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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Mercoledì 29 ottobre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Catania Mario , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina:
Catania Mario , Presidente ... 3 
Martina Maurizio , Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ... 3 
Catania Mario , Presidente ... 9 
Gallinella Filippo (M5S)  ... 9 
Cenni Susanna (PD)  ... 10 
Bordo Franco (SEL)  ... 11 
Fantinati Mattia (M5S)  ... 12 
Mongiello Colomba (PD)  ... 13 
Allasia Stefano (LNA)  ... 14 
Catania Mario , Presidente ... 16 
Martina Maurizio , Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ... 16 
Catania Mario , Presidente ... 19 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal Ministro ... 21

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO CATANIA

  La seduta comincia alle 14.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina.

  PRESIDENTE. Diamo il benvenuto al ministro Martina, che abbiamo qui con noi oggi per l'audizione, accompagnato dal consigliere Ferdinando Ferrara, capo di Gabinetto, dal consigliere Marco Caputo, capo dell'ufficio legislativo, dal dottor Vaccari, capo dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, e dal dottor Paolo Pinzoni, vice capo dell'ufficio legislativo.
  Tutti noi comprendiamo l'importanza dell'audizione del ministro, quindi direi che è inutile da parte mia continuare a intervenire in questa fase. Prego il ministro di illustrarci la tematica dal suo punto di vista.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Ringrazio il presidente e a tutti voi della presenza e dell'attenzione. Mi scuso per il leggero ritardo, ma un altro impegno istituzionale mi ha trattenuto.
  Credo anch'io, innanzitutto, che sia molto importante un confronto tra noi. Penso che sia indiscutibile la rilevanza della tematica strettamente attinente alle strategie di valorizzazione e di crescita delle produzioni italiane sui mercati mondiali. Tutelare le produzioni nazionali, in particolare quelle agricole e agroalimentari, dai tanti fenomeni contraffattivi che si sono andati via via moltiplicando anche grazie alla diffusione dei nuovi canali di vendita on line, rappresenta, infatti, in particolare per l'Italia, per noi, una sfida assolutamente attuale e cruciale nell'ambito complessivo del sostegno, dell'espansione e del potenziamento del made in Italy.
  Come sapete, la contraffazione riunisce un insieme complesso di violazioni di leggi, di regolamenti, di vincoli contrattuali disciplinanti i diritti di proprietà intellettuale e di sfruttamento commerciale. Nel comparto alimentare, si manifesta attraverso l'appropriazione di segni distintivi, la falsa dichiarazione circa l'esistenza di certificazioni di qualità o attraverso un uso illegittimo delle denominazioni geografiche o di origine ovvero attraverso insidiose imitazioni, evocazioni di un prodotto mirate a ingannare, a confondere il consumatore.
  Il fenomeno è accompagnato sempre da una truffa deliberata ai danni dei consumatori in ordine alla qualità, che essi hanno diritto di aspettarsi da un prodotto corredato da un marchio conosciuto, con lo scopo di conseguire un vantaggio competitivo, determinando situazioni di concorrenza sleale, lesiva per l'immagine del Pag. 4made in Italy nel mondo. L'internazionalizzazione dei mercati ha favorito lo sviluppo di questi fenomeni e generato a livello mondiale un giro d'affari miliardario a proposito di falso made in Italy in termini sia di Italian sounding sia di vera e propria contraffazione.
  Se l'agropirateria e i fenomeni di Italian sounding si realizzano prevalentemente sui mercati internazionali del Nord America e del nord Europa, non mancano casi in Cina, in Giappone, sul fronte interno. Introducono più preoccupazione i fenomeni di evocazione di marchi o denominazioni ovvero quelli di falsa o ingannevole dichiarazione di origine italiana del prodotto.
  La diffusione del fenomeno e la sua rilevanza economica richiedono un adeguato contrasto costruito su campagne di informazione, intensificazione dei controlli, accresciuta efficacia delle iniziative giuridiche, realizzazione di accordi internazionali ed estensione dell'obbligo di indicazione dell'origine o provenienza, partendo dall'utilizzo di tutte le potenzialità che offre la normativa europea in materia.
  Il sistema dei controlli, dunque, acquisisce una strategicità assoluta, rappresentando il punto di riferimento per gli operatori e i consumatori. Il rafforzamento e il coordinamento del sistema diventano leve per fornire adeguate garanzie e contribuire a evitare distorsioni di mercato.
  Il sistema italiano dei controlli, per quanto complesso e oneroso, è ai vertici mondiali in termini di affidabilità e capillarità e vede nel Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un attore fondamentale. Nell'ambito del ministero, come sapete, operano quattro diversi organismi di controllo che, se pur con differenti specializzazioni, sono variamente impegnati a tutelare il settore agroalimentare italiano e a incrementare costantemente l'attività di tutela del patrimonio agroalimentare nazionale: l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRFD), il Corpo forestale dello Stato, il Nucleo antifrodi dei Carabinieri e il Comando delle Capitanerie di porto.
  Solo nei primi otto mesi del 2014, gli organi di controllo del ministero hanno realizzato oltre 60.000 controlli e sequestri per un valore di oltre 32 milioni di euro. In particolare, l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi realizza circa il 43 per cento dei controlli agroalimentari annuali nazionali e l'81 per cento dei controlli dell'intero ministero. L'Ispettorato effettua mediamente, di fatto, circa 46.000 controlli, verifica oltre 24.000 operatori.
  Gli illeciti amministrativi accertati nel periodo 2013-2014 sono stati circa 8.400, più di 500 quelli di rilievo penale. Sono stati sottoposti a sequestro circa 1.300 prodotti, per un valore complessivo stimato di oltre 63.500.000 euro. Il 30 per cento dell'attività è ogni anno dedicata alle produzioni di qualità regolamentata. In questi ambiti, nel periodo dal 1o gennaio 2013 al 30 settembre 2014, si contano oltre 360 casi di usurpazione, imitazione o evocazione di una denominazione protetta o di un segno distintivo o marchio per la designazione o presentazione del prodotto, contestati ai sensi del decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 297, che prevede disposizioni sanzionatorie per la protezione delle DOP delle IGP dei prodotti agricoli e alimentari.
  Nel medesimo periodo, le contestazioni per violazione al decreto legislativo 8 aprile 2010, n. 61, recante tutela delle denominazioni di origine delle indicazioni geografiche dei vini, riferite ai casi di usurpazione, imitazione ed evocazione di vini DOP o IGP ammontano a oltre 480. Quanto al Corpo forestale dello Stato, nei primi otto mesi del 2014 sono state segnalate 115 persone, effettuati 5.290 controlli, comunicate all'autorità giudiziaria 130 notizie di reato ed elevate 1.120 sanzioni amministrative, per un importo complessivo di oltre 1.583.000 euro.
  I settori dove si è operato con maggiore continuità di intervento sono stati quelli del contrasto alle contraffazioni dei prodotti agroalimentari legati al territorio rurale, sia quelli a indicazione geografica sia quelli provenienti da agricoltura biologica. Una particolare attenzione, inoltre, Pag. 5è stata riservata alle produzioni che menzionano in etichetta il riferimento al made in Italy nei diversi comparti del settore, in particolare vitivinicolo, oleario, lattiero-caseario e apistico.
  Il Corpo persegue, altresì, attività di cooperazione di polizia tese a contrastare la contraffazione agroalimentare in ambito Interpol. Il network Opson, promosso dal 2010 dal Corpo forestale dello Stato, ha ormai raggiunto l'adesione al protocollo operativo di ben 41 Paesi, quindi anche al di fuori dell'Unione europea, in modo da rafforzare il contrasto alla contraffazione agroalimentare sin dalla fase iniziale dell'importazione dei prodotti, laddove dallo scambio di informazioni tra i Paesi aderenti emergano criticità con riferimento agli operatori extra-europei.
  Alla rete OPSON possono aderire anche i portatori di interesse dei vari settori alimentari, i quali possono presentare relazioni o altri contributi negli incontri ufficiali che si svolgono generalmente ogni sei mesi presso il Segretariato generale dell'Interpol a Lione. Si tratta, quindi, di uno strumento operativo che può essere attivato anche su segnalazione, ad esempio, da parte dell'Unità protezione ex officio.
