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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 156 di Mercoledì 25 maggio 2016

INDICE

Audizione della presidente della commissione elettorale circondariale di Roma, prefetto Clara Vaccaro:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 8 
Mirabelli Franco  ... 8 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Vaccaro Clara , presidente della commissione elettorale circondariale di Roma ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 

(La seduta, sospesa alle 15.35, riprende alle 15.40) ... 9 

Audizione del prefetto di Caserta, Arturo De Felice:
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
De Felice Arturo , prefetto di Caserta ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Mattiello Davide (PD)  ... 11 
De Felice Arturo , prefetto di Caserta ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 12 
De Felice Arturo , prefetto di Caserta ... 12 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 15.

Audizione della presidente della commissione elettorale circondariale di Roma, prefetto Clara Vaccaro.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della presidente della commissione elettorale circondariale di Roma, prefetto Clara Vaccaro, che è accompagnata dalla dottoressa Serafina Mascolo, viceprefetto, componente effettivo della commissione elettorale designata dal prefetto di Roma; dal signor Giovanni Pappalardo, componente effettivo designato dal consiglio provinciale ora città metropolitana; dal dottor Antonio Pizzolla, segretario, dirigente amministrativo di Roma Capitale, designato dal sindaco di Roma; e dal dottor Claudio Vaccina, responsabile organizzativo dell'ufficio elettorale del comune di Roma.
  L'audizione è dedicata a un aggiornamento sullo svolgimento degli esiti dei controlli effettuati dalla commissione elettorale circondariale di Roma in sede di ammissione delle candidature per il consiglio comunale e per i municipi di Roma, in particolare il VI, in vista delle prossime elezioni del 5 giugno 2016.
  Al riguardo desidero rivolgere un sentito ringraziamento al neo prefetto Vaccaro a nome dell'intera Commissione non solo per il grande lavoro svolto, ma anche per l'intensa collaborazione fornita all'organo parlamentare per il miglior assolvimento dei propri compiti istituzionali.
  La commissione elettorale di Roma è, infatti, una di quelle che non si è limitata a un esame solo formale dei dati, in maniera particolare delle autocertificazioni.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Cedo, pertanto, la parola al prefetto Vaccaro, ringraziandola nuovamente.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Grazie, presidente. Vorrei iniziare dando uno spaccato dell'attività della commissione elettorale circondariale, che ha cominciato i suoi lavori a partire da venerdì 6 maggio, anche se la maggior parte della presentazione delle candidature è avvenuta nella giornata di sabato 7.
  Infatti, ricordo che il termine ultimo per la presentazione delle candidature era fissato, appunto, per sabato 7, alle ore 12. La commissione ha, dunque, cominciato a esaminare le liste presentate a partire dalla giornata di sabato, con il termine perentorio di terminare entro domenica 8 maggio. Le conclusioni sono avvenute a tarda notte.
  Quest'anno per il comune di Roma sono state presentate ben 37 liste, di cui 34 ammesse, con 1.535 candidati per il solo comune di Roma, di cui tredici candidati sindaco.
  Abbiamo potuto dichiarare l'incandidabilità di tre di questi. Vi spiegherò nel prosieguo le modalità con cui abbiamo operato e il perché di questi numeri.
  La commissione elettorale circondariale, in questa composizione che vedete oggi, ha preso in esame le candidature per quel che riguarda l'elezione del sindaco di Roma e del consiglio comunale. Inoltre, erano insediate ben sette sottocommissioni circondariali alle quali è stato affidato il compito della verifica dell'ammissione delle candidature per l'elezione dei presidenti di Pag. 4municipio e quindi dei consigli municipali. Ciascuna commissione varava, quindi, due municipi. In totale vi sono quattordici municipi, con 321 liste ammesse, per un totale di 8.018 candidati.
  In provincia operavano, poi, circa nove sottocommissioni e due commissioni circondariali per l'ammissione di 43 comuni che vanno al voto. Questo è, però, un lavoro che è stato fatto all'interno delle due commissioni di Civitavecchia e Tivoli, con le loro sottocommissioni.
  Riguardo al lavoro svolto, come sapete, la commissione ha dei compiti stabiliti per legge, che sono tassativi.
  La prima fase di presentazione delle liste vede un lavoro molto certosino e complicato, fatto dalla segreteria generale del comune di Roma, che sino alle ore 12 del sabato previsto deve ricevere le candidature. Devo dire che l'organizzazione del comune di Roma è stata molto articolata perché sono state impiegate 186 unità di personale, con 80 postazioni informatiche complete di scanner, materiali informatizzati.
  Dico questo per spiegare qual è la complessità dell'attività che viene fatta nel momento in cui vengono presentate le liste alla segreteria generale che deve certificare, peraltro, l'orario, ovvero la corretta presentazione entro il termine fissato.
  Non ci sono state particolari situazioni critiche, se non una grossa confusione che si verifica sempre, perché quasi tutti vogliono presentare le liste all'ultimo momento. Si ha, quindi, un grosso affollamento nelle stanze appositamente organizzate di via Petroselli perché la maggior parte delle liste sono arrivate sabato mattina tra le ore 10 e le ore 12.
  Tutti coloro che erano dentro gli uffici del segretariato generale, una volta chiuso il portone entro le ore 12, hanno poi aspettato il completamento delle operazioni, ovvero la verifica dell'orario e la protocollazione, con il rilascio della famosa lista che attesta ciò che è stato depositato. Dopodiché, man mano che le liste sono state presentate, il lavoro è passato al vaglio della commissione.
  Devo fare una premessa. La norma stabilisce specificamente i compiti della commissione nell'ambito dell'analisi della presentazione delle candidature. La commissione è, dunque, assistita da un formalismo che non è più rigido, ma è comunque sostanziale.
