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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 101 di Mercoledì 14 settembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3 

Audizione di Pasquale Viglione:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3 ,
Viglione Pasquale  ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Viglione Pasquale  ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Viglione Pasquale  ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Viglione Pasquale  ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Viglione Pasquale  ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Viglione Pasquale  ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Viglione Pasquale  ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Viglione Pasquale  ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Viglione Pasquale  ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Viglione Pasquale  ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Grassi Gero (PD)  ... 6 ,
Viglione Pasquale  ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Viglione Pasquale  ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Viglione Pasquale  ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Viglione Pasquale  ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Viglione Pasquale  ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Viglione Pasquale  ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Viglione Pasquale  ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Viglione Pasquale  ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Viglione Pasquale  ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Viglione Pasquale  ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Viglione Pasquale  ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Grassi Gero (PD)  ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Grassi Gero (PD)  ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Grassi Gero (PD)  ... 12 ,
Viglione Pasquale  ... 12 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Viglione Pasquale  ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Viglione Pasquale  ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Viglione Pasquale  ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Viglione Pasquale  ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Viglione Pasquale  ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Viglione Pasquale  ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 13 ,
Viglione Pasquale  ... 13 ,
Grassi Gero (PD)  ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Caliendo Giacomo  ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Grassi Gero (PD)  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Viglione Pasquale  ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIUSEPPE FIORONI

  La seduta comincia alle 20.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione di Pasquale Viglione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Pasquale Viglione, sottufficiale in quiescenza della Polizia di Stato, che ringraziamo per la sua presenza oggi.
  Faccio presente a Pasquale Viglione che ove, nel corso della sua audizione, ritenga necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta.
  L'ispettore Viglione è stato in servizio al commissariato Monteverde dal 1976 al 1981; dal 1978 al 1981 ha fatto parte come autista di una squadra in borghese. Dal 1982 è stato alla DIGOS, poi all'antiterrorismo dal 1986 al 1992; infine allo SCO, nel 1992-1998, e, dopo il 1998, di nuovo alla DIGOS.
  La Commissione è particolarmente interessata ad acquisire informazioni relativamente a un episodio nel quale l'ispettore Viglione operò: la perquisizione, nel luglio 1979, di una serie di appartamenti legati ai titolari dell'AutoCia Srl.
  Come si ricorderà, a seguito dell'audizione del maresciallo Mainardi, la Commissione ha avviato una serie di accertamenti per verificare se la cattura di Morucci e Faranda derivò dalle notizie fornite da una fonte legata alla società AutoCia – in particolare da uno dei gestori, che erano Olindo Andreini, Dario Bozzetti, Matteo Piano – e per verificare se tale consegna non celasse una qualche forma di accordo che avrebbe coinvolto gli stessi Morucci e Faranda.
  Nell'ambito di tali accertamenti è emersa l'importanza della perquisizione realizzata il 23 luglio 1979 a carico di Olindo Andreini, Dario Bozzetti, Matteo Piano e altri personaggi legati alla concessionaria AutoCia S.r.l.
  Tale perquisizione avvenne alcuni giorni dopo il rilascio – avvenuto il 12 luglio 1979 – di un passaporto a Dario Bozzetti e l'esame di Dario Bozzetti, Olindo Andreini e Matteo Piano da parte del magistrato (10 e 11 luglio 1979).
  L'ispettore Viglione ha partecipato alla perquisizione e il 30 maggio 2016 ha reso a collaboratori della Commissione dichiarazioni in merito, producendo copia della relazione delle perquisizioni e un appunto ricostruttivo che è stato acquisito agli atti.
  L'ispettore Viglione ha riferito che alla perquisizione presso l'AutoCia e a quella in casa del padre di Dario Bozzetti, estesa anche a un ripostiglio sovrastante l'appartamento, presenziarono due persone indicategli come «colleghi del ministero». Gli stessi parlarono col superiore di Viglione, maresciallo Cummo, appena prima che questo dicesse a Viglione di non procedere a verificare un grosso armadio a muro.
  Viglione ha dichiarato di aver appreso in seguito dal maresciallo Corsetti «che si trattava di “roba dei servizi” e che nell'armadio in cui mi avevano fatto scendere vi erano le armi».
  Secondo quanto da lui riferito, l'ispettore Viglione è tornato sulla vicenda in anni successivi. Nel settembre 1979 (o 1978) ha incrociato Tony Chichiarelli davanti all'AutoCia. Pag. 4 Nell'estate 1980 ha fermato a un posto di blocco Matteo Piano con un personaggio, somigliante a Eduardo De Filippo, che si dichiarò appartenente ai servizi. A quel punto Viglione rinunciò all'identificazione. In seguito Viglione afferma di aver visto lo stesso personaggio in compagnia del dirigente del SISDE Maurizio Navarra.
  In anni successivi e anche tramite i colloqui diretti con gli interessati, Viglione avrebbe poi avuto ulteriori conferme di una pregressa conoscenza tra Matteo Piano, Morucci e Faranda, nel caso di Morucci risalente almeno al 1973-74.
  Infine Viglione dichiara di aver avuto da colleghi conferma che Valerio Morucci avrebbe avuto rapporti con i servizi segreti.
  Chiedo innanzitutto all'ispettore Viglione se conferma, al di là di specifici particolari che saranno oggetto di domande, il contenuto di questa sommaria ricostruzione.

  PASQUALE VIGLIONE. Confermo.

  PRESIDENTE. Adesso le faccio una serie di domande.
  Nel suo appunto acquisito agli atti lei afferma che la decisione di svolgere la perquisizione nasce da una iniziativa autonoma del commissariato Monteverde. In particolare il maresciallo Cesidio Corsetti, che però non era il comandante della sua squadra...

