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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

VI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Mercoledì 11 febbraio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Capezzone Daniele , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Viceministro dell'economia e delle finanze, Luigi Casero, sull'attuazione della delega per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita:
Capezzone Daniele , Presidente ... 3 
Casero Luigi (AP) , Viceministro dell'economia e delle finanze ... 3 
Capezzone Daniele , Presidente ... 4 
Casero Luigi (AP) , Viceministro dell'economia e delle finanze ... 4 
Capezzone Daniele , Presidente ... 5 
Casero Luigi (AP) , Viceministro dell'economia e delle finanze ... 5 
Capezzone Daniele , Presidente ... 5 
Paglia Giovanni (SEL)  ... 5 
Ruocco Carla (M5S)  ... 6 
Fregolent Silvia (PD)  ... 6 
Busin Filippo (LNA)  ... 7 
Palese Rocco (FI-PdL)  ... 7 
Villarosa Alessio Mattia (M5S)  ... 7 
Barbanti Sebastiano (Misto-AL)  ... 8 
Causi Marco (PD)  ... 8 
Capezzone Daniele , Presidente ... 9 
Casero Luigi (AP) , Viceministro dell'economia e delle finanze ... 9 
Capezzone Daniele , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DANIELE CAPEZZONE

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Viceministro dell'economia e delle finanze Luigi Casero, sull'attuazione della delega per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Viceministro dell'economia e delle finanze, Luigi Casero, sull'attuazione della delega per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
  Due settimane fa si è svolta la prima parte dell'audizione del Viceministro. In quell'occasione, non solo la presidenza, ma tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione, sulla base del calendario, avevano evidenziato la presenza di un rischio oggettivo – qualora fosse stata confermata la tempistica dell'approvazione dei decreti attutivi della delega fiscale anticipata da indiscrezioni giornalistiche – che si potesse arrivare a ridosso o, addirittura, oltre la scadenza del termine di esercizio della delega stessa.
  Si poneva, quindi, la questione della proroga del suddetto termine. Il Governo si è riservato di fornirci una risposta preliminare e, in qualche misura, pregiudiziale rispetto all'auspicabile ripresa del lavoro congiunto del comitato Camera-Senato per riprendere, come tutti speriamo, il metodo della consultazione preventiva prima del varo dei nuovi schemi di decreto legislativo.
  Il signor Viceministro aveva affermato che sarebbe occorso un tempo di riflessione e che poi il Governo sarebbe stato in grado di rispondere.
  Do la parola al Viceministro Casero.