  In realtà, negli anni e quest'anno vieppiù, abbiamo assistito al fatto che, rispetto ad alcune decisioni che la commissione ha preso, sia il TAR sia il Consiglio di Stato hanno, di fatto, cambiato i giudizi e l'impostazione giurisprudenziale degli anni scorsi.
  In particolare, quest'anno, quasi in tutta Italia, tutti i difetti che le commissioni hanno rilevato e che avrebbero portato all'esclusione delle liste o di singoli candidati sono stati sanati in sede non tanto di TAR, ma di Consiglio di Stato.
  Questo imporrebbe una riflessione generale su come condurre o cosa pensare nei termini della presentazione delle candidature. Infatti, stando ai numeri che vi ho detto, la commissione centrale ha esaminato soltanto le candidature per il sindaco e il consiglio comunale di Roma, ovvero 1.535 candidati e 37 liste, il che, con tutti gli adempimenti che devono essere fatti, è moltissimo rispetto al termine che è, più o meno, di 36 ore.
  In queste poche ore abbiamo dovuto esaminare ciascuna lista in tutta la sua composizione, verificando anche la correttezza delle sottoscrizioni. Vi dico soltanto che, tanto per dare dei numeri, sono stati emessi più di 50 mila certificati elettorali, tra candidati e sottoscrittori.
  Il lavoro della commissione è certosino perché occorre verificare che la lista così come è presentata, i sottoscrittori, le dichiarazioni dei candidati a sindaco e dei candidati consiglieri, le varie dichiarazioni di collegamento siano complete in tutti i loro elementi. Insomma, il lavoro della commissione è molto ristretto.
  L'altro punto che vi interessa particolarmente è la dichiarazione che deve essere contenuta nell'accettazione della candidatura, ovvero la non presenza di cause di incandidabilità. Pag. 5
  Noi eravamo convinti che la mancanza di questo elemento fosse una causa di nullità e che quindi dovesse portare all'esclusione del candidato. C'era, peraltro, una recente sentenza del Consiglio di Stato che conferma proprio questo, tuttavia siamo stati pienamente smentiti dal Consiglio di Stato che ha ora sostenuto che è tutto sanabile. Pertanto, chi aveva fatto una dichiarazione sulla base della vecchia legge o si era dimenticato di farla è stato sanato, ma questo ormai è storia.
  Secondo quanto prescrive la norma dobbiamo verificare l'incandidabilità desumendola anche eventualmente d'ufficio, in un piccolo comune, forse, la cosa è fattibile perché ci si conosce, ma in una città come Roma, salvo casi eclatanti, questo non è possibile.
  Siamo partiti, quindi, dalla necessità di acquisire il casellario giudiziale di Roma. Abbiamo chiesto, con una lettera ufficiale, al procuratore Pignatone, che ha aderito alla nostra richiesta, di consentire un'apertura straordinaria degli uffici del casellario nei giorni di sabato e domenica. Devo dire che sono stati eccezionali perché man mano che ricevevamo le candidature – ovviamente il comune si era organizzato in maniera informatizzata, altrimenti con questi numeri non si poteva riuscire – sono stati trasmessi non soltanto quelli di Roma Capitale, ma anche quelli dei municipi.
  Come sapete la commissione ha dei margini per poter integrare un certificato elettorale che manca, rettificare un nome che risulta sbagliato e che, invece, si capisce e così via. Pertanto, mentre si dichiara, con un verbale, che la lista è pronta e quindi si possono chiedere i certificati, i tempi si accorciano sempre di più.
  A ogni modo, a conclusione della mezzanotte di domenica siamo riusciti ad avere un migliaio di certificati del casellario giudiziale, che per noi, come comune di Roma, riguardavano più o meno una decina di liste. Comunque, siamo riusciti a dichiarare incandidabili tre candidati.
  Tra l'altro, per il comune di Roma, le liste contenevano tutte la dichiarazione della mancanza dell'incandidabilità; erano tutte fatte con autocertificazione, per cui, in quei casi, abbiamo dovuto trasmettere gli atti alla procura perché si tratta di un falso. Devo, però, permettermi di dire che forse in un caso c'era stata buona fede perché pensava che, essendoci il patteggiamento, potesse non essere in vigore l'incandidabilità. Invece, negli altri casi, la cosa era abbastanza palese.
  Anche i municipi sono riusciti, sempre in quella data, a dichiarare tre incandidabilità, in particolare nei municipi IX, XII e XIII.
  In sostanza, alla mezzanotte abbiamo esaminato poca documentazione perché i certificati non ci sono arrivati tutti. La norma consente, in ogni caso, di acquisirli tutti e di trasmetterli all'ufficio centrale che dovrà procedere alla proclamazione. Pertanto, avendoli ricevuti tutti, confidiamo nel fatto che questo possa avvenire in una fase successiva.
  Per quanto ci siamo potuti attrezzare e fare, è chiaro che la domanda è concentrata in un lasso di tempo così breve che non consente di fare altrimenti. In questa fase, non ci sono altri elementi da cui poter fare deduzioni. Si possono conoscere uno o due candidati, ma non tutti. Peraltro, bisogna comunque avere una validazione di quello che si può pensare.
  Da questo punto di vista, il nostro lavoro è stato fatto in maniera certosina. Il risultato, forse, non lo è. È probabile che non ci siano altri candidati. Tuttavia, rispetto ai numeri che abbiamo avuto, abbiamo fatto solo sei dichiarazioni di incandidabilità, rispetto alle quali abbiamo avuto un solo reclamo entro i termini del martedì successivo, che abbiamo rigettato. Non abbiamo, quindi, avuto ricorsi nei confronti di queste esclusioni, che, peraltro, se non rilevate dall'ufficio centrale, possono ancora essere rilevate in sede di convalida degli eletti, ovvero in una fase successiva.
  Occorre considerare che le commissioni devono controllare anche che i candidati non si siano candidati in altre liste o in non più di due municipi; inoltre devono verificare e incrociare i dati dei sottoscrittori e quant'altro. Insomma, è un lavoro complesso, per il quale noi, come commissione, avevamo venticinque persone che facevano Pag. 6«manovalanza» per noi. Questo, appunto, è per dirvi la mole di lavoro che c'è dentro la commissione.
  A questo proposito, facevamo una riflessione. Probabilmente, si potrebbe pensare che la commissione valuti la documentazione e poi, nel termine di tre, quattro giorni, consenta di integrare tutto. D'altra parte, quando si va a ricorso, poi fanno integrare tutto.

