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XVII Legislatura

Commissioni Riunite (IV Camera e 4a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 16 di Giovedì 25 giugno 2015
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vito Elio , Presidente ... 3 

Sulla partecipazione dell'Italia all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centro Meridionale (EUNAVFOR MED) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Vito Elio , Presidente ... 3 
Rossi Domenico (PI-CD) , Sottosegretario di Stato per la difesa ... 4 
Vito Elio , Presidente ... 9 
Artini Massimo (Misto-AL)  ... 10 
Vito Elio , Presidente ... 10 
Artini Massimo (Misto-AL)  ... 10 
Romani Paolo  ... 11 
Duranti Donatella (SEL)  ... 14 
Marcolin Marco (LNA)  ... 16 
Vattuone Vito  ... 17 
Vito Elio , Presidente ... 18 
Rossi Domenico (PI-CD) , Sottosegretario di Stato per la difesa ... 18 
Gasparri Maurizio  ... 22 
Rossi Domenico (PI-CD) , Sottosegretario di Stato per la difesa ... 23 
Marcolin Marco (LNA)  ... 23 
Scanu Gian Piero (PD)  ... 23 
Rossi Domenico (PI-CD) , Sottosegretario di Stato per la difesa ... 26 
Vito Elio , Presidente ... 27

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA IV COMMISSIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ELIO VITO

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la trasmissione diretta sulla web-tv del sito internet della Camera dei deputati.

Sulla partecipazione dell'Italia all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centro Meridionale (EUNAVFORMED) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno delle Commissioni riunite difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica reca le comunicazioni del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centro Meridionale (EUNAVFORMED).
  Saluto e do il benvenuto al vicepresidente della Commissione difesa del Senato, senatore Riccardo Conti, a tutti i colleghi presenti ed al Sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Domenico Rossi.
  La seduta odierna si è resa necessaria perché nella serata di ieri il Ministro Pinotti, che si trova all'estero, ha comunicato la volontà del Governo, condivisa dalla presidenza della Commissione difesa, di rendere comunicazioni in merito alla partecipazione dell'Italia all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo.Pag. 4
  Quella di oggi è solo una prima comunicazione. Infatti – nell'ambito dei tradizionali appuntamenti che le nostre Commissioni, insieme alle Commissioni esteri, hanno sui temi delle missioni internazionali – il Ministro Pinotti e gli altri Ministri si sono resi disponibili a proseguire il confronto. Era importante però che questa comunicazione avvenisse con puntualità.
  Nel salutarlo e nel dargli nuovamente il nostro benvenuto, do la parola al Sottosegretario di Stato per la difesa, Domenico Rossi.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, colleghi, credo che sia nota a tutti la situazione di crisi nell'area del Mediterraneo centrale, causata dal perdurante conflitto interno in Libia e dal conseguente collasso del sistema statuale, con la sostanziale perdita del controllo, da parte delle autorità internazionalmente riconosciute, di buona parte del territorio nazionale.
  Fra le molteplici conseguenze di questo stato di crisi dobbiamo annoverare certamente la crescita esponenziale del flusso migratorio che, attraverso la Libia, giunge sulla costa e via mare tenta di raggiungere i Paesi dell'Unione europea – l'Italia in particolare – per proseguire poi verso altri Paesi dell'Unione.
  Questo accresciuto flusso migratorio è facilitato e soprattutto sfruttato economicamente da trafficanti senza scrupoli, i quali lucrano su ogni essere umano che tenti di intraprendere questo viaggio, costringendolo per di più a sopportare gravissimi rischi per la propria vita, a causa della estrema fragilità e inaffidabilità dei natanti utilizzati per questi tentativi di attraversamento del Mediterraneo.
  Come è noto a tutti, la conseguenza di questo stato di cose è il ripetersi di naufragi molto spesso drammatici, con la morte di centinaia o più probabilmente di migliaia di migranti, Pag. 5spesso a poche miglia marine dal momento della loro partenza dalla Libia.
  L'Italia ha predisposto da tempo, come è noto, un articolato dispositivo di ricerca e soccorso in mare, attraverso il quale ha potuto provvedere al salvataggio di migliaia di naufraghi o di migranti imbarcati su natanti le cui caratteristiche di insicurezza davano la pratica certezza di un successivo naufragio.
  Solo per citare i dati relativi alla corrente operazione Mare sicuro, avviata lo scorso 12 marzo, dal momento del suo avvio fino alla fine del mese di maggio gli assetti navali messi a disposizione dalle Forze armate e dai corpi armati dello Stato nonché le navi civili intervenute in casi di emergenza hanno provveduto a salvare oltre 30.000 esseri umani in imminente pericolo di vita.
  Il Governo, anche sulla base del forte indirizzo espresso in più occasioni dal Parlamento, si è costantemente adoperato affinché l'Unione europea acquisisse finalmente una piena consapevolezza della particolare situazione di crisi esistente in questa regione. Si è così giunti in un primo momento a deliberare il rafforzamento dell'azione dell'agenzia Frontex, con il noto incremento dell'attività dell'operazione Triton.
  Successivamente, su proposta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Consiglio europeo ha ribadito, il 20 aprile scorso, il forte impegno ad agire al fine di evitare tragedie umane derivanti dal traffico di esseri umani attraverso il Mediterraneo. Eravamo nei giorni successivi alla nota tragedia di circa mille migranti.
  Il 18 maggio il Consiglio europeo ha definito il quadro generale di un'operazione di gestione militare della crisi che – cito dalla risoluzione – «contribuisce a smantellare il modello di business delle reti del traffico e della tratta di esseri Pag. 6umani nel Mediterraneo centro-meridionale»; un'operazione denominata EUNAVFORMED, realizzata adottando misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dagli scafisti o dai trafficanti, in conformità al diritto internazionale applicabile, incluse UNCLOS (United Nations Convention of the Law of the Sea) e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
  Il 22 giugno il Consiglio affari esteri dell'Unione europea ha definitivamente approvato i dettagli dall'operazione. Si tratta di una missione complessa e articolata, che vedrà operare insieme più Paesi europei, e il cui comando operativo è stato affidato a un ammiraglio italiano, l'Ammiraglio di divisione Enrico Credendino. In sostanza, all'Italia è stato affidato il ruolo di laed nation.
  L'ammiraglio Credendino opererà dal quartier generale del Comando operativo di vertice interforze (COI) di Roma Centocelle, che è stato messo dall'Italia a disposizione dell'Unione europea per svolgere le funzioni di quartier generale operativo della missione europea.
  EUNAVFORMED si articolerà in tre differenti fasi operative. La prima fase prevede che il dispositivo navale europeo operi in alto mare e focalizzi la sua attività verso l'individuazione e il monitoraggio delle reti di trafficanti e scafisti attraverso la raccolta informativa e il pattugliamento dell'area di operazione. Questa prima fase prenderà avvio sabato 27 giugno. Vi prenderanno parte nave Cavour come unità ammiraglia del dispositivo, due unità navali tedesche e una unità inglese.
  Completata la fase di acquisizione di informazioni, la missione EUNAVFORMED prevede una seconda fase con un incremento della pressione su scafisti e trafficanti mediante Pag. 7visite, abbordaggi, perquisizioni e sequestri in acque internazionali o, qualora richiesto dalle Nazioni Unite o dal Governo dello Stato costiero interessato, anche all'interno delle acque territoriali.
  In funzione dell'evolvere della situazione e in caso di ulteriori specifiche risoluzioni delle Nazioni Unite o in caso di consenso dello Stato interessato, potrà seguire una terza fase al fine di contrastare in maniera sempre più efficace l'attività dei trafficanti di esseri umani, con l'eventuale distruzione dei mezzi impiegati per il trasporto dei migranti anche nel territorio dello Stato interessato.
  Presidente, colleghi, la decisione che è stata adottata in sede europea il 22 giugno scorso, ovvero l'approvazione dell'operazione da parte del Consiglio affari esteri dell'Unione europea, risponde finalmente alla richiesta più e più volte espressa dal Parlamento e dal Governo italiani per un reale e incisivo coinvolgimento dell'Europa nella situazione di crisi in atto nel Mediterraneo centrale.
  Sulla base della pianificazione condotta a livello europeo, ciascun Paese ha infatti reso disponibili una serie di capacità militari, in modo da poter completare quel catalogo delle capacità che si rendono necessarie per una simile operazione.
  L'Italia intende contribuire mettendo a disposizione, come ho detto, il quartier generale operativo presso il Comando operativo interforze a Centocelle e la portaerei Cavour con alcuni aeromobili imbarcati, che verrà supportata, su base di contingenza, da un dispositivo aeronavale composto da un sommergibile, due velivoli a pilotaggio remoto, supporti sanitari imbarcati e a terra e risorse logistiche nelle basi di Augusta, Sigonella e Pantelleria.
  Finalmente possiamo dire di non essere soli. Ben quattordici nazioni europee – oltre all'Italia, anche Regno Unito, Pag. 8Germania, Francia, Spagna, Slovenia, Grecia, Lussemburgo, Belgio, Finlandia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi e Svezia – hanno già manifestato la loro volontà di contribuire al dispositivo navale, che sarà comandato a bordo della Cavour dal Contrammiraglio Andrea Gueglio.
  Oltre alle citate Germania e Inghilterra, che renderanno disponibili rispettivamente due e una unità navali, nelle prossime settimane si uniranno all'operazione EUNAVFORMED una nave belga e una slovena. La Grecia metterà a disposizione la base logistica di Suda e un sommergibile, mentre Francia e Spagna impiegheranno un velivolo da pattugliamento marittimo. Altre nazioni forniranno un'aliquota di personale per rinforzare lo staff di comando a terra e a bordo di nave Cavour.
  La missione ha una durata di dodici mesi dopo aver raggiunto la piena capacità operativa. I costi comuni dell'operazione sono gestiti mediante il meccanismo Athena di ripartizione della spesa dell'Unione europea. Per l'operatività degli assetti nazionali sopra descritti è invece prevista una spesa di 5 milioni di euro una tantum per l'approntamento dei comandi e dei mezzi impiegati e di 9,5 milioni di euro al mese per l'operatività degli assetti per la fase 1, per una partecipazione media di 1.100 unità di personale.
  Le determinazioni adottate in ambito europeo sono relative solo alla prima fase sopra descritta, pertanto, la comunicazione odierna si riferisce solo a questa prima fase. Evidentemente, con riferimento a quanto già indicato dal Presidente Vito, nell'ambito delle successive audizioni dei Ministri interessati potranno essere fornite, se già note, eventuali comunicazioni sulla seconda e terza fase.
  Le fasi ulteriori della missione europea seguiranno a successive deliberazioni europee e pertanto il Governo tornerà Pag. 9a informare tempestivamente il Parlamento nel momento in cui le stesse venissero deliberate. Chiarisco anche che il dispositivo multinazionale a guida europea si affiancherà, senza sostituirlo, al dispositivo nazionale di Mare sicuro, che ha altri scopi, in quanto continuerà a svolgere la sua funzione sotto la catena di comando nazionale, e che include la sorveglianza e protezione degli interessi dei cittadini nazionali che operano in prossimità delle coste libiche, la protezione dei mezzi nazionali intenti a operare in attività di ricerca e soccorso da possibili azioni di organizzazioni criminali e la deterrenza e il contrasto nei confronti di organizzazioni criminali dedite ai traffici illeciti in alto mare.
  Lo stesso dicasi per l'operazione Triton, la quale ha compiti differenti e ricade, come è noto, sotto la responsabilità dell'agenzia europea Frontex.

  PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario, per la completezza e la puntualità delle comunicazioni.
  Come dicevo in apertura, poiché l'avvio di questa operazione è previsto già da sabato prossimo, era necessario che il Governo informasse tempestivamente il Parlamento, questo senza pregiudizio di successive e ulteriori occasioni di incontro e di dibattito.
  Con l'occasione voglio anche esprimere la soddisfazione per il fatto che il comando sia stato affidato al nostro COI e trasmettere, attraverso di lei, i migliori auguri di buon lavoro all'Ammiraglio Credendino e a tutto il personale che sarà impegnato in questa importante missione.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

Pag. 10

  MASSIMO ARTINI. Ringrazio il Sottosegretario per la tempestiva comunicazione e mi rammarico che non ci sia il Ministro.

  PRESIDENTE. Ho detto prima che il Ministro è impegnato all'estero.

  MASSIMO ARTINI. Sì, ho sentito.
  Vorrei porre alcune domande al Sottosegretario, anzitutto in merito ai dispositivi navali delle altre nazioni. Pochi giorni fa una delegazione della Commissione difesa della Camera si è recata in visita al Comando generale della Guardia costiera e ha constatato che già erano presenti navi tedesche, inglesi, irlandesi, belghe e, in avvicinamento, alcune navi greche. Probabilmente erano in preparazione di questa missione e non solamente a supporto delle attività di ricerca e soccorso (SAR). Mi domando se queste imbarcazioni, dal punto di vista delle regole di ingaggio, abbiano esclusivamente l'obiettivo di fare intelligence oppure ne abbiano anche altri obiettivi.
  A giudicare dal numero di Paesi disponibili, seppur a rotazione, dal numero di mezzi già presenti e dalla loro tipologia mi pongo questa domanda. Inoltre, nave Cavour indubbiamente non potrà essere utilizzata per operazioni SAR perché è troppa grande e anche con mare non molto agitato è pericolosa per le altre imbarcazioni. Mi domando, quindi, quale sia effettivamente l'obiettivo, se di intelligence o di altro tipo. La richiesta è capire in quale ambito agirà questo contingente europeo.
  Da un punto di vista procedurale, invece, mi chiedo perché anche questa volta si sia dato avvio ad una missione senza attivare gli articoli del Trattato di Lisbona che si riguardano la cooperazione strutturata e permanente (articoli 42-46). Questa missione sarebbe potuta iniziare, visto che c'erano sia Pag. 11le ragioni sia la possibilità e considerata anche l'ampia partecipazione di Paesi – le navi francesi, se non sbaglio, sono sotto Triton e quindi partecipano quasi tutti i Paesi europei –, attivando quegli strumenti e dando, come Italia, un primo impulso. Ieri il Parlamento ha approvato le conclusioni di Riga in merito all'introduzione e all'uso di questi articoli. Mi chiedo, quindi, perché non utilizzarli anche in questo caso.
  Inoltre, siccome la missione è già operativa, certamente arriverà un decreto che ne autorizza il finanziamento. Al riguardo, spero che al Senato – lo dico ai colleghi senatori – il percorso della legge quadro sia breve e che il provvedimento possa presto diventare definito.
  Da ultimo, segnalo che due dispositivi danno maggiormente l'idea dell'uso a fini di intelligence. Mi riferisco ai sottomarini e agli aeromobili a pilotaggio remoto (APR). Vorrei sapere se la capacità APR è fornita solamente dall'Italia. A quanto ho capito la Grecia fornirà una capacità analoga, ma dal punto di vista dei sottomarini.
  Vorrei sapere anche questo sempre in relazione alla domanda sul tipo di impiego dei mezzi.

  PAOLO ROMANI. Vorremmo qualche particolare in più dal Sottosegretario.
  Dalla parte finale della sua relazione, infatti, sembra di capire che siano tre i mandati in corso: questo nuovo di EUNAVFORMED e poi Triton e Mare sicuro, che vengono mantenuti. Mi sembra che l'integrazione sia particolarmente complessa nel senso che sono tre comandi diversi, anche se l'Italia è presente in tutti e tre. Noi siamo presenti con l'unità maggiore, nave Cavour, che va benissimo come nave di comando e di controllo, ma va molto peggio nell'accostamento ai barconi e in tutta l'attività prevista nella fase 3.Pag. 12
  Inoltre, non riesco bene a capire se l’intelligence riguardi tutto il bacino del Mediterraneo. C’è un problema italiano, ma c’è anche un problema greco. I 50.000 migranti italiani corrispondono ai 48.000 migranti greci. C’è un problema di partenze dalle coste libiche che riguarda un arco geografico molto ampio. Penso e immagino, quindi, che sia l'attività di intelligence sia l'attività di intercettazione riguardino un'area ben più vasta rispetto a quella a cui noi siamo abituati, visto che sono in gioco navi di tutte le nazioni europee.
  L'attività di intelligence è particolarmente complessa. Voi sapete che in tutti i teatri in cui le forze italiane si son trovate a operare abbiamo sempre avuto una forte dicotomia con l’intelligence autentica, ossia quella garantita dagli americani, dagli inglesi e da tutto quel sistema che possiamo chiamare anglosassone, al quale non è stato consentito l'accesso di altre nazioni e che è il più perfezionato.
  Vorrei capire se, almeno in questo caso, questo accesso sarà garantito e se ci sarà un'integrazione internazionale leggermente o molto superiore rispetto a quella a cui siamo abituati. Le dicotomie a questo livello sono sempre state eccessive e non hanno mai garantito l'efficienza della prima fase di monitoraggio che viene immediatamente attivata. La pregherei pertanto di essere un po’ più preciso perché mi sembra che ci abbia relazionato in modo abbastanza superficiale.
  Il terzo punto dell'operazione EUNAVFORMED corrisponde all'articolo 42 del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, mentre i primi due punti corrispondono all'articolo 41. L'articolo 42 si può attivare – ne ha fatto velocemente cenno – solo se c’è una risoluzione delle Nazioni Unite. Io, quindi, non riesco a capire se questa operazione resterà ferma fino al momento in cui il Consiglio di sicurezza approvi una risoluzione, che oggi sembra essere ancora a livello di bozza.Pag. 13
  Da quello che ho capito, in sede di Consiglio di sicurezza la Russia e la Cina, che sono membri permanenti, qualche problematica e incertezza la rappresentano a proposito di questa bozza. L'incertezza riguarda il fatto che ci sia accesso automatico senza il beneplacito di un governo.
  Lei nella relazione ha fatto accenno a un governo senza specificare quale. Non ho capito se si riferisse al Governo di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, o a quello di Tripoli, che teoricamente controlla una linea costiera ben superiore rispetto a Tobruk. È un altro problema che mi sembra irrisolto perché la risoluzione delle Nazioni Unite – purtroppo per noi – farà un accenno al consenso di un governo libico e probabilmente non definirà quale. Anche su questi automatismi, che lei dà per scontati, mi sembra che ci sia qualche problema supplementare.
  Complessivamente, Sottosegretario, la sensazione che abbiamo è la seguente. Abbiamo assistito a una entusiastica adesione dell'Italia a un fallimento totale che si chiamava Triton. Siamo ben contenti che questa nuova iniziativa internazionale abbia un'evoluzione più favorevole per il nostro Paese, ma ancora mi sembra che sia irrisolto il punto più importante, cioè l'intercettazione delle barche quando sono vuote.
  Intercettare le barche quando sono vuote vuol dire andarle a colpire direttamente sul territorio libico. Mi pare che l'assetto italiano comprenda una grande nave maggiore come la Cavour, ma lei non ha detto o forse non ha voluto dire – e posso capire la riservatezza – se su nave Cavour o su altre navi saranno presenti corpi speciali italiani o internazionali. Qualcuno che faccia questo mestiere ci vuole, immagino. Ci vogliono corpi che noi abbiamo e che probabilmente vanno messi in assetto.Pag. 14
  Ribadisco che comprendo la riservatezza, ma vorrei capire se stiamo raccontando agli italiani l'ennesima favola e cioè che andiamo a colpire le barche sulle coste libiche, stacchiamo gli alberi motore e li rendiamo inservibili e facciamo qualche buco sotto la linea di galleggiamento così da impedire l'imbarco. Qualche chiarezza in più su questo punto mi pare necessaria, visto che ormai se ne sta parlando. Ribadisco che l'articolo 42 della Carta delle Nazioni Unite dice con chiarezza quale tipo di intervento militare vada compiuto.
  Le chiedo di spiegarci meglio quale strumento militare utilizziamo per fare tutto questo.

  DONATELLA DURANTI. Anch'io ringrazio il Sottosegretario Rossi per essere qui questa mattina e per aver voluto svolgere le comunicazioni su questa nuova missione che l'Italia ha deliberato a seguito delle decisioni assunte dal Consiglio europeo.
  Voglio innanzitutto stigmatizzare il comportamento del Presidente del Consiglio Renzi, che ieri è venuto in Aula alla Camera per rendere le sue comunicazioni sul Consiglio europeo che si svolgerà tra oggi e domani, nel corso del quale si discuterà anche di questo tema, senza tuttavia fare alcun accenno alla missione EUNAVFORMED di cui stiamo parlando oggi.
  Penso che quella di ieri sarebbe stata l'occasione giusta. Soprattutto avrebbe consentito all'Assemblea e non a una singola Commissione, seppure congiuntamente con il Senato, di ricevere comunicazioni. Come si vede dal numero di colleghi e colleghe presenti oggi, aver convocato questa seduta all'ultimo momento ha determinato una scarsa partecipazione. Ieri invece ci aspettavamo che il Presidente del Consiglio fornisse informazioni e ci dicesse a che punto siamo e in quale prospettiva stanno lavorando il nostro Paese e l'Europa.Pag. 15
  Non ripeto quanto già detto, ma anche io sono interessata in particolare alla richiesta fatta dal collega Artini con riferimento alle regole di ingaggio e al tema che riguarda la risoluzione e l'intervento dell'ONU per il via libera a questa missione.
  Il Sottosegretario Rossi ha fornito alcune cifre. Dalle notizie di stampa abbiamo appreso che complessivamente l'operazione costerà oltre 11 miliardi di euro e il mandato avrà la durata di un anno. Intanto vorrei capire meglio quali sono i costi dell'operazione. Lo dico soprattutto in riferimento al fatto che spesso ci è stato detto che l'operazione Mare Nostrum non si poteva mantenere perché era molto costosa e perché l'Europa non collaborava e non contribuiva ai costi. Tuttavia, mi pare che i costi oggi siano molto superiori.
  Per questo le chiedo di capire meglio quanto costa l'operazione e quanto durerà il mandato. Si è parlato di un anno, ma quanto durerà la prima fase, che, se non abbiamo capito male, riguarderà operazioni di intelligence ?
  Io sono molto preoccupata per l'evoluzione dei negoziati di Bernardino Leon in quell'area del Mediterraneo e in particolare in Libia. Mentre Bernardino Leon continua nello sforzo di mettere insieme le parti e trovare un accordo in Libia, improvvisamente arriva questa accelerazione. Le chiedo, quindi, se il Governo si sia posto il problema e se non pensi che la decisione di avviare questa missione possa ostacolare i negoziati determinando uno stallo, posto anche che le parti in causa hanno protestato in riferimento all'operazione EUNAVFORMED.
  Personalmente voglio capire meglio, ma dico già che mi sembra ci sia stata una forzatura della politica di difesa e di sicurezza europea nel senso di una chiusura dei confini dell'Europa. Questa missione – che temo avrà come unico Pag. 16scopo, da un lato, quello di costringere i migranti a cercare strade più pericolose per arrivare in Europa e, dall'altro, a rimanere sul territorio libico dove sappiamo non sono garantiti i diritti umani – avviata in modo così deciso e con la previsione delle tre fasi, potrebbe compromettere anziché migliorare la situazione.
  Credo che si tratti di una militarizzazione del Mediterraneo e non altro. Diversamente, non si capisce perché si parli di una terza fase nella quale è previsto che si possa arrivare sulle coste libiche. In questo momento do un giudizio assolutamente negativo. Sono molto preoccupata per questa decisione, ma anch'io, come i colleghi che mi hanno preceduto, vorrei avere maggiori delucidazioni perché oggi e domani si discuterà e sì arriverà probabilmente a decisioni ulteriori.
  Il nostro Parlamento, come al solito, è al palo. È informato all'ultimo momento e non è stata coinvolta l'intera Assemblea, cosa che io considero grave.

  MARCO MARCOLIN. Ringrazio il Sottosegretario per la relazione.
  Anche per noi è rilevante avere notizie sul mandato e sulle regole di ingaggio. Il Presidente del Consiglio Renzi discuterà, forse, anche di questo fra oggi e domani. Finalmente tutti si sono accorti dell'emergenza nel Mediterraneo, che forse è il teatro più importante degli ultimi tempi per quanto riguarda lo scenario politico internazionale.
  Soprattutto vorrei capire perché una presenza della Marina così importante, tanto da giustificare l'invio di una portaerei nel Mediterraneo. A meno che non ci siano finalità diverse, con le basi che abbiamo in Sicilia e non solo potremmo tranquillamente coprire tutto il Mediterraneo sia con gli aeromobili a pilotaggio remoto sia con i velivoli normali. Con il rifornimento in aria credo che una portaerei non abbia Pag. 17senso, se non per trasportare squadre speciali, come poc'anzi ha detto il collega senatore Romani, da utilizzare per azioni in Libia.
  Credo che sarebbe invece necessario stabilizzare la situazione a terra in quella fascia del Nord Africa dove le partenze sono regolate da persone poco inclini al rispetto dei diritti delle persone che scappano da guerre o vogliono emigrare per trovare migliori condizioni di vita.

  VITO VATTUONE. Diversamente da molti colleghi che sono intervenuti prima di me, ritengo che la decisione di avviare questa nuova missione sia un fatto positivo.
  Con riferimento all'Assemblea ed alla Commissione difesa del Senato abbiamo auspicato e invocato con forza l'intervento dell'Europa, chiedendo che nell'agenda delle priorità europee rientrasse anche il Mediterraneo. Al di là dei tecnicismi e delle questioni legate alla pianificazione di questa operazione, si tratta di un'operazione multilaterale, a cui hanno aderito o hanno manifestato la volontà di partecipare addirittura quattordici Paesi.
  Credo, quindi, che dobbiamo in premessa esprimere un giudizio positivo perché per la prima volta l'Europa si fa concretamente carico di un'operazione che interessa il Mediterraneo e in particolare l'Italia, ed è tra l'altro guidata da un ammiraglio italiano. Non entro nelle fasi. Come primo passo è certamente positivo e credo che nell'interesse del Paese e nell'interesse generale non possano esserci divisioni sul punto.
  Parliamo della prima fase e, se ho ben capito le parole del Sottosegretario, ve ne saranno altre due. È chiaro che non si può intervenire in acque internazionali o in un altro Stato senza un provvedimento che legittimi giuridicamente questo tipo di intervento. Senza una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per la terza fase, ma anche una Pag. 18richiesta esplicita dello Stato per entrare nelle sue acque territoriali, si potrebbe configurare l'invasione illegittima di uno Stato sovrano.
  Dobbiamo dircelo perché, per esempio, il presidente della mia regione, Toti, ha addirittura affermato che dobbiamo andare da soli. Questo non è possibile. Al di là della propaganda elettorale, purtroppo, dobbiamo parlarci con molta chiarezza, responsabilità e sincerità. O ci sono i provvedimenti che legittimano l'intervento dal punto di vista del diritto internazionale o abbiamo certamente un problema.
  Anch'io, quindi, chiedo al Sottosegretario di chiarire a che punto siamo con il lavoro delle Nazioni Unite rispetto alle ulteriori fasi dell'operazione.

  PRESIDENTE. Do ora la parola al Sottosegretario Rossi per la replica.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Vi ringrazio per le domande perché quando si prepara una relazione si ha sempre l'impressione di dire tutto mentre, invece, è solo dagli stimoli che provengono dall'esterno che si può aggiungere o precisare qualcosa.
  Innanzitutto bisogna precisare che quanto vi ho illustrato chiarisce il fatto che si tratta di un'operazione in progress, cioè non definita in tutte le sue fasi nel momento della pianificazione iniziale. Questo vale sia per le regole di ingaggio sia per le componenti che parteciperanno alle varie azioni.
  L'unica fase su cui oggi si possono dare le informazioni che ho fornito è la prima. Solo nel caso in cui, al termine della prima fase, il Consiglio europeo decidesse di passare alla seconda fase e solo nel caso in cui la risoluzione ONU autorizzasse determinate situazioni, cambieranno la pianificazione nonché le componenti impiegate in mare o a terra.Pag. 19
  Quanto anticipato dal presidente e ribadito al termine del mio intervento a proposito del fatto che i Ministri interessati sono disponibili a fornire ulteriori indicazioni mano a mano che le varie fasi verranno approvate diventa determinante. Non sarebbe, infatti, possibile annunciare a priori la pianificazione.
  Questo per certi versi risponde a quanto osservato dal senatore Romani quando afferma che per far partire una fase nell'ambito dell'articolo 42 della Carta delle Nazioni Unite c’è bisogno di una risoluzione. In questo momento siamo nel quadro di una deliberazione legittima del Consiglio europeo che decide un'operazione, la cui prima fase può essere immediatamente iniziata perché rientra nelle competenze e nelle facoltà della missione dell'Europa.
  La seconda e terza fase hanno entrambe bisogno di una risoluzione ONU. Questa oggi non c’è, ma l'Europa ha individuato gli obiettivi e le richieste all'interno della decisione PESC del Consiglio europeo del 18 maggio 2015 che ha individuato con chiarezza missioni, mandato e partecipazione degli Stati. È evidente che solo attraverso una risoluzione dell'ONU potranno essere avviate la seconda e la terza fase.
  Prendo spunto dal senatore Romani perché la sua era una provocazione, ma anche uno stimolo. Stiamo raccontando ancora favole al popolo italiano ? No. Stiamo dicendo con chiarezza che l'Europa per la prima volta, come diceva il senatore Vattuone, ha dato una risposta integrata. Quattordici Paesi partecipano per la prima volta a una missione, dividendosi sia il comando sia la parte operativa e pragmatica, e sostengono uno sforzo.
  Ci lamentavamo tutti che Mare Nostrum e Frontex non erano risposte sufficienti. Questa risposta può diventare davvero decisiva – concordo con il senatore Romani – solo a Pag. 20seguito di una risoluzione ONU che autorizzi la seconda e la terza fase. Tuttavia, se oggi non avessimo la deliberazione europea che decide l'avvio dell'operazione e ne fissa gli obiettivi, non potremmo dire né che l'Europa ha dato una risposta, né che in prospettiva tale operazione potrà essere ancor più concreta nell'opporsi ai trafficanti.
  Ricordo, fra l'altro, che – mai si era verificato prima – la decisione PESC testualmente asserisce: «contribuisce a smantellare il modello di business delle reti del traffico e della tratta di essere umani nel Mediterraneo centro-meridionale». È la prima volta che questo obiettivo politico viene delineato in maniera così chiara.
  Per quanto riguarda l'integrazione, è evidente che avere le componenti di tanti Paesi significa quasi automaticamente un'integrazione anche dell’intelligence. È un punto fondamentale. La rete di informazioni è quella che può consentire, se dovessero partire la seconda e la terza fare, di compiere operazioni mirate e concrete. Per questo il Consiglio europeo attiverà la seconda fase solo nel momento in cui riterrà la prima fase conclusa. Non esiste ovviamente una scadenza della prima fase. Esisterà unicamente un momento di valutazione del numero di informazioni che riusciremo ad avere sulla rete dei trafficanti, sulle rotte dei migranti e così via. Pertanto, ritengo che anche per l’intelligence questa operazione comporti uno scatto in avanti di notevole portata.
  Si chiedeva, poi, il perché dell'impiego della nave Cavour. L'impiego della Cavour consegue al fatto che abbiamo sempre ritenuto che, per interessi nazionali e per posizione geo-strategica del Paese nel Mediterraneo, l'Italia dovesse essere la nazione destinataria della leadership in un'eventuale operazione. L'Italia è stata riconosciuta come lead nation ed è chiaro Pag. 21che, nell'ambito della predisposizione delle capacità utili a gestire l'operazione, ha bisogno di qualcosa che le dia la sicurezza della gestione.
  La sicurezza della gestione di un'operazione già al momento complessa e che può evolvere in situazioni ancora più complesse non può che essere data dalla nave Cavour. Infatti, per apparati, per esperienza e per capacità di includere, in prospettiva, anche assetti diversi, questa ci offre la garanzia di dare una risposta globale e non limitata soltanto alla situazione attuale, per la quale, come diceva l'onorevole Artini, non è esattamente adatta.
  Per quanto riguarda le regole di ingaggio, oggi c’è riservatezza. Non bisogna fare confusione tra quelle che sono le possibilità nazionali e quanto viene inquadrato in una pianificazione di carattere europeo. Ci sono note di riservatezza europee. La decisione circa il piano operativo e le regole di ingaggio è stata adottata il 19 maggio. Pertanto non possiamo che seguire queste regole di ingaggio che, se anche hanno avuto il nostro contributo, sono frutto di una decisione comune.
  Faccio un accenno alla legge quadro sulle missioni internazionali. Credo che il richiamo dell'onorevole Artini all'urgenza nel dotarsi di tale strumento sia essenziale. Sul punto il Governo ha sempre operato in stretto contatto con la Commissione difesa della Camera, anche quando la presenza del rappresentante del Governo non era formalmente necessaria. È un'esigenza innanzitutto di carattere governativo quella di dividere l'aspetto politico di una missione dall'aspetto finanziario. È evidente che, come diceva qualcuno, questa missione avrà una deliberazione d'urgenza proprio per questi due aspetti.
  Per la parte finanziaria io posso solo ribadire, onorevole Duranti, i dati italiani. Quelli europei al momento non li Pag. 22conosco. Potranno eventualmente essere forniti dai Ministri alla prima occasione utile. Nel confrontare il costo della nuova missione con quello di Mare Nostrum dobbiamo tenere presente che stiamo parlando di due piani assolutamente diversi. L'impiego di una nave come la Cavour, che da sola imbarca i tre quarti dei componenti della missione Mare Nostrum, comporta un assorbimento di risorse finanziarie maggiore. Credo però che l'Italia debba essere orgogliosa e debba ribadire che la leadership di questa operazione le competeva ed è evidente che gli strumenti attraverso cui concretizzare tale posizione comportano costi.
  Onorevole Artini, lei ha visto navi che, come ho già detto, stanno contribuendo o contribuiranno alla capacità navale. La missione ha gli scopi che ho detto. Altri obiettivi non ce ne sono, se non quelli della seconda e terza fase. Se invece si riferisce alla possibilità di ricerca e soccorso di migranti, interviene il diritto internazionale del mare. Ciò significa – e rispondo indirettamente anche all'onorevole Duranti – che ogni unità di questo assetto navale, nel momento in cui si troverà davanti a situazioni di necessità e di emergenza, interverrà come qualsiasi altra nave militare o civile.
  Infine, la missione, onorevole Duranti, non è stata considerata un ostacolo ai negoziati di Bernardino Leon e la decisione non è stata unicamente del Governo italiano, ma di tutti i Paesi europei.

