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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

XIV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 8 di Mercoledì 15 luglio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bordo Michele , Presidente ... 3 

Audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, nell'ambito dell'esame congiunto della «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell'UE (COM(2015)215 final)» e della «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Proposta di accordo interistituzionale «Legiferare meglio» (COM(2015)216 final)» ai sensi dell'articolo 126-bis del Regolamento:
Bordo Michele , Presidente ... 3 
Gozi Sandro (PD) , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei ... 3 
Bordo Michele , Presidente ... 6 
Berlinghieri Marina (PD)  ... 6 
Gozi Sandro (PD) , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei ... 6 
Bordo Michele , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE BORDO

  La seduta comincia alle 15.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, nell'ambito dell'esame congiunto della «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell'UE (COM(2015)215 final)» e della «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Proposta di accordo interistituzionale «Legiferare meglio» (COM(2015)216 final)».

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 126-bis, del Regolamento, l'audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, nell'ambito dell'esame della «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell'UE (COM(2015)215 final)» e della «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Proposta di accordo interistituzionale «Legiferare meglio» (COM(2015)216 final)».
  Do la parola al Sottosegretario Gozi.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei. È molto importante che, sei mesi dopo l'avvio formale della Commissione, la Commissione abbia presentato il pacchetto better regulation, nel quale la qualità del legiferare e della regolazione è considerata pienamente come una leva strategica per la competitività e la crescita. Viene cioè pienamente integrato il tema del semplificare, e quindi della lotta alla burocrazia e dell'impegno a semplificare le norme e i procedimenti europei, come uno strumento a servizio della crescita e della competitività e, dall'altra parte, è anche uno strumento per rafforzare e migliorare il dialogo tra l'Unione europea e i cittadini e tra l'Unione europea e le imprese.
  Questi due obiettivi mi sembrano molto importanti. La better regulation certamente diventerà un pilastro per quanto riguarda le riforme strutturali da adottare nel mercato interno.
  Occorre anche lavorare, come la Commissione propone e noi sosteniamo, per una piena sinergia tra il programma del legiferare meglio, le riforme del mercato interno – ricordo che il Governo, entro il 15 settembre presenterà alla Commissione europea le sue proposte, per quanto riguarda la nuova strategia per i beni e i servizi del mercato interno; lo dico al Parlamento nel caso volesse partecipare a questo esercizio – e il tema del piano per gli investimenti.Pag. 4
  Le tre cose strategicamente devono stare insieme, proprio perché la better regulation è al servizio di questi obiettivi, ossia crescita e competitività. Quindi, necessariamente deve essere integrata nella strategia del mercato interno, in particolare beni e servizi, e nell'attuazione del piano di investimenti Juncker, una delle cui condizioni di successo è proprio la semplificazione amministrativa.
  Questo è valido sia a livello europeo, che nazionale. È per questo che, dopo quell'inizio relativo al decreto «sblocca Italia», siamo impegnati a continuare il lavoro di semplificazione amministrativa. È uno degli strumenti per poter pienamente beneficiare del piano Juncker e quindi ha una rilevanza, come stavamo dicendo, sia strettamente europea, sia nazionale.
  In sostanza, è importante modificare quello che fa l'Europa, ma anche il modo in cui l'Europa agisce. Quindi, da questo punto di vista, è uno strumento per riformare l'Unione europea, che è uno degli obiettivi importanti.
  Tra gli aspetti più specifici del better regulation vi è innanzitutto il nuovo ruolo della consultazione, prevista in tutte le fasi del processo, sia nella fase di elaborazione delle proposte, sia dopo l'adozione da parte del Collegio dei commissari di una proposta, quindi con un ampliamento dell'importanza della consultazione dei vari soggetti interessati, pubblici e privati, e dei portatori d'interesse, con un'attenzione molto particolare alle piccole e medie imprese, tanto che viene introdotto un cosiddetto «SME test», ossia un test per le PMI specifico, all'interno delle valutazioni di impatto.
