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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 88 di Mercoledì 2 marzo 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gaia Checcucci (Svolgimento e conclusione):
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 3 ,
Nugnes Paola  ... 5 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 5 ,
Nugnes Paola  ... 5 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 5 ,
Nugnes Paola  ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Nugnes Paola  ... 6 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 6 ,
Nugnes Paola  ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 6 ,
Nugnes Paola  ... 6 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 6 ,
Nugnes Paola  ... 9 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 10 ,
Arrigoni Paolo  ... 12 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 12 ,
Arrigoni Paolo  ... 12 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 12 ,
Arrigoni Paolo  ... 12 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 ,
Puppato Laura  ... 13 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 14 ,
Nugnes Paola  ... 14 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 14 ,
Nugnes Paola  ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 15 ,
Rado Linda , Rappresentante di Sogesid ... 16 ,
Puppato Laura  ... 16 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 ,
Puppato Laura  ... 16 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 ,
Puppato Laura  ... 16 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 ,
Puppato Laura  ... 16 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 16 ,
Cominelli Miriam (PD)  ... 16 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 16 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 16 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 17 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 17 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 17 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 17 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 17 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 18 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 18 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 18 ,
Rado Linda , Rappresentante di Sogesid ... 18 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 18 ,
Nugnes Paola  ... 19 ,
Rado Linda , Rappresentante di Sogesid ... 19 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 19 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 19 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 19 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 19 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 19 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 19 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 19 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 20 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 20 ,
Checcucci Gaia , Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 20 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 20 

(La seduta, sospesa alle 15.35, è ripresa alle 15.40) ... 20 

Comunicazioni del presidente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione del direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gaia Checcucci.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale per la salvaguardia del territorio e dell'acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la dottoressa Gaia Checcucci, accompagnata dall'ingegner Linda Rado, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti e alle bonifiche e al ciclo della depurazione delle acque. In particolare, l'audizione odierna si inserisce nell'ambito dell'approfondimento che, come Commissione, stiamo svolgendo sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica nei Siti di interesse nazionale presenti nel Paese (quindi, può darsi, dottoressa, che ci vedremo ancora per parlare di altri siti), con specifico riferimento, in questo caso, alla sito di Bussi sul Tirino, dove una delegazione della Commissione si è recata in missione lo scorso 28 maggio.
  Si tratta di un approfondimento di particolare rilevanza, in ordine al quale la Commissione si accinge a predisporre una specifica relazione da trasmettere al Parlamento. Stiamo facendo ciò poiché, al di là dell'importanza della bonifica, ci sono una serie di questioni legate anche a un processo che si è prolungato nel tempo, con indagini che sono ancora aperte o verranno riaperte (almeno così sembrerebbe). Inoltre, ci sono anche diverse questioni relativamente alla reindustrializzazione del sito, per cui, tra l'altro, sono stati stanziati soldi importanti (c'erano, se non erro, più di 40 milioni di euro, che adesso sono diventati 39 o 38 milioni, che sono, ovviamente, soldi pubblici).
  Ci interessa capire, dal punto di vista del Ministero, oltre lo stato dell'arte e della situazione, essendo un sito di interesse nazionale, quale sia la posizione del Ministero, che non è secondaria, nella fase successiva, visto che sappiamo, per via delle notizie di stampa e non solo, di interventi da parte delle diverse istituzioni, per cui sarebbe in atto una sorta di accordo di programma per la reindustrializzazione del sito. Non le nascondo che noi, nelle diverse audizioni che abbiamo finora svolto in proposito, sia con il commissario straordinario che con il suo predecessore, avevamo sollevato qualche riserva, soprattutto per il fatto che c'erano delle visioni, rispetto ad alcune operazioni, sia con riferimento alla messa in sicurezza o alla bonifica, sia ad una ipotetica reindustrializzazione, molto differenti tra il Ministero e il commissario straordinario. Ciò, nell'ambito di un rapporto dialettico ci può anche stare ma, vista la vicenda dall'esterno, noi abbiamo sottolineato che non era un segnale Pag. 3 positivo il fatto che il Governo, nelle sue diverse articolazioni, si esprimesse in maniera assolutamente differente rispetto a un tema che, dalla popolazione locale, è molto sentito. Questa è una delle tante questioni che stiamo vedendo, quindi ci interessa capire quale sia ad oggi lo stato dell'arte e la posizione della Ministero rispetto a questo tema. Cedo la parola alla dottoressa Checcucci per lo svolgimento della sua relazione, cui seguiranno le domande da parte dei commissari.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, presidente. Faccio volentieri il punto della situazione. Tra l'altro, vi anticipo che ho predisposto una nota – che lascerei agli atti della Commissione – che potrà esservi utile laddove non ci fosse il tempo in questa audizione di ripercorrere, come ho intenzione di fare, i passaggi più importanti. Non a caso è qui con me anche l'ingegner Rado, collaboratrice della divisione competente della mia direzione e tecnico istruttore del sito in questione, che quindi rappresenta lo storico di tutto ciò che è successo in questa intricata vicenda.
  Mi consenta questa notazione: io ho preso servizio, come sapete, a fine dicembre e ho già incontrato vari soggetti della comunità di Bussi; nella fattispecie sia il vicepresidente della regione, sia, successivamente, il sindaco stesso, quindi già mi sono trovata davanti a questa situazione. Dico ciò per sottolineare l'attenzione da parte del Ministero, ma anche la richiesta da parte del territorio di avere un confronto cui ho ritenuto di dover dare seguito, forte di uno storico di cui prendo atto e che sarà mia cura ripercorrere fino ai giorni odierni. Lei, presidente, mi faceva presente un'audizione che si è tenuta con il mio predecessore, ma anche una vostra diretta presa d'atto della situazione in loco, quindi ho chiesto all'ingegner Rado di essere qui oggi per qualunque precisazione di carattere anche tecnico su alcune evidenze che, già nell'esposizione della relazione, andrò a toccare. In ciò che rimetto agli atti, probabilmente, qualcosa vi è già che sicuramente noto, ma c'è anche un'attualizzazione, fino ai giorni nostri, che per quanto mi riguarda, decorre dal momento in cui io ho sostituito l'avvocato Pernice. Vi è poi anche da una nota, cui ho dato seguito, per coerenza con ciò che costui aveva scritto prima, in riferimento all'accordo di programma cui lei faceva cenno e il cui contenuto, sostanzialmente, è analogo a quello del mio predecessore. Inoltre, ci sono stati ulteriori passaggi che non trovano evidenza in nessuna nota scritta. Si è quindi tenuto questo confronto, richiesto dal comune di Bussi e, ancora una volta, alla presenza del vicepresidente della regione – che peraltro avevo già incontrato il 28 di gennaio – avente ad oggetto le valutazioni che già il Ministero aveva anticipato con l'avvocato Pernice e che io ho successivamente reiterato ed esposto, ancora una volta, a voce alla presenza della delegazione e di un tavolo di lavoro (lo definisco tale perché quell'incontro è stato un tavolo di lavoro). Tra l'altro, mi consenta di aprire una parentesi, unicamente perché sulla stampa – l'ho visto anche io – sono state riportate alcune mie dichiarazioni sul fatto che a breve si sarebbe chiuso – lo avrei detto io – l'accordo di programma. Io non ho rilasciato dichiarazioni: quello era un tavolo di lavoro cui ha partecipato anche l'ingegner Rado e che credo sia durato tre ore e mezzo, quindi sappiamo bene gli argomenti che abbiamo affrontato. Sinceramente non ho rilasciato dichiarazioni su quando questo accordo di programma sarebbe stato chiuso o meno, anche perché, in quell'occasione, come anche adesso, peraltro, mi interessava approfondire alcuni aspetti che non trovano ancora risposta. Dico ciò anche alla luce di un'ulteriore nota, che ci è arrivata due giorni fa da parte di ARTA Abruzzo, che ritorna, appunto, a sottolineare come sia sulla matrice suolo, sia sulla matrice acqua, ci siano delle perplessità e quindi la necessità di ulteriori approfondimenti, che ad oggi non hanno trovato risposta. Dico questo per circostanziare, se lei è d'accordo, quello su cui mi vorrei concentrare nel corso di questa audizione. Per arrivare all'oggi, io non posso che partire da questo accordo di programma Pag. 4 di cui si parla e che è all'attenzione non soltanto della comunità, ma un po’ di tutti, anche e soprattutto del Ministero, visto che gli è stato sottoposto. Come voi sapete, infatti, l'accordo è stato sottoposto una prima volta a fine ottobre, quando non c'ero ancora io e la direzione, nella persona dell'avvocato Pernice, ha ritenuto di dare immediato riscontro a questa proposta che veniva dal sindaco di Bussi. Sottolineo ciò e mi permetto anche di dire che ci sono state posizioni, anche differenti, sia da parte del comune di Bussi, sia della regione nella persona del suo vicepresidente. Questa è un'evidenza che ho riscontrato.
  Inoltre, il tentativo era quello di capire non solamente come poter armonizzare in prospettiva i vari soggetti istituzionali interessati, ma anche capire quali erano le osservazioni e le eccezioni che essi muovevano, l'uno nei confronti dell'altro, soprattutto, nella fattispecie, per la proposta del comune di Bussi. Si tratta di una proposta di un accordo di programma alquanto particolare, senza nessun accezione. Quello che viene proposto è un accordo di programma particolare e poi vedremo come si è sviluppato nelle varie bozze (infatti, siamo alla quarta bozza, cioè all'ultima bozza allegata alla conferenza di servizi convocata dal presidente della regione D'Alfonso). Come dicevo, si tratta di un accordo di programma alquanto particolare: non è un accordo di programma che può definirsi ai sensi dell'articolo 252-bis, anche perché il comune di Bussi non rientrava tra i siti di interesse nazionale nel 2007. È una bozza di accordo su cui abbiamo concordato un accordo di programma, che si può effettivamente sviluppare tenendo conto dei contenuti e dello schema di accordo medesimo, quindi con la presenza anche del Ministero dello sviluppo economico, che è un elemento mancante perché ancora non è stato coinvolto. Si può quindi tranquillamente fare, laddove vi sia la definizione del contenuto e – su questo stiamo ancora lavorando, per cui metto le mani avanti – come cornice giuridica tale accordo di programma potrebbe andare, anzi va bene di sicuro. Lo schema è ancora quello dell'articolo 252-bis ma, attenzione, il sito d'interesse nazionale di Bussi è stato individuato nel 2008, quindi non rientra fra i siti di interesse nazionale individuati fino al 2007, su cui si può costruire lo schema dell'articolo 252-bis. Vorrei aggiungere, rispetto all'oggi e in riferimento all'accordo di programma, che la legge di stabilità, all'articolo 1, comma 815, prevede appunto un dispositivo dedicato al sito d'interesse nazionale di Bussi sul Tirino. Devo dire che la legge di stabilità non entra nel merito e che, in genere, c'è un'attribuzione di poche – consentitemelo – risorse sulle bonifiche.
  Nel caso di Bussi, c'è il frutto di un emendamento, per cui, nella legge di stabilità, di fatto, si prevede la proroga del commissario Goio fino al 30 giugno del 2016 – quindi a breve – ma si dice anche che «decorso il suddetto termine, il capo del dipartimento della Protezione civile» disciplina la modalità della cessazione delle funzioni del commissario delegato. In merito, apro una parentesi. Come sapete c'è stata una serie di ordinanze della Protezione civile che, dal 2007, si sono reiterate, confermando ed estendendo le competenze del commissario Goio, il quale all'inizio si occupava solo dei rifiuti e addirittura delle acque sulla parte dell'Aterno; pian piano, tali competenze si sono sommate fino ad arrivare, nel 2012, all'individuazione delle sue competenze sul progetto di bonifica del sito di interesse nazionale di Bussi.
  Nello storico e nella coerenza delle precedenti OPCM, la legge di stabilità prevede che il commissario debba provvedere entro il 30 giugno 2016 ad avviare, sulla base di appositi bandi di gara, interventi finalizzati all'attività di bonifica e di messa in sicurezza del sito di interesse nazionale di Bussi. Decorso il predetto termine, sarà il capo del dipartimento della Protezione civile che disciplinerà le modalità di cessazione delle funzioni del commissario e il trasferimento della competenza di nuovo in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. In effetti, la legge di stabilità dice che eventuali risorse residue – lo cito perché si parlava prima dell'articolo 252-bis – siano versate all'entrata Pag. 5 di bilancio per essere riassegnate al capitolo di spesa del Ministero, al fine di essere usate, sulla base di un apposito accordo di programma, per interventi di bonifica del sito di interesse nazionale di Bussi, così come individuati anche ai sensi e con il procedimento di cui all'articolo 252-bis. Il legislatore immagina, dopo il 30 giugno del 2016, un commissario ordinario con la possibilità e con la prospettiva di predisporre un accordo di programma sullo schema dell'articolo 252-bis che, come dicevo prima, pur non essendo individuato, è di fatto disposto dal legislatore.
  Inoltre, il legislatore prevede la possibilità, da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, quindi dei soggetti istituzionali, di predisporre e di lavorare con i fondi residui che non avrà usato il commissario e che, come lei ricordava, sono 50 milioni di euro, attribuiti con l'OPCM – se non sbaglio del 2012 – e con un bando di gara per l'importo di 38 milioni e mezzo. I residui potranno essere usati e dovranno essere utilizzati all'interno dell'intesa istituzionale utilizzata per la bonifica e la reindustrializzazione del sito di interesse nazionale.

