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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Mercoledì 22 aprile 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Realacci Ermete , Presidente ... 3 

Audizione, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 2607  Braga recante «Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile», del Sottosegretario di Stato all'interno, Gianpiero Bocci (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Realacci Ermete , Presidente ... 3 
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato all'interno ... 3 
Realacci Ermete , Presidente ... 6 
Mariani Raffaella (PD)  ... 6 
Borghi Enrico (PD)  ... 6 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato all'interno ... 7 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Sottosegretario di Stato Gianpiero Bocci ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ERMETE REALACCI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Audizione nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 2607 Braga recante «Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile», del Sottosegretario di Stato all'interno, Gianpiero Bocci.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Sottosegretario di Stato all'interno, Gianpiero Bocci, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 2607 Braga recante «Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile».

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato all'interno. Desidero ringraziare, in apertura, il Presidente Realacci e la Commissione per l'opportunità, che oggi viene offerta al Ministero dell'Interno, di contribuire all'approfondimento di un tema importante e decisivo per il nostro Paese, per il quale il disegno di legge delega in discussione costituisce un passaggio fondamentale per fare chiarezza e per aggiornare l'insieme di regole della nostra Protezione civile.
  La posizione del Governo sull'iniziativa legislativa di riordino delle disposizioni in materia di sistema nazionale e di coordinamento della Protezione civile è stata già ben espressa dal sottosegretario, oggi Ministro, Delrio nella seduta del 5 aprile scorso di questa Commissione.
  Rispetto a quanto affermato in quella occasione, posso aggiungere che la condivisione del Governo trova un'ulteriore conferma nel Documento di Economia e Finanza e, in particolare, nel Programma Nazionale di Riforma, approvato dal Consiglio dei ministri del 10 aprile scorso, laddove si prevede il perseguimento, entro il 2015, dell'obiettivo di dotare il nostro ordinamento di un quadro chiaro in quanto a responsabilità e organizzazione della protezione civile, con l'approvazione del disegno di legge delega in discussione.
  D'altra parte, l'esigenza di avviare, in tempi brevi, un'auspicabile fase di riordino normativo si muove in linea sia con l'evoluzione dell'assetto istituzionale per effetto delle riforme costituzionali in itinere e, specificatamente, per il nuovo riparto delle competenze legislative tra Stato e regioni in materia, sia con le disposizioni della «legge Delrio» di revisione delle responsabilità di governo a livello locale.
  A conferma che si tratta di un tema unanimemente avvertito come strategico, informo che l'ANCI ha recentemente richiesto al Ministro dell'interno di dedicare una seduta straordinaria della Conferenza Unificata all'approfondimento delle competenze e del ruolo dei sindaci in tale ambito e che lo scorso 24 marzo si è svolta una prima riunione tecnica.Pag. 4
  È importante, voglio sottolinearlo, che vi sia questa forte volontà comune di ridelineare il sistema nazionale di protezione civile, a partire dai suoi consolidati punti di forza introdotti dal legislatore del 1992, che – anche questo è un dato unificante – presentano intatta la loro validità, primo fra tutti – come hanno giustamente ricordato nelle audizioni già tenute il Ministro Delrio e il prefetto Gabrielli, già capo della Protezione civile – il modello a geometria variabile, modello che garantisce grande flessibilità e adattabilità, salvaguardando l'indirizzo unitario di un sistema a cui partecipano molteplici attori pubblici e privati e valorizzando il ruolo e le responsabilità dei livelli territoriali di governo, come l'esperienza applicativa della legge n. 225 del 1992 ha dimostrato.
  Nel rispetto dell'impianto policentrico del nostro sistema nazionale della protezione civile, la proposta di legge può rappresentare una straordinaria occasione per rafforzare in maniera condivisa gli imprescindibili meccanismi di raccordo e coordinamento, quale declinazione dei princìpi costituzionali di leale collaborazione e sussidiarietà. Coerentemente con i recenti interventi di riforma della legge n. 225, ma anche con la riforma costituzionale appena approvata da questo ramo del Parlamento, che porta al superamento della legislazione concorrente e all'attribuzione della competenza legislativa esclusiva statale della materia sistema nazionale e coordinamento della protezione civile, l'affidamento al Presidente del Consiglio dei Ministri delle funzioni di indirizzo e coordinamento del servizio nazionale trova ulteriore riconoscimento e si presenta ancora più rafforzato.
  All'architettura istituzionale del sistema di protezione civile concorre da sempre l'amministrazione dell'Interno, con in prima fila il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Riguardo agli aspetti che coinvolgono tale componente fondamentale del servizio nazionale di protezione civile, non posso che rinviare alle considerazioni che svolgerà in questa stessa occasione il prefetto Musolino, capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile.
  Desidero solo aggiungere che il Governo proseguirà con convinzione a valorizzare il lavoro dei vigili del fuoco, per le potenzialità che essi continuano ad esprimere non solo sul piano operativo, ma anche su quello delle competenze tecniche e scientifiche. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che il Corpo nazionale si alimenta anche del contributo delle professionalità di circa 1300 ingegneri e architetti che, oltre a essere le figure dirigenziali del Corpo, rappresentano una preziosa risorsa per sviluppare al meglio le attività di previsione, prevenzione e superamento dell'emergenza, con una logica di crescita, anche culturale, della Protezione civile.
