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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Giovedì 25 giugno 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 3 

Audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, sulla situazione del settore ippico (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Sani Luca , Presidente ... 3 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario di Stato delle politiche agricole alimentari e forestali ... 3 
Sani Luca , Presidente ... 7 
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD)  ... 8 
L'Abbate Giuseppe (M5S)  ... 8 
Cova Paolo (PD)  ... 10 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario di Stato delle politiche agricole alimentari e forestali ... 10 
Sani Luca , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA SANI

  La seduta comincia alle 14.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, sulla situazione del settore ippico.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, l'audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, sulla situazione del settore ippico.
  Cedo la parola al Sottosegretario.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato delle politiche agricole alimentari e forestali. Grazie. Desidero ringraziare preliminarmente il presidente e tutti i commissari della Commissione Agricoltura per aver aderito a questa mia iniziativa di svolgere una relazione sulla situazione del settore ippico. La ritenevo assolutamente necessaria soprattutto di fronte ad alcune scelte che andremo ad affrontare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane anche come orientamento, poi alla fine della relazione mi soffermerò su alcune questioni e mi piacerebbe che da parte della Commissione venisse un'indicazione su come muoversi.
  È chiaro che la scelta sarà sempre del Governo, però ritengo assolutamente importante l'indicazione che viene dai Gruppi, perché la crisi strutturale del settore ippico ha ormai assunto una proporzione tale da imporre decisioni non più procrastinabili per il comparto.
  Il nostro ruolo ci impone quindi alcune scelte di carattere strategico, soprattutto per salvaguardare una tradizione, una storia di ippica italiana, che ha curriculum e risultati sportivi sempre al massimo livello nel contesto europeo. Vi illustrerò però alcune criticità non più rimandabili, con la volontà di individuare insieme alcune possibili soluzioni.
  La crisi strutturale del settore ippico ha subìto un progressivo aggravamento nel corso dell'ultimo decennio e si è consolidata ben prima del trasferimento delle funzioni al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, attuato con la legge n. 135 del 2012, rappresentando la ragione stessa della soppressione dell'Ente precedentemente preposto, prima l'Unione nazionale incremento razze equine (UNIRE) e poi Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI).
  Tale crisi è determinata prevalentemente dalla drastica riduzione delle entrate destinate al finanziamento delle attività ippiche, costituite essenzialmente da quote dei proventi derivanti dalle scommesse, che hanno subito una flessione costante. Abbiamo consegnato una tabella che dà visibilmente contezza del calo di volume delle scommesse ippiche che si è registrato.Pag. 4
  Le minori entrate di bilancio, non più completamente compensate dai contributi statali, si sono tradotte in una significativa riduzione del montepremi, che è passato da 191 milioni nel 2011 a 109 del 2012, e dei corrispettivi delle società di corse da 99 milioni nel 2011 a 61 milioni nel 2012, e in definitiva in una generalizzata contrazione dell'attività ippica, perché a questo punto c’è una riduzione del numero dei cavalli nati, del numero delle attività e del numero delle corse. Oggi, quindi, siamo quasi al limite. Al momento della soppressione dell'ASSI il quadro finanziario sopra delineato risultava ulteriormente compromesso dalla necessità di far fronte alla situazione debitoria dell'agenzia al 31 dicembre 2012, quando i residui passivi erano stimati in 206.709.000 euro ed erano soltanto teoricamente controbilanciati dall'ammontare dei residui attivi, quantificati in 206.088.000 euro, gran parte dei quali tuttavia di difficile esazione.
  Con il decreto del 31 gennaio 2013, nel trasferire le funzioni dell'ex ASSI al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è stato previsto un apposito piano di rientro per ripianare i cosiddetti «debiti ippici» nel periodo dal 2013 al 2015.
  Tali debiti ippici sono riconducibili a premi e corrispettivi alle società di corse relativi al solo anno 2012, per un importo complessivo di 96,6 milioni di euro, e nulla disponendo tuttavia in ordine a tutta la restante parte del debito. Il decreto quindi individua 96 milioni di piano di rientro e non dispone nulla su tutta l'altra parte del debito.
  Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, subentrato nelle funzioni e nella generalità dei rapporti giuridici attivi e passivi, ha da subito disposto una serie di azioni per attuare il piano di rientro, compresi la riduzione del numero delle corse, la riqualificazione e la verifica dei processi di spesa, l'ottimizzazione dell'allocazione delle risorse disponibili, realizzando nelle gestioni 2013, 2014 e primo semestre del 2015 sotto questo profilo alcuni risultati molto significativi, che voglio sintetizzare con una riduzione complessiva del debito pari a euro 55.377.000, di cui 25 milioni per i debiti ippici previsti dal piano di rientro, 14 milioni per altri debiti verso operatori ippici non inclusi nel piano di rientro e 15 milioni per debiti di diversa natura.
  Nonostante questo, l'attuale situazione finanziaria continua a presentare ulteriori elementi di criticità per la sensibile riduzione degli stanziamenti di bilancio previsti per l'anno 2015, che questa Commissione conosce, e per la mancata acquisizione delle risorse aggiuntive originariamente preventivate, che avrebbero consentito di attuare il predetto piano di rientro nei tempi previsti e senza attingere alle risorse previste per la programmazione 2015.
  Si precisa che per le operazioni di riscossione e pagamento relative ai premi con rispettivi ippodromi e funzionari di corsa il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali si è avvalso della figura del dirigente delegato autorizzato a operare sui conti ex ASSI.
  Per tale sistema semplificato di pagamento, prorogato fino al 30 giugno 2015, è prevista un'ulteriore conferma per tutto l'anno 2015 dal disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 51 del 5 maggio 2015, recentemente approvato dalla Camera e attualmente all'esame del Senato.
  Per quanto riguarda il completamento del piano di rientro entro l'anno 2015, il decreto interministeriale del 31 gennaio 2013 nel quantificare i debiti ippici non ha contemplato gli ulteriori debiti relativi anche ad annualità precedenti al 2012, che al 31 dicembre 2012 – prima dell'audizione abbiamo fatto un'operazione verità, una puntuale ricognizione dei debiti del settore ippico, in modo che la Commissione potesse avere un quadro completo – erano pari a euro 18.288.000 per gli operatori ippici e 91.129.000, al lordo di cancellazione e riaccertamento effettuato nel corso del 2014, per voci di natura diversa, oggi ridotte negli importi sopra indicati, rispettivamente quindi per 14 milioni di euro ed euro 15.550.000.Pag. 5
  La posta più rilevante dei debiti per operatori ippici non ricompresi nel piano di rientro è quindi costituita dal debito nei confronti delle società di corse relativi al contributo del fondo speciale per il miglioramento degli impianti e degli ippodromi, istituito dall'UNIRE nel 2000 a favore delle società di corse per la costruzione, l'ammodernamento, il rifacimento di piste e impianti che oggi ha ancora un debito residuo di circa 8 milioni di euro per la costruzione e l'ammodernamento degli ippodromi.
  Si precisa che per tale voce debitoria sono state già avviate alcune procedure giudiziarie per circa 4 milioni di euro, in parte già oggetto di pignoramento, di una procedura di ottemperanza per la cui definizione è stato necessario utilizzare le risorse disponibili sul conto ex ASSI, sottratti in tal modo alla loro destinazione al finanziamento del piano di rientro.
  Le previsioni del bilancio 2015 relative alle spese per lo svolgimento di attività già riferite all'ASSI sono rappresentate nella tabella 1, che ripropone tutte le previsioni di bilancio del 2015.
  Per l'anno 2015 le entrate riferite a risorse a vario titolo dovute all'ex ASSI erano stimate nell'importo complessivo di 38.477.469 euro, di cui 11.400.000 già incassati e utilizzati nel primo semestre di quest'anno. Le entrate non realizzate si riferiscono a quanto presente in tabella 2, quindi rimborsi IVA 2009, 2011, 2004 e 2005, per un importo complessivo di recuperi IVA pari a 20 milioni di euro, il prelievo erariale unico (PREU) 2014 per 6 milioni di euro e lo scioglimento della Promo ippica per 300.000 euro, complessivamente per 27 milioni di euro.
  Recentemente abbiamo appreso che le sole risorse di sicura acquisizione sono quelle relative al PREU 2014 e al credito derivante dalla liquidazione del Consorzio Promo ippica. Conseguentemente, a fronte di una previsione di entrata di 6,3 milioni di euro e di una immediata previsione di spesa per i debiti del piano di rientro da soddisfare entro il 30 dicembre 2015 e per il fondo investimenti per circa 33 milioni di euro, si evidenzia un fabbisogno di circa 26,9 milioni di euro, cui deve aggiungersi il maggior fabbisogno di circa 2,3 milioni di euro rispetto all'iniziale previsione di spesa per l'attività di vigilanza e di controllo delle spese.
  La necessità di provvedere alle indifferibili incombenze di natura debitoria sopra descritte e l'impossibilità di reperire tutte le risorse aggiuntive come avevamo preventivato impongono di fare ricorso alle risorse stanziate per il finanziamento dell'attività per l'anno in corso nella misura di 14 milioni di euro dal capitolo 2295, relativo al montepremi, e di oltre 14 milioni dal capitolo 2298, relativo al finanziamento delle società di corse.
  Dovremmo quindi far fronte ai 28 milioni di euro con un impegno dai capitoli del montepremi e dei corrispettivi delle società di corse. Questa manovra avrebbe come effetto diretto la riduzione delle risorse destinate al montepremi, che passerebbero da 101 a 87 milioni di euro, e la riduzione del finanziamento per le società di corse da 57 a 43 milioni, da oggi appena sufficienti ad assicurare livelli minimi di programmazione dell'attività di corse e di sopravvivenza del comparto ippico italiano nell'attuale assetto dimensionale.
  Quanto illustrato dimostra la drammaticità del momento e quindi la necessità di avere il conforto della Commissione e rappresenta le criticità a cui bisogna assolutamente porre rimedio che sono alla base delle manifestazioni svoltesi in questi giorni anche di fronte al Ministero, per cui abbiamo convocato per il prossimo 1o luglio una riunione con tutti gli operatori.
  L'odierna audizione servirà ad avere un ulteriore orientamento da parte della Commissione circa il futuro comportamento da adottare. Mi sembra un fatto assolutamente innovativo e importante avere l'opinione della Commissione anche su alcune questioni rispetto alla drammaticità dei numeri che abbiamo appena illustrato.
  Sarebbe auspicabile che nel corso degli interventi potessimo evitare di ribadire che il settore è strategico, che è assolutamente importante, che siamo stati una stella Pag. 6mondiale per concentrarci invece su alcune scelte che sottopongo all'esame della Commissione.
  A fronte della situazione rappresentata possono essere valutate le seguenti opzioni: una rimodulazione della programmazione con drastico taglio delle giornate di corse e conseguente, forte riduzione dell'attività di molti ippodromi o addirittura interruzione dell'attività di alcuni. A risorse invariate si imporrebbe quindi per l'attività relativa al secondo semestre 2014 una riduzione dei corrispettivi agli ippodromi e allo stanziamento dei premi.
  Il taglio del montepremi dovrà necessariamente riguardare le risorse destinate alla cosiddetta «attività commerciale», posto che quella cosiddetta «istituzionale» (grandi premi e corse di gruppo) non può e non deve essere ridimensionata, pena il declassamento delle corse italiane a livelli di Paese ippicamente arretrato.
  L'eventuale riduzione della dotazione media per le altre corse renderebbe difficile e non remunerativa dei costi da sostenere la partecipazione degli operatori alle competizioni e quindi lo svolgimento delle corse stesse.
  Allo stato, quindi, si possono azionare unicamente due leve: quella della riduzione delle giornate di corsa e non del numero delle corse, in quanto la riduzione del numero delle corse impedirebbe di ottenere risparmi per l'attività di vigilanza e controllo e antidoping, e quella della rimodulazione dei parametri di finanziamento delle società di corse nell'ambito della nuova convenzione.
  Entrambe le leve avranno una ripercussione significativa su tutto il sistema. In particolare, la prosecuzione dell'attività ippica con un montepremi ridotto a 87 milioni di euro richiederebbe un taglio di almeno 220 giornate di corse, 140 per il trotto e 80 per il galoppo, da effettuarsi nel secondo semestre del 2015.
  Si consideri che nell'anno 2014 con uno stanziamento pari a 97 milioni di euro sono state disputate 1.484 corse. La riduzione del numero delle giornate di corse e le risorse per il finanziamento delle società di corse comporterebbe necessariamente l'interruzione dell'attività di un cospicuo numero di ippodromi.
  Un'altra ipotesi potrebbe essere quella della rimodulazione temporale del piano di rientro di cui al decreto 31 gennaio 2013, laddove, se non dovessimo far fronte al pagamento dei debiti pregressi entro il 31 dicembre 2012 e dovessimo differire il pagamento, potremmo (altra soluzione da valutare con il Ministero dell'economia e delle finanze) rimodulare il piano di rientro, attenuando molto la necessità di ricorrere al prospettato drastico taglio per il secondo semestre del 2015.
  Se dovessimo operare quindi, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, un allungamento del piano di rientro a un periodo successivo, è chiaro che recupereremmo delle risorse che eviterebbero di fare ricorso a un taglio drastico delle giornate delle corse, oppure un reperimento di risorse aggiuntive a carico del bilancio dello Stato, considerata l'esigenza di mantenimento dei livelli di reddito e di occupazione del settore.
  Si consideri che gli occupati del settore ippico, incluso tutto l'indotto, sono attualmente stimati tra le 40.000 e le 50.000 unità.
  Questo è il problema di carattere finanziario che volevo rappresentarvi, però su questo dobbiamo assumere una decisione e quindi sarebbe auspicabile un orientamento della Commissione.
  C’è poi il tema della costituzione della Lega ippica prevista nella delega fiscale, quindi una nuova governance del settore che sarebbe potenzialmente in grado, se ben articolata, di contribuire al superamento delle difficoltà di gestione in un settore così complesso, che necessita di procedure più snelle e più celeri rispetto a quelle dell'attuale contesto normativo.
  Non bisogna sottovalutare le difficoltà di una simile operazione, in quanto è difficilmente ipotizzabile che il nuovo soggetto possa assumere una totale e compiuta operatività a partire dal 1o gennaio 2016, come era previsto precedentemente. Sarebbe pertanto auspicabile una fase transitoria di gestione delle funzioni in Pag. 7stretto rapporto tra la Lega e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che accompagni il passaggio delle competenze assicurando la continuità di tutte le attività ippiche.
  Il principio di delega è contenuto nella legge n. 23 del 2014, cosiddetta «legge fiscale», e l'esercizio della delega deve essere operato entro il 27 giugno 2015, il che significa che la delega dovrebbe essere già operativa sin da domani.
  Il tema che pongo è dunque di carattere urgente, e noi abbiamo lavorato su questo argomento di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze: se dovesse scadere la delega grazie alla quale il settore dovrebbe essere già autonomo a partire dal prossimo anno dal punto di vista finanziario, non ritiene la Commissione di trovare un veicolo il più veloce possibile ?
  Avevamo ipotizzato quello relativo al riordino della pubblica amministrazione, in maniera da poter ipotizzare l'inserimento di tale proposta in altri strumenti come la legge sulla pubblica amministrazione, in maniera da rivedere un piano più ordinato, magari più di lungo periodo, visto che avremmo dovuto avere al 1o gennaio 2016 già tre anni di transizione, anni che purtroppo sono passati invano senza che la delega venisse esercitata.
  Oggi, alla scadenza della delega, una delle ipotesi potrebbe essere quella di far scadere la delega prevista, rifare un nuovo testo avendo già compiuto gran parte del lavoro, perché conosciamo gli orientamenti di tutta la filiera ippica, quindi in tempi urgenti procedere alla costituzione della Lega ippica in un tempo più congruo a effettuare un'azione di coordinamento tra Lega e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al fine di assicurare il passaggio di competenze assicurando la continuità dell'attività ippica.
  Questa è la relazione di carattere finanziario che volevo rappresentare alla Commissione e le questioni che sono state poste, in maniera da avere un orientamento, anche se le scelte spettano al Governo però è importante che i Gruppi parlamentari e la Commissione vengano messi al corrente della reale situazione finanziaria, in quanto nel piano di rientro molte delle partite erano state escluse, mentre oggi abbiamo fatto un'operazione verità, i conti sono questi e ci sono alcune scelte da operare, quindi mi piacerebbe anche conoscere l'opinione della Commissione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario per la relazione svolta nel dettaglio, per aver messo la Commissione a conoscenza dello stato attuale dell'ippica. I Gruppi e la stessa Presidenza sono sollecitati costantemente dalle associazioni del settore e anche noi riteniamo che questo sia un tema da riprendere con urgenza.
  Mi permetto di dire due cose rispetto a questioni di metodo. Credo che rispetto alla relazione che c’è stata presentata i Gruppi possano esprimere nel corso del dibattito le opinioni e gli indirizzi che ritengono più opportuni, però come presidente richiamo al regolamento e alle facoltà concesse alla Commissione nell'ambito dell'attività di indirizzo. Abbiamo lo strumento della risoluzione, che dà valenza istituzionale all'attività che svolgiamo, quindi oltre a un primo momento di confronto credo che l'approdo più corretto sia quello di un atto di questo tipo, che sottopongo alla valutazione dei Gruppi.
  L'altra questione è questa della delega. Noi avevamo fatto una scelta in questa Commissione, avendo all'ordine del giorno varie proposte di legge che interessavano il settore, già incardinate e su cui la Commissione aveva avviato il confronto. Avevamo sospeso l'esame di quei provvedimenti alla luce dell'inserimento dell'ippica all'interno della delega fiscale.
  Qui occorre capire cosa succeda, perché, se la delega si ferma, credo che la procedura più corretta sia di riprendere da dove ci eravamo fermati. Considerato che i contenuti della delega erano stati oggetto di un confronto all'interno di questa Commissione e che anche in questa occasione come in altre si era registrata una convergenza abbastanza ampia sui suoi contenuti, credo che non sarebbe una Pag. 8difficoltà dal punto di vista del metodo e del merito ripartire dal punto in cui ci eravamo fermati.
  Su questo penso che i Gruppi si potranno esprimere e assumere un orientamento. Lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Un grazie veramente sentito al sottosegretario per questa relazione completa, che ci fa comprendere lo stato dell'arte e come viva attualmente tutta la filiera ippica.
  Guardando la tabella n. 1 si vede chiaramente il trend negativo delle scommesse dell'ippica, un grafico che dimostra che siamo in grandissima difficoltà. Dalle mie parti dicevano una volta che l'asino aveva quasi imparato a non mangiare, ma dopo venti giorni è morto, e così noi stiamo facendo per la filiera ippica, alla quale bisogna dare risorse adeguate, altrimenti tutto il comparto andrà in crisi e prima o poi ci troveremo a dover dichiarare il decesso di tutta la filiera.
  Gli elementi che ci ha fornito il sottosegretario sono particolarmente evidenti, l'impostazione della relazione risponde alle nostre esigenze, quali la rimodulazione delle giornate di corse, il differimento del piano di rientro ad altra data, il fatto che questo settore veda coinvolti 50.000 lavoratori, che comunque dobbiamo tutelare.
  Rispetto a tutto questo e al fatto che da molto tempo siamo fermi sul binario per capire quale treno prendere per dare un valido contributo alla filiera, stiamo aspettando davanti a questi binari ma non è ancora passato un treno a cui collegare delle norme.
  Lancio un appello ai Gruppi di questa Commissione perché dopo questa seduta dobbiamo leggere bene la relazione, individuarne i punti di emergenza che ci ha indicato il sottosegretario, che voglio di nuovo ringraziare.
  Le strade sono due: formulare un atto di indirizzo, una risoluzione che affronti i problemi e individui quali impegni dobbiamo far assumere al Governo, e riprendere in mano le proposte di legge che abbiamo di fronte, perché aspettando il problema non si risolve. Non so quale tempistica abbiamo per la delega fiscale, credo che i tempi si siano allungati, e la filiera è comunque in crisi.
  Possiamo quindi lavorare senza mettere inutili bandierine (lo dico al PD ma anche alle altre forze) perché si tratta di dare una mano a un settore che è veramente in crisi. Lavoriamo quindi per una risoluzione unitaria e riprendiamo da subito l'esame delle proposte di legge sulla filiera ippica per dare una mano a questo comparto.
