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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Martedì 11 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Porta Fabio , Presidente ... 3 

Audizione del Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro, sulle politiche relative agli italiani all'estero e sulle questioni relative alla diffusione della cultura e della lingua italiana all'estero (Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento):
Porta Fabio , Presidente ... 3 
Giro Mario , Sottosegretario di Stato agli affari esteri ... 4 
Porta Fabio , Presidente ... 6 
Garavini Laura (PD)  ... 6 
Fedi Marco (PD)  ... 7 
Amendola Vincenzo (PD)  ... 8 
Porta Fabio , Presidente ... 9 
Giro Mario , Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale ... 10 
Porta Fabio , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia: (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FABIO PORTA

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro, sulle politiche relative agli italiani all'estero e sulle questioni relative alla diffusione della cultura e della lingua italiana all'estero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro, sulle politiche relative agli italiani all'estero e sulle questioni relative alla diffusione della cultura e della lingua italiana all'estero.
  Nel salutare il Sottosegretario Giro e i suoi collaboratori del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il ministro Giungi e il consigliere Cavalieri, vorrei evidenziare che questa è la prima audizione del Sottosegretario presso il Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera dei deputati. Ci fa, quindi, molto piacere avere questa opportunità e speriamo che il tempo a nostra disposizione ci consenta di parlare delle questioni di cui si occupa questo Comitato e sulle quali il Sottosegretario detiene importanti deleghe.
  Questa audizione è stata voluta perché ci troviamo in un frangente di grande interesse per via di due argomenti che impattano direttamente sulla vita delle nostre collettività all'estero.
  Da un lato, nel corso dell'esame della legge di stabilità sono emerse alcune problematiche su cui la Commissione affari esteri, della quale questo Comitato è parte integrante, ha già espresso un parere e presentato diversi emendamenti, che sono stati approvati e trasmessi alla Commissione bilancio. Mi riferisco a tematiche quali l'internazionalizzazione, la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, l'assistenza sanitaria agli italiani all'estero, il Museo dell'emigrazione e l'Istituto Italo-Latino Americano (IILA).
  Mi sembra anche importante ricordare che il parere di questa Commissione sul disegno di legge di stabilità evidenzia una preoccupazione relativa alla situazione degli istituti di patronato che, se non si riuscisse a modificare la legge, rischierebbero di essere profondamente ridimensionati, se non proprio eliminati, soprattutto nella loro presenza all'estero, così importante per i nostri connazionali nel momento in cui si sta procedendo alla razionalizzazione e riduzione della rete consolare e a fronte di una nuova emigrazione, che esige un aumento dei servizi e non la loro riduzione.
  Il parere favorevole espresso dalla Commissione affari esteri sul disegno di legge di stabilità ha altresì evidenziato l'esigenza che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale svolga accurate attività di controllo e valutazioni di fattibilità in vista delle prossime consultazioni elettorali dei Comitati degli italiani residenti all'estero (Comites).Pag. 4
  Come i miei colleghi e il Sottosegretario Giro sanno bene, sin dal primo momento abbiamo visto con grande favore la decisione dell'allora Ministro Mogherini di procedere speditamente, dopo cinque anni di proroghe e sospensioni, al rinnovo degli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero.
  Abbiamo visto con favore anche la conferma del voto per corrispondenza e l'introduzione di un nuovo meccanismo che, attraverso l'iscrizione in apposite liste elettorali, consentirà agli italiani all'estero di partecipare a questo processo elettorale con una migliore organizzazione, un maggiore controllo e un senso complessivo di grande responsabilità. Abbiamo a questo proposito evidenziato la necessità di un grande sforzo di informazione, a partire dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Avevamo anche chiesto una verifica sui tempi necessari all'implementazione del nuovo sistema. All'inizio il Governo ci disse che non era possibile estendere i tempi. Apprendiamo invece che, anche a seguito del parere espresso in Commissione affari esteri e della verifica richiesta al Ministero, il Consiglio dei ministri avrebbe preso atto del numero di iscrizioni già effettuate – il Sottosegretario ci aggiornerà – e avrebbe già orientato l'Amministrazione nel senso di una proroga.
  Noi avremmo preferito che questo fosse avvenuto con minore ritardo, visto che la macchina era già in moto, ma vogliamo cogliere la sollecitudine del Governo come un invito e uno sforzo a favorire la maggiore e migliore partecipazione possibile a tutti livelli.