  Nel corso del mese di giugno, si è svolto proprio un meeting di preparazione alle attività operative del quarto anno Opson presso il quartier generale della Guardia Civil di Madrid ed è intenzione del Corpo forestale dello Stato, proprio in occasione di Expo Milano 2015 e in collaborazione con il Segretariato di Lione di Interpol, di ospitare qui in Italia il terzo meeting sulla lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari.
  Il Comando dei Carabinieri politiche agricole e alimentari esegue, invece, controlli straordinari sulla filiera agroalimentare per tutelarla dalle più recenti tipologie di frodi agroalimentari riconducibili alla cosiddetta agropirateria, con particolare riferimento alla contraffazione del made in Italy, che colpisce anche le produzioni alimentari.
  In questo quadro, i principali illeciti riscontrati negli ultimi anni hanno riguardato essenzialmente le seguenti condotte illegali: la falsa evocazione in etichetta e sui vari documenti di vendita di marchi DOP, IGP, STG; l'introduzione nel circuito commerciale nazionale di pomodoro concentrato cinese non dichiarato in etichettatura e nei documenti di vendita e commercializzato come made in Italy; l'individuazione di circuiti di olio miscelato e commercializzato come olio extravergine d'oliva; l'inserimento sulle linee produttive di commercializzazione di quantitativi di vino non tracciati e di dubbia provenienza e qualità e di vari prodotti caseari, ortofrutticoli, cerealicoli, falsamente indicati come biologici, privi di documentazione sulla tracciabilità o in cattivo stato di conservazione; diffuse incidenze di comunicazioni commerciali ingannevoli sui prodotti alimentari riferite a false e indebite evocazioni di marchi o attribuzioni di qualità e a claim non consentiti.
  Questo quadro generale degli interventi condotti dal Comando dei Carabinieri consente di delineare il nuovo fronte dell'agropirateria nella sua configurazione più attuale. Le frodi alimentari si vanno caratterizzando in senso più specifico verso le forme della contraffazione, della falsa evocazione, delle pratiche commerciali ingannevoli, che riguardano in particolare le violazioni alle norme sull'etichettatura e sulla tracciabilità nonché sul made in Italy e sulle difformità rispetto ai disciplinari di produzione DOP, IGP, STG, ovvero delle produzioni regolamentate dalla normativa europea.
  In quest'ambito, il Comando ha acquisito nel tempo una specializzazione sulle violazioni delle norme anticontraffazione nel comparto agroalimentare, condivise in stretta sinergia con le strutture ministeriali, ovviamente in particolare con l'ICQRF.
  Alle attività di controllo sono, inoltre, affiancate quelle di vigilanza sull'operato delle strutture di controllo autorizzate dal ministero. Alle cure dell'Ispettorato, ad esempio, è affidata a livello nazionale la protezione ex officio contro ogni forma di illecito utilizzo o di pratica ingannevole Pag. 6delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche prodotte e commercializzate dall'Unione europea.
  A pochi mesi dall'individuazione dell'autorità incaricata, i risultati non si sono fatti attendere e l'Ispettorato ha sollecitato vari Stati europei ad attivare la tutela di produzioni nazionali registrate, come nei casi del San Daniele Ham, del Parmesan e di altri più volte rappresentati anche in questi mesi, che danno la dimensione dello sforzo che abbiamo compiuto.
  È, inoltre, stata portata avanti una fitta attività di comunicazione con gli Stati membri al fine di approfondire la tematica dell'uso ingannevole delle denominazioni di origine con l'evidente intento di conoscere al meglio gli aspetti patologici del problema e per individuare strategie comuni.
  Per coinvolgere sempre più gli Stati membri nella tutela delle denominazioni, proprio su iniziativa dell'Italia è stato, inoltre, attivato un gruppo di lavoro con alcuni Paesi mediterranei, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, che rappresentano i due terzi delle indicazioni geografiche europee, per la condivisione dei risultati nel contrasto delle frodi. L'obiettivo è quello di estendere l'invito a tutti gli Stati membri e di creare un tavolo permanente dove avere costantemente contezza delle problematiche emerse, delle strategie comuni poste in essere e dei risultati conseguiti.
  I frutti di quest'intensa attività sono tangibili e a volte è possibile conseguire risultati a tutela del made in Italy in Europa addirittura in poche ore. La scorsa settimana, per esempio, grazie alla stretta collaborazione con le autorità francesi, è stato possibile bloccare rapidamente falsi Grana e Asiago di produzione lettone esposti al SIAL di Parigi. Per rafforzare questa cooperazione ed estenderla anche al di fuori dell'Europa, il prossimo appuntamento potrà essere uno specifico forum per la lotta alla contraffazione nel marzo 2015, propedeutico proprio a Expo Milano 2015, che giudichiamo un'occasione per fare il punto sull'attività di tutela comunitaria con le autorità europee, per implementare e condividere anche con altri Paesi azioni tese a valorizzare lo strumento della protezione ex officio. L'evento di marzo 2015 servirà per consolidare gli sforzi di tutti gli Stati membri a difesa del patrimonio culturale dell'Unione europea rappresentato dai prodotti agroalimentari di qualità, di cui l'Italia è leader.
  Nel frattempo, tra le recenti iniziative del ministero volte a rafforzare la tutela delle produzioni di qualità registrata, constatarne la falsificazione e promuovere la corretta informazione dei consumatori, che si avvalgono del commercio elettronico in specifico, un particolare rilievo assume l'operatività del protocollo d'intesa tra il ministero, l'Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche e la piattaforma on line eBay, prima in Italia e tra le più grandi nel mondo.
  Abbiamo siglato questo protocollo e consideriamo questo piano di lavoro estremamente importante. Quest'intesa, tramite il programma dedicato VeRO, impegna, da un lato, l'Ispettorato e l'Associazione a inviare ai eBay notifiche delle violazioni relative ai prodotti DOP e IGP; dall'altro, impegna la piattaforma eBay a rimuovere gli annunci segnalati sui prodotti contenenti violazioni. Contestualmente, l'Ispettorato attiva le procedure della protezione ex officio per bloccare la vendita dei prodotti regolari su tutto il territorio dell'Unione europea. I risultati ottenuti fino a ora sono molto incoraggianti. Tra i molti casi attivati, si segnalano quelli sul Montepulciano d'Abruzzo, sul prosecco, diversi interventi sull'aceto balsamico di Modena, sul Parmesan e via dicendo.
  Il protocollo siglato con eBay è certamente un esempio virtuoso di buona prevenzione, ma è solo un primo passo in un mondo sconfinato, dove ovviamente la platea di riferimento e le reti sono molto più aperte e più veloci, come quella appunto del commercio on line. Il commercio on line dei prodotti alimentari negli ultimi anni, come sapete, ha avuto una particolare diffusione attraverso numerosi siti Internet conosciuti anche a livello mondiale.Pag. 7
  In base ai dati di esperienza acquisiti, il mercato delle vendite on line sta conoscendo anche in Italia significativi tassi di crescita proprio negli ultimi anni. In particolare, le aziende privilegiano questo sbocco di mercato alternativo ai canali tradizionali perché consente maggiore flessibilità, riduzione dei costi di intermediazione e un potenziale di acquirenti sempre più in crescita. I consumatori stanno progressivamente aumentando la propria fiducia in Internet e nelle transazioni on line anche grazie a nuovi strumenti di pagamento.
  I dati più aggiornati, quelli del 2013, indicano che l’e-commerce alimentare in Italia ha avuto un incremento del fatturato del 18 per cento. In relazione all'elevato ritmo di crescita anche nel web, non mancano certo i problemi che caratterizzano le filiere tradizionali, comprese le contraffazioni e le imitazioni di prodotti di qualità. Al riguardo, il Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari ha esteso e innovato l'azione di contrasto anche con il monitoraggio del web. In particolare, sono state segnalate alla rete di cooperazione internazionale di polizia e alle autorità diplomatiche 70 tipologie di prodotti contraffatti, falsamente evocativi, marchi nazionali di qualità, tra cui principalmente vini, formaggi, DOP e aceto balsamico IGP.
