qui a dicembre, come ci verrà reso conto, in particolare, sulla filiera lattiero-casearia e sul latte, dello stato di avanzamento dei lavori e del lavoro sul fronte dell'etichettatura.
  Non ho alcun dubbio sul fatto che l'Italia debba battersi perché si aprano forti elementi di novità da questo punto di vista. Voi sapete che la discussione non è banale, ma io credo che anche da questo punto di vista sia fondamentale ribadire che per l'Italia questa è una questione essenziale. Siamo, quindi, pronti e disponibili a fare tutte le azioni che meritano di essere fatte su un tema delicatissimo e straordinario per noi.
  Avrei altre cose da dire, ma mi rendo conto che il tempo stringe.

  PRESIDENTE. Ho chiesto al Ministro di concludere dal momento che i lavori dell'Assemblea sono ripresi e lo ringrazio anche per la disponibilità, come è stato fatto anche dai colleghi nei loro interventi.
  Ringraziando nuovamente il Ministro Martina, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.55.