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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 169 di Mercoledì 3 agosto 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del gran maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Lumia Giuseppe  ... 9 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Mirabelli Franco  ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Lumia Giuseppe  ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Mattiello Davide (PD)  ... 13 
Sarti Giulia (M5S)  ... 13 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 14 
Di Lello Marco (Misto-M.PPA-Mod)  ... 14 
Lumia Giuseppe  ... 14 
Sarti Giulia (M5S)  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 15 
Mirabelli Franco  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Mirabelli Franco  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 17 
Mirabelli Franco  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Mirabelli Franco  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 18 
Lumia Giuseppe  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Bisi Stefano , gran maestro del Grande Oriente d'Italia ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

  La seduta inizia alle 15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Audizione del gran maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del gran maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi. Il dottor Bisi è ascoltato in relazione alle tematiche legate al rapporto tra massoneria e organizzazioni criminali mafiose. Il gran maestro del Grande Oriente d'Italia ha, infatti, inviato una lettera, lo scorso 28 luglio, in cui ha espresso la propria disponibilità a essere ascoltato dalla Commissione antimafia sulle tematiche riguardanti la massoneria regolare, anche alla luce di quanto riportato dagli organi di stampa su quanto emerso in occasione della missione recentemente svolta dalla Commissione a Trapani in merito all'appartenenza alla massoneria di alcuni assessori di Castelvetrano, in provincia di Trapani, luogo di origine di Matteo Messina Denaro. Aggiungo che questa Commissione aveva già espresso l'interesse a un'audizione con il gran maestro e anche con altri responsabili presidenti di altre organizzazioni massoniche, perché il tema del rapporto tra massoneria e organizzazioni mafiose non è nuovo a questa Commissione. In passato la Commissione a presidenza Violante svolse anche una relazione su questo tema e nel corso di questa legislatura abbiamo spesso affrontato questo argomento. Da inchieste giudiziarie, da dichiarazioni di collaboratori di giustizia e da intercettazioni telefoniche degli stessi esponenti mafiosi, in particolare ’ndranghetisti, è emerso con una certa forza questo rapporto, che naturalmente sembra essere sempre più organico e sul quale questa Commissione non può non indagare. Per noi è molto importante avere questa interlocuzione. Ascolteremo, quindi, il dottor Bisi con molto interesse. Ricordo che l'audizione si svolge in forma libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Ringrazio il dottor Bisi per la disponibilità e gli cedo volentieri la parola.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Grazie, presidente. Grazie a tutti voi. Quando ho letto che il presidente della Commissione antimafia desiderava incontrare i gran maestri delle obbedienze massoniche, ho scritto una lettera per mettermi a disposizione. Devo dire che con grande rapidità sono stato convocato e ben volentieri partecipo a quest'audizione. Intanto procedo a spiegare che il Grande Oriente d'Italia, di cui sono il gran maestro – sono, cioè, il responsabile di questa comunione massonica – è presente in tutta Italia con 23.052 fratelli all'anagrafe, oggi presenti in tutto il territorio nazionale, divisi in 850 logge, i nuclei che formano il Grande Oriente d'Italia. Il Grande Oriente d'Italia è stato fondato nel 1805 e nel corso della sua storia, in questi 200 anni e più, ha partecipato alla storia del nostro Paese Pag. 4anche con personaggi di grande rilevanza. Basti ricordare il sindaco di Roma, Ernesto Nathan, e anche Ezio Marchi, un veterinario di Bettolle, comune di Sinalunga, che all'inizio del Novecento, per far mangiare la carne ai poveri, incrociò alcune razze e dette vita alla razza chianina. Aggiungo Salvatore Quasimodo ed Enrico Fermi, tanto per citare alcuni nomi di massoni del Grande Oriente d'Italia che hanno fatto del bene. Oggi chi vuole può seguire le attività del Grande Oriente d'Italia, che ormai da anni ha una presenza pubblica, senza interferire nelle cose della politica o altro. Tuttavia, per esempio quest'anno, nei 70 anni della Repubblica italiana il Grande Oriente d'Italia – scusate, lo dico anche con orgoglio – è stato la prima e per ora l'unica associazione di uomini che abbia raccolto l'appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando, nel saluto e negli auguri di fine anno, ha detto che questo 2016 era l'anniversario della Repubblica, ossia i suoi 70 anni, e invitava i cittadini a celebrarlo. Abbiamo cominciato con iniziative pubbliche a Reggio Emilia, a Reggio Calabria, nell'auditorium del consiglio regionale, presente il presidente della regione, siamo stati nella moschea di Colle Val d'Elsa a incontrare l'imam di Colle Val d'Elsa e l'imam di Firenze per parlare dei nuovi italiani. Siamo stati a Torre Pellice, a parlare di libertà religiose con il moderatore della tavola valdese Eugenio Bernardini. Il 17 settembre siete tutti invitati al Vascello, nella nostra sede nazionale, quando parleremo dei 70 anni della Repubblica con alcuni ospiti, tra cui il dottor Pietro Bartolo, il medico che a Lampedusa accoglie i rifugiati. Siamo anche orgogliosi che il Ministero dell'interno abbia molto apprezzato il logo che abbiamo disegnato per celebrare i nostri 70 anni, al punto che l'ha utilizzato, senza dirci nulla, in un'iniziativa per il 2 giugno. Le attività che facciamo sono ben visibili sul sito Internet, www.grandeoriente.it, dove, se si ha la pazienza di seguirlo quotidianamente, si trovano tutte le iniziative pubbliche che facciamo e si possono incontrare i massoni in pelle e ossa. Lì potranno anche essere lette le nostre riviste, che sono Hiram, Massonicamente ed Erasmo. Queste sono le attività che facciamo in giro per l'Italia. Da tempo stiamo rivendicando con forza l'esecuzione di una transazione fatta tra il Grande Oriente d'Italia e il Senato della Repubblica per avere un pezzo di quel palazzo, che si chiama Palazzo Giustiniani, che ci venne confiscato durante il fascismo. La Repubblica ce l'ha in parte restituito, ma nel 1991, con un atto firmato dal Presidente del Senato e dal gran maestro del Grande Oriente d'Italia, si prevedeva che 120 metri quadrati di quel palazzo venissero destinati al Museo della massoneria italiana. Noi rivendichiamo questo con forza, perché quel palazzo lo acquistammo all'inizio del Novecento per 1.055.000 lire. Sono 405 stanze. Il fascismo con la forza ce lo tolse. Vorrei – lo auspico anche dopo quest'audizione con voi – che venisse, in un certo senso, anche in questo caso ripristinata la legalità, perché quell'atto a noi fu fatto firmare con la forza durante il fascismo. La Repubblica ha firmato e non vedo perché non ci debba riconsegnare il palazzo. Credo sia utile quello che stiamo facendo per la trasparenza e per essere presenti come una comunione massonica che vuole la crescita spirituale dell'uomo e che vuole insegnare agli uomini che ne fanno parte che si parla uno alla volta. Uno parla e gli altri ascoltano, così avviene nelle nostre logge. Può sembrare una cosa quasi banale, ma anche voi mi insegnate che non sempre, anche nei consessi più importanti e democratici, si parla uno alla volta. Sembra che abbia ragione chi urla di più. Noi vorremmo estendere questo senso della fratellanza a tutti gli uomini. Non è un caso che sempre più numerose siano le iniziative di solidarietà per tutti che il Grande Oriente d'Italia sta svolgendo in tutta Italia, da Torino, con gli asili notturni, a Taranto, con cure odontoiatriche gratuite. All'inizio del 2017 partiremo con un camper odontoiatrico che i fratelli metteranno a disposizione dei fratelli dentisti per andare nei campi rifugiati a curare i denti di coloro che arrivano sulle nostre coste e poi vanno nei nostri campi profughi e magari non sempre riescono ad avere le cure mediche che meritano. Ho detto ai fratelli l'altro giorno a Viareggio, in Pag. 5riva al mare, e oggi ho visto che una pagina sul quotidiano più diffuso di Viareggio è dedicata al fatto che inaugureremo lì una sede: «Se vedessimo arrivare un barcone con dei rifugiati, che cosa facciamo noi massoni?» «Ci buttiamo in acqua ad accoglierli» è stata la risposta di tutti i fratelli. Grazie.