  Un risultato di rilievo è stato conseguito nel 2013 in Gran Bretagna con il definitivo blocco della commercializzazione di wine kit, prodotti liofilizzati ottenuti con estratto di mosto posti in vendita in improbabili kit di autoproduzione etichettati con noti marchi di vini nazionali. Un altro circuito di contraffazione del made in Italy è stato individuato in Nuova Zelanda, Australia e Canada, riguardante il cosiddetto cheese kit, confezioni contenenti anche in questo caso kit di autoproduzione che pretendono di replicare prodotti caseari tipici italiani.
  In generale, al momento non sembra comunque possibile fornire valori esatti circa le dimensioni quantitative del fenomeno della contraffazione on line. Anche eventuali stime devono confrontarsi con oggettive difficoltà di monitorare i flussi della domanda e dell'offerta, considerando che sovente le transazioni commerciali avvengono a livello sovranazionale, in un contesto quale quello della rete Internet, deregolamentato e pregiuridico a causa della gestione da parte ICANN, ente privato no profit californiano, come sappiamo.
  Da tempo è sollecitato da più parti un più fattuale impegno da parte dell’Internet service provider nella difesa dei diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia, allo stato attuale, in base anche all'esperienza del Ministero delle politiche agricole svoltasi in tempi recenti, una soluzione tra quelle percorribili consiste nella definizione di accordi volontari tra i vari soggetti coinvolti, ad esempio nella forma del protocollo d'intesa, ovvero sfruttando il principio della cooperazione responsabile tra le parti. A questo proposito, ricordo proprio il citato esempio del protocollo d'intesa stipulato dal ministero con eBay.
  Per incrementare concretamente la tutela dei diritti di proprietà intellettuale sul web, sarebbe necessario intervenire sulla normativa, ma a questo proposito sembrerebbe che molti Paesi europei, segnatamente quelli del nord Europa, non siano disponibili a modificare la direttiva europea pertinente al commercio elettronico, mentre, seppur con difficoltà, potrebbe essere meno difficile raggiungere la revisione della direttiva 2004/48/CE relativa all’enforcement civile dei diritti di proprietà intellettuale. In questo quadro, potrebbe essere enfatizzata la necessità di avere maggiori strumenti armonizzati a livello europeo, con particolare riferimento al contrasto della contraffazione on line.
  Sempre in questo senso, peraltro, la Commissione ha adottato, il 1o luglio 2014, con la comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale, «Verso un rinnovato consenso sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale», il piano d'azione dell'Unione europea. Questo piano sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale può essere Pag. 8uno strumento efficace dentro il quale e attraverso il quale lavorare per compiere un passo in avanti.
  Il piano d'azione si concentra, in particolare, sulla lotta contro l'usurpazione dei diritti di proprietà intellettuale su scala commerciale. Intende, tra l'altro, proporre strumenti per garantire l'effettivo esercizio dei diritti in quest'ambito, cercando di privare i trasgressori su scala commerciale dei flussi di reddito che derivano loro da queste attività secondo il cosiddetto approccio follow the money.
  Tra questi, vi sono accordi tra titolari dei diritti e dei business partner per promuovere, distribuire e vendere i loro prodotti e per individuare e interrompere le attività illecite di violazione su scala commerciale. Questa riorientata politica di salvaguardia della proprietà intellettuale apre la strada a una serie di iniziative non legislative che applicano il cosiddetto approccio «seguire il denaro», che consiste nel progettare misure che identificano e cercano di distruggere le tracce del denaro per i regimi contraffatti.
  Il citato piano d'azione annuncia tre iniziative di più ampio respiro che coprono pubblicità, pagamento e spedizione. Non si potrebbe, però, prescindere da un rafforzamento del sistema sanzionatorio. Le sanzioni attualmente disponibili si devono, infatti, confrontare con un quadro giuridico non sempre adeguato. In particolare, come indicato anche dall'Agcom, le sanzioni pecuniarie possono essere comminate e, effettivamente, possono raggiungere il destinatario solo se questo soggetto è stabilito legalmente in Italia. Nel caso di domicilio legale in un Paese dell'Unione europea, la questione comincia a diventare più complessa ed è legata alla valutazione dell'autorità competente del Paese in questione. Ancora più problematica diventa ove il domicilio legale sia fissato in un Paese terzo o, peggio ancora, in un Paese ricompreso nella lista OCSE dei cosiddetti paradisi fiscali.
  Nel caso di azione e di rimozione di prodotti contraffatti, l'esperienza permette di dire che questa soluzione non sembra essere risolutiva in quanto sovente è stato constatato che il prodotto contraffatto rimosso riappare in altri siti, vanificando l'effetto che si intende raggiungere.
  Uno dei filoni riconducibili e riconoscibili per il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale anche a livello europeo riguarda poi l'aumento della consapevolezza di tutti gli attori coinvolti, ivi inclusi i consumatori finali, dal cui comportamento dipende il successo o meno dei prodotti contraffatti e dell'opportunità di lucrare ingenti somme economiche illecitamente.
  Va, peraltro, ricordato che il Consiglio nazionale anticontraffazione ha adottato nel suo piano nazionale una specifica macro priorità nell'ambito delle migliori pratiche e indicazioni per l'orientamento delle azioni future in materia di lotta alla contraffazione, denominata «Comunicazione, informazione e formazione».
  A questo proposito, segnalo che, nell'ambito delle attività di informazione dell'utenza in materia di frodi alimentari, il Comando dei Carabinieri politiche agricole ha intrapreso una serie di iniziative volte a informare i cittadini preventivamente e a garantire loro la possibilità di dialogare permanentemente con l'amministrazione.
  Ricordo, in particolare, l'attivazione del numero verde anticontraffazione a disposizione dei cittadini per segnalare possibili frodi agroalimentari e la realizzazione del desk anticontraffazione riportato sul sito del ministero come utile strumento messo a disposizione di associazioni, consorzi di tutela e singoli consumatori per segnalare in maniera rapida la presenza in commercio di prodotti di dubbia qualità e provenienza.
  Dal quadro sin qui esposto emerge chiaramente l'importanza strategica del ruolo dei controlli, che peraltro, così come declinato e implementato dal nostro Paese, ripeto che rappresenta un'eccellenza a livello europeo e internazionale. Al sistema dei controlli, per rendere ancora più efficace la lotta contro la contraffazione e l'usurpazione di quella ricchezza tutta italiana riconosciuta nel made in Italy, è peraltro indispensabile affiancare un sistema di prevenzione e informazione in grado di responsabilizzare tutti i cittadini Pag. 9e di fornire loro gli strumenti per compiere quotidiani gesti a tutela di questo patrimonio.
  A mio avviso, di straordinaria importanza per contrastare i fenomeni contraffattivi è il rafforzamento del sistema di tracciabilità dei prodotti. Aumentare la trasparenza permetterebbe di ridurre al massimo le zone grigie entro cui si annidano i vari fenomeni elusivi su cui si è detto in precedenza.
  Anche in quest'ottica e con il contributo determinante del Parlamento, abbiamo adottato con il piano di azioni denominato Campo libero, largamente realizzato nel decreto-legge 91 e con il decreto-legge Sblocca Italia, misure concrete finalizzate al rafforzamento della tracciabilità e della riconoscibilità dei prodotti italiani, partendo dalla consultazione pubblica prevista proprio dal decreto relativa alle ulteriori indicazioni obbligatorie sull'origine dei prodotti agroalimentari in etichetta, che inizierà proprio il prossimo 7 novembre. Dagli esiti di tale consultazione sarà possibile rafforzare ulteriormente il sistema di tracciabilità a livello generale o per specifici prodotti, sfruttando a pieno le nuove possibilità che la normativa europea ci offre.
  Nello stesso senso va l'articolo 30 del decreto-legge Sblocca Italia, recante la promozione straordinaria del made in Italy e le misure di attrazione degli investimenti, che prevede tra l'altro la realizzazione di un segno distintivo unico per le iniziative di promozione all'estero e durante l'Esposizione universale 2015 delle produzioni agricole e agroalimentari rappresentative della qualità e del patrimonio enogastronomico italiano, al fine di dare uno strumento di supporto in più alle nostre imprese nel contrasto al fenomeno dell’Italian sounding.