  PASQUALE VIGLIONE. No.

  PRESIDENTE. ... perché quella di Corsetti era una squadra composta da tre persone...

  PASQUALE VIGLIONE. Una squadretta di polizia politica.

  PRESIDENTE. ...di polizia politica, che avrebbe ricevuto da un armiere la notizia confidenziale che persone legate all'AutoCia si erano rivolte a lui per avere una pistola con silenziatore, che le stesse persone erano già in possesso di armi e che erano amici di Morucci e Faranda. A quel momento Morucci e Faranda erano già stati arrestati; la decisione di svolgere la perquisizione non fu comunicata alla DIGOS e alla Mobile? Perché? Qualcuno oltre alla vostra squadra era al corrente della perquisizione? Dopo l'invio dei verbali alla Procura ci furono seguiti? Ricordo che alla data della perquisizione gli interessati erano già stati sentiti dal dottor Priore sul tema della vendita di auto alla Faranda; ciò era avvenuto, come ho ricordato, due giorni prima della perquisizione e un giorno dopo era stato rilasciato il passaporto a Bozzetti.

  PASQUALE VIGLIONE. Io non sono a conoscenza del perché... Comunque ritengo che abbiano comunicato sia alla DIGOS sia alla Procura che si effettuavano queste perquisizioni, perché erano numerose. Era impegnato tutto il commissariato, quindi non è stata un'iniziativa ristretta o autonoma.
  Quello che mi è parso strano, nelle comunicazioni avvenute successivamente, forse per l'intervento di questi due personaggi, è stato che nelle comunicazioni fatte sia alla Questura sia alla Procura si parlava solo di una perquisizione ai sensi dell'articolo 41 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, senza nominare l'amicizia di Matteo Piano con Morucci e Faranda.

  PRESIDENTE. Quindi, la perquisizione fu fatta da voi tre: lei, Cummo...

  PASQUALE VIGLIONE. Io, Cummo, tre o quattro, a via Maragliano. All'autosalone eravamo di più.

  PRESIDENTE. Mi riferisco a quella a cui ha partecipato lei, dove c'erano questi due. Eravate solo lei, Cummo e questi due?

  PASQUALE VIGLIONE. No, c'era l'appuntato Rocchetti, che è morto, e qualche altro collega; ci dovrebbero essere le firme sui verbali che ho depositato.

  PRESIDENTE. Comunque, Cummo c'era.

Pag. 5

  PASQUALE VIGLIONE. Cummo c'era. Rocchetti purtroppo è morto.

  PRESIDENTE. Le leggo alcune dichiarazioni di Cummo:

   «Io nel periodo del rapimento e della morte di Aldo Moro ero comandante della squadretta di polizia giudiziaria del commissariato di Monteverde e ci occupavamo dei reati comuni. Nella mia squadretta c'erano l'agente Viglione Pasquale e Rocchetti Gianni e altri». Viene sollecitata la memoria di Cummo e gli si chiede se conosceva il maresciallo Corsetti, che non aveva citato: «Certo che ricordo il Corsetti; comandava la squadra politica al fianco della mia al commissariato di Monteverde. Ricordo anche che gli fu incendiata la macchina e ricordo che probabilmente gli fu incendiata per un'indagine che avevo fatto io. C'era stato un incendio presso la libreria Signorelli e io sono intervenuto e trovai un tascapane con la scritta Bruzzeghesse. Feci anche delle indagini. Una famiglia con quel cognome viveva a Monteverde. Corsetti li convocò in commissariato. Dopo poco a lui fu bruciata la macchina». A successive domande Cummo risponde: «Non ricordo che mi fu detto che i titolari dell'AutoCia fossero vicini ad ambienti terroristi né che fossero vicini a Morucci e a Faranda. D'altra parte a me queste cose non me le dicevano perché non ero dell'ufficio politico».

   Informato che Viglione era stato sentito da collaboratori della Commissione, Cummo ha precisato che Viglione era «il cervello elettronico della squadretta», che egli lo seguiva e che «era quello che poi redigeva gli atti perché comandava la squadra ed è bravo a redigere i rapporti giudiziari». Altrettanto molto bravo, secondo le dichiarazioni di Cummo, era Giovanni Rocchetti, purtroppo scomparso. Cummo fa commenti sulla vostra professionalità.

   Ancora, a ulteriori domande, Cummo risponde: «Non ricordo assolutamente di aver dato a Viglione l'ordine di scendere dalla scala presso la casa del padre di Bozzetti, né ricordo che durante le perquisizioni da lui operate fossero presenti le persone dei Servizi. Non ricordo in generale la presenza, durante le nostre attività investigative, di altre persone di altri uffici. Non ricordo neanche di aver fatto le perquisizioni con il maresciallo Corsetti. Non ricordo se ho fatto delle perquisizioni con la squadretta dell'ufficio politico, ma non lo escludo» (visti i tempi).
   Questo è quello che dice il maresciallo Cummo.
   Andiamo avanti. Per quanto attiene allo svolgimento della perquisizione e all'intervento dei due non identificati agenti, è evidente una discrepanza tra l'appunto e i verbali della perquisizione. Questo lei lo ha già dichiarato ma voglio che lo ripeta qui, per vedere che il verbale sia quello giusto. Questa è la sua firma?

  PASQUALE VIGLIONE. Sì.

  PRESIDENTE. Non si dà atto, nel verbale, che Cummo le disse di scendere né che i due c'erano.

  PASQUALE VIGLIONE. Il verbale l'ha redatto Cummo, comunque: non poteva dire una cosa del genere. Se questa Commissione cerca qualche spunto per dimostrare che io dico la verità, aggiungo che ricordo di aver visto, quando stavo alla DIGOS, una nota, un fonogramma dell'ufficio porto d'armi, dopo che era stata effettuata la perquisizione a carico di uno di questi personaggi, e su quel fonogramma l'ufficio amministrativo chiedeva alla DIGOS se poteva rilasciare il porto d'armi perché questi erano stati sottoposti a perquisizione; qualcuno mi ha detto che c'era una firma che era quella del dottor Andreassi, dirigente della DIGOS.
  Il dottor Andreassi sicuramente non conosce Matteo Piano, però se lui mette una firma su una copia di un fonogramma e si concede...

  PRESIDENTE. Voglio solo sapere: lei era a conoscenza che non avevano scritto sul verbale, che lei ha firmato, quello che le avevano detto.

  PASQUALE VIGLIONE. Io l'ho acquisito anni dopo questo verbale, non...

Pag. 6

  PRESIDENTE. L'ha firmato!

  PASQUALE VIGLIONE. Sì, ma non è che ogni verbale che firmiamo a ogni perquisizione deve essere...

  PRESIDENTE. Cioè lei ha firmato senza leggerlo?

  PASQUALE VIGLIONE. Sì, l'ho letto, ma non vado a contestare al mio maresciallo: «Non hai scritto questo». È evidente che c'era un interesse a non fare determinate cose.

  PRESIDENTE. Quindi lei era consapevole e non si è voluto mettere a litigare.

  PASQUALE VIGLIONE. Che devo dire? Che cosa cambiava in quel momento?

  PRESIDENTE. No, siccome nel verbale c'è scritto che fate la perquisizione all'appartamento, che fate la perquisizione anche a un ripostiglio...

  PASQUALE VIGLIONE. È un armadio.

  PRESIDENTE. Dell'armadio però non si fa cenno.

  PASQUALE VIGLIONE. Esito negativo per tutto perché doveva andare così.

  PRESIDENTE. Va bene. Andiamo avanti.
  Lei ha altro da aggiungere rispetto a quanto ha dichiarato? Le è venuto in mente qualche altro particolare?

  PASQUALE VIGLIONE. No.

  PRESIDENTE. Relativamente ai suoi successivi approfondimenti sulla figura di Matteo Piano, lei dice che la sua conoscenza di Piano risale al 1976-77...

  PASQUALE VIGLIONE. Sì.

  PRESIDENTE. ...in quanto lei lo aveva fermato più volte come sospetto. Matteo Piano, sentito da consulenti della Commissione, ha formalmente escluso di conoscerla.
  Dal suo appunto e dalle sue dichiarazioni risulta, invece, una conoscenza per nulla superficiale. Può essere più preciso sul punto della sua conoscenza di Piano? Esistono atti che testimoniano o che possono corroborare i fermi, i guai, insomma tutte le vicende che riguardano Piano?

  PASQUALE VIGLIONE. No. Posso però citare, che so, il nome di un collega? Quello che, quando succede l'episodio della carrozzeria a via Affogalasino, arriva dietro di me e mi dice: «Tu stai dove sta...».

  PRESIDENTE. Lo racconti per intero, altrimenti questo episodio... Non tutti i colleghi hanno avuto modo di leggere tutto nel dettaglio. Faccia mente locale, con calma.

  PASQUALE VIGLIONE. Verso il 1989-90 – io ho abitato a Monteverde fino al 1994; stavo già alla DIGOS, comunque – mi reco con la mia autovettura in una carrozzeria a via Affogalasino. Successivamente ho saputo che questa carrozzeria era di pertinenza dell'AutoCia, che non conoscevo all'epoca. Dietro di me arriva Matteo Piano, in macchina e mi chiede: «Ciao, come stai? Ma tu stai dove sta Angioletto?». Angioletto era un collega che aveva preso il mio posto nella squadretta di polizia giudiziaria esterna. Rispondo: «No, lui sta alla Mobile, io sto alla DIGOS». Bluffando, gli dico: «Anzi, a proposito, ti saluta Valerio». Lui replica: «Chi Valerio?». E io: «Morucci». Lui abbassa il tono di voce e dice: «Ma io conoscevo Adriana». Gli dico: «Ciao, ti saluto» e me ne vado.

  GERO GRASSI. Perché lei gli dice: «Ti saluta Valerio»?.

  PASQUALE VIGLIONE. Perché io avevo già conosciuto Morucci e Faranda dal 1986-87. Ho conosciuto Morucci e Faranda quando stavo all'antiterrorismo.
  Quando sono passato all'antiterrorismo ho parlato con i colleghi più anziani della perquisizione fatta in quell'autosalone. Sì, Pag. 7effettivamente c'era qualcosa che legava l'autosalone a questi personaggi. Ho occasione di chiedere a Morucci e Faranda se conoscono Piano e mi dicono di sì. La fanno passare come un'amicizia normale, una conoscenza normale.
  Poi c'era stato un altro episodio che si era verificato nell'estate del 1980. Una notte con la Monteverde 1 e...

  PRESIDENTE. Monteverde 2.

  PASQUALE VIGLIONE. Io con Monteverde 2 e la Monteverde 1 abbiamo effettuato un posto di blocco ...

  PRESIDENTE. Aspetti, ci arriviamo.

  PASQUALE VIGLIONE. Per capire perché la conoscenza di...

  PRESIDENTE. Però lei già dice che nel 1975-76 aveva avuto modo...

  PASQUALE VIGLIONE. Ma l'avevo fermato perché comunque io mi occupavo... Non stavo fermo in macchina: se vedevo una persona sospetta io la fermavo.
  Siccome non aveva una faccetta pulita, a mio avviso... Controlli, normali controlli.