  Consentitemi, inoltre, quale spunto di riflessione e di approfondimento incentrato in particolare sulla governance del sistema di protezione civile a livello territoriale, di fare alcune brevi considerazioni. Su tale aspetto si erano concentrati, negli anni passati, profili di criticità relativi all'applicazione della normativa statale di settore e al rapporto tra questa e la concorrente legislazione regionale di dettaglio.
  Opportunamente, quindi, il decreto-legge n. 59 del 2012 è intervenuto su questo specifico aspetto, incidendo in modo sistematico lungo tre linee direttrici. Da un lato, sono stati rafforzati i compiti e i poteri spettanti al sindaco, prevedendo che a tale figura sia attribuita, in aggiunta al coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite, anche la funzione più generale di direzione dei servizi di emergenza sul territorio comunale che fanno capo allo stesso ente.
  A seguito di questo intervento, è stato chiesto espressamente dall'ANCI che, in corrispondenza dell'accrescimento delle funzioni, siano attribuite le necessarie risorse finanziarie aggiuntive.
  Dall'altro, è stata confermata in capo al Prefetto la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello provinciale. L'intervento è valso a conferire un maggiore Pag. 5tasso di certezza giuridica al quadro normativo, fugando i dubbi interpretativi che avevano caratterizzato il settore dopo l'emanazione del decreto legislativo n. 112 del 1998 in tema di decentramento di compiti amministrativi dallo Stato agli enti territoriali.
  Apro qui una breve parentesi. La riorganizzazione della rete delle articolazioni dello Stato sul territorio porterà a definire ambiti territoriali diversi da quelli attuali e, del resto, la «legge Delrio» prefigura un superamento delle circoscrizioni provinciali come ambito univoco di esercizi delle funzioni dello Stato. Vorrei comunque precisare che quelli della Protezione civile e del soccorso pubblico rimangono, all'interno di ogni nuovo mosaico che si vorrà immaginare, tasselli in cui non potrà mancare l'apporto fondamentale dello Stato, dai prefetti alle forze dell'ordine, in un quadro di coordinamento sinergico che valga ad assicurare al sistema di Protezione civile il mantenimento dei necessari livelli di efficienza, tempestività e prossimità al cittadino.
  Infine, il decreto-legge n. 59 del 2012 ha anche ridefinito il ruolo delle regioni. Già negli anni precedenti i presidenti delle giunte regionali avevano rivestito ruoli di primissimo piano nella gestione dell'emergenza ma in tali casi avevano agito come commissari nominati dal Presidente del Consiglio o, comunque, nell'ambito di una normativa non sempre chiara.
  Ora le funzioni e il ruolo delle regioni all'interno della catena territoriale di comando sono delineati in modo inequivoco e ad esse, inoltre, in base a una disposizione innovativa, è attribuita l'adozione del Piano regionale di Protezione civile, che può prevedere criteri e modalità di intervento da seguire in caso di emergenza.
  In sostanza, il legislatore ha designato un sistema territoriale di Protezione civile fondato su un modello tripolare – sindaci, prefetti e regioni – che si attiva secondo criteri di mobilitazione progressiva, a partire dal livello territoriale più vicino al cittadino, in applicazione del principio di sussidiarietà.
  La governance territoriale delineata dal Parlamento nel 2012 costituisce, a mio avviso, un impianto avanzato da cui è lecito attendersi risultati importanti, in linea con l'esigenza di sicurezza del Paese, per la tutela della pubblica incolumità e dell'integrità dei beni.
  Un affinamento del sistema è possibile e anzi è auspicabile, anche se ritengo che le scelte di fondo compiute tre anni fa, con il contributo determinante proprio di questa Commissione, siano state lungimiranti e dettate da un'esatta conoscenza dell'assetto dei pubblici poteri.
  Si tratta ora di coniugare sapientemente tali scelte sia con le misure di razionalizzazione della presenza dello Stato sul territorio, a cui ha fatto cenno la «legge Delrio» e lo stesso Ministro in occasione della sua audizione, sia rispetto alle funzioni delle province.
  La proposta di legge all'esame di questa Commissione potrebbe essere la sede idonea per valutare le eventuali esigenze di affinamento del sistema, a cominciare dai due ambiti sopra trattati: quello dei rapporti tra prefetti e regioni e quello della pianificazione provinciale dell'emergenza. Sul primo, ritengo che la strada da percorrere sia quella del potenziamento degli strumenti di natura pattizia e, in particolare, tra il presidente della giunta regionale e il prefetto del capoluogo di regione.
  L'altro versante da approfondire e potenziare è la collaborazione interistituzionale, attraverso nuovi modelli, anche organizzativi, più idonei alla gestione dell'emergenza nel territorio regionale.
  Quanto alla pianificazione provinciale dell'emergenza, evidenzio che da una rilevazione effettuata nel 2014 dagli uffici del Ministero dell'interno è emerso che, accanto ai casi nei quali i Piani sono stati o il risultato dell'esclusiva attività delle province (36 casi) o della collaborazione tra questa e la prefettura (28 casi), vi sono stati 39 casi in cui la prefettura ha provveduto ad adempiere agli strumenti in questione.
  È tuttavia indiscutibile che anche un compito fondamentale come quello della pianificazione debba trovare un'allocazione Pag. 6istituzionale precisa, che non solo soddisfi naturali esigenze di certezza del quadro regolatorio ma sia in grado di assicurare coerenza e armonizzazione con gli altri strumenti di pianificazione regionale e nazionale.
  Il Ministero dell'interno e tutte le sue articolazioni centrali e locali non rappresentano solo una competenza storica in materia di protezione civile: confermo qui la volontà di dare il nostro contributo per realizzare gli obiettivi che il Parlamento vorrà indicare attraverso la discussione.
  Naturalmente ho saltato alcune parti della relazione, che deposito integralmente.

