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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 97 di Mercoledì 4 maggio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione di rappresentanti di Tecnoparco Valbasento Spa:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 2 ,
Nugnes Paola  ... 3 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 3 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Savino Nicola , Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa ... 4 ,
Nugnes Paola  ... 4 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 5 ,
Nugnes Paola  ... 5 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 5 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 6 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 6 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 6 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 6 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 6 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 6 ,
Pepe Bartolomeo  ... 6 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 7 ,
Pepe Bartolomeo  ... 7 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 7 ,
Pepe Bartolomeo  ... 7 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 7 ,
Pepe Bartolomeo  ... 7 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 7 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 ,
Nugnes Paola  ... 7 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 7 ,
Pepe Bartolomeo  ... 8 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 8 ,
Pepe Bartolomeo  ... 8 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 8 ,
Pepe Bartolomeo  ... 8 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 8 ,
Pepe Bartolomeo  ... 8 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 8 ,
Pepe Bartolomeo  ... 8 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 8 ,
Pepe Bartolomeo  ... 8 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 8 ,
Pepe Bartolomeo  ... 8 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 10 ,
Compagnone Giuseppe  ... 10 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 10 ,
Compagnone Giuseppe  ... 10 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 10 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 10 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 10 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 10 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 10 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 12 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 12 ,
Pepe Bartolomeo  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 13 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 13 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 13 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 13 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 13 ,
Pepe Bartolomeo  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 13 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 13 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 14 ,
Nugnes Paola  ... 14 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 14 ,
Nugnes Paola  ... 14 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 14 ,
Nugnes Paola  ... 14 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Scarcelli Domenico , Responsabile dei servizi ambientali ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 

(La seduta, sospesa alle 9.25, è ripresa alle 14.15) ... 15 

Comunicazioni del Presidente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 15 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 15 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 ,
Puppato Laura  ... 15 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 ,
Arrigoni Paolo  ... 15 ,
Pepe Bartolomeo  ... 15 ,
Orellana Luis Alberto  ... 15 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Tecnoparco Valbasento Spa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti di Tecnoparco Val Basento Spa. È presente il presidente Nicola Savino, accompagnato da Domenico Scarcelli, responsabile dei servizi ambientali, che saluto e ringrazio per la loro presenza.
  Ricordo che la Commissione, come sapete, si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  In particolare, l'audizione odierna si inserisce nell'ambito, come sapete perché abbiamo fatto un sopralluogo, dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla vicenda relativamente al Centro Oli Viggiano e indagini connesse e, più in generale, sulla situazione della regione Basilicata sempre riguardo al tema delle bonifiche soprattutto.
  In tal senso, ricordo altresì che una delegazione della Commissione ha effettuato una missione in Basilicata dal 19 al 22 aprile scorso per approfondire le relative vicende, come dicevo, collegate all'attività di prospezione, estrazione e trasporto di idrocarburi in Val d'Agri e in Val Basento.
  In tale occasione, pur essendo stata prevista l'audizione – ce ne siamo anche scusati con i rappresentanti della società in oggetto – a causa del protrarsi dei lavori non è stato poi possibile procedervi.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata nella parte finale della seduta.
  Cederei la parola al presidente Savino, che a sua volta valuterà come organizzare gli interventi, per lo svolgimento di una breve relazione introduttiva. Ci dica quali sono le attività principali, qual è più o meno il vostro business, quali sono i rapporti con ENI, quando sono iniziati, che tipo di sviluppo hanno avuto nel tempo, oggi come funziona. Al termine vi saranno rivolte delle domande dai commissari, ed eventualmente potrà esservi chiesta qualche precisazione.
  Do la parola al presidente di Tecnoparco Valbasento Nicola Savino.

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Vorrei provare a descrivere sinteticamente alcuni fatti da cui parte proprio la società che presiedo.
  La Commissione, come giustamente diceva il presidente, ha visitato l'impianto. Per localizzare un po’ la situazione, direi Pag. 3che l'area industriale di Pisticci fu realizzata negli anni Sessanta. Non voglio farne la storia, che sarebbe lunga, ma percorrere tre o quattro punti fondamentali. In quel periodo nasce l'area industriale. Per diversi anni c'è stata la produzione di fibre acriliche, poliestere, poliammide, metanolo, metacrilato, una situazione di produzione industriale organizzata all'epoca dall'ENI di Mattei.
  Arriviamo agli anni Ottanta, alla crisi industriale e alla riconversione di quella zona. Vorrei ricordare alla Commissione che quella zona è risultata essere la prima in Italia ad aver proceduto a una riconversione industriale. Parlo del 1980. Fu siglato all'epoca il primo accordo di programma in Italia, che vedeva presenti diversi soggetti: lo Stato centrale, la regione, l'Eni e il consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera. Della fine degli anni Ottanta è la crisi delle fibre, la riconversione di quel polo industriale, l'avvio di nuove attività industriali, con la SNIA e altri gruppi industriali.
  In quell'accordo di programma, 1987, nasceva la società Tecnoparco, che fu ideata e pensata proprio nel momento in cui si convertiva quell'area industriale. La società nasceva con una presenza di soci all'epoca costituita dalla Finanziaria meridionale, dall'ENI e dal consorzio per lo sviluppo industriale.
  Dopo quegli anni, arriviamo all'inizio degli anni Novanta, c'è ancora crisi di quelle industrie che arrivarono in sostituzione delle precedenti produzioni industriali dell'ENI, la società Tecnoparco aveva avviato la sua attività, che sostanzialmente all'inizio risiedeva nel vendere servizi e utility alle aziende insediate all'interno dell'area. Questo era l'affare, l'attività principale della società. Con una crisi ulteriore di quel settore industriale, la Fime vendette la sua partecipazione, ENI anche e la società rimase con una presenza nel capitale sociale fatto dal consorzio per lo sviluppo industriale e da privati.
  Arriviamo all'inizio degli anni Duemila e di fronte alla crisi industriale sopraggiunta in quei gruppi che erano stati inizialmente presenti in quell'area, la Tecnoparco dovette decidere se legare la sua vita, la sua attività solo all'offerta di servizi e di utility alle aziende dell'area o guardare anche fuori dell'area. Si decise questa seconda strada per non vedersi legate solo alla vita delle aziende di quell'area. La società Tecnoparco, sulla base di autorizzazioni, progetti e così via, cominciò così più o meno intorno a quegli anni a offrire servizi ad aziende e a prodotti rivenienti da attività industriali fuori dell'area nella quale era inizialmente sorta.
  Vorrei fornire un altro elemento. Soprattutto facendo riferimento agli ultimi anni, 2014-2015, le attività che la società svolge sono in grande sintesi la vendita di servizi e di utility ancora a quelle aziende che sono rimaste all'interno dell'area della Valle del Basento. Soltanto per dare alcuni dati generali, nel 2014 il totale delle utility che facemmo come società ammontava a circa 16 milioni 500.000 euro; nel 2015, siamo scesi a 15 milioni di euro. Questo è per quanto guarda la parte riferita alle utility.
  Per i servizi, invece, e cioè manutenzione e ingegneria, laboratorio – ricordo che la Commissione ha visitato, dal nostro punto di vista, uno tra i più qualificati esistenti in quella parte di territorio meridionale – trattamenti e altri servizi generali, siamo intorno ai 20 milioni nel 2014 e 15 milioni nel 2015.
  Per quanto riguarda la parte riferita al trattamento...