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. La ringrazio, presidente. Il Governo innanzitutto riafferma la considerazione svolta nella prima parte di questa audizione sull'importanza e sulla priorità che l'attuazione di questa delega ha per il Paese. Ricordo che si tratta di una delega nata da un'iniziativa parlamentare, la quale ha visto, per la prima parte della sua attuazione, una grande partecipazione e un'interlocuzione molto proficua tra Commissioni parlamentari e Governo.
  Nel corso dell'esame degli schemi di decreto legislativo, le Commissioni hanno emesso dei pareri i quali sono stati recepiti, e si è arrivati, con una procedura molto utile, anche dal punto di vista della qualità e della produttività dei decreti stessi, a portare a compimento il percorso di approvazione dei primi decreti attuativi.
  Avendo l'obiettivo di realizzare quanto previsto nella legge delega cercando, al contempo, di mantenere lo spirito che ha contraddistinto l'approvazione della legge delega e dei primi decreti, viste le condizioni oggettive prospettate dal presidente, il Governo ritiene che sia indispensabile chiedere una proroga del termine di esercizio della delega. Pertanto, il Governo si Pag. 4impegnerà a presentare una proposta di proroga di sei mesi del termine per l'attuazione della delega.
  Riteniamo che questo possa essere il tempo necessario per arrivare alla definizione di tutti i provvedimenti attuativi della delega stessa. In questi sei mesi il Governo presenterà quindi una serie di schemi di decreto legislativo. Essi verranno presentati entro i primi tre mesi dalla scadenza, fissata per il 27 marzo, in modo tale da permettere il dibattito all'interno delle Commissioni parlamentari e la possibilità di rivedere questi schemi di decreto e di arrivare alla loro approvazione definitiva.
  Sapete, infatti, che il termine finale di attuazione della delega non è quello di presentazione alle Camere del primo schema di decreto legislativo, ma è quello di firma del Presidente della Repubblica sul decreto legislativo, quindi alla fine dell'intero percorso.
  Noi riteniamo che questo possa essere un percorso utile e produttivo per arrivare all'obiettivo che ci siamo posti e che io penso sia condiviso. Si tratta di attuare nel modo migliore possibile la delega cercando di tener fermo lo spirito e il contenuto della delega stessa.
  Pertanto, ritengo che si possa cominciare fin da domani ad affrontare nella cosiddetta Commissione «bicameralina», in modo preventivo, alcuni schemi di decreto che verranno portati all'approvazione del Consiglio dei ministri del 20 febbraio e che poi seguiranno il loro percorso nell'ambito delle Commissioni parlamentari. Potremo poi proseguire con questo metodo.
  Ritengo che definire questo arco di tempo, che ci permette di portare avanti tale percorso attraverso un dialogo parlamentare aperto e, allo stesso tempo, di fissare dei tempi certi di attuazione della delega, sia un aspetto molto importante.
  Ribadisco la necessità di realizzare, nell'ambito dei decreti legislativi attuativi, lo spirito e gli elementi contenuti nella legge delega. I decreti legislativi dovranno dunque essere conformi ai contenuti e ai principi e criteri direttivi inseriti nella legge delega stessa.
  Allo stesso tempo, cercheremo tendenzialmente di presentare i diversi provvedimenti in due scaglioni omogenei. Gli schemi di decreto legislativo che saranno approvati dal Consiglio dei ministri il 20 febbraio dovrebbero riguardare le imprese, le possibilità di sviluppo, la più ampia semplificazione possibile del quadro normativo relativo alle imprese e l'adozione di misure per attrarre capitali, attuando diverse modifiche del sistema tributario. Seguiranno provvedimenti che riguarderanno il contenzioso, l'accertamento e le sanzioni. Vorremmo cercare di dare un po’ di uniformità agli indirizzi presi all'interno del Consiglio dei ministri.
  Penso che si tratti di un percorso molto produttivo e che, lavorando nei prossimi giorni su questo, potremo arrivare alla presentazione dei primi schemi di decreto in tempo utile.

  PRESIDENTE. Viceministro, mi aiuti a comprendere. Mi pare si tratti di un ottimo metodo di lavoro: il Governo, quindi, si impegna a presentare una proposta di proroga del termine per l'attuazione della delega di sei mesi; ma in quale veicolo legislativo la presenterà ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. In merito, stiamo ancora effettuando delle valutazioni: potrebbe essere presentata nell'ambito del disegno di legge di conversione del decreto-legge relativo all'IMU agricola, attualmente all'esame del Senato.
  Si tratterà di una proroga di tre mesi più tre mesi, con l'impegno del Governo a presentare tutti gli schemi di decreto comunque entro tre mesi. Dobbiamo pertanto trovare il provvedimento migliore per poter disporre questa proroga, attenendoci a questo schema.
  Penso invece che i progetti di legge recanti proroga dei termini di delega, all'esame di questa Commissione, rischino, con gli attuali tempi di discussione di Assemblea, di non essere approvati entro il 27 marzo.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Sto per dare la parola ai colleghi, ma mi permetto di interloquire un istante col Viceministro, per fornire un elemento di chiarezza preliminare agli altri interventi.
  Abbiamo detto che si tratterà di un veicolo legislativo ancora da individuare. Ciò significa che, realisticamente, il 20 febbraio prossimo il Consiglio dei ministri approverà uno schema di decreto legislativo attuativo della delega in tema di internazionalizzazione delle imprese, un altro che riguarderà il catasto e un altro ancora in tema di fatturazione elettronica. È così ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Sì. Dovrebbe essere approvato anche – è in corso di definizione in queste ore – uno schema di decreto legislativo sul tema dei giochi.