  PRESIDENTE. Quelli che avevate escluso sono stati reintegrati tutti?

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Non per incandidabilità, ma per altre vicende. Tuttavia, con questo termine – è solo un'idea – la commissione ha più tempo, ovvero tre, quattro giorni invece che uno, in cui si consente alle liste di integrare tutto ciò che manca, così evitiamo i ricorsi. Questo ci permetterebbe di aprire tutta la certificazione, chiudendo con l'ammissione delle candidature e avendo verificato tutta la parte relativa all'incandidabilità.
  Devo dirvi che sull'incandidabilità a Roma c'è poco da dire. Tuttavia, una recente sentenza del TAR stabilisce che anche questa attività della commissione è un po’ vincolata. Infatti, la commissione applica la norma, per cui chi rientra in certe fattispecie è incandidabile, altrimenti lo è. Pertanto, è un'interpretazione stretta. In realtà, si dà molta valenza all'incandidabilità, ma secondo me dovrebbe essere vista in maniera preventiva con un codice di comportamento diverso, altrimenti possiamo fare, ma solo fino a un certo punto.
  Per quello che abbiamo potuto fare, qualcosa è uscito fuori, ma – ripeto – non per quella incandidabilità, almeno non su questo territorio e non su questo terreno.
  Non ho contezza del VI municipio perché i colleghi, quando terminavano, andavano in coda alla richiesta di certificazioni, quindi sono arrivate sempre più tardi. Tuttavia, mi risulta che adesso tutte le certificazioni sono state acquisite.
  Non abbiamo avuto, quindi, particolari complessità o criticità, se non quelle normali che si sono avute in ogni fase di presentazione delle candidature. Abbiamo una buona collaborazione da parte dei presentatori, quindi dei delegati che presentavano liste, anche nel chiedere integrazioni e quant'altro. A parte il reclamo, rispetto alle nostre sei decisioni non sono stati proposti ricorsi. Del resto, è facile riconoscerlo, se il caso rientra in quelle caratteristiche.
  Molti, peraltro, non sapevano che l'unica causa che può interrompere l'incandidabilità è la riabilitazione.