  PAOLA NUGNES. Mi scusi, può ripetermi il fatturato per i servizi?

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Il fatturato totale nel 2014 è di 55 milioni 936.374 euro, nel 2015 di 47 milioni 501.936 euro. Il fatturato della depurazione dei reflui è, nel 2014, di 2 milioni 743.150 euro, nel 2015 di 2 milioni 680.071 euro. Per quanto riguarda il trattamento dei reflui liquidi prodotti da ENI, nel 2014 abbiamo avuto un fatturato di 8 milioni 510.538 euro, nel 2015 di 2 milioni 718.796 euro.

  PRESIDENTE. Mi scusi, altrimenti mi ci perdo: il fatturato di ENI...

Pag. 4

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Solo riferito al trattamento che facciamo dei rifiuti provenienti...

  PRESIDENTE. Che però è extra depurazione.

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Sì.

  PRESIDENTE. Le depurazioni sono 2 milioni di euro.

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Sì.

  PRESIDENTE. In generale, quindi, dal punto di vista del fatturato della depurazione, avete detto che siete per il 2014-2015 attorno ai 2 milioni di euro. Eventualmente, potete lasciarci il materiale.
  Per quanto riguarda l'attività di ENI, sono 8 milioni di euro nel 2014, che diventano 2 milioni...

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Sì, 2 milioni 718.796 euro.

  PRESIDENTE. Prima del 2014-2015 avete dei dati?

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Non con noi.

  PRESIDENTE. Ma ce li farete avere. Ci interesserebbe capire dall'inizio.

  NICOLA SAVINO, Presidente di Tecnoparco Valbasento Spa. Da quando abbiamo partecipato alla gara, dal 2002-2003.

  PAOLA NUGNES. La contrazione dagli 8 ai 2 milioni dal 2014 al 2015 è stata dovuta al fermo delle attività? Solo a questo o a qualcos'altro?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Nel 2015 ci sono stati diversi cambiamenti dal punto di vista della gestione del contratto. Nei primi mesi, effettivamente, non ci sono stati conferimenti. Poi c'è stata una voltura del contratto da parte della società ENI alla sua controllata Syndial, che è diventata la società che appunto gestiva questo contratto. Questo passaggio ha comportato sicuramente una contrazione nei quantitativi.

  PRESIDENTE. Ma Syndial non ha più conferito da voi.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Syndial ha conferito da noi nel 2015.

  PRESIDENTE. Per intenderci, visto che sono tutte e due società del gruppo ENI, i 2 milioni sono imputabili a ENI o a Syndial?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. A rifiuti prodotti da ENI, conferiti in parte da ENI, in parte da Syndial come società gestore del contratto. Comunque, sono tutti rifiuti prodotti da ENI.

  PRESIDENTE. Ottimo, ma lei ci ha detto che la contrazione da 8 e 2 milioni deriva dal fatto che è cambiato il contratto e che ENI si è rivolta a Syndial, che è la sua società controllata. Syndial, però, vi ha dopo riportato lei gli stessi reflui da trattare o una parte di quei reflui è stata trattata da un'altra parte?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sono anche stati trattati da altre parti, ma questo accadeva anche prima.

  PRESIDENTE. Il calo di 6 milioni di euro, allora, a che cosa è dovuto? L'impianto non era fermo, perché si è fermato adesso.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. C'è stato un periodo in cui non hanno conferito questi rifiuti. È stato nei primi mesi del 2015.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Molto, però, non hanno conferito.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Per circa cinque mesi. Poi hanno ricominciato a conferire, all'inizio sempre col contratto sotto gestione ENI, poi c'è stata la voltura, ma il produttore del rifiuto è sempre ENI.
  Tornerei sulla costituzione del rapporto con ENI, cui il presidente aveva accennato. È un rapporto che nasce intorno al 1998 e prosegue sino al 2016. I contratti vengono realizzati in seguito a delle gare che vengono bandite da ENI. Sino al 2011 queste gare, trattandosi di servizi correlati all'estrazione di olio, seguivano il decreto legislativo n. 163, relativo agli appalti pubblici. Di fatto, erano gare pubbliche a tutti gli effetti, che quindi sono state bandite e aggiudicate.
  Tecnoparco ha partecipato e si è aggiudicata queste gare, ma non come un unico contratto. Non esisteva un contraente unico di questo tipo di servizio. Esistevano anche altri soggetti. Credo che questo sia logico anche in un'ottica di gestione delle attività, perché avere più enti che possono erogare il servizio ovviamente mette anche al sicuro data la criticità del tipo di servizio.
  Nella documentazione a corredo di questa gara, tra i tanti documenti, c'è anche una specifica tecnica, che diceva e dice che cosa sono questi rifiuti, da che attività provengono e quali sono i codici CER, attribuiti chiaramente dal produttore al rifiuto. È un documento allegato alla gara. I codici CER sono 161001 e 161002. C'è anche un 160304, che di fatto non mi sembra sia mai stato prodotto.
  Si parla anche, in questa specifica tecnica, di quali sono i contaminanti tipici di questo tipo di rifiuto, e di quali sono anche le cosiddette fasce contrattuali, le fasce di contaminazione. Ovviamente, rispondendo a questa specifica tecnica...