  PAOLA NUGNES. L'OPCM prevedeva una cifra di?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. È attribuito il compito ai commissari dalle varie OPCM; poi c'è la legge del 2011 che prevede 50 milioni...

  PAOLA NUGNES. Ma per il progetto e la bonifica?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per avviare la bonifica, visto che si parla di bonifica. Mi riferivo alle OPCM che si erano avvicendate dal 2007 e che, di fatto, sono quella del 2006 sull'acqua e quella del 2007 sulla discarica abusiva Tre monti in località Bussi, tristemente famosa. Successivamente c'è stata una serie di decreti della Presidenza del Consiglio che prorogano lo stato di emergenza legata alla crisi di natura socio-economica-ambientale (questa è la dizione del comune).
  La legge del 2011 interviene, appunto, nell'attribuire e nel definire, in capo al commissario, «gli interventi di bonifica e messa in sicurezza che dovranno essere prioritariamente attuati nelle aree industriali dismesse e siti limitrofi, al fine di consentire la reindustrializzazione». Nel dispositivo si parla di 50 milioni di euro e, specificatamente, 15 milioni di euro nel 2011, 20 milioni di euro per il 2012 e 12 milioni di euro per il 2013, a valere sulle risorse. Per completezza del quadro normativo di riferimento, vorrei precisare che interviene la legge n. 221 del 2012, laddove si prevede che, ai fini della ripresa produttiva e occupazionale delle aree, il commissario debba proseguire le proprie attività fino al completamento degli interventi previsti.
  Successivamente c'è di nuovo l'ordinanza, nel 2013, del capo del dipartimento della Protezione civile, per favorire il regolare subentro della regione Abruzzo nelle iniziative finalizzate alla reindustrializzazione dell'area in questione, qualificata come area di crisi socio-economica-ambientale. In tale ordinanza si dettagliano una serie di adempimenti, tra cui anche quello del commissario Goio di relazionare semestralmente sullo stato di avanzamento dell'attività al capo del dipartimento della Protezione civile, in riferimento all'attuazione degli interventi, di cui all'ordinanza, con relativo quadro economico che era richiamato nella legge che ho citato prima. Questo è il quadro normativo precedente, fino ad arrivare all'oggi, con la legge di stabilità, che prevede sostanzialmente il termine del 30 giugno del 2016 e poi quell'eventuale...

  PAOLA NUGNES. Il termine del 30 giugno è per le gare?

  PRESIDENTE. Il termine del 30 giugno è previsto nella legge di stabilità per la Pag. 6chiusura del commissariamento e il passaggio in via ordinaria.

  PAOLA NUGNES. Ma il commissariamento è finalizzato alla realizzazione dei bandi di gara?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. All'avvio del progetto di bonifica, con relativi bandi di gara.

  PAOLA NUGNES. Quindi, a bando di gara il progetto?

  PRESIDENTE. L'ha già fatto!

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. L'ha già fatto.

  PAOLA NUGNES. La dottoressa ha precisato «al 30 giugno 2016, finalizzato alla realizzazione di bandi di gara».