  Sempre con il decreto-legge n. 91 del 2014 abbiamo, inoltre, voluto compiere un ulteriore passo in avanti per perfezionare il sistema dei controlli italiano, che, come ho già ricordato, rappresenta un'eccellenza. Con la costituzione, in particolare, del Registro unico dei controlli ispettivi, cosiddetto RUC, a carico delle imprese agricole, infatti, introduciamo nel nostro ordinamento modalità di interscambio informatico dei dati relativi alle ispezioni e verifiche utilizzando le strutture informatiche e le unità di personale esistenti in ciascuna amministrazione, realizzando una grande attività di coordinamento delle informazioni.
  Penso si tratti di un intervento di trasparenza e semplificazione di straordinaria forza e importanza e sono certo che contribuirà a rafforzare il sistema dei controlli, e quindi, in definitiva, a rafforzare la lotta alla contraffazione delle produzioni nazionali.

  PRESIDENTE. Un vivissimo ringraziamento subito a nome anche di tutti i colleghi per l'intervento, gli spunti, la qualità e l'insieme di riflessioni che sono state formulate. Non tolgo tempo al dibattito. Interverrò magari di nuovo dopo i colleghi che riterranno di intervenire.
  Do ora, infatti, la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  FILIPPO GALLINELLA. Trovo l'occasione, ministro, per farle alcune domande su temi anche di questi giorni.
  Come vede l'accorpamento dell'ICQRF al Corpo forestale dello Stato ? Questo può aumentare la qualità dei controlli, visto che abbiamo anche il dottor Vaccari qui, e dunque è un tema ? Lei è partito proprio raccontando i dati dell'ICQRF.
  Inoltre, vorrei conoscere la posizione del ministero relativamente a una nostra interrogazione. Può essere utile anche a questa Commissione. C’è una discussione sui commi 49-bis e -ter della legge 24 dicembre 2003, n. 350. A noi sembra, come dice l'Agenzia delle dogane, che questi 49-bis e -ter siano un depotenziamento dei controlli e vorrei capire la posizione del ministero in tal senso.
  Sul DL 91, che lei ha richiamato, avevamo predisposto un emendamento che poi è stato bocciato – dobbiamo capire per quale motivo – che andava a potenziare proprio i controlli sulle DOP e gli IGP. Avevamo scritto anche a «Campo libero». Pag. 10Andava a modificare gli articoli 448, 517 e 518 del codice penale per quanto riguarda la tutela, come da indicazione della Direzione antimafia, col il nostro atto Camera n. 1407.
  Ha detto che il 7 novembre partirà la call pubblica per l'etichettatura. Tutto il Parlamento ha votato il 14 gennaio la mozione n. 1-00311, che, tra i vari impegni, chiedeva proprio l'adozione dei decreti dell'articolo 4 della legge 3 febbraio 2011: vorrei conoscere la sua posizione e sapere come mai ancora non si muova foglia su quest'aspetto.
  Un'altra questione è già stata posta al precedente Ministro delle politiche agricole sull'accordo con Google. Lei ha parlato di eBay e mi è venuto in mente che il Ministro De Girolamo aveva stipulato l'accordo con Google per la promozione del made in Italy. Anche sul sito del ministero c’è ancora il Cultural Institute, come si chiama quella serie di prodotti alimentari e non; potrebbe non saperlo oggi, ma potrebbe farci pervenire la sua posizione: a suo avviso, è una strada persa per la promozione dei prodotti ?
  Un'altra questione, sempre tema di discussione anche con il Viceministro Calenda, è quella del TTIP (Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti). Vorrei conoscere la posizione del Ministro delle politiche agricole riguardo a quest'accordo. Da questo mandato negoziale sono eliminate tutte le denominazioni d'origine: ha senso andare avanti se tutte le denominazioni d'origine sono eliminate ? Non mi sembra che il Governo degli Stati voglia accoglierle.
  Lei ha citato, in conclusione del suo intervento, la questione del simbolo distintivo da allegare ai prodotti per la promozione dell'Expo, soprattutto per il commercio estero. Ha risposto anche a qualche question time in Aula su questa tematica e io vorrei capire che tipo di tutele giuridiche offra all'estero questo tipo di segno distintivo. Non rischiamo di danneggiare chi ha già una denominazione d'origine ? Loro, comunque, hanno fatto un percorso, quindi magari si sminuisce il loro impegno. Chi ha fatto un percorso sulla tracciabilità può mettere un altro marchio, magari sponsorizzato: vorrei capire come si collegano questi due aspetti.

  SUSANNA CENNI. Voglio ringraziare, anche a nome del Gruppo del Partito Democratico, il ministro per la sua presenza e per le cose che sta facendo in materia di agroalimentare, anche sostenendo una battaglia determinata contro la contraffazione del nostro agroalimentare.
  Ho ascoltato attentamente la sua nutrita relazione e condivido un giudizio complessivo circa l'efficacia del nostro sistema di contrasto nel campo agroalimentare. Lo stiamo misurando anche in questi giorni, in tutti i territori. Il mio territorio è oggetto, in questa fase, di indagini ancora aperte. Per fortuna, sono emerse attività molto intense di contraffazione sull'olio d'oliva, sul vino a denominazione, sul resto dell'agroalimentare, quindi c’è un sistema che funziona. Contemporaneamente, però, dobbiamo anche constatare un'attività molto intensa e un fatturato pesantissimo attorno al nostro made in Italy e alle potenzialità vere che questo ancora ha.
  È evidente quanto si produca un danno grave soprattutto alle nostre produzioni di qualità ogni volta che questi prodotti arrivano sul mercato. Sono convinta che da un'azione di contrasto davvero molto determinata del nostro Governo alla contraffazione e da una serie di altre attività potrebbe emergere una delle grandi riforme da fare nel nostro Paese.
  La Ministra Guidi, quando è venuta in questa sede, ci ha illustrato anche alcuni numeri, alcune previsioni a carattere globale di crescita impressionante nei prossimi anni. Sono previsioni che riguardano l'agroalimentare e il manifatturiero veramente notevoli, quindi il tema è sicuramente come contrastare quanto sta avvenendo nel nostro Paese, ma anche come riusciamo a prevenire, e quindi a far crescere una sensibilità e una coscienza vera contro quest'attività criminosa.
  Condivido anche che una parte enorme dell'azione di contrasto possibile si giochi in campo internazionale, quindi attraverso Pag. 11una parte delle attività che lei ci ha illustrato e, auspicabilmente, anche con altre. Penso, infatti, che sia una scelta giusta da sostenere e potenziare quella di utilizzare Expo per dare un messaggio molto forte in questo campo, efficace non solo a sostegno del nostro made in Italy, ma chiaro sul danno terribile che si compie quando si lascia correre in questo campo.
  Mi aggiungo al quesito del collega Gallinella sulla vicenda del TTIP. Non conoscendo nel dettaglio alcuni passaggi che riguarderanno il livello di confronto, di contrattazione e degli attori che determineranno le decisioni finali, e quindi anche lo spazio che abbiamo come Stati membri di intervenire in questa materia, mi chiedo se davvero una parte di questo possibile accordo non possa danneggiare ulteriormente alcune nostre denominazioni per l'ingresso possibile di alcuni prodotti sui mercati, visto che non c’è un riconoscimento pieno delle operazioni che abbiamo fatto in Italia, in Europa e che costano tantissimo, come sappiamo, anche in termini di impegno, di controllo e così via. Mi chiedo e le chiedo, quindi, ministro, se esistano spazi d'intervento seri in questa materia per cercare di difendere il lavoro che è stato compiuto.
  Sono contenta di aver sentito da lei – questo ci consegna anche una responsabilità, presidente, come Commissione contraffazioni – le riflessioni che ci ha riportato sul tema delle sanzioni e delle norme in questa materia. Probabilmente, dobbiamo rivederle, prevedere sanzioni più forti, intervenire anche sui codici rispetto ad alcuni reati che sono compiuti. Pare, infatti, essere ancora un'attività molto conveniente per un pezzo della criminalità organizzata piuttosto che altri campi di investimento e di intervento. Su quello, quindi, credo che dovremmo seriamente lavorare anche per avanzare alcune proposte al Parlamento in questa materia.