  PRESIDENTE. Cosa costava smaltire una tonnellata di questi codici 16 più o meno? È per avere un'idea.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Attualmente, la tariffa dello smaltimento per le acque di produzione si aggirava intorno ai 30-33 euro a tonnellata, ma chiaramente poi c'è un tariffario abbastanza lungo e complesso con un elenco prezzi. Naturalmente, parlo delle tariffe applicate da Tecnoparco.

  PRESIDENTE. Siete anche autorizzati al trattamento del codice 19?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Siamo autorizzati, in particolare, al trattamento del codice CER 190204. Ce l'abbiamo nella nostra autorizzazione.

  PRESIDENTE. Quanto costerebbe quello in più o in meno rispetto al codice 16?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Su questo bisogna fare una premessa. La tariffa di smaltimento di un rifiuto, più che al codice CER, è legata alle caratteristiche chimico-fisiche del rifiuto da smaltire, ovvero a quanto costa eliminare gli inquinanti per il suo smaltimento. Questo è un passaggio fondamentale.
  La tariffa di questo tipo di servizio, oltre che dalle caratteristiche chimico-fisiche del rifiuto, è come qualunque tariffa anche governata da aspetti legati al mercato. Fatta questa premessa, parliamo di circa 40 euro. Pensavamo che per quel tipo di rifiuto avremmo potuto applicare una tariffa superiore, circa 40 euro.

  PRESIDENTE. Superiore di 40 euro o...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. No, superiore a 30-33, quindi 40, 7-10 euro in più.

  PAOLA NUGNES. Siete autorizzati anche al codice 130508 e a che costi?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Al 130508 non siamo autorizzati. A quel tipo di codice non siamo autorizzati. Solo per aver letto le carte, la perizia che attribuisce a quel codice, è Pag. 6importante vedere che la perizia della procura lì fa un passaggio non da poco dicendo che, qualora non si dovesse attribuire il codice 130508, è attribuibile il 130507. Quel codice è presente nella nostra utilizzazione. Noi avremmo applicato un prezzo di circa 60 euro.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi scusi, può ripetere l'ultimo prezzo?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Circa 60 euro. Sono le acque oleose.

  PRESIDENTE. Prego, stava sviluppando un ragionamento. Scusate se vi interrompiamo, ma serve per capire, per approfondire.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Parlavamo dell'evoluzione del rapporto gare e aggiudicazione. Naturalmente, in queste gare c'è un tariffario per lo smaltimento, ma anche uno per il trasporto, va da sé. Si classifica primo chi riesce a garantire un servizio la cui tariffa totale (componente trasporto più componente smaltimento) possa risultare particolarmente vantaggiosa per la stazione appaltante, in questo caso il cliente.
  Tecnoparco – avevamo affrontato la questione quando siete venuti a farci visita – ha una peculiarità di natura geografica, ovvero dista 80 chilometri dal luogo di produzione di questi rifiuti, quindi la componente trasporto risulta essere notevolmente vantaggiosa rispetto a quella di qualunque altro trasportatore. Ci sono impianti che distano 300, 400 chilometri, che sono stati comunque utilizzati, tutti regolarmente, ma in quantitativi immagino sicuramente minori, perché il costo totale per tonnellata di rifiuto trasportato e smaltito sarebbe risultato maggiore.

  STEFANO VIGNAROLI. Scusi, questi prezzi sono comprensivi del trasporto?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. No, sono esclusi di trasporto. La Tecnoparco non si occupa di trasporti. Per quanto riguarda questo tipo di gara, ha partecipato in associazione temporanea d'imprese con aziende che effettuano anche il trasporto. Abbiamo sempre partecipato a sviluppare la tariffa relativa allo smaltimento.

  ALBERTO ZOLEZZI. Avete notato qualche caso in cui era più elevato il costo del trasporto rispetto a quello del trattamento e smaltimento?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Nel nostro caso, trattandosi appunto di 80 chilometri, no. Non conosciamo le tariffe applicate da altri impianti, ma immagino che in una logica di mercato... Per le acque di produzione tra i 30 e i 33 euro a tonnellata lo smaltimento.

  BARTOLOMEO PEPE. Quale è la vostra tariffa di trasporto?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. La tariffa del trasporto in questo momento non mi sovviene. Le do un numero banalmente stimato: credo che sia tra i 15 e i 20 euro per tonnellata, ma più spostata verso i 15. A 160-200 chilometri, la componente trasporto sicuramente diventa più importante.
  Questi contratti avevano una scadenza, come tutti i contratti, una validità amministrativa, terminata la quale venivano periodicamente bandite nuove gare. La validità è normalmente di due anni più uno, quindi ci troviamo di fronte a gare bandite nel 2003, nel 2006, nel 2009, nel 2011 e nel 2013.
  Se non sbaglio, nel 2011 è intervenuto un decreto che ha eliminato l'obbligo di effettuare le gare secondo il codice degli appalti, anche se la documentazione alla fine è rimasta sostanzialmente invariata. In ogni caso, ogni gara ha sempre avuto a corredo la specifica tecnica, che conteneva la classificazione del rifiuto effettuata dal produttore, le caratteristiche chimico-fisiche e così via. Chiaramente, sulla base di questo e ovviamente di una conoscenza oserei dire storica – nel momento in cui abbiamo partecipato, nel 2013, all'ultima Pag. 7gara svolta, avevamo un know how di circa quindici anni nel trattamento di questi rifiuti – abbiamo partecipato e fatto la nostra offerta.