  MAURIZIO GASPARRI. Vorrei fare una breve domanda. C’è la garanzia che questo ulteriore intervento non alimenti il trasporto dei clandestini in Italia ? È ciò che sta avvenendo con tutte queste navi italiane e internazionali. Chi arriva a Taranto, chi a Salerno, chi a Crotone. Non vorrei che, mentre attendiamo la risoluzione dell'ONU, un ulteriore impiego di navi porti altri clandestini.Pag. 23
  Lei è in grado di escludere che domani sentiremo dire che nel porto, ad esempio, di Livorno sono sbarcate altre sfilze di clandestini ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Senatore Gasparri, non so se ha notato, ma tra le domande poste dai presenti ce ne sono alcune che vanno in senso assolutamente contrario alle sue, sia come intendimento sia come scopo. Da una parte, l'onorevole Duranti ha paura che in questa maniera si possa rallentare il flusso dei migranti attraverso il Mar Mediterraneo, costringendoli a percorre strade che in questo momento non sono conosciute. Dall'altra parte, la sua domanda mi pare nasconda l'ipotesi che, nonostante tutto questo dispositivo, il flusso non sarà rallentato.
  Se esistono considerazioni di carattere divergente significa che, in realtà, non è possibile dare una risposta precisa. È però evidente che, nel momento in cui si schiera un dispositivo e lo si fa sulla base delle intenzioni indicate dalla risoluzione ONU – che è volta a ostacolare il traffico dei migranti – non possiamo non ritenere che nel breve o medio periodo il flusso dei migranti diminuirà per effetto del dispositivo in atto e delle eventuali future risoluzioni.

  MARCO MARCOLIN. Sui respingimenti controllati sono anch'io preoccupato. Senza una stabilizzazione a terra, come possiamo fare respingimenti controllati ? Dove portiamo queste persone ? Se non li facciamo partire, restano in condizioni miserabili in Libia o nei campi dove attendono la partenza.
  Se non c’è la stabilizzazione a terra del Nord Africa, mi chiedo come possiamo intervenire, pur insieme a tutta Europa, se non con un blocco navale.