  PRESIDENTE. Lei è a conoscenza se ci sono altri Matteo Piano che sono stati fermati?

  PASQUALE VIGLIONE. No.

  PRESIDENTE. Lei afferma poi di aver incontrato nell'aprile e giugno 1978 Morucci e Faranda in compagnia dello stesso Matteo Piano...

  PASQUALE VIGLIONE. Sì.

  PRESIDENTE. ...e che – cito dal suo appunto – «successivamente e in maniera graduale ho potuto appurare che la coppia che parlava con il Matteo Piano erano Morucci Valerio e Adriana Faranda». Cosa intende con «successivamente» e «in maniera graduale»? Si trattò di una sua deduzione successiva alla perquisizione del 1979, alla pubblicazione delle foto sui giornali, oppure aveva già elementi specifici o testimonianze?

  PASQUALE VIGLIONE. No, è avvenuto in maniera graduale, a cominciare dalla perquisizione effettuata nel 1979, dalle notizie avute dal maresciallo Corsetti che questi erano amici di Morucci e Faranda, dagli interventi di quei due personaggi che si sono presentati come agenti dei servizi. Questo nel 1979. Nel 1980 si verifica l'episodio del posto di blocco, perché il passeggero, quello che assomiglia a Eduardo De Filippo, scende dalla macchina prima di Matteo Piano e si avvicina. Mentre sto chiedendo i documenti mi dice: «Siamo colleghi, siamo due dei Servizi». Nel frattempo...

  PRESIDENTE. Però non le fa vedere documenti...

  PASQUALE VIGLIONE. Nel frattempo giunge Matteo Piano, che io conoscevo e gli dà un calcio agli stinchi. Io dico: «Va bene, andate». A quel punto, siccome mi dice che sono dei Servizi, che cosa... Non avevo conoscenza del personaggio che somigliava a Eduardo nella storia di via Fani, questo all'epoca non lo sapevo.

  PRESIDENTE. Ma a lei risulta che Valerio Morucci e Adriana Faranda conoscevano solo Matteo Piano o conoscevano anche Olindo Andreini?

  PASQUALE VIGLIONE. Anche Olindo Andreini, sì.

  PRESIDENTE. Ma l'amico d'infanzia era Matteo Piano o Olindo?

  PASQUALE VIGLIONE. La domanda che io ho rivolto allora, sia a Valerio Morucci e successivamente anche, un'ulteriore volta, ad Adriana Faranda, è stata se conoscevano Matteo e da quando tempo. La Faranda mi ha risposto: «Lo conoscevo da un paio di anni prima», perché lei nel 1976 aveva comprato la 112; ha detto: «Valerio da una vita, tre o quattro anni minimo». Pag. 8Queste sono le risposte che mi ha dato Adriana.

  PRESIDENTE. Quindi, l'unico amico d'infanzia era Olindo che lo conosceva da bambino.
  Relativamente al non identificato agente dei Servizi, del quale lei ha appena parlato, e che lei dichiara di aver visto in compagnia, nell'estate del 1980, di Matteo Piano...

  PASQUALE VIGLIONE. Esatto.

  PRESIDENTE. ...e poi nuovamente tra il 1986 e il 1993 in compagnia di Maurizio Navarra, davanti a una scuola, la informo che il dottor Navarra ha escluso di conoscerla e di essersi recato con dipendenti del Sisde o informatori davanti a quella scuola, anche se era effettivamente frequentata dalla figlia quindicenne.
  Lei come conosce il generale Navarra?

  PASQUALE VIGLIONE. Io non conosco il generale Navarra, se non di vista. Lo conosco di vista perché nel 1983-84 me lo hanno indicato il dottor Fabbri e un altro funzionario, che con il dottor Navarra hanno guidato la liberazione di un sequestrato dell'Italia settentrionale ai Castelli Romani. Facendo una serie di perquisizioni hanno condotto questa operazione. Quando ho chiesto al personale del SISDE chi era quello con il pizzetto che stava col dottor Fabbri in quell'operazione, mi hanno detto: «Quello è il dottor Navarra».

  PRESIDENTE. Però lei non ci ha mai parlato...

  PASQUALE VIGLIONE. Io con il dottor Navarra non ho mai parlato.

  PRESIDENTE. Quindi, quando il dottor Navarra dice che non la conosce...

  PASQUALE VIGLIONE. Non ci conosciamo.

  PRESIDENTE. Le leggo il verbale delle dichiarazioni del dottor Navarra: «“Lei che lavoro faceva?”.
  “Sono stato un funzionario del SISDE, precedentemente ufficiale della Guardia di finanza. In Finanza mi sono arruolato nel 1965, transitato nei servizi di informazione e sicurezza nel febbraio o marzo 1979, andato in pensione nel 1999”.
  “Nel periodo del sequestro Moro lei di cosa si occupava?”.
  “Ero capitano della Guardia di finanza in servizio a Genova. Ho partecipato ad alcune ricerche di Moro, durante il sequestro, nel porto di Genova, e in particolare mi sono occupato delle ispezioni su numerosi container, attività che mi venivano superiormente comandate. In epoca successiva, ai Servizi, non mi sono mai occupato direttamente di indagini attinenti Moro. Senz'altro il caso Moro era un ambito presente in quegli anni, così come il terrorismo rosso e nero, ma attività da me eseguite su fatti direttamente connessi al sequestro Moro non ne ricordo”.
  “Con chi lavorava?”.
  “Ho lavorato presso il centro di Roma 2 del SISDE, inizialmente con il dottor Cioppa, in seguito con il dottor Fabbri quale capocentro (ero il suo vice) fino a sostituirlo. Ho terminato la carriera come direttore della scuola di addestramento”.
  “Per caso lei è mai stato – o le sue figlie – all'istituto scolastico Beata Angelina di Roma?”.
  “Io no, che ricordi. Non ho mai accompagnato le mie figlie a scuola. È probabile che mia figlia Raffaella abbia frequentato quell'istituto”. Navarra contatta telefonicamente la figlia e al termine dichiara: “Sì, mia figlia ha frequentato l'istituto di cui mi chiedete all'età di quindici anni, quindi nel 1984 circa”.
  “Potrebbe aver accompagnato o essere andato a prendere sua figlia in quel periodo?”.
  “Tendo a escluderlo, anche per ragioni di sicurezza evitavo di farmi vedere con i figli. Potrà essere capitato occasionalmente”.
  “Lei aveva un autista?”.
  “Mai avuto; avevo una vettura di servizio che guidavo personalmente”.
  “Lei conosce Pasquale Viglione?”.
  “Non so chi sia”. Pag. 9
  “Lei conosce Eduardo De Filippo o qualcuno che assomiglia a lui?”.
  “So perfettamente chi sia stato, ma non sono mai stato in grado di conoscere suoi sosia”.
  L'Ufficio dà atto che viene letto stralcio di appunti consegnati alla Commissione da Pasquale Viglione. Al termine il Navarra dichiara: “Non so di cosa stia parlando il Viglione. Escludo di aver avuto collaboratori rispondenti a quella descrizione. Ho avuto informatori che certamente ho incontrato, ma non avrei mai avvicinato un informatore in un luogo frequentato da miei familiari”.
  “Ha mai sentito parlare della presenza di qualcuno somigliante a De Filippo in via Fani?”.
  “No, sinceramente non ne so nulla”.
  “Le dice qualcosa il nome di Matteo Piano?”.
  “Alle mie dipendenze c'era una persona di cognome Piano, al centro di Roma 2, ma non Matteo di nome. Dipendeva da Raffaele Vacca”.
  “Conosce o è intervenuto mai, nel corso della sua attività, su una concessionaria denominata ‘AutoCia’ in zona Monteverde?”.
  “Non ricordo nulla in merito. Escludo di aver avuto contatti, anche sul piano personale, con tale concessionaria”.
  “Bozzetti Dario o Andreini Olindo sono nomi che le dicono qualcosa?”.
  “No. Se dovessi aver trattato tali nominativi per ragioni di servizio tendo ad escludere che sia stato per qualcosa di eclatante, perché certamente lo ricorderei”.
  “Lei ha detto che è arrivato a Roma ai Servizi nel 1979. Ricorda l'arresto di Morucci e Faranda?”.
  “Ricordo l'evento, ma non è stata attività nostra”».
  Le chiedo infine, signor Viglione: che tipi di conferme lei ha avuto di rapporti tra Morucci e i Servizi? Si è trattato solo di riflessioni ad alta voce tra colleghi, fatte a distanza di anni, o c'erano elementi specifici che l'hanno portato a dire che Morucci era in collegamento con i Servizi? Ricordo in proposito che Mario Gattone, che lei cita come fonte che conferma i rapporti tra Morucci e i Servizi, è stato sentito dai nostri consulenti e ha escluso di essere stato in qualche maniera fonte di questa notizia.

  PASQUALE VIGLIONE. Cosa devo dire?

  PRESIDENTE. Le leggo quello che dice Gattone:

   «“In relazione all'arresto di Morucci e Faranda ci può illustrare il suo ruolo e le indagini svolte? In particolare lei è a conoscenza di elementi circa il concessionario AutoCia?”.
   “Il nome AutoCia non mi dice nulla. Io nel 1979 ero in servizio all'Ufficio speciale presso la Camera dei deputati e pertanto non mi occupavo di indagini a quel momento. Ero già in quell'ufficio dal 1978, prima del rapimento di Aldo Moro. Successivamente, quando ero in servizio alla DIGOS (dal 1988, anno del mio trasferimento), abbiamo eseguito indagini per l'individuazione del quarto uomo di via Montalcini, che fonti confidenziali indicavano in Germano Maccari. Ho curato con il mio ufficio un approfondimento di indagini utile a ricostruire le notizie confidenziali acquisite. Sono state individuate le prove che, portate a processo, hanno consentito la condanna del Maccari. Le indagini in questione sono state eseguite tra il 1993 e il 1994. Non ricordo se Viglione facesse parte del mio gruppo di lavoro per quelle indagini...”»

  PASQUALE VIGLIONE. No.