  L'ultima questione riguarda tutta la partita dell’Italian sounding. In questo Paese, abbiamo visto anche qualche pasticcio negli anni passati. Penso, per esempio, ad alcune società che accompagnavano la nostra internazionalizzazione sostenendo anche imprese che portavano all'estero prodotti che di italiano avevano veramente poco, pur essendo trasformate in Italia.
  Per come l'ho letta, credo che l'operazione del contrassegno sia prima di tutto di accompagnamento dei nostri prodotti italiani, non di certificazione, e quindi è un'operazione molto diversa da quella delle certificazioni di qualità. Raccomando davvero un'attenzione su questa sfera, cioè che siano davvero prodotti italiani, prevalentemente materia prima italiana accompagnata da un contrassegno, che aiuta a identificare meglio la nostra forza di aggressione e di ingresso nei mercati internazionali.
  L'ultimissima questione riguarda la strumentazione che abbiamo. Penso al CNAC (Consiglio nazionale anticontraffazione) come ad altri organismi, anche di origine abbastanza recente. Mi chiedo se riteniamo quest'impianto complessivo, che non riguarda solo l'agroalimentare, sufficiente, se la nostra strumentazione sull'agroalimentare potrebbe subire qualche rallentamento dalle trasformazioni possibili anche delle Forze di polizia che oggi intervengono in questa materia. Vorrei conoscere la sua riflessione.
  Inoltre, quale sensazione ha ricavato in questi mesi, visto che è un ministro che fortunatamente frequenta le sedi europee, rispetto alle normative europee e alla loro possibile evoluzione ? Sappiamo che un pezzo dei nostri problemi sta lì, in norme che abbiamo adottato nazionalmente, ma che non riescono a essere riconosciute pienamente in sede comunitaria, e, ovviamente, anche nella necessità di adottare norme che stiamo attendendo, come quella del made in.

  FRANCO BORDO. La ringrazio, ministro, della relazione. Come già da altre relazioni che abbiamo avuto, emerge in modo anche preponderante il fenomeno di reati sostanzialmente legati alla contraffazione perpetrati all'interno del territorio nazionale, in modo particolare, ma non solo, per quanto riguarda l'agroalimentare.Pag. 12
  Penso che questa sia un'osservazione importante per l'attività di questa Commissione. Vorrei anche utilizzarla per capire la sua posizione, se sia attuata già una posizione da parte del ministero e del Governo rispetto all'ipotesi di soppressione o di accorpamento del Corpo forestale dello Stato, che, come anche lei ha riportato nella relazione, sta svolgendo un ruolo importante e determinante nella repressione di tali reati.
  Per quanto riguarda la contraffazione che subiamo dai concorrenti dei Paesi esteri, le chiederei brevissimamente se ha la possibilità di illustrarmi se vi sia, in modo particolare per quanto riguarda i Paesi del Nord e del Sud America, un deficit dal punto di vista legislativo di quei Paesi che permette una così ampia e facile diffusione di questo fenomeno o se non sia una questione di mancanza di rispetto delle leggi di quei Paesi, tale che permetterebbe già di reprimere e, di conseguenza, anche di non mantenere in piedi quest'attività così sleale nei confronti dell'Italia.
  Glielo chiedo anche perché, in vista del forum di cui ci ha parlato di marzo 2015, vorrei capire se l'intenzione sia quella di arrivare a una sua chiusura con degli impegni tra gli Stati che partecipano precisi e puntuali o se sia un momento ancora interlocutorio e di confronto.
  Anch'io rinnovo la richiesta del collega Gallinella rispetto ai decreti ministeriali, in modo particolare quelli relativi all'etichettatura e all'origine di provenienza, così come richiamata dalla mozione votata dalla Camera dei deputati: quali sono ancora gli impedimenti per l'adozione pieni di questi decreti ?
  L'ultimo passaggio riguarda il TTIP. A parte le preoccupazioni che condivido di chi mi ha già preceduto rispetto alla questione dell'arbitrato, è a conoscenza come Governo se nell'ambito di questi negoziati si intenda prendere impegni precisi da parte di Canada e Stati Uniti d'America rispetto a questo fenomeno che penalizza anche altri Paesi europei, ma in modo particolare l'Italia, per cui potrebbero e dovrebbero essere al centro anche dei negoziati stessi ?

  MATTIA FANTINATI. La ringrazio, ministro, per la sua esposizione.
  Cercherò di essere molto breve e punterò subito il focus sull'emendamento che avevo presentato insieme con l'Agenzia delle dogane. Penso che sia stato un tema sicuramente molto dibattuto. Quando il Governo ha dato il parere sull'abrogazione del 49-bis e del 49-ter, ha detto che, per quanto riguardava il Ministero per lo sviluppo economico, nulla ostava, mentre per il Ministero delle politiche agricole effettivamente si trattava di una depotenziamento della struttura.
  Ricordo, in ogni caso, che, come ha detto lei, la tracciabilità deve essere garantita sempre, soprattutto per prodotti come i nostri, la cui provenienza è centrale proprio per la qualità del prodotto. Secondo noi, deve essere punito anche chi fa l'olio prendendo le olive dalla Spagna e vendendolo come olio extravergine, quando sappiamo tutti benissimo che non lo è.
  Inoltre, l'Agenzia delle dogane stessa ha detto che, trasformando un reato penale in un illecito amministrativo, non si hanno più gli stessi strumenti, e infatti anche i pezzi controllati e fermati sono scesi da 11 milioni nel 2008 a 1,5 milioni di oggi. Soprattutto, trovo molto difficile, come prevedono i due articoli, che si possa salvare dicendo che l'etichetta sarà sistemata in fase di commercializzazione del prodotto. Capisce anche lei che è difficile andare sul territorio nazionale a capire se effettivamente il prodotto sia veramente italiano o meno.
  Sappia che, comunque, oggi c’è stato l'ordine del giorno, ho avuto una riformulazione da parte vostra, forse del MISE. Il tema, secondo me, è molto centrale e vorrei anche ripresentare l'emendamento, magari con un vostro suggerimento, prima che sia bloccato per la terza volta. So che ci sono stati anche dei problemi comunitari: può dirmi, cortesemente, le specifiche della normativa comunitaria ? Secondo alcune voci, è contro la direttiva comunitaria: potrebbe fornirmi gli estremi ?

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  COLOMBA MONGIELLO. Ministro, l'ho ascoltata attentamente. Il tema della contraffazione del cibo è molto complesso, perché non solo è un danno economico al made in Italy di questo Paese, ma va a intaccare anche la sicurezza alimentare dei cittadini italiani ed europei, dei cittadini che mangiano prodotti di falso cibo italiano. Lo dico sempre e, oltretutto, ovviamente il tema si diversifica: un conto è il falso prodotto, un conto la falsa etichetta, un conto qualcosa che non è né falso prodotto né falsa etichetta, ma tutt'altro. Vado per flash.
  Ormai da tempo, ovviamente, nelle diverse audizioni mettiamo l'accento su alcune aggressioni del fenomeno, come quella che sta suscitando molto la nostra attenzione dell’e-commerce, dove si inganna liberamente. Credo che tutte le tre caratteristiche che ho elencato vadano a mescolarsi insieme, senza alcun controllo giuridico da parte dei Paesi colpiti.
  Sinceramente, i numeri, il 18 per cento di cui parlava, preoccupa molto rispetto a un fatturato globale che vale miliardi di euro. Cerchiamo di prestare attenzione, perché va bene la piattaforma Google, va bene la piattaforma eBay, ma significa porre l'attenzione anche da un punto di vista giuridico a un nuovo fenomeno che sta emergendo.
  Ho ascoltato anche alcune riflessioni poste dai colleghi. Sono perfettamente d'accordo che sia una battaglia combattuta dal sud dell'Europa rispetto a qualche anno fa, quando questi temi erano quasi del tutto sconosciuti. Mi fa molto piacere, perché significa che comincia ad acquisire una consapevolezza anche qualche altro Paese che non è l'Italia, soprattutto intaccato nel suo patrimonio, nei marchi, lo scrigno che questi Paesi possiedono.
  Ho seguìto un po’ la rete Opson e l'anno scorso ho anche partecipato a un panel che riguardava la legge Salva olio. Ho visto l'efficacia di tutte le polizie europee, come stanno lavorando sul tema della contraffazione. Questo significa anche porre l'accento su alcune norme giuridiche che potrebbero essere messe in campo e aiutare gli stessi Governi.
