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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 175 di Mercoledì 19 ottobre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 2 

Audizione della sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi:
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 2 
Buemi Enrico  ... 8 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Mirabelli Franco  ... 12 
Fava Claudio (SI-SEL)  ... 13 
Sarti Giulia (M5S)  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Sarti Giulia (M5S)  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Sarti Giulia (M5S)  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Sarti Giulia (M5S)  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Sarti Giulia (M5S)  ... 15 
Buemi Enrico  ... 16 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 16 
Buemi Enrico  ... 16 
Di Lello Marco (Misto-M.PPA-Mod)  ... 17 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 17 
Di Lello Marco (Misto-M.PPA-Mod)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Di Lello Marco (Misto-M.PPA-Mod)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Esposito Stefano  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Esposito Stefano  ... 18 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 19 
Esposito Stefano  ... 19 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 19 
Esposito Stefano  ... 19 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 19 
Esposito Stefano  ... 19 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 19 
Esposito Stefano  ... 19 
Costantino Celeste (SI-SEL)  ... 19 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 20 
Di Lello Marco (Misto-M.PPA-Mod)  ... 21 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 21 
Esposito Stefano  ... 21 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 21 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 21 
Bindi Rosy , Presidente ... 21 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 21 
Turchi Maria Rosa , vicesegretaria generale di Roma Capitale ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Raggi Virginia , sindaca di Roma Capitale ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 

(La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.45) ... 23 

Audizione del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo:
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Gaetti Luigi , Presidente ... 24