  PRESIDENTE. «“... ma non credo. La sezione nella quale operavo era la III, che si occupava di antiterrorismo”.
  “Nel 1998, all'epoca della VII sezione bis, lei lavorava con Viglione. Che attività sono state eseguite in quel periodo su Faranda e Morucci?”.
  “Sì, in quel periodo Viglione, dopo un periodo trascorso alla squadra mobile, era tornato alla DIGOS ed era stato assegnato alla cosiddetta sezione VII bis, che si occupava principalmente di localizzazioni di soggetti latitanti appartenenti alle Brigate Pag. 10Rosse e a formazioni anarchiche, anche tramite rilettura di fatti già oggetto di processo e comunque lontani nel tempo. In tale contesto ricordo che la sezione ha indagato su alcune deleghe anche sui fatti di Acca Larenzia, di cui si è occupato principalmente Viglione”.
  “Il nome di Matteo Piano o di AutoCia, in quel periodo, le dicono qualcosa?”.
  “No. Non posso escludere che questi nomi siano stati fatti nel corso di riunioni o da altri in mia presenza, ma sinceramente non li ricordo e non li associo ad attività investigative svolte”.
  “Non ricorda accertamenti sulle frequentazioni di Morucci nella zona di Monteverde?”.
  “Non nello specifico. Al momento dell'arresto di Morucci io non lavoravo ancora alla DIGOS. Ho trattato la cosa in seguito, durante la ricostruzione dei fatti. Ho parlato con Morucci, che mi ha parlato del periodo immediatamente precedente al suo arresto (a noi interessava individuare l'arma che si diceva lui custodisse e che sarebbe stata utilizzata per uccidere Moro), ma non ricordo che mi abbia parlato di fatti ricollegabili a quanto mi chiedete. Non ho parlato con lui delle informazioni confidenziali in possesso della Squadra mobile che hanno portato al suo arresto”.
  “Le ha mai detto il perché fosse ospite di Conforto?”.
  “No, non che io ricordi”.
  “Quando è andato in pensione e quando ha visto Viglione?”.
  “Sono andato in pensione circa quattro anni fa. Nell'ultimo periodo ero in servizio alla direzione della Polizia postale. Ho visto Viglione a un pranzo ai Castelli Romani, ad aprile o maggio di quest'anno, tra vecchi componenti della DIGOS. In quell'occasione abbiamo chiacchierato di vecchi episodi vissuti insieme e in quella sede ricordo che parlò di Morucci, dicendo che ‘non la racconta giusta’, e ipotizzava alcune situazioni riguardanti Monteverde, che c'era di mezzo tale zona quale possibile località di presenza di Morucci al momento del sequestro Moro, o meglio che avesse interessi lì. Non ricordo quali interessi abbia riferito, se li ha riferiti più nel dettaglio. Ricordo di aver detto che poteva essere, perché non ho motivi per smentire tale teoria, né tanto meno per confermarla”.
  Viene data lettura di alcuni stralci del verbale di informazioni rese da Pasquale Viglione e il Gattone dichiara: “Nego di aver detto a Viglione che Morucci potesse essere in qualche modo legato ai Servizi. È una notizia assolutamente infondata e respingo con forza di averla riferita io. La notizia che Morucci possa aver detto a me che fosse appartenente ai servizi segreti è assolutamente non vera. Può essere, invece, che a un'affermazione del Viglione o di terzi che Morucci potesse in qualche modo essere legato ai servizi segreti, possa aver detto ‘può essere’, ma perché non avrei elementi per smentire tale teoria. Certamente non ne ho per confermarla”.
  “I nomi Bozzetti o Andreini le dicono qualcosa?”.
  “No, entrambi i nomi li ho letti in libri e pubblicazioni, ma non ricordo di averli trattati in atti giudiziari”.
  “Il nome Chichiarelli le dice qualcosa?”.
  “Sì, ricordo che il soggetto è stato trattato nel corso di ipotesi investigative, al pari di altri soggetti che in quel periodo erano emersi in varie attività di indagine”».
  Una seconda più specifica questione riguarda l'identificazione e perquisizione di Tony Chichiarelli, che lei e Francesco Albano realizzaste il 5 agosto 1979.

  PASQUALE VIGLIONE. Sì, 1979.

  PRESIDENTE. Su tale vicenda, oltre ai verbali a suo tempo redatti, ricordo che lei e gli altri operanti siete stati sentiti dal giudice Monastero nel marzo-aprile 1989 e poi ancora, nel suo caso, dal dottor Cardella in sede di dibattimento...

  PASQUALE VIGLIONE. Nel procedimento di Perugia, sì.

  PRESIDENTE. ...il 4 giugno del 1997. Riepilogo la vicenda, lei eventualmente mi corregga. Ho attinto dall'estratto dell'interrogatorio di Cardella, ma potrei aver saltato cose che lei reputa importanti. Pag. 11
  Il 5 agosto del 1979, mentre la squadra in borghese era in servizio di vigilanza all'interno dell'Ospedale San Camillo, notò un gruppo composto da Chichiarelli, sua moglie Chiara Zossolo, Orazio Geroni e Cinzia Zossolo. Insospettiti del repentino occultamento di un pacchetto in un borsello, voi della squadra in borghese identificaste e perquisiste Chichiarelli, sequestrando una testina rotante per macchina da scrivere IBM che fu poi restituita all'interessato non da voi, ma da quelli a cui lei la consegnò.

  PASQUALE VIGLIONE. Gliela dettero tre giorni dopo, sì.

  PRESIDENTE. Chichiarelli dichiarò in quell'occasione di trovarsi al San Camillo per assistere il suocero e che la testina era destinata al gallerista Libero Matteucci, il quale da parte sua ha confermato l'episodio.
  Nella sua relazione di servizio, lei ha scritto che procedette all'identificazione e alla perquisizione di Chichiarelli perché «a mio avviso con fare furtivo metteva detto involucro nel suo borsello». Lei conferma che a quella data non sapeva nulla di Chichiarelli? Non aveva sospetti?

  PASQUALE VIGLIONE. Confermo.

  PRESIDENTE. Non aveva alcuna segnalazione o indicazione?

  PASQUALE VIGLIONE. No, assolutamente.

  PRESIDENTE. Perché riteneste la testina rotante un materiale sospetto?

  PASQUALE VIGLIONE. Perché nei giornali si parlava, dopo il sequestro di Moro, di queste testine rotanti con cui venivano scritti i comunicati delle BR. Erano stati scritti con una macchina IBM con testina rotante.
  Quel modo furtivo di Chichiarelli... Ci siamo guardati in faccia...