  Ho colto nell'intervento del sottosegretario la frase «anche i cavalli nati diminuiscono», ma nel momento in cui diminuiscono i cavalli, quando è in crisi un comparto così fondamentale, quando 50.000 occupati rischiano di non trovare più lavoro credo che la politica, a prescindere dalle appartenenze ideologiche, debba collaborare per trovare la soluzione migliore per rilanciare il comparto e garantirle un ordinario sostentamento.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Ringrazio il sottosegretario Castiglione per l'audizione, però con forte rammarico devo dire che oggi qui ci troviamo con una persona moribonda per la quale vogliamo cercare di fare un miracolo e farla riprendere, perché in sede di discussione delle proposte di legge si era giunti a un testo unificato, ma poi il Governo con questo cattivo modo di fare e di scippare qualsiasi cosa al Parlamento è intervenuto con questa delega fiscale, quindi ha tolto tutto dalle mani della Commissione accentrandolo nelle sue mani. Ad oggi il settore è ancora più in crisi e interventi non se ne sono visti.
  Adesso, venire qui a proporre di ridurre le giornate di corse, cercare di tagliare ulteriori spese è come un oggetto in caduta libera al quale cerchiamo di rallentare la caduta con una folata di vento, ma non di evitare di farlo cadere, perché si parla non di riforma del settore ma solo di tagli.Pag. 9
  Gli indirizzi li abbiamo già dati da tempo con la proposta di legge, con la risoluzione che abbiamo presentato il 10 settembre 2014, in cui avevamo inserito impegni chiari per il Governo, da realizzare insieme al Ministero dell'economia e delle finanze, altrimenti se non si interviene sulle scommesse è ovvio che queste crollano, perché lo scommettitore trova più conveniente scommettere altrove e quindi si spostano soldi da un settore all'altro.
  Per questo chiedevamo l'intervento sulle scommesse, la riduzione del prelievo fiscale, perché sono le scommesse con la tassazione più alta e il pay out più basso, quindi perché scommettere nell'ippica quando se scommetto un euro nell'ippica vinco meno che in un altro sport ? Avevamo chiesto tutte queste cose già nella risoluzione, ma fino ad oggi non è stato fatto nulla.
  Adesso si viene qui a dire che non ci sono più i soldi, il settore è ancora più in crisi perché si è avvitato su se stesso, è entrato in questa spirale depressiva e continuerà ad andare, perché in queste misure non c’è un'idea di rilancio del settore.
  Se il Governo non ha intenzione di tutelare il settore, dica chiaramente che per il Governo l'ippica non è un asset fondamentale per il nostro Paese, possono chiudere e andar via, perché parliamo di 50.000 operatori ma forse il fatto che siano dislocati in tutta Italia non ha sollevato quei problemi che invece si hanno quando deve chiudere un'azienda e quindi c’è un concentrato di lavoratori. Qui forse, essendo dislocati in tutta Italia, non se n’è accorto mai nessuno e da anni si va avanti così.
  Quando c'erano i soldi si sono buttati dalla finestra, si è applicato il modello keynesiano al contrario nell'ippica: quando c'erano i contributi pubblici non si è mai fatta una vera riforma del settore ma si sono buttati i soldi, quando il settore è andato in crisi si sono tagliati ancor di più i contributi, non operando invece tagli per quei gestori di ippodromi che in realtà non vogliono fare ippica, ma vogliono fare altro.
  Quando ho presentato un'interrogazione sui contributi a Capannelle chiedendo perché avete dato 1.600.000 euro a Capannelle, che era il contributo che prendeva prima Tor di Valle, per aver fatto solo una pista di trotto, il viceministro Oliverio ha risposto «perché il Governo crede nel settore», quindi quei pochi soldi disponibili in realtà sono stati buttati tutti via e dati anche a persone che forse non credono nel settore e non vogliono puntare sul settore dell'ippica, ma vogliono fare altro.
  La stessa cosa è accaduta all'ippodromo di Firenze, dove hanno fatto la pista da trotto all'interno di quella di galoppo chiudendo l'ippodromo di trotto a Firenze e ottenendo lo stesso contributo in deroga al protocollo, quindi a che gioco stiamo giocando ?
  Dobbiamo essere chiari e sinceri, perché, se adesso tagliamo le corse, chiudono tutti, perché il gestore di ippodromo che vuole realmente puntare sull'ippica si mantiene solo grazie alle corse, perché è nelle giornate di corse che si crea l'economia, altrimenti in cosa vogliamo trasformare l'ippica ?