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 13.45.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione della sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, accompagnata dall'assessore alle politiche sociali Laura Baldassarre e dal vicesegretario generale di Roma Capitale, Mariarosa Turchi. Sono altresì presenti l'assessore al bilancio Andrea Mazzillo, il presidente della commissione sport e personale Angelo Diario, il portavoce Teodoro Fulgione e il collaboratore Antonio De Santis. Con l'audizione odierna proseguiamo il lavoro scaturito dalla relazione approvata dalla Commissione antimafia il 31 maggio scorso dedicata alla situazione dei comuni che tornavano al voto dopo lo scioglimento ovvero dopo l'accesso ispettivo per mafia ai sensi dell'articolo 143 del Testo unico degli enti locali. Dopo aver concluso le audizioni dei commissari e dei nuovi sindaci dei comuni sciolti, iniziamo oggi il lavoro insieme agli organi politici dei comuni per i quali negli scorsi anni il procedimento di accesso è stato concluso senza scioglimento, tra cui innanzitutto Roma. Ricorderete poi che ci sono altri comuni: Sant'Oreste, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Sacrofano, Villa di Briano, Finale Emilia, Diano Marina, San Sostene e Joppolo. Il comune più rilevante è, naturalmente, Roma, dal quale ritengo che si potrà ripartire, sia per proseguire gli approfondimenti dedicati a mafia capitale, sia perché il X Municipio di Roma Capitale, che, come è noto, comprende Ostia, è tuttora commissariato per mafia. I temi alla nostra attenzione sono molti. Come abbiamo chiesto ai sindaci auditi nelle precedenti audizioni, la domanda fondamentale che rivolgiamo al sindaco Raggi è come il nuovo sindaco di Roma intenda far fronte ai problemi che le commissioni di accesso e le decisioni successive del Governo hanno evidenziato essere presenti nell'amministrazione, in alcune società municipalizzate, in alcuni municipi e nel personale soprattutto. Credo che non si possa prescindere, per amministrare la capitale, dalla vicenda legata appunto a mafia capitale. Ricordo, come di consueto, che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta. Cedo ora la parola al sindaco Raggi, che ringrazio per la sua presenza. Sono sicura che sia quello che ci dirà attraverso la sua relazione, sia le risposte che fornirà alle nostre domande saranno di grande interesse per la nostra Commissione.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Grazie, presidente. Ringrazio e saluto i vicepresidenti, i senatori e i deputati presenti. Vi ringrazio perché questa convocazione ci consente di fare un primo Pag. 3punto su quello che abbiamo trovato quando siamo entrati nel comune all'indomani dello scandalo di mafia capitale. Da pochi mesi, poco più di tre per la precisione, siamo alla guida della città di Roma grazie al voto dei cittadini. Non è molto tempo, per la verità, ma sicuramente siamo una sorta di osservatorio privilegiato attraverso il quale poter verificare e controllare che l'illegalità e la corruzione siano finalmente e progressivamente bandite dal «palazzo». Abbiamo letto con attenzione i lunghi e scrupolosi lavori di questa Commissione, apprezzando quello che è stato un lavoro molto preciso e puntuale di analisi nell'individuazione delle varie criticità di un sistema che dobbiamo sradicare e che abbiamo iniziato a sradicare. Ovviamente, siamo qui anche perché dobbiamo invitare – credo che il vostro lavoro sia poi l'esempio di questo – tutti i cittadini a mantenere la guardia molto alta con mafia capitale, che va combattuta tutti i giorni e con l'aiuto di tutti. Si diceva prima che mafia capitale non è solo il processo, è proprio un modo di intendere la gestione della cosa pubblica. Questa è una cosa che riguarda tutti. Diciamo che la parola chiave della nostra amministrazione è «discontinuità». Gli episodi di penetrazione della criminalità organizzata descritti dalle cronache non sono un fenomeno isolato, ma sono evidentemente espressione di un sistema che, malgrado l'allarme che è stato lanciato da qualcuno, anni di disattenzione e di incuria hanno reso pericoloso. Si tratta di un sistema che è stato frutto sostanzialmente di una commistione pericolosissima tra criminalità, impresa e politica, una sorta di sodalizio che ha governato o «sgovernato» la città, travolgendo l'interesse pubblico e soprattutto ignorando completamente i princìpi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione e di tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini. Mafia capitale, quindi, al di là dell'inchiesta giudiziaria, è l'effetto di questo atteggiamento di totale disinteresse della cosa pubblica, di disillusione da parte della classe dirigente nei confronti delle istituzioni. Su queste basi la criminalità ha potuto lavorare in maniera tranquilla, lontano dalla luce dei riflettori. Non a caso, la Corte di cassazione in varie sentenze ha fatto riferimento al concetto di mafia silenziosa, mafia silente, una mafia che non utilizza i metodi classici. Non si tratta della mafia della lupara, della coppola e degli spargimenti di sangue. Evita le guerre tra bande e non dà luogo a episodi eclatanti e, tuttavia, mette a rischio il modo di procedere dell'amministrazione attraverso piani criminali, in cui l'intimidazione è comunque un metodo, un metodo mafioso. È in questo contesto che – sottolineano con apprensione la Direzione nazionale antimafia e la Direzione investigativa antimafia – che c'è stato un allarmante passo in avanti da parte dei criminali, con il tentativo di infiltrarsi nelle istituzioni al punto da mimetizzarsi come un camaleonte all'interno delle stesse. Questo ha comportato come estrema conseguenza l'arresto di decine di persone, tra le quali anche politici implicati nella gestione della res publica, e il coinvolgimento a vario titolo di dirigenti, funzionari e dipendenti dell'amministrazione capitolina e anche del mondo della cooperazione, del volontariato e di tanti altri organismi che girano come satelliti intorno all'amministrazione. C'è stata la scoperta di legami dubbi tra imprenditori e funzionari pubblici, fino ad arrivare a un provvedimento anomalo – mi sia consentito di dirlo, perché non è previsto dal TUEL – che è lo scioglimento di un solo municipio, quello di Ostia chiaramente. I settori sui quali quest'azione è risultata più evidente sono senza dubbio quello dei rifiuti, dell'ambiente, dei servizi sociali e delle politiche abitative, settori all'interno dei quali – permettetemi l'espressione – girano soldi. Sono settori sui quali occorre ancora vigilare, questo è chiaro. Noi lo sappiamo molto, molto bene e lo stiamo facendo. Probabilmente a questo sono dovuti alcuni atti intimidatori che abbiamo ricevuto e che sono noti alle cronache. Ci fanno capire che evidentemente abbiamo messo il dito nella piaga e che forse stiamo andando nella direzione giusta. La situazione che abbiamo trovato è quella di una macchina amministrativa che ha necessità di rafforzare i propri anticorpi, una macchina alla quale deve essere restituita fiducia, Pag. 4 una macchina che deve essere, ovviamente, ancora completamente bonificata, diciamolo. Tuttavia, bisogna ricominciare a lavorare tutti insieme per un obiettivo più alto, che è quello dell'interesse pubblico, cosa che forse per anni è stata un po’ dimenticata. In questo cito la presidente Bindi quando sottolineo che l'azione di indagine giudiziaria è sempre necessaria per contrastare le attività criminali sul territorio, ma che, allo stesso tempo e forse con maggiore urgenza ancora, è indispensabile un'attività di prevenzione da parte dell'amministrazione. Gli strumenti che abbiamo a disposizione e le azioni che stiamo predisponendo in questi primi mesi sono quelli della buona pratica amministrativa: trasparenza degli atti, rotazione del personale, un controllo al setaccio del bilancio. Ne cito solamente alcuni. Devo dire che talvolta queste nostre azioni sono anche state strumentalizzate. Ci arriverò dopo. Peraltro, in primis, ci stiamo dedicando a rinnovare e rinforzare i rapporti con l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Il comune di Roma ha già in essere un protocollo d'intesa, che però sostanzialmente configurava una sorta di vigilanza collaborativa sperimentale, se così posso dire, perché prevedeva un limitato raggio d'azione dell'ANAC e, quindi, di questi rapporti. Noi vorremmo – stiamo elaborando un nuovo protocollo d'intesa – rafforzare questo rapporto di vigilanza, probabilmente concentrandoci proprio su uno di quei settori – si pensava al tema e al settore delle politiche sociali – sui quali effettivamente mafia capitale ha esteso le sue ramificazioni in maniera molto, molto preoccupante.
  Non dobbiamo aver paura di dire che, a mio avviso, spesso, dove ci sono temi che toccano i diritti della persona, andare a chiedere il rispetto delle regole può sembrare talvolta duro, ma non lo è. È necessario, esattamente come in tutti gli altri campi, perché la continuità dei servizi deve essere assicurata, ma non può essere utilizzata come scusa per una deroga permanente alle regole del diritto e, quindi, anche alle regole sugli appalti. Dobbiamo garantire la continuità, ma dobbiamo garantire anche la legalità, altrimenti è lì che si annida mafia capitale. Stiamo, quindi, rinnovando il protocollo proprio per avere un rafforzamento su questo settore. Stiamo intervenendo in maniera molto pressante anche per eliminare il ricorso alle proroghe nei contratti pubblici. Quella che abbiamo trovato è stata un'amministrazione che quasi in tutti i settori – permettetemi la semplificazione, ma rende bene l'idea – probabilmente non bandiva gare da anni e continuava a mantenere rapporti in essere con soggetti terzi, ossia con gli erogatori dei servizi, attraverso la proroga. Si arrivava alla scadenza del contratto, l'amministrazione non lavorava per tempo per bandire una nuova gara e la scusa della continuità del servizio in qualunque settore veniva utilizzata per andare in proroga. Attenzione, non in proroga tecnica, che è quella proroga che magari serve proprio per la continuità del servizio nelle more dell'aggiudicazione della gara, quando c'è già stato un bando di gara, quando c'è una procedura in corso, ma una proroga vera e propria, che durava per anni, spesso con una durata addirittura maggiore della durata del bando iniziale, dell'affidamento iniziale. Ci siamo trovati questa situazione e la nostra prima intenzione è stata quella di iniziare a fare uno scadenzario vero e proprio di tutti gli affidamenti in essere. Sembrerà quasi una banalità, ma, come ciascuno di noi ha un'agenda sulla quale annota i propri appuntamenti per ricordarli, così anche il comune di Roma deve avere un'agenda, uno scadenzario, di tutte quelle gare, mettendo una sorta di allarme – passatemi il termine – in maniera tale che, quando il contratto arriva a scadenza, l'amministrazione si sia già premurata di bandire una nuova gara. Questo non era fatto. Nessuno ci ha mai pensato. Sicuramente i dipartimenti erano a conoscenza delle varie scadenze, ma la prassi era tale per cui si andava in proroga. Su questo vogliamo riaprire l'ufficio di audit, un audit interno, probabilmente affidando a quest'ufficio la supervisione anche delle varie scadenze di tutti i dipartimenti affinché, ove mai dovesse sfuggire qualcosa, vi sia una sorta di sentinella che ricorda e pungola il dipartimento perché si proceda per Pag. 5tempo a bandire le gare. Del resto, permettetemi anche di dire che un'amministrazione che per anni ha proceduto all'adozione del bilancio preventivo ben oltre la scadenza dei termini di legge non consentiva neanche una corretta programmazione delle attività e, quindi, delle gare. Come sapete, il bilancio previsionale deve essere deliberato l'anno antecedente rispetto all'anno cui si riferisce. Questo consente di allocare le poste di bilancio su quei settori sui quali l'amministrazione pensa di erogarle. Ciò consente a tutti i dipartimenti di avere un budget sul quale fare affidamento per poter programmare le spese. Se questo non avviene, come non è avvenuto – ricordo che il primo bilancio previsionale dell'amministrazione Marino, che ovviamente scontava il ritardo dell'amministrazione Alemanno, lo votammo il 7 dicembre 2013 e si riferiva all'anno 2013, facendo così una previsione di 21 giorni – l'amministrazione va in dodicesimi. Ogni dipartimento è autorizzato a spendere un dodicesimo della spesa dell'anno precedente, con evidente impossibilità di programmare gare. Anche questo è un meccanismo che «si morde la coda». È importante e fondamentale riuscire a votare il previsionale per tempo, affinché l'amministrazione possa poi procedere con una buona programmazione e, quindi, con gare, gare aperte e concorrenza. Si dovrebbero evitare tutti quei meccanismi che hanno dato luogo a mafia capitale. Ovviamente, alcune proroghe tecniche – chiariamoci – si sono rese necessarie. Quando siamo arrivati, per esempio, c'è stato tutto il servizio dei nidi in concessione. Come sapete, l'amministrazione di Roma, come le amministrazioni comunali, gestisce il servizio «0-6», cioè per l'età da 0 a 6 anni, nella quale rientra il servizio «0-3», che riguarda i nidi, proprio quelle scuole e quei servizi per i bimbi piccolissimi. Roma Capitale opera attraverso tre modalità di gestione: una gestione diretta, attraverso personale proprio – sicuramente vi è noto tutto il tema delle precarie storiche – e attraverso una gestione indiretta, con convenzione o concessione. Nella convenzione tanto il soggetto che offre il servizio quanto i locali all'interno dei quali il servizio viene svolto sono di un privato. È il privato che si occupa della gestione e di fornire i locali. Nella concessione, invece, è l'amministrazione che concede l'utilizzo