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. La legge di stabilità del 2016 recita che «il commissario provvede, entro il 30 giugno 2016 ad avviare», leggo testualmente, «sulla base di appositi bandi di gara» – quindi usando lo strumento del bando di gara – «gli interventi finalizzati all'attività di bonifica e messa in sicurezza del sito di interesse nazionale di Bussi, secondo le priorità e gli scopi». Questo dice la legge di stabilità.
  Personalmente sottolineavo «entro il 30 giugno del 2016» perché la legge di stabilità recita: «decorso il predetto termine, il capo del dipartimento della Protezione civile», disponendo, quindi, con le economie eventuali, in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la promozione di un accordo di programma sullo schema dell'articolo 252-bis. Questa è la previsione della legge di stabilità. Gli altri dispositivi sono quelli di cui vi ho dato lettura, per cui, se volete, non ho nessun problema a lasciarvi i vari dispositivi normativi che si sono avvicendati. Ho ritenuto opportuno precisare il quadro normativo, anche perché l'affermazione della legge di stabilità deve trovare una conciliazione rispetto alle attività che vi sono e quindi anche all'accordo di programma, non soltanto da un punto di vista contenutistico ma anche di proiezione temporale. Da una parte prendo atto che il legislatore abbia dato il termine del 30 giugno 2016, dall'altra prendo atto dell'accordo di programma, nella sua ultima versione. Ora, entriamo, se volete, nel merito delle bozze, soprattutto quelle più recenti. La terza bozza, tra fine gennaio e i primi di febbraio, è quella su cui si è tenuto un tavolo di lavoro al Ministero. La quarta bozza di quest'accordo, invece, è allegata alla convocazione della conferenza di servizi da parte del presidente della regione.
  Come dicevo, lo scenario che si configura all'interno di queste bozze di accordo è sicuramente uno scenario che, in realtà, prospetta, implicitamente, una prosecuzione di un'attività commissariale perché, a parte il discorso del bando su questi 38 milioni e mezzo, prospetta un termine per la realizzazione di questa attività di 810 giorni.
  Anche nelle bozze dell'accordo di programma ci sono una serie di evidenze contenutistiche, che fanno capire una proiezione sicuramente più lunga rispetto al 30 giugno 2016. Innanzitutto, nell'accordo di programma si attribuiscono al commissario una serie di compiti, sia di coordinamento, in materia di questo accordo, sia di realizzazione degli interventi nonché di rendicontazione periodica, le cui tempistiche appaiono difficilmente compatibili con questa scadenza fissata dalla legge stabilità. Questa è la prima notazione su cui fare una riflessione.

  PRESIDENTE. Noi le chiederemo di avere le bozze. Vi faremo una richiesta formale per acquisire queste bozze.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle Pag. 7acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Assolutamente. Vorrei ribadire, per essere oltremodo chiara, se non lo sono stata, che questo bando di gara per l'affidamento dei lavori è un progetto preliminare di bonifica, quindi, è in gara un progetto preliminare di bonifica delle aree esterne. L'oggetto è costituito dalla bonifica e dalla rimozione dei rifiuti, cioè quello che è necessario fare sul sito. Questo bando di gara è stato pubblicato il 16 dicembre del 2015 con un importo complessivo di appalto di 38 milioni e mezzo. La fase di ultimazione dell'appalto è prevista entro giugno e i tempi di esecuzione dell'appalto sono di 810 giorni. Queste sono le coordinate del bando. Come dicevo prima, ci sono vari step dell'accordo di programma. Una prima versione dell'accordo, a cui risponde l'avvocato Pernice, il mio predecessore evidenziando una serie di criticità, di lacune e di aspetti che ancora meritano di essere chiariti (anche nel ruolo dei privati che compaiono fin dall'inizio ma che non sono ancora individuati) e che riguarda, come sapete, l'aspetto della cessione delle aree (poi, se volete, entriamo nel merito specifico di tale aspetto). Comunque, la proposta di accordo di programma, in sintesi, ruota attorno a tre grosse questioni. La prima questione riguarda il trasferimento a titolo gratuito delle aree di proprietà Solvay che ricadono nel sito interesse nazionale. In merito, c'è una definizione ancora vaga delle aree rispetto al comune di Bussi. Si tratta di un trasferimento da Solvay al comune di Bussi e/o a una società di trasformazione urbana promossa dallo stesso ente. Sostanzialmente, questa è la terza bozza cui facevo riferimento.
  La seconda riguarda l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree esterne e interne, cioè della famosa area ex Medavox, che probabilmente avete visto e che conoscete, allo stabilimento Solvay, progettati e approvati dal commissario e finalizzati alla reindustrializzazione delle medesime aree. Il terzo punto è la cessione a prezzo di mercato del diritto reale di superficie sugli impianti mobili e sui beni aziendali a un soggetto. Si tratta del gruppo Uniholding, nello specifico di Unichimica, individuato dopo una manifestazione di interesse da parte del sindaco di Bussi, quindi selezionato attraverso questa procedura che viene qualificata come «avviso di manifestazione di interesse». I soggetti invitati dalle risultanze delle bozze a sottoscrivere l'accordo di programma erano il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il commissario straordinario, il presidente della regione, il sindaco del comune di Bussi. Questo vale anche per la terza bozza, che abbiamo discusso in questo tavolo di lavoro e abbiamo affrontato per verificare se ancora persistevano aspetti poco chiari rispetto alle precedenti bozze, su cui erano peraltro state chieste delucidazioni e integrazioni, e su cui anch'io e il mio predecessore avevamo ravvisato, con una nota che ho sostanzialmente reiterato nei contenuti condividendola appieno, alcune criticità o comunque necessità di approfondimento che dal testo non promanavano.
  Abbiamo affrontato, non a caso, il giorno dopo che ci è stata consegnata, la terza bozza per discuterla insieme e per comunicare direttamente, anziché scrivere, che ancora c'erano aspetti non completamente chiari, sui quali il Ministero aveva bisogno di avere invece delle evidenze molto chiare e che ora vorrei illustrarvi brevemente.
  Nelle precedenti bozze che erano trasmesse era prevista la partecipazione anche dei privati, essendo Solvay, Unichimica ed altri i soggetti individuati. Tuttavia, in questa terza bozza i soggetti privati scompaiono e nella quarta bozza ricompaiono come soggetti in quello che si chiama comitato di controllo dell'accordo. Anche come partecipazione di soggetti, parliamo di una partecipazione che varia a seconda delle varie bozze. La bozza del 28 gennaio 2016, affrontata in sede ministeriale in questo tavolo di lavoro, prevede – reiterandolo nella quarta, come vedremo, ma con alcune variabili – la cessione da parte di Solvay a titolo oneroso, a prezzo di mercato, della Solvay chimica Bussi Spa, del diritto di superficie, dei beni mobili e Pag. 8immobili, compresa la concessione idroelettrica, a questo soggetto individuato, cioè Unichimica-Uniholding Spa, selezionato dal comune a seguito di questa manifestazione di interesse. Tale bozza prevede anche la corresponsione di un ristoro, nei confronti del comune di Bussi, da parte del soggetto individuato, dopo la manifestazione di interesse di Unichimica-Uniholding, per la concessione idroelettrica ceduta da Solvay. In sostanza, Solvay cede la concessione idroelettrica e anche il comune di Bussi ha diritto a un ristoro. Inoltre, c'è un aspetto molto delicato sul TAF, cioè sul trattamento delle acque, che, se mi è consentito dirlo, è un aspetto delicatissimo di questa vicenda, per il quale è importantissimo che venga proseguita questa valutazione tecnica (perciò lo vorrei rafforzare ancora di più, anche alla luce di alcune evidenze che ci vengono da parte dell'ARTA regionale). Si prevede l'impegno, quindi, da parte di Solvay di sopportare, per sei anni, ogni onere e costo di gestione di questo impianto, cioè il TAF, maggiorato del 5 per cento e corrisposto con cadenza annuale alla Unichimica-Uniholding Spa, deputata alla gestione. Decorsi i sei anni, ogni onere e costo di questo impianto di trattamento, cioè un milione di euro all'anno e con attività in corso per il raddoppio del potenziamento di questo impianto di trattamento, che per la parte interna allo stabilimento è determinante per il contenimento, sarà sopportato direttamente dall'azienda subentrante. Inoltre, qualora l'Unichimica-Uniholding, cioè il soggetto individuato, per qualsiasi ragione o caso dovesse dismettere, trasferire o abbandonare il sito, per consentire al comune la copertura dei costi di gestione del TAF, l'accordo prevede la cessione gratuita, a favore del comune e delle aree, dei beni funzionali alla predetta concessione idroelettrica. In sostanza, si ipotizza che con la concessione idroelettrica e con i proventi della stessa, il comune, laddove il soggetto individuato se ne vada, possa riuscire a pagare il TAF. L'impegno da parte di Solvay è quello di mettere a disposizione del commissario straordinario la somma di 6 milioni di euro per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza dell'area ex Medavox, quindi, di una parte delle aree interne allo stabilimento, in sostituzione dell'attività relativa al capping, che è già in corso di implementazione.
  Si tratta di un'altra attività che, come potete capire, è importante per il contenimento, sia per la parte del suolo, sia per la parte dell'acqua, che è in corso di implementazione sulle aree esterne, a monte dello stabilimento industriale, ove pervenga, da parte il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, un'indicazione di interruzione alla realizzazione del capping medesimo, in ragione della sua incompatibilità con i progetti commissariali. Sul capping mi permetto di sottolineare che noi, come Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in questo caso, abbiamo chiesto, reiterato e confermato, anche recentemente, che sulle misure di prevenzione sulle aree esterne, a monte dello stabilimento, erano pervenute al Ministero delle richieste da parte del commissario straordinario delegato in cui si chiedeva a Solvay la sospensione dell'esecuzione del capping, in quanto sostanzialmente ritenuto incompatibile con gli interventi progettati dalla struttura commissariale. Come sapete, a un certo punto il commissario è intervenuto, nonostante l’iter istruttorio in corso, per assumere e avocare a sé la titolarità e la responsabilità del procedimento di approvazione dei progetti fatti predisporre, nelle sue competenze di commissario delegato ai sensi dell'OPCM, nonché di autorizzazione dei relativi interventi di bonifica e messa in sicurezza. Infatti è lo stesso commissario che decide di presiedere, convocandola il 15 giugno di quest'anno, una conferenza di servizi dove approva i progetti preliminari riguardanti la reindustrializzazione dell'area in oggetto, quindi, della ex Medavox interna allo stabilimento, così come tutti gli interventi di bonifica delle aree di Solvay in Bussi.
  Su quei progetti la direzione del Ministero aveva inviato delle osservazioni con delle note, a maggio e successivamente a giugno, con allegati i pareri di ISPRA e dell'ISS. Tuttavia, nel verbale della conferenza, Pag. 9 a questa posizione espressa dal Ministero e dettagliata, con valutazioni di ciò che stava per essere approvato in conferenza dei servizi, non ci sono riferimenti. Ritornando alle misure – e a proposito del capping, perché la questione riguardava anche questo – abbiamo evidenza che il commissario avrebbe chiesto a Solvay di sospendere il capping perché non ritenuto una misura coerente o comunque consona con gli interventi progettati dalla struttura commissariale. La direzione ha dato riscontro immediatamente al parere, per tre volte, e ha evidenziato che la finalità delle misure di prevenzione è quella di impedire la diffusione della contaminazione, nelle more del completamento degli interventi, e che la sospensione, anche solo parziale – lo sottolineo – di queste misure, è giustificabile soltanto se c'è un'effettiva esecuzione degli interventi di bonifica.

