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XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Giovedì 20 ottobre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 3 

Audizione del Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, sulla produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico in Italia (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Sani Luca , Presidente ... 3 ,
Olivero Andrea , Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ... 3 ,
Sani Luca , Presidente ... 6 ,
L'Abbate Giuseppe (M5S)  ... 6 ,
Fiorio Massimo (PD)  ... 6 ,
Benedetti Silvia (M5S)  ... 8 ,
Terrosi Alessandra (PD)  ... 8 ,
Capozzolo Sabrina (PD)  ... 9 ,
Cova Paolo (PD)  ... 9 ,
Prina Francesco (PD)  ... 10 ,
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD)  ... 11 ,
Sani Luca , Presidente ... 11 ,
Olivero Andrea , Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ... 11 ,
Sani Luca , Presidente ... 16 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Vice Ministro Olivero: Piano strategico nazionale per lo sviluppo del settore biologico ... 17

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE: (SCCI-MAIE);
Civici e Innovatori: (CI);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUCA SANI

  La seduta comincia alle 9.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, sulla produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico in Italia (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, sulla produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico in Italia.
  Rivolgo pertanto il benvenuto al Vice Ministro, anche a nome di tutti componenti della Commissione, e lo ringrazio per aver accolto così sollecitamente il nostro invito.
  L'audizione odierna, come testimoniato dall'intensa attività svolta dalla Commissione in sede di esame della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici e dall'avanzato stato dell’iter di esame delle proposte di legge in tema di agricoltura biologica assegnate alla Commissione, verte su temi di diretto interesse per la nostra Commissione, divenuti negli ultimi tempi di particolare attualità.
  Il Vice Ministro è accompagnato dal dottor Paolo Pinzoni, dalla dottoressa Valentina Colucci e dalla dottoressa Alessandra Pesce. Ricordo che al suo intervento faranno seguito le domande dei colleghi.
  Do la parola al Vice Ministro Olivero per lo svolgimento della sua relazione.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Desidero innanzitutto ringraziare il presidente Sani e la Commissione per l'invito ad approfondire il tema della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico, anche alla luce degli importanti risultati che sono stati conseguiti negli ultimi anni.
  Il biologico italiano, infatti, è cresciuto negli ultimi anni come mai è avvenuto in precedenza. È cresciuta la superficie coltivata «bio» dal 10 all'attuale 12 per cento della superficie agricola utilizzata (SAU). Sono cresciuti i numeri delle imprese «bio», che ora sono più di 60.000, ma con l'avvio dei nuovi PSR sappiamo che vi è una crescita ulteriore in corso, anche molto significativa. Ancor più sono cresciuti i consumi. Nell'anno passato è stata rilevata una crescita del 21 per cento della richiesta di prodotto biologico all'interno del nostro Paese.
  Proprio per questo motivo, oltre che evidentemente per l'importanza del metodo biologico per la sostenibilità ambientale e per la tutela della biodiversità, ho assunto l'iniziativa fin dall'inizio del mio mandato, avendo ricevