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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Lunedì 17 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del presidente SOGIN, Giuseppe Zollino e dell'amministratore delegato, Riccardo Casale:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Zollino Giuseppe , Presidente SOGIN ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Casale Riccardo , Amministratore delegato SOGIN ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Casale Riccardo , Amministratore delegato SOGIN ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Casale Riccardo , Amministratore delegato SOGIN ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 9 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 9 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Puppato Laura  ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Casale Riccardo , Amministratore delegato SOGIN ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Casale Riccardo , Amministratore delegato SOGIN ... 14 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 15 
Casale Riccardo , Amministratore delegato SOGIN ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 20.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente SOGIN, Giuseppe Zollino, e dell'amministratore delegato, Riccardo Casale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente SOGIN, Giuseppe Zollino, e dell'amministratore delegato, Riccardo Casale, che ringrazio per la presenza.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Mi scuso, ma, purtroppo, i lavori non dipendono da noi e rimandare ancora l'audizione ci sembrava non necessario. Se ci sarà bisogno di ulteriori approfondimenti, ci aggiorneremo.
  Ricordo che l'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento sui rifiuti radioattivi. Abbiamo indicato i relatori deputati Dorina Bianchi e Stefano Vignaroli, che arriveranno.
  Cedo, dunque, la parola al presidente Zollino, che ci dirà come avranno intenzione di procedere. Noi siamo una Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Come sapete, avevamo già fatto nella scorsa legislatura un punto sulla ferma della gestione dei rifiuti radioattivi, che diventa sempre più cogente e interessante da tutti i punti di vista. Abbiamo ripreso in mano l'argomento anche perché delle cose sono cambiate. Ovviamente, ci interessa avere da voi il quadro della situazione. Eventualmente, potranno seguire delle domande da parte dei senatori e dei deputati.

  GIUSEPPE ZOLLINO, Presidente SOGIN. Grazie, onorevoli e senatori, Mi limito a salutarvi e lascio la parola all'amministratore delegato. In effetti, abbiamo pieno titolo a essere sentiti da questa Commissione. Ci occupiamo di una tipologia di rifiuti che richiede una particolare attenzione, sebbene siano anche quelli più regolati, controllati, per i quali il censimento è molto accurato ed è relativamente più facile accertare dove e in quale quantità si trovino sia fisicamente sia come livello di radioattività.
  È un momento particolare. Sapete che la novità importante è che il 4 giugno sono stati pubblicati i criteri che consentono di definire in Italia una carta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito. SOGIN sta lavorando alacremente su questo elemento molto significativo. Da molti anni si aspettava che fossero pubblicati questi criteri.
  Non mi soffermerò ulteriormente. Come vi ho detto, l'amministratore delegato vi descriverà la situazione. Naturalmente, Pag. 4sia lui sia io siamo disponibili per ulteriori approfondimenti, se lo riterrete. Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Zollino e cedo la parola all'amministratore delegato del gruppo, Ricardo Casale, che credo procederà con l'aiuto di qualche diapositiva.

  RICCARDO CASALE, Amministratore delegato SOGIN. Vi ringrazio per l'invito. D'accordo anche con il presidente Bratti, stralcerei le parti iniziali della presentazione del gruppo, che diamo per informazioni acquisite. Peraltro, mi urge ricordare due audizioni che abbiamo già svolto, una al Senato e una alla Camera, a novembre dello scorso anno e a dicembre di questo. Un'altra audizione dedicata è avvenuta al Senato a maggio, in Commissione industria, per i fatti conseguenti all'inchiesta. Questi documenti sono già agli atti del Senato e della Camera.
  Ho letto le questioni che mi sono state trasmesse, quindi cercherò di fornire dei numeri. Qualora desideriate che siano riassunti, potremo trasmetterli in una memoria che potremmo eventualmente, distribuire. Comincerei la presentazione rapidamente alla pagina 11, che «riassume» i siti di nostra competenza, cioè le quattro centrali e i quattro impianti ereditati dall'ENEA.
  Per entrare immediatamente nell'argomento, vorrei descrivervi sito per sito lo stato di avanzamento, al di là dei dati riportati nella presentazione, le attività di gestione dei rifiuti e di smantellamento effettuate e quelle in corso nonché la situazione dei rifiuti anche comparata con la relazione della precedente Commissione del ciclo dei rifiuti, che ho studiato attentamente, e considero una pietra miliare di riferimento proprio per la ricchezza di dati che contiene.
  Andrò rapidamente perché abbiamo otto siti da illustrare. Tra le attività effettuate a Caorso, sicuramente va ricordato quella relativa al combustibile, che è stato completamente allontanato, la decontaminazione del circuito primario, lo smantellamento di tutte le componenti dell'edificio turbina e lo smantellamento dell'edificio off-gas. Queste sono le attività principali portate a compimento in questi anni.
  Le attività in corso sono, sostanzialmente, lo smontaggio e la decontaminazione della piscina, la caratterizzazione dell'edificio reattore e l'adeguamento dell'ex edificio turbina ad area buffer per i rifiuti che saranno prodotti sul sito. Inoltre, abbiamo avviato recentemente anche la gara per il trattamento delle resine stoccate a Caorso. Con riguardo a questa gara potremo essere in futuro più precisi poiché è molto importante.
  Per dare un quadro della situazione dei rifiuti presenti sul sito al 31 dicembre 2013, dato ufficiale, che quindi comparativamente somma due anni alle stime contenute nel rapporto che citavo, sul sito sono presenti a oggi 2.464 metri cubi di rifiuti di seconda categoria, di cui 558 condizionati e 1.906 da condizionare. Sono, inoltre, presenti 18 metri cubi di prima categoria.
  La nostra attuale stima di rifiuti che da questo sito saranno prodotti e condizionati per il deposito nazionale, altro tema che potremo analizzare successivamente, porta a un totale di 4.600 metri cubi per la seconda categoria e di circa 350 metri cubi per la terza. Questo vale per la centrale di Caorso che, come sapete, era la più potente fra le centrali entrate in esercizio in Italia.
  Per quanto riguarda la centrale di Trino, ricordo le attività svolte: anche in questo caso, la decontaminazione del circuito primario, lo smantellamento del secondario, la supercompattazione di circa mille fusti in fusti da 220 litri e le attività in corso in questo momento, ossia l'adeguamento dei depositi, la progettazione dello smantellamento del circuito primario e la preparazione per gli ultimi trasporti.
  Come noto, a Trino è ancora presente un certo numero di barre, per le quali esiste un problema di trasporti bloccati dall'inizio del 2012. Ci siamo attivati, per quanto di nostra competenza, e si sono attivati il ministero e tutte le istituzioni dello Stato, per far sì che questi trasporti Pag. 5verso la Francia riprendessero. Diversamente, con barre di combustibile ancora in centrale molte attività di smantellamento e di decommissioning sono impossibilitate.
  Quanto alla centrale di Latina, slide n. 14, anche in questo caso, come a Caorso, il combustibile è stato completamente allontanato, sono stati smantellati il primario, le componenti dell'edificio turbina, l'edificio ex diesel. Sono state bonificate la piscina 1 e 2, stiamo bonificando la piscina 3. È stata, inoltre, svolta un'importante attività di supercompattazione dei rifiuti.
  Le attività in corso sono quelle del riavvio di un impianto conosciuto agli addetti ai lavori, il cd. LECO per il trattamento dei fanghi. È in corso la bonifica della terza piscina. Il deposito che le quattro Commissioni Industria e Ambiente di Camera e Senato hanno visitato lo scorso aprile è ormai in fase definitiva di infrastrutturazione con tutti gli equipaggiamenti tecnici. Quando le Commissioni sono venute a Latina, hanno visitato il manufatto finito da un punto di vista strutturale: ora lo stiamo completando con infrastrutture e strumentazioni. Abbiamo avviato anche la gara per la cutting facility dei grandi manufatti metallici, che avvieremo molto presto.
  Anche dalla centrale del Garigliano il combustibile è stato completamente allontanato, tranne alcune barre ancora conservate nel deposito Avogadro. Abbiamo completamente decontaminato dall'amianto l'edificio turbina e l'edificio reattore. Abbiamo terminato il deposito temporaneo, che, nel caso in cui la Commissione volesse visitarlo, è particolarmente significativo, veramente molto interessante da vedere. È in esercizio, a differenza di quello di Latina, che è stato visitato nella fase di pre-esercizio.
  È stato adeguato l'edificio ex diesel come temporaneo. Sono in corso attività importanti, tra cui il trattamento dei rifiuti liquidi, cosiddetto radwaste. Sono finalmente iniziate le opere di abbattimento del camino. Quest'opera ha richiesto molto tempo anche nell'ingegnerizzazione delle operazioni. La bonifica delle trincee è un'operazione estremamente importante che stiamo portando avanti anche a un buon ritmo di avanzamento. Lo smantellamento del sistema e dei componenti del ciclo termico e dell'edificio turbina è in corso. Questo per quanto riguarda le centrali.
  Ovviamente, le attività legate alle centrali sono strettamente di decommissioning e anche di trattamento rifiuti. Le attività negli impianti sono legate più al trattamento dei rifiuti e meno, anche per la dimensione stessa degli impianti, allo smantellamento. Tuttavia, nel sito di Saluggia, come noto quello che contiene la maggior parte della radioattività, sono state completate le operazioni per i rifiuti liquidi, trasferiti nel nuovo parco serbatoi. Il combustibile esistente è stato in larga parte portato via. Il materiale fissile ancora presente in questo deposito è stato allontanato tramite le operazioni GTRI, un punto della presentazione sul quale ritornerò successivamente.
  Tengo a una digressione, che considero importante. Abbiamo anche riavviato l'analisi del rischio idraulico e idrogeologico, credo mai attiva come in questi giorni. Il mio accento forse tradisce anche le mie origini liguri e sono quindi particolarmente sensibile a questo tipo di rischio.
  Per tutti i siti abbiamo avviato la revisione dei piani del rischio. Per alcuni, come il sito di Caorso, siamo già arrivati a uno studio definitivo, che ci rassicura: ci dice che le infrastrutture del sito, anche analizzate alla luce di un ciclo delle acque, quindi per pluviometria, idrologia, idraulica e idrogeologia, alterate, da cambiamenti climatici in atto, sono in sicurezza.
  Lo stiamo facendo anche per gli altri siti, proprio per poter valutare in maniera più compiuta, rispetto alle valutazioni precedenti, di quattro o cinque anni fa, in funzione di questi nuovi parametri che le discipline del ciclo delle acque ci mettono a disposizione.
  Per ritornare su Saluggia, le operazioni in corso sono il D2, il nuovo deposito temporaneo, la nuova cabina elettrica, anche Pag. 6questa realizzata tenendo già in considerazione gli elementi forniti dalla nuova campagna di valutazione del rischio idrogeologico, e l'impianto Cemex, che ha una sua storia ed è anche relativamente noto.
  Oggettivamente, l'impianto Cemex sta accusando dei ritardi nella fase di progettazione, che però sta andando avanti. Vedo alcuni «addetti ai lavori» e mi scuso se ripeterò cose già note, ma per i meno esperti è utile precisare che l'impianto Cemex è quello che dovrà solidificare i rifiuti liquidi, quindi metterli in sicurezza. È un impianto estremamente importante, che sta procedendo, come accennavo, con alcuni ritardi.
  Passo al sito di Bosco Marengo, che, anche per sua natura, è relativamente più semplice. L'impianto è nello stato più avanzato per tutto quello che riguarda sia il trattamento rifiuti sia il decommissioning. Il materiale fissile è stato allontanato, lo smantellamento della vecchia linea di produzione degli elementi di combustibile dell'epoca in cui il sito si chiamava FN, Fabbricazioni Nucleari, per la fabbricazione degli elementi combustibili, è stato terminato. Restano attività residuali, tra cui la supercompattazione per alcuni rifiuti e l'adeguamento dell'edificio B106. In attesa del deposito definitivo, infatti, dobbiamo infrastrutturarci sui siti per stoccare in sicurezza i rifiuti presenti.
  Gli impianti di Casaccia alle porte di Roma hanno una storia credo a tutti nota, in particolare le scatole a guanti, che hanno lavorato il plutonio in Italia. Il trattamento dei rifiuti è stato in buona parte effettuato, come lo smantellamento di molti impianti. L'allontanamento del combustibile, anche questo nell'ambito dell'operazione GTRI di cui parlerò, è stato effettuato. È in corso lo smantellamento, appunto, delle scatole a guanti impiegate per il plutonio e di alcuni serbatoi e l'adeguamento dell'OPEC 2 come deposito di terza categoria.
  Mi scuso, potrò tornare indietro, Presidente, in qualsiasi momento, ma arrivo all'ultimo un po’ rapidamente, cioè all'impianto ITREC di Rotondella, in Trisaia. È un altro impianto di ricerca con una gloriosa storia. Qui si sono svolte operazioni di cementazione dei rifiuti liquidi di bassa e media attività e di sistemazione di quasi tutti i rifiuti solidi. È in costruzione l'altro impianto gemello, molto più piccolo, del Cemex, l'ICPF, che ha scontato anch'esso alcuni ritardi nella sua fase progettuale, ma inferiori.
  Sono in piena attività le bonifiche della famosa «fossa», un deposito interrato, e sono in corso di progettazione le operazioni relative al combustibile Elk River, un problema sul tavolo da molti anni, forse anche più rilevante perché necessita di accordi internazionali per arrivare a una sua definizione. Lo ricordo alla Commissione perché ritengo che sia un tema che vada comunque menzionato in questa circostanza.
  Passerei velocemente allo schema successivo sulla gestione dei rifiuti radioattivi. L'abbiamo inserito anche per mostrarne la complessità. D'altro canto, siccome questa è una Commissione d'inchiesta, Presidente, volevamo mostrare tutti i controlli incrociati ai quali i rifiuti radioattivi, a differenza di altri rifiuti, sono sottoposti. Questa è una misura che ci rassicura tutti, per l'autorevolezza delle istituzioni coinvolte e i numerosi attori che intervengono in questo settore.
  Nella mappa successiva, in effetti, abbiamo aggiunto ai nostri otto centri tutti quelli che oggi in Italia detengono in varia misura e a vario titolo, comunque recensiti e catalogati, rifiuti radioattivi. Questo è il tema che dobbiamo tenere presente anche quando inizieremo la riflessione sul deposito. È difficile immaginare che un numero così ampio di depositi possa garantire una sicurezza superiore a quella del Deposito nazionale. Anche intuitivamente, questo è comprensibile.
  Tengo a sottolineare la trasparenza, come in occasione delle audizioni precedenti, perché siamo convinti tutti che sia il pilastro fondamentale per la gestione di questi rifiuti sul quale costruire il percorso che ci porterà al deposito. Nelle slide che si susseguono abbiamo riassunto i rifiuti radioattivi in vari modi, con varie chiavi di lettura: l'ambito di produzione, la suddivisione Pag. 7per tipologia, quindi bassa o media attività, ricordando sempre che stiamo parlando di un volume globale di 90.000 metri cubi. Ricordo che, essendo questi rifiuti i più pericolosi in assoluto che abbiamo in Italia, stiamo parlando di un volume molto piccolo.
  Mi permetto una digressione. Avendo lavorato nel settore da molti anni, se facciamo un paragone esclusivamente in termini di volume – so benissimo che stiamo parlando di cose diverse – nel periodo pre-crisi, 2009, i rifiuti solidi urbani prodotti in Italia erano circa 31 milioni di metri cubi. So che stiamo parlando di cose completamente diverse, però si passa comunque da 31 milioni a 90.000 metri cubi.
  I rifiuti classificati come tossico-nocivi prodotti dalle industrie pre-crisi erano più di 50 milioni circa all'anno. Qui stiamo parlando di 90.000 metri cubi, quelli che si è iniziato a produrre negli anni Sessanta dai laboratori di ricerca del CNEN (Comitato nazionale per l'energia nucleare), poi dall'ENEA, poi dall'ENEL, ora dalla SOGIN e anche dagli ospedali per la diagnostica terapeutica o la ricerca industriale, e che arriveranno fino all'orizzonte del 2050. Grosso modo, quindi, stiamo parlando di quasi un secolo di produzione. Ripeto, quindi, che, solo ed esclusivamente volumetricamente, stiamo parlando di un volume molto piccolo.
  Nella slide successiva c’è un dettaglio ulteriore: i rifiuti sono suddivisi per provenienza e per attività, media, bassa, alta. Abbiamo anche voluto aggiungere una stima dei cask destinati al Deposito nazionale. Questi sono quelli che conterranno temporaneamente nel Deposito nazionale i rifiuti di terza categoria. Ho voluto aggiungere la foto 25 proprio per dare un'idea, perché a volte non si ha una completa conoscenza di questi cask. In tale foto Vedete gli uomini senza nessun tipo di protezione intorno ai cask: questi ultimi, infatti, sono realizzati in modo che la radioattività rimanga schermata all'interno, per usare un'espressione molto semplice.
  A questo punto, anche vista l'ora, se è d'accordo, Presidente, manderei un piccolissimo video sull'operazione GTRI. Sì, siccome ci sono operazioni segretate, chiederei di interrompere la trasmissione per pochi minuti.

  PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione dell'impianto audio video.
  (La Commissione prosegue in seduta segreta)

  RICCARDO CASALE, Amministratore delegato SOGIN.

  PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione dell'impianto audio video.
  (La Commissione prosegue in seduta pubblica)

  RICCARDO CASALE, Amministratore delegato SOGIN. Rapidamente, sui programmi di decommissioning, abbiamo voluto inserire una tabella che ne riprende una presente anche nel rapporto della Commissione precedente. Abbiamo aggiornato alcune date e abbiamo, soprattutto, utilizzato delle forchette temporali. Riteniamo, infatti, anche in questa riprogrammazione di aver fatto un'operazione verità: dare, fornire una data, un giorno, un mese, un anno, riteniamo che, da un lato, non sia neanche troppo significativo e, dall'altro, non sia eccessivamente corretto. Riteniamo che dare un range di alcuni anni, evidentemente considerando la data mediana come quella più probabile, sia più serio.
  La slide successiva mostra la complessità all'interno della quale ci muoviamo. Questo fa sì che, al di là anche di quelle di SOGIN, ci siano anche delle lentezze di un sistema particolarmente complesso. Questo è un ragionamento che andrebbe sviluppato in maniera un po’ più fine, ma credo che sia patrimonio di tutti.
  Passo al tema del deposito, entrando nel vivo. Il 4 giugno di quest'anno, infatti, l'ISPRA ha emesso i criteri. Per legge, SOGIN è incaricata di applicarli e di restituire a ISPRA stessa, al Ministero Pag. 8dello sviluppo economico e al Ministero dall'ambiente, la CNAPI, la carta nazionale con le aree potenzialmente idonee.
  La data di scadenza è prevista per il 4 gennaio 2015, sette mesi, il tempo che ci è concesso dalla legge. Sento di poter dire, veramente a nome di tutta l'azienda, che si è impegnata tantissimo in questo percorso, che consegneremo il documento rispettando la data che la legge ci impone, quindi a inizio gennaio. Ci sono le festività natalizie ma, fatte salve le vacanze del ponte di fine anno, a inizio gennaio, rispettando la legge, invieremo la mappa.
  Spenderò ancora alcune parole sul deposito, anche se credo sia ormai patrimonio condiviso. È un deposito superficiale – quindi non stiamo parlando di Scanzano, lasciamo stare Scanzano – che mette in sicurezza definitiva, ripeto definitiva, tutti i rifiuti a media e bassa attività e che temporaneamente dovrà ospitare, fino a quando non si troverà una soluzione idonea, anche i rifiuti di terza categoria. Non ripeterò i volumi, che sono stati indicati anche nella presentazione con un certo dettaglio.
  La slide successiva mostra il percorso. Noi siamo a pochi mesi dalla conclusione. Ci saranno poi la validazione della Carta, la pubblicazione della CNAPI, il seminario nazionale. Presidente, è da escludere che SOGIN possa fare da sola questo percorso. SOGIN è lo strumento tecnico che farà tutto in maniera il più trasparente possibile, ma il Deposito nazionale è una risorsa e una sfida al tempo stesso per il Paese, e quindi ci vorrà il concorso di tutti. Ci saranno discussioni, il seminario pubblico, il seminario nazionale, che alcuni esperti vedono anche come un embrione di débat public, vedremo come strutturarlo.
  Sicuramente, ci vuole il concorso di tutte le forze istituzionali per risolvere questo problema. A me in maniera informale piace dire, appunto, siccome siamo in Commissione rifiuti, che nei tre grandi settori già richiamati in precedenza, per i rifiuti solidi urbani e per quelli tossico-nocivi abbiamo ampie zone del Paese in emergenza e in infrazione comunitaria; per i rifiuti radioattivi, abbiamo la straordinaria opportunità, credo tutti noi come classe dirigente di questo Paese, come istituzioni coinvolte, di non far scattare un'emergenza, di programmare le attività, come stiamo facendo, e di assumersi ciascuno la sua quota parte di responsabilità.
  Assumendoci ciascuno la sua propria quota parte di responsabilità in maniera totalmente trasparente, non demagogica, potremo arrivare a prevenire l'emergenza. Gestire quindi questa attività in maniera strutturale e non emergenziale.
  Ci sono alcuni dati anche economici. Non voglio fare del marketing in questa sede parlamentare, ma il Deposito nazionale è un'infrastruttura che per il territorio che deciderà di accoglierla – nessuno potrà farlo a dispetto di nessun territorio – e di raccogliere questa sfida, comporterà importantissimi benefìci economici, come si desume dall'esperienza internazionale.
  Relativamente a tutto questo quadro di attività, siccome questa è una domanda che mi pongono spesso, anche come commento molto puntuale ripreso già dalla relazione, e cioè quello delle attività internazionali che possono essere svolte, riteniamo che quelle di decommissioning nel mondo siano sicuramente, come dicono tutte le agenzie indipendenti di settore, in crescita. A seconda dei rapporti che si leggono, sono 73, 131, 200 i reattori nel mondo che saranno decommissionati.
  Ho avuto occasione di dire l'8 gennaio in Senato, quando mi è stato chiesto in maniera molto dettagliata, che ci saremmo strutturati per organizzarci e per aggredire questo mercato internazionale. Oggi, posso dirvi che abbiamo creato una direzione affari internazionali, che contiene al suo interno il business development, che abbiamo già partecipato ad alcune gare internazionali e che abbiamo anche ottenuto alcuni risultati significativi. Siccome sono gare a seguito delle quali non siamo ancora arrivati alla definizione di un contratto, mi riservo eventualmente di dare informazioni più dettagliate, magari in separata sede, visto che ci sono anche delle negoziazioni precontrattuali in fase attiva, ma abbiamo già ottenuto alcuni risultati.Pag. 9
  Tale circostanza dimostra, da un lato, che sebbene il sistema della chiusura del ciclo nucleare italiano abbia subito dei ritardi, abbiamo acquisito competenze che fuori dall'Italia ci sono riconosciute; dall'altro, che questo tipo di attività è fondamentale per garantire il futuro della nostra azienda.
  Lasciatemi, però, dire che lo è anche per creare – credo che in questo momento per il Paese sia estremamente importante – importanti opportunità di lavoro per i giovani di oggi e di domani. Queste attività di decommissioning continueranno, infatti, in tutto il mondo per i prossimi 50-100 anni.
  Poter creare una nuova filiera industriale in questo settore, che non potrà essere in Italia che attorno alla SOGIN, l'operatore principale, ritengo sia un elemento importante, che può restituire alla collettività anche parte di quelle risorse in termini di posti lavoro e di ritorni diretti che la comunità ha dato per sostenere i costi del decommissioning. Mi fermerei qui, presidente. Sono stato molto veloce e mi scuso.

  PRESIDENTE. La ringraziamo. Ripeto che avremo occasione di approfondire, anche perché faremo sicuramente qualche visita là in alcuni impianti, come abbiamo fatto la volta scorsa. Saranno tutte occasioni di approfondimento.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
  Inizia l'onorevole Vignaroli.