  PRESIDENTE. Vorrei porle una domanda e poi fare alcune valutazioni. Comincio con la domanda, che riguarda il lavoro che avete svolto. Per i candidati al consiglio comunale siete riusciti a fare la verifica su tutti gli atti di autocertificazione? Restano fuori solo i municipi o anche sul consiglio comunale non siete riusciti a completare l'esame?

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. I candidati al consiglio comunale avevano tutti presentato correttamente l'autocertificazione. Siamo riusciti a esaminare soltanto dieci liste su trentaquattro ammesse entro la deadline. Infatti, dopo la scadenza del mandato, non possiamo più farlo perché dobbiamo chiudere e possiamo solo esaminare i reclami.
  Sui municipi, anche loro sono riusciti a farne una parte. Abbiamo esclusioni soltanto per tre municipi, ma questo non vuol dire che non ce ne siano altre.

  PRESIDENTE. Quindi nemmeno per il consiglio comunale è stato completato.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. No. L'unica cosa che posso rilevare è che mentre la presentazione delle candidature al consiglio comunale sono state più corrette, per i municipi in alcuni casi le autocertificazioni erano non complete o non corrette. Comunque, sono state sanate perché il Consiglio di Stato ha deciso che il fatto di averle sanate successivamente poteva bastare.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Penso che entro domani avremmo a disposizione tutta la documentazione dei candidati del consiglio comunale e del VI municipio, quindi la prenderemo in esame e se troviamo qualche caso, avendo avuto più tempo, ve lo segnaliamo.
  Tuttavia, da quello che ci dite, quando abbiamo dato inizio a questo lavoro avevamo già fatto presenti quelle che per noi erano delle criticità evidenti della legge.
  La prima è proprio la mancanza di tempo effettivo a disposizione delle commissioni elettorali per fare una valutazione di aspetti molto diversi tra di loro. Infatti, la stessa commissione deve valutare la regolarità sulle firme, quindi elementi strettamente elettorali, ma anche l'autocertificazione, che attiene anche a profili di incandidabilità o ineleggibilità, dunque di carattere penale.
  Nella nostra relazione avevamo già proposto che vi fosse dato più tempo. Ci confermate che, là dove le commissioni non si sono soffermate a fare un esame solo formale dell'autocertificazione, ma sono andate a verificare se l'autocertificazione era corretta, ci sono stati problemi?
  Tra poco sentiremo il prefetto di Caserta, dove ci sono stati diciannove soggetti dichiarati incandidabili. È evidente, quindi, che l'autocertificazione ha bisogno di una verifica effettiva e non semplicemente formale. Inoltre, se fosse accompagnata dall'esibizione di un certificato penale da parte dei candidati, questo renderebbe il vostro lavoro...

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Vorrei, però, segnalare che il casellario giudiziale è stato intasato dalle richieste perché alcuni partiti lo hanno chiesto prima. Tuttavia, faccio presente che quello che chiediamo noi contiene più elementi. Per esempio, la non menzione, che in quello del privato rileva, per noi deve rilevare. Mi riferisco alla condanna oltre due anni. Abbiamo avuto un caso in cui il candidato ha presentato il suo certificato, che era pulito, ma per noi non lo era. Alla fine, quindi, è quasi inutile. C'è solo un doppio lavoro che va a intasare il casellario.