  PAOLA NUGNES. È il capping che il commissario ha dichiarato non compatibile con il progetto, non il TAF?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sul TAF c'era solo la questione – richiamata – dell'importanza e della prosecuzione delle attività per un milione di euro e vi ho dato lettura di come ciò viene gestito, per questo accordo di programma, nella terza bozza. Sul capping, mentre riassumevo il contenuto dell'accordo, ho aperto una parentesi perché c'è stata la questione relativa ad alcune evidenze di cui noi siamo stati destinatari. Il commissario aveva fatto presente a Solvay che il capping non era necessario, per cui la direzione, con tre note, ha detto che forse questo non è necessario e che lo sarà, semmai, quando ci sarà una bonifica; nel mentre, però, si tratta di una misura di prevenzione molto importante, altrimenti si rimane scoperti (ho detto ciò anche per dettagliare aspetti che sono particolarmente delicati).
  Tornando ora alla bozza, io ho fatto un passo indietro che, in realtà, era per contestualizzare il fatto che, a fronte dell'impegno di mettere a disposizione del commissario la somma di 6 milioni di euro per la realizzazione dell'area ex Medavox, in questa bozza di accordo di programma si dà atto, sostanzialmente, con richiamo al capping, di questi contenuti: l'accordo prevede questo. Inoltre c'è un riferimento sulle altre aree esistenti nel sito che sono oggetto di cessione a titolo gratuito da parte di Solvay. Il comune si impegna, nelle aree in cui è in corso attività produttiva, a mantenere ferma la cessione del diritto di superficie a favore dei soggetti titolari degli impianti, cioè Solvay si impegna sostanzialmente a trasferire, al comune e alla costituenda società, i contratti già in essere, mentre, per le restanti aree, acquisite e interessate da interventi di bonifica e messa in sicurezza, si impegna a cedere il diritto di superficie a favore di soggetti affidabili che manifestino interesse a investire sul sito. Questa è una bozza che noi abbiamo affrontato e discusso direttamente, dove abbiamo evidenziato, al comune, al sindaco di Bussi, al vicepresidente della regione – lo sottolineo perché era presente – una serie di criticità che comunque permanevano e sulle quali il Ministero aveva necessità di acquisire chiarimenti, cioè di capire ed approfondire ulteriormente. Ciò perché la genericità nella quale sono state affrontate alcune questioni, data la delicatezza del sito di cui si parla, non era coerente rispetto alla formulazione di un accordo di programma che dovrebbe, nelle intenzioni dell'amministrazione, prevedere la partecipazione anche del Ministero, quindi, la sottoscrizione da parte del Ministro. L'incontro c'è stato per dire a costoro: «ci sono ancora dei problemi, per cui fateci capire meglio». Per esempio, per il piano industriale del soggetto ho ritenuto di capire quale era, cioè se c'era, un soggetto designato e individuato, dopo la manifestazione di interesse. In realtà, il piano industriale non c'era e c'erano delle parti del piano industriale che ci sono state sì consegnate ma secretate, nel senso che erano sbianchettate, per cui non si capiva – almeno, io non capivo – il piano industriale. Certo, qualcosa ho visto, ma non ho capito che cosa Pag. 10c'era nella pianificazione e nella progettualità a breve di questo soggetto, i cui impegni sono notevoli. Naturalmente, quando questo soggetto andrà via, con questa previsione, prenderà tutto il comune di Bussi, però i suoi adempimenti al posto di Solvay non sono banali. Anche quest'aspetto mancava, per cui in questo tavolo di lavoro – di cui poi, se volete, ulteriori dettagli potrà fornire l'ingegner Rado, che ha presenziato per tutta la discussione e il confronto insieme a me – necessitavamo, a parere del Ministero, ancora di capire e verificare ciò. Arriva, poi, una quarta bozza di accordo di programma, allegata alla convocazione della conferenza dei servizi da parte del presidente della regione. Il 21 di marzo è prevista la conferenza dei servizi, i cui atti allegati costituiscono la quarta bozza di accordo di programma.