di un proprio bene, quindi di un immobile, a un soggetto privato. Noi abbiamo trovato il bando per l'assegnazione dei limiti in concessione bloccato ad aprile. Ci siamo insediati più o meno a fine giugno. Considerate che a luglio finisce il servizio e che a settembre non poteva ricominciare, perché il bando era bloccato, in quanto nel frattempo era intervenuta una modifica, che voi ben conoscete, del codice degli appalti. L'amministrazione, invece di capire e di chiarire, magari anche tramite ANAC, come dovesse interpretare le nuove norme, ha preferito paralizzare tutto, al che abbiamo immediatamente sbloccato quella gara. Con la gara sbloccata abbiamo proceduto a una proroga tecnica, perché la gara, sbloccata a giugno, non avrebbe mai consentito l'aggiudicazione per il mese di settembre. Abbiamo consentito, quindi, una proroga tecnica per l'anno 2016-2017, per andare in continuità. Nel frattempo, facendo dovuti approfondimenti, abbiamo rilevato che la nuova normativa poteva comportare delle interpretazioni anomale, tali da non consentire neanche la copertura dei costi minimi del contratto collettivo nazionale di lavoro previsto per gli operatori. Quindi, abbiamo immediatamente interessato l'ANAC con una richiesta di parere e abbiamo sospeso in autotutela il bando. Appena l'ANAC ci risponderà – dovrebbe essere questione ormai di giorni – capiremo quali modifiche e limature effettuare al bando e riattiveremo quella procedura, in modo tale che dall'anno 2017-2018 ci siano effettivamente i soggetti aggiudicatari. Abbiamo 8 nidi da gestire. Uno l'abbiamo appena rimesso dentro. I nidi saranno gestiti all'esito di una procedura di gara trasparente, in cui tutti i dubbi rispetto all'applicazione della nuova normativa saranno sciolti. Questo, però, non veniva fatto, non veniva effettuato. Si tratta, chiaramente, di un meccanismo che, come dicevo all'inizio, afferisce un po’ a tutti i settori. Quindi, dobbiamo andare a regime su tutto. Capiamoci: non possiamo pensare Pag. 6che con un semplice schiocco di dita da domani ci saranno tutte le gare, ma questo scadenzario ci sta aiutando proprio a far ripartire la macchina nel senso del rispetto della legge. Un altro abuso che si è fatto negli ultimi anni riguarda il ricorso a procedure d'urgenza. Mi pare sia l'articolo 191 del TUEL che prevede il ricorso alle somme urgenze in casi effettivamente di gravità, urgenza e calamità naturali tali da non poter essere previste. Ci siamo trovati con una serie di somme urgenze che consentivano e consentono, proprio perché necessarie in casi eccezionali, la possibilità di non rispettare le procedure di legge, ma di andare con un affidamento diretto. È evidente che, quando questo meccanismo viene utilizzato in maniera errata, l'aggiramento della norma di legge è praticamente quotidiano. Tra l'altro, la mancata creazione in bilancio di una sorta di fondo di riserva, di una somma, che ovviamente viene quantificata forfettariamente all'inizio dell'anno, a copertura delle eventuali procedure di somma urgenza, ha determinato che a ogni somma urgenza sia corrisposto un debito fuori bilancio, chiaramente. Mi pare che i debiti fuori bilancio oggi ammontino a 230 milioni, per i quali comunque c'è copertura.
  Tuttavia, come poi eventualmente vi potrà illustrare meglio l'assessore al bilancio, se avrete il desiderio di approfondire, di questi debiti fuori bilancio dobbiamo capire esattamente la qualità. Dobbiamo approfondire debito per debito, per capire quali sono gli atti presupposti, perché effettivamente i debiti risultano. Dal punto di vista economico, esistono. Vorremmo capire però giuridicamente il fondamento di questi debiti, perché sono soldi pubblici. Prima di poter far passare questi debiti in assemblea capitolina per la necessaria approvazione, come prevede la norma, è necessario che venga attivato – e l'abbiamo già attivato – un percorso di analisi e studio di ciascuna di queste poste, affinché sia possibile stabilire quali pagare, anche se non hanno fatto parte di una programmazione di spesa. Proprio l'ANAC aveva denunciato l'eccessivo utilizzo di questa pratica delle procedure d'urgenza, soprattutto negli anni 2014-2015. Devo dire che anche qui abbiamo trovato un po’ il far west, consentitemi di dirlo. Faccio un'ulteriore divagazione per capire anche a livello pratico cosa succede. Abbiamo tutti in mente le immagini del palazzo di via della Farnesina che ruota su se stesso e collassa. Le cause sono ignote. Di fatto un palazzo è stato evacuato perché quasi del tutto crollato. Questo riguarda l'ambito della cooperazione all'assistenza, uno di quei settori nei quali mafia capitale è proprio andata «a briglie sciolte». Come amministrazione, abbiamo dovuto lavorare immediatamente per tamponare due situazioni: da un lato, tutto l'aspetto dell'abbattimento dello stabile – ci stiamo lavorando – dall'altro, l'attivazione di una soluzione alloggiativa immediata, per queste persone, che nell'arco di mezz'ora hanno perso tutto. Devo dire che immediatamente, già durante la notte, si sono attivate tutte le forze dell'ordine e la protezione civile e che già il giorno dopo la protezione civile, insieme anche al presidente del municipio, hanno iniziato a cercare una soluzione alloggiativa. La modalità è stata quella di attaccarsi al telefono con tutti gli hotel e i residence per capire chi avesse posto per ospitare queste persone. Peraltro, non si trattava solo degli occupanti di quella palazzina, bensì anche degli occupanti delle palazzine circostanti, perché è evidente che un crollo del genere aveva determinato il ragionevole pericolo che potessero crollare anche le altre. Quindi, sono state tutte evacuate, per circa 100 persone, se non ricordo male. Abbiamo avuto, dunque, una procedura di emergenza non codificata, che veniva risolta con questa chiamata diretta alle strutture per chiedere quanti posti avessero e a quanto li mettessero. Una contrattazione da mercato. Devo dire che il risultato c'è stato, perché già la prima notte, già la notte successiva, queste persone hanno avuto comunque un tetto. Secondo ciò che prevedono i regolamenti, la protezione civile assiste queste persone per i primi 30 giorni, perché evidentemente si tratta di un'emergenza. Poi però si devono attivare, se del caso, le strutture competenti, se ci sono particolari situazioni di fragilità. Nel frattempo, Pag. 7 però – sperando che questa situazione non si abbia a ripetere, perché è evidente che è un dramma – abbiamo deciso di istituire immediatamente una procedura strutturale affinché, ove si dovesse determinare un'improvvisa emergenza di questo genere, esista un protocollo – lo stiamo facendo, per esempio, con Federalberghi, con cui stiamo ragionando – con cui a un prezzo calmierato si trovi una soluzione alloggiativa immediata per le persone che hanno necessità di essere assistite. Non si può utilizzare il telefono, cercando di capire chi fa il prezzo migliore. Questo è il modo in cui sino ad oggi queste evenienze venivano gestite. Noi abbiamo attivato, invece, un tavolo e credo che già alla fine di questo mese, quindi entro la fine di ottobre, avremo i primi risultati. Sono abbastanza fiduciosa di riuscire ad attivare il protocollo entro la fine dell'anno, sempre facendo gli scongiuri che debba essere attivato il meno possibile. È evidente, però, che si tratta di una procedura che ci consente un risparmio di spesa e una verifica dei soggetti che forniscono la soluzione, in sostanza di una procedura strutturale. La stessa situazione, ovviamente, l'abbiamo trovata anche all'interno del settore dell'assistenza e dell'accoglienza agli immigrati. Abbiamo una serie di strutture, ma – poi l'assessora vi potrà rappresentare e raccontare meglio – per tutto quello che è stato il tema dei migranti transitanti, non definiti peraltro da alcuna norma di legge, di via Cupa, non sapevamo dove accoglierli, perché Roma Capitale aveva finito le sue strutture. Pertanto, gli altri organismi, a partire dalla prefettura e dal Ministero, si sono dovuti attivare anche in questo caso al telefono, perché non è previsto un sistema strutturale che fornisca una risposta a un settore che ormai di emergenziale – permettetemi di dirlo – non ha più nulla. Lo sappiamo che ci sono queste persone che arrivano a Roma per essere accolte e l'ente locale ha il dovere di accogliere. Voi lo sapete bene. Quindi, noi dobbiamo accogliere. Non possiamo sostituirci al legislatore su questo tema. È evidente, però, che chiediamo, sinceramente, un aiuto. Lo chiediamo perché siamo al collasso, non c'è dubbio. Anche in questo caso, però, abbiamo immediatamente cercato di tamponare la situazione emergenziale. Fin dalla prima seduta alla quale ho partecipato all'interno del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica ho chiesto che venisse attivata una procedura strutturale. Ci siamo attivati anche con il prefetto Morcone per trovare dei fondi da destinare alla ristrutturazione di una struttura che accogliesse questi migranti transitanti, ossia queste persone che non vogliono essere identificate.
  Come sapete, in base ai vari protocolli di Dublino, il Paese che accoglie è obbligato a identificare, a tenere ed effettuare tutte le procedure. Ci sono, però, persone che vengono qui per andare altrove e che non vogliono essere identificate. Ciononostante, noi non possiamo consentire che queste persone dormano per strada e, quindi, dobbiamo procedere in modo alternativo, possibilmente strutturale. Se prima la risposta era scontata – tra una risata e una battuta, quando ho chiesto come avessero fatto fino adesso, mi sono sentita rispondere «prima c'era Buzzi» – ritengo che oggi, proprio per evitare di replicare quel modello, sia necessario capire qual è stato l'errore, quindi l'emergenza costante risolta al telefono, e individuare una strada alternativa, che non preveda scorciatoie. Quindi, per esempio, una struttura dedicata ad ospitare queste persone.
  Anche qui – ripeto – se il Parlamento ci aiutasse a trovare in qualche modo una modalità per accogliere e far partire con un pochino più di sollecitudine queste persone, noi siamo disponibili a collaborare, perché non abbiamo tanti strumenti a livello locale. Dicevamo che il sociale è uno dei settori più a rischio. Per i campi rom abbiamo una situazione a tutti nota e tanto l'assessore quanto gli uffici e i commissari della commissione politiche sociali hanno lavorato in questi primi mesi alla redazione del regolamento per il progressivo superamento dei campi. È evidente che anche qui non basterà girare la chiave perché questi campi vengano chiusi, bisognerà invece procedere a un serio censimento, riaggiornare il censimento socio-sanitario delle famiglie e delle persone che soggiornano all'interno Pag. 8di questi campi, attivare delle procedure di censimento fiscale e reddituale di queste persone, anche attraverso la collaborazione con altri organismi che vanno dalla Guardia di finanza all'Agenzia delle entrate, per tracciare il profilo di ciascuna persona e, all'esito di questa indagine, capire se queste persone possano entrare all'interno di quei meccanismi di accoglienza che sono già previsti dal comune di Roma, o se invece non debbano per condizioni preesistenti fare come tutti e trovarsi una casa, perché magari hanno soldi, quindi possono scegliere di comprare o andare in affitto esattamente come qualunque altra persona non rom, e – attenzione – non dico «non italiana», perché la maggior parte dei rom è già italiana. È evidente quindi che la volontà di superare i campi c'è, è necessaria una procedura di accompagnamento e intermedia, perché la chiusura non avverrà dall'oggi al domani, ma attraverso un percorso, che accompagni queste persone all'interno del circuito scolastico, perché abbiamo il progetto di scolarizzazione dei rom – ma mi permetto di dire che non funziona benissimo, quindi dobbiamo sicuramente investire in quel settore non solo risorse, ma anche attenzione e cura per far sì che funzioni – un processo di avvio al lavoro, un processo anche di rafforzamento di quella che può essere la cultura del rispetto delle regole, perché queste persone siano incluse all'interno di una società, quindi un percorso. Un segno di discontinuità abbastanza forte sulle politiche sociali lo abbiamo dato nel momento in cui abbiamo trovato 9 milioni di euro all'interno delle pieghe di bilancio, dove per pieghe intendo economie di bilancio, soldi che venivano accantonati, ma che da qui a dicembre non potranno essere spesi perché sono impegnati in alcuni settori ma non saranno spesi. Abbiamo ripreso questi soldi, li abbiamo dedicati e destinati alle politiche sociali e quindi agli assistenti educativo-culturali (AEC), per i quali ogni anno misteriosamente finiscono i fondi tra giugno, luglio e settembre, per me a causa di una cattiva programmazione, e al settore delle politiche sociali intese in senso più lato.
  Tra l'altro, siamo in variazione di bilancio da qui alla fine di ottobre, quindi saranno fatti ulteriori aggiustamenti e assestamenti. Poi c'è il tema dei rifiuti. Sappiamo tutti che spesso dietro la gestione dei rifiuti si nascondono le mire della criminalità organizzata, si diceva prima che la criminalità c'è dove ci sono i soldi e non lo spiego certo a voi che credo in Commissione antimafia ne abbiate viste tante e avete ben presente come il business dei rifiuti sia servito ai clan per l'espansione delle proprie attività criminose e criminogene. Su questo mi permetto di essere chiara: a Roma con questa amministrazione non c'è alcuno spazio per queste attività e per questi soggetti, non vogliamo lasciarglielo, non glielo lasceremo e con l'attivazione di quello che per noi è il percorso verso «rifiuti zero» abbatteremo anche questo grande business. Certo è un percorso che deve essere attivato...

  ENRICO BUEMI. Secolare...

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Ma va iniziato. Magari non secolare, sicuramente ci vorrà qualche anno, però mi permetto di dire che «rifiuti zero» è una concezione un po’ complessiva dell'economia: parte dalla produzione, perché quando si pensa a un oggetto o a un bene di consumo, se si pensa con l'idea che a fine vita andrà in discarica, noi produciamo un rifiuto, se invece si inventa un bene che a fine vita potrà essere in parte smembrato, riutilizzato, in parte riciclato, noi già stiamo togliendo risorse alla criminalità dei rifiuti. Si tratta quindi di un processo che deve iniziare sin dalle fabbriche, è una questione non solo mentale, ma anche di programmazione a livello nazionale. Anche qui mi spingo a dire questo, perché noi ovviamente vogliamo farlo a livello locale, compatibilmente con quelle disponibilità che l'assessore riuscirà a darci, ma nel momento in cui noi iniziamo a finanziare o comunque a defiscalizzare in parte gli esercizi commerciali che effettuano vendita di prodotti sfusi, noi già stiamo dicendo no agli imballaggi e gli Pag. 9imballaggi sono rifiuti. Se noi finanziamo a livello nazionale tutti quelli che possono essere impianti di riciclo, di compostaggio, di riutilizzazione dei materiali, noi stiamo tracciando una strada molto netta per le imprese, stiamo dicendo: «Andate in quella direzione, non nella direzione degli inceneritori, non nella direzione delle discariche», però questo deve essere un lavoro che deve essere fatto dalle amministrazioni locali di concerto con le amministrazioni regionali, di concerto con il Parlamento, anche perché l'Europa ci spinge in quella direzione. Noi dobbiamo avere, quindi, questo concetto di economia, che serve anche per preservare l'ambiente, la nostra casa, perché è l'unica che abbiamo. Se siamo bravi a programmare un ciclo economico affinché non produca rifiuti fin dalla fonte, di fatto stiamo eliminando un certo tipo di criminalità, stiamo finanziando un certo tipo di imprese e quindi creando lavoro, e stiamo anche preservando l'ambiente, tutto con un'unica direzione, non mi sembra poco. Noi ovviamente andremo in quella direzione per quello che ci compete dal punto di vista della gestione comunale e per quanto le casse capitoline ci consentiranno di fare, io spero progressivamente sempre di più.
  Altro tema importante è quello del personale di Roma Capitale, che aveva accennato anche la presidente nella parte introduttiva. Sicuramente all'esito delle indagini di mafia capitale, come comune di Roma – lo ha fatto già il commissario Tronca – abbiamo preso dei provvedimenti. Sono stati attivati tutti i procedimenti disciplinari per le persone coinvolte, alcune di queste persone sono state sospese, c'è stata una prima rotazione dei dirigenti. C'è da dire che abbiamo attivato tutte le procedure di legge, ma la legge ovviamente, più che fare una sorta di spostamento, non ci consente, quindi ci teniamo tutti i dirigenti attualmente coinvolti nelle indagini di mafia capitale – questo sia ben chiaro – perché è questo quello che ci dice la legge. Dal canto nostro quello che abbiamo fatto è stato effettuare una richiesta ex articolo 116 del codice di procedura penale alla procura della Repubblica per fare una sorta di screening di tutti i dirigenti – quindi non solo di quelli coinvolti in mafia capitale – che mi sembra siano 198 su circa 250 posizioni da ricoprire. All'esito di questa risposta – che riteniamo arriverà a breve – sarà effettuata un'ulteriore rotazione, peraltro rotazione che va a integrarsi con quella già prevista dal piano anticorruzione, il PTCP. Abbiamo previsto come data finale quella del 31 ottobre, entro la quale procederemo a una prima rotazione di tutti i dirigenti sia delle strutture centrali che di quelle periferiche, quindi dei municipi. Ripeto: si tratta di rotazione, questo ci consente la legge e questo possiamo fare. Peraltro abbiamo attivato, utilizzando anche il meccanismo dell'articolo 38 del regolamento degli uffici e dei servizi, una procedura innovativa, che è quella dell'interpello. Abbiamo chiesto a ciascun dirigente di indicare un settore nel quale avrebbe piacere di andare a lavorare e questo anche perché riteniamo fondamentale poter avviare quella azione di motivazione del personale dipendente e dirigente, che serve proprio per l'iniezione di fiducia di cui parlavo all'inizio. Noi dobbiamo restituire fiducia al personale che lavora per Roma Capitale perché, anche se nel tempo l'hanno dimenticato, fanno il lavoro più bello del mondo, che è quello di servire la propria città e i propri cittadini. Riteniamo che attivare una procedura di interpello, che peraltro ha lasciato perplesse alcune persone, possa in qualche modo andare in questa direzione.
  Analogamente abbiamo effettuato una sorta di interruzione delle varie proroghe, che nel tempo si sono susseguite su quelle che vengono definite «posizioni organizzative». Sono dei funzionari che l'amministrazione utilizza e che sono un po’ l'anello di raccordo tra i dirigenti, i funzionari e i dipendenti e che per legge non possono permanere all'interno di un incarico per più di 5 anni. Quando noi siamo arrivati avevamo queste posizioni organizzative che scadevano al 31 giugno. Noi ci siamo insediati mi pare il 23 giugno, quindi 7 giorni dopo, chiaramente sulla base di quello che vi ho detto non vi apparirà nuovo il fatto che non era stato previsto un bando per la Pag. 10nomina delle nuove PO e quindi si pretendeva da me che io effettuassi un'ulteriore proroga, peraltro con tutte le proroghe possibili già fatte. Si era arrivati al limite dei 5 anni. Ho quindi detto molto nettamente che non ci sarebbe stata alcuna proroga, mi è stato chiesto un rinnovo, ma ho detto che non ci sarebbe stato alcun rinnovo perché sarebbe stato una proroga camuffata e subito con gli uffici, con l'ufficio del personale e con l'avvocato De Santis che mi aiuta sul settore, abbiamo iniziato a riscrivere il bando delle PO, prevedendo nuovi criteri che privilegiassero la competenza, il merito e quindi anche i relativi punteggi, affinché la quota di scelta discrezionale che rimaneva in capo al dirigente fosse ridotta in favore di un ampliamento invece di quelli che sono criteri oggettivi e meritocratici. Peraltro questo bando delle PO credo sia ormai pronto. Sarà pubblicato a breve, in modo che saranno i nuovi dirigenti, quelli che verranno nominati all'esito di questa rotazione, a scegliersi le loro posizioni organizzative. Dunque, da novembre dirigenti nuovi e posizioni organizzative scelte da nuovi dirigenti, quindi squadre di comando nuove. Anche qui non nego che ci sia stata qualche resistenza, tuttavia per noi era fondamentale poter avere un rinnovamento. Sul personale c'è stata poi tutta un'attività di attento studio di quella che è l'attuale allocazione dei dipendenti. Noi per anni abbiamo detto che l'assunzione dei famosi vincitori del concorsone sarebbe arrivata dopo un'attività di seria ricognizione – anche sfidando e resistendo a tutte le pressioni che di volta in volta ci venivano fatte da varie parti – e questo abbiamo fatto. Abbiamo iniziato uno studio e un approfondimento dell'allocazione dei dipendenti e ci siamo accorti che effettivamente l'amministrazione è carente per quanto riguarda i profili tecnici, è carente per quanto riguarda i dietisti, è carente di tutta una serie di figure. Abbiamo iniziato una riallocazione del personale amministrativo, tuttavia non posso riallocare personale che non ho e quindi abbiamo sbloccato una parte di vincitori per integrare, peraltro in favore delle strutture municipali che sono notoriamente in carenza, affiancata quindi a una iniezione di personale nuovo, proveniente dalle procedure concorsuali.
  Un altro settore riguarda le procedure per l'acquisto di beni e servizi. Abbiamo una centrale unica di committenza, che è stata rafforzata e deve operare trasversalmente un po’ su tutte le strutture del comune di Roma, in questo modo centralizzando le procedure si ritiene più facile avere il controllo sulle stesse. In pratica gli uffici e i vari dipartimenti dovrebbero invece rimanere all'interno di questa procedura solamente per quanto riguarda i fabbisogni, per cui, mentre una struttura dedicata e estremamente competente predispone le gare, predispone i bandi e sovrintende, ci sono le strutture e i dipartimenti clienti che inviano i fabbisogni. Centralizzare anche le competenze affinché le procedure siano espletate nel miglior modo possibile, affinché i bandi siano scritti in maniera corretta, attività che secondo noi risulta un valido presidio anche contro tutte quelle anomalie che derivano dalla pubblicazione di bandi non perfettamente coerenti. Sempre sul personale, abbiamo riavviato la macchina della formazione, perché, sempre nell'ottica della meritocrazia e della fiducia e della motivazione che devono essere restituite alle persone che lavorano per Roma, vogliamo in qualche modo riformare queste persone, affinché possano sentirsi parte attiva e possano essere anche al passo con le numerose modifiche legislative che, grazie a voi, ci troviamo a dover attuare. Poi c'è tutto il settore delle partecipate, che probabilmente conoscete bene, un settore nato nel tempo per erogare servizi che prima venivano svolti dai dipartimenti e che quindi a un certo punto si è deciso di decentrare, decentramento che ha risposto in primis a una logica clientelare, ossia quella di potere in qualche modo assicurare comunque un lavoro a persone che non venivano inserite tramite il concorso all'interno dell'amministrazione capitolina. Non vi sfuggirà che tutta la logica di «parentopoli» dimostra questo, cioè società partecipate che non avevano l'obbligo del concorso venivano utilizzate come bancomat, assunzioni in cambio di bacini elettorali. Pag. 11 Questo è quello che ci ha dimostrato «parentopoli». Ora, indipendentemente da come la si pensi, diciamo che le partecipate, che coprono un perimetro fondamentale e molto ampio di tutti i servizi erogati da Roma Capitale, occupano circa 25 mila dipendenti, oltre i 23 mila capitolini di cui circa 6 mila sono di polizia, 5 mila sono educatrici e insegnanti, che sono prestatori di lavori infungibili. Sicuramente un bell'esercito. Tutto ciò ovviamente ci ha lasciato una pesante eredità sia organizzativa che finanziaria. Circa 1,7 miliardi è il costo delle partecipate sul bilancio capitolino, «cubano» si dice in termine tecnico anche un po’ orrendo. Sulle società abbiamo posto una lente di ingrandimento per studiarle, abbiamo creato questo assessorato a tempo che è per la riorganizzazione delle partecipate, che ci viene ulteriormente facilitato dalla legge Madia, che è entrata in vigore il 23 settembre e che va nel senso della riorganizzazione, quello che noi volevamo fare. In questo caso la creazione di questo assessorato dedicato per noi è segno profondo di discontinuità, un settore che per anni è stato accorpato a quello del bilancio e che ovviamente non ha potuto avere le attenzioni che meritava è invece per noi il nodo fondamentale per capire innanzitutto cosa sia attività essenziale di interesse locale, quali sono i pubblici servizi che devono continuare a essere erogati dall'ente, pur attraverso società in house, e quali invece sono dei servizi che potrebbero tranquillamente uscire dal perimetro delle attività di Roma Capitale. Grazie a Dio non stiamo parlando di licenziamenti – lo dico perché ci seguono – perché c'è la procedura di mobilità infragruppo che ci consente anche di riassorbire le persone quando faremo delle attività di riorganizzazione, che sono comunque essenziali come ormai ci dice la legge Madia.
  Questi sono i settori principali, c'è poi tutto il tema del patrimonio che abbiamo trovato in una situazione disastrosa, basti pensare che Roma non sa quali immobili ha, Roma non conosce il proprio patrimonio, che è una cosa completamente assurda, e non lo conosce perché per anni ha affidato la gestione del proprio patrimonio immobiliare a società esterne. Una delle principali, di cui probabilmente qualcuno di voi ricorderà il nome, è la Romeo Gestioni, che effettuava tutta la gestione del patrimonio attraverso procedure informatiche. Quando è stato interrotto il contratto tra Roma Capitale e la Romeo Gestioni, la Romeo Gestioni si è portata via tutti i dati e, dopo una serie di contenziosi peraltro ancora in essere, la Romeo ha restituito 100 bancali di carta, che in teoria Roma Capitale pian pianino dovrebbe aprire, visionare, inserire all'interno di un sistema.
  Lo stesso sistema di gestione esternalizzato è stato affidato sotto l'amministrazione Marino alla Prelios, altra società che sta gestendo questo patrimonio addirittura inviando lettere di messa in mora e diffida con una dicitura: «si precisa che non è certa l'entità del debito», perché la Prelios ovviamente non ha accesso ai dati che erano della Romeo, ma nessuno si è premurato di capire e di obbligare la Romeo a restituire i dati che erano nostri. È chiaro che qui stiamo aprendo un fronte che necessita di una soluzione rapida, perché, se vogliamo immettere tutto quel flusso cartaceo all'interno di una procedura di dematerializzazione, qui ci mettiamo secoli. Non abbiamo tutto questo tempo, quindi dobbiamo capire cosa fare con la Romeo per riprenderci i dati che sono nostri.
  Tutto questo ovviamente deve essere fatto in tempo rapido, anche per consentire il recupero di quelle somme di cui Roma ha diritto.
  Quello che noi vogliamo fare da un lato è mettere a nudo tutte queste illiceità e nefandezze, dall'altro, mentre ci occupiamo di questa operazione verità e di capire, dobbiamo far funzionare la macchina e riattivarla in un modo che sia rispettoso della legge, cosa che sino ad oggi non è stata fatta. Stiamo pubblicando online tutti i bilanci del comune di Roma attraverso Open Bilanci, stiamo procedendo a una progressiva digitalizzazione delle procedure amministrative. Nel tempo la digitalizzazione dovrebbe consentire anche un maggior controllo delle procedure e stiamo Pag. 12aprendo, proprio tramite la digitalizzazione, a un controllo diffuso, che è quello che fanno i cittadini, perché avere tanti soggetti che controllano consentirà all'amministrazione – di qualunque colore sia – di avere un presidio costante sulla correttezza del proprio operato.

  PRESIDENTE. Grazie, sindaco.
  Prima di passare alle domande dei commissari, pongo due questioni. La prima è una domanda scontata, nella seconda fase sarà necessario fare una riflessione sui rapporti tra il sindaco, l'amministrazione comunale eletta e il X Municipio che è commissariato, con tutto ciò che questo comporta. La seconda domanda riguarda il settore dei rifiuti. Rispetto al passato, che ha sicuramente le sue responsabilità, la vostra amministrazione parte in un certo senso avvantaggiata dal fatto che commissioni di accesso, commissariamento e altro hanno messo a nudo molte situazioni e la giustizia ha fatto già una parte importante del suo corso. Tra i vari interlocutori che però presentano qualche rischio nel rapporto con la pubblica amministrazione c'è qualcuno che non è stato finora interessato dal processo di mafia capitale e da altri interventi della magistratura nel settore dei rifiuti, c'è un interlocutore come Cerroni che presenta alcuni rischi anche per vicende che lo hanno riguardato sia in questa città che in altre parti d'Italia, penso a Perugia, alla Sicilia e ad altro. Vorremmo sapere come questa amministrazione intenda rapportarsi nei confronti di questo che resta un interlocutore a rischio laddove, al contrario di altri con i quali adesso le relazioni sarebbero difficili e complicate perché sono stati assicurati alla giustizia, il caso Cerroni è un caso ancora presente nella vita di questa città.
  Queste sono le mie due domande iniziali, poi vedremo se strada facendo, dopo aver ascoltato gli altri commissari, ce ne saranno altre.