  PRESIDENTE. Allora vale la pena di insistere sul fatto che vi sia dato più tempo a disposizione per fare questo lavoro. Questo è un dato. L'altro elemento che ci interessa è che lei ha citato più volte la legge, che vi affida determinati compiti. Tuttavia, non impedisce di fare quello che voi avete fatto e che altre prefetture, invece, non hanno fatto.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. La norma dice che dobbiamo verificare dagli elementi in possesso della commissione, anche d'ufficio. Ora, gli elementi in possesso della commissione sono solo le autocertificazioni. Pertanto, ci siamo ingegnati in questo senso. Non avendo elementi in nostro possesso, cosa potevamo fare se non questo?
  Distribuire tutto alle forze dell'ordine non avrebbe avuto senso perché si finisce sempre al casellario giudiziale, per cui tanto vale andare alla fonte.
  Devo dire che, se è un compito che viene organizzato prima, anche il casellario giudiziale si organizza per tempo. Devo riconoscere che è stato fatto uno sforzo enorme su Roma da parte del personale della procura che ci è stato messo a disposizione. Hanno lavorato sabato e domenica. Insomma, organizzandosi le cose si possono fare. I risultati ci sono stati, sempre qualora il casellario giudiziale sia aggiornato. Mi fido, però, di quello che mi dice un atto pubblico.
  Dopodiché, la cosa funziona in questi termini. È chiaro che i colleghi dei comuni piccoli, con due liste e ventiquattro candidati, se il casellario risponde, fanno presto. Noi abbiamo dimostrato che avevamo oltre 9 mila casi. Questo è il discorso.

  PRESIDENTE. Sappiamo perfettamente che per le commissioni elettorali una cosa è fare un lavoro su un comune di 15 mila abitanti, un'altra è farlo su tre milioni di abitanti. Su questo non ci sono dubbi. Del resto, anche il fatto che la legge sia uguale per tutti i comuni dimostra il suo limite.
  Chiedo un'altra cosa che mi viene in mente ascoltandovi. Potrebbe avere un significato Pag. 8 che le commissioni elettorali prevedessero più subcommissioni che analizzano aspetti diversi, ma sempre con la stessa responsabilità?

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Il discorso è un po’ diverso e va a incidere su quello che fanno e su come sono organizzate le commissioni elettorali. La norma prevede che ci sia il presidente, che è il prefetto o un suo delegato (a Roma; altrove, comunque, c'è un funzionario prefettizio), un componente effettivo e uno supplente di nomina prefettizia e tre componenti di nomina della ex provincia, ora città metropolitana, che, però, sono in via di estinzione. Infatti, noi ne abbiamo avuto uno.
  Ora, la commissione è perfettamente valida con il presidente e due componenti, quindi ce l'abbiamo fatta. Tuttavia, in alcune commissioni o sottocommissioni i componenti di nomina provinciale o della città metropolitana non ci sono più. Abbiamo, quindi, dovuto sopperire con dei componenti aggiunti. Devo dire, peraltro, che non ci sono più per una cosa molto semplice, ovvero perché non c'è più il gettone di presenza, quindi si lavora a titolo gratuito.

  FRANCO MIRABELLI. Quindi ci sono ma non vengono.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Se i componenti non vengono, dopo tre volte decadono, quindi dobbiamo sostituirli. Ormai sono anni che lavoriamo con componenti aggiunti. Tuttavia, quando si lavora, come abbiamo fatto noi, con 18-19 sottocommissioni e due, tre commissioni centrali, i funzionari finiscono perché non ne abbiamo a iosa.
  Per il resto, la commissione si può organizzare come vuole al suo interno. Le subcommissioni, in realtà, dipendono da un'organizzazione interna che la commissione si può dare. Noi eravamo quattro gatti, quindi abbiamo fatto il possibile.

  PRESIDENTE. Si potrebbe prevedere la presenza di un magistrato.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. I magistrati erano presidenti delle commissioni, poi...

  PRESIDENTE. Anche per le elezioni regionali e nazionali è prevista la presenza di un magistrato, se non sbaglio.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Non nelle nostre.

  PRESIDENTE. Infatti, occorrerebbe un'integrazione per quelle prefettizie.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Può anche andare bene che ci sia un magistrato. Prima il magistrato presiedeva al nostro posto; noi facevamo i componenti. Non è quello, però, il problema. A questo punto bisogna ripensare tutto, anche la composizione delle commissioni. Alla fine, infatti, ci siamo solo noi prefettizi. Allora, dovremmo trovare una soluzione diversa.
  Noi siamo comandati, per cui lo dobbiamo fare e lo facciamo. Tuttavia, un altro che deve venire a titolo gratuito e stare lì tre giorni, giorno e notte, a volte senza mangiare, in condizioni difficili, non lo fa per amore di patria. Insomma, non lo vogliono fare tutti.
  C'è, quindi, una difficoltà proprio nella composizione delle commissioni. Occorre pensare a un'integrazione maggiore per dare, soprattutto nei comuni superiori ai 15 mila abitanti, la possibilità di aumentare i componenti e avere più forza lavoro.
  In realtà, è il comune che supporta le commissioni. Come sapete, il segretario della commissione è un funzionario del comune di Roma. Noi avevamo – ripeto – 25 persone di manovalanza che ci davano una mano per l'aspetto di inserimento dati o quant'altro.
  Pertanto, il problema sono sì le persone, ma soprattutto gli strumenti che devono essere messi a disposizione dei grandi comuni per poter facilmente arrivare al controllo dell'incandidabilità, visto che poi, di fatto, tutto il resto è sanabile.