  PRESIDENTE. Ovviamente, in base alle dichiarazioni nell'operatività, a mano a mano che arrivavano i conferitori, mi sembra d'aver capito che facevate sistematicamente dei controlli per verificare la coincidenza tra il dichiarato del produttore e quello che vi portavano a smaltimento.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sì, effettuavamo una serie di controlli, tra l'altro con particolare attenzione alla tematica connessa alla presenza di idrocarburi, e per due motivi. Si trattava dell'inquinante principale, più critico, oserei dire anche più pericoloso che poteva essere contenuto all'interno di questo tipo di acque, che tra l'altro derivavano dall'estrazione di idrocarburi. C'è anche un motivo di natura contrattuale: qualora questi idrocarburi avessero superato una certa concentrazione soglia dal punto di vista contrattuale, sarebbe scattata una tariffazione diversa, di conseguenza questo tipo di controllo veniva effettuato anche un po’ su tutti i conferimenti.

  BARTOLOMEO PEPE. Oltre a misurare COD, misuravate anche idrocarburi e radioattività?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sì, l'abbiamo misurata. Soprattutto, per quanto riguarda il tema della radioattività, ferme restando le nostre relative competenze – avevamo dei semplici contatori geiger – è intervenuta l'ISPRA, e se vuole posso descrivere l'attività.
  Ovviamente, queste acque di strato contengono dei radionuclidi di tipo naturale. Su questo tema si è aperto un dibattito per capire se queste acque fossero o meno pericolose, e in questo dibattito è entrata ISPRA, l'Istituto di radioprotezione, che ha effettuato tra il novembre 2014 e il gennaio 2015 una serie di accertamenti, verificando appunto che non esisteva nessuna rilevanza radiologica.

  BARTOLOMEO PEPE. Avete, quindi, una documentazione che lo attesta.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sì.

  BARTOLOMEO PEPE. Si può avere?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Possiamo depositarla se vuole.

  PRESIDENTE. Lasciateci tutta la documentazione che potete, poi magari vi chiederemmo di inviarci quella che non avete qua.

  PAOLA NUGNES. Ogni quanto effettuavate questi controlli? I tipi di controlli effettuati avrebbero potuto evidenziare la presenza dell'ammina, che viene contestata? O sarebbe servito un preciso test che non hanno effettuato? O c'era qualche elemento, spia, che avrebbe potuto evidenziarla?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Anche qui c'è da fare una piccolissima premessa. L'n-metildietanolammina, così come qualunque altra sostanza, può essere o meno classificata, ovvero possedere o meno delle caratteristiche di pericolo. Queste caratteristiche di pericolo non esistono tout court, cioè non basta la presenza di una molecola – lo dico così, stressando il concetto – di n-metildietanolammina per attribuire al materiale che la contiene una caratteristica di pericolosità. Probabilmente, se analizzata con una tecnica analitica abbastanza sensibile, quest'acqua potrebbe contenere del benzene. Non escluderei che contenga del benzene, che è una sostanza cancerogena, e quest'acqua non è cancerogena ovviamente.
  Per quanto riguarda la n-metildietanolammina, esiste esattamente lo stesso tipo di discorso. Per le sue caratteristiche di pericolo, l'n-metildietanolammina conferisce pericolosità a un materiale che la contiene Pag. 8superando la concentrazione del 20 per cento. Siccome le sostanze organiche censite nel Chemical Abstracts Service sono diversi milioni, non esiste una caratterizzazione che possa spaziare su tutto, e si fanno dei test complessivi, in particolare il test che determina il COD, il chemical oxygen demand.
  Questo test del COD ci fa capire che concentrazione complessivamente di sostanze riducenti può essere presente nel refluo. Quando questo valore dovesse assumere numeri rilevanti, allora si possono fare degli approfondimenti. Questo valore non ha mai superato i circa 3.000 milligrammi per litro. Per darvi un ordine di grandezza, una sostanza organica tal quale ha mediamente un COD oscillante tra 1,5 e 2 milioni.
  Tornando alla n-metildietanolammina, una soluzione acquosa al 20 per cento di n-metildietanolammina dovrebbe avere un COD tra i 200.000 e i 300.000, quindi numeri spaventosamente elevati, che ovviamente avrebbero messo in allarme chiunque, e anche noi. Rispondendo alla sua domanda, non siamo andati a cercare specificamente la n-metildietanolammina, ma delle sostanze molto più pericolose, la cui presenza in concentrazioni molto più basse poteva attribuire la caratteristica di pericolosità al rifiuto.
  Siamo andati a ricercare sempre gli idrocarburi nella loro varie componenti, gli idrocarburi aromatici, tra i quali sono presenti anche dei composti cancerogeni, come il benzene, e gli idrocarburi policiclici aromatici. Questi li abbiamo cercati sempre, perché presenti nel petrolio, e di conseguenza non si poteva escludere il rischio che in una certa quantità potessero essere presenti anche nella fase acquosa.

  BARTOLOMEO PEPE. I campionamenti vengono fatti a pelo e a fondo del camion o vengono presi solo a fondo?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. I campionamenti erano eseguiti sulla pompa di carico, quindi in pratica veniva fatto un campione medio in diversi momenti del carico, in un liquido omogeneizzato dalla pompa centrifuga del carico.

  BARTOLOMEO PEPE. Quando si scarica, non lo mettete a riciclo nel camion.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. I campioni venivano fatti al carico. Il carico veniva piombato e i campioni...

  BARTOLOMEO PEPE. Non avete un campionamento, ma un campione che viene preso all'inizio, quando si comincia a scaricare.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Il campione viene preso in tre momenti del carico: se il carico dura un quarto d'ora, i primi dieci minuti e l'ultimo quarto d'ora.

  BARTOLOMEO PEPE. Sì, ma riuscite mai a prendere a pelo, perché in quel momento la pompa si disinnesca.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Non veniva preso in quiete il campione. Se c'è la presenza di idrocarburi...

  BARTOLOMEO PEPE. Nella parte superiore in calma non l'avete mai preso.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Nella parte superiore in calma in Tecnoparco l'abbiamo anche preso. Sì, a volte facevamo anche verifiche in Tecnoparco in calma, col campionatore bailer in testa: veniva immerso e presa una colonna...

  BARTOLOMEO PEPE. A pelo, però, non l'avete mai preso.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. A parte il fatto che il campione deve essere rappresentativo, e un campione preso pelo pelo non so che cosa possa rappresentare.

  BARTOLOMEO PEPE. Gli IPA galleggiano.