  FRANCO MIRABELLI. Grazie, presidente. Ringrazio il sindaco della disponibilità e della lunga esposizione, devo dirle che sono stimolato a discutere di molte questioni che ha toccato – come quella dei rom, o la politica sull'immigrazione – però non sono materia di questa Commissione, chiederò alla Commissione ambiente del Senato di cui faccio parte di convocarla per fare una discussione sul merito della gestione dei rifiuti, perché ho trovato interessanti le cose che ha detto. Non le condivido ma mi piacerebbe avere un confronto.
  Tuttavia, credo che oggi dobbiamo stare su alcune questioni nello spirito di questa convocazione, che è legata non certo alla sua attività, ma ai suoi progetti e agli orientamenti che l'amministrazione capitolina assumerà nei prossimi giorni, dopo tutto quello che c'è stato e che abbiamo affrontato in questa Commissione. Per questo le faccio tre domande, che sono legate agli approfondimenti che abbiamo fatto sulla vicenda di mafia capitale, che ha costituito un problema in questi anni, in modo da capire come l'amministrazione intenda muoversi.
  La prima questione riguarda le centrali appaltanti. Lei adesso ha fatto un riferimento all'acquisto di beni e servizi per l'amministrazione, però uno dei temi su cui si sono costruite le condizioni per mafia capitale è il fatto che tra comune, municipalità e società partecipate si arrivava a oltre 200 centrali appaltanti, 200 postazioni in cui si aveva la disponibilità – per dimensioni diverse – di decidere. Su questo vorremmo capire quale sia l'idea dell'amministrazione anche in rapporto alla nuova legge, come intenda intervenire, perché mi pare evidente che mafia capitale e anche molte altre inchieste che si sono sviluppate su Roma hanno dimostrato che questo ha reso il comune di Roma assolutamente permeabile a questi problemi. Penso sia un tema decisivo, l'ho sempre pensato e vorrei capire quali siano i progetti e le idee dell'amministrazione per intervenire su questo. Presidente, sulla questione di Ostia penso che dopo tre mesi il sindaco e l'amministrazione abbiano avuto modo almeno di farsi un'idea rispetto a come operare in quel comune, sapendo che lì c'è una situazione molto grave che abbiamo verificato, che ha portato allo scioglimento del municipio, Pag. 13 ma che comunque va oltre e riguarda la gestione degli stabilimenti balneari, riguarda un sistema di illegalità che lì si è formato nel tempo e che appare molto consolidato. Su questo volevo capire se c'erano già delle idee. L'altra cosa è anche un sollecito, perché noi abbiamo fatto diverse riunioni, incontri, audizioni su Ostia, abbiamo sempre capito che lì c'era il problema di attrezzare il municipio dal punto di vista del personale e delle competenze per poter far fronte a un cambiamento che era necessario e per confrontarsi – sapendo che lì c'è stato un duro scontro – anche con la criminalità organizzata. L'ultima cosa riguarda i rifiuti, perché io ho apprezzato – d'altra parte non penso che potesse fare altrimenti – l'asserzione del sindaco rispetto alla necessità di introdurre discontinuità in tutto il sistema, però vorrei capire in cosa consisterà e oggi consiste questa discontinuità.
  Intanto le faccio notare una contraddizione, su cui mi piacerebbe lei si esprimesse, nel senso che, se si vuole la discontinuità su un terreno che anche lei ha definito tanto problematico come questo, perché si sceglie un assessore che è stato in questi anni protagonista delle vicende di gestione dei rifiuti a Roma con ruoli di consulenza, ma ruoli importanti, come abbiamo imparato in queste settimane? Questa scelta farebbe pensare che sul tema della discontinuità qui si faccia un inciampo. La presidente poneva un tema serio rispetto alle società di gestione dei rifiuti. Rispetto ad AMA ci interesserebbe sapere qual è il destino che pensate debba avere AMA, se si vada a una ristrutturazione di AMA o ad altro, come si rompano i meccanismi definiti da «parentopoli», che hanno creato zone grigie. Ci sono anche altre questioni, adesso la presidente poneva la domanda su Cerroni, io vorrei capire se vogliate riaprire un controllo anche rispetto a società di gestione che non avete deciso voi. Mi pare ci sia un consorzio a cui avete attribuito più di 600 milioni di lavori, al cui interno ci risulta ci siano anche consorzi, in particolare quello del trasporto, molto chiacchierati.
  Non sto dando la responsabilità alla sua amministrazione, perché questo è un appalto che ha fatto chi ha precedentemente diretto AMA, però volevo capire se anche su questi temi voi abbiate intenzione di affrontare la questione per garantire quella trasparenza che si vuole dare ai cittadini.

  CLAUDIO FAVA. Grazie, presidente, grazie, sindaco. Le auguro di riuscire a realizzare le cose che si propone anche perché a Roma vivo da vent'anni e quindi è anche il mio interesse di residente in questa città. Non condivido del tutto il giudizio molto tranchant che lei dà della precedente amministrazione e del commissariamento, ma questo attiene più a una discussione di ambito politico e invece vorrei stare sul tema di questa audizione e degli interessi di questa Commissione, e un derivato specifico riguarda lo smaltimento dei rifiuti, che è un business da 3 miliardi di euro per i prossimi 15 anni. Lei ci diceva giustamente che seguire l'odore del denaro spesso ci aiuta a riconoscere, prevenire, individuare interessi malati, interessi malavitosi, allora le faccio tre domande su questo punto, che in parte riprendono anche le preoccupazioni espresse nei due interventi precedenti. L'assessore Muraro qualche giorno fa ha fatto un'affermazione che io vorrei che lei ci dicesse che non condivide o altrimenti interpretasse, visto che comunque l'assessore Muraro parla a nome dall'amministrazione di cui lei è responsabile: «Per gli appalti della raccolta dei rifiuti che sono affidati alle solite cooperative non è cambiato nulla dai tempi di mafia capitale».
  Premesso che la raccolta la fa direttamente l'AMA e le cooperative intervengono soltanto per la raccolta di alcuni materiali della differenziata presso edifici pubblici, l'affermazione è comunque molto forte, anche perché voi governate da diversi mesi e dire che non è cambiato nulla nella raccolta dei rifiuti dai tempi di mafia capitale non è dire che la città è sporca, ma che la mafia controlla, attraverso i suoi derivati e le sue manifestazioni, lo smaltimento dei rifiuti, affermazione particolarmente grave perché arriva dalla dirigente Pag. 14che ha la massima responsabilità nella gestione di questo settore. Una seconda domanda sempre sull'assessore Muraro. Lei parlava opportunamente di discontinuità e io aggiungerei anche di autonomia – la discontinuità si nutre di autonomia, altrimenti non c'è alcuna forma di discontinuità – e la presidente ci ricordava che uno dei soggetti, interlocutore quasi necessario per la vostra amministrazione, è un soggetto particolarmente discusso anche in termini giudiziari, il signor Cerroni, che in questo momento è indagato per associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti. Lei sapeva per esempio che l'assessore fino a giugno, al momento in cui è stata chiamata a far parte della sua giunta, era una consulente del gruppo Cerroni, che in quel periodo è stata retribuita lautamente per aver sostenuto una consulenza in una vicenda che prevedeva un'interdittiva antimafia nei confronti di un'azienda del gruppo Cerroni in Umbria e la difesa per questa azienda, la Gesenu, è stata affidata all'assessore? Diciamo che discontinuità e autonomia difficilmente lasciano immaginare che una consulente di fiducia in un procedimento così delicato come un'interdittiva per mafia che si vuole rimettere in discussione possa allo stesso tempo avere il grado di autorevolezza e autonomia nei confronti di un soggetto che è vostro interlocutore necessario, ma allo stesso tempo scomodo per le sue vicende pregresse. Terza domanda sempre su questo punto e su Cerroni. Ci sono state diverse riunioni che hanno preceduto lo streaming di cui tanto si è parlato e che avevano a che fare con il tritovagliatore di Rocca Cencia che, come sappiamo, l'AMA ha deciso di non utilizzare perché l'impianto era già sotto inchiesta per molte ragioni, per irregolarità, per un costo eccessivo rispetto all'andamento del mercato, riunioni in cui le pressioni sono state particolarmente significative da parte di Cerroni attraverso l'avvocato Candido Saioni, che è il presidente del consorzio. Mi risulta strano e non riesco bene a decifrare il fatto che a queste due riunioni abbia partecipato anche il vicepresidente della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che è un deputato del Movimento 5 Stelle, Stefano Vignaroli, perché parliamo di riunioni in cui l'interlocutore era un indagato. L'avvocato Saioni è indagato per abuso d'ufficio per alcune discariche nella zona di Brescia che sono state utilizzate come discariche abusive, ha un processo in corso e la prossima udienza è prevista per gennaio, parlava in nome e per conto del signor Cerroni con il carico di vicende penali pendenti che lei conosce. Si parlava, con un forte intervento a sostegno del riutilizzo del tritovagliatore di Rocca Cencia, di una struttura che in questo momento non può essere utilizzata per ragioni che non sfuggono a lei e nemmeno a noi e parliamo di due soggetti che sono interlocutori naturali del lavoro di indagine e d'inchiesta della Commissione. Uno di questi due incontri si è fatto addirittura nello studio dell'architetto che all'epoca era collaboratore del deputato del Movimento 5 Stelle, vicepresidente della Commissione. In termini di autonomia che lettura dà lei di questo episodio? Qual è la ragione per cui in un incontro istituzionale tra l'AMA, Cerroni e chi rappresentava Cerroni e l'amministrazione comunale si è ritenuto di dovere invitare e inserire a pieno titolo – a discutere di una vicenda che aveva a che fare con gli interessi dell'amministrazione della capitale – il rappresentante di un'istituzione che in quel momento era assoluta controparte, nel senso che la sua funzione da vicepresidente di una Commissione d'inchiesta era di avere un rapporto completamente diverso nei confronti di questi soggetti, Cerroni e il presidente del consorzio? La ringrazio.

  GIULIA SARTI. Grazie, presidente, io le chiedo una cosa nello spirito collaborativo con cui abbiamo affrontato le domande fino a questo momento. Credo che la libertà che a noi è concessa nel momento in cui si fanno certe domande sia sempre molto elevata in questa Commissione. Spesso si va fuori tema, è accaduto anche a noi, però sta non solo al sindaco Raggi, ma anche a lei poter garantire che determinate questioni vengano affrontate nelle sedi opportune, ovvero, se si parla di smaltimento illecito di rifiuti, c'è un'apposita Commissione, non credo di dover fare l'avvocato Pag. 15difensore di nessuno, però ritengo che alcune domande si debbano fare nelle sedi opportune.

  PRESIDENTE. Le domande nelle sedi opportune sono state rivolte in audizioni molto ampie che si sono svolte in quella Commissione, alla quale correttamente abbiamo fatto fare il proprio lavoro. Onorevole Sarti, però, lei mi insegna che il rapporto tra il ciclo dei rifiuti e l'intervento di associazioni criminali è un dato assodato.

  GIULIA SARTI. Molto importante anche per noi, di cui infatti sono certa che il sindaco continuerà a parlare.

  PRESIDENTE. Esatto.

  GIULIA SARTI. Qui si tratta di un fatto diverso, l'opinione su una persona che nulla c'entra con l'amministrazione comunale.

  PRESIDENTE. Le domande che sono state rivolte sono domande, a partire dalla mia, volte ad assicurarsi che il nuovo corso dell'amministrazione – che non abbiamo dubbi ci sarà – sia immune da certi tipi di rapporti che nel settore dei rifiuti sono inquinanti, quindi questo è il senso della domanda, non un altro. Io di tecnica di rifiuti non mi intendo, so che tocca alla nostra Commissione indagare sui rapporti con la criminalità organizzata e siccome Cerroni l'abbiamo incontrato più volte – non fisicamente, ma nelle nostre inchieste – in Umbria e in Sicilia ed è un soggetto importante a Roma, se mi permettete io voglio sapere che intenzioni ha l'amministrazione Raggi nei rapporti con Cerroni. La domanda quindi è pertinente.

  GIULIA SARTI. Non mi riferivo alla sua...

  PRESIDENTE. Ma anche quelle di altri, più circostanziate e articolate.