  Tutto ciò coinvolge il 99 per cento della realtà imprenditoriale dell'Europa, ed è molto importante, soprattutto per quanto riguarda la valutazione previa dell'impatto che una legislazione, una norma europea, può avere sulle piccole e medie imprese.
  È previsto anche, per quanto riguarda il lavoro, in termini non solo di piccole e medie imprese, ma anche economici, ambientali e sociali, per la previa valutazione di impatto e il costante monitoraggio sulla valutazione di impatto nel corso del processo decisionale, un regulatory scrutiny board, un comitato di valutazione sulla regolamentazione che deve appunto dare tutte le expertise, i pareri tecnici necessari, per potere valutare esattamente, in maniera specifica, quale sia il reale impatto della legislazione, della regolamentazione sul settore sociale, ambientale ed economico delle piccole e medie imprese.
  Per permettere di attuare in modo pieno e ambizioso l'agenda per la better regulation, la Commissione ha ripreso un lavoro che avevamo fatto nel rapporto sul miglior funzionamento dell'Unione, sotto la presidenza italiana, e anche il lavoro che avevamo fatto per il negoziato del nuovo accordo interistituzionale.
  Durante il nostro semestre eravamo arrivati molto vicini a un accordo interistituzionale proprio per migliorare la programmazione legislativa, in generale strategica, sia annuale che pluriannuale della Commissione europea.
  Riteniamo che questo debba essere fatto anche attraverso un dialogo più forte basato su un accordo tra le tre istituzioni: Commissione, Consiglio dei Ministri e Parlamento europeo.
  Non abbiamo concluso l'accordo lo scorso dicembre, perché all'ultimo momento il presidente del Parlamento europeo ha ritenuto che non ci fossero tutte le condizioni interne al Parlamento europeo stesso per la conclusione di questo accordo, però la Commissione ha ripreso il tema e stiamo lavorando adesso, sotto la presidenza lussemburghese, per arrivare a una conclusione che sosteniamo e auspichiamo, per un accordo interistituzionale che deve rafforzare l'attività di programmazione annuale e pluriannuale tra Commissione, Parlamento e Consiglio e deve migliorare le valutazioni di impatto su tutto il processo legislativo.
  Prima parlavamo del ruolo della Commissione di proposta legislativa. Quest'accordo dovrebbe estendersi a tutto il processo legislativo e quindi andare oltre la fase di preparazione della proposta. Dovrebbe Pag. 5essere accompagnato da delle valutazioni d'impatto, i cui risultati finali devono essere resi pubblici.
  Ci sarà anche un sito apposito, legato a quest'attività di better regulation, in cui i cittadini, le imprese e tutti i soggetti interessati potranno vedere le valutazioni di impatto fatte, se concludiamo questo accordo interistituzionale, durante tutto l’iter legislativo.
  Sapete benissimo infatti che, anche se la valutazione di impatto negativo è zero, sull'ambiente, sul sociale o sulle piccole e medie imprese nel momento in cui la Commissione presenta la proposta legislativa, spesso, soprattutto attraverso il lavoro emendativo del Parlamento europeo, gli oneri aumentano proprio nel corso dell’iter legislativo.
  È accaduto spesso, quindi è importante avere nell’iter legislativo una valutazione di impatto. Poi ovviamente il Parlamento europeo nella sua piena sovranità sarà libero di proseguire nella sua attività emendativa, ma almeno tutti quanti, a partire dai nostri colleghi europei, sanno qual è l'impatto specifico di questo o quell'altro emendamento e quali sono gli eventuali ulteriori oneri economici, sociali o amministrativi che un certo intervento emendativo può comportare.
  Si prevede poi l'ampliamento, anche a livello interistituzionale, della consultazione dei portatori di interesse, i cosiddetti stakeholders, e anche di rafforzare la valutazione ex post della legislazione. Pertanto, una volta che un atto è approvato, quando lo si attua a livello amministrativo ed esecutivo, si procede a una valutazione anche di questo attraverso un rafforzamento del cosiddetto programma Refit, che già esiste e che vogliamo rafforzare proprio per una regulatory fitness, una regolamentazione snella.