Pag. 9

  PRESIDENTE. La stessa legge vale per i comuni di 15 mila e di tre milioni di abitanti, nonché per i comuni sciolti per mafia, che per quanto abbiamo visto noi sono un'altra questione.
  Le chiedo un ultimo chiarimento. Lei ha parlato di condanne superiori a due anni di cui alla legge Severino. Come interpretate i due anni?

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Si tratta di una pena non inferiore a due anni.

  PRESIDENTE. Non inferiore a due anni, quindi un soggetto con due anni è incandidabile?

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Sì, ma è un'interpretazione della commissione, pertanto soggetta a reclamo o ricorso. Non sono stati presentati ricorsi. Noi – ripeto – l'abbiamo interpretata in questo modo.
  La commissione cerca di lavorare anche sugli orientamenti della giurisprudenza, quando trova il modo di farsi un'idea. Infatti, siamo lì da soli e non rispondiamo a nessuno, per cui lo facciamo anche per avere un'interpretazione che possa essere omogenea sul territorio. Adesso non sappiamo più che cosa è omogeneo sul territorio. Comunque, abbiamo valutato in questo modo. Nessuno ha impugnato, per cui è andata bene. Se, però, da qualche altra parte hanno interpretato diversamente non glielo so dire.

  PRESIDENTE. Non voglio anticipare niente perché stiamo facendo ancora le verifiche, ma sul VI municipio avremmo trovato qualche cosa.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Mi sembra che sia stato uno tra gli ultimi a chiudere, ma non per colpa loro o per qualche problema. I colleghi delle sottocommissioni hanno più o meno gli stessi tempi. Se sono andati in coda con la richiesta di certificazioni perché sono stati gli ultimi ad arrivare, è probabile...

  PRESIDENTE. Non li avete visti. Questa è la dimostrazione che bisogna guardarli e che dovete avere il tempo e gli strumenti per farlo.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Sono perfettamente d'accordo con lei.

  PRESIDENTE. Se i colleghi non hanno domande e osservazioni e non avete altro da dirci, vi ringraziamo molto del contributo. Temo che in questi ultimi giorni torneremo a disturbarvi perché ci sarà bisogno di qualche ulteriore verifica.

  CLARA VACCARO, presidente della commissione elettorale circondariale di Roma. Risponderemo immediatamente a qualsiasi richiesta. In questo famoso libretto bianco – il mio è rovinato dagli studi e dalle notti insonni – che tutti coloro che presentano le candidature conoscono come Vangelo, ci sono anche degli allegati, che sono, appunto, dei moduli. Ora, non devono essere obbligatoriamente utilizzati, ma i contenuti devono essere quelli. In questo caso c'era il modulo con il quale il candidato dichiara di accettare la candidatura e contemporaneamente anche questo.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare la nostra ospite, sospendiamo i lavori per qualche minuto.

  La seduta, sospesa alle 15.35, riprende alle 15.40.

Audizione del prefetto di Caserta, Arturo De Felice.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto di Caserta, Arturo De Felice.
  L'audizione è dedicata a un aggiornamento sulla situazione del comune di Villa di Briano, con riferimento anche al recente scioglimento del comune di Trentola Ducenta, oggetto di approfondimenti previsti Pag. 10dalla commissione nella relazione approvata il 27 aprile scorso.
  In particolare, interessano gli esiti dei controlli effettuati dalla prefettura in sede di ammissione delle candidature nel generale contesto della provincia di Caserta, in vista delle prossime elezioni comunali del 5 giugno.
  Al riguardo desidero rivolgere un sentito ringraziamento al prefetto De Felice a nome dell'intera Commissione, non solo per il lavoro svolto, ma anche per la collaborazione fornita all'organo parlamentare per il miglior assolvimento dei propri compiti istituzionali.
  Ricordo, tra l'altro, che la prefettura di Caserta ha proceduto a un controllo non soltanto formale delle autocertificazioni, procedendo all'espulsione dalle liste rispetto alla dichiarazione di incandidabilità di alcuni soggetti che, appunto, avevano autocertificato non proprio la verità.
  Inoltre, ricordo al nostro audito, che ben conosce i lavori della Commissione, che l'audizione si svolge in forma di audizione libera e, ove necessario, potremmo proseguire in seduta segreta.
  Nel ringraziarlo nuovamente, cedo la parola al prefetto.