  Vorrei sollevare un altro tema. Al di là della polemica di oggi – poi audiremo l'Agenzia delle dogane, cui vorrò formulare meglio alcune questioni – ho sentito anche della vicenda sollevata dal collega Fantinati e mi preme sapere a che punto sia quella sollecitazione che facemmo sui flussi commerciali.
  C’è stata una dichiarazione da parte del Ministero delle politiche agricole e del Ministero della salute perché, finalmente, fossero aperte le informazioni che riguardano le materie prime che questo Paese importa. C’è stata anche una prima riflessione su questo punto, ma sono trascorsi alcuni mesi e mi sembra che il Ministero della salute su questo poi abbia avviato una consultazione, di cui però non conosco i termini, se siano giunti a termine, se ci sia un'accelerazione.
  Avere conoscenza delle materie prime che importiamo significa avere una conoscenza molto più dettagliata di quello che esce da questo Paese. Dobbiamo, quindi, sapere esattamente cosa stiamo importando, cosa stiamo trasformando, cosa stiamo esportando, in maniera da sapere come funziona l'intera filiera. Non capisco, inoltre, perché alcuni Paesi europei già stiano adottando anche una maggiore trasparenza di questi flussi e noi ancora no. Non capisco perché l'Agenzia delle dogane non li renda pubblici.
  Vorrei intervenire su un altro punto. Va bene la protezione ex officio, vedo che sta funzionando anche su alcuni prodotti. Ho visto di recente anche quello che ha riguardato Harrods. L'ho fatto anch'io con una segnalazione al ministero sull'olio falso, ma ho visto anche il Grana della scorsa settimana. Vedo che la protezione per i marchi sta funzionando. Forse, finalmente, si è pienamente consapevoli di cosa sia il fenomeno complessivo, un fenomeno enorme.
  I numeri sono forse anche molto provvisori. Quando diciamo che abbiamo un record dall’export quest'anno di 34 miliardi di euro e vogliamo arrivare a una cifra, secondo le sue indicazioni, di 50 miliardi di euro da qui a un paio d'anni con tutte le misure che stiamo mettendo in campo, Pag. 14suggerirei che, se riuscissimo a catturare un pezzo dell’Italian sounding, forse potremmo raggiungere quella cifra anche più velocemente, e così dare ossigeno anche al nostro prodotto interno lordo. Lancio questa provocazione.
  Mi avvio alla conclusione. Il ruolo dei controlli, ministro, e l'Europa sono due temi sui quali abbiamo spesso discusso anche nelle Commissioni di merito. Voglio dire anche a molti colleghi che la legge sull'etichettatura è stata votata dal precedente Parlamento. Era una legge bloccata, mancavano i decreti attuativi. Ringrazio che, devo dire anche su spinta dello stesso Parlamento, si sia avviata la fase consultativa, come prevista dalla legge. A fine fase consultativa, possiamo dare l'avvio anche ai decreti per alcune filiere sensibili, come io le definisco. Alcune sono state citate. L'olio ormai è una partita chiusa, grazie a Dio, e non ci torno.
  Ci sono, però, altri temi, quello dei formaggi, quello del pomodoro, il concentrato. Dalle mie parti fanno dei miracoli. Allora poi esce un prodotto che non ha mai vista la penisola italica se non in una collocazione momentanea. Su questo saremmo anche pronti per alcune filiere.
  Ho visto che ha fornito alcuni dati sul ruolo dei controlli. Molti erano già noti, ma dalle audizioni che stiamo effettuando, ministro, mi sembra di aver compreso, anche da quella della Guardia di finanza, molto illustrativa, che i controlli vanno benissimo. Diciamo sempre che le nostre merci sono le più controllate al mondo, ma esiste una regìa unica dei controlli ? Possiamo arrivare a quest'obiettivo, che forse velocizzerebbe ? Forse la trasmissione dei dati, le comunicazioni, renderebbero anche più facile e immediato il nostro lavoro, ovviamente con risultati anche forse più consoni rispetto ai numeri messi in campo ?
  La lascio con una provocazione. Stiamo parlando di Expo e ho apprezzato molto quest'iniziativa che ci sarà a marzo per quel che riguarda questo momento mondiale sulla contraffazione. Expo sarà, infatti, una vetrina mondiale. Significa che per sei mesi parleremo anche della nostra identità, del nostro cibo. Parleremo anche di altro, ma parleremo anche di contraffazione. L'ho apprezzata per questo.
  Le lancio la mia provocazione: visto che c’è un'intera campagna di comunicazione per quel che riguarda la contraffazione, perché comunicare è la prima soglia dell'informazione al pubblico, non potete pensare anche a uno spot televisivo anticontraffazione in vista di Expo ? Lei ha detto, giustamente, che non stiamo parlando di vendita di borse false, laddove il consumatore è consapevole che sta consumando un prodotto falso. Stiamo parlando di cibo e il consumatore non sa, per alcune filiere, da dove arrivino le materie prime, dove siano state trasformate, non conoscere l'intera filiera del cibo. Significa che il consumatore, ovviamente, è ingannato.
  Forse, rendendo più consapevoli i consumatori con una migliore informazione preventiva, l'educazione alimentare che abbiamo lanciato in tutte le scuole, possiamo anche agevolare il compito che stiamo svolgendo ? Secondo me, informare, quindi prevenire, è molto più facile che andare alla seconda fase, della repressione.
  Significa anche poi di lì chiudere con un quadro normativo efficace. Nel mio modesto modo di vedere, così come abbiamo fatto – qui ci sono anche alcuni attori che hanno lavorato su quella legge – con la legge Salva olio, dottor Vaccari, non possiamo pensare a uno strumento normativo che riguardi la seconda parte di quella legge, mutuandola per altre filiere ?

  STEFANO ALLASIA. Cercherò di essere brevissimo. Ringrazio il ministro. Ho ascoltato con piacere la relazione, anche se alle volte, finite queste audizioni, dopo le relazioni che mi sono sottoposte, mi domando perché facciamo alcune riflessioni. Sembra quasi che i problemi siano già stati risolti. Purtroppo, non è così. Indubbiamente, ci sono dati confortanti, ma anche sconfortanti per tutti i settori che ha toccato.
  Va bene sicuramente sui controlli, sulla vigilanza. Ho voluto partecipare appassionatamente Pag. 15a quest'audizione dopo che c’è stato il Salone del gusto a Torino, dove è stato toccato proprio il problema dalla contraffazione e delle frodi agroalimentari. Lei stesso, il Governo, vi siete espressi sicuramente per cercare di risolvere i problemi.
  Sappiamo benissimo che i Governi precedenti hanno già cercato di fare qualcosa o di porre dei rimedi al problema, ma negli ultimi anni bisogna anche riconoscere onestamente che il lavoro legislativo è sorpassato dal lavoro di frode da parte di chi vuole operare illegalmente. Anche in quello, purtroppo, la piattaforma multimediale, la piattaforma Internet dà sicuramente una buona sponda, come giustamente anche lei ha fatto notare. Dall'altro punto di vista, l'Europa non giova sicuramente alla nostra legislazione.
  Non concepisco e non capisco la motivazione per cui l'Europa continua a mettersi di traverso o posso capire che politicamente, anche semplicemente come hanno già descritto i miei colleghi in relazione al Trattato tra Unione europea e USA, che gli USA cercano di invaderci con i loro prodotti. Indubbiamente, l'Unione europea, l'Italia e lei stesso dovreste contrapporvi.
  Le sue dichiarazioni sono sicuramente state positive sul Trattato, ma spero che alle parole seguano i fatti e che, in attuazione del Trattato, ci sia effettivamente una posizione da parte europea, ma soprattutto da parte italiana, per quello che possiamo fare a livello parlamentare, che tutti si mettano di traverso e che, finalmente, un trattato dopo vent'anni sia rigettato o almeno modificato in parte, come fanno, come stanno facendo e hanno sempre fatto tutti gli attori europei e gli Stati medesimi.
  Sicuramente, ci troveremo in una situazione di debolezza se, eventualmente, questo Trattato andrà avanti, ma non voglio occuparmene perché è già stato discusso dai miei colleghi.