  È chiaro che l'obiettivo politico più ampio è di stabilire un equilibrio che abbiamo perso per una decisione che il Consiglio dei ministri – che noi riteniamo sbagliata come Governo italiano – prese nel 2010, quando ci fu un primo negoziato tra Commissione e Parlamento per l'accordo interistituzionale. Il Consiglio dei ministri all'epoca ritenne di non dover partecipare a questi negoziati e oggi c’è uno squilibrio notevole, dato che il Parlamento europeo ha molte più possibilità di influenzare la programmazione legislativa annuale e pluriannuale della Commissione; mentre non altrettante possibilità sono date al Consiglio dei ministri.
  Quindi, per noi è molto importante che venga fatto questo accordo interistituzionale. È una questione che discutiamo in seno al Consiglio affari generali e che al Parlamento europeo sarà trattata da Guy Verhofstadt che è stato da poco nominato relatore per il Parlamento europeo, per negoziare quest'accordo interistituzionale.
  Per quanto riguarda la domanda specifica in questo contesto della collega Berlinghieri, cioè se vi sia il rischio di abbassare la tutela dei consumatori in questo lavoro di semplificazione, riteniamo assolutamente di no. Del resto, il pacchetto sulla better regulation recepisce le indicazioni che, anche su iniziativa dell'Italia, sono contenute nelle conclusioni sulla smart regulation del Consiglio competitività del 4 dicembre 2014.
  Ero io a presiedere il Consiglio competitività in quel momento e, in base a tali conclusioni, abbiamo deciso che la semplificazione non può in alcun modo abbassare i livelli di protezione dei consumatori, della salute, dell'ambiente e dei lavoratori. Quindi, abbiamo già messo una clausola di salvaguardia più ampia del tema che lei sollevava, ma che include pienamente anche il tema dei consumatori.
  Tra l'altro, è evidente che, insistendo sul principio di proporzionalità e di trasparenza, concretizzati anche nella creazione di un portale specifico, attraverso il quale si potranno monitorare tutte le fasi delle proposte legislative, e la maggiore insistenza sulla partecipazione, attraverso anche una maggiore qualità del modo in cui vengono organizzate le consultazioni sono tutti strumenti che daranno la possibilità ai consumatori e alle loro associazioni di intervenire ancora di più durante tutto il processo legislativo.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  MARINA BERLINGHIERI. Intanto grazie al sottosegretario che ha già pienamente risposto ai punti che sollevavo nella relazione. Mi rimane soltanto un'altra questione da risolvere.
  Crediamo davvero che questo sia uno dei programmi che va a pieno titolo nel senso di quelle riforme di ampio respiro di cui l'Europa ha bisogno.
  Tutti ci rendiamo conto quotidianamente come un eccesso di legislazione finisce poi per irrigidire e creare la negazione di un contesto semplice e sicuro che invece è favorevole per la competitività delle imprese, per gli investimenti e per la crescita. Quindi, salutiamo con grande favore questa comunicazione.
  Mi chiedevo, rispetto al tema della semplificazione e della valutazione ex ante ed ex post che viene molto richiamata nel documento, se questa sarà demandata alle istituzioni europee, che ruolo avranno i Parlamenti nazionali e i Governi nazionali rispetto alle situazioni specifiche dei singoli Paesi.
  Mi spiego: è chiaro che nel momento in cui diciamo che dentro questa better regulation viene specificata un'attenzione alle piccole e medie imprese, la realtà e la situazione delle piccole e medie imprese italiane è molto diversa da quella delle piccole e medie imprese di altri Stati membri. Quello che per noi è medio in altri Stati è micro e quello che per noi è grande in altri Stati è medio. Quindi, la valutazione di impatto per le risultanze di alcuni processi legislativi in alcuni Stati membri può essere diversa da quella dell'impatto nel nostro Paese.