  Questo però ci induce – credo lo faranno i miei colleghi attraverso le domande che seguiranno all'intervento del Sottosegretario Giro – a chiedere una serie di informazioni suppletive al Governo rispetto alle modalità di questa proroga, a ciò che succederà a chi, con molto senso di responsabilità, ha già presentato liste e ha già organizzato la partecipazione nei Comites.
  Allo stesso modo, visto che alcuni nostri colleghi hanno presentato risoluzioni in tal senso, vorremmo conoscere dal Sottosegretario l'orientamento del Governo anche sulla questione relativa ai Comites che rischiano di non essere organizzati per mancata presentazione delle liste.
  Alla luce della decisione del Consiglio dei Ministri di ieri sera, do la parola al Sottosegretario Giro affinché svolga la sua relazione.

  MARIO GIRO, Sottosegretario di Stato agli affari esteri. Grazie, presidente. Scorro rapidamente le altre questioni per poi passare ai Comites.
  Come sapete, la rete degli istituti di cultura al 1o gennaio 2015 conterà ottantatré istituti, dopo le sei chiusure decise con la spending review nel 2014, a cui si aggiunge l'istituto di Baghdad che non è operativo.
  Il capitolo di bilancio destinato agli istituti disponeva nel 2007 di una dotazione di 18,4 milioni di euro, ridotta a 14,1 milioni di euro nel 2010 e a 12,5 milioni di euro nel 2014, con una perdita del 32 per cento. L'attuale disegno di legge di stabilità prevede per il 2015 uno stanziamento iniziale di 12,7 milioni di euro, ipotesi comunque migliorativa rispetto alla prima ipotesi di stanziamento formalizzata dal Ministero dell'economia e delle finanze nel luglio scorso, che era di 11,2 milioni di euro. In base alle ultime informazioni, gli stanziamenti tra il 2015 e il 2017 indicati nel disegno di legge di bilancio sarebbero da intendersi al netto degli accantonamenti.
  Abbiamo un problema noto di risorse umane. Non è solo una questione di risorse finanziarie. La legge, infatti, prevede che presso gli istituti presti servizio una categoria specializzata di funzionari, che sono quelli dell'Area Promozione Culturale, i cosiddetti APC, e gli organici, fissati venticinque anni fa in duecentocinquanta unità, sono stati ridotti ora a otto dirigenti e centoquarantuno funzionari.
  Per quanto riguarda i servizi agli italiani all'estero e gli aspetti più direttamente legati alla ristrutturazione e al riordino della rete consolare, posso citare Pag. 5le varie iniziative che sono state messe in campo per ovviare a tale circostanza. Mi riferisco al funzionario itinerante; all'estensione progressiva ai consolati onorari della facoltà di captare i dati biometrici per emettere il passaporto, così come ai corrispondenti consolari per quanto riguarda le carte d'identità; l'utilizzo sempre più esteso della posta elettronica certificata; la creazione di portali dedicati sui siti web; i progetti di accoglienza rivolti soprattutto ai nuovi emigranti, come il progetto «Primo approdo» di Londra e altri simili a Melbourne, Buenos Aires, Parigi, Perth e in Germania, miranti a fornire orientamento ai nostri giovani; l'apertura di sportelli consolari in alcuni casi i cui si chiudono i consolati; l'organizzazione di seminari formativi e il rafforzamento del rapporto di collaborazione con gli enti istituzionali rappresentativi della collettività italiana.
  Vengo quindi ai Comites. Ovviamente sulle questioni che ho citato così rapidamente potrete fare tutte le domande che riterrete opportune. Come sapete, le elezioni per rinnovare i Comitati italiani all'estero eletti nel 2004 – dieci anni fa ormai –, che secondo la legge si sarebbero dovute tenere nel 2009, sono state rinviate due volte: la prima volta nel 2010 e poi nel 2012, soprattutto in un'ottica di riduzione della spesa. Nel 2012 è stato disposto un ulteriore rinvio, stabilendo che si tenessero entro la fine del 2014 e demandando a un successivo regolamento interministeriale la definizione delle modalità di votazione e di scrutinio.