  ARTURO DE FELICE, prefetto di Caserta. Grazie, presidente. Farei, in audizione libera, una breve introduzione per fornirvi una rapida fotografia della situazione in atto nella provincia, in particolare in relazione al record, purtroppo negativo, di arrivare alle consultazioni amministrative del 5 di giugno con tredici comuni commissariati, benché per motivi ordinari, ai sensi del Testo unico degli enti locali.
  Tuttavia, riguardo alle dimissioni dei sindaci o alla caduta delle amministrazioni per la sfiducia votata dai rispettivi consigli comunali, si potrebbe talvolta fondatamente ritenere che siano state anticipate. In sostanza, si è fatta cadere l'amministrazione prima del tempo. Addirittura, alcuni comuni si sono autosciolti, proprio con la sfiducia, anche due o tre mesi prima della scadenza naturale.
  Ovviamente, non ci sono riscontri alle mie affermazioni, altrimenti sarebbe in atto un'attività di polizia giudiziaria. È, però, chiaro che c'è un diffuso convincimento, specialmente in alcuni piccoli centri, che sia più opportuno far arrivare il comune con un commissario prefettizio piuttosto che con una giunta che ha in mano fino all'ultimo giorno la gestione della pubblica amministrazione. Questo – ripeto – è un convincimento investigativo al momento non dimostrato.
  I tredici comuni commissariati si aggiungono all'unica azienda ospedaliera italiana commissariata per infiltrazioni camorristiche dal 4 luglio 2013, nonché a quattro commissioni di accesso disposte del corso della legislatura in essere rispettivamente presso i comuni di Roccamonfina, Orta di Atella, Villa di Briano e Trentola Ducenta.
  Quest'ultimo, su mia proposta, recentemente, il 10 maggio 2016, su proposta del Ministro dell'interno, è stato sciolto dal Consiglio dei ministri ed è stata già nominata la commissione che guiderà il comune per diciotto mesi. Invece, per i comuni di Roccamonfina, Orta di Atella e Villa di Briano il relativo procedimento si è concluso con decreto del Ministro dell'interno per insussistenza dei presupposti dello scioglimento.
  A questa brevissima, ma credo significativa fotografia della situazione, si aggiungono le iniziative prima dello screening delle liste, che debbo dire hanno trovato una stretta collaborazione da parte dell'autorità giudiziaria, che ha disposto, su mia esplicita e formale richiesta, di tenere aperti nei giorni di sabato e di domenica i casellari giudiziari delle procure di Santa Maria Capua Vetere e di Aversa-Napoli nord.
  È stato un caso senza precedenti, che però ci ha consentito di filtrare in tempo reale e di avere contezza immediata della situazione, raggiungendo dei numeri anche ragguardevoli di persone deferite all'autorità giudiziaria per aver dichiarato il falso nell'autocertificazione che consentiva l'ammissione nelle liste.
  A ogni modo, l'inizio della campagna elettorale non è del tutto foriero di tranquillità dal punto di vista dell'ordine pubblico. Ha visto, infatti, qualche significativo «incidente di percorso» nel corso delle Pag. 11attività di polizia giudiziaria di cui hanno dato conto anche le cronache giornalistiche.
  In provincia si sono susseguite fino a ieri e si susseguono grosse operazioni, soprattutto dall'Arma dei carabinieri, che vedono coinvolti ex amministratori di passate gestioni con coinvolgimenti diretti e indiretti anche nell'attuale campagna elettorale, benché minimali rispetto alla situazione dei trentadue comuni che andranno al voto e che rappresentano, per popolazione, quasi la metà della popolazione della provincia di Caserta.
  I comuni commissariati, da soli, rappresentano il 33-35 per cento della popolazione della provincia. Come voi sapete, ai sensi della legge Delrio i commissari prefettizi hanno, di fatto, quasi la maggioranza nell'assemblea provinciale perché si vota in proporzione al numero di abitanti.
  Questo ha comportato per me, come prefetto della provincia, la scelta di astenerci in parecchie assemblee perché ritenevamo non fosse istituzionalmente corretto esprimere valutazioni da parte di un organo terzo come i commissari prefettizi. Abbiamo, però, concorso ad approvare lo statuto, altrimenti sarebbe mancato il numero legale e non si sarebbe costituita la provincia con la nuova legge Delrio. Ci siamo astenuti, invece, in altri tipi di votazione come l'approvazione del bilancio, che l'amministrazione provinciale è riuscita a far passare in seconda seduta con un minimo scarto.
  Passando a esaminare la situazione del comune di Villa di Briano, chiederei che la seduta fosse segretata.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