  La mia richiesta è esclusivamente quella di cercare di capire quali siano le condizioni e le nozioni del suo ministero sull'embargo russo. I dati sono sconfortanti. Cito come esempio la Fedagri Lombardia, che ha già dichiarato che c’è stata una perdita di 45 milioni di euro solo in alcuni settori. Dovrebbe esserci maggiore consapevolezza che, sì, parlare di America può essere piacevole, ma vediamo che potrebbero esserci delle invasioni ulteriori, che già oggi ci sono.
  Facevo menzione prima al Salone del gusto. Ho partecipato, come tanti di noi, a questa bellissima manifestazione che si svolge a Torino e abbiamo accolto il grido di allarme di tanti piccoli produttori, che da diversi anni ricevono poco risalto dagli enti locali e dagli stessi ministeri. Spero che adesso ci sia veramente un momento di svolta.
  Soprattutto, come giustamente ha fatto notare, l'Expo 2015 deve essere una tra le prime azioni e rappresentare la possibilità di mettere realmente una pietra tombale sulla contraffazione già all'inizio dell'Expo 2015, non a fine del 2015. All'economia italiana non è più possibile sopravvivere ulteriori mesi senza che il legislatore, il Governo, facciano qualcosa e diano risposte concrete.
  Come ho detto in precedenza, infatti, purtroppo il mercato della contraffazione e delle frodi viaggia molto più veloce che quello legislativo e di quello governativo. Sarebbe auspicabile, quindi, la possibilità già da subito di porre rimedio offrendo risposte concrete, soprattutto ai piccoli produttori. Le multinazionali come la Ferrero si autotutelano già solo col nome, ma sicuramente i piccoli produttori hanno enormi difficoltà a interfacciarsi con gli enti locali.
  Deve esserci un grande sforzo in ciò che possiamo fare come Commissione nel trovare soluzioni legislative, ma deve esserci anche da parte del Governo e sua quello di portarle in Europa, cercando di tenere il punto per fare in modo che non ci siano variazioni. Grosso modo, questa è la mia richiesta e la richiesta dei piccoli produttori che stanno cercando di sopravvivere in questo mondo troppo globalizzato.

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  PRESIDENTE. Molte cose sono state già dette, ma l'occasione è preziosa e aggiungo anch'io due sinteticissime domande. La prima riguarda il sistema dei controlli. Ho ascoltato con molta attenzione la relazione. È un sistema che conosco per esperienza precedente e mi ha fatto piacere vedere che nella relazione del ministro si evidenzia, non solo, ma tra l'altro, il valore dell'attività di controllo svolta dal Corpo forestale dello Stato.
  Come già è stato evocato da alcuni colleghi, quindi, chiedo anch'io al ministro cosa pensi dell'ipotesi purtroppo ventilata – il «purtroppo» è una mia considerazione – di soppressione del Corpo forestale dello Stato, che a mio parere sarebbe un errore non solo sotto il profilo del contrasto alla contraffazione, ma anche sotto quello più generale di contrasto ai reati ambientali.
  La seconda domanda è la richiesta di un chiarimento. Il tema è stato già accennato da altri colleghi, in ultimo mi pare dalla collega Cenni: l'articolo 30 dello Sblocca Italia e il tema del segno distintivo. Mi era parso di capire, come mi pare abbia detto anche la collega Cenni, che questo segno distintivo non è diretto a posizionarsi sui prodotti. Finora, almeno, avevo capito questo.
  Mi viene un dubbio dalle parole che il ministro ci ha detto al riguardo, tra l'altro sottolineando che questo segno distintivo sarebbe uno strumento di supporto in più alle nostre imprese nel contrasto al fenomeno dell’Italian sounding. Quest'affermazione in questi termini mi lascerebbe intendere che, invece, a differenza di quanto pensavo, il segno distintivo va sulla confezione del prodotto, altrimenti non colgo come possa essere d'aiuto nel contrasto all’Italian sounding. Sicuramente, il ministro saprà darmi la chiave di lettura giusta.
  Do ora la parola al ministro per la replica.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Vi ringrazio di tutte le sollecitazioni che sono arrivate e delle questioni che avete posto. Se non riuscirò in pochi minuti a rispondere a tutti i particolari, restiamo a disposizione anche dopo l'audizione, eventualmente, per perfezionare alcune risposte.
  Anzitutto, voglio dire che, rispetto alla questione del 49-bis, c’è un tema legato a un ragionamento che la Commissione europea ci ha posto rispetto alla coesistenza delle 49-bis con la legge n. 4 del 2011, in particolare l'articolo 4. Secondo la Commissione, questa coesistenza crea oggettivamente una confusione sul versante del consumatore che va dipanata. Non a caso, la Commissione chiede all'Italia cosa intenda fare per chiarire questo potenziale contrasto nell'efficacia delle due norme.
  Posso dire che, ovviamente, capiamo la necessità di intervenire. Quest'intervento, però, va costruito per bene, coordinando tutte le leve dell'amministrazione. Da questo punto di vista, dico qui che venerdì, tra due giorni, presso il Dipartimento delle politiche europee si terrà una riunione proprio per riprendere l'argomento e per provare a costruire un punto utile di soluzione che risponda al tema della Commissione e che ci faccia fare un passo in avanti.
  Per quel che riguarda, per flash, il tema strategico TTIP, sto alla sensibilità e alle parole che il neo commissario Phil Hogan ha pronunciato in maniera molto chiara in sede di sua presentazione, presso la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, quando lui stesso ha dichiarato che dentro i confronti e le trattative dell'accordo non è pensabile che l'Europa abbassi la soglia della qualità per chiudere, appunto, intese al ribasso.
  Ha sottolineato in maniera molto evidente e molto chiara la necessità di costruire punti d'intesa che preservino e sviluppino la strumentazione che l'Europa tutta ha sul versante della promozione della qualità agroalimentare europea. Credo che noi, tanto più l'Italia, dobbiamo sostenere e accompagnare questo sforzo.
  Vuol dire, per me, riconoscere che il TTIP può essere un'occasione. Basta vedere i numeri potenziali di sbocco del mercato statunitense per capire perché Pag. 17fuori dall'orbita europea, dai mercati europei quello sia un grandissimo mercato ancora potenziale, in particolare per l'agroalimentare italiano. Bisogna, quindi, vederne le chance e le occasioni, naturalmente sapendo che questo confronto va giocato alla stessa altezza, trattando e mantenendo i presìdi fondamentali di qualità e di promozione delle qualità.
  Sappiamo tutti che il confronto vero è il riconoscimento delle indicazioni geografiche o meno. Io sono per fare in modo che l'Europa tutta assuma questa sfida e le parole del neo commissario per me sono molto importanti da questo punto di vista. Che i dossier agricoli siano cruciali nella discussione, cosa non scontata, anche per debolezza dell'Unione europea o per scelta fino a qui dell'Unione europea, l'aver deciso di trattarne alcuni e aver lasciato quelli agricoli per ultimi, se da una parte rivela la delicatezza delle tematiche in discussione, dall'altra rivela anche, secondo me, una debolezza nella discussione europea del riconoscimento alla centralità di questo fronte.
  Bisogna, quindi, monitorare, avere la massima informazione possibile. Dico qui alla Commissione che la Presidenza italiana si è fatta carico, nell'ultimo Consiglio agricolo di Lussemburgo, di sviluppare un punto di discussione con tutti i colleghi, che ha consentito al commissario, in questo caso l'uscente Ciolos, di dar conto di tutte le trattative aperte dall'Unione europea verso questi accordi e di fare un primo ragionamento mai sviluppato in sede di Consiglio agricolo europeo dal commissario competente rispetto allo stato di avanzamento di questi accordi.
  Non abbiamo avuto grandi informazioni nuove, ma per la prima volta abbiamo sancito il fatto che un commissario, anche se la competenza stretta e diretta del dossier non è sua, come è noto, rendiconti dei pilastri fondamentali dei confronti maturati fin qui. Mi rendo conto che può anche voler dire poco, ma stiamo lavorando per ampliare gli strumenti di informazione di tutti gli elementi della trattativa e della discussione. Abbiamo sempre chiesto alla Commissione di dotare anche il Consiglio della possibilità di capire dove si orienti questo tipo di confronto. Sono per tenere molto monitorata la questione, ovviamente non sottovalutarne i rischi, ma vederne appunto anche le opportunità.