  GIULIA SARTI. Era solo una considerazione che volevo fare, tutto qui. Parto però da un dato che secondo me è sempre bene ricordare, perché probabilmente di certe cose con il passare dei mesi ci si dimentica: come Commissione uno dei lavori più importanti che abbiamo preso in considerazione anche al fine delle nostre successive relazioni è proprio quella relazione della commissione d'accesso guidata dal prefetto Marilisa Magno. Se in quella relazione della commissione d'accesso emergeva il quadro di questo pervasivo condizionamento del sodalizio, che ha inciso in modo determinante non solo sull'affidamento di specifici appalti di servizi e lavori, come accertato e documentato, nei settori del verde pubblico, delle politiche sociali, delle politiche abitative, della gestione del patrimonio, ma altresì sulla nomina degli organi di vertice di alcuni dipartimenti e sulle scelte importanti di società partecipate quali l'AMA; se vi sono elementi desumibili dall'ordinanza di custodia cautelare, elementi su Ostia; se il quadro che emerge dalla relazione è quello di un'amministrazione inquinata, i cui atti gestionali presentano gravi deviazioni rispetto al canone normativo sia sotto il profilo strettamente amministrativo che finanziario, dando vita a un'azione caratterizzata da profonda mala gestio, ad una continua violazione delle procedure di legge con aggravio di costi e pesanti inefficienze. Ecco, stante tutto questo quadro per cui nella relazione si evidenziava la presenza e non la semplice infiltrazione, il fatto che purtroppo nel corso degli anni il sodalizio criminale aveva il potere di influenzare e controllare tutti quei settori di cui abbiamo parlato fino ad ora, ritengo che il compito di questa amministrazione comunale, proprio perché si è scelto per motivi che competono non a noi ma ad altri, di non sciogliere il comune di Roma, sia non dieci, non cento, ma migliaia di volte superiore rispetto a quello di qualsiasi altra amministrazione.
  La condizione di partenza è quella di una giunta, di un'amministrazione nuova che si ritrova a dover partire e ad adottare delle politiche sulla base di una relazione d'accesso che sostanzialmente faceva emergere, secondo la nostra visione, Pag. 16 l'esigenza di sciogliere un comune e di commissariarlo.
  Qui, invece, ci si è trovati al libero svolgimento di elezioni, al commissariamento soltanto di un municipio e quindi ad un'amministrazione a cui competono probabilmente anche oneri maggiori rispetto a quelli che possono avere altre amministrazioni comunali, anche peggio di quelle amministrazioni comunali in cui il comune è stato sciolto, perché almeno lì una commissione prefettizia si era insediata. Qui, invece, stiamo affidando ad un'amministrazione politica la possibilità e il compito arduo di andare a combattere tutti questi fenomeni che sono stati evidenziati. Vorrei capire un altro punto che emerge sempre da questa relazione della commissione d'accesso e da tutto quello che abbiamo detto fino ad ora: abbiamo parlato finora delle procedure che erano state adottate in generale con riferimento alle proroghe dei contratti e a quello che voi avete intenzione di fare per cambiare completamente rotta con delle gare ad evidenza pubblica, ma riguardo al settore del verde pubblico dove emergeva la procedura del cottimo fiduciario che non poteva certo garantire trasparenza, correttezza e legalità, in cui il sodalizio criminale ha potuto proliferare e controllare tranquillamente tante cose, che situazione avete trovato e che tipo di azioni sono state messe in campo in questi pochi, ma sostanziosi tre mesi di attività dell'amministrazione comunale?

  ENRICO BUEMI. Signora sindaco Raggi, io spero che a lei le opposizioni lascino il tempo per modificare le situazioni, tempo che non è stato lasciato al suo predecessore, il sindaco Marino. Prendo atto positivamente che, dopo una campagna elettorale che tendeva a dimostrare la vostra capacità di camminare sulle acque, siete scesi con i piedi per terra. Alcuni suoi ragionamenti dimostrano questa consapevolezza. Il sindaco Marino, venendo in audizione in Commissione antimafia – credo nel primo incontro – ci disse che non aveva nessun sistema di controllo su quanto avveniva al comune di Roma. Non esisteva un ispettorato, non esisteva un auditing, non c'era un controllo sui dirigenti rispetto ai budget, che non esistevano, e le spese sostenute durante l'esercizio finanziario. La prima domanda che le pongo è: cosa è stato fatto concretamente per mettere in posizione lei e la sua giunta di verificare quello che l'amministrazione comunale nel suo insieme e le società partecipate fanno effettivamente rispetto alle direttive, ai regolamenti e alle norme che sono in vigore nel comune di Roma? A questa domanda ne aggiungo un'altra: avete avviato una fase di verifica delle responsabilità dei dirigenti che, pur in presenza di leggi vigenti in materia di affidamenti di gare eccetera, non le hanno assolutamente rispettate? Il sindaco Marino in altre audizioni affermava che circa il 95 per cento degli affidamenti avveniva senza gare. Avete verificato in via regolamentare e disciplinare quali sono queste responsabilità? È evidente che, a prescindere dalla responsabilità penale, che non viene accertata da voi ma dalla magistratura con le sue fasi giurisdizionali, c'è un problema di affidabilità della direzione rispetto agli obiettivi che voi legittimamente indicate.
  Rispetto alla questione del bilancio, invece, ho una curiosità. Siccome noi spesso discutiamo delle gestioni commissariali – mi rivolgo alla presidente – vorrei capire se in termini di temporalità dell'approvazione del bilancio nel periodo commissariale si sono rispettate le tempistiche previste dalla legge. Penso che lei me lo possa dire. Mentre la dialettica democratica può essere un elemento di difficoltà nel trovare una sintesi, con la gestione monocratica del commissario è evidente che questa sintesi è immediata, volendo. Dico questo per spendere una lancia a favore della politica buona.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Mi può dire qual è la domanda? Non l'ha capita neanche il mio assessore.

  ENRICO BUEMI. Il commissario, suo predecessore, ha rispettato i tempi della formazione e approvazione dei bilanci, per poter dare un avvio serio a quella fase che diceva lei? È evidente che se io non ho un bilancio in vigore non posso rinnovare le Pag. 17gare e non posso indire gli appalti conseguenti su beni e servizi. È una mia curiosità. L'ultima questione è riferita alle proroghe. Non ho sentito parlare di manutenzioni. Mi pare che lì ci sia un po’ di grasso. Non è soltanto l'erogazione di servizi, cosa che voi mi pare stiate facendo, anche se, sindaco, mi consenta di dirle che due anni di proroga sono un po’ tanti. Lei ha parlato di 2017-2018 nelle proroghe.

  MARCO DI LELLO. Io ho ascoltato attentamente la relazione della sindaca, un riassunto di indagini che, per la verità, credo che la Commissione conosca abbastanza bene, visto che di qui sono passati Pignatone e tutti i protagonisti delle indagini e della vita amministrativa della città. Ci ha fornito un quadro amministrativo molto preoccupante, fatto di proroghe, procedure d'urgenza, un certo lassismo. Tuttavia, sindaco, ascoltando le sue risposte, lei denuncia il sistema delle proroghe e poi alla fine ha dovuto fare le proroghe.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Proroga tecnica.

  MARCO DI LELLO. Dodici mesi. Non so se dodici mesi siano una proroga tecnica. Voglio sperare che nel frattempo riusciate a espletare il bando e che non ci mettiate un anno per fare una gara d'appalto. Noi qui non veniamo dalla luna, ma abbiamo fatto quasi tutti gli amministratori, quindi abbiamo maturato qualche esperienza sul punto. Lei denuncia le proroghe e fate una proroga. Denuncia le procedure d'urgenza e ci spiega che sull'emergenza abitativa sperate in un accordo, perché se succede adesso un'emergenza dovete sempre attaccarvi al telefono e chiamare gli alberghi. Ci dice che sull'emergenza dei migranti bisogna pensare a una procedura e per i campi rom bisogna studiare un piano. Io ho preso appunti. Sui rifiuti dice «ci avviamo verso i rifiuti zero». Il senatore Buemi dice «secolare», lei dice «no, pluriannuale». Nel frattempo, non capisco che cosa succede. Dopodiché, spostiamo gli stessi dirigenti che in questi anni hanno perpetuato proroghe, somme urgenze e un certo lassismo – visto che si consente a Romeo di non trasferire i dati di proprietà del comune a chi è subentrato – attraverso l'interpello, cioè sostanzialmente su base volontaria: «Diteci dove volete andare e noi vi mettiamo». Sulle partecipate ci spiega che la vera discontinuità è un assessorato. Io francamente sono andato a vedere e mi pare che tutte le amministrazioni precedenti avessero assessori al ramo, come penso avvenga in tutte le grandi città italiane. A fronte di questo quadro e di tante belle parole, sindaco, l'unico fatto è che la dottoressa Muraro, indagata, tutt'altro che estranea alle vicende che ci sono state raccontare relative a mafia capitale – può querelare quanto vuole, ma è così – è invece un suo assessore che, come ha ricordato il vicepresidente Fava, afferma che non è cambiato nulla. Lei capirà che, siccome l'oggetto della nostra indagine è capire come sviluppare anticorpi e individuare quali misure mettere in campo per evitare che possa ripetersi un fenomeno devastante come quello che abbiamo conosciuto nei mesi scorsi con l'indagine di mafia capitale, sotto questo punto di vista il mio sentimento è senz'altro di delusione. Non vedo fatti, se non, ahimè, un collegamento certo tra chi ha avuto un ruolo in quegli anni e in quella vicenda che è oggetto dell'attenzione della magistratura e l'amministrazione da lei guidata.

  PRESIDENTE. Su alcune questioni, come la rotazione dei dirigenti, lei sa, onorevole Di Lello, che qualche limite è imposto dalla legge, tant'è vero che stiamo lavorando noi stessi per cambiarla.

  MARCO DI LELLO. Scusi, presidente. Se nel frattempo ci sono dirigenti che non adempiono puntualmente ai loro doveri, ci possono essere sanzioni disciplinari.

  PRESIDENTE. Credo che abbia detto che alcuni di quelli sono stati spostati. Penso che lo spiegherà meglio.

  STEFANO ESPOSITO. Io proverò a porre domande puntuali, perché credo che il sindaco ci abbia ben rappresentato nel suo Pag. 18intervento il quadro della situazione, che peraltro mi pare che questa Commissione abbia già avuto modo di analizzare, con un messaggio: si sta valutando e le misure verranno prese. Credo che noi dobbiamo rispettare questa necessità di capire. Ci sarà un'altra occasione tra qualche mese per verificare cosa hanno prodotto questi studi in termini di concreta iniziativa. Ciò nonostante, io credo che su un tema ci sia un elemento di deficit: mi spiace che la sindaca abbia citato Ostia esclusivamente come municipio commissariato nell'ambito di mafia capitale. Io spero che riusciamo a definire questa cosa una volta per tutte: il municipio di Ostia è stato commissariato per la presenza di organizzazioni mafiose, citate nella relazione del prefetto Gabrielli, e non per le indagini relative a mafia capitale. Io spero che la sindaca lo sappia, perché sicuramente in campagna elettorale era giusto raccontare un'altra storia. Ho già avuto modo di dirlo in questa Commissione e ne abbiamo discusso. Non devo tutelare nessuno, però il fatto che si continui a ripetere questa storia.

  PRESIDENTE. Senatore, io la penso come lei e le carte la pensano come lei. Che il presidente di quel municipio sia stato un interlocutore dei protagonisti di mafia capitale è altrettanto indubbio.