  GIAN PIERO SCANU. Gentile Sottosegretario, io vorrei fare un paio di considerazioni.Pag. 24
  Innanzitutto, suo tramite, desidero esprimere un ringraziamento e un apprezzamento nei confronti del Governo per l'enorme sforzo politico che ha sviluppato in questi mesi e per l'attività di tipo quasi maieutico che ha svolto nei confronti di un'Europa di fatto inesistente, sorda al richiamo di quello che dovrebbe essere il proprio brodo primordiale, costituito da ingredienti fatti di solidarietà, di rispetto, di valori, di ideali, di condivisione. Inoltre esprimo un apprezzamento nei confronti del Governo per la sagacia con la quale sta sviluppando la propria politica.
  Noi assistiamo – non è questa la sede, ma forse mi aiuta a spiegarmi meglio – a una sorta di messa alla berlina o al bando, quasi una crocifissione fatta con il sistema del peggiore monetarismo, di una nazione, quella greca, che ha dato storicamente un patrimonio inestimabile all'umanità. Non deve quindi sorprendere se l'Europa si pone, rispetto a questo problema, con un atteggiamento grettamente e rozzamente ragionieristico.
  Tuttavia, ritengo che si debba dare atto al nostro Presidente del Consiglio di aver sviluppato una offensiva di persuasione talmente ardita e coraggiosa da avergli conferito anche la forza di superare le difficoltà e procedere. Certo, non è ancora questo il risultato che ci aspettiamo. Ha ragione il collega Marcolin quando invoca un atteggiamento diverso. Desidero spiegarmi perché, oltre che una domanda, visto che questa è una seduta interattiva, vorrei consegnarle sommessamente un messaggio.
  Bisogna, a mio giudizio, continuare ad allargare parallelamente quella offensiva di persuasione sia nei confronti dell'Europa sia nei confronti delle Nazioni Unite perché il problema, ancorché sia di estremo valore ciò che con questa missione si intende fare, va affrontato alla radice. Affrontarlo Pag. 25alla radice significherebbe farsi carico delle terribili ingiustizie che, purtroppo, sono presenti in maniera particolare nelle aree più depresse, da dove quotidianamente fuoriescono migliaia di profughi.
  In attesa che qualcosa migliori dal punto di vista della civiltà umana, occorrerebbe creare dei corridori protetti che possano permettere ai profughi di avere se non altro una comune strada da seguire e, strada facendo, allestire dei campi che, in maniera degna e umana, possano permettere anche lo smistamento, così come più volte affermato, di coloro che effettivamente possono essere considerati profughi.
  Vorrei consegnare un'ultima considerazione. L'intervento di ieri del Presidente del Consiglio da alcuni è stato definito debole. Io, non per ragioni di firma ma convintamente, viceversa lo definisco molto forte. Non è stato un intervento, caro Sottosegretario, tiepido. È stato un intervento esplicito.
  In pratica, il premier ha detto, che noi li salveremo tutti sia che l'Europa, l'umanità e l'ONU rispondano, sia che non rispondano. Io ritengo che questo messaggio, insieme a un apprezzamento e a un ringraziamento, vada trasferito al Presidente del Consiglio e ai Ministri della difesa e degli esteri.
  Questo nostro Paese, per il brodo primordiale che originariamente lo ha generato e poi contraddistinto, deve poter affrontare questa drammatica crisi umanitaria, cercando certamente di coinvolgere anche tutto il resto del mondo, che ha comuni responsabilità. In attesa dell'assunzione di responsabilità bisogna però fare in modo che nessuno perisca.
  A me pare che questa possa essere la migliore risposta, declinata senza indugio e senza cercare di captare la benevolenza da una parte e dall'altra. Ritengo che si debba portare avanti questa posizione avendo la consapevolezza che la civiltà va non soltanto dichiarata ma vissuta quotidianamente, con la Pag. 26raccomandazione che hanno fatto i colleghi – e che io condivido per intero – sul fatto che i vari step siano accompagnati da un'adeguata informazione del Parlamento.
  Il Parlamento non può arrivare ultimo. Il Parlamento deve poter assecondare, in quelle che sono le rispettive posizioni, un'attività di Governo che sarà tanto più efficace quanto più condivisa.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Credo di non avere problemi a riportare al Governo, di cui sono un rappresentante, quanto affermato dall'onorevole Scanu. Quanto da lui indicato corrisponde già agli obiettivi del Governo, tenuto anche conto che nel suo precedente intervento il premier Renzi aveva chiaramente detto – e con questo rispondo all'onorevole Marcolin – che un conto è interrompere un traffico di esseri umani colpendo i trafficanti, il che è un atto dovuto; altra cosa è considerare i problemi che sono all'origine di situazioni tragiche come questa. Solo cercando di risolvere i problemi all'origine può essere interrotta la causa principale del traffico di migranti. Su questo non credo sia un problema né lanciare il messaggio né riceverlo.
  L'onorevole Scanu ha parlato anche di provvedimenti concreti come corridoi protetti e campi profughi allestiti in una certa maniera. Sono soluzioni condivisibili, che vanno inserite nel contesto dei territori a cui ci riferiamo. È evidente, ad esempio, che laddove non c’è un quadro di sicurezza che consenta di operare, determinati obiettivi, ancorché assolutamente condivisibili, diventano difficili da perseguire.
  Onorevole Marcolin, tra le ipotesi del Governo non può sussistere quella del blocco navale. Sotto il profilo tecnico, come dichiarato in un'intervista di qualche giorno fa dal Capo di Stato maggiore della difesa, che debbo considerare come l'elemento tecnico primo, non sarebbe risolutivo. Una nave che Pag. 27formi un blocco navale, se avesse sotto di sé un barcone con a bordo migranti dichiarato in stato di emergenza, non potrebbe applicare il blocco navale ma, in base alla legge internazionale del mare, sarebbe costretta a portarlo in salvo.
  Scartata la possibilità di un blocco navale, una missione che si interroghi e mappi il fenomeno, senza escludere l'intervento a favore dei migranti nel momento del bisogno, è una prima risposta che potrà evolvere, come a suo tempo facemmo in Albania, in azioni di limitazione con la distruzione, ad esempio, degli scafi a terra. Questa evoluzione può fornire una risposta ancora migliore.
  Concludo dicendo che questo Paese ha nel suo DNA, onorevole Scanu, principi che ci derivano da una millenaria cultura ed è evidente che non può tradirli perché significherebbe tradire non solo la sua storia, ma anche il suo futuro.

  PRESIDENTE. Ringrazio il rappresentante del Governo e i colleghi intervenuti a questa importante seduta, che si è resa necessaria per consentire al Governo di fornire, come aveva chiesto, urgenti comunicazioni alle Camere sulla missione che prenderà avvio entro questa settimana.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.