(Così rimane stabilito. I lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  DAVIDE MATTIELLO. Mi unisco al ringraziamento e al saluto al prefetto De Felice. In questo quadro che ci ha rappresentato e che invita alla prudenza, a Mondragone proprio ieri c'è stata un'operazione, oltre a quell'altra importante che la cronaca ci segnala, con centinaia di persone che si sono presentate davanti alla caserma a difesa degli arrestati.
  Ecco, questo è un elemento che accresce l'apprensione e la preoccupazione. In quel contesto, che lei conosce bene, si muove il vicesindaco di Mondragone, Benedetto Zoccola, che è stato fatto oggetto di intimidazioni e atti violenti che sono andati ben oltre la minaccia, con attentati veri e propri.
  Ora, anche in considerazione del lavoro che stiamo facendo con il quinto Comitato che si occupa di vittime di mafia, le chiedo se ha novità rispetto alla situazione del vicesindaco di Mondragone, che anche recentemente ci ha rappresentato la sua personale preoccupazione e il dispiacere perché, rispetto alle istanze che ha fatto per vedersi riconosciuto il danno subito (i medici che l'hanno visitato lo certificano attorno al 60 per cento a causa dell'esplosione che ha subito) mancano alcuni passaggi di quell’iter. Mi riferisco, in particolare, alla visita presso la commissione medica.
  Le faccio questa domanda, sapendo della sua attenzione e della sua sensibilità nei confronti del caso. Credo che sia importante porre questa questione in questo momento perché, proprio mentre parliamo di una politica che si fa spesso tentare dal malaffare e della qualità della pubblica amministrazione, esempi come quello del vicesindaco di Mondragone sono da sostenere da parte di tutti.

  ARTURO DE FELICE, prefetto di Caserta. Come sa, la situazione è molto seguita per vari ordini di motivi. Innanzitutto, ho disposto non solo un rafforzamento della scorta, ma ho anche fornito la vigilanza fissa sia all'abitazione sia allo studio di commercialista del vicesindaco.
  Parlando con l'esperienza del mio precedente incarico di commissario del governo per le vittime della mafia – purtroppo il termine «mafia» me lo porto dietro da tanti anni – posso dirle che la procedura è molto lunga perché il risarcimento è molto consistente in termini economici. Pag. 12
  Conoscendo bene la commissione centrale che ho presieduto fino all'anno scorso, so che occorre una documentazione inattaccabile. Non vorrei sbagliarmi, ma lui ha già avuto una somma a titolo di acconto per i danni fisici che ha avuto, visto che da un orecchio non sente quasi più nulla.
  Come già accennato anche all'interessato, per dovere d'ufficio la seguirò di nuovo al mio rientro, ma – ripeto – ci sono delle cose che non dipendono dalla prefettura.
  Posso garantire che, come faccio sempre, non appena sarà concluso l’iter burocratico, il giorno stesso trasmetterò la pratica alla commissione con il mio parere. È, quindi, solo una questione di burocrazia, ma una volta tanto non prefettizia.

  PRESIDENTE. Chiedo se ci sono altre domande. Per il resto, ho già espresso i ringraziamenti, ripetuti dagli altri commissari. Voglio, però, concludere rinnovando, a nome di tutti, il ringraziamento per il lavoro svolto. Non si possono chiedere lavori straordinari alle commissioni elettorali. Tuttavia, bisogna fare in modo che quello che è stato fatto a Caserta avvenga in tutte le commissioni elettorali perché ha dimostrato l'utilità di questo lavoro.

  FRANCESCO D'UVA. Leggevo che ci sono stati cinquantasette arresti a Mondragone, per cui mi chiedo se ci sono collegamenti con l'attentato al vicesindaco di Mondragone.

  ARTURO DE FELICE, prefetto di Caserta. L'operazione ha riguardato altre quattro o cinque province ed è basata soprattutto su un'associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e all'estorsione, quindi non è riconducibile direttamente alla persona del vicesindaco, altrimenti, ne sarei stato informato.
  In ogni caso, è un colpo non da poco inferto a delle cosche che finora non erano state toccate incisivamente perché i clan più impegnati, a parte i soliti noti, erano stati finora soprattutto nella zona di Marcianise, che è comunque confinante.
  Quest'operazione ci tranquillizza per un po’ di tempo. Adesso aspettiamo con calma il riesame e vediamo come va a finire. I Carabinieri sono consapevoli che l'operazione è stata curata nei minimi dettagli. Non ho dubbi, quindi, che questa tesi accusatoria terrà.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, prefetto, anche per il lavoro svolto.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare nuovamente il prefetto, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.