  PRESIDENTE. Proprio perché siamo consapevoli dei meriti della massoneria nella storia italiana e anche nell'attualità, riteniamo importante questa audizione. Riteniamo, infatti, che il Grande Oriente e le altre – come le ha chiamate lei – comunioni massoniche possano essere alleate della Commissione antimafia e non avversarie, o peggio ancora, in qualche modo oggetto della nostra collaborazione nei confronti di chi svolge attività di inchiesta e di indagine contro le tante devianze presenti nel nostro Paese. È proprio per questo motivo che per noi è molto importante capire come nella lotta alla mafia il Grande Oriente interpreti il concetto di onorabilità. Dopo darò conto di atti di indagine, di dichiarazioni di collaboratori di giustizia e di risultati accertati anche in sede giudiziaria. È indubbio che esista un'organizzazione che sta anche perdendo la caratteristica di segretezza. In base a quello che ci ha riferito oggi, per esempio, vorremmo chiederle di fornirci l'elenco degli iscritti al Grande Oriente. Immagino che sarà possibile averlo, perché, come Commissione d'inchiesta, abbiamo gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria. Trattandosi di nomi riservati, ma non segreti – comunque, non esiste, in uno Stato democratico, la segretezza dell'appartenenza ad associazioni – immagino che avremo la possibilità di avere i nominativi di tutti gli iscritti al Grande Oriente d'Italia. Vorremmo conoscere anche – non so se siano nel sito – le regole interne e il codice di comportamento degli iscritti e degli aderenti al Grande Oriente. Accanto a quest'associazione, che ha un timbro di riservatezza ma non di segretezza, esistono, invece, delle logge e delle organizzazioni massoniche segrete, che potremmo definire deviate, che addirittura stanno dando vita a nuove forme di organizzazione con appartenenti ad associazioni criminali mafiose. Intelligenti analisti del fenomeno mafioso parlano oggi di «masso-mafia», definizione che si attribuisce a un'organizzazione alla quale appartengono esponenti di cosa nostra, o della ’ndrangheta soprattutto, ed esponenti della massoneria che si dichiarano tali. La prima domanda che vogliamo farvi è se siete al corrente di questo. Nella vostra lunga storia, quando siete venuti a conoscenza di organizzazioni come queste, che si vantano del nome della massoneria e di certo non praticano i buoni princìpi della massoneria, le avete espulse? Siete pronti a collaborare con la Commissione antimafia e con l'autorità giudiziaria per perseguire i fratelli che hanno questo tipo di comportamento? Non solo, oggi le organizzazioni mafiose stanno cambiando profondamente il loro modo di agire e, oltre che continuare a praticare la violenza e il malaffare, riescono a stabilire anche relazioni e rapporti con poteri politici, economici, finanziari e amministrativi, tutti i settori nei quali molti dei vostri fratelli sono in prima linea e dei quali sono esponenti di prestigio. Lei ci ha citato alcuni grandi nomi, ma sicuramente ci sono anche alcuni grandi nomi iscritti oggi alla loggia che sono in prima linea nelle banche, nelle imprese e nella pubblica amministrazione. Se la mafia di oggi si fa forte delle relazioni con questa classe dirigente del nostro Paese, la massoneria dovrebbe essere in prima fila a fare da diga perché le mafie non entrino nelle banche e non interloquiscano con i poteri finanziari, con la pubblica amministrazione e con gli imprenditori. Che cosa state facendo? Lei è toscano come me. Lei è senese di città e io sono senese di provincia, ma siamo della stessa provincia. Le massonerie più forti in questo nostro Paese sono in Toscana, in Calabria, in Umbria, in Piemonte e in Sicilia. Ci sono concentrazioni fortissime a Trapani, a Vibo Valentia, a Reggio Calabria e a Messina, ma le mafie si stanno espandendo, guarda caso, in Umbria, in Toscana, in Piemonte, in Lombardia e in Liguria e non arrivano con il kalashnikov, ma arrivano stabilendo relazioni con questi pezzi di classe dirigente, alcuni dei quali appartengono alle vostre fratellanze. Che cosa Pag. 6state facendo per combattere le logge deviate? È dalla legge Anselmi che c'è quest'obbligo, che non è soltanto di chi le dovrebbe perseguire, ma anche della massoneria ufficiale. Magari poi le riferirò alcuni casi. Per esempio, in questo momento avrà sentito parlare della vicenda «Mammasantissima», a Reggio Calabria, che interessa esponenti della massoneria. Se ne parla esplicitamente: Altomonte Sebastiano, Pantaleone Mancuso, Belnome Antonino, Villani Consolato, Bonaventura Luigi, Serpa Stefano, Virgilio Cosimo, Chirico Filippo, Pennino Gioacchino, Di Bernardo Giuliano, Barreca Filippo, Costa Gaetano, Nucera Pasquale, Calvaruso Antonio, Albanese Giuseppe. Quello che è impressionante è che tra questi nomi si alternano esponenti della massoneria ed esponenti della ’ndrangheta. Il senso dell'audizione è questo. Al di là di quello che ciascuno di noi può pensare e dell'idea che può avere della massoneria, come giustamente lei ha dichiarato e ha scritto nella lettera, essa esiste, è regolare, ha delle norme e ha fatto del bene a questo Paese. Qualcuno può pensare diversamente, ma questo non ci interessa. Quello che, invece, ci interessa è se il concetto di onorabilità a cui i massoni si ispirano possa oggi diventare uno strumento di lotta alla mafia e come colpite coloro che tra i vostri fratelli si trovano coinvolti in questa vicenda.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Il libero pensiero di cui siamo portatori è un antidoto alla mafia. In merito alle persone che ha citato, va verificato di che cosa sono accusate e a quale comunione massonica appartengono. Io sono il gran maestro del Grande Oriente di Italia, non il gran maestro delle massonerie italiane. Quindi, parlo del Grande Oriente d'Italia e dico quello che fa e che ha fatto il Grande Oriente d'Italia. Ovviamente, siamo prontissimi a collaborare con la Commissione antimafia e con tutti gli organi giudiziari che ci possono chiedere informazioni. Siamo disponibilissimi perché è anche nell'interesse del Grande Oriente d'Italia. Ovviamente, abbiamo attuato da tempo delle procedure di fortissimo controllo per chi vuole entrare in una loggia del Grande Oriente d'Italia e per chi c'è già. Per esempio, a chi bussa alle porte dei nostri templi chiediamo certificati rilasciati dalla procura di residenza e il certificato penale del casellario giudiziale. Inoltre, tre fratelli parlano con questo che noi chiamiamo «profano» che vuole entrare nel Grande Oriente d'Italia. Di solito passano mesi o anni per verificare se questa persona che ha interesse a entrare da noi dopo prometterà di essere fedele alla Costituzione della Repubblica italiana e alle leggi che a essa si ispirano. Gli si chiederà se sia disposto a crescere spiritualmente in questa comunione. Logge segrete e fratelli «all'orecchio», come si diceva un tempo, nel Grande Oriente d'Italia non ce ne sono assolutamente. Su questo c'è un controllo forte nella vita della nostra organizzazione. Ci sono gli ispettori di loggia, che hanno proprio il compito di seguire le attività delle 850 logge sparse per il territorio. Se ci sono fratelli che in qualche modo possano deviare dalla strada maestra, vengono presi provvedimenti. Certo, da qui a dire che pubblichiamo tutti i nomi ce ne corre. Questo lo dico ai parlamentari della Repubblica italiana che hanno approvato la legge sulla privacy. È un po’ complicato chiedere a un'associazione di qualsiasi tipo, o a un partito, di dire i nomi. Ci sono delle leggi. La legge della regione Toscana, in epoca post-P2 – fu una legislazione d'emergenza – chiedeva a tutti gli amministratori pubblici di dire a quali associazione appartenessero. Era una legge contro i massoni, ma, secondo me, oggi è diventata una legge contro il diritto alla riservatezza che ognuno ha. Faccio un esempio semplice: all'assessore regionale ai trasporti viene chiesto a quale associazione appartenga e se l'assessore regionale ai trasporti faccia parte dell'associazione familiari dei bambini cardiopatici. Che diritto ha la pubblica amministrazione di chiedere a un amministratore pubblico addirittura la malattia di un figlio? All'assessore ai lavori pubblici o ai trasporti deve essere chiesto se sappia fare il piano regolatore, se sappia fare un bilancio, se sappia tenere pulite le strade e le scuole. C'è una concentrazione in alcuni territori.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Posso interromperla subito, dottor Bisi? Cito il Consiglio di Stato, Sezione IV, sentenza 610/2003, n. 5881: «Il dipendente della pubblica amministrazione può anche essere iscritto a una loggia massonica (non deviata) ma deve sempre e comunque comunicarlo preventivamente, altrimenti rischia il licenziamento, e a nulla vale appellarsi al diritto alla privacy perché, in ogni caso, prevalgono i princìpi della trasparenza e del buon andamento della pubblica amministrazione».