  Ho provato anche a consegnare in maniera informale, dopo lo scippo della riforma da parte del Governo, una bozza di proposta di riforma dell'ippica del Movimento 5 Stelle, l'abbiamo consegnata già da tempo, ma non si è parlato mai di niente e non si è fatto mai nulla.
  È quindi arrivato il momento di essere sinceri: il Governo vuole puntare sul settore dell'ippica o no ? Bisogna essere chiari, altrimenti prendiamo solo in giro i cittadini.
  Facendo interventi mirati, corretti dal punto di vista finanziario, quindi riforma delle scommesse del settore, unificazione dei totalizzatori, riduzione del prelievo fiscale, che sono quelli che abbiamo messo nella risoluzione quasi un anno fa, e riforma della governance, quindi non dare l'ippica in mano ad alcuni gestori di ippodromi, ma ridarla in mano realmente Pag. 10agli attori dell'ippica, secondo noi il settore potrebbe ripartire perché, se in Francia, in Svezia e negli altri Paesi l'ippica va, non vediamo il motivo per cui non debba andare in Italia, quando siamo sempre stati grandi nel settore e abbiamo raggiunto ottimi livelli dal punto di vista di selezione della razza.
  Noi crediamo che i presupposti ci siano, però dobbiamo capire la volontà del Governo, perché da opposizione più di tutte queste proposte purtroppo non possiamo fare, altrimenti l'avremmo già fatto. Grazie.

  PAOLO COVA. Grazie, sottosegretario, per la relazione. Cerco di prendere spunto a caldo di queste affermazioni, di queste richieste e suggerimenti che si possono offrire.
  Sommessamente mi permetto di dire al sottosegretario e al Governo che su questo terreno conviene intervenire con riforme e cambiamenti strutturali, cosa che abbiamo fatto per alcuni settori dell'agricoltura, mentre per altri abbiamo fatto delle cose di sostegno che pagheremo a lungo termine, ma dove siamo intervenuti in modo chiaro e netto per cambiare completamente il settore e per investire su quello i risultati ci sono.
  Chiedo quindi di usare questa attenzione e questa prudenza, interventi come la riduzione delle corse, il taglio del montepremi, la riduzione delle giornate di corse implicano una grave penalizzazione per il settore, perché prima si accennava al numero dei puledri nati, ma all'interno di questo dobbiamo considerare che per avere un puledro ci vogliono non sei mesi ma anni, bisogna cominciare a programmare, quindi un intervento che noi facciamo oggi deve garantire l'allevatore almeno nei prossimi 3-4 anni e deve avere una certezza di quello che avverrà nei prossimi 3-4 anni, perché devono essere fecondate le cavalle, deve nascere il puledro e deve essere allenato.
  Immaginare un intervento in cui riduciamo le corse: la riduzione delle giornate di corse può essere un risparmio ma, se un cavallo è nato per correre e noi lo teniamo fermo nei box, non si va da nessuna parte.
  Questi sono gli interventi strutturali che bisogna pensare, in quanto immaginare di intervenire e sostenere il settore per tagliare dei costi quando poi non consentiamo ai cavalli di correre finisce per creare dei problemi.
  Su questo passaggio credo che debba essere usata la massima attenzione e che il primo intervento debba essere effettuato sulla struttura della Lega ippica e sulla governance, perché o si cambia questa struttura e si fa un intervento netto e chiaro o non si riesce ad andare avanti. Qualsiasi altra scelta andrà bene per uno o due anni, ma fra tre anni ci troveremo ancora in questa situazione.
  Chi governa questo settore, come viene governato e come viene gestito: questo è un passaggio fondamentale. Credo che in questi anni la gestione del settore dell'ippica non sia stata eccezionale e abbia portato a questa situazione di difficoltà.
  Ripensare la gestione dell'ippica e del settore dell'ippica è l'aspetto fondamentale su cui bisogna puntare. Posso anche immaginare che inizialmente serviranno delle risorse aggiuntive, ma come trampolino di lancio se c’è un'idea a lungo termine. Se non c’è un'idea a lungo termine, credo che non convenga fare altra scelta, perché questa la stanno già facendo i singoli allevatori, che non hanno una remunerazione, e hanno già deciso di non coprire le cavalle e di ridurre i puledri. Se poi non devono neanche correre, la scelta è chiara.