  Inizialmente era stato previsto l'utilizzo della tecnologia informatica. Esaminando la bozza di regolamento attuativo della nuova modalità di voto per le elezioni dei Comites, le Commissioni parlamentari hanno espresso nel merito alcune osservazioni e condizioni, che hanno inevitabilmente dilatato i già lunghi tempi imposti dalla complessità della procedura e dagli studi per gli applicativi informatici necessari a consentire il voto.
  Per contemperare l'esigenza di rispettare comunque la scadenza del 2014 – e sottolineo il comunque: questo Governo ha deciso di non rinviare oltre perché dieci anni senza rappresentatività erano troppi per le nostre collettività all'estero –, l'articolo 10 del decreto legge n. 109 del 2014 ha quindi disposto che, fino alla data di entrata in vigore del regolamento previsto, le elezioni si svolgano con modalità di votazione per corrispondenza, recependo le indicazioni delle Commissioni.
  Si torna al voto per corrispondenza, ma per la prima volta in Italia è stata introdotta una nuova modalità, quella che in gergo viene chiamata «inversione dell'opzione». Come voi sapete meglio di me, questo significa che gli elettori che intendono partecipare alle elezioni devono iscriversi in un'apposita lista elettorale per poter ricevere a casa la scheda elettorale. È un primo test perché in questo senso si muoverà anche la riforma elettorale.
  Fin dalla presentazione del decreto legge n. 109 del 2014 lo scorso agosto, gli uffici diplomatico-consolari hanno reso noto l'intendimento del Governo di rispettare la scadenza per la tenuta delle elezioni, con la previsione dell'invio del plico ai soli elettori che manifestassero la volontà di essere inclusi nell'elenco.
  A tal fine le sedi interessate si sono dapprima avvalse di ogni mezzo di comunicazione senza oneri per l'erario, dagli avvisi affissi negli uffici e pubblicati sui rispettivi siti internet ai social media, alle trasmissioni telefoniche e quant'altro. In seguito, dallo scorso ottobre hanno proceduto all'invio di una lettera informativa a tutti i nuclei familiari in cui risiedesse almeno un cittadino maggiorenne, il che significa quasi tre milioni di lettere. Questa era stata un'altra richiesta espressa dalle Commissioni parlamentari.
  Le elezioni dei 108 Comites sono state quindi indette, su autorizzazione dell'allora onorevole Ministro Federica Mogherini, dai 97 uffici diplomatico-consolari. Il 19 settembre scorso, dopo l'indizione, è iniziata, per la prima volta nella nostra Repubblica, la procedura di iscrizione alla lista, con termine inizialmente previsto per le operazioni di voto al 19 dicembre e termine inizialmente previsto per l'iscrizione alla lista al 19 novembre.Pag. 6
  A quindici giorni dalla scadenza di tale termine risultavano aver effettuato la cosiddetta opzione, cioè l'iscrizione individuale e specifica all'apposita lista come manifestazione della volontà di votare e di ricevere la scheda elettorale, poco più di 60.000 elettori, corrispondenti a circa il 2 per cento degli aventi diritto.
  L'introduzione dell'opzione costituisce un esperimento innovativo, che si vorrebbe mutuare anche per il voto all'estero in occasione di elezioni politiche e referendum, permettendo così di arginare in maniera significativa alcune delle criticità della legge elettorale cosiddetta «legge Tremaglia». Come sappiamo, nelle elezioni passate sono piovute critiche per le insufficienti garanzie di personalità, segretezza del voto, costi sproporzionati eccetera.
  Il numero limitato delle opzioni – come è stato fatto notare dal presidente di questo Comitato giovedì scorso – rischiava di ingenerare una limitazione del diritto di voto e dubbi non solo sulla rappresentatività dei Comites ma anche sulla percorribilità nel futuro del sistema stesso dell'opzione. Un eventuale prolungamento dei termini, quindi, è stato preso in considerazione, anche alla luce delle sottolineature che ci sono pervenute dai Comitati, dalle Commissioni e dagli stessi eletti all'estero.
  Ieri sera, dopo aver espletato tutte le verifiche del caso con gli uffici, il Consiglio dei ministri ha rinviato le elezioni al 17 aprile, con termine per l'iscrizione nelle liste elettorali il 18 marzo. Questo decreto permetterà di avere quattro mesi in più per l'inversione dell'opzione, così da permettere a più aventi diritto di iscriversi e di allargare la platea dei votanti. Rimane ferma la volontà del Governo, attraverso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e la sua rete consolare, di continuare a informare, fino alla scadenza, tutti gli aventi diritto delle nostre collettività all'estero affinché partecipino in maggior numero a questa sperimentazione dell'inversione dell'opzione nelle elezioni dei Comites.
  Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario e do la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA GARAVINI. Sottosegretario, quali sono le motivazioni che oggi inducono il Governo a rinviare le elezioni di un paio di mesi, dopo che per mesi avevamo chiesto che questo avvenisse per favorire la partecipazione ? Come mai oggi diventa possibile ciò che non lo era alcuni mesi fa ?
  Quali sono i motivi che il Governo ritiene possano essere alla base di questa bassa partecipazione alla pre-registrazione ? Cosa intende fare il Governo per aumentarla, se ritiene che ci siano gli elementi per avere, tra tre mesi, una partecipazione più massiccia ?
  È decisamente preoccupante che si siano raggiunti livelli di pre-registrazione così bassi, se si pensa che soltanto un anno fa – il contesto è naturalmente molto diverso – alle elezioni politiche si era giunti a una partecipazione al voto superiore al 30 per cento. Quali, dunque, si ritiene che siano le ragioni ?
  Poiché presumiamo che le risorse già stanziate dal Governo per la tenuta delle elezioni – almeno facendo riferimento alle informazioni che il Governo ci aveva sempre obiettato nel momento in cui noi stessi avanzavamo l'ipotesi della tenuta delle elezioni a marzo o ad aprile – non verranno utilizzate per il rinnovo che si terrà l'anno prossimo ? È ipotizzabile che queste risorse in più possano coprire una serie di questioni che abbiamo posto in merito alla legge di stabilità ?
  Insieme ai colleghi eletti all'estero, in particolare quelli del Partito Democratico, nell'ultima seduta della Commissione affari esteri, al cui ordine del giorno era la legge di stabilità, ci siamo resi protagonisti di una serie di emendamenti e abbiamo espresso grande preoccupazione per il fatto che il taglio del 3 per cento al capitolo di bilancio della Farnesina penalizza ancora una volta sia la promozione della lingua e cultura italiana all'estero sia l'internazionalizzazione sia l'assistenza sia Pag. 7l'editoria per gli italiani all'estero – una serie di questioni che ci premono particolarmente – nonché il sostegno all'Istituto Italo-Latino Americano, citato dal presidente Porta nel suo intervento iniziale.
  Siamo particolarmente amareggiati per questi tagli, per i quali le risorse che potenzialmente si liberano dal rinvio della tornata elettorale dei Comites potrebbero essere preziosi. Il suo impegno in tal senso, signor Sottosegretario, sarebbe particolarmente gradito.
  Concretamente queste risorse potrebbero essere utilizzate per evitare i tagli previsti, in particolare in relazione alle questioni degli italiani all'estero e soprattutto alla promozione della lingua e cultura italiana. Sottosegretario, non ho bisogno di ricordarle che Lei stesso, come autorevole esponente del Governo, si è reso promotore poche settimane fa degli stati generali della lingua e cultura italiana all'estero, da cui è partita all'unisono, come Lei sa bene, la richiesta di fare della promozione della lingua e cultura italiana una priorità strategica del Paese.
  Ancora una volta l'invito è a far sì che queste risorse possano essere il veicolo per il recepimento degli emendamenti che la Commissione affari esteri ha approvato la settimana scorsa, ma che in sede di analisi in Commissione bilancio sono ancora appesi a un enorme punto interrogativo.

  MARCO FEDI. Non ho esitazione alcuna a riconoscere, come credo abbia già fatto il gruppo parlamentare del Partito Democratico nel corso dei lavori delle Commissioni – e giustamente il Sottosegretario ricordava alcune delle proposte nate proprio dal dibattito in Commissione affari esteri relativamente sia all'opzione sia all'invio del plico agli elettori –, l'impegno parlamentare a sostenere un Governo che ha adottato un approccio diverso da quello dei Governi precedenti, i quali invece non hanno fatto altro che prorogare, impegnandosi poco sul fronte delle riforme.
  C’è stato un tentativo di riforma della rappresentanza, ma per alcuni era ampiamente insoddisfacente perché non modificava in nulla sia la parte elettorale, quella più impegnativa e che si presta ai maggiori rischi per quanto riguarda la partecipazione, sia il profilo dei compiti e della composizione degli organismi di rappresentanza.