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Infatti, i nostri fratelli hanno chiesto ai loro superiori che cosa debbano fare, ma devo aggiungere qualcosa a quanto lei ha letto, ossia se far parte di un'obbedienza massonica – intendo il Grande Oriente d'Italia – influisca sulla regolarità di un appalto o di un concorso. Dico semplicemente: se fossi presidente di una commissione di concorso per docenti universitari, tra l'onorevole Rosy Bindi, che prima faceva la professione universitaria, e un fratello alle prime armi nel diritto amministrativo, riterrei che l'onorevole Rosy Bindi, appunto per lo studio che ha fatto, sia più preparata e farei vincere il concorso all'onorevole Rosy Bindi e non all'altro perché è un fratello. Quindi, questo lo faccio.

  PRESIDENTE. Per essere sicura di essere giudicata in maniera obiettiva, però, ho diritto a sapere se chi mi giudica appartiene o meno a un'associazione che lo lega con vincoli molto stringenti, addirittura di fratellanza, con un'altra persona che, come me, partecipa allo stesso concorso. La stessa cosa vale per il dirigente della pubblica amministrazione che deve assegnare un appalto magari a un imprenditore che concorre e che appartiene alla stessa loggia. Non dubito del fatto che la vostra legge interna vi imponga un rigore tale per cui, se l'imprenditore o il professore non hanno i titoli, non li fate partecipare. Preferisco, però, oltre alle buone intenzioni della persona, una legge che mi tuteli. Non c'è alcun vincolo associativo interno che possa minimamente confliggere con i termini dell'ordinamento generale. Questi sono gli Stati democratici, in cui gli ordinamenti interni sono stati soppressi, a partire da quello militare. La democrazia è iniziata così, in questo Paese. Quindi, l'idea che un ordinamento interno possa prevalere sulle regole dell'ordinamento generale il dubbio lo desta. Come tale, è sempre bene essere tutelati e il modo per essere tutelati sta nella conoscenza e nella pubblicità. Se so che la persona che mi sta davanti è legata da vincoli stringenti ad altre persone, mi presento a un concorso sapendo di dover valutare, oltre che la correttezza e la preparazione delle persone, anche un dato di fatto che esiste ed è ineliminabile. Non dubito che venga usato in senso buono, ma non posso affidarmi solo alla presunta bontà dell'interlocutore. Devo essere tutelato, oggettivamente tutelato.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Presidente, l'altro giorno leggevo lo statuto del Partito Democratico. Devo dire che l'ho letto per la prima volta. Anche lì ci sono vincoli di solidarietà. I vostri nomi non sono pubblici. I nomi di nessun partito e di nessuna organizzazione sono pubblici, come il mio e come quello di tanti nostri dirigenti sparsi per l'Italia che hanno un ruolo di rappresentanza del Grande Oriente d'Italia. Questo riguarda tanti dirigenti dei partiti e delle associazioni presenti in Italia. Stefano Bisi si conosce. Ogni cittadino, massone o altro, ha il diritto di dire se appartiene all'ARCI, se appartiene al Grande Oriente d'Italia, se appartiene alla pubblica assistenza o alla misericordia. Ha il diritto di esprimerlo, ma che si arrivi a un obbligo, interferendo nella sfera individuale mi pare in contrasto con leggi che lo stesso Parlamento ha approvato. Il codice per la privacy è stato approvato. Vorrei anche che non fosse motivo di discriminazione. È successo a Castelvetrano. A Castelvetrano c'è una loggia del Grande Oriente d'Italia che si chiama Francisco Ferrer. Lei ha detto che ci sono due o tre massoni...

  PRESIDENTE. Due assessori. Due sono iscritti al Grande Oriente.

Pag. 8

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Hanno scritto una lettera pubblica in cui dicono: «Siamo capaci di fare gli assessori o no?» Se non sono capaci, il sindaco li deve mandare a casa. Se sono capaci, li deve tenere. Questo mi pare ovvio. Non ci deve essere un certificato ulteriore di garanzia, perché l'assessore comunale deve saper fare quello che deve saper fare l'amministrazione comunale, ossia il bilancio del comune, tener pulita la strada o la scuola e curare i giardini pubblici. Nel caso, forse più grave, di Castelvetrano, di questa loggia del Grande Oriente d'Italia, di fronte a una richiesta di un organo di polizia la loggia di Castelvetrano ha deciso di fornire i nomi. I nomi non li possiamo fornire perché qualcuno potrebbe prendere la mira. Peraltro, bisogna stare attenti. Scusate se mi permetto di dire questo. Lo dico a dei rappresentanti della nostra amata Repubblica. Anche noi abbiamo partecipato alla costruzione della Repubblica. Anche nostri fratelli sono andati al confino e sono morti ciechi, come il gran maestro Domizio Torrigiani, o come Giuseppe Meoni, un giornalista che sottoscrisse il primo contratto nazionale dei giornalisti. Non è che possiamo metterci di fronte perché ci sparino meglio. Nella rivista del Califfato – è venuta fuori soltanto l'altro giorno, dopo la barbara uccisione del sacerdote in Francia – c'è scritto che bisogna colpire chiese, supermercati e logge massoniche. Bisogna stare attenti quando si parla, perché domani non vorremmo ritrovarci a piangere, come spesso succede in Italia: si fanno ammazzare le persone e poi si piange e si va tutti al funerale. «Le parole» diceva un eroe della rivoluzione algerina «sono come le frecce: una volta lasciate libere, indietro non tornano». Quindi, scusate se mi permetto di dirlo, ma occorre utilizzare una determinata cautela quando si danno definizioni o si attribuiscono etichette per grandi categorie.

  PRESIDENTE. Immagino che tutta questa premessa non sia per dirci che non ci fornirà gli iscritti. Possiamo discutere fino a domani se possano essere pubblici o meno gli elenchi del Partito Democratico o della loggia del Grande Oriente, ma una cosa è certa: alla nostra Commissione non li può negare. Quindi, chiudiamo questo argomento. Voglio solo fare una precisazione su Castelvetrano, visto che ha riguardato in maniera particolare le mie dichiarazioni. Le rispondo facendole delle domande. Come spieghiamo che Castelvetrano è la patria di Matteo Messina Denaro, ha la più grande concentrazione di logge massoniche in rapporto alla popolazione di qualunque parte del nostro Paese e tra queste c'è anche una loggia del Grande Oriente. In quel comune si sono verificati dei fatti abbastanza incresciosi. Un consigliere comunale ha sostanzialmente dichiarato che avrebbe dato la propria vita perché non fosse catturato Matteo Messina Denaro. Gli ha risposto il capogruppo, questa volta, del Partito Democratico. Tutti i commissari che sono qui possono testimoniare che, se fosse stato il capogruppo di un altro partito, per quanto mi riguarda, sarebbe stata la stessa cosa. Noi abbiamo audito lui perché è sotto scorta ed è minacciato, non altri, perché nessuno degli altri capigruppo ha fatto le dichiarazioni che ha fatto quel capogruppo. Questo capogruppo ha detto che, invece, lui sarebbe stato disposto a dare la sua vita perché fosse catturato Matteo Messina Denaro. Il sindaco in queste diverse dichiarazioni non prende posizione, anzi, sostanzialmente dice che ci si esercita dietro ai fantasmi della mafia. Solo più tardi, di fronte a prese di posizione abbastanza ferme, ha una sorta di ripensamento pubblico. Viene sciolto il consiglio comunale, ma resta in carico il sindaco. Il sindaco cambia maggioranza politica, forma una nuova giunta e, guarda caso, in quella nuova giunta... La domanda è questa: se la massoneria è ciò che lei dice e io non dubito che sia ciò che lei dice, che cosa sta facendo per impedire che Castelvetrano resti il luogo che protegge la latitanza di Matteo Messina Denaro?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. La loggia del Grande Oriente d'Italia sta facendo ciò che è giusto fare, anche con posizioni pubbliche. I fratelli che fanno parte di quella loggia non coprono certo la latitanza di questo super-ricercato e darebbero la vita perché venisse Pag. 9catturato, come darebbe la vita lei. Tuttavia, devo dire che potrei ribaltare la domanda: che cosa fanno i partiti lì presenti e che lei rappresenta?