  STEFANO VIGNAROLI. Alcune questioni mi si sono chiarite sentendo strada facendo.
  Vorrei solo chiedere conferma se la nave vista nel video è stata testata e controllata anche da ISPRA. Ho capito bene ? Chiedo conferma.
  Inoltre, vorrei conoscere maggiori approfondimenti sull'invio in Francia dei rifiuti da riprocessare e i motivi per i quali la Francia ha stoppato quest'operazione. Quando e come intendete continuare ?
  Siamo anche un po’ preoccupati per il fatto che quelle date sono molto strette. Se a gennaio sarà consegnata la prima bozza della mappa, siccome la direttiva europea impone di aver chiuso il piano entro giugno 2015, siamo a rischio infrazione.
  Nel caso specifico, vorrei chiedere, sull'impianto Eurex di Saluggia, le cause che hanno determinato le fessurazioni e la perdita e sapere cosa farete in futuro per evitare ulteriori danni, visto che comunque mi risulta che siano stati i cittadini a segnalarlo e che nessuno se n’è accorto subito. Chiedo ulteriori informazioni.
  Per il sito Casaccia, dove c’è stata una forte urbanizzazione, mi risulta del 2009 la redazione di un piano di intervento calamitoso, di cui però non sono stati informati i cittadini: lo sono stati ?
  Per quanto riguarda la Cemex, l'appalto è stato aggiudicato dalla Maltauro. È inutile che sottolinei le vicende della Maltauro: vorrei sapere di eventuali sviluppi. Cosa intendete fare, visto che la prima gara è stata stoppata per autotutela ? Potete fare la stessa cosa ? Sono previsti provvedimenti ?
  Vorrei anche un commento sulla nomina all'ISIN di Agostini, visto che non ha le competenze. Prima, parlavate di persone e di competenze, quindi credo sia molto importante. Partiamo già col piede sbagliato.

  PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Zolezzi.

  ALBERTO ZOLEZZI. Conosciamo il trend dell'andamento della produzione dei rifiuti da medicina nucleare nel nostro Paese ?
  Inoltre, chiedo scusa per aver perso la prima parte, per cui magari l'avrete detto, ma avete contatti con aziende o quali brevetti conoscete per la riduzione volumetrica delle scorie ? In qualche modo, si è visto anche dal video, però parlando di Francia e Gran Bretagna, anche noi stessi come deputati siamo contattati spesso da imprese anche private che spingono su brevetti per riduzione del volume delle scorie: qualcosa è in atto ? Potete dirci cosa pensate di queste metodologie di riduzione volumetrica ? Vi sembrano utili Pag. 10o, invece, il rapporto tra costi e benefici è decisamente sfavorevole ?

  PRESIDENTE. Do ora la parola alla senatrice Puppato.

  LAURA PUPPATO. Alcune domande sono già state poste dai colleghi, quindi non le riformulerò.
  In particolare, per quel che riguarda la direttiva Euratom, che ci obbliga alla scadenza di agosto 2015, ha focalizzato l'attenzione esattamente su tutta la tematica relativa alla gestione e alla modalità con cui si vorrà procedere. Ovviamente, manca ancora il sito in Italia, e quindi il tema è capire se arriveremo e, comunque, se questo sito sarà in grado di recuperare – mi pare di aver contato – 24 depositi attuali di varia natura e genere, ma comunque con scorie nucleari.
  Inoltre, c’è il tema del riprocessamento. Ho visto che avete citato il caso di Saluggia, se non ricordo male, non vorrei sbagliare, appunto relativamente all'invio di un certo tonnellaggio di materiale nucleare in Francia per estrarre uranio e plutonio, in modo da rimanere con le scorie soltanto per la parte di gestione italiana: questo processo è valido solo per un sito, come avete citato nella descrizione, o è in generale per tutti i siti che hanno questo genere di materia  ? Il tema è sia quello del caso liquido, che citate, sia del caso del nucleare solido.
  Ho visto anche che non c'era Saluggia, ma poi mi pare di aver visto che nelle slide lo avete fornito, in termini di esemplificazione relativa alla modalità con cui si procede con i termini 2019, 2026 e via discorrendo. Non ho capito se sia stato un errore, perché poi ho visto che invece qui l'avete messo. Devo dire che è molto spostato in avanti in termini di data, quindi vorrei capire come vi siete regolati per le date di dismissione dei vari siti. Vedo che hanno range piuttosto vasti.

  PRESIDENTE. Rivolgerò anch'io alcune domande.
  Sul tema del rapporto con la Francia è emersa questa polemica, ma nella visita che facemmo a Sellafield nella scorsa legislatura, qualche problematica rispetto al fatto che dovessimo riprendere indietro i propri lavorati ci fu mossa. Già i colleghi si erano occupati di capire a che punto si fosse.
  Per i ritardi che ci sono stati, dei quali giustamente nell'attuale presentazione non ha fornito una data precisa, ma un range, almeno dagli approfondimenti che abbiamo visto, sono esplicitati anche aumenti di costo significativi: a cosa sono dovuti, fondamentalmente ? Se queste attività, svolte nel 2009, avevano un valore di 4 miliardi di euro di costo, svolte nel 2012, hanno qualche miliardo in più. Da cosa sono determinati questi aumenti di costo che avevamo visto anche nella scorsa relazione ? Dall'idea che ci siamo fatti, ci sono.
  Una delle situazioni che, dal punto di vista della sicurezza, ci destavano a naso molte perplessità era quella della Casaccia. Avevamo visto nei depositi, anche nel paragone con quelli che stavano sistemando a Saluggia, una differenza sostanziale, che si percepiva anche da parte dei non addetti ai lavori. Vorremmo capire se avete intenzione di intervenire in maniera prioritaria su questi luoghi. Ripeto che a chi non è addetto ai lavori sembravano veramente depositi in condizioni completamente diverse, dei quali la situazione non era sicuramente uguale a quella di Saluggia.
  L'altra questione che vorrei porre riguarda la possibilità di avere l'elenco delle società che lavorano con voi. Soprattutto, vorremmo sapere se utilizzate dei protocolli particolari per garantirvi anche la qualità. Tante opere riguardano i lavori pubblici, cemento ed edilizia. Non dico che per condizioni normali non debbano esserci standard di sicurezza, per l'amor di Dio. Per costruire una casa, un ponte o una strada c’è bisogno di garantire un collaudo, la sicurezza, ma in questo caso presumo che le garanzie richieste debbano essere ancora maggiori. Vorremmo capire se avete un elenco di ditte specializzate Pag. 11con cui lavorate sempre o che devono rispondere nei lavori edili con garanzie di un certo livello.