  PRESIDENTE. Mi limito a esprimere la mia opinione, ma ho già visto segnalarsi i colleghi Paglia, Ruocco ed altri.
  Per ciò che mi riguarda, ricordo che tutti i gruppi, di maggioranza e di opposizione, hanno interloquito con il Governo, a difesa di un lavoro parlamentare, al di là del giudizio di merito che le diverse forze politiche esprimeranno sugli schemi di decreto legislativo. A me pare che l'impostazione di metodo prospettata dal Viceministro vada incontro alle preoccupazioni che la Commissione aveva espresso. Si tratta di valutazioni sul metodo che valgono sia per le forze politiche che sostengono il Governo sia per quelle di opposizione. In tal modo si eviterà, infatti, l'intasamento parlamentare, ossia l'impossibilità per le Commissioni di Camera e Senato di esaminare in modo adeguato i provvedimenti e, soprattutto, si eviterà il rischio, altrimenti certo, di cestinare tutto qualora il Governo non intendesse recepire integralmente i pareri resi dalla Commissione dopo trenta giorni. Dal punto di vista del metodo mi pare sia stato fatto quindi un passo in avanti significativo.
  Ci sono dunque, a questo punto, gli estremi per riprendere, fin da domani, l'esame approfondito delle questioni di merito. Ribadisco le mie grandi preoccupazioni sul merito dei provvedimenti attuativi – in base alle anticipazioni riportate sui giornali – sia sulla materia del catasto, sia sulle misure relative alle piccole e medie imprese, con riguardo a taluni aspetti legati alla fatturazione elettronica. Potremo peraltro più opportunamente riprendere la discussione su tali questioni di merito da domani in poi.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIOVANNI PAGLIA. Come avevo detto in occasione della prima parte dell'audizione del Viceministro, è noto che c’è un problema in relazione ad uno specifico schema di decreto legislativo. È evidente che la soluzione che sarà adottata per quel provvedimento influenzerà in modo decisivo l'atteggiamento politico che terremo su tutto il resto.
  Da alcune rassicurazioni che circolano sembra potersi desumere che, in tale ambito, ci dovrebbero essere dei cambiamenti significativi. Li valuteremo, spero, a partire da domani. Vedremo infatti, a partire da domani, che provvedimenti arriveranno alla cosiddetta «bicameralina» e di che cosa ci sarà dato modo di discutere.
  Accolgo con soddisfazione il fatto che ci sia una proroga, qualora siano eliminati i problemi reali, perché noi avremo veramente bisogno di disporre dei sessanta giorni previsti dalla legge delega per l'esame dei due gruppi di decreti legislativi. Non sarebbe nemmeno immaginabile discutere e affrontare seriamente i due gruppi di schemi di decreto legislativo con tempistiche diverse.
  Pongo ora due domande al Governo. La prima, da me formulata già nel corso della prima parte dell'audizione del Viceministro, è la seguente: a questo punto, non sarebbe più opportuno adottare le misure in tema di diritto penale e tributario in un provvedimento legislativo ordinario, anziché in un decreto legislativo ?
  Faccio la stessa considerazione con riferimento ai giochi: anche su tale tematica, non sarebbe più opportuno che il Governo Pag. 6adottasse un decreto-legge ? Avremo, altrimenti, un problema per quanto riguarda la discussione in ambito parlamentare. È già accaduto in precedenza: la tematica dei giochi non riguarda infatti solo la Commissione Finanze. C’è il rischio che sullo schema di decreto legislativo si crei un intasamento tra Commissione Finanze e Commissione Affari sociali, la quale chiederà sicuramente di esaminare congiuntamente tale schema di decreto e che ci sia una richiesta molto forte di modifica del testo. Rischiamo, quindi, di dover percorrere un iter per l'espressione dei pareri da parte delle Commissioni molto più articolato di quanto non sarebbe, invece, un dibattito condotto nell'ambito dell'esame dei decreti-legge.
  Suggerisco pertanto al Governo non di portare il tema dei giochi fuori dal contesto della legge delega – restando nel termine di esercizio della delega stessa – ma di trovare una via legislativa ad hoc, in modo tale che il tema possa essere affrontato in congiunta dalle Commissioni Affari sociali e Finanze e risolto in via definitiva.