  Per questo, come hanno fatto altri colleghi, pongo immediatamente all'attenzione del Governo il tema della riforma degli organismi di rappresentanza. Mi rendo conto che non era possibile presentare una proposta di riforma ragionata e seria senza procedere al rinnovo dei Comitati, bloccati sostanzialmente da dieci anni anche se il mandato è scaduto nel 2009.
  Credo che abbiamo una responsabilità sui Comites e condivido la preoccupazione del Governo per la scarsa adesione all'inversione dell'opzione, che è la novità introdotta in questa tornata elettorale. I tempi di iscrizione sono stati tecnicamente molto brevi. Lo dobbiamo dire anche a beneficio di chi ci ascolta e dell'opinione pubblica. Il risultato non è preoccupante e deludente a fronte di un lasso di tempo ragionevole. Dall'invio del plico, che rappresenta il momento in cui siamo certi che alle famiglie sia arrivata la comunicazione della nuova modalità di iscrizione, è passato solo un mese.
  È quindi ragionevole pensare che una dilazione dei tempi possa consentire la partecipazione. Meno ragionevole sarebbe – è una mia opinione e possiamo discuterne – riaprire i termini di tutta la partita elettorale perché ciò creerebbe un clima di sfiducia e rischieremmo di scontentare tutti coloro che hanno già presentato liste, hanno lavorato e si sono impegnati. Credo che questo sia preventivamente da escludere ma, come ripeto, è una mia opinione.
  L'aspetto che forse potrebbe essere discusso è, invece, quello dei Comitati nei quali non è stata presentata alcuna lista, ma è stato fatto un tentativo serio. Faccio l'esempio di tre liste che abbiano raccolto ciascuna 80 iscrizioni e siano, quindi, tutte e tre al di sotto della soglia per essere ammesse al confronto elettorale. In questi Pag. 8casi non so se sia tecnicamente possibile pensare a una soluzione che non modifichi la legge e non comprometta il dato politico, che è quello di confermare l'assetto attuale.
  Credo che questo confronto debba essere molto sereno. Non ritengo ci siano responsabilità, se non quella di aver introdotto un sistema nuovo e innovativo, cosa di cui dobbiamo prendere atto. Rimane il quesito che ha giustamente posto la collega Garavini. Non si tratta di un attacco o di una critica al Governo, ma di un quesito politico. Sapevamo che il rischio c'era. Era ampiamente calcolato, ma forse avremmo potuto evitare questa fase in cui rischiamo di duplicare anche i costi.
  Io spero che non sia così, ma è qualcosa su cui il Governo deve darci ampie assicurazioni perché non sappiamo quanto sia già stato speso della dotazione di bilancio e quanto verrà speso successivamente. Occorre quindi evitare la duplicazione dei costi e garantire che per la parte conclusiva del processo, che slitta ad aprile, lo stanziamento sia adeguato.
  Chiudo sui Comites per aprire invece un capitolo serio, che riguarda tutti noi. Il Sottosegretario Giro ha ricordato alcuni progetti interessanti in varie parti del mondo che mirano ad accogliere i nostri connazionali che si muovono sia in una logica di mobilità professionale sia in una logica di vera e propria fuga dall'Italia, fenomeno che sta riguardando molte parti del mondo, compresa la lontana Australia.
  Temo che non sia sufficiente avere punti di accoglienza, che a seconda dei progetti – opportunamente sono stati citati Melbourne e Londra – può essere informatica o vera e propria assistenza. Credo che debba aprirsi una fase di ulteriore approfondimento da parte nostra su una serie di aspetti che riguardano le nuove tutele. Non mi riferisco alle tutele tradizionali che negli anni abbiamo trasferito alla competenza dei patronati.
  A proposito dei patronati, quello che tutti dovremmo dire è che all'estero c’è stata una sostituzione. I patronati, infatti, svolgono il ruolo che storicamente e tecnicamente competerebbe alla rete consolare perché da molti anni i nostri consolati non hanno più personale che si occupa di previdenza. Tutta la partita è stata trasferita e delegata al ruolo sostitutivo dei patronati.
  Nonostante le attuali dotazioni di personale e una formazione che negli anni immagino che sia stata in parte trascurata, la nostra rete diplomatico-consolare nel mondo ha una serie di competenze nuove. È stato citato l'esempio delle carte di identità, ma voi avete fatto accordi anche con il Touring Club. Ci sono l'internazionalizzazione e una serie di aspetti e di nuove competenze che vi sovraccaricano di lavoro e che il personale non è in grado di soddisfare.