  PRESIDENTE. Intanto il capogruppo del Partito Democratico è sotto scorta.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. È sotto scorta, ma che cosa fanno nel complesso del tessuto sociale di Castelvetrano? Siete voi, alla fine, che amministrate la cosa pubblica, o dai banchi della maggioranza o dai banchi della minoranza. Siete voi.

  PRESIDENTE. Scusi, ma «noi» e «voi», in questo caso, non esiste, perché il «noi» e il «voi» nei tre assessori coincide, almeno in questa circostanza. O no?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Due assessori lei ha attribuito al Grande Oriente d'Italia.

  PRESIDENTE. Sì, i due. Il terzo è di un'altra organizzazione. In quel caso il «noi» e il «voi» scompaiono, almeno in quel caso.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Esatto. Le ho detto quello che fanno, e che fanno tutti i giorni: cercano di amministrare al meglio la cosa pubblica e fanno il loro dovere, come è giusto che facciano e come è dovere che facciano.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIUSEPPE LUMIA. Intervengo solo su Castelvetrano, presidente, perché questa vicenda è emblematica. Lei ha spiegato bene, con due assessori e una loggia ufficiale così importante, il tema di Matteo Messina Denaro vorrei capire quando mai è stato affrontato, se ci sia una dichiarazione pubblica, visto che svolgete una funzione sociale e pubblica e avete due assessori che sono importanti nell'economia di una giunta e di una presenza politica nella comunità. Vorrei sapere se ci sono un rigo o un'idea, se c'è stata mai anche in questa polemica dei due assessori, che consentano di dire che siete contro Matteo Messina Denaro, che ne prendete le distanze, che chiedete che lo Stato lo prenda subito e che, se doveste avere una notizia in merito, sareste subito pronti a fornire la vostra collaborazione. Non mi risulta che in questi anni ci sia mai stata, ma potrei essere smentito, e ne sarei felice, una posizione di questo tipo. Quel capogruppo, Pasquale Calamia, ha avuto, invece, il coraggio di dire queste cose pubblicamente, facendo una battaglia interna prima al Partito Democratico e poi in consiglio comunale, nel rapporto con il sindaco. Ha fatto motivo pubblico di quella scelta, non privata o solo «associativa» all'interno del Partito Democratico. Avendo un ruolo istituzionale, ne ha fatto motivo di impegno pubblico.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Senatore, nel Grande Oriente d'Italia, per fortuna, ci sono ancora delle regole che vengono seguite. All'esterno parla il gran maestro e il gran maestro ha parlato su questa vicenda – anche oggi l'ho detto – e darebbe la vita per la cattura di questo superlatitante. Parlo io perché nel Grande Oriente d'Italia ci sono ancora delle regole. Non ci sono le correnti, per fortuna. Quindi, parla il gran maestro del Grande Oriente d'Italia e parla per tutti.

  PRESIDENTE. Senta, dottor Bisi, le riporto le posizioni di Giuliano Di Bernardo. Sostiene di essere uscito dal GOI proprio perché il GOI non ha avuto posizione ferma e netta nei confronti della ’ndrangheta e di cosa nostra e non ha preso posizioni precise contro fratelli che sono stati collaboratori in qualche modo di poteri mafiosi. Posso leggere.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Si ripete spesso, il professor Di Bernardo. So quello che dice di solito.

  PRESIDENTE. Ci sono accuse precise e circostanziate.

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  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Fatte quando?

  PRESIDENTE. Nel 2014.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Nel 2014. A distanza di quanti anni da quando Giuliano Di Bernardo ha lasciato il Grande Oriente d'Italia? Era andato via nel 1993.

  PRESIDENTE. Sì, ma allora che significa questo? Significa che è cambiato qualche cosa in questi anni?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Certo, è cambiato molto. C'è più attenzione alle vicende interne del Grande Oriente d'Italia e ci sono controlli ancora più ferrei. Vorrei dire, però, una cosa a lei, presidente, e a tutti voi onorevoli e senatori: il professor Giuliano Di Bernardo andò via nel 1993, dopo che scoppio l'inchiesta del pubblico ministero di Palmi, dottor Cordova. Quell'inchiesta è finita con un decreto di archiviazione. Il professor Di Bernardo nel 1972 – lui venne iniziato nel 1961, chiese al gran maestro di allora, nel 1972, di essere coperto perché lavorava in un ambiente particolarmente ostile, essendo docente alla Facoltà di sociologia dell'Università di Trento. C'è una lettera anche agli atti del Senato della Repubblica. La credibilità delle dichiarazioni di Giuliano Di Bernardo si evincono anche da alcuni aspetti. Dice che il suo successore fu Gustavo Raffi. Non è vero. Quando, nel 1993, Giuliano Di Bernardo lasciò il Grande Oriente d'Italia, i successori furono Eraldo Ghinoi, un ligure, ed Ettore Loizzo, un fratello di Cosenza. Dopo di lui venne Virgilio Gaito. Quindi, quello che dice è un po’ così. Poi si sono dette anche altre cose. Questo è negli atti dell'inchiesta, sempre del pubblico ministero Cordova. Si è addirittura detto che, quando arrivarono le forze dell'ordine, nel 1992, a prendere e a sequestrare le cartelle per l'inchiesta partita da Palmi, ci fosse un mammasantissima ad aprire le porte del Vascello. Quel mammasantissima era un semplice e bravo professore di filosofia che era stato gran segretario durante la gran maestranza di Corona, dal 1982 al 1985, e che continuò a collaborare con il Grande Oriente d'Italia. Aveva la sfortuna, o la fortuna, di essere nato a Reggio Calabria e di fare il professore di filosofia in una scuola di Roma. L'altro giorno mi chiamò una giornalista per un'intervista e mi disse: «Voi sarete tutti bravi, ma c'era un mammasantissima ad aprire il cancello?» «Ma quale mammasantissima», ho risposto io. «Quello è un professore. Era una persona stimabile, un professore di liceo a Roma. Ma quale mammasantissima!». Quindi, Di Bernardo ha parlato e ha evocato anche un morto, che non può rispondere, anche se, leggendo un libro di Ettore Loizzo, evocato da Giuliano Di Bernardo, si capisce bene che cosa pensasse Ettore Loizzo di Giuliano Di Bernardo.

  PRESIDENTE. Passo subito la parola all'onorevole Mattiello. Ho ricevuto, a suo tempo, una lettera dell'avvocato Minnicelli il quale, facendo riferimento a una mia trasmissione, nella quale annunciavo che avremmo approfondito questo tema, fa un esplicito riferimento ad alcune logge del GOI, per esempio Gerace-Locri, per «possibile inquinamento addirittura di carattere malavitoso riconducibile all'ambiente circostante». Questa volta non siamo nel 1993, ma nel 2014. Vi si fa un esplicito riferimento. Che cosa voglio dire? Dall'enunciazione dei suoi princìpi se ci fa un nome, un cognome o una circostanza legati a una persona o a una loggia deviata che voi avete colpito, noi siamo più convinti di ciò che ci sta dicendo. C'è il nome di un fratello del Grande Oriente che avete scoperto essere in qualche modo almeno interlocutore con la ’ndrangheta o con cosa nostra o con altre mafie e che avete allontanato? Laddove ormai ci sono delle inchieste precise, soprattutto in Calabria, nel messinese e a Trapani, siete al corrente di qualche loggia segreta? State facendo qualcosa per prendere le distanze? Collaborate con l'autorità giudiziaria per colpirle e per individuarle? Se a queste domande ci risponde con casi concreti, rende più convincenti le sue parole e i suoi princìpi di carattere generale.