  STEFANO ESPOSITO. Presidente, lei sa perfettamente che si racconta una storia che secondo me rischia di rendere gravemente inefficace l'iniziativa assunta, in maniera secondo me corretta, di commissariare quel municipio per mafia e che genera una sottovalutazione molto grave. Faccio una battuta: se domani mattina il tribunale di Roma dovesse assolvere l'ex presidente Tassone, cosa diremmo? Diremmo che è stato uno scioglimento illegittimo? I problemi hanno nomi e cognomi e si chiamano Spada, Fasciani, Triassi. Quei problemi sono indipendenti, purtroppo. Infatti, se fossero dipendenti, arrestando Tassone e condannandolo, se verrà condannato, risolveremmo tutto. Io lo dico al sindaco, perché credo sia importante. Un po’ mi sorprende che, essendo questa la Commissione antimafia, gentile sindaco, lei non abbia messo al primo posto il tema Ostia. Capisco che i colleghi del Movimento 5 Stelle facciano facce un po’ strane, ma noi stiamo parlando di mafia in Commissione antimafia. La mafia ha prodotto uno scioglimento di quello che credo sia il più grande municipio di Roma e tra pochi mesi saremo di fronte alla fine di quel commissariamento. Io vorrei sapere dal sindaco se ritiene che l'azione di ripulitura approfondita della struttura amministrativa del municipio di Ostia sia stata effettuata e se sia arrivata a compimento. Vorrei sapere anche quante volte lei ha incontrato il prefetto Vulpiani. Io so che lei è stata molto attenta su Ostia. Ci ha aperto la campagna, c'è stata una manifestazione del suo movimento e ci ha anche chiuso la campagna. Oggi il capogruppo del suo partito in Campidoglio che è di Ostia, il suo neoassessore al bilancio è di Ostia, quindi la sua attenzione è sicuramente alta. Vorrei sapere nel merito della collaborazione con il commissario quali sono state in questi tre mesi – a questo proposito mi permetto di dirle che tre mesi non sono per nulla pochi – le azioni costruite in maniera sinergica con il prefetto Vulpiani. Su questo possiamo fare un elenco. Io vorrei sapere che cosa pensa lei dell'ottima azione del corpo di polizia di Roma Capitale sul litorale. Inoltre, vorrei sapere se lei ritiene che sia stato finora dato supporto a quel gruppo, che ha verificato tutta una serie di anomalie. Vorrei sapere che cosa pensa lei – questo attiene relativamente alla nostra discussione – degli eventuali interventi per l'abbattimento del «lungomuro». Vorrei sapere se crede necessario, come io spero, che il comune finalmente bandisca delle gare per l'affidamento delle concessioni. Io ho fatto polemica con il mio partito, perché è stata inserita una proroga per gli stabilimenti balneari, quindi si figuri se non posso porre questo problema. Quella è una cosa che deve essere fatta durante l'autunno-inverno, se si vuole che nella prossima stagione a Ostia non ci siano di nuovo gli stessi soggetti che continuano a operare sul lungomare. Lo chiedo perché la politica naturalmente ha le sue dinamiche. Siccome Pag. 19autorevoli esponenti del suo partito – non lei – hanno incontrato quei balneari nel momento più caldo dello scontro politico, definendoli la migliore imprenditoria di Ostia, per poi scoprire che, se va bene, forse uno di quelli non aveva lo stabilimento fuorilegge – lo dicono gli atti, non lo dico io – sarebbe interessante sapere se proviamo a fare una bella gara e apriamo quel settore al mercato. Vorrei dunque avere un dettaglio di quello che è stato fatto in questi tre mesi dalla sua amministrazione su Ostia e nel rapporto con Ostia. Avete approvato il regolamento contratti e appalti che era stato predisposto e non è stato purtroppo approvato a suo tempo dall'amministrazione Marino? Questo è uno strumento importante.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. C'è stata la vostra modifica legislativa.

  STEFANO ESPOSITO. Sono stato relatore del codice degli appalti, quindi lo so abbastanza bene, ma l'adeguamento non è molto complicato. Il regolamento aveva una sua base, che peraltro avevo avuto modo di consigliare, in quanto relatore, a quella giunta, con gli aggiornamenti sul nuovo codice, anche se quest'ultimo non era ancora stato approvato. Ci vuole molto poco per farlo.
  L'altra domanda è sul tema dei rifiuti: signor sindaco, le posso chiedere con puntualità dove vanno oggi i rifiuti di Roma? Non mi interessa la parte del trattamento meccanico-biologico (TBM), ma mi interessa l'indifferenziato. Dove va e qual è il costo a tonnellata che il comune di Roma paga? Questo è abbastanza interessante.
  Lei ha parlato di una cosa molto seria: atti intimidatori che sono stati rivolti a lei.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Ho parlato di atti intimidatori, ma non ho detto che erano rivolti a me.

  STEFANO ESPOSITO. Nei confronti di chi?

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Nei confronti del collaboratore del vicesindaco.

  STEFANO ESPOSITO. Dunque, è solo quello l'atto intimidatorio di cui parliamo?

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Al momento sì.

  STEFANO ESPOSITO. Dunque, è già una cosa nota. Lei si è fatta un'idea su quali atti avrebbero provocato questo atto intimidatorio perpetrato nei confronti del collaboratore? Le pongo un'altra domanda sul tema dei rifiuti, perché non è mai stata data una risposta. L'assessore Muraro con un video pubblico chiese la riapertura di un impianto di Cerroni. Lei riesce a dirci perché fu fatta quella richiesta? Infine, lei ha un'opinione sul reato di violazione della normativa sui rifiuti? Lei ritiene che sia un reato grave o un reato di natura puramente amministrativa, che si sana, come prevede la legge, con una multa? Mi interessa sapere se lei ritiene che questo sia un reato grave nello svolgimento dell'attività di smaltimento dei rifiuti.

  CELESTE COSTANTINO. Buonasera, sindaca Raggi. Ammetto di essere rimasta anch'io un po’ basita dal modo in cui lei ha liquidato nella relazione tutta la parte relativa a Ostia. In un passaggio, nel ricordare il commissariamento, ha anche sottolineato l'anomalia di aver sciolto un municipio, una cosa che non era mai avvenuta. Io, in maniera molto secca, le vorrei chiedere che cosa ne pensa, cioè se lei era contraria al commissariamento di Ostia. Io ho ascoltato con attenzione, nella relazione lei ha sottolineato l'anomalia. È stata veramente un'anomalia, perché è stata la prima volta che si è verificato un caso del genere. Tuttavia, io voglio un suo giudizio rispetto al commissariamento. Vorrei sapere se secondo lei Ostia era o non era da commissariare e se doveva essere sciolta per mafia. L'altra domanda, invece, è inerente al VI municipio, che è un altro territorio molto complicato, dove non si sono fatte delle scelte come è stato fatto su Ostia, ma dove è evidente che c'è una presenza della criminalità organizzata, in particolare delle mafie storiche – ’ndrangheta e camorra – soprattutto in merito allo spaccio Pag. 20di stupefacenti, ma non solo. C'è un vero e proprio controllo del territorio. Voglio sapere se la sua amministrazione sta immaginando qualcosa di specifico in merito a quel quadrante. La terza domanda, invece, è sulla Romeo Gestioni. Vorrei un approfondimento su questa questione. Glielo chiedo anche perché, quando noi abbiamo sentito in audizione il commissario Tronca, io sono tornata su questo argomento e c'è stata una parte nell'audizione, che ora non ripeterò, perché è stata segretata. Io voglio capire come vi siete mossi voi nei confronti della Romeo Gestioni, una volta stabilita la mancanza di dati, che sono stati poi forniti all'amministrazione. In ultimo, vorrei sapere qual è il rapporto tra la sua amministrazione e la regione Lazio e se si è aperta una collaborazione inerente a questi temi e alle questioni più complicate e sensibili che sta affrontando in questo momento il comune di Roma.

  FRANCESCO D'UVA. Ringrazio il sindaco Raggi per essere venuta e ringrazio anche i colleghi, quelli che vengono spesso e quelli che vengono meno spesso, per essere intervenuti anche oggi.
  Devo dire che molte domande già sono state poste. Io mi collego alla domanda del collega Esposito riguardo all'ordigno. Vorrei capire bene qual è la dinamica, cioè cos'è successo e se sappiamo perché questo ordigno è arrivato proprio a questa persona. Fermo restando che noi siamo per la massima trasparenza, ricordo al sindaco che, se ci sono indagini in corso, c'è la possibilità di segretare la risposta. Ne approfitto per intervenire sull'ordine dei lavori: come vogliamo procedere, visto che adesso dovremo interrompere, presidente?

  PRESIDENTE. Siccome le domande sono state molte e alcune particolarmente legate a temi di attualità, chiederei al sindaco se vuole dare subito alcune risposte. Se ritiene, invece, che per la replica complessiva possa tornare in altra occasione, noi siamo disponibili già dalla prossima settimana. Se deve fornire della documentazione evidentemente ce la potrà fornire successivamente. Visto che siamo in diretta con la sala stampa e ci sono alcune questioni particolarmente legate a temi di attualità e su cui c'è un dibattito politico aperto, se il sindaco vuole rispondere subito e se ha tempo a disposizione, io le darei volentieri la parola. Dopodiché, ci dice quando può ritornare, possibilmente a breve – lo consiglierei anche a lei, non soltanto a noi – per completare l'audizione.
  Do la parola alla sindaca Raggi per la replica.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Come ricordava lei, presidente, sicuramente per alcune risposte sarebbe interessante fornire dei documenti, con elementi di dettaglio che a memoria, ahimè, non ricordo, immagino sia comprensibile. Sarà mia premura fornirvi questi documenti.
  Mi sembra che le domande che sono state rivolte attengano principalmente a due o tre settori: i rifiuti, Ostia e la parte relativa a contratti e appalti. Ci sono alcune domande molto più ampie, che richiedono una risposta articolata che per ragioni di tempo in questo momento non può essere data. Di conseguenza, io accolgo sicuramente l'invito della presidente a tornare. Per quanto riguarda oggi, se volete, per questi pochi minuti che rimangono, possiamo fare alcune precisazioni, approfittando anche della presenza dei collaboratori e della dottoressa Turchi, che magari possono precisare alcuni aspetti. Innanzitutto, ci tengo a chiarire un tema, visto che è stato tirato in ballo. Ripeto, mi concentro sulle questioni più rapide, per evidenti ragioni di tempo. Per quanto riguarda le proroghe, ho parlato della proroga dei nidi. Effettivamente il tema è importante. Perché la proroga di un anno? Perché stiamo parlando di un servizio didattico. L'anno scolastico, come probabilmente le è noto, va da settembre a giugno-luglio. Chiedere ai bambini di accettare un cambio di insegnante durante l'anno scolastico li traumatizza. Non lo dice Virginia Raggi o il Movimento 5 Stelle, lo dice la pedagogia. I cambi, quindi, si fanno alla fine dell'anno scolastico. Pag. 21
  Il nido è ancora più delicato, perché, come forse lei saprà – mi auguro – i bambini piccoli hanno una necessità estrema di continuità delle figure accudenti, tant'è vero che si attaccano alla mamma e al papà perché sono le figure di riferimento. Pertanto, cambiare le educatrici o le tate in corso di anno destabilizza questi piccoli bimbi. Parliamo di bambini che possono avere dai sei mesi ai tre anni.
  Sono contenta che vi è noto, ma siccome è stata fatta una domanda – peraltro anche con un certo sarcasmo – ci tengo a rispondere, perché è importante capire di cosa parliamo. Premetto che il bando sarà sbloccato a breve. Il bando era stato bloccato dalla precedente amministrazione perché era intervenuta una modifica normativa. Non vedo il senatore Esposito, evidentemente ha preferito andar via. Questo è il motivo per il quale l'attuale nuovo contratto sugli appalti non è ancora stato varato, perché evidentemente la modifica deve essere adattata alle esigenze dell'amministrazione.
  Intendiamo sbloccare quanto prima l'appalto, non appena arriva il parere dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Vedo che sospira. Forse non le è gradita la risposta, ma questa è. Adesso le spiego bene la legge. Nel momento in cui interviene l'aggiudicazione, è comunque necessario procedere alla conclusione dell'anno scolastico per evitare di turbare i piccoli utenti, i bambini, di modo che dall'anno successivo, cioè a settembre 2017 per il 2017-2018, si potrà partire con il nuovo operatore.