  Rischiamo di dimenticarci dell'aspetto più importante per i servizi della nostra rete consolare nel mondo, cioè le nuove tutele per le nuove professionalità. Affiancherei questo aspetto a quelli tradizionali delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, sulle quali la discussione dovrebbe essere ripresa con una certa determinazione, senza rinunciare al tema delle risorse.
  Non vorrei che si togliesse troppo dalla Tabella A, cosa che puntualmente avviene in ogni discussione sulla legge di stabilità, per poi lamentarsi contestualmente del fatto di non riuscire a ratificare convenzioni molto importanti.
  L'ultima questione riguarda la riforma della promozione della lingua e cultura italiana nel mondo. Noi siamo disponibili a fermare la riduzione delle risorse, e lo faremo in sede parlamentare con vari emendamenti, ma è inevitabile che Parlamento e Governo insieme affrontino il tema della riforma.
  Credo che continuiamo ad avere molti rivoli attraverso i quali le nostre risorse si disperdono, senza che riusciamo a massimizzare i risultati.

  VINCENZO AMENDOLA. Ho poco da aggiungere rispetto agli interventi che mi hanno preceduto. Vi sono alcune questioni che è bene chiarire per il prosieguo.
  Io credo che in questi formati istituzionali sia sempre necessario discutere Pag. 9non solo delle decisioni, ma discutere anche delle analisi e delle valutazioni che ci portano alle decisioni, evitando che le sedi formali vengano sostituite da sedi informali. Credo quindi che questo Comitato debba avere un valore, anche per quello che sarà il prosieguo pragmatico di tutta la partita.
  Il primo punto sono le risorse. Come dicevano i colleghi, potrebbero servire a verificare nel prossimo anno, nell'organizzazione dei Comites, come funziona la macchina, quali sono i problemi che persistono, perché si arriva a una mobilitazione così bassa. Bisognerebbe, cioè, cercare di utilizzare le sedi istituzionali per valutare prontamente i possibili problemi, avendo più tempo e cercando di guardare, non con calma ma con razionalità ed efficacia, a quel che succede. Alcuni allarmi erano stati lanciati proprio in occasione della conversione del decreto legge che parlava dello svolgimento delle elezioni.
  Mi augurerei che altri colleghi, che in quella sede erano stati molto attivi, «resuscitassero» in questo periodo e venissero a discutere con noi membri del Partito Democratico.
  Il secondo punto su cui anch'io insisto è che, essendo questa una proroga del termine delle elezioni, si faccia salvo il lavoro fatto. Sarebbe abbastanza contraddittorio compiere una scelta, che il Ministro e il Sottosegretario hanno introdotto con una logica politica, senza includere le liste presentate. Credo anche che questa sia la norma di legge. Diversamente non sarebbe solo uno spostamento dei termini. Sarebbe una riapertura generale, cosa molto più complicata.
  La terza questione che vorrei sottolineare – e so di attirare l'attenzione del Sottosegretario e del Ministro – riguarda il fatto che la Commissione affari esteri ha presentato e approvato alcuni emendamenti alla legge di stabilità che vanno a rafforzare il lavoro che ci siamo prefissati.
  Nei passaggi confusi e confusionari che sempre caratterizzano il rapporto tra Governo e Parlamento nell'ambito delle procedure della legge di stabilità, suggerirei massima attenzione a quegli emendamenti perché vanno in un senso migliorativo e non nel senso di una rivendicazione fine a se stessa.

  PRESIDENTE. Ringrazio i colleghi. Prima di dare la parola al Sottosegretario per la replica vorrei rilanciare le due ultime affermazioni del nostro capogruppo in Commissione affari esteri.
  In primo luogo, questo Comitato conferma la propria disponibilità – e anche a me dispiace che i colleghi di altri gruppi non siano presenti oggi – a seguire innanzitutto la delicata partita delle elezioni dei Comites e poi tutto il comparto di nostra competenza, in stretto raccordo con il Governo e in particolare con il Sottosegretario Mario Giro.
  In secondo luogo, mi fa piacere che siano state dette parole chiare e probabilmente altre ne verranno dalle conclusioni del Sottosegretario. Mi fa anche piacere che questo Comitato si sia riunito proprio a ridosso dell'importante decisione che il Consiglio dei ministri ha preso ieri perché serve a fare un po’ di chiarezza a beneficio dei nostri connazionali all'estero.