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  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Ci provo a essere convincente. Credevo di esserlo.

  FRANCO MIRABELLI. Posso, presidente? Sui princìpi di carattere generale ho un dubbio. Non penso che, per combattere la mafia, basti fare bene l'assessore e amministrare bene. In posti come Castelvetrano ci vuole qualcosa di più per combattere la mafia. Non è sufficiente dire che sono persone che amministrano bene.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Ognuno fornisce, ovviamente, il proprio apporto nel territorio per combattere questi fenomeni di criminalità organizzata.

  PRESIDENTE. Per aggiungermi al senatore Mirabelli, che ringrazio, i tre assessori appartenenti alla massoneria, in particolare i due del Grande Oriente, hanno rotto il silenzio non per condannare la mafia, per dare una mano e collaborare alla cattura di Matteo Messina Denaro o per fare il deserto intorno a lui, non avendo interlocuzione con tutti quei mondi che ancora continuano a proteggerlo, ma per attaccare la Commissione antimafia e la sua presidente. Anche questo non è stato un bel segnale.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Secondo me, è stato un segnale che, ovviamente, contro il superlatitante ci sono. Tuttavia, dopo che loro si sono esposti, come hanno fatto, si è detto che ci sono troppi assessori massoni. Sinceramente, così facendo, rischiate di far rientrare in un guscio di protezione coloro che si espongono e che dicono alla luce del sole che sono massoni. Questi assessori di Castelvetrano hanno detto alla luce del sole che appartengono alla massoneria.

  PRESIDENTE. No, non hanno detto che combattono la mafia. Questo non l'hanno detto. Non hanno detto questa cosa.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Questo lo dice il gran maestro del Grande Oriente d'Italia. L'ho detto prima insieme a voi.

  GIUSEPPE LUMIA. Mi scusi, presidente, è un punto centrale. Un assessore che sta a Castelvetrano, o chi ha un ruolo pubblico, nel suo ruolo pubblico per noi, per la Commissione, come ha detto la presidente, c'è la lotta alla mafia e a Matteo Messina Denaro. Su questo ruolo pubblico, per dire una parola, deve rivolgersi a lei?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Guardi che, quando un bussante entra nel Grande Oriente d'Italia, promette fedeltà alla Costituzione e alle leggi. Promette fedeltà alla Costituzione e alle leggi.

  PRESIDENTE. Anche chi non entra nel Grande Oriente fa questo.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Allora facciamo la rincorsa a chi è di più? Nel PD promettete la solennità...

  PRESIDENTE. La prego di non mettere in relazione l'appartenenza a un partito, prevista dalla Costituzione, con l'appartenenza alla massoneria, per un semplice motivo. Le faccio una domanda: i due assessori massoni di Castelvetrano a quale partito appartengono?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Non lo so e non mi interessa neppure.

  PRESIDENTE. Appartengono, però, a qualche partito.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Certo.

  PRESIDENTE. Allora basta così. Inoltre, per cortesia, in questo momento sono presidente della Commissione Antimafia. La prego di non fare esempi di carattere personale.

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  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Non sono di carattere personale, perché tutti voi apparterrete a un partito.

  PRESIDENTE. Allora parli del partito al quale appartengono i suoi assessori a Castelvetrano.

  ANDREA VECCHIO. Se mi posso permettere, noi qui rappresentiamo il popolo italiano. Non siamo qui in nome di un partito. Siamo, prima di tutto, deputati della Repubblica italiana e in tale maniera agiamo.

  PRESIDENTE. Dottor Bisi, ci faccia qualche caso concreto.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Quando ci sono logge, non in cui ci sono infiltrazioni della malavita organizzata, ma che non si comportano ritualmente – non tengono l'anagrafe degli iscritti, non tengono i verbali come dovrebbero essere – si abbattono le colonne, come è stato fatto nel caso di tre logge, una a Locri, una a Brancaleone e l'altra a Gerace.

  PRESIDENTE. Ci racconta che cosa c'era in queste logge?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Abbiamo fatto delle verifiche. Non c'era la ritualità necessaria, ragion per cui siamo intervenuti per abbattere le colonne di queste logge. Facciamo così perché abbiamo un'organizzazione interna di controlli ferrei su tutte le officine sparse dal Nord al Sud. Giustamente, la presidente ha detto che bisogna stare attenti in tutta Italia, altrimenti si generalizza, il che è ingiusto. Da tutte le parti, dal Nord, al Sud e nelle isole bisogna prestare attenzione a quello che fanno i fratelli del Grande Oriente d'Italia.

  PRESIDENTE. Cosa significa «irritualità»?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Quando si iniziano i lavori, si indossa il grembiule e si indossano i guanti. Poi si parla di un tema previsto e ci si confronta su quel tema. Quando si fa, come si faceva in passato, in una loggia il cui capo venne espulso, come ricorderete – sto parlando della P2 – era una cosa che era sfuggita al controllo del Grande Oriente d'Italia.

  PRESIDENTE. Può essere sciolta una loggia perché non ci si mette il grembiule e non si indossano i guanti?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Sì.

  PRESIDENTE. Perché lo considerate un sintomo di altro, spero.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Può essere un sintomo di altro.

  PRESIDENTE. Lei, però, mi sta dicendo che a Locri la loggia è stata sciolta perché non si mettevano il grembiule o perché c'erano dei rapporti con la ’ndrangheta?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Perché non svolgevano lavori rituali regolari. Non si poteva permettere di continuare a far vivere una officina, così come la chiamiamo noi, che si comportava in tal modo.

  PRESIDENTE. Se adesso trovo qualche appartenente a quella loggia, glielo nomino, così mi dice se c'entra qualche cosa con lo scioglimento di quella loggia.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Se mi avesse comunicato prima questi nomi, sarei andato a cercarli e avrei verificato. Se mi fornirà i nomi di chi ritiene...

  PRESIDENTE. I nomi me li deve fornire lei. Poi noi le forniamo gli altri nomi.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Mi fornisca i nomi di coloro che, secondo le vostre inchieste e le Pag. 13vostre indagini, fanno parte dell'organizzazione malavitosa.

  PRESIDENTE. Glieli dico subito.

  DAVIDE MATTIELLO. Dottor Bisi, intanto la presidente ha chiosato rispetto all'elenco degli appartenenti, stabilendo di chiudere qui questo punto e ricordando che siamo la Commissione antimafia e che lei non può non fornirci i nomi. Mi piacerebbe sentire dalla sua voce la conferma di questa richiesta, perché credo anch'io, come ha ben detto la presidente Bindi, che alla Commissione antimafia questo elenco non possa che essere fornito. Come secondo spunto, ci sono mammasantissima laureati. Quindi, non sta in piedi dire che quel signore che stava al cancello non poteva essere un mammasantissima perché è un professore. Ci sono mammasantissima più che laureati. Ci saranno altri ottimi motivi per cui quel signore non poteva essere un mammasantissima, ma non il suo livello culturale. Lei ci dirà. L'Ettore Loizzo a cui lei ha fatto riferimento è lo stesso che diceva a Di Bernardo che la gran parte delle logge calabresi era infiltrata dalla ’ndrangheta? È quello stesso Loizzo o è un omonimo? In questo senso credo, presidente Bindi, che ci farebbe bene sentire il dottor Lombardo della DDA di Reggio Calabria per capire dal suo punto di vista che cosa stia emergendo. Infine, faccio anch'io riferimento ad Amerigo Minnicelli, su cui ha già detto bene la presidente Bindi. Per quello che ho letto, lui avrebbe scritto, contribuito a scrivere o senz'altro sottoscritto, insieme ad altri gran maestri del Grande Oriente d'Italia, un documento allarmato e critico, che poneva una serie di avvertenze. Minnicelli dice: «Dopo aver presentato questo documento sottoscritto da me e da altri, non è successo praticamente nulla. L'unica cosa che è successa è che sono stato espulso io». Visto che lei è qui, chiedo se ci fornisce la sua versione dei fatti.