  MARCO DI LELLO. (fuori microfono) Tutte le altre proroghe a cui ha fatto riferimento?

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Mi scusi, io non l'ho interrotta. Visto che avete audito il commissario Tronca, sarebbe stato interessante chiedergli se stava procedendo ai nuovi bandi per evitare che la successiva amministrazione si trovasse a dover effettuare delle proroghe tecniche. È evidente che, se io mi trovo in scadenza di un affidamento con nessun bando o con un bando in scadenza, necessariamente dovrò utilizzare lo strumento della proroga o della proroga tecnica fino all'aggiudicazione del nuovo bando. Questo da cosa deriva? Come le spiegavo, deriva dall'assenza di programmazione. Nel momento in cui si mettono i bandi in fila in scadenza, l'amministrazione può programmare con largo anticipo tutte le gare da fare. Fino a che non si capisce questo semplice meccanismo, non si può intervenire efficacemente su questo tipo di procedura. Noi oggi abbiamo posto in essere un vero e proprio scadenzario, che serve per iniziare a bandire le gare prima della scadenza dell'affidamento in essere, affinché, nel momento in cui il servizio scade, si possa iniziare da subito con il nuovo operatore senza andare in proroga. Ipotizzare che in assenza di gare – perché le precedenti amministrazioni non vi hanno provveduto – questa amministrazione possa, superando i termini previsti dalla legge, bandire una gara e in ventiquattro ore effettuare tutte le procedure, compresa l'aggiudicazione, è un po’ ridicolo. Verrebbe quasi da pensare che non conosca la norma, ma sono certa che non è così. È evidente che stiamo avviando un nuovo ciclo, mettendo in scadenza tutti gli appalti. Un'altra risposta abbastanza breve – lo ripeto – per ragioni di tempo riguarda proprio il tema dei contratti e degli appalti.

  STEFANO ESPOSITO. Signor sindaco, le chiedo scusa. Siccome ha fatto un commento, le dico che sono andato in bagno. È comprensibile, vero?

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Assolutamente. La ringrazio per la trasparenza.

  FRANCESCO D'UVA. Questo è ridicolo, presidente!

  PRESIDENTE. Senatore, per favore. Non credo che sia rispettoso nei confronti di questa Commissione. Prego, sindaco.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. Grazie. Un altro tema, sempre per Pag. 22ragioni di tempo abbastanza circoscritto, riguarda i contratti e gli appalti. Noi abbiamo da un lato il SIPRONEG, che è un sistema informatizzato di gestione delle gare per quanto riguarda i lavori pubblici, che consente di inserire all'interno di un albo telematico una serie di imprese, delle quali vengono verificati una serie di requisiti predeterminati, a partire dal documento unico di regolarità contributiva (DURC) e dal certificato antimafia. Queste imprese all'interno di questo sistema vengono sorteggiate, affinché ci sia un ricambio dei soggetti che effettuano i lavori. Allo stesso tempo, questo sistema prevede un controllo incrociato per evitare di affidare sempre alla stessa impresa i lavori e permette anche di confrontare gli eventuali consorzi, associazioni temporanee o reti temporanee di imprese, per evitare che gli stessi soggetti, benché consorziati con altri soggetti, partecipino. Dunque, anche se c'è un nominativo diverso, ma la sostanza del consorzio, della rete, del raggruppamento o dell'associazione prevede una determinata impresa, questa non è risorteggiata. Al momento questo sistema informatico ci consente di monitorare la rotazione delle imprese per quanto riguarda i lavori pubblici. Per quanto riguarda le altre gare, noi abbiamo il dipartimento razionalizzazione della spesa. Può spiegarlo la dottoressa Turchi.

  MARIA ROSA TURCHI, vicesegretaria generale di Roma Capitale. Su SIPRONEG è stato attivato un dispositivo che è volto a escludere chi non partecipa. Questo elimina il meccanismo di combine, perché qualora si verifichi la reiterazione di mancate partecipazioni a scacchiere di soggetti economici, gli stessi vengono poi esclusi dalle successive operazioni di gara. È un sistema che riguarda le procedure negoziate, quindi è sviluppato appositamente nelle fattispecie più delicate, dove l'attenzione deve essere massima. È stato anche sottoposto alla valutazione dell'ANAC. Per quanto riguarda, invece, l'osservazione che era stata giustamente posta circa il numero molto elevato di punti ordinanti che Roma Capitale ha nella sua strutturazione, riferisco che sono stati effettuati i seguenti ragionamenti. Certamente la nostra struttura è molto complessa, anche in virtù delle regole che riguardano il decentramento amministrativo. Noi abbiamo, come sapete, quattordici municipi e abbiamo le necessità dell'amministrazione centrale. Alcuni municipi ovviamente hanno la grandezza di una media città di provincia, quindi si può immaginare come la complessità organizzativa corrisponda anche a una pluralità di centri di costo e di centri di responsabilità, per passare alla discussione sul piano più prettamente giuscontabilistico. Partendo da questa riflessione, si sta cercando di coordinare gli interventi con la strutturazione del bilancio e di muoverci verso la realizzazione di una centrale unica degli acquisti, che possa lavorare secondo questi tre passaggi, che sintetizzo. Innanzitutto, si tratta di potenziare al massimo le voci centralizzate di spesa. Su questo si sta andando avanti mettendo in comune gli acquisti che veramente riguardino tutti, per evitare che ci possa essere una pluralità di interventi sulle medesime voci di spesa. Per quanto riguarda la centrale in sé, come riferiva il sindaco, si è intervenuti sia con la sua costituzione sia nel dettare linee guida operative – nel mese di luglio, poco dopo l'insediamento – proprio per andare verso due orizzonti temporali di intervento diversi. Il primo, immediato, deve consentire di sviluppare l'attività di supporto alle strutture. Su questo occorre conciliare due esigenze, perché da un lato noi abbiamo l'obbligo di assicurare gli adempimenti relativi alla contabilità analitica. Pertanto, la numerosità dei centri di costo e di responsabilità è collegata anche all'esigenza di vedere i costi delle singole unità che lavorano e producono nei diversi settori dell'amministrazione. L'intento in questa primissima fase è quello sostanziale di essere sempre più di supporto a un'attività specialistica che deve servire a formulare i bandi e tutti gli altri atti di gara, lasciando spazio ancora parzialmente – ci si sta muovendo verso questo orizzonte, che richiede, però, un po’ più di tempo – ai municipi e ai dipartimenti competenti per spesa, ma già in questa fase con l'attivazione di un'attività di raccordo del dipartimento competente. Pag. 23 Ad esempio, con il dipartimento del sociale su tutto ciò che riguarda l'intervento sugli AIC, diffuso su tutti i municipi, ci prepariamo a una gara che interessi l'intera città. Nel secondo orizzonte temporale, invece, l'intenzione è quella di trasformare questo nostro organismo, la centrale unica, che dipende dalla razionalizzazione della spesa. Su questo, quindi, il collegamento con gli strumenti di bilancio deve essere evidentemente il massimo possibile. Si intende correlare questa piattaforma informatica anche con la tempistica della redazione degli atti di spesa e degli atti di bilancio, in modo che quell'attività di governance sia sviluppata già dalla formulazione del documento unico di programmazione (DUP) e di tutti gli altri atti di bilancio che sono necessariamente correlati. Nel secondo orizzonte temporale noi immaginiamo di trasformare nel più breve tempo possibile la centrale in una vera cabina di regia, nel senso di sviluppare sempre di più le competenze necessarie, anche quantitativamente, per far sì che gli atti di gara siano redatti a livello centrale, lasciando alle singole strutture il compito di definire puntualmente i fabbisogni e i livelli standard, ovvero i service level agreement (SLA) e gli operational level agreement (OLA) dei servizi diversi, in modo che le varie strutture, come clienti di quei servizi, definiscano il fabbisogno al meglio. In seguito il personale più competente interviene e redige gli atti di gara, a quel punto mettendo insieme le informazioni tecniche che sono necessarie. Pensiamo ancora una volta al settore del sociale, che è quello più complesso. Per questo, la sindaca faceva riferimento all'esigenza di sviluppare i futuri protocolli con ANAC proprio su questo servizio. Ciò dovrebbe assicurare il fatto che i competenti in materia sociale definiscano i fabbisogni dei diversi servizi e poi sotto il profilo tecnico si proceda, invece, con gli atti. Faccio un ultimo riferimento al lavoro che si sta portando avanti con la Concessionaria servizi informativi pubblici (CONSIP) per sviluppare sempre di più tipologie di intervento che possano essere funzionali anche ai bisogni di Roma Capitale. Su questo c'è un'interazione molto importante, perché ci stanno anche supportando nella definizione e nell'ampliamento sulla piattaforma di linee di azione che finora non erano sviluppate.

  PRESIDENTE. Per esigenze di tempo, che avete voi ma che abbiamo anche noi, io pregherei a questo punto di rinviare. Se possibile, già da martedì.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. La prossima settimana.

  PRESIDENTE. Consiglierei di non andare troppo per le lunghe, anche perché vale la pena affrontare soprattutto il tema Ostia, considerando che la scadenza del commissariamento è a febbraio. Intanto vi ringraziamo e aspettiamo l'interlocuzione su tutti gli altri aspetti che sono stati fatti presente.

  VIRGINIA RAGGI, sindaca di Roma Capitale. E che abbiamo prontamente annotato.

  PRESIDENTE. Ringrazio la sindaca, tutti gli assessori e i collaboratori e dichiaro sospesa la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.45.

Audizione del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo.
  Il sindaco è accompagnato dall'avvocato Pietro Coppa, assessore al personale, alle politiche ambientali e sanitarie e al servizio idrico del comune di Siracusa. L'audizione odierna è dedicata a un aggiornamento sulla situazione della criminalità organizzata mafiosa a Siracusa, con particolare riguardo al rischio di infiltrazioni nella politica locale e alle vicende oggetto di approfondimento anche in sede di commissione antimafia della Regione siciliana, la quale ci ha trasmesso, come voi sapete, i propri atti. Al riguardo, avverto altresì che Pag. 24stamattina è pervenuta una richiesta di audizione da parte della consigliera comunale di Siracusa Simona Princiotta, che sarà naturalmente portata all'attenzione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi in una prossima seduta, ai fini di predisporre un programma di calendario dei lavori. Ricordo, come di consueto, che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera. Vista la richiesta del sindaco Garozzo, propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUIGI GAETTI

  PRESIDENTE. Ringraziamo l'audito e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 16.55.