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  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Gli IPA possono essere presenti nella frazione idrocarburica, ma l'obiettivo non è caratterizzare la frazione idrocarburica, bensì vedere quanto questa frazione idrocarburica è presente nella complessità, nella totalità del rifiuto; diversamente, prendo esclusivamente l'idrocarburo e che cosa dico, che il rifiuto è al 100 per cento idrocarburo? Non potrei certo giungere a una conclusione di questo tipo.

  PRESIDENTE. Nella fattispecie, sui 3.000 milligrammi per litro che avete individuato, ovviamente comprese le ammine...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sì, compresa la totalità dei composti riducenti, tra cui anche solfuri, i composti...

  PRESIDENTE. Dal punto di vista dei controlli dell'organo di controllo, cioè dell'ARPA, che tipo di controlli venivano eseguiti? L'ARPA era presente? Vi ha fatto dei controlli fiscali in questi anni? È intervenuta? Non lo ha fatto?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. L'ARPA è stata presente nell'effettuare controlli allo scarico e nell'assistere a quelli anche alle emissioni che effettuavamo sui nostri presìdi di abbattimento. Questi ultimi sono stati anni, dal 2012 al 2014, in cui la presenza dell'ARPA è stata anche abbastanza intensa. Non è intervenuta solamente nello svolgere le sue funzioni di controllo del piano di monitoraggio, per intenderci, delle installazioni PPC, ma anche molto spesso a supporto del Corpo forestale, della provincia di Matera, di chiunque intendesse espletare un'azione di controllo.

  PRESIDENTE. Avete avuto, quindi, dei controlli sia del Corpo forestale...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Dei carabinieri del NOE.

  PRESIDENTE. Dei carabinieri del NOE.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Del Corpo forestale dello Stato, della polizia provinciale, della polizia comunale, del comune, sì tantissimi controlli. A un certo punto, mi ero anche «preso la briga» di tirar fuori dei numeri. Negli ultimi due anni abbiamo superato i 70.

  PRESIDENTE. Parla di 70 controlli all'anno?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. I primi due anni, tra il 2013 e il 2014, circa 70 controlli analitici, documentali, di ogni genere, complessivamente.
  Venendo al discorso dei rilievi radiometrici, in quel periodo l'ARPA è stata molto presente. Ha campionato non solo i rifiuti liquidi prodotti da ENI, ma anche le acque reflue del nostro depuratore, quindi ha seguìto tutto, monitorato l'intero processo di depurazione, ovviamente non solo per i radionuclidi, ma ha fatto anche altre determinazioni analitiche, ha monitorato i nostri fanghi, i fanghi di scarto che derivano dalle attività di depurazione, e ha fatto anche una serie di monitoraggi sulle matrici ambientali, il fiume, le acque di falda e il canale di scarico della Tecnoparco. Sono stati fatti, quindi, molti di questi controlli.

  PRESIDENTE. Avete avuto qualche contenzioso?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. In passato, ci fu solamente un contenzioso relativo al superamento di un limite tabellare. Si verificò che il campionamento non fu effettuato allo scarico, ma in una zona che non era lo scarico, bensì una vasca di calma: nel prelevare il campione, furono prelevate quindi anche un po’ di schiume biologiche, che affiorano dalla vasca di calma, e queste contribuirono al superamento. Fu, però, chiarito e superato.

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  PRESIDENTE. Allo stato attuale, avete questa vasca che era stata sequestrata dalla procura, con la facoltà d'uso, e quindi di fatto la state usando se non ricevete materiale dal Centro Oli di Viggiano.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Più che una vasca, parliamo di un impianto con una serie di serbatoi. Abbiamo avuto sì un'estensione della facoltà d'uso. A dire la verità, l'estensione di facoltà d'uso riguarderebbe anche eventualmente il rifiuto prodotto da ENI qualora ENI attribuisse a questo rifiuto un codice 190204. Chiaramente, nella richiesta di estensione abbiamo detto che, qualora questo dovesse accadere, rinnoveremmo la procedura di omologa e poi potremmo procedere, ma questa è una decisione che attiene più al produttore che a noi.

  PRESIDENTE. Di fatto, se non c'è questo conferimento, come previsto, avrete più o meno un ammanco di introito di quanto, di quanti milioni di euro?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Potremmo perdere circa 5 milioni di euro. Sarebbe circa il 10 per cento del nostro volume di affari.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Per un periodo di circa cinque o sei mesi – sto spostando l'attenzione all'indietro – non c'è stata la vostra utilizzazione: com'è impostato il contratto? Non c'è un minimo?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. No, è definito come servizio a chiamata. Non esiste una quantità minima garantita. È definito come servizio a chiamata. Effettivamente, con una periodicità settimanale – ma se vuole posso essere più preciso – venivano emessi dal committente degli ordini di lavoro, ODL, sulla base dei quali si diceva di organizzare il servizio...

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Era legato al quantitativo.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sì, la tariffazione era di questo tipo.

  STEFANO VIGNAROLI. Vorrei capire bene il fatturato. Avete parlato di 8 milioni, avete perso il 10 per cento: vuol dire che il fatturato della vostra azione è di 80 milioni. Prima ho capito che era di 20 milioni.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Evidentemente, mi sono spiegato male. Il fatturato globale dell'azienda per il 2014 è stato di circa 56 milioni, 55 milioni 936.000 euro. ENI nel 2014 ha fatturato 8,5 milioni, circa il 15 per cento del fatturato globale.
  Guardando il 2015 ed estrapolando il fatturato ENI del 2015 a tutto l'anno, quindi immaginando di proiettare la situazione del 2015 attualizzandola, visto che 2,7 milioni sono stati riferiti al secondo semestre 2015, se li moltiplicassimo per due arriveremmo a circa 5 milioni su 47,5, circa il 10 per cento del fatturato, del volume globale. In questo senso ho parlato del 10 per cento del volume d'affari, immaginando di estrapolare le ultime condizioni considerate rappresentative.