  Faccio un esempio rispetto al tema delle etichettature nel settore agroalimentare. La direttiva del miele, che abbiamo appena approvato nella legge di delegazione, metteva in evidenza come la direttiva europea preveda un certo tipo di etichettatura e nel nostro Paese ci sarebbe un vantaggio per i produttori a segnalare la derivazione e la provenienza magari anche in modo più specifico. Allora, come si prevede di agire in questo senso ? Ci sarà, nelle valutazioni di impatto che vengono fatte a livello europeo, anche un ruolo che il Governo nazionale, che i Parlamenti nazionali potranno svolgere, oppure verrà fatta una valutazione ex ante ed ex post semplicemente a livello europeo cercando di fare un po’ un profilo medio di impatto per i vari Paesi, senza poi entrare nel dettaglio delle situazioni differenziate ?
  Lo dico, perché questo potrebbe creare, invece che un vantaggio per la competitività delle imprese, situazioni che nello specifico potranno essere anche di svantaggio.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei. L'onorevole Berlinghieri vuole un'Europa totalmente mamma, ma non lo è.
  L'Europa è qualcosa che responsabilizza, ma che non tratta come una mamma né gli Stati, né i Governi, né i Parlamenti, però certamente ci sono delle risposte alla questione che lei ha sollevato. Anzitutto, come ho cercato di spiegare, l'accordo better regulation non riguarda solo la Commissione, ma le tre istituzioni; tanto che vorremmo addirittura fare un accordo interistituzionale.
  Riguardando le tre istituzioni, concerne anche il Consiglio dei ministri e di conseguenza i suoi membri, cioè i governi, che certamente sono parte integrante e devono essere anche parte attiva per quanto riguarda tutto il lavoro che ho detto che la Commissione propone di fare circa la valutazione di impatto, la riduzione degli oneri eccessivi, la semplificazione della legislazione.
  Si intende e si spera, dunque, che quando un Governo prende posizione sulla valutazione di impatto abbia fatto una pre-valutazione a livello nazionale. Ecco perché dicevo che l'Europa non è la mamma.
  L'Europa, in questo caso la Commissione europea, e come Consiglio stiamo lavorando per dare la possibilità, ma poi è Pag. 7chiaro che dipende dai singoli Stati membri. La possibilità c’è ed è prevista dal better regulation.
  È anche prevista la possibilità che ogni istituzione, quindi anche il Consiglio dei ministri, chieda a un gruppo indipendente di valutare i fattori eventuali di aggravamento degli oneri, a seguito di qualunque emendamento sostanziale apportato dalla proposta della Commissione e quindi tenere conto degli eventuali lavori di valutazione di impatto esistenti.
  Poi c’è una proposta che è fatta apposta per voi, per i Parlamenti nazionali e in particolare è per le Commissioni che si occupano della Comunità europea, perché gli Stati membri sono esortati da questa Europa a recepire il diritto dell'Unione europea senza goldplating ingiustificati.
  Voi capite che certamente questo è – tra l'altro, l'abbiamo messo anche nella legge n. 234 del 2012 il divieto di goldplating – pienamente nelle vostre responsabilità, dato che il lavoro di recepimento passa in particolare attraverso questa Commissione. Nella valutazione della Commissione, il goldplating può introdurre degli oneri eccessivi.
  Lei faceva riferimento all'esempio classico del fatto che le medie imprese in Germania hanno oltre 250 dipendenti, mentre in Italia quando si hanno 300 dipendenti si è già in una categoria diversa. Tutto questo certamente fa parte del lavoro che bisogna fare nell'elaborazione della normativa, però c’è anche un lavoro e degli svantaggi competitivi che spesso a livello nazionale vengono imposti, creando degli oneri normativi ulteriori nel momento in cui si recepiscono le direttive e le norme europee, come il cosiddetto fenomeno del goldplating, che anche in Italia ha colpito spesso gli operatori economici, le piccole e medie imprese, per cui siamo esortati a migliorare il nostro modo di lavorare.
  Questo – lei concorderà – non dipende dalla Commissione europea che ha fatto anche molto esortandoci, ma dipende dall'assunzione di responsabilità che ognuno di noi parlamentari deve assumere al momento in cui recepisce queste normative.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il nostro ospite per la disponibilità manifestata, dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.