  PRESIDENTE. È normale che un presidente della regione convochi il Ministero in una conferenza di servizi: non dovreste essere voi?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. È il presidente di regione che convoca una conferenza di servizi ed è il soggetto che, in questo caso, mette insieme il commissario straordinario e il comune su questa bozza di accordo di programma, la cui iniziativa è, di fatto, territoriale: non è del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Noi siamo stati chiamati dal 28 ottobre, ma forse già prima gli uffici avevano in qualche modo avuto evidenza di un accordo di programma, anche molto elaborato, d'iniziativa e per impulso delle amministrazioni territoriali. Come ho detto prima, fino a quel momento, anzi fino all'ultima convocazione, io avevo avuto evidenze di posizioni leggermente differenziate, tant'è che l'avvocato Pernice, nella nota di risposta alla prima bozza di accordo dice anche: «vorremmo sapere la posizione della regione, in qualche modo formalizzata», visto che ovviamente c'è l'interlocuzione con il comune di riferimento ma, soprattutto in un eventuale schema di accordo, per un domani. Certo, la regione, come ente territoriale, ha la sua importanza e il suo peso, tuttavia, evidentemente, c'è qualche cambiamento di cui io prendo semplicemente atto; infatti mi sto limitando a trasferirvi una cronistoria e mi scuso di essere così pedante. È importante che voi – nella documentazione che deposito e lascio agli atti lo troverete – capiate bene anche la posizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che si trova qualche volta davanti ad evidenze ad esso portate, a cui è stato peraltro risposto più volte e a cui risponderemo anche questa volta. Inoltre, è evidente che, in previsione della conferenza dei servizi, il Ministero invierà la propria posizione. Questa, comunque, è una quarta bozza di accordo, che troviamo allegata, quindi non viene risposto alle criticità della terza, ma ciò è in qualche modo anticipato – devo essere sincera – anche per cortesia, perché mi sembrava poco opportuno riscrivere una nota visto che l'avevo già fatto dieci giorni prima. Con l'occasione dell'incontro, ho chiesto di parlare e confrontarci perché ho molto da capire ancora, essendo arrivata da poco. Certo, visto lo storico che c'è e vista questa disponibilità da parte del Ministero, mi sarebbe piaciuto che ci fossero state, casomai, delle risposte per iscritto o comunque delle risposte condivise in un altro tavolo, invece ci ritroviamo una quarta bozza di accordo di programma. Anche in questa quarta bozza di accordo di programma, nello specifico, vengono dettagliati di nuovo una serie di aspetti, per esempio, il passaggio delle aree interne e delle aree esterne, nonché il passaggio delle aree al comune di Bussi. Questo comporta un'assunzione di responsabilità che noi riteniamo poco sostenibile e non appieno valutata all'interno dell'accordo. Io vorrei sottolineare che vengono trasferiti al comune di Bussi tutti gli obblighi in materia di adozione delle misure di prevenzione, di bonifica e di messa in sicurezza, che sono in capo al proprietario delle aree, ovvero la Solvay, cioè, per tornare a quello che dicevo prima, all'impianto Pag. 11 di trattamento delle acque da falda, cioè al TAF.
  L'accordo legittima una prospettiva di questa natura, però le nostri notazioni erano nell'ottica di dire che l'accordo non quantifica gli oneri, non prevede la prestazione di alcuna garanzia finanziaria da parte del privato, a garanzia degli impegni assunti, se non per un sintetico accenno a un possibile sfruttamento della concessione idroelettrica, che comunque consentirebbe – si afferma all'interno dell'accordo – di coprire i costi di gestione dell'impianto, ma solo per pochi anni rispetto ai numeri che conosciamo, cioè di un milione di euro l'anno. Inoltre è quantificato il ristoro nei confronti del comune di Bussi, che dovrebbe essere corrisposto da parte del soggetto Unichimica-Uniholding per la concessione idroelettrica ceduta da Solvay.
  I contenuti di questi paragrafi mancano, come manca ancora il piano di reindustrializzazione, che è definito nell'articolato come «programma degli interventi» ed è citato fra gli allegati ma non è annesso al testo trasmesso. Il sindaco di Bussi, come ho detto prima, nel corso dell'incontro aveva mostrato una copia che era secretata per la quasi totalità del testo, quindi, da parte mia e da parte nostra, sicuramente non valutabile. Riguardo l'assenza di riferimenti nel testo, al coinvolgimento del Ministero, come ho detto prima, si ipotizza una sorta di schema sull'articolo 252-bis, anche se non canonico e nel senso del 2007 ma comunque previsto dalla legge di stabilità, dichiarando che l'obiettivo è la tempestiva reindustrializzazione del sito di Solvay. In realtà, il Ministero dello sviluppo economico non è stato coinvolto, pur rientrando nella fattispecie dell'articolo 252-bis. In merito, ai soggetti privati manca un riferimento, anche in termini normativi, rispetto al ruolo dei soggetti privati, che è considerevole. I soggetti privati non sono elencati in questa versione fra i sottoscrittori dell'accordo. Soprattutto, nell'interesse pubblico, anche nei confronti delle garanzie cui facevo cenno prima, vorrei dire che non si dà, a nostro modo di vedere, evidenza sufficiente dei soggetti legittimamente – lo sottolineo – individuati dall'amministrazione.
  Inoltre, non si fa riferimento all'individuazione delle procedure seguite per i soggetti privati, in merito ai ristori e alle maggiorazioni economiche da corrispondere per le cessioni di proprietà e di gestione dei beni, sia fra privati (Solvay), sia con la parte pubblica, nonché in merito ai soggetti che compongono questo comitato di indirizzo e controllo previsto in questa quarta versione (ma che non sono firmatari dell'accordo in questa quarta versione, mentre nelle prime due lo erano).
  Oltretutto, c'è un'incompletezza della documentazione richiamata, soprattutto perché vengono citati allegati che, in realtà, non sono annessi al testo, come l'elenco dei beni mobili o immobili relativi alle aree di proprietà della Solvay, il piano di reindustrializzazione, nonché – vi ripeto – il programma complessivo degli interventi e l'inserimento di tematiche che non sono pertinenti all'oggetto dell'accordo. Certo, c'è una procedura di ridefinizione del perimetro del sito di interesse nazionale e, in merito, abbiamo delle evidenze. Tuttavia, tale procedura è in corso, per cui non è ancora conclusa e non è definita né riguarda l'accordo di programma. C'è una genericità nella definizione delle aree che sono oggetto dell'accordo di programma, sia sulle aree interne che esterne al sito di interesse nazionale, per le quali non sempre è specificato se sono di proprietà di Solvay. Si tratta di una serie di aspetti che ho dettagliato e che troverete nelle premesse e nella parte sull'organizzazione del procedimento di bonifica. Questi aspetti a noi lasciano in imbarazzo e in difficoltà perché non abbiamo ancora, nelle varie versioni, ricevuto risposte precise a ciò che avevamo chiesto. Ci lasciano in difficoltà – e chiudo, rimanendo a disposizione per entrare nel merito di tutto – perché sulla stampa si danno evidenze di un qualcosa che riguarda il Ministero o alcune mie dichiarazioni. Io voglio sottolineare che quello è stato un tavolo di lavoro e che io non faccio dichiarazioni quando lavoro perché ci occupiamo di altro. Inoltre, riporto le evidenze di quel tavolo, come le ho Pag. 12riportate a voi oggi. Certo, questa quarta bozza ci crea un ulteriore adempimento a cui dovremmo rispondere e a cui risponderemo, tenendo sempre presente quei contenuti che avevamo evidenziato e che necessitavano, a nostro modo di vedere, di alcune integrazioni. La firma, quindi la sottoscrizione, da parte del Ministro, richiesta dall'intera comunità locale dell'area di Bussi, quindi dall'amministrazione comunale e dalla regione, è rimessa, ovviamente, alle valutazioni tecniche della direzione del Ministero da un punto di vista contenutistico e, poi, al Ministro. Ad oggi non è stato dichiarato assolutamente niente: né che firmeremo a breve, né che cosa abbiamo intenzione di fare. Questa è l'attualità dei fatti, che vi ho rappresentato oggi ed è che costituisce la situazione a cui noi oggi siamo arrivati, con tutte le perplessità e con tutti i punti fermi che abbiamo assunto, che sono tracciati e ribaditi nelle varie note del Ministero. Naturalmente, rimane la massima disponibilità a sederci di nuovo a un tavolo con il comune e con la regione per cercare anche di capire qual è, soprattutto, la tempistica di un accordo del genere e la coerenza di quest'accordo rispetto al bando, nonché – e chiudo – rispetto alle attività previste in un accordo che si inquadra in una prospettiva un po’ più lunga di quella del 30 giugno 2016, che il legislatore mi ha dato e a cui io, come amministrazione, devo rigorosamente attenermi.

  PAOLO ARRIGONI. Innanzitutto, vorrei un chiarimento. Lei, dottoressa Checcucci, poc'anzi ha parlato di un incontro del 28 di ottobre: si tratta di un errore?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Mi scusi era il 28 gennaio.

  PAOLO ARRIGONI. Avrei due o tre domande da farle. Vorrei chiederle chi ha redatto le precedenti bozze di accordo di programma – ivi compresa la quarta – e se il protagonista, cioè il soggetto numero uno, è la regione Abruzzo oppure chi altri. L'altra domanda è: il suo Ministero quando ha iniziato a occuparsi di queste bozze di programma? Infine, mi preoccupa sostanzialmente l'esautorazione del Ministero dello sviluppo economico, accompagnato anche un piano industriale secretato da parte dell'Unichimica-Uniholding, che è stata individuata attraverso la manifestazione di interesse.
  Mi pare di capire che il Ministero dello sviluppo economico è fuori, mentre per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ci dirà quando ha iniziato a occuparsene, per cui le chiedo chi è che tutela gli interessi dell'amministrazione comunale di Bussi, cioè se il comune è in grado di tutelarsi. Lei stessa ha manifestato delle perplessità in ordine a degli spunti che sono contenuti nell'accordo di programma. Tuttavia, a me francamente questa cosa mi solleva molte preoccupazioni, visti anche tutti questi anni di ritardo (infatti, se non ricordo male, il commissario si è insediato dal 2006, quindi stiamo parlando di quasi una decina d'anni). Inoltre, sono state investite un sacco di risorse: si parla di 50 milioni di euro. Mi domando se il bando che è stato pubblicato per la progettazione, in pendenza di un accordo di programma, sia coerente, visto che l'accordo di programma non è stato ancora sottoscritto. In questo caso, ravvedo notevoli problemi e pavento anche un'inefficacia nello stanziamento e nell'assegnazione di queste risorse. Mi fermo qui, anche se avrei altre domande, per non sottrarre tempo ad altri colleghi del Senato, posto che, probabilmente, stanno per iniziare in Assemblea le dichiarazioni di voto sul disegno di legge sull'omicidio stradale. Grazie.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Se vuole, posso risponderle brevemente.

  PAOLO ARRIGONI. Mi scusi, ho un'ultima domanda. Anche la perimetrazione o riperimetrazione del sito di interesse nazionale Pag. 13 su volontà del comune è una cosa che, francamente, mi lascia profondamente in imbarazzo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla domanda della senatrice Puppato e poi la dottoressa risponderà a tutti.