  STEFANO VIGNAROLI. Premetto che non sono un tecnico, ma avete detto che è come se il test del COD fosse un campanello d'allarme e che, se supera un determinato valore, si cerca ulteriormente. Ora, arrivavano questi liquidi. Quando vi siete attrezzati gli abitanti del posto sentivano miasmi, odori particolari molto forti, quindi a prescindere dalla valida, la veridicità o la completezza del test COD, questi miasmi, quest'odore così forte non vi ha mai allarmato al punto da indurvi a cercare nello specifico l'ammina o altro con test più accurati?
  Inoltre, avendo letto anche le carte della procura, in mezzo a tutte queste attribuzioni di 13, 16, 19 dei codici CER, secondo le vostre valutazioni quale codice 13 CER è più costoso?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Rispondo alla prima Pag. 11parte della domanda. I rifiuti liquidi – a proposto delle carte, bisogna anche dare un nome che dal punto di vista giuridico inquadri correttamente – che provengono da questo tipo di attività hanno un odore caratteristico molto intenso. A che cos'è dovuto? A due fattori: alla presenza di acido solfidrico e a quella di composti ridotti dello zolfo, mercaptani, tiofeni e composti di questo tipo.
  L'acido solfidrico si sviluppa da questi reflui in funzione di una caratteristica, il pH: più basso è il pH, più acido è il pH, maggiore è la quantità di acido solfidrico che i solfuri contenuti nel rifiuto possono sviluppare. Il cattivo odore di questi materiali è sostanzialmente legato a questi fattori.
  Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo messo in piedi una serie di azioni molto importanti per quanto attiene innanzitutto alla mitigazione di questi aspetti e al loro controllo. Il controllo non è stato fatto esclusivamente sul rifiuto, oserei quasi dire banalmente sul rifiuto. Abbiamo messo in atto una campagna di monitoraggio delle sostanze aerodisperse che si è svolta in quattro momenti, per verificare appunto la salubrità di quello che innanzitutto è – non dimentichiamolo – il nostro luogo di lavoro. È vero, infatti, che a circa un chilometro di distanza c'è un insediamento urbano, ma a poche decine di metri ci sono dei lavoratori, tra cui anche chi le sta parlando, che deve tenere sotto controllo la salubrità di questi ambienti.
  Per quanto riguarda i monitoraggi, abbiamo eseguito dal 2013 al 2014 quattro campagne di monitoraggio attraverso campionatori diffusivi Radiello. Abbiamo misurato sia la presenza di acido solfidrico sia quella di un più vasto insieme di sostanze organiche aerodisperse. Non dimentichiamo che all'interno di quell'area industriale non è che l'unica attività possa essere costituita dallo scarico di autobotti. All'interno di quell'area industriale ci sono anche industrie chimiche che utilizzano anche solventi, sostanze volatili e così via. Non dobbiamo leggere quell'area industriale come legata a un unico tipo di attività.
  Questo tipo di misure, che sono state sempre puntualmente anche trasmesse all'ARPA e in un'occasione sono state fatte anche in contraddittorio con ARPA, non hanno mai fatto emergere situazione di rilievo di nessun tipo, assolutamente. Se può essere interessante per una lettura, possiamo anche lasciare i report, che ripeto sono stati anche trasmessi agli enti di controllo. Questo è per quanto riguarda il monitoraggio delle condizioni di salute di quello che noi innanzitutto consideriamo un luogo di lavoro.
  Attenzione, questo monitoraggio non è stato fatto guardando ai valori suggeriti per gli ambienti di lavoro, che sappiamo essere abbastanza alti. È stato fatto utilizzando una metodologia dell'agenzia ambientale americana, la USA-EPA (US Environmental Protection Agency), che utilizza l’hazard index, la concentrazione alla quale si può trascorrere settant'anni della propria vita senza incorrere in nessun tipo di rischio. Questo è un dato fondamentale. Non abbiamo guardato il cosiddetto TLV-TWA (Threshold Limit Value – Time Weight Average) per gli ambienti di lavoro, perché capiamo che quei numeri sono piuttosto alti. Lo sono perché una persona non trascorre tutta la sua vita 24 ore su 24 nel luogo di lavoro. Sono stati visti nell'ottica di chi può trascorrere 24 ore al giorno della sua vita per settant'anni: hanno sempre restituito valori assolutamente tranquillizzanti.
  Venendo alle azioni di mitigazione, che avete potuto anche voi stessi verificare, abbiamo fatto innanzitutto una prima azione che è consistita nell'allontanare il luogo di scarico delocalizzandolo, cercando quindi di limitare il più possibile il disagio legato alla presenza delle attività di scarico di queste autobotti. Questo non è stato fatto semplicemente mandando un camion nel punto A o nel punto B, ma facendo degli investimenti, allestendo una stazione di scarico.
  Gli investimenti complessivi fatti dalla società per la mitigazione degli aspetti connessi alle emissioni di sostanze nell'aria hanno superato i 2 milioni 700.000 euro in questi anni, quindi sono state fatte azioni Pag. 12molto importanti dal punto di vista sia del monitoraggio sia delle azioni di mitigazione. È stato fatto veramente tanto.

  STEFANO VIGNAROLI. L'ammina crea cattivo odore?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. L'ammina crea cattivo odore, e l'odore è di pesce marcio.

  STEFANO VIGNAROLI. Allora, perché non l'avete misurato nello specifico visto che c'era questo problema?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Innanzitutto, l'abbiamo misurato anche nello specifico nell'aerodisperso. Quando si fa questo tipo di misure, si utilizzano i cosiddetti campionatori diffusivi, composti di trappole di carbone attivo che catturano qualunque sostanza organica si dovesse aerodisperdere, poi questi campionatori vengono analizzati mediante una tecnica si chiama spettrometria di massa, in cui viene identificato ogni singolo composto, e di ammine non vi è mai stata trovata alcuna traccia.

  STEFANO VIGNAROLI. È stata monitorata, quindi, nell'aria...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Non specificamente.

  STEFANO VIGNAROLI. Non nel liquido.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Non nel liquido. Non è stata ricercata...

  STEFANO VIGNAROLI. Questo mi sembra strano.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Il monitoraggio che si fa...