  ALBERTO ZOLEZZI. Non si capisce bene dalle direttive europee, ma teoricamente l'Italia dovrebbe realizzare un deposito unico per rifiuti nucleari a basse e media attività imposto dall'Agenzia internazionale: sarà realizzato anche un deposito unico per i rifiuti ad alta attività o, invece, si procederà in accordo con gli altri Paesi comunitari ? Avete un'idea di questo ?

  STEFANO VIGNAROLI. Avevo dimenticato di chiedere i nomi di queste ditte. A me ne risultano una decina. Oltretutto, abbiamo un po’ il timore che cerchino di fare esperienza, quando non ce l'hanno, in vista della futura fetta di torta di diversi soldi che riguarda il Deposito nazionale. Visto che i soldi sono e saranno tanti e sono finanziati dalla voce A2 della bolletta, vorremmo sapere se sarà sempre così, se sarà sempre finanziato da questa voce, quindi dai cittadini o, se siano previste altre forme di finanziamento.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai nostri ospiti per la replica. Se si riserva su alcune questioni, eventualmente, più puntuali, può fornirci successivamente i dati.

  RICCARDO CASALE, Amministratore delegato SOGIN. Certo. Tendenzialmente, cercherei di rispondere a tutto, magari in ordine sparso.
  Vengo alle questioni che capisco essere molto delicate. L'elenco dei nostri fornitori è disponibile, quindi possiamo fornirlo. Ovviamente, non conosco quasi nessuno, a onor del vero. È già on line, per l'amministrazione trasparente, come mi conferma il presidente.
  È successo quest'anno un fatto importante per l'elenco dei nostri fornitori. Riteniamo che con la SOA nucleare, per l'individuazione delle categorie, si possa facilitare l'accesso. Quando facciamo le gare, evidentemente, siamo in regime di concorrenza. Crediamo che questo possa facilitare l'accesso alle ditte, alle aziende a vario titolo, dall'ingegneria ai fornitori di calcestruzzo. Poi verrò anche alla domanda sulla fessurazione.
  Sicuramente, questo ci aiuterà a selezionare i fornitori e aiuterà il sistema a preparare quelli più qualificati per la partecipazione alla realizzazione del Deposito Nazionale.
  Il Deposito è un'infrastruttura nazionale importante e anche un driver di sviluppo industriale.
  Quanto alle fessurazioni, anzitutto dobbiamo dire due cose. Queste si sono verificate nell'edificio in costruzione, che non conteneva rifiuti. Abbiamo immediatamente avvisato l'autorità di controllo. A seguito dell'indicazione dell'autorità di controllo, abbiamo elaborato dei piani di verifica del danno potenziale di queste microfessurazioni.
  Saluggia, come sanno bene i deputati e senatori del nord, è una zona fredda: le gettate in calcestruzzo, soprattutto in inverno, devono essere fatte in maniera tale da evitare che tra una gettata e l'altra, se non è fatta con una continuità sufficiente, si formino – è progettata perché non succeda – soprattutto intorno allo zero termico, piccolissime microfessurazioni che altererebbero la resistenza progettuale, in particolare in questo caso infiltrazioni, del manufatto finito.
  Questo piano è stato attentamente monitorato dall'ISPRA ed eseguito da noi sotto il suo controllo. Gli interventi di rimedio posti in essere hanno ricevuto, ne sono sicuro, l'autorizzazione, altrimenti l'ISPRA non avrebbe autorizzato la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell'edificio in questione.
  Vorrei fare un passaggio sul tema dei trasporti verso la Francia, che sia la senatrice Puppato sia l'onorevole Vignaroli hanno sollevato. Faccio un passo indietro. Trasportiamo il combustibile all'estero per il suo riprocessamento – esclusivamente gli elementi di combustibile – a memoria, sin dagli anni Settanta, dalle centrali del Garigliano, di Latina in particolare, di Trino, poi anche di Caorso, entrata in esercizio nel 1980. Sin dall'inizio, abbiamo Pag. 12spedito questo combustibile per il trattamento a Sellafield, perché in Italia non abbiamo capacità industriali di riprocessamento e/o di ritrattamento.
  Gli impianti in Europa, sostanzialmente nel mondo, in cui si può inviare il combustibile per il riprocessamento sono quelli di Sellafield in Inghilterra e La Hague in Francia. Nel 2006, con l'accordo intergovernativo Italia-Francia di Lucca, abbiamo deciso di inviare importanti quantitativi di combustibile da riprocessare in Francia. Da questo ritrattamento sono separati uranio e plutonio, materiali ancora fissili, riutilizzati nella misura del possibile.
  Questo è un tema che ci sta particolarmente a cuore: sostanzialmente, sono prodotte quelle che sono volgarmente chiamate scorie, vetrificate, in gergo chiamati vetri, che contengono una serie di elementi radioattivi non riutilizzabili, come gli attinidi minori, ma è molto lunga la lista di elementi che contengono. Sono i cosiddetti rifiuti ad alta attività a lunga vita.
  In relazione a questi trasporti, ci fu un problema, durante un trasporto che stava partendo e che fu bloccato dalle autorità francesi, provocando una crisi tra le autorità francesi e italiane. C’è stato, dunque, un innalzamento di livello della questione. Da allora, i trasporti verso la Francia non sono più ripresi.
  Da quando ci siamo insediati, sono andato anche un paio di volte a Parigi, evidentemente per quello che compete la parte tecnica – i ministeri stanno dialogando per la parte politica – per trovare una soluzione alla ripresa dei trasporti. Qui faccio una previsione suffragata da elementi di fatto: percepiamo che ci siano delle novità, che i francesi abbiano iniziato a considerare la questione in maniera diversa rispetto all'anno scorso, per molti motivi, tra cui citerò solo la pubblicazione dei criteri.
  Non essendo ancora partito il processo di realizzazione del deposito che ospiterà anche le scorie, cioè la parte di rifiuti non più riprocessabili, che, secondo le scadenze, dovranno rientrare in Italia nel 2024 (nel 2019 quelli riprocessati nel Regno Unito), sulla base di contratti complessi di diritto internazionale, i francesi avevano cominciato a nutrire dubbi, anche per l'approssimarsi delle scadenze.
  Qui richiamo di nuovo l'attenzione sul deposito, il turning point di tutta questa questione. Tutto ruota intorno al deposito. Qualsiasi tema che abbracciamo, anche le previsioni, su cui tornerò, i costi aggiuntivi, se parliamo in particolare di green field, è inutile che ce lo nascondiamo.