  GIULIA SARTI. Le chiedo, a questo punto, andando sulle domande precedenti, una valutazione personale. Le chiedo, cioè, se valuta personalmente più grave il fatto di non indossare un grembiule o un guanto durante un rituale o l'appartenenza o meno di uno dei vostri fratelli a un'associazione di stampo mafioso. Questa è una considerazione importante per noi da comprendere, anche a livello personale. Torno sulle dichiarazioni di Giuliano Di Bernardo. Al di là della credibilità o meno delle sue dichiarazioni, che verrà valutata dalla magistratura nell'ambito del procedimento che è in corso con questa immensa indagine, valutiamo anche i fatti che sono successi. Lui ha fornito delle dichiarazioni in cui afferma che all'inizio degli anni Novanta – gliele leggo – «c'erano soggetti all'interno del GOI che sostenevano i movimenti separatisti siciliani e meridionali in generale. Reggio Calabria era il centro propulsore, l'origine di tali movimenti autonomisti, che trovavano sostegno in numerosi esponenti della massoneria e, più esattamente, del Grande Oriente d'Italia. Ero molto preoccupato da questa situazione. Nel Nord vi era la Lega Nord, a Sud si stavano creando questi movimenti separatisti. Vedevo il nostro Paese a rischio». Poi, come sappiamo, ci sono state le sue dimissioni il 5 aprile del 1993 e la nascita della Gran Loggia Regolare d'Italia, con una scissione al vostro interno. Di questo scenario sappiamo che effettivamente, al di là di queste dichiarazioni, è un fatto che siano nate le leghe meridionali e quei movimenti del Sud separatisti, che vi fosse un progetto da parte di Bernardo Provenzano – era il progetto portato più in auge – che ci fossero le dichiarazioni di Licio Gelli a sostegno di quelle leghe meridionali e che ci fossero dichiarazioni di esponenti della massoneria in generale a sostegno di quelle leghe meridionali. Questi sono fatti storici, non sono le dichiarazioni di Giuliano Di Bernardo. Se in quel momento, nel 1993, c'è stata questa scissione, questa discussione, come valuta oggi quello scenario e che cosa è successo da lì in poi? Quello che vogliamo capire è se avete preso, dal 1993 ad oggi, dei provvedimenti seri per allontanare affiliati delle organizzazioni malavitose – cosa nostra, ’ndrangheta, sacra corona unita – presenti all'interno del Grande Oriente d'Italia. Pag. 14 In base a ciò che emerge dall'ordinanza di custodia cautelare «Mammasantissima» questo non è avvenuto, altrimenti non avremmo avuto tutti questi arresti, non avremmo avuto tutte queste considerazioni da parte della magistratura e non ci sarebbe questa indagine, che ripercorre un lasso di tempo storico che non è soltanto degli ultimi anni, ma data dagli anni Ottanta in poi, periodo in cui la massoneria è stata una componente importante anche per fatti storici che sono avvenuti. Già che ci siamo, volevo chiedere un'altra cosa. Io sono di Rimini. Voi vi siete riuniti a Rimini proprio pochi mesi fa nella vostra riunione. Mi chiedo questo: nei confronti di molti dei vostri fratelli ci sono stati casi di sospensione, di allontanamento? Intendo anche per un rinvio a giudizio. A volte siete addirittura superiori a taluni partiti che stanno oggi in Parlamento, come valutazioni comportamentali, come ipotesi di sospensione. È successo addirittura al vostro tesoriere Viani nel 2013, proprio perché c'era stato, in quel caso, un rinvio a giudizio susseguente a un'indagine. Oggi, quando vi chiediamo di questi fatti, o quando magari ci sono anche altri vostri fratelli indagati, come agite? Non so se nei suoi confronti l'indagine che è in corso porterà a un rinvio a giudizio o meno. Queste sono cose che ci dirà la magistratura senese, quando avverranno e se avverranno. Chiedo, però, se intanto prevede di sospendersi e allontanarsi, nel caso in cui ci sia un rinvio a giudizio nei suoi confronti? Avete questo tipo di atteggiamenti, come dicevo, così precisi, ma poi, quando si parla di criminalità organizzata e di associazioni di stampo mafioso, non c'è questo stesso rigore? A nostro parere, è molto grave, se al vostro interno vi ritrovate degli esponenti mafiosi, cercare di allontanarli il prima possibile, prima che arrivi la magistratura. Che tipo di controlli, che tipo di prevenzione avete fatto voi in questi anni? Da quello che ci risulta non sembra. È da qui che vi chiediamo gli elenchi, non per violare la privacy, ma piuttosto per aiutare questa Commissione a verificare se quello che lei ci sta dicendo oggi corrisponda a verità o meno.

  ANDREA VECCHIO. Ho una domanda semplice, alla quale il gran maestro può rispondere con estrema facilità. Perché in tutte le vostre espressioni c'è sempre questo aggettivo «grande»? Gran maestro, grande oriente, grande loggia. L'elevare tutte queste cose a me sembra una cosa piuttosto falsa. Questo è il primo punto. Passo al secondo. Quando ha cominciato a parlare qui, ha detto che siete un'associazione di uomini. In diverse occasioni ha detto sempre «di uomini». Intendeva riferirsi al genere umano, oppure ne faceva una questione di genere sessuale, ossia di uomini e non di donne? C'è una grande discriminazione nel vostro interno se sono ammessi solo uomini e non ci sono le donne. Lei non le ha citate.

  PRESIDENTE. Questa è una domanda che va oltre i compiti della Commissione antimafia, però sarà sicuramente disponibile a rispondere.

  ANGELO ATTAGUILE. Poiché nelle ultime audizioni che abbiamo avuto in Sicilia i magistrati hanno detto che hanno l'elenco degli iscritti alla massoneria, desideravo sapere se sono pubblici. Si possono avere? Da quello che ho capito c'è un nome, la dottoressa Monterosso, che è stata rinnovata come segretario generale della regione siciliana. Non capisco perché il presidente della regione dica che non fa parte della massoneria. Fa parte della massoneria?

  MARCO DI LELLO. Intervengo sulla falsariga dei ragionamenti che ho ascoltato prima. Poiché anch'io trovo singolare che ci sia chi ritiene più pregnante e imperativo il rispetto dei propri statuti che non le leggi, essendo stato testé sottolineato l'obbligo di adesione al rispetto di legge e Costituzione volevo sapere se, al netto della ritualità, ci sono logge sciolte per mancato rispetto della Costituzione o delle leggi, al di là degli aspetti formali e della ritualità, e se, analogamente, ci può riferire di espulsioni di associati per delitti mafiosi o indagini in corso.

  GIUSEPPE LUMIA. Anch'io volevo sapere se ci sono casi concreti di espulsioni o Pag. 15denunce. L'altra cosa che volevo chiedere è che cosa ci dice lei della famosa loggia Scontrino e delle sei logge collegate a questa famosa loggia, che ha operato a Trapani e che ne aveva altre sei che erano collegate a queste, ossia la Iside, la Iside 2, la Osiride, la Ciullo d'Alcamo, la Cafiero, l'Hiram. Vorrei sapere se su questo fenomeno avete puntato gli occhi e quali denunce ci sono. Poiché questo fenomeno si ripete anche in Calabria – di queste la presidente aveva già detto – cosa state facendo e come intervenite? Passo all'ultima questione che volevo porre. Quando un politico viene in Parlamento, mette il suo curriculum, indica a quale partito è iscritto e a quale associazione eventualmente fa riferimento. Vorrei sapere quali politici – parlamentari – sono iscritti alla massoneria oggi. Vorrei sapere se ci sono, per esempio, anche parlamentari eventualmente presenti qui in Commissione parlamentare antimafia. Naturalmente, questa è una parentesi un po’ provocatoria. Invece, è più importante sapere quali sono i parlamentari che fanno parte della massoneria e perché, visto che ricoprono un ruolo pubblico e indicano a quale partito aderiscono e di quale eventuale associazione fanno parte, non debbano anche indicare la loro appartenenza alla loggia massonica.