  PRESIDENTE. Se hanno fatto il COD...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Il monitoraggio che si fa nel liquido è finalizzato a due aspetti: uno tecnologico e uno normativo. Uno è per verificare se l'attribuzione di un codice è corretta, cioè se qualcuno mi dice che c'è un 161002 e, in realtà, dovrebbe essere un 161001, e lì credo di avere risposto tranquillamente. Attenzione, però, non passi il concetto che sia stato fatto solo il COD su quei rifiuti. Sono state fatte tantissime determinazioni.
  L'altro tema è di carattere tecnologico, e cioè se questo materiale è trattabile. L'ammina, n-metildietanolammina, è un composto che ha un bio di 5, cioè ha una biodegradabilità piuttosto elevata. Non è un antibiotico che, messo in un sistema di depurazione, può dare dei problemi, anzi è un composto anche azotato che sotto un certo punto di vista può anche aiutare.

  PRESIDENTE. La soglia olfattiva di questa sostanza...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. È molto più elevata. È più elevata rispetto all'acido solfidrico, ma ha un odore radicalmente diverso.

  ALBERTO ZOLEZZI. Avete l'impressione che negli ultimi anni il rifiuto che vi arrivava avesse un tenore di acido solfidrico maggiore? Rivolgo a voi la domanda per capire se avete un elemento indiretto: è aumentato il tenore di zolfo del petrolio estratto negli ultimi anni?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sicuramente, negli ultimi anni per gli eventi a cui faceva cenno il suo collega la nostra sensibilità è molto aumentata, c'è stata anche un'attenzione un po’ «esasperata» agli aspetti olfattometrici connessi a questi rifiuti.
  Detto questo, alle volte ci capitava appunto di sentire un odore un po’ più intenso, ma poi ce lo siamo spiegati in questa maniera. L'acido solfidrico deriva dai solfuri, uno ione che si scioglie in acqua: qualora ci si trovasse di fronte a un pozzo, a un giacimento che contiene più acqua, Pag. 13questi solfuri sarebbero presenti in maniera più diluita; se un giacimento contiene meno acqua, la concentrazione alle volte può aumentare, quindi ci si può trovare con 50-60 milligrammi per litro, ma abbiamo misurato anche 110-120 milligrammi per litro di solfuri disciolti, che chiaramente potevano generare acido solfidrico. Lo abbiamo misurato, ma parliamo di fluttuazioni che sono nell'ambito di alcune decine di milligrammi per litro.
  Premetto che la prima fase del trattamento in Tecnoparco è l'innalzamento di pH, quindi l'aggiunta di idrossido di sodio, in questi rifiuti, in modo da portare il pH a valori superiori a 9, e quindi inibire la formazione di acido solfidrico.

  BARTOLOMEO PEPE. Non avete trovato acido cloridrico nei campioni?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. No. Abbiamo trovato cloruri in forma dissociata, ma considerato che il pH era intorno a 5-7, acido cloridrico no.

  PAOLA NUGNES. Comunque, sono tutte concentrazioni nei limiti di legge.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Sì.

  PAOLA NUGNES. Oltre al sequestro, non c'è nessuna attività soggetta a indagini in questo momento per quanto riguardo Tecnoparco?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Immagino ne avremmo avuto contezza.

  PAOLA NUGNES. Era per avere una conferma.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Per quello che possiamo sapere, per quello che è nelle nostre informazioni, no.

  PAOLA NUGNES. Vorrei anche rivolgerle qualche domanda sulla centrale elettrica di olio di palma. Vorrei sapere, innanzitutto, se c'è stata una diminuzione di uso dei quantitativi di olio di palma negli anni rispetto al mantenimento della produzione di certi chilowattora annui e se questo è stato dovuto alla sostituzione della tipologia di combustibile.
  Inoltre, è tecnicamente possibile – la domanda è proprio tecnica e solo tecnica – usare in quel tipo di impianto oli da processo di separazione delle acque di strato?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Tecnicamente, no. Quest'impianto è un motore diesel, un po’ più grande di quello...

  BARTOLOMEO PEPE. Guardi che a Napoli ne abbiamo trovati di oli...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Se si ha intenzione di distruggere il motore, si può anche farlo.
  Tenga presente che il nostro combustibile è olio di palma che deriva da un deposito doganale, quindi è sottoposto al controllo anche dell'UTF (Ufficio tecnico di finanza) che campiona regolarmente campionatori massicci. Dovendo anche intascare, giustamente, accise e tutta la fiscalità connessa, il tipo di controllo c'è.

  STEFANO VIGNAROLI. Quanto olio avete importato e a fronte di quanto kilowatt prodotto?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Onestamente, non sono in grado in questo momento di risponderle, ma è un'informazione che posso far avere.
  Tornando alla risposta, tecnicamente, a meno di non arrecare danni al motore, il nostro sistema non ha una fase di pretrattamento che possa consentire un utilizzo di questo tipo.

  PAOLA NUGNES. Mi ricordo che mi è stato risposto. Se ci fosse un pretrattamento di quest'olio di processo, potrebbe...

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  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Un pretrattamento piuttosto...

  PAOLA NUGNES. Questo pretrattamento, però, non è incluso nel vostro impianto, non ne avete l'utilizzo.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Non abbiamo questo tipo di tecnologia.

  PAOLA NUGNES. A fronte di una sostituzione del combustibile, ci sarebbe stato un notevole guadagno, risparmio, se invece di usare olio di palma dovesse essere usato quest'olio trattato?

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Innanzitutto, restituiamo a questo tema una sua dimensione. Gli idrocarburi presenti all'interno di questo refluo hanno valori intorno alle centinaia di milligrammi per litro, che vuol dire che un metro cubo contiene 100 grammi di quest'olio, questo è il valore, 100 milligrammi per litro sono un valore in base al quale questi oli rimangono in emulsione ed è difficile che si separino.
  Anche un'operazione che potesse consentirci, quindi, di separare sarebbe stata sostanzialmente improduttiva, ma forse anche impossibile, mi verrebbe da dire questo. E quand'anche questo fosse stato teoricamente possibile, 100 grammi per metro cubo vogliono dire che, per avere un chilo di questo combustibile, avrei dovuto trattare 10.000 litri. Sono numeri che, francamente, renderebbero impossibile l'operazione.
  Venendo alla prima parte della sua domanda, se non ho inteso male, mi chiedeva che tipo di andamento c'è nella produzione di energia da oli...