  PRESIDENTE. Ovviamente la distribuiremo a tutti i colleghi, oltre ad autorizzarne la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'incontro (vedi allegato). Peraltro, il Sottosegretario ha fatto parte di questa Commissione, quando faceva riferimento al lavoro svolto. Se nel corso delle fasi successive dei nostri lavori volessero esserci ulteriori richieste o approfondimenti sarà possibile procedere.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  RAFFAELLA MARIANI. Intanto desidero ringraziare il Sottosegretario Bocci del contributo e riaffermare tutta la disponibilità della Commissione e mia, come relatrice, ad una collaborazione massima con il Ministero, anche nella definizione del testo unico della Protezione civile. Noi abbiamo tutti l'interesse che, soprattutto in situazioni di emergenza, le istituzioni dello Stato centrali e territoriali collaborino in maniera lineare, senza alcuna possibilità di equivoco.
  Il riferimento che lei ha fatto alla riorganizzazione della rete delle articolazioni territoriali dello Stato è sicuramente un punto da tenere presente. In questo senso, penso che nel prosieguo dei lavori dovremo anche confrontarci ed eventualmente trovare le forme esatte per aderire a un cambiamento che, naturalmente, quando è stata predisposta la proposta di legge non conoscevamo neanche nella sua definizione.
  Penso che chiarire fin dall'inizio quali articolazioni territoriali, come anche lei ha sottolineato, e quali responsabili per ciascun riferimento statale sono i livelli che si confrontano, sia l'elemento chiave per far funzionare al massimo una collaborazione.
  Non ci nascondiamo, come lei sottolineava, che in alcune situazioni l'articolazione dello Stato sostituisce completamente le responsabilità territoriali, laddove non si sono definiti piani, dove non si è fatta la pianificazione dell'emergenza, come invece dovrebbe essere. In questo senso è fondamentale l'apporto dello Stato e di questo siamo ben consapevoli.
  Penso, quindi, che potremo arrivare a una soluzione che possa rispondere a tutte queste esigenze.