  GIULIA SARTI. Dato che siamo qui – comunque lo considero importante nell'ambito dell'indagine che stiamo facendo – David Rossi faceva parte del Grande Oriente d'Italia? Che valutazione e che idea si è fatto lei sulla sua morte? Lo chiedo perché è morto proprio il giorno in cui lei è stato eletto gran maestro. Ci sta anche una valutazione su questi aspetti, a mio parere, nell'ambito delle indagini che stiamo facendo sui collegamenti con criminalità organizzata e interessi.

  PRESIDENTE. Prima di passare la parola al gran maestro, che ringrazio, sulla Loggia Verduci a noi risulta che il provvedimento di sospensione sia stato motivato come «possibile inquinamento addirittura di carattere malavitoso riconducibile all'ambiente circostante». A noi risulta questo, non il grembiule e i guanti.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Ora le spiego, cercando di andare con ordine.

  FRANCO MIRABELLI. Scusi, presidente, ho una mozione d'ordine. Volevo invitare il gran maestro, con riguardo all'ultima domanda, a fornire la risposta personalmente all'onorevole Sarti. Vorrei evitare che queste audizioni diventassero delle sorte di conferenze stampa in cui possiamo fare qualunque domanda. Siamo in sede di Commissione antimafia. Credo che sia bene che restiamo in questo contesto. Oppure si spieghi qual è il collegamento. Lo dico perché è già successo ieri.

  PRESIDENTE. Tutte le verifiche che sono state fatte faremo la fatica di farle noi, quando ci verranno forniti tutti i nominativi, naturalmente, anche se su David Rossi, considerando che è stata riaperta l'inchiesta a Siena...

  FRANCO MIRABELLI. Noi siamo sempre l'antimafia.

  PRESIDENTE. Valuti lei, gran maestro. Do la parola al dottor Bisi per la replica.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Mi sto accorgendo che qui si sta guardando molto indietro, più che all'attualità e magari al futuro. Quando ho detto che non era un mammasantissima, o il mammasantissima, colui che aveva aperto il cancello ma ho detto che era un professore di liceo. Non ho detto che un mammasantissima non possa essere un professore di liceo. Era per dire che era un caso di omonimia. Non era colui che veniva considerato un mammasantissima quello che aprì il cancello. L'Ettore Loizzo di cui parla Giuliano Di Bernardo, l'ho detto prima, era il gran maestro aggiunto, cioè il vice di Giuliano Di Bernardo. Ettore Loizzo è morto, ragion per cui non può dire se sia vero quello che gli attribuisce Giuliano Di Bernardo. Dai verbali delle giunte di quel periodo non risulta che gli abbia detto questo. Ettore Loizzo, che è stato vicesindaco di Cosenza per il Partito Comunista Pag. 16Italiano, non credo avrebbe consentito infiltrazioni della malavita organizzata nel Grande Oriente d'Italia, nel suo territorio.
  Amerigo Minnicelli non venne espulso perché fece delle denunce. Venne espulso dagli organi della cosiddetta giustizia domestica, la giustizia interna, dai probiviri che hanno le forze politiche per offese ai vertici nazionali e regionali del Grande Oriente d'Italia.
  Riferendomi all'onorevole Sarti, di Rimini, tutti gli anni veniamo a Rimini e ci veniamo volentieri perché siete bravi e ospitali e avete un'ottima organizzazione. Lei è di Rimini e fa onore alla sua città. Se dico dei guanti e del rituale, è per dire che già colpiamo quelli. Figuriamoci, se capiamo che c'è altro, se non interveniamo con maggiore forza. Tuttavia, in questa inchiesta di cui si è parlato molto, «Mammasantissima», non ci sono esponenti del Grande Oriente d'Italia. Non posso andare a colpire tutti i fratelli calabresi o di Reggio Calabria, perché non ci sono fratelli del Grande Oriente d'Italia.
  Riguardo a Di Bernardo, che oggi, nel 2014, dice quello che è avvenuto nel 1993, ossia che c'erano fratelli separatisti, io dico che nel 2011 il Grande Oriente d'Italia per tutta l'Italia ha celebrato i 150 anni dell'unità d'Italia. All'inizio dei nostri lavori cantiamo il canto degli italiani ed entra la bandiera tricolore. Quindi, se lui parla di separatisti, devo dire, io che sono nel Grande Oriente d'Italia dal 24 settembre del 1982 – e non sono figlio di massoni, ma orgogliosamente di un camionista e di una casalinga – di questi movimenti di cui lui parla non ho più sentito parlare.
  Facciamo delle sospensioni, è vero, per i fratelli che ci vengono segnalati proprio dai controlli interni delle singole logge. Se ci sono fratelli che sono indagati o che hanno commesso dei reati, secondo le nostre norme, che sono la Costituzione e il regolamento, insieme agli antichi doveri, di una libera associazione consentita dalle leggi dello Stato italiano, provvediamo, se necessario, alle sospensioni e anche alle...

  PRESIDENTE. Che vuol dire «se necessario»? Per esempio, in questo momento sono in corso indagini, rinvii a giudizio e misure cautelari nei confronti di alcuni esponenti della Calabria. Parlo dell'ordinanza «Mammasantissima». Nei confronti di questi fratelli cosa fate?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Questi non sono del Grande Oriente d'Italia, lo ripeto per l'ennesima volta. Se sono fratelli del Grande Oriente d'Italia, provvediamo all'immediata – ripeto, immediata – sospensione.

  PRESIDENTE. Anche se sono soltanto indagati.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Spesso anche se sono soltanto indagati. Si valuta il tipo di reato. Fino a prova contraria, comunque, nella Costituzione della Repubblica italiana...

  PRESIDENTE. Questo lo sappiamo perfettamente.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Lo sappiamo, ma ce ne scordiamo.

  PRESIDENTE. No, non ce ne scordiamo.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Benissimo. Sono contento di questo.

  PRESIDENTE. Non ce ne scordiamo. Si resta innocenti fino a condanna definitiva, ma l'onorabilità di un'organizzazione, di un'associazione come la massoneria dovrebbe chiedere a chi risulta indagato in indagini così serie di fare un passo indietro.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Provvediamo alla sospensione e, se necessario, anche all'espulsione attraverso gli organi della giustizia interna. Lo facciamo tranquillamente.

  PRESIDENTE. Casi non ce ne vuole dire. Perché non ci fa nomi e cognomi di qualcuno che è stato sospeso perché è risultato in qualche inchiesta in rapporti Pag. 17con la mafia o con la ’ndrangheta? Glielo abbiamo chiesto tutti.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Non ricordo neppure il nome, ma anni fa un fratello del Grande Oriente d'Italia fu indagato per un reato particolarmente grave e venne sospeso. È andato a finire in un'altra obbedienza massonica e, quindi, si è posto fuori dal Grande Oriente d'Italia. Vi assicuro che i controlli del Grande Oriente d'Italia sugli iscritti al Grande Oriente d'Italia... Sono venuto oggi e ho accolto subito l'invito della presidente Bindi, non vorrei, però, che, poiché sono arrivato, mi spariate tutti perché ci ho messo la faccia. Ci sono altre obbedienze massoniche in Italia.

  PRESIDENTE. Abbiamo già l'elenco delle prossime convocazioni. Sono almeno dieci.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Sono molto contento di questo. L'onorevole Andrea Vecchio chiedeva perché tutto è detto «grande». Perché c'è la loggia e l'insieme di logge si chiama Grande Oriente d'Italia. Poi chiede perché si chiama «gran maestro». È come chiedere perché il capo di un ordine francescano si chiami «priore». Ognuno ha le sue denominazioni, che possono sembrare arcaiche e antistoriche. Siamo fatti così. C'è la libertà, per fortuna, di definirci...

  PRESIDENTE(fuori microfono). C'è una motivazione del perché si usano determinati nomi. Il collega chiedeva questo.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. È la nostra storia.

  PRESIDENTE. Se uno si chiama priore a Siena... Sappiamo la differenza tra il priore e il capitano.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Il priore del convento qual è?