  PAOLA NUGNES. Come poi ha ripetuto il mio collega, quanto è stato importato di olio di palma negli ultimi periodi e a fronte...

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Non so darle un numero preciso, ma posso darle un ordine di grandezza: ogni carico di olio di palma vale diverse migliaia di tonnellate, quindi in un anno sicuramente avremo importato più di 10.000 tonnellate. Se dovesse essere utile, possiamo fornirvi un numero preciso in seguito.
  Prendo solo dieci secondi per chiarire che cos'è successo nel sistema produttivo dell'energia elettrica di Tecnoparco. Come società di gestione abbiamo preso appunto in gestione degli asset che appartengono al consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera, tra cui la vecchia centrale termoelettrica a servizio dello stabilimento Enichem. Ci siamo passati anche di fianco col pulmino. Quella centrale era alimentata a olio combustibile grezzo e olio combustibile BTZ, più gas metano, era una centrale policombustibile.
  Noi abbiamo riconvertito il nostro sistema di produzione di energia elettrica eliminando l'utilizzo di oli combustibili minerali e sostituendoli totalmente con oli di origine vegetale. Questo è stato fatto negli ultimi anni. Consideriamo anche il tipo di processo di combustione, un motore rispetto a una caldaia ha un processo di combustione molto più pulito.

  PRESIDENTE. Sicuramente, vi chiederei di farci avere, a parte quello che vi ho chiesto prima, delle specifiche per quanto riguarda il bilancio e, soprattutto i conferitori degli ultimi anni. Ci fate l'elenco di tutti i vostri conferitori, così abbiamo un quadro completo della vostra attività. Se avremo bisogno di fare qualche domanda specifica su altre questioni, gliela faremo avere.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Io sto prendendo appunti, ma verrà...

  PRESIDENTE. Viene chiesto formalmente. Vi ringraziamo. Se avremo bisogno di chiedervi qualcosa di più, ve lo faremo sapere.

  DOMENICO SCARCELLI, Responsabile dei servizi ambientali. Siamo a disposizione.

Pag. 15

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 9.25, è ripresa alle 14.15.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nel corso della riunione svoltasi lo scorso 13 aprile, aveva stabilito la desecretazione resoconto stenografico dell'audizione del procuratore aggiunto di Palermo, dottor Salvatore De Luca, tenuta congiuntamente al sostituto procuratore Sergio De Montis, il 25 gennaio 2016. Essendo pervenuto l'assenso alla desecretazione da parte del dottor De Luca, il predetto documento si intende desecretato.

(La Commissione concorda).

  PRESIDENTE. Ricordo altresì che l'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha stabilito lo svolgimento di un'attività di verifica da parte della Commissione sull'attuazione della legge n. 68 del 22 maggio 2015, recante «Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente». Lo studio prevede la raccolta e l'elaborazione di dati quantitativi che mettano in relazione la situazione delle circoscrizioni giudiziarie (bacini serviti, risorse disponibili) e il numero di procedimenti e provvedimenti giudiziari rilevanti in materia, con l'obiettivo di fornire al Parlamento concreti elementi di valutazione e, nel contempo, di raccogliere i provvedimenti giudiziari più significativi emessi in sede di merito per evidenziare l'efficacia delle nuove disposizioni legislative, ovvero eventuali criticità applicative.
  Sulla base delle attività svolte e programmate, ho individuato, per la fase iniziale della ricerca, alcuni circondari, diversi per dimensioni e collocazione geografica, con l'obiettivo di disporre di dati (organici di magistrati e di polizia giudiziaria, numero di procedimenti penali, esiti) e provvedimenti giudiziari relativi alla legge n. 68 del 2015 (decreti e ordinanze in materia cautelare personale e reale, atti di esercizio dell'azione penale, sentenze), secondo appositi schemi predisposti. Successivamente saranno coinvolti tutti gli uffici giudiziari operanti sul territorio nazionale al fine di disporre del più ampio quadro possibile dell'attività di ricerca.
  Avverto che di tale iniziativa, anche al fine di definire specifiche forme di collaborazione con l'Amministrazione, è stata trasmessa informazione alla Presidente della Camera.

  STEFANO VIGNAROLI. Noi, come Movimento 5 Stelle, siamo favorevoli.

  PRESIDENTE. Grazie.

  LAURA PUPPATO. Anch'io sono molto favorevole. Mi spiace, che non si riesca a fare anche al Senato. Credo che si farà. L'importante è che si faccia.

  PRESIDENTE. Trasmetteremo il testo. Per conoscenza trasmettiamo anche al Senato tutta la documentazione che trasmettiamo alla Camera, quindi avete contezza di quando le cose arrivano.

  PAOLO ARRIGONI. Anch'io sono d'accordo. Voglio ricordare quanto già detto in precedenza in Ufficio di Presidenza: oltre alla direzione del materiale alle varie procure per verificare lo stato di attuazione di questa legge, mi risulta che sia in corso anche un approfondimento da parte del sistema delle agenzia attraverso AssoArpa che può essere utile, anzi è utile.

  BARTOLOMEO PEPE. Anch'io sono favorevole all'iniziativa.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Mi dichiaro favorevole alla proposta.

  PRESIDENTE. Faccio presente che la verifica sull'attuazione della legge n. 68 del 2015, assumerà carattere progressivamente più ampio, avendo l'obiettivo di fornire al Parlamento un quadro il più definito possibile. Pag. 16
  Comunico, infine, secondo quanto stabilito nella riunione appena svoltasi dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la missione in Friuli Venezia Giulia, prevista dal 23 al 25 maggio prossimi, si svolgerà dall'8 al 10 giugno. Nel corso di questa missione avrà luogo una visita presso il porto di Capodistria, in Slovenia. Avrà inoltre luogo, il 20 e il 21 giugno prossimi, una missione in Veneto nel corso della quale si svolgerà un convegno per dibattere i contenuti della relazione sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica nel sito di interesse nazionale di Venezia (Doc. XXIII, n. 9), approvata dalla Commissione.
  Se non ci sono altri interventi dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.25.