  PRESIDENTE. Sa perché le faccio la domanda?

  PASQUALE VIGLIONE. Me l'hanno già fatta.

  PRESIDENTE. Io seguo pedissequamente l'interrogatorio di Cardella, non invento niente.
  Il sospetto che viene a Cardella è: lei sta lì per fare, come lei afferma, tutt'altra attività? Per fare attività riguardante «tossici», spaccio...?

  PASQUALE VIGLIONE. Sì, «tossici», spaccio... Il San Camillo, come sapete, è uno degli ospedali più grandi di Roma. Dal San Camillo si esce dallo Spallanzani su via Portuense. C'è un posto di polizia. Pertanto che mi trovassi lì...

  PRESIDENTE. No, la domanda che mi pare che Cardella le pone è in sostanza quella che le rivolgo ora: Chichiarelli, lei dice, mi insospettisce perché io lo guardo, lui mi guarda e si trova in imbarazzo; ora, lei era in borghese. Siccome Chichiarelli è un grande bluffatore di poker, un falsario, un imbroglione, davvero si spaventa perché lei lo guarda? Oppure aveva motivo di spaventarsi perché sapeva che lei era un poliziotto?

  PASQUALE VIGLIONE. O perché aveva qualcosa che scottava. C'è anche quest'altra ipotesi.

  PRESIDENTE. Quando lei li porta tutti e quattro in commissariato...

  PASQUALE VIGLIONE. Sì, chiamiamo una volante in ausilio e li accompagniamo al commissariato.

  PRESIDENTE. Fate l'identificazione dei quattro, aprite il borsello e nel borsello...?

  PASQUALE VIGLIONE. No, il borsello lo apro dentro l'ospedale, nel momento stesso, perché se non avessi trovato niente... Nel momento in cui ho trovato la Pag. 12testina rotante nel borsello, l'ho preso già in consegna.

  PRESIDENTE. Quindi siete andati lì, avete fatto il verbale di consegna e consegnate la testina rotante.

  PASQUALE VIGLIONE. No, al commissariato sequestriamo tutto. Nel frattempo fanno i dovuti accertamenti, perché poi il commissariato avvisa la DIGOS, viene personale della DIGOS e vengono fatte le perquisizioni all'indirizzo noto – e fasullo – di Chichiarelli. Non viene trovato niente in quell'indirizzo; viene sentito quel gallerista che dopo tre giorni conferma che doveva dargli un quadro in cambio.

  PRESIDENTE. Alla fine si dimostra che era nuova quella testina rotante, o no?

  PASQUALE VIGLIONE. Io in quel momento non sono stato in grado di stabilire se era nuova o usata. Non m'è sembrata nuova.

  PRESIDENTE. Però qualcuno l'ha fatto.

  PASQUALE VIGLIONE. Ce l'aveva in un foglio di giornale, quindi una testina rotante che si vende in un foglio di giornale non può essere nuova.

  PRESIDENTE. Chi è che restituisce la testina rotante?

  PASQUALE VIGLIONE. Il maresciallo Severoni, mi sembra. O Severoni o Corsetti..

  PRESIDENTE. Fanno gli accertamenti, trovano la conferma e glieli ridanno.

  PASQUALE VIGLIONE. Il gallerista glieli dà e nessuno pensa che quella testina possa essere quella con cui sono stati scritti i comunicati. Nessuno lo pensa e pertanto restituiscono tutto.

  PRESIDENTE. E lei non aveva nessun sospetto, quando lo ha fermato? Solo il gesto furtivo la insospettì?

  PASQUALE VIGLIONE. Nessun sospetto. Non l'avevo mai conosciuto. L'ho conosciuto in quell'occasione Chichiarelli.

  PRESIDENTE. E quindi, quando lo rivede...

  PASQUALE VIGLIONE. Lo rivedo, ma un mese dopo. Perché era un personaggio di bella stazza...

  PRESIDENTE. Però non aveva altri dati. Non ne sapeva di più.

  PASQUALE VIGLIONE. Facevo la volante, ero giovane, avevo vent'anni. Non avevo la malizia di quarant'anni di servizio dopo.

  PRESIDENTE. Solo perché le sembra strano quel gesto di Chichiarelli, quindi non è che sapeva di più...

  PASQUALE VIGLIONE. Presidente...

  PRESIDENTE. Lei dice: magari, ma non lo sapevo!

  GERO GRASSI. Senza malizia, devo riconoscere che ha avuto un fiuto micidiale, perché ha fermato una delle persone più diaboliche della Roma del tempo.
  Una domanda: lei non sa chi era il suo collega dei Servizi che trattava con Chichiarelli?

  PASQUALE VIGLIONE. No.

  GERO GRASSI. Non l'ha mai saputo, nemmeno dopo?

  PASQUALE VIGLIONE. Dopo si fanno tanti nomi...

  GERO GRASSI. «Si fanno»: agli atti ce n'è uno solo.

  PASQUALE VIGLIONE. No, allora non l'ho mai saputo.

Pag. 13

  GERO GRASSI. Ma lei non sa che Chichiarelli trattava con un autorevole personaggio dei Servizi?

  PASQUALE VIGLIONE. So che aveva lavorato per i Servizi, almeno quello che si vocifera e che era uscito fuori dai libri.

  GERO GRASSI. No, anche dagli atti processuali, non solo dai libri.

  PASQUALE VIGLIONE. Ma gli atti processuali io non li leggo e nessuno me li mostra, io non ho possibilità di leggerli.

  GERO GRASSI. Giustamente. E lei quel giorno non sapeva che Chichiarelli aveva partecipato alla stesura del falso comunicato numero 7 delle BR, quello del lago della Duchessa?