  LAURA PUPPATO. Io ho alcune domande aggiuntive rispetto a quelle del collega. Avevamo evidenza che la Tre Monti necessitasse di una cifra intorno ai 70 milioni di euro per la bonifica; avevamo anche evidenza di un contenzioso tra Montedison e la Solvay, con la previsione di ulteriori importi a disposizione (mi pare, per una cifra di 7 milioni di euro). Tuttavia lei non ne ha fatto cenno nella sua relazione, per cui vorrei capire se questi importi risultano ancora effettivi e, in ogni caso, che evidenza ci sia. Io comprendo che una realtà territoriale possa mettere al primo posto la necessità, in un disastro di queste dimensioni, di una reindustrializzazione, che evidentemente ha anche ragioni di carattere occupazionale. Tuttavia, come giustamente lei ha evidenziato, Bussi sul Tirino ha 2.500 abitanti, quindi, evidentemente, non può essere in grado, dal punto di vista economico, di assumersi responsabilità superiori a quelle di un'evidenza numerica di questo genere.
  A proposito dei soggetti di controllo e di tutta questa situazione, effettivamente, il quadro che lei ha fatto è ancora più preoccupante di quello che già avevamo, a dispetto di un'evidenza di continuità di accordi di programma o bozze di accordi di programma che vengono stesi alla velocità della luce, ma che poi non corrispondono, in casi come questo, a una trasparenza necessaria. Le chiedo come l'ARTA Abruzzo e l'ISPRA si sono posti rispetto a queste situazioni. Come diceva anche il collega Arrigoni, le chiedo, per il vostro Ministero, come sia stato possibile accettare un piano che viene teoricamente allegato a una quarta bozza, anche se, in realtà, non è leggibile nei suoi elementi sostanziali. Certo, c'è questa ulteriore convocazione della conferenza dei servizi, prevista per il 21 di marzo. Tuttavia direi che è fondamentale il colloquio con la regione o altro istituto/ente che, per dimensioni e per capacità anche di controllo e di reddito, può essere messo nella condizione di prestare davvero un'attenzione particolare al futuro di questa area. Credo che voi dobbiate trovare con la regione un accordo vero e preventivo, sedervi a quel tavolo, sapendo esattamente che cosa avverrà. L'ultima domanda che le pongo riguarda il capping. Lei ha citato il capping dicendo che il commissario ha ritenuto che questo fosse non solo in contrasto già con i bandi di gara che stava emettendo e portando avanti, ma pure che lo fosse ancora, se non ho mal compreso, la scorsa estate, cioè tra giugno e luglio del 2015: poi com'è finita questa cosa? Le chiedo se il capping è stato interrotto – perché non comprendo ciò – o si è dato il benestare a questi progetti che sono stati portati avanti e che, peraltro, come lei ha detto, ammontano a un importo di circa 40 milioni di euro, quindi sono molto rilevanti dal punto di vista economico. Vorrei capire, rispetto al tema delle aree esterne e interne, che cosa esattamente si stia facendo con queste somme e quali sono gli ulteriori bandi attesi per giugno. Grazie.

  PAOLA NUGNES. La legge n. 21 del 2012 prevede la relazione sullo stato di avanzamento dei lavori e il relativo quadro economico semestrale: in merito, cosa è avvenuto? Ci sono state queste relazioni? Perché i soggetti hanno stipulato le varie bozze e come mai c'è stato questo cambiamento di intenzioni alla quarta bozza, così penalizzante per l'amministrazione comunale, che solleva la società dal pagamento almeno delle prime sei rate? In merito, cosa è cambiato? Sono cambiati i soggetti, sono cambiate le condizioni o c'erano opposizioni alle precedenti bozze? Riguardo al TAF, che costa un milione di euro all'anno, le chiedo per quanto tempo ciò avverrà, cioè se quindici o vent'anni. Questo fa parte del progetto, se non erro, per cementificare l'area e per creare soltanto il pompaggio a valle di questo percolato, quindi, immagino che stiamo parlando di purificare a valle le aree. Le chiedo se si è messo in discussione questo progetto, visto Pag. 14che comunque stiamo ancora parlando di una bozza di progetto, cioè se c'è o meno un'alternativa. Le domando, infine, se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha valutato positiva questa soluzione o ne ha altre.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sta parlando della prosecuzione del TAF?

  PAOLA NUGNES. Le ho chiesto se è l'unica soluzione prospettata o se è prevista semplicemente per la messa in sicurezza temporanea. Si parla di quindici o vent'anni perché non c'è un'altra soluzione, oppure perché questa è il progetto che anche il Ministero condivide? Sto parlando della cementificazione.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Perché parla di cementificazione?

  PAOLA NUGNES. Non c'entra niente?

  PRESIDENTE. Glielo dirà la dottoressa nella replica. Non ricordo se la senatrice Nugnes era presente al sopralluogo che abbiamo svolto, ma lì c'era un impianto per il trattamento delle acque di falda che va fatto in ogni caso per la messa in sicurezza.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il tema è, casomai, quanto durerà questo trattamento perché è difficile che si tratterà di sei, dieci, quindici o trenta anni, ma sicuramente è imprescindibile e va fatto. Questo mi sento di sottolinearlo.

  PRESIDENTE. Intanto, se vuole, può darci alcune risposte.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. In effetti, alcune risposte si possono accorpare, come quella del senatore Arrigoni e, forse, in parte quella della senatrice Puppato. Mi è stato chiesto: quando avete avuto evidenza dell'accordo di programma? Io ho la nota con cui si risponde, da parte del precedente direttore, l'avvocato Pernice, che viene inviata al comune di Bussi. In quella nota si dice: «si riceve questa nota pervenuta alla scrivente direzione il 26 ottobre del 2015», quindi, in quella data, arriva questa prima bozza di accordo di programma. Si danno, nella nota di risposta da parte del Ministero, una serie di evidenze, che ho prima brevemente riassunto: il ruolo dei privati; l'armonizzazione con il commissario; i soggetti individuati, visto che si trasferiscono le aree del sito di interesse nazionale alla parte pubblica. C'è una persona da nominare, quindi si avanza un chiarimento su quali garanzie abbia individuato l'amministrazione, anche per portare evidenza della solidità del gruppo cui si trasferiscono questi queste aree. Inoltre, c'è la questione relativa a chi sosterrà gli oneri di cessione del TAF, rispondendo in parte alla domanda della senatrice e a dimostrazione del fatto che il trattamento delle acque di falda è importantissimo. Inoltre, siccome lì si prevede una proiezione temporale di sei anni, decorsi questi sei anni, rimane aperta la questione su chi provvederà: non è detto – e mi sento di dire, anche per tante evidenze tecniche – che ciò sia impossibile. Naturalmente, c'è una preoccupazione forte per chi continuerà questa attività, che Solvay sta facendo per il costo di un milione di euro e che sta addirittura potenziando e raddoppiando. Di tutto ciò, senatore, noi prendiamo evidenza, come Ministero, alla data che ho detto. Successivamente, viene inoltrata di nuovo la seconda bozza: il 4 novembre del 2015. Sostanzialmente, il testo non recepisce le osservazioni già formulate dall'amministrazione, quindi ritengo di reiterarle e resto in attesa. Si riafferma, nella trasmissione da parte del comune, una proposta di accordo che recepisca le osservazioni fatte e poi si arriva alla terza bozza, cui ho ritenuto di dare Pag. 15risposta nel tavolo convocato, vista la coincidenza (perché l'aveva mandata il giorno prima, se non sbaglio); il giorno dopo avevamo convocato il tavolo e in quella sede abbiamo dato le risposte. La risposta è stata, quindi, la quarta bozza di accordo di programma. Come giustamente dice il senatore e forse anche la senatrice Puppato, ai quali posso dare una risposta comune, il ruolo della regione è fondamentale per cui sarà nostra cura verificare, ad oggi, come effettivamente intenda muoversi la regione. L'iniziativa di questo accordo di programma viene dall'amministrazione comunale, alla presenza anche del vicepresidente Lolli, che ho incontrato e che aveva comunque manifestato delle perplessità, senza entrare nel merito di ciò che non mi riguarda. Evidentemente, se il presidente della regione convoca una conferenza di servizi con allegata la quarta bozza, seppure in carenza di tutti gli allegati, come il piano di reindustrializzazione cui facevo riferimento e che anche voi avete ripreso, prendo atto – si tratta di una questione di pochi giorni fa – che la posizione della regione è quella di condividere, altrimenti non penso che il presidente della regione avrebbe convocato la conferenza. Sarà nostra cura, sicuramente prima di quella data – lo faremo in questi giorni – capire la posizione della regione e capire anche se ci sono delle novità e delle riflessioni che non sono state trasmesse o che invece sono state risolte.