  Una governance che deve essere cambiata va ripensata, va ristrutturata e successivamente bisogna fare degli interventi mirati e chiari.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato delle politiche agricole alimentari e forestali. Non sarà una replica perché gli interventi sono stati tutti molto puntuali ed è chiaro che l'obiettivo del Governo è quello di rilanciare il settore ippico.
  Dire che in questi anni non abbiamo lavorato tutti insieme, compreso il Parlamento, compresa la Commissione, che Pag. 11hanno lavorato purtroppo in maniera più dedicata per coprire una serie di debiti del passato, quindi all'impegno finanziario per la copertura dei debiti, oggi siamo solo nell'ultima fase e dobbiamo coprire i mesi di novembre e dicembre del 2012, ma avendo coperto gran parte dei debiti che erano rilevanti.
  Abbiamo lavorato su una delega a cui tutti abbiamo creduto, una delega che era inserita in capo al Ministero dell'economia e delle finanze, oggi se vogliamo riprendere il tema, dobbiamo ribadire la centralità dell'agricoltura, il rilancio del settore ippico, la rivisitazione delle scommesse inerenti al settore ippico. In base alla centralità dell'ippodromo per un comune anche di media dimensione abbiamo coinvolto i comuni per quanto riguarda la proprietà, la gestione e la manutenzione degli ippodromi e possiamo anche lavorare con le regioni per esempio per la migliore utilizzazione delle risorse del Programma di sviluppo rurale (PSR) sul piano allevatoriale.
  Se ripartiamo dall'allevamento, se rimettiamo al centro l'agricoltura e coinvolgiamo le regioni, alcune delle quali hanno aderito all'invito rivolto, e con una migliore utilizzazione delle risorse del Programma di sviluppo rurale, potremo rilanciare il settore.
  Oggi era assolutamente necessario e doveroso fare un quadro della situazione finanziaria per come si prospetta: una delle scadenze, quella della delega fiscale, è fissata a domani, quindi mi pare che, avendo già dibattuto, ci sia anche la volontà della Commissione di procedere speditamente a un disegno di legge organico.
  Prima della risoluzione finale valuteremo se inserire una norma, un emendamento, un'altra delega, ma avendo già il dibattito a un livello molto avanzato, quindi con tempi più celeri, soprattutto allungando i tempi per la transizione che obiettivamente non mi pare che possa avvenire già nel 2016.
  È assolutamente importante questo primo scambio di opinioni, con i commissari che seguono più specificamente la parte agricola faremo un'ulteriore riflessione in tempi rapidi, in maniera da offrire alcune soluzioni di carattere finanziario immediato, sperando di chiudere una partita che riguarda il pregresso, ma soprattutto di guardare alla prospettiva.
  Il Governo condivide assolutamente l'idea di puntare, di investire, di riorganizzare, di rilanciare il settore. I numeri che oggi abbiamo presentato evidenziano una posizione debitoria da affrontare, ma vedremo come costruire il futuro.
  La Commissione e le forze politiche devono prendere atto di come alcune questioni non siano procrastinabili e quindi procedere a un rilancio, coinvolgendo gli enti locali per alcuni aspetti, la regione per altri e soprattutto il Ministero dell'economia e delle finanze ribadendo che su questo settore il Paese vuole investire perché rappresenta la storia, ma può rappresentare anche il futuro e invertire il trend negativo sul piano delle scommesse.
  Nei prossimi giorni valuteremo l'opportunità di chiudere con una risoluzione che coinvolga tutti i Gruppi, individuando un orizzonte verso cui guardare, quindi ritengo assolutamente positiva questa prima riflessione e aver messo sul tappeto le questioni. Matureremo insieme alcune scelte che necessariamente il Parlamento dovrà condividere.

  PRESIDENTE. Prima di dichiarare chiusa l'audizione, comunico che nell'ufficio di presidenza proporrò che già dalla prossima settimana l'argomento ippica sia introdotto nell'ambito dei nostri lavori, poi valuteremo se adottare l'atto di indirizzo o riprendere l'esame del testo unificato delle proposte di legge che avevamo interrotto alcuni mesi fa.
  Ringrazio il Sottosegretario e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.