  PASQUALE VIGLIONE. Ripeto: io ero una guardia; queste storie di politica mi passavano sopra la testa.

  GERO GRASSI. No, guardi, questa non è politica. Qui stiamo parlando di reati.

  PASQUALE VIGLIONE. Sì, ma che fosse stato Chichiarelli a fare quel comunicato nel 1979 non era noto a nessuno, perché è stato scoperto dopo che ha lasciato la seconda testina rotante; l'ha lasciata nel taxi, nel 1981-82. Che fosse stato lui nel 1979 non c'era la possibilità di saperlo. Almeno io non lo sapevo. Se c'era qualcun altro a saperlo...

  GERO GRASSI. Facciamo un breve riepilogo.
  Agli atti processuali del caso Moro c'è un magistrato che dice lui di aver suggerito di fare un falso comunicato per ottenere un atteggiamento di un certo tipo da parte delle Brigate Rosse, sostanzialmente per sfidarle. E questo è certo, si sa anche il nome di chi ha suggerito il comunicato. Dopodiché, dagli atti processuali e dalle Commissioni d'inchiesta precedenti – in una di queste occasioni l'interrogante di allora è oggi un autorevole esponente delle istituzioni – viene fuori che c'era un confidente di Chichiarelli all'interno dei Servizi che avrebbe compartecipato con lui alla stesura del comunicato numero 7.
  Lei giustamente dice: io queste cose non le sapevo.

  PASQUALE VIGLIONE. Mi scusi. Io domando: ma quando è stato accertato che sia stato effettivamente Chichiarelli a fare il falso comunicato? Nel 1979 io non lo sapevo.

  GERO GRASSI. Certo. Infatti nessuno dice il contrario, ci mancherebbe altro.
  La domanda è questa: lei nel 1979 non sapeva chi fosse Chichiarelli?

  PASQUALE VIGLIONE. No, lo confermo.

  PRESIDENTE. Siamo i ventesimi che gli pongono questa domanda.
  Viglione esce dal posto di polizia del San Camillo; con intuito vede questo drappello di quattro soggetti guidato da Chichiarelli, lo guarda, Chichiarelli a sua volta lo guarda, sa di «avere la coda di paglia» e Viglione dice: «Vieni qua, che hai lì dentro?».

  GERO GRASSI. Ho capito. Posso chiedere al signor Viglione se per caso qualcuno...

  PRESIDENTE. È quello che gli ho chiesto io: se qualcuno gli aveva detto qualcosa?

  GERO GRASSI. ...gli ha indicato: «Vai là che probabilmente trovi A, B, C, D».
  Perché, quello che lei ha fatto... È come se un cane da tartufo trovasse un tartufo di dieci chili.

  PRESIDENTE. In Alaska.

  GERO GRASSI. In Alaska.

  PASQUALE VIGLIONE. Le può sembrare strano, ma sul lavoro sono stato molto fortunato, mi è sempre andata bene, devo dire così.

Pag. 14

  GERO GRASSI. Quindi, lei non ha avuto precedentemente nessun rapporto con Chichiarelli e nemmeno con la sua area di contiguità.

  PASQUALE VIGLIONE. Magari! Mi avrebbero preso ai Servizi!

  GIACOMO CALIENDO. Quanti anni di servizio aveva allora?

  PASQUALE VIGLIONE. Era il 1979. Sono entrato nel 1974, quindi avevo cinque anni di servizio: due passati al reparto celere e da tre stavo al commissariato.

  PRESIDENTE. Non era delle squadrette dell'UCIGOS, non era niente di tutto questo.

  PASQUALE VIGLIONE. Non ero un collega del ministero.

  PRESIDENTE. Era con il maresciallo Cummo e facevano attività ordinaria anticrimine. Neanche della DIGOS.

  PASQUALE VIGLIONE. Facevamo antiscippo, attività contro lo spaccio di droga...

  PRESIDENTE. E ha questa intuizione: vede Chichiarelli e lo blocca.

  PASQUALE VIGLIONE. Le viene da ridere, onorevole?

  GERO GRASSI. No, stavo sorridendo rispetto all'intuizione di cui parla il presidente. È una cosa bella.

  PRESIDENTE. Devo dire che Viglione questa cosa l'ha dichiarata dal primo momento fino a oggi. Ma la cosa altrettanto vera è che Chichiarelli o ha un alibi preordinato o dice la verità. Lo prendono, lo perquisiscono, gli perquisiscono casa, vanno dal gallerista non preavvertito per sapere se effettivamente Chichiarelli doveva portargli la testina. Il gallerista afferma che è vero e allora restituiscono a Chichiarelli la testina perché quel tizio da lui citato dice: «La testina è per me». O aveva preparato tutto... Delle due l'una: o era informato Viglione o era informato Chichiarelli.

  PASQUALE VIGLIONE. Mi scusi, presidente, ma dopo la relazione del sequestro, Chichiarelli è tornato a casa. Il gallerista è stato contattato, mi sembra, due o tre giorni dopo.

  PRESIDENTE. Con calma.

  PASQUALE VIGLIONE. Con calma; quindi Chichiarelli poteva passare da lui, che poi fornisce questa versione.

  PRESIDENTE. Diciamoci la verità: come Viglione non sapeva molto della testina...

  PASQUALE VIGLIONE. Qualche sottufficiale del commissariato ne sapeva meno di me, la metto così.

  PRESIDENTE. E non sapevano neanche chi era Chichiarelli.

  PASQUALE VIGLIONE. Devo ritenere questo, no?

  PRESIDENTE. Se non ci sono domande, ringraziamo il signor Viglione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 21.15.

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