  Dobbiamo interiorizzare la realizzazione di questo deposito, e allora tutti i processi, in larga parte in serie, in parte anche in parallelo, inizieranno a marciare, altrimenti avremo sempre più costi, tempi dilazionati, problemi anche con i nostri partner europei. Siamo in una Commissione d'inchiesta, quindi non posso neanche sbilanciarmi troppo. Peso le parole e devo essere necessariamente prudente, ma abbiamo la ragionevole convinzione, previsione che il prossimo anno questi trasporti possano riprendere. Lo dico con tutte le prudenze del caso.
  Questo, evidentemente, è un altro dei tasselli sul quale abbiamo lavorato molto di concerto con il Ministero degli esteri e dello sviluppo economico e con l'ISPRA, estremamente importante. Vi terremo informati su questo. Se potrete darci una mano nelle vostre visite nei vostri incontri istituzionali in Francia, ve ne saremo ben grati, perché anche questo è un processo estremamente importante. Peraltro, i trasporti che restano da effettuare sono veramente pochi. Non vorrei entrare in dettagli troppo tecnici, anche sensibili, ma stiamo parlando di numeri che sono sulle dita di una mano come ordine di grandezza.
  Sull'ISIN, mi scuso, ma essendo soggetto regolato, non posso davvero fare commenti.
  Sul Cemex invece, di cui ho già parlato, ho con me una risposta scritta del ministero a una richiesta scritta credo di un onorevole del Movimento 5 Stelle, molto dettagliata e di molte pagine. Credo lei sia perfettamente informato ne farò una sintesi.Pag. 13
  I lavori per l'impianto Cemex sono stati affidati dalla precedente gestione societaria tramite gara vinta da un'Associazione Temporanea di Imprese. L'azienda con la quale Sogin si rapporta è Saipem, capofila dell'ATI, un'impresa con indiscussa credibilità in Italia e all'estero, mentre la Maltauro è chiamata a coprire la parte strettamente civile, relativa alla costruzione di edifici. Per quanto riguarda le attività nucleari, sulle quali Saipem non ha competenza specifica, la stessa Saipem si avvale di Areva, il principale operatore nucleare al mondo.
  È stato firmato un contratto, che ha sicuramente avuto, uno start up difficoltoso. Ci sono dei ritardi, che sono in parte recuperabili.
  La progettazione sta andando avanti; molti elaborati, nell'ordine delle centinaia, sono già stati presentati, molti sono già stati validati dai nostri ingegneri – il dott. Troiani è il responsabile dell'ingegneria, quindi potrà darvi tutti i dettagli – altri sono in corso di validazione, altri devono essere ancora presentati. Vista anche l'importanza di questo progetto, stiamo facendo un monitoraggio molto attento. Circa trenta persone monitorano in tempo reale, tutti i giorni sono dedicate al Cemex. Ragionevolmente, ritengo di poter dire che in primavera il cantiere aprirà. Poi vedremo se ci sarà una accelerazione nella fase di procurement e poi di realizzazione. Abbiamo ritenuto ragionevole andare avanti su questa strada.
  Quanto alle domande sul piano dei rifiuti, che deve essere pronto per rispettare la direttiva comunitaria per l'estate 2015, ricordo che non è di nostra competenza Noi, che siamo il principale operatore nazionale, saremo contattati dalle strutture ministeriali preposte alla realizzazione del piano, al fine di assicurare tutta l'assistenza tecnica necessaria.
  Onorevole Zolezzi, sui ritmi di produzione dei rifiuti medicali alcuni dati sono indicati nella presentazione, ma il ritmo annuale, sia per la parte diagnostica sia per quella terapeutica, è leggermente superiore, comunque in crescita, ai 500 metri cubi all'anno. Stiamo parlando di rifiuti da condizionare. Questo è il volume. Come è noto a tutti, la terapeutica, ma in particolare la diagnostica, è sempre più sviluppata per la medicina preventiva. Questo riguarda la nostra qualità della vita, non possiamo pensare di farne a meno.
  Relativamente alla riduzione volumetrica, abbiamo anche dei video abbastanza significativi, che non abbiamo portato per ragioni di tempo, di impianti che la eseguono in termini puramente fisici, per cui è già in atto. Quando parliamo di rifiuti condizionati, molte volte si parla anche di rifiuti che sono stati ridotti volumetricamente e poi inglobati in malta cementizia in bidoni più grandi.
  Non voglio sfuggire alla domanda sul deposito ad alta attività, senatrice Puppato. Insieme al tema generale del deposito, la parte relativa all'alta attività è il tema principale. La legge prevede che il deposito che siamo chiamati a realizzare sia quello definitivo per la bassa e la media attività – su questo c’è un ampio consenso – e sia temporaneo in attesa anche che si attuino strategie europee di più lungo respiro per quello ad alta attività. Ad alta attività temporaneo vuol dire che quei cask che abbiamo mostrato possono essere conservati sullo stesso sito, accanto al deposito definitivo.
  Quanto alle strategie europee, questo è il campo della politica. L'Italia, come avete visto dai numeri, ha un volume di rifiuti radioattivi, 15.000 metri cubi, che non giustifica in nessuna maniera il deposito geologico. I francesi, che si stanno dotando del sito di Bure, nel dipartimento della Marna, stanno parlando di volumi più grandi.
  La direttiva europea ha recentemente aperto sulla possibilità dei depositi regionali. La realizzazione di questa opzione, che riteniamo possa essere auspicabile per il nostro Paese, dipende dalle istituzioni governative e politiche.
  Vorrei finire con i depositi della Casaccia. Non so bene a quali depositi facesse riferimento, forse a quelli di NUCLECO o anche ad alcuni depositi nostri, Pag. 14che visivamente hanno un impatto molto diverso da quelli del Garigliano e di Caorso e di Trino.
  Sono d'accordo, ma occorre dire che il dott. Troiani, che è stato presidente di NUCLECO per diversi anni, potrà solo confermare che comunque questi depositi, che sono temporanei e non definitivi, sono in condizioni di sicurezza. Tuttavia saranno sottoposti, come tutti gli altri, ad un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria, poiché non sussiste alcun problema di sicurezza.