  ENRICO BORGHI. Naturalmente ringrazio anch'io il Sottosegretario Bocci del contributo e delle osservazioni che ha voluto portare alla nostra attenzione.
  Un punto, in particolare, vorrei sottolineare, più come raccomandazione che come elemento di riflessione politica. Nel condividere l'impostazione che il Governo ha avviato sul tema della riorganizzazione delle prefetture e della presenza periferica dello Stato nelle sue varie articolazioni, attraverso il sistema delle prefetture, occorre costruire un meccanismo immaginato sulla base della funzionalità e non sulla base del risparmio in senso aritmetico-ragionieristico.
  Se costruiamo un meccanismo di questa natura, il risparmio diventa effettivo, perché il servizio viene portato ad efficienza. Se, invece, si costruisce un meccanismo immaginando sostanzialmente di ridurre la presenza dello Stato, il rischio è che poi si riducano anche i servizi sul territorio. Siccome il tema della Protezione civile riguarda territori che molto probabilmente, a seguito di questo processo di riordino, non conosceranno più una presenza strutturata, come nel passato, Pag. 7delle prefetture, occorre trovare un'articolazione che sia in grado di contemperare queste due esigenze.
  In questo senso, pensiamo che un approfondimento particolareggiato rispetto alle questioni che sono state tratteggiate sia un elemento da tenere in debita considerazione. Grazie.

  PRESIDENTE. L'orientamento – del resto, è evidente dal testo – è mantenere la Protezione civile come sistema. In questo sistema, il ruolo del Ministero dell'interno e dei vigili del fuoco è essenziale, ma è essenziale anche il coordinamento con gli altri soggetti.
  Del resto, il Sottosegretario viene da una delle esperienze sicuramente più positive di risposta a un evento drammatico come quello del terremoto fra Umbria e Marche, in cui il sistema alla fine ha funzionato bene, nel rapporto tra Stato, istituzioni e volontariato. Quindi, è per certi aspetti un modello di come questo sistema dovrebbe articolarsi e le finalità della legge della collega Braga, e credo anche degli altri disegni di legge che arriveranno, è rafforzare e stabilizzare questo sistema.
  Do la parola al Sottosegretario Bocci per la replica.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato all'interno. Nella mia relazione, che ho sintetizzato per questioni di tempo e troverete agli atti, ci sono tre parole che ritengo fondamentali, che sono dentro la natura dell'iniziativa che è stata ricordata dal presidente Realacci e dall'onorevole Mariani. Innanzitutto, si parte dalla necessità di fare proprio lo spirito e il principio, che anche la Corte costituzionale ha più volte ricordato, di leale collaborazione tra gli attori dello Stato. Quindi, si parte da questo presupposto, che è anche una risposta, credo, a una preoccupazione che il prefetto Gabrielli ha manifestato in questa Commissione in occasione della sua audizione.
  Ricordo che il prefetto Gabrielli ha esordito dicendo che c’è sostanzialmente un affievolimento della visione unitaria del sistema, aggiungendo, alla luce di questa considerazione, la necessità di rafforzare la funzione operativa del sistema. Due riflessioni che il prefetto Gabrielli ha voluto mettere insieme.
  Nella mia relazione c’è un tentativo di fare un salto in avanti, laddove parlo di una chiave di svolta che può essere quella di investire di più sulla natura pattizia. La natura pattizia è un modo di rispondere a quella domanda che il prefetto Gabrielli poneva quando parlava di affievolimento della visione unitaria.
  La seconda riflessione – oggi la richiamo soltanto velocemente – sta dentro le preoccupazioni che sono state manifestate dall'onorevole Borghi, che si riferiva alla riorganizzazione dello Stato sul territorio, quindi alla legge n. 121, che sostanzialmente lega soccorso e sicurezza dentro contenitori abbastanza omogenei. Io ho parlato, in un passaggio della mia relazione, della possibilità di ricercare un ambito che è quello del prefetto capoluogo di regione. Quel riferimento non è fatto a caso, ma va incontro ad alcune riflessioni che ho ascoltato anche negli interventi dei colleghi di questa Commissione.
  C’è un altro tema del quale bisognerà parlare, perché è un tema che si differenzia dal resto. Parlo delle maxiemergenze, che hanno bisogno, a mio parere, di una disciplina che non è sempre la stessa.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario Bocci e dichiaro.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.30.

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ALLEGATO

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