  Per quel che riguarda il tema dell'embargo russo che è stato sollevato, posso dire che abbiamo lavorato dai primi di agosto per misure e interventi con gli strumenti che la PAC ci consente, che accompagnassero appunto le imprese agricole, soprattutto le filiere più esposte, in un passaggio molto delicato. Credo che alcuni di questi strumenti si riveleranno per le imprese utili; altri, obiettivamente, molto meno. Questa vicenda fa trasparire in maniera evidente come la strumentazione dell'attuale PAC per la gestione dei rischi e delle crisi sia oggettivamente non adeguata, perché ha tempi di reazione e modalità d'intervento secondo me ancora inadeguati e insufficienti.
  Su questo devo dire che si è aperta una riflessione non banale in sede di Consiglio europeo. Credo e spero di riuscire a portare, prima della fine della Presidenza italiana, quindi prima della fine di dicembre, a un avanzamento concreto sul versante di qualche innovazione degli strumenti di gestione di questi passaggi.
  Anche a questo proposito le parole del neo commissario sono importanti. Anche lui ha riconosciuto che questi strumenti spesso non reggono alla necessità dell'impresa agricola che si trova di fronte al problema. Penso che il nostro mestiere, in una Presidenza di transizione come questa, sia proprio quello di preparare il terreno al commissario entrante per poi sviluppare con il Consiglio e il Parlamento un lavoro.
  Sul Corpo forestale dello Stato sapete tutti quale tipo di discussione si sia aperta. Continuo a pensare che sia impossibile e, comunque, non sarei d'accordo e non è oggettivamente nell'interesse di nessuno – nessuno lo sta pensando – immaginare la soppressione delle funzioni che quotidianamente il Corpo forestale dello Stato sviluppa e istruisce sul versante ambientale e agroalimentare. Come sapete, si è Pag. 18aperta una riflessione rispetto a come si riorganizzi questo servizio, l'operatività su tutto questo fronte.
  Personalmente, credo che le proposte che abbiamo profilato fin qui, innanzitutto sul versante della riorganizzazione del Corpo in relazione alle polizie provinciali e a quelle forestali regionali, che passano nell'immaginario dell'opinione pubblica come Corpo forestale dello Stato ma non lo sono, come è noto, siano un primo step di grande interesse che potrebbe rispondere a un tema di riorganizzazione efficiente del servizio.
  Non mi nascondo che la discussione è più ampia. Ho detto e ripeto anche qui che sono per accettare la sfida del cambiamento, e quindi discuto volentieri di tutti gli scenari, purché sia preservato, rilanciato e garantito il patrimonio di funzioni operative di presidio e controllo ambientale e agroalimentare che oggi abbiamo. Se si abbassano gli standard, non va mica bene. Se gli standard si preservano e, potenzialmente, si sviluppano, io discuto, perché penso che sia giusto farlo.
  Questo è il mio atteggiamento laico, che oggi mi porta a dire anche che sul tavolo dobbiamo avanzare una serie di proposte, come stiamo facendo, e verificare nel merito anche i punti di equilibrio che si possono trovare, con la consapevolezza che nessuno di noi può immaginare che l'Italia si privi di un sistema, di un soggetto forte, di polizia ambientale e agroalimentare che sviluppi e potenzi il lavoro che c’è da fare lungo tutto lo stivale su questo fronte.
  Avete visto i numeri, sapete bene cosa faccia il Corpo forestale per i territori. Se si tratta di riorganizzare e potenziare, non mi sottrarrò, perché penso che sia anche nell'interesse del patrimonio di professionalità che il Corpo esprime. Non accetterei una logica a deprimere e, in qualche modo, a sminuire il ruolo di quest'attività per noi cruciale.
  Sul segno distintivo, rispondo che l'abbiamo pensato, animato, ragionato, come credo ci sia stata già occasione di dire, guardando ad alcune esperienze europee che ci interessava utilizzare per provare anche in Italia a sperimentare un'operazione di coordinamento sulla promozione di identificazione delle esperienze di qualità agroalimentare italiane.
  Sapete che abbiamo studiato molto il modello bon appétit che la Francia ha sviluppato in questi anni. Non si tratta, per mio conto, di un marchio che va a finire sul prodotto, ma di un'operazione che deve aiutarci a sviluppare attività di promozione coordinata sotto un'unica simbologia con strumenti che possono diversificarsi, dalla campagna di comunicazione ad altri. Abbiamo come primo riferimento fondamentale proprio la nostra Champions League, le DOP, le IGP e i prodotti di qualità agroalimentare.
  Non è un caso che gli input più interessanti e i messaggi più importanti che abbiamo ricevuto a profilare questo progetto siano arrivati proprio dalle DOP e dai consorzi. Sono loro che ci hanno chiesto di provare a tematizzare questo strumento. Non ce lo siamo inventati a caso. So che questo Paese ha già sperimentato negli anni alcuni tentativi, spesso anche non riusciti, per cui sono consapevole che bisogna maneggiare con cura, ma onestamente e di fronte a un dibattito anche pubblico che chiede di fare qualcosa. Si chiede, infatti, perché non facciamo nulla verso Expo, perché non proviamo a sperimentare, a mettere in campo qualche iniziativa che possa consentirci di sperimentare, appunto, qualche intervento.
  Noi abbiamo immaginato di provarci. Naturalmente, il progetto non ha la pretesa di essere risolutivo, ma penso che, per come l'abbiamo impostato fin qui, vada nel senso giusto, pronti – ripeto – anche a discutere di come si possa fare meglio. Avendo, però, analizzato anche un po’ le possibilità che avevamo e, obiettivamente, i tempi e l'operatività che possiamo mettere in campo da qui all'Expo, penso che questa sperimentazione possa interessare, ma nella logica di sperimentare e poi a un certo punto fermarsi e capire se abbia funzionato, come, evidenziando quali limiti.Pag. 19
  Mi rendo perfettamente conto che è una sperimentazione e non ho in assoluto la pretesa di dire che già oggi sarà la rivoluzione. Vorrei, però, rispondere positivamente ai tanti che ci hanno chiesto di provare a mettere in campo un'iniziativa da questo punto di vista.
  L'ho già fatta troppo lunga. Voglio dire in ultimo che vi ringrazio della disponibilità e che, ovviamente, sono disponibile per ulteriori approfondimenti. Dirò solo l'ultima battuta: noi siamo per andare avanti spediti per attività che possiamo direttamente mettere in campo sul versante dell'etichettatura.
  Sapete che l'iniziativa del 7 novembre per me è molto importante, perché apre anche formalmente il passaggio che aspettavamo da tempo e che siamo riusciti a mettere a punto. Penso anche di dover dire in questa sede che non mi pare un fatto banale che l'Italia sia riuscita in queste settimane, anche per il lavoro che abbiamo tutti espresso, a fare in modo che la Commissione europea aprisse la procedura di infrazione verso quella proposta di etichettatura a semaforo inglese, che tanto, giustamente, aveva allertato soprattutto il sistema agroalimentare italiano. Penso che sia stata oggettivamente una battaglia ben condotta, con ragioni che poi la Commissione ha recepito.
  Credo che ci sia tanta carne al fuoco, ma anche la nostra caparbietà e la nostra tenacia ad andare avanti. In questo senso, il rapporto di lavoro con il Parlamento rimane, ovviamente, essenziale.

  PRESIDENTE. Rinnovo il ringraziamento vivissimo e un particolare apprezzamento al ministro per tutto quello che ci ha detto oggi, con contributi notevoli. Su molte cose dovremo lavorare come Commissione. Varie piste, vari elementi evocati oggi saranno oggetto, da parte nostra, di specifici approfondimenti. Sappiamo, anche perché il ministro ce lo ha confermato, che avremo la disponibilità sua personale e dell'amministrazione tutta se vorremo tornare a livello anche di consultazione informale su alcune specifiche questioni.
  Dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 16.15.

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ALLEGATO

DOCUMENTAZIONE PRESENTATA DAL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

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