  PRESIDENTE. Il priore del convento è un'altra cosa. Il Grande Oriente perché si chiama «Grande Oriente»?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Si chiama «Grande Oriente», perché è come il sole che sorge, eccetera. C'è tutta la storia. Basta leggere un po’ di libri, che vi posso lasciare. Anzi, siete tutti invitati al Vascello, che è la nostra sede, a visitare la biblioteca.

  PRESIDENTE. Il grande oratore chi è?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Il grande oratore è colui che custodisce le regole del nostro ordine iniziato, colui che vigila sul rispetto delle nostre regole.

  PRESIDENTE. Quindi, è lui che dovrebbe in qualche modo espellere chi risulta colluso con la mafia?

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. L'espulsione viene fatta dal gran maestro. Il grande oratore può elevare la tavola d'accusa.

  PRESIDENTE. Istruisce.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. Esatto. Poi si procede. Il nostro grande oratore è molto severo anche in questo. Ci sono solo uomini nel Grande Oriente d'Italia, perché questa è la nostra storia. Noi ci rifacciamo ai costruttori delle antiche cattedrali medievali, che erano uomini. In più, facendo parte di un circuito internazionale di gran logge e di comunioni massoniche, quasi 200, che non prevedono la presenza di donne, ci atteniamo per ora a queste regole. L'onorevole Attaguile mi ha fatto una domanda precisa: la dottoressa Monterosso, che credo sia segretaria generale della regione Sicilia, è massone o no? No. Essendo il Grande Oriente d'Italia formato solo da uomini, la dottoressa Monterosso non c'è, ovviamente. Se fa parte di altre obbedienze, questo non lo so. Mi ero preparato su questo. Ho visto che ieri, durante un'altra audizione, ha chiesto al Pag. 18presidente della regione Sicilia del caso della segretaria generale. Poiché ho visto che la segretaria generale aveva affermato di aver ricevuto delle e-mail da una loggia del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, sono andato a vedere. Anzi, un fratello, un maestro venerabile di Catania, mi ha telefonato e mi ha detto che il caso era chiaro. Un nostro fratello anziano e ammalato per sbaglio ha spedito all'indirizzo di posta elettronica istituzionale della dottoressa Monterosso il piè di lista addirittura della loggia Bent Parodi all'Oriente di Catania. L'ha fatto per errore. Può capitare. Con riguardo all'altra mail che avrebbe ricevuto da Palazzo Giustiniani, non so che cosa sia. Cerco di vedere. Posso intuire. Poiché mandiamo a indirizzi di posta elettronica inviti per le nostre iniziative pubbliche, non mi stupirebbe... Anche a voi può arrivare. Mi scuso se non lo desiderate, sarebbe una violazione della privacy perseguibile, ma può darsi che mi capiti di mandarvi un invito a una nostra iniziativa. Ciò non vuol dire che, perché mando l'invito a una nostra iniziativa a lei o alla presidente Bindi, che la presidente Bindi o lei facciate parte del Grande Oriente d'Italia.

  FRANCO MIRABELLI. Presidente, mi riallaccio a ciò che è stato detto, così spero di chiudere questa vicenda. È la seconda seduta pubblica in cui si dice che la dottoressa Monterosso è inclusa nell'elenco che è stato distribuito dalla prefettura. A me non risulta. Per la seconda volta oggi è stata ripetuta in seduta pubblica questa cosa, che non è vera. Le chiederei, quindi, di sottolineare questo fatto e di invitare l'onorevole Attaguile ad astenersi, la prossima volta, dal sostenere una cosa che non è vera.

  PRESIDENTE. Va bene.

  FRANCO MIRABELLI. Nessuno ha detto che è inclusa nell'elenco.

  PRESIDENTE. Chiariamo questa vicenda. La chiarisco molto semplicemente. La verifica che è possibile fare, che è quella delle iscrizioni a logge regolari, ha dato esito negativo. Dopodiché, il resto non è nelle nostre disponibilità, chiaramente. Non è nell'elenco della prefettura.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. L'onorevole Lumia mi ha chiesto della cosiddetta loggia Scontrino, che non apparteneva al Grande Oriente d'Italia. Sono andato a vedere se in quegli anni, perché qui si risale al 1992, ci fossero esponenti di quell'officina, di quella loggia, che avessero chiesto di venire al Grande Oriente d'Italia. Due chiesero di venire al Grande Oriente d'Italia ma la loro richiesta di entrare fu respinta. Siamo al 1992. I politici che fanno parte e devono scrivere sul curriculum che presentano i parlamentari a quella che non so se si chiami ancora navicella – mi dicono di sì – devono presentare le associazioni di cui fanno parte. Se ci sono esponenti del Grande Oriente d'Italia che appartengono, l'avranno scritto. Non mi appassiona andare a vedere il curriculum di una persona, io incontro i fratelli. Per me i fratelli, che siano laureati o che abbiano la licenza elementare...

  GIUSEPPE LUMIA. Lei, che ha un sistema centralizzato, che parla pubblicamente a nome di tutti, non sa se ci sono dei parlamentari eventualmente iscritti al Grande Oriente.

  PRESIDENTE. Lui lo sa. Un giorno capiremo il motivo per il quale, appartenendo a una società così onorevole, non dovrebbe essere un vanto dire che se ne fa parte. Questo non riusciamo a capirlo.

  STEFANO BISI, gran maestro del Grande Oriente d'Italia. È per tutti un vanto, così come essere iscritto all'associazione di pubblica assistenza o alla misericordia, ma, come si ricorderà, c'erano i cosiddetti bovi nella misericordia che portavano un cappuccio nero, perché facevano del bene senza voler dimostrare che facevano del bene, senza presentarsi in prima persona. Riguardo all'onorevole Sarti del Movimento 5 Stelle, che mi ha fatto una domanda diretta su David Rossi, non faceva parte del Grande Pag. 19Oriente d'Italia. Il fatto che fosse un mio amico non vuol dire che tutti i miei amici siano massoni, così come non vuol dire, ovviamente, che tutti i suoi amici facciano parte del Movimento 5 Stelle. Lui diceva una cosa. L'hanno ricordato il giorno dopo la sua scomparsa. Lui, che non era massone, diceva: «Certo, i giornalisti, ogni volta che hanno da condire un pezzo, ci mettono sempre la massoneria. È una buona salsa per tutte le minestre».

  PRESIDENTE. Ringraziamo, naturalmente, il gran maestro Bisi. Ci scusiamo se abbiamo fatto qualche domanda che riguardava associazioni massoniche diverse dal Grande Oriente. Le assicuro che abbiamo apprezzato la sua disponibilità e che ascolteremo anche i gran maestri delle altre associazioni. Intanto formuliamo ufficialmente la richiesta, che le perverrà anche per iscritto, di conoscere i nomi degli iscritti al Grande Oriente. Dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni della presidente.

  PRESIDENTE. All'esito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, occorre rendere alcune comunicazioni alla Commissione. Propongo di passare in seduta segreta.

  (La Commissione concorda. I lavori proseguono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  
  Con riferimento all'audizione della sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese, svolta nella seduta del 27 luglio 2016, avverto che la Commissione ha stabilito, ai sensi degli artt. 12, comma 1, e 20 del Regolamento interno, di procedere esclusivamente alla pubblicazione del resoconto sommario, fatte salve future deliberazioni al riguardo.
  Comunico, inoltre, che in data 1° luglio 2016 è pervenuta da parte della conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) una bozza di protocollo di intesa in merito alla collaborazione tra Commissione e CRUI, da svilupparsi secondo le direttrici della ricerca, della didattica, della formazione specialistica e della cultura della legalità. In tale quadro, la prima azione concreta mirata di potrebbe essere la richiesta di istituzione di un dottorato di ricerca sul tema delle mafie da tenersi, con il contributo della Commissione, presso più sedi universitarie, a tal fine consorziate. Se non vi sono obiezioni, a settembre si procederà pertanto alla sottoscrizione dell'accordo, a cui sarà invitata a partecipare anche il Ministro dell'istruzione, e alla programmazione degli atti attuativi anche in vista dell'anno accademico 2016-2017.

  La seduta termina alle 16.35.