  CARLA RUOCCO. Inizio dalla considerazione che, pur non avendo intenzione di essere polemici, il modo in cui il Governo ha gestito finora l'attuazione della delega fiscale non è certamente rassicurante per le opposizioni. Sappiamo benissimo della famosa «manina»; ancora si deve capire chi ha infilato strani articoli negli schemi di decreto legislativo.
  Chiaramente questa vicenda mina pesantemente la fiducia che il Parlamento ha nei confronti dei provvedimenti governativi che, grazie alla delega conferita al Governo, sono sottoposti alle Commissioni parlamentari solo per l'espressione di un parere su di essi.
  Come primo punto segnalo, quindi, che si è verificata una situazione gravemente critica, che ho richiamato, la quale ci ha profondamente allarmati. Noi siamo infatti molto scettici con riguardo al ricorso agli strumenti del decreto-legge e delle deleghe legislative; quando assistiamo al verificarsi di queste situazioni, diventiamo ancora più contrari a spogliare il Parlamento della pienezza dei suoi poteri legislativi.
  In secondo luogo, sapete quanto alacremente abbiamo lavorato per contribuire a migliorare il contenuto della delega fiscale. Ci siamo impegnati molto, come forza di opposizione. Peraltro, il fatto che noi abbiamo votato a favore di alcuni articoli della legge delega è stato strumentalizzato da alcuni esponenti del PD, i quali addirittura, con un volo pindarico, hanno affermato che l'articolo 8 della legge delega era il padre della «schifezza» compiuta con il provvedimento del Consiglio dei ministri sul 3 per cento. Immaginate come ci siamo rimasti: la nostra disponibilità a votare a favore della legge delega ci ha poi visti coinvolti in una vicenda che non ci appartiene affatto.
  Come terzo punto, pur non volendo paragonare la vita delle aziende con quella dello Stato, immaginate, tuttavia, un dirigente di azienda che, dopo un anno dall'affidamento di un incarico, vada dal suo superiore affermando: «Io ho realizzato solo il 15 per cento dell'incarico affidatomi, però, se mi dai altri tre mesi di tempo, raggiungo il 100 per cento».
  Chiaramente, comprenderete che tale atteggiamento genera quanto meno scetticismo da parte nostra, tanto più se consideriamo che, nel caso di specie, quel 15 per cento è consistito in misure le quali incidono nella materia più delicata, relativa al diritto penale tributario. La questione ci lascia quindi molto perplessi.

  SILVIA FREGOLENT. Ringrazio il Viceministro per la tempistica di attuazione della delega indicata nel suo intervento. Una tempistica certa era ciò che avevamo chiesto e su cui non avevamo avuto rassicurazioni nel corso della prima parte di questa audizione.
  Avevamo chiesto, inoltre, in maniera chiara, che, con gli schemi di decreto legislativo che il Governo si accinge ad approvare il 20 febbraio, non fossero affrontate troppe questioni, perché, come ricordava il presidente Capezzone, ciò non avrebbe consentito un'analisi adeguata e un lavoro proficuo. Come giustamente diceva Pag. 7il presidente, ognuno con la propria veste, di opposizione o di maggioranza, ha contribuito a questo lavoro: la delega fiscale è stata, obiettivamente, il frutto di un lavoro congiunto.
  Penso che il metodo annunciato qui oggi ci rassicuri su due aspetti: il primo è che il termine di delega verrà prorogato e che il Governo ha quindi la volontà di mantenere la delega stessa in vita. Al riguardo, ritengo che i sei mesi di proroga costituiscano un periodo di tempo non eccessivamente lungo per la conclusione del procedimento; il secondo aspetto riguarda il fatto che le forze politiche che lo vorranno, avranno modo di apportare, in maniera assolutamente proficua, modifiche e miglioramenti ai provvedimenti che ci saranno presentati dal Governo.
  Desidero pertanto sottolineare, a nome del gruppo del Partito Democratico, la nostra soddisfazione per il metodo che lei ci oggi ha indicato. Si tratta di materie importantissime, ognuna delle quali presenta un carattere specifico.
  Prima il collega Paglia citava il tema dei giochi: c’è un'attenzione forte su questa materia. Per quanto riguarda la riforma del catasto, inoltre, ricordo che l'ultima modifica del catasto risale al 1939 ed è quindi urgente che si proceda a modificarlo. Si tratterà certamente di una vera rivoluzione, proprio perché dal 1939 ad oggi non sono state mai apportate delle modifiche.
  Ringrazio quindi il Viceministro Casero per la sua puntuale informativa e per averci illustrato una metodologia di lavoro che, da domani in avanti, vedrà lavorare insieme tutte le forze politiche che vorranno adoperarsi per un'ottima realizzazione della delega.