  Questi, se da un lato riceveranno con una certa soddisfazione la decisione di concedere loro più tempo per l'iscrizione elettorale, dall'altro, con riferimento al grande sforzo che è stato compiuto per la presentazione delle liste, potrebbero avere la sensazione di un ulteriore spostamento dei termini e di uno scarso rispetto per tale sforzo.
  Noi dobbiamo tranquillizzare tutti – e su questo chiedo al Sottosegretario di replicare – dicendo che non stiamo riorganizzando le elezioni. Le elezioni sono state già convocate e sono già in corso per quanto attiene alle attività di iscrizione elettorale. Si tratta soltanto di un ampliamento dei termini, con l'indicazione di una scadenza esatta e precisa.
  Rispetto a questo, abbiamo bisogno di certezze relativamente sia alle risorse già stanziate sia alla campagna informativa, che deve continuare per non creare un effetto distorsivo. Mi riferisco a quanto si sta già facendo e all'impegno delle reti Pag. 10RAI, non soltanto RAI Italia ma anche i canali in chiaro che trasmettono nel nostro Paese e in Europa. È importante che tutto ciò continui.
  Fatta questa considerazione, faccio mio anche quanto è stato detto sulle altre tematiche che non sto a citare.
  Do ora la parola al Sottosegretario Giro per la replica.

  MARIO GIRO, Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale. Ringrazio il presidente e gli onorevoli membri del Comitato che hanno voluto prendere la parola.
  Dico subito, presidente, che non stiamo riaprendo le elezioni. Con una battuta direi che il gioco non cambia: si va soltanto ai tempi supplementari. Io sono molto d'accordo con quello che ha detto l'onorevole Fedi perché mi sembra riassumere in maniera completa la situazione che stiamo affrontando. Noi, innanzitutto, non abbiamo voluto prorogare queste elezioni un'altra volta perché siamo convinti che, prima di fare una qualunque riforma del sistema di rappresentanza degli italiani all'estero, il Governo dovesse compiere il proprio dovere.
  Non si poteva fare quella che io ho sempre definito una «riforma a freddo». Come ha detto l'onorevole Fedi, solo con i nuovi Comites, che avranno una rappresentatività legittima, e includendo il Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), che come sapete è già stato riformato, saremo in grado di discutere della riforma di tutto il sistema.
  Noi, quindi, non riapriamo i termini di tutta la partita elettorale. Allunghiamo soltanto i termini per iscriversi nelle liste elettorali e presentare la richiesta di votare. Ciò è dovuto innanzitutto al fatto che si tratta di un'assoluta novità.
  Per quanto riguarda i Comites dove non è stata presentata alcuna lista, che l'onorevole Fedi sottolinea come fatto specifico, mi pare che i casi siano una ventina su oltre 170 liste. Stiamo riflettendo e, come giustamente ha detto l'onorevole Fedi, vedremo cosa fare senza compromettere l'assetto attuale, compreso quello legislativo.
  I costi non aumenteranno perché non possono aumentare. Continuerà la fase di pubblicità, che naturalmente sarà cambiata in funzione delle nuove date. Non sarà possibile, tuttavia, inviare un nuovo plico, come ci eravamo già detti.
  Prima di riprendere quello che ha detto l'onorevole Fedi su nuove tutele, patronati, Tabella A, riforma del sistema della promozione della lingua e della cultura, rispondo alle questioni poste dall'onorevole Garavini e dall'onorevole Amendola sempre a proposito dei Comites.
  Le motivazioni sono molto semplici. Sono i numeri. Abbiamo discusso tanto. Il rischio era in parte noto, ma i numeri sono altra cosa e ci hanno consigliato di dare più tempo per la partecipazione. Si chiedeva perché la partecipazione è bassa. Io direi innanzitutto che a distanza di dieci anni non ci si ricorda più che esistono i Comites. Questo è un primo motivo.
  Attraverso la nostra rete abbiamo ricevuto molte notizie sul fatto che, quando sono state indette le elezioni, molti nostri connazionali all'estero credevano che i Comites non esistessero più. Anche questo è un fatto molto concreto, però di esperienza.