  PRESIDENTE. Quindi, dottoressa, voi cosa farete materialmente, scriverete alla regione? Lo chiedo perché voi siete stati convocati per il 21 marzo a questa conferenza: cosa farete? Andrete direttamente là o manderete del materiale? Vi sentirete prima?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Noi, alla luce di quello che viene trasmesso, risponderemo formalmente; questo è un dovere d'ufficio nonché una questione di coerenza rispetto a tutto ciò che abbiamo fatto prima. Prendete quello che sto per dire come una mia sensibilità, per cui può essere che poi magari si decida di fare diversamente. Ritengo opportuna, come ho fatto fino ad oggi e come mi è stato sempre chiesto, un'interlocuzione con la regione per capire che cosa leggere esattamente in questa convocazione di questa conferenza. Sono due i piani che si muoveranno in parallelo e che potrebbero portare alla mancanza di un contributo del Ministero. In merito, posso dirvi che ormai le carte sono lì; ormai c'è la convocazione e ormai quelli sono gli allegati, per cui credo che il Ministero non possa fare finta di non aver preso atto di quello che c'è e, soprattutto, esprimere valutazioni a metà su ciò che manca. Lo dico perché si tratta di questioni – non sfugge neanche a voi che avete fatto il sopralluogo – molto delicate, ma anche molto intricate e molto difficili da rimettere insieme. Vi ripeto che la cronologia che ho fatto è importante, anche perché, nella successione di questa accelerazione che ha avuto uno sviluppo in due mesi non banale, sia chiaro ciò che noi abbiamo ricevuto, ciò di cui abbiamo preso visione e ciò di cui, in realtà, non abbiamo preso visione. Per questo ho messo un punto interrogativo, non in senso astratto, su una firma di un Ministro o del Ministero. Certo, al Ministero abbiamo numerosi accordi di programma; inoltre l'intesa istituzionale è sicuramente lo strumento privilegiato. Tuttavia, se il contenuto non sarà coerente e chiaro rispetto alle evidenze sollevate, da un punto di vista innanzitutto tecnico, a tutela dell'interesse pubblico, consentitemi di dirlo, seppure in presenza di un commissario delegato, credo che il Ministero debba mantenere la vigilanza, per cui non so se la sottoscrizione sarà possibile, quanto meno nei tempi così brevi, già anticipati dalla stampa e sconosciuti alla sottoscritta. Sul capping, posso dirvi che Solvay continua. Ci sono note in cui noi ribadiamo ciò a Solvay, come abbiamo fatto più volte, per esempio anche nell'ultima del 29 gennaio. A parte la richiesta delle trasmissioni dei dettagli sulle misure di prevenzione, abbiamo anche dato riscontro alle note commissariali dalle quali avevamo appreso Pag. 16 che non c'era concordanza e che la società Solvay non può assolutamente essere considerata deresponsabilizzata rispetto alla ritardata esecuzione o addirittura mancata esecuzione degli interventi di prevenzione che sono posti in capo al soggetto obbligato (in questo caso Solvay, ai sensi dell'articolo 242 e dell'articolo 252, come del resto già evidenziato alla società in una precedente nota del 2014). Il Ministero, comunque, ha continuato a confermare al soggetto titolato che questi interventi e la misura di prevenzione in questo caso dovevano assolutamente essere portati avanti. Il 29 gennaio abbiamo inviato a Solvay la richiesta di relazioni tecniche di dettaglio. Ad oggi, non ho ricevuto la relazione tecnica di dettaglio.

  LINDA RADO, Rappresentante di Sogesid. Visto che lei chiedeva dei pareri degli enti, posso dire che l'ARTA Abruzzo ci ha mandato la scorsa settimana, il 25 febbraio, un parere in cui, per quanto riguarda le aree esterne, si sottolinea che le attività di messa in sicurezza e le misure di prevenzione devono essere attivate; quindi, appunto, l'ARTA, come organo della regione, ci scrive che devono essere fatte, il che sembra quasi avallare la richiesta di sospensione.

  LAURA PUPPATO. Potremmo aver il piano reindustrializzazione?

  PRESIDENTE. Non lo ha nessuno: a chi lo chiediamo?

  LAURA PUPPATO. Al commissario.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo mandato lettere a tutti gli enti e abbiamo già audito il Ministero, mentre al commissario Goio abbiamo chiesto di avere tutti i documenti che ha acquisito; gli abbiamo anche chiesto che cosa dovevamo fare e, inoltre, abbiamo chiesto ciò anche alla regione, al sindaco e all'ARTA.

  LAURA PUPPATO. Cosa è arrivato?

  PRESIDENTE. In realtà, le lettere sono state mandate ieri mattina, per cui appena arriveranno le risposte vi faremo sapere.

  LAURA PUPPATO. Compreso il piano di reindustrializzazione?

  PRESIDENTE. Se è secretato, chiederemo all'impresa. Questo è uno dei temi che stiamo affrontando.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Lasciamo agli atti la relazione.

  MIRIAM COMINELLI. Io vorrei fare una domanda di carattere generale. Vorrei capire se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dia queste risposte alle varie sollecitazioni territoriali sul programma in base a una sua visione strategica di quello che è il futuro del sito. Conseguentemente a questo, mi chiedo, in questa visione, se è possibile per il Ministero fare una proposta di accordo di programma.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. In questo caso noi rispettiamo l'individuazione di un commissario delegato, per cui, fino a quando c'è il commissario delegato, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, vede un'iniziativa circostanziata e limitata, altrimenti non ci sarebbe un commissario di Governo. Certo, il 30 giugno del 2016, si aprirà uno scenario diverso.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi unisco alle perplessità, in particolare dei senatori. La sensazione che ho è che, pur essendo un sito di interesse nazionale, quindi di competenza del Ministero, il Ministero abbia però un ruolo puramente marginale. Già dal 26 ottobre, secondo me, il Ministero doveva prendere in mano la situazione, invece mi sembra che tutto sia affidato al Pag. 17comune (addirittura il sindaco avrebbe un accordo segreto che non comunica al Ministero). Questo, secondo me, è inopportuno e grave.

  PRESIDENTE. Non è un accordo segreto! L'accordo sta raccogliendo tutte le firme, per cui di segreto non c'è nulla. Cerchiamo di usare la terminologia corretta. L'accordo o la bozza di accordo sta girando dappertutto e sta raccogliendo le firme. Ora, un conto è il piano industriale che è associato all'accordo, su cui invece mi sembra di capire abbiano apposto la secretazione, un altro conto è l'accordo, che è noto!

  STEFANO VIGNAROLI. Io mi riferisco alle parole che ha usato la dottoressa a riguardo. Per esempio, lei ha detto che prima del 21 marzo si sentirà la regione, per cui è noto che il Ministero non sta prendendo in mano la situazione; addirittura, il Ministero dello sviluppo economico non è ancora coinvolto; inoltre ci sono tanti dubbi, quindi questa cosa mi preoccupa. Vorrei anche chiederle, per quanto riguarda l'area Solvay, come è possibile che il comune di Bussi possa gestire una cosa così. In merito, se non sbaglio, lei ha detto che anche voi avete dei dubbi. Vorrei capire in tutti questi dubbi, però, qual è il ruolo del Ministero e qual è la vostra visione su questo. Inoltre, vorrei sapere che cosa, per esempio, pensate del fatto di cementificare i terreni contaminati dell'area ex Medavox, senza asportare parte del terreno, quindi, se siete d'accordo con questa cosa. Vorrei chiederle anche com'è il rapporto, visto che ho notato un certo conflitto, tra il commissario e il Governo (tale conflitto ha rallentato di molto le attività). Infine, qual è il vostro giudizio per quanto riguarda la discarica di Tre Monti e la palancolatura che ha fatto il commissario, che è costata 4 milioni di euro, anche se, francamente, non è servita a nulla? Anche questa audizione mi conferma tutto ciò e rimango un po’ basito sul ruolo marginale del Ministero. Grazie.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sul ruolo del Ministero ribadisco che, in presenza di un commissario delegato, noi, come può vedere da tutti gli atti e le note, ma anche dalle conferenze di servizi, dalle risposte di evidenze tecniche richieste, abbiamo mantenuto rigorosamente il nostro ruolo, nel rispetto della presenza di un commissario delegato: sottolineo ciò.

  STEFANO VIGNAROLI. Ho visto che si tratta di un bel conflitto tra il commissario e il Ministero: sbaglio?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sono la persona meno indicata perché sono lì da troppo poco tempo, anche se forse questo mi avvantaggia sotto certi aspetti. In effetti, non avendo allo storico dei conflitti, forse non ho neanche un'influenza che deriva da questioni che non ho vissuto in prima persona. Per certi aspetti, devo ovviamente recuperare uno storico non banale, su Bussi soprattutto; dall'altra parte, però, posso avere un approccio anche molto laico e senza un background che, appunto, in questo caso non ho. Per arrivare alle questioni su cui le posso rispondere, visto che sul ruolo del Ministero le ho già risposto, il discorso della cementificazione a cui lei faceva riferimento riguarda un'impermeabilizzazione, su cui, in realtà, il Ministero non ha un vero e proprio ruolo. Infatti, il Ministero, non a caso, ha richiesto integrazioni, ancora non pervenute e a cui non è stata data risposta: lo ha fatto il Ministero, quindi, pur in presenza del commissario, come doverosamente deve fare e nel rispetto del ruolo. Ribadisco ciò perché c'è la norma che, comunque, attribuisce al soggetto competente un onere che, in caso di commissario ordinario, è del Ministero. Il Ministero ha fatto sempre e su tutti i vari aspetti, discarica di Tre monti compresa, richieste di chiarimenti e di prescrizioni. Tuttavia, in molti casi, le richieste di chiarimento e di prescrizione non sono state evase. Su questo, come lei sottolineava Pag. 18nella sua considerazione, ci troviamo, non a caso, in questa situazione.