  FILIPPO BUSIN. Ringrazio anch'io il Viceministro e concordo sia sulla necessità di una proroga, sia sul percorso da lui proposto per l'approvazione dei decreti legislativi attuativi.
  Approfitto della sua presenza per esprimere il mio rammarico per come è stato, invece, utilizzato lo schema di decreto legislativo sulla certezza del diritto, il quale, rappresentava, a mio parere, un intervento positivo nei contenuti, a parte la famosa soglia del 3 per cento, introdotta non si sa come e da quale «manina» il 24 dicembre dell'anno scorso.
  Mi rammarico che questo schema di decreto legislativo, di cui condividevo i contenuti, sia stato inserito nel percorso di un accordo, oscuro ai più in questo Parlamento, fra l'attuale premier Renzi e Silvio Berlusconi. Mi dispiace infatti che esso sia stato utilizzato – come peraltro avvenuto per altre iniziative di questo Governo – come merce di scambio risultando, quindi, svilito.
  Volevo chiedere anche che fine ha fatto tale provvedimento e quali intenzioni e tempistica il Governo preveda rispetto ad esso.

  ROCCO PALESE. Svolgo una semplice considerazione, perché può darsi che non abbia capito bene. Il Governo propone esclusivamente una semplice proroga di sei mesi ? Vista la complessità della materia, non sarebbe più prudente intervenire innanzitutto con un provvedimento legislativo ordinario e non con un decreto legislativo ? Avendo inoltre la prudenza – visto che si tratta di materia complessa la quale inevitabilmente avrà bisogno di qualche integrazione e precisazione – di lasciare la possibilità di eventuali correzioni, con decreto legislativo, nell'arco di un anno, se non di due ?
  Per quanto riguarda gli interventi in materia fiscale e tributaria, quando ci sono state riforme tanto complesse e radicali come questa, si è sempre data la possibilità di effettuare un successivo intervento integrativo o correttivo, seppur minimo, in un periodo congruo. Invito il Governo a valutare approfonditamente tale questione.
  In precedenza si è agito così: penso, ad esempio, al decreto legislativo n. 56 del 2000 e alla materia relativa alla finanza locale.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, proporrei di prorogare il termine per l'esercizio della delega fiscale alla Pag. 8diciottesima legislatura ! Visto che l'esame dei provvedimenti in materia è rinviato già nella sedicesima legislatura e ne proroghiamo la durata durante la diciassettesima !
  Quello su cui io mi vorrei concentrare e su cui vorrei far riflettere tutti è il clima di incertezza che lo strumento della legge delega, così gestito, rischia di creare per il mercato del lavoro e per le imprese, le quali non sanno come verranno modificati il sistema del catasto, la disciplina sull'abuso del diritto e il sistema di fatturazione elettronica. Si tratta di aspetti che potrebbero essere il fulcro di una decisione di investimento. Chiediamo tutti i giorni alle piccole e medie imprese di investire, ma le stiamo mantenendo nell'incertezza.
  Ancor più politicamente scorretto è «bloccare» la delega con un annuncio del Presidente del Consiglio che afferma che il 20 febbraio verranno presentati in Consiglio dei ministri gli schemi di decreto. Si è assistito a un balletto di accordi, contrasti e ricatti, perché ci sono persone, anche all'interno del Parlamento, che verranno favorite o sfavorite dal provvedimento che il Governo si accinge ad approvare.
  State obbligando il Parlamento a rinviare nuovamente il termine per l'esercizio della delega, che era stata votata anche dalle forze di opposizione le quali, dopo aver collaborato ai lavori parlamentari in materia, sono state palesemente prese in giro. Il Viceministro ha infatti chiaramente affermato che i decreti legislativi dovranno attuare quanto inserito all'interno della delega, ma ciò non è assolutamente avvenuto con il decreto legislativo attuativo dell'articolo 5, relativo all'abuso del diritto.
  Il MoVimento 5 Stelle si dichiara assolutamente contrario a una proroga del termine per l'esercizio della delega. Il 20 febbraio avete promesso la presentazione degli schemi di decreto legislativo almeno sull'abuso del diritto, così da chiarire che fine farà la norma sul 3 per cento, che risulta contenuta in vari punti dello stesso schema di decreto.
  Dichiaro, quindi, che il MoVimento 5 Stelle ha una posizione assolutamente contraria alla proroga del termine di esercizio della delega.