  In secondo luogo, non farei il paragone con le elezioni politiche perché ce ne sono state tante e perché conosciamo l'atteggiamento degli italiani nei confronti delle elezioni politiche. I due termini non sono comparabili, così come non lo erano le percentuali di voto per i Comites nel 2004 e quelle delle elezioni politiche che si sono tenute dal 2004 a oggi.
  Per elevare la partecipazione il Governo rinvia la data delle elezioni in modo da permettere a più italiani residenti all'estero di iscriversi nelle liste elettorali.
  Per il trasferimento delle risorse avevamo già la soluzione. Una volta indette le elezioni, che fino al decreto di ieri sera si dovevano svolgere entro il 19 dicembre, è stata messa in moto una macchina. Questi soldi sono arrivati al Ministero e sono stati Pag. 11depositati nel capitolo 13.16, cioè il capitolo specifico per questa questione. I consolati hanno essi stessi la possibilità di trasferirli e quindi non c’è bisogno di niente. Queste risorse sono e restano esclusivamente per le elezioni dei Comites e non potranno essere utilizzati per altro.
  Come ha detto l'onorevole Amendola, si fa salvo il lavoro fatto. La macchina è in corsa. Si prolunga il tempo della corsa e forse si procederà in maniera meno affannata. Ciò ci darà la possibilità di vedere se tra quattro mesi sarà aumentato il tasso di partecipazione. Solo in quel momento, potendo ragionare sui numeri, cioè su dati chiari e definitivi, capiremo quali problemi emergono dal nostro attuale sistema di rappresentanza degli italiani all'estero e quale possibile riforma si potrà mettere in campo con i nuovi Comites e in base alla realtà.
  Per quanto riguarda l'altro aspetto – e vi ringrazio di averlo citato anche se siamo pressati dai Comites e dall'attualità –, cioè la riforma del sistema della promozione della cultura e lingua italiana all'estero, sapete quanto io sia legato a questo tema. Anche il Ministro Gentiloni me ne ha parlato con grande preoccupazione e con grande interesse.
  Abbiamo un sistema ancora molto ampio, su cui vorrei aprire una piccola parentesi. È vero che abbiamo una rete di ambasciate inferiore o uguale a quella di altri Paesi europei, ma abbiamo una rete consolare molto maggiore, attualmente in ristrutturazione, che ci deriva dalla nostra storia.
  Questa rete consolare, a cui si aggiungono gli istituti di cultura e tutte le altre entità, crea una grossa presenza italiana, ramificata nel mondo, che io vorrei proteggere. Sono d'accordo con l'onorevole Garavini quando dice che i tagli successivi sono drammatici. Abbiamo cercato di contenerli l'anno scorso e cercheremo di fare lo stesso quest'anno.
  Su questo abbiamo bisogno del vostro aiuto. Faccio qui riferimento anche a ciò che diceva l'onorevole Fedi a proposito della Tabella A. La Tabella A non è un pozzo senza fondo e non può essere il sistema che utilizziamo per riuscire a contenere i tagli. Ci vuole una battaglia molto forte ed è questo il senso delle iniziative che ho preso sul comparto culturale e linguistico per cercare di investire l'opinione pubblica e aiutare il Parlamento a trovare in essa una constituency.
  L'opinione pubblica, pressata dalla crisi, non è immediatamente propensa a pensare che occorra difendere la nostra rete di promozione all'estero rispetto ai drammi sociali che sta vivendo il nostro Paese al suo interno. Va spiegato a che cosa serve e io non faccio che ripetere che il nostro sistema di promozione della lingua e cultura all'estero è anche un sistema per la crescita. Basti pensare solo ai corsi di lingua e a quanto portino in termini di flussi turistici. Adesso cominciamo a calcolarlo e a renderci conto.
  In questo senso sono totalmente d'accordo con voi sul fatto che dobbiamo fare tutto il possibile per difendere gli emendamenti presentati, di cui vi ringrazio, anche in Commissione bilancio. È una questione che compete al Governo e compete al Parlamento.
  Infine, l'onorevole Fedi accennava ai patronati e al loro ruolo. È un discorso che dovremo fare insieme perché anche i patronati vengono tagliati dall'attuale legge di stabilità e in molti casi svolgono un lavoro sostitutivo, di cui li ringraziamo. Se il taglio avrà conseguenze sul loro lavoro, rifletteremo bene su cosa fare per le loro funzioni e attività all'estero.
  Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario Mario Giro e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.