  STEFANO VIGNAROLI. Faccio un esempio: la conferenza di servizi è stata convocata dalla regione, per cui, a questo punto, l'avrebbe dovuta convocare il commissario o il Ministero: le chiedo perché, invece, sia stata la regione. Nelle realtà locali, tra cui i comuni e regioni, forse c'è troppo rilievo rispetto anche alle figure del Ministero, come quella del commissario, il quale, secondo me, dovrebbero guidare questa cosa invece che subirla. A me sembra che il Ministero stia subendo in questo momento, infatti non ha neanche alcuni dati.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Rispetto alla convocazione della conferenza dei servizi, la legge n. 241 prevede che la regione possa far ciò. Poi, che sia opportuno o meno, è una valutazione di natura diversa perché, in punto di diritto e ai sensi della legge, è possibile. Sul ruolo del Ministero, cioè se può fare di più o può fare meglio, prendo atto e registro. Inoltre, come vedrà anche dalla relazione che lasciamo, il Ministero si è fatto parte diligente, seppure – mi consenta – in una situazione non facilissima da gestire. Non a caso la vicenda Bussi mi risulta essere particolare e complicata: non ce ne sono molte altre simili. Sul ruolo degli enti locali, delle amministrazioni territoriali e dell'ente territoriale della regione, visto che, se non sbaglio, mi ha chiesto se ci sono altre amministrazioni che possano prendere l'iniziativa, le rispondo che ci sono e che, certamente, può farlo il Ministero, nell'ambito soprattutto dell'articolo 252-bis, seppure solo da qualche anno. Prima di allora le intese istituzionali sono sempre state promosse e redatte. Inoltre, lavoriamo sui siti di interesse nazionale con gli accordi di programma, che magari sono da attualizzare e da rivedere, ma sicuramente sugli accordi di programma lo schema è quello con la regione. In questo caso, si tratta di valutazioni su iniziativa del comune, per cui mi limito a sottolineare che non ve ne sono molte altre di cui io, almeno da quando sono lì, abbia evidenza (l'ingegnere mi conferma che non ci sono altri precedenti). Mi scuso per questa incertezza, ma anche per noi è un precedente da gestire, per cui non abbiamo qualcosa a cui riferirci per poter continuare una prassi. Non c'è una prassi consolidata, per cui stiamo gestendo in questo modo, forse non bene o forse male, a seconda del suo giudizio. Sicuramente, da un punto di vista tecnico, le posso garantire che le evidenze che il Ministero sta raccogliendo, cioè il parere del sistema delle agenzie, dell'ISS ed altri, ci sono tutte e sono tutte agli atti. Tuttavia, per alcune non c'è stata ancora stata ancora data risposta. In effetti, quando non viene risposto, reiteriamo le richieste direttamente.
  Anche la tempistica, come vedrà nella relazione, non è molto dilazionata. Quello di cui vi ho parlato riguarda gli ultimi due mesi, quindi, in questi due mesi, quello che potevamo fare è stato fatto.

  STEFANO VIGNAROLI. Potrebbe rispondermi alla domanda che le ho fatto? Vorrei sapere il punto di vista del Ministero sulla cementificazione del terreno invece che sulla rimozione, nonché sulla discarica di Tre Monti e sulla palancolatura, che è stata uno sperpero di soldi.

  LINDA RADO, Rappresentante di Sogesid. Sono state fatte delle osservazioni dai vari enti, cioè dall'ISPRA, dall'ISS e anche dal Ministero; i pareri sono stati trasmessi al commissario delegato, che non li ha recepiti. In una integrazione, poi aggiunta e mandata, c'era un'analisi di rischio sanitario. Infatti, questo non è un processo di bonifica, bensì un progetto di messa in sicurezza operativa. Certo, è possibile, nei termini di legge, fare un'impermeabilizzazione, purché venga assicurata l'assenza di rischio sanitario e ambientale. Comunque, nel progetto che era stato consegnato, c'erano, appunto, delle richieste – che avevamo fatto – di integrazione.

  STEFANO VIGNAROLI. Voi siete favorevoli o meno?

Pag. 19

  PAOLA NUGNES. Il parere del Ministero è vincolante: non è un parere che può cadere nel nulla!

  LINDA RADO, Rappresentante di Sogesid. C'è il commissario delegato, che ha anche i poteri di deroga.

  PRESIDENTE. Finché c'è un commissario, la sovranità del commissario altera, poi, tutto il meccanismo.

  ALBERTO ZOLEZZI. Vorrei chiedere alla dottoressa Checcucci se Unichimica c'entra qualcosa con la holding internazionale Unichem e se si sa qualcosa o ci sia qualche documento che indichi, a parte la mancanza del piano industriale, che cosa vogliono produrre a Bussi. In passato, la Solvay ha prodotto, per esempio, in buona parte degli stabilimenti italiani, sostanze perfluoroalchiliche. A Bussi, non lo so, però, guardando i dati, non mi sembra che queste sostanze siano stata cercate.
  Vorrei lanciare un invito alla dottoressa Checcucci. Per quanto riguarda la nostra Commissione, stiamo seguendo anche la questione delle sostanze perfluoroalchiliche in Veneto. Mi chiedo se, eventualmente, per questa relazione potrà venire un'altra volta a raccontare qualcosa su come sta andando avanti la vicenda delle sostanze perfluoroalchiliche in Veneto. Mi pare di capire che non sono mai state prodotte queste sostanze alla Solvay di Bussi. Per quanto riguarda la discussione della proposta di legge sulla ripubblicizzazione del servizio idrico, eventualmente la inviteremo alle prossime audizioni.

  PRESIDENTE. Cosa c'entra questo? Dottoressa, si limiti a rispondere alla questioni che riguardano l'oggetto dell'audizione. Per il resto, se vogliamo fare domande di altro tipo, si deciderà in sede di Ufficio di presidenza.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Lei sicuramente la considera una risposta non soddisfacente. Tuttavia, io non sono a conoscenza di questi legami tra i soggetti, né so chi sono. Su questo, personalmente, non sono entrata nel merito. Quello che sappiamo, lo sappiamo da ciò che ci è stato trasmesso; poi, se qualcuno ha anche altre informazioni o curiosità che voluto approfondire, non le ha sottoscritte. Tutto ciò che c'è, rappresenta quello che è stato trasmesso. I soggetti in questo caso potrebbero essere oggetto di una curiosità, ma resterebbe tale. Ai fini della mia attività e del ruolo che ricopro, non sono rilevanti il nome o i legami: è rilevante quello che abbiamo formalizzato sulla richiesta di garanzie e su tutto ciò che serve per assicurare l'interesse pubblico, in presenza di chicchessia al di là di come si chiami.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi conferma che le sostanze perfluoroalchiliche non sono mai state prodotte a Bussi?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Mi riferivo solo al soggetto.

  PRESIDENTE. Rispetto al tema dell'acquisto dei terreni, una delle questioni che a volte emerge è l'idea che, trasferendo la proprietà, si trasferisca anche l'onere. Voglio dire che, a un certo punto, si dice: io ti do i terreni ma, a quel punto, acquistandoli, non ti sollevo da una serie di oneri, se sei responsabile dell'inquinamento di quei terreni. Questo è un punto, secondo voi, sostenibile dal punto di vista normativo da parte del comune? Al di là della questione dal trattamento di acque di falda, che abbiamo già visto, ovvero della questione, sollevata giustamente, del commissario (perché se un commissario termina la sua funzione, non può firmare un accordo di programma che ha la durata di dieci anni), sulla questione del trasferimento di proprietà dei terreni vorrei alcuni chiarimenti. La società risolve tutti i suoi problemi, nella misura in cui vende questi terreni, ovvero, se nei terreni si individuassero delle contaminazioni particolari, nonostante fossero Pag. 20 acquisiti dal comune, la responsabilità dell'inquinamento rimarrebbe in capo a Solvay? Spero di essere stato chiaro, anche se presumo che il problema sia complicato. Quello che è importante sapere è se c'è la certezza o meno.

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il problema è che non c'è responsabile individuato.

  PRESIDENTE. Perché in questo caso non è mai stato riconosciuto da parte di Solvay?

  GAIA CHECCUCCI, Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Non c'è il responsabile individuato, quindi rimane l'aleatorietà.

  PRESIDENTE. Va bene. Ringraziamo i nostri ospiti per la presenza e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 15.35, è ripresa alle 15.40.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, nella riunione appena svoltasi, ha stabilito la desecretazione dell'audizione di Michele Ladislao, ispettore superiore pro tempore della Polizia di Stato, svoltasi il 20 dicembre 2000 presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nel corso della XIII legislatura. Questa determinazione sarà trasmessa, ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati n. 163/2015, alla Presidente della Camera ai fini del prescritto nulla osta.
  Comunico inoltre che nella medesima riunione dell'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, appena svoltasi, è stato stabilito che la Commissione si avvalga della collaborazione a tempo parziale e a titolo gratuito di Gianfranco Amendola, magistrato in quiescenza.

  La seduta termina alle 15.45.