  PRESIDENTE. Anche nelle condizioni di passaggio per controllare i fusti. Di quella situazione si accorge anche uno non esperto.

  RICCARDO CASALE, Amministratore delegato SOGIN. Sono perfettamente d'accordo che siano molto densi, al limite della capacità. Torniamo al tema del deposito: se non ci dotiamo dell'infrastruttura definitiva, non sappiamo più cosa fare di queste infrastrutture temporanee.
  Quanto ai ritardi e agli aumenti dei costi, la domanda andrebbe sviscerata con più tempo. Nella stessa relazione della Commissione precedente, per i ritardi sono enunciati tutti i vari piani. Addirittura, se ricordo bene, in un passaggio della prima legge del 1999 era previsto che il Deposito nazionale fosse in esercizio nel 2010, poi nel 2012, mentre ora siamo al 2014.
  Evidentemente, è molto lunga come analisi. C’è stato sicuramente un concorso di responsabilità. Ci sono stati anche degli orientamenti politici che sono cambiati nel tempo. C’è stata anche, a un certo punto, nel 2010, l'ipotesi del riavvio di una produzione nucleare sul suolo italiano, che poi è stata stoppata dal referendum del 2011.
  Voglio dire con molta trasparenza che, al di là delle sue responsabilità, SOGIN è la prima società al mondo che si è ritrovata a dover decommissionare gli impianti, quindi a svolgere una serie di attività, che lasciatemi dire in larga parte sono anche prototipali per certi versi. Si è trovata, quindi, anche a fare degli stop and go, in un certo senso, a compiere dei percorsi che si è poi verificato non essere praticabili sia tecnicamente sia per ragioni di sicurezza dell'ambiente e dei cittadini. Questi fattori sono stati scontati negli anni precedenti.
  Anche recentemente, abbiamo fatto una riprogrammazione, come è stato detto anche in recenti audizioni, di quelle attività delle quali ci assumiamo la responsabilità. Oggi ci assumiamo la responsabilità del piano che abbiamo varato. Mi permetto una battuta: non possiamo prenderci la responsabilità di pianificazioni fatte dall'amministrazione precedente, che erano, per usare un eufemismo, ma è riportato a pagina 57 del rapporto della Commissione, eccessivamente ottimistiche.
  Abbiamo fatto una riprogrammazione di dettaglio, un'analisi dettagliata, sostenibile, che prevede un percorso di crescita, che contiamo di tenere. Su questo piano, approvato dal consiglio d'amministrazione il 28 ottobre di quest'anno, che ha visto il coinvolgimento di tutto il consiglio d'amministrazione e di tutta la struttura aziendale, ci impegniamo.
  La prima delivery di questo piano sarà proprio la presentazione della mappa il 4 gennaio del prossimo anno e, successivamente, tutte le altre attività. Ora, abbiamo più di 110-111 task operative attive, quindi attività che stiamo svolgendo di dettaglio. Alcune presentano dei ritardi, perché le nostre attività sono complicate, mentre su altre siamo in anticipo. Per la lavorazione dei rifiuti, peraltro, si sono fatti molti passi in avanti.
  Concludo perché non voglio eludere neanche la sua domanda, Presidente. Anche in questo caso, la risposta non è banale. Nel momento in cui i tempi di un programma si allungano, evidentemente c’è un aumento di costi limitato a quel sito, dovuto alla necessità di continuare a mantenerlo in sicurezza passiva.
  Mi permetta di dare un ordine di grandezza dei costi per quantificare il ragionamento che stiamo facendo: l'ordine di grandezza varia, a seconda dei siti, tra i 5 e i 10 milioni per sito all'anno. Se, Pag. 15quindi, prendiamo un sito x, il cui mantenimento in sicurezza valga 5 milioni anno, se ha un ritardo di quattro anni, sono grosso modo 20 milioni.
  Va detto che fare una previsione dell'aumento dei costi a brown field o a green field, è un esercizio estremamente complesso.
  Comunque il registrato aumento delle attività di decommissioning riduce questi costi; a tal fine, ci stiamo adoperando per identificare e risolvere le problematiche ereditate causa del ritardo.
  Mi sembra di aver affrontato tutte le questioni.

  STEFANO VIGNAROLI. Relativamente all'intervento calamitoso, volevo sapere della condivisione con la cittadinanza del piano del 2009.

  RICCARDO CASALE, Amministratore delegato SOGIN. Stiamo rifacendo la valutazione del rischio idraulico e idrogeologico di Casaccia, se si riferisce a questo tipo di rischio. Se si riferisce ad altri tipi di rischio, mi riservo di risponderle perché ora non ho un flash su questa questione.

  PRESIDENTE. Direi che l'audizione è finita.
  Vi ricordo che domani alle 8.30 abbiamo l'Agenzia delle entrate, poi il comandante dei NOE del Veneto.
  Ringraziamo i nostri ospiti, le cui risposte credo siano state esaurienti. A parte il resoconto, per cui siamo comunque a posto, potete mandarci ulteriore documentazione. Se vi sarà necessità di qualche approfondimento, ve lo faremo sapere. Lo faremo dopo la visita che faremo all'estero e ci troveremo a visitare un paio di impianti.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 21.30.