  SEBASTIANO BARBANTI. Per quanto riguarda la delega fiscale, a me pare che le opposizioni abbiano concesso alla maggioranza e al Governo un'ampia apertura di credito. Attualmente, volendo fare un rapido consuntivo, penso che siamo passati alla concessione di un credito ancora maggiore nei confronti della maggioranza, visto che i tempi sono stati sforati.
  Sostanzialmente in quest'ultimo anno si è andati a passo di lumaca, producendo ben poco, mentre adesso sembra che debba arrivare questa «tempesta normativa», quasi a volersi rifugiare in calcio d'angolo. C’è stato inoltre qualche scivolone, come già ricordato da altri colleghi in precedenza, come quello del 3 per cento.
  Da questo punto di vista mi sembra che ora la maggioranza e il Governo abbiano una doppia responsabilità anche nei confronti dei cittadini. In primo luogo, perché questo sforamento e questa richiesta di proroga del termine di delega ci inducono a porci delle domande sull'effettiva capacità di programmazione del Governo e della maggioranza.
  In secondo luogo, in virtù di questo allungamento del termine mi sembra – e chiedo la vostra opinione su questo punto – che quest’«ultimo miglio» di attuazione della delega debba essere compiuto nella più totale condivisione. Chiedo, quindi, che la maggioranza abbia un atteggiamento ancora più aperto, visto che in questo momento il suo «debito» cominci a salire molto. Vi chiedo la massima apertura nei confronti dell'opposizione affinché, dopo i tempi lunghi, lo sforamento e gli scivoloni avvenuti, si porti a compimento, con larghissimo consenso, l'ampio lavoro svolto da tutto l'arco costituzionale.

  MARCO CAUSI. Intervengo per ribadire, anche in seguito alle ultime parole dell'onorevole Barbanti, che è intenzione della maggioranza continuare a lavorare Pag. 9sui decreti attuativi della delega come abbiamo fatto in precedenza.
  Al riguardo, voglio ricordare che la legge delega è stata ampiamente discussa e riconosco l'apporto positivo nonché la fiducia che le opposizioni vi hanno riposto. Mi faccio carico anche dell'elemento di sfiducia che si è innestato per effetto di alcuni incidenti recentemente avvenuti e che riteniamo siano adesso superati. Sappiamo infatti che il Governo ha ammesso pubblicamente che il testo dello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri il 24 dicembre 2014 non andava bene e l'ha ritirato. Ha, quindi, ammesso un errore, cosa che normalmente non è facile avvenga.
  Mantengo quindi la piena apertura e la richiesta a tutte le forze politiche di questa Commissione di lavorare sui prossimi schemi di decreto così come si è lavorato sui precedenti. È un dato di fatto che tutti gli apporti costruttivi e tutti gli apporti di merito siano stati presi in considerazione dalla Commissione e dal Governo nei tre decreti legislativi già emanati. Disponendo adesso di un po’ più di tempo, credo ci siano le condizioni per portare in porto l'attuazione della delega.
  Voglio ricordare, infine, che i mesi da ottobre a dicembre, come spesso, e inevitabilmente, succede, sono stati fortemente caratterizzati dal lavoro sulla legge di stabilità per il 2015, sia da parte del Governo, sia da parte del Parlamento. Credo, peraltro che – con gli schemi di decreto legislativo del 20 febbraio prossimo e con i successivi che saranno presentati entro giugno e che potremo esaminare entro settembre – potremo felicemente portare a termine l'attuazione della delega.
  Ricordo infine all'onorevole Palese che nella legge delega è già previsto un termine di 18 mesi per gli eventuali interventi correttivi e integrativi.

  PRESIDENTE. Come esponente della minoranza, e a corredo delle dichiarazioni di tanti colleghi, vorrei dire che ritengo benvenuta la ripresa della consultazione preventiva, la quale rappresenta il più grande ombrello di garanzia, per le opposizioni e per la stessa maggioranza, affinché infortuni come quelli del 24 dicembre non si ripetano più.
  Do la parola al Viceministro Casero per la replica.

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Nel rispondere complessivamente a tutte le domande, vorrei ricordare innanzitutto come, già nel mio primo intervento, ho asserito che il Governo ha intenzione di riprendere lo spirito con cui è stata approvata la legge delega e che ha animato l'attuazione dei primi decreti, come affermava l'onorevole Causi.
  Ricordiamo che sui primi tre decreti legislativi che sono stati approvati c’è stato un ampio dibattito all'interno delle Commissioni e che i pareri sono stati recepiti dal Governo. Dopo il primo parere espresso dalle Commissioni, tali schemi di decreto sono stati nuovamente esaminati dalle Commissioni e, dopo l'espressione di un ulteriore parere parlamentare, i provvedimenti sono stati approvati in via definitiva dal Consiglio dei ministri, a conclusione dunque di un percorso legislativo piuttosto lungo.
  Riprendere questo spirito significa riprendere anche questa tempistica, abbastanza complessa, e la proroga della delega è legata anche a queste necessità. Anche voi, nel corso della mia audizione – sulla base di dati oggettivi esposti dal presidente in un suo intervento – avevate posto il problema di come fosse possibile che le Commissioni riuscissero ad approvare, all'esito di un dibattito parlamentare quantomeno minimo, i pareri sugli schemi di decreto legislativo.
  Noi riteniamo peraltro che il dibattito in Commissione non debba essere minimo, bensì debba essere ampio, tant’è vero che la richiesta di una proroga del termine di tre mesi più tre, ossia di tre mesi per la presentazione degli schemi di decreto legislativo del Governo e di sei mesi, quindi, per l'approvazione in via definitiva di tutti i provvedimenti, tiene conto della necessità di approvare queste norme entro l'anno.Pag. 10
  Ricordo che alcune norme avranno valenza anche negli anni successivi. Alcune, come quelle riguardanti la fatturazione elettronica, richiederanno una serie di interventi a step e una serie di investimenti sia infrastrutturali, sia di innovazione dei software, per l'attuazione del provvedimento e, quindi, entro l'anno avranno natura anche programmatica.
  Alla questione posta dall'onorevole Palese ha già risposto l'onorevole Causi: la delega stessa prevede un termine di 18 mesi per poter intervenire con integrazioni e correzioni in una fase successiva. Noi riteniamo che in questi sei mesi, lavorando appieno, si possa ottenere questo risultato. Saranno i fatti e i risultati ottenuti a dirci se tale termine sarà sufficiente. Noi riteniamo che lo sia e che si possa fare un buon lavoro.
  Ritengo quindi che la tempistica che ci siamo dati ci consenta di presentare dei provvedimenti omogenei il 20 febbraio, per poi continuare nella fase successiva. Questo metodo fa sì che il 20 febbraio ci si dedichi fondamentalmente allo sviluppo, alla concorrenzialità e all'attrattività del sistema fiscale italiano sia per le imprese italiane, sia per quelle straniere e che nella fase successiva si possano affrontare i temi dell'accertamento fiscale, delle sanzioni e del contenzioso.
  Daremo così omogeneità ai due gruppi di interventi. Questa impostazione ci permetterà anche di avere un tempo maggiore per dialogare sui diversi temi. Ricordiamo che, nella seconda fase, affronteremo questioni complesse, molto sentite sia all'interno del Parlamento sia nel Paese, per riuscire ad arrivare a un provvedimento che sia – come speriamo – il più possibile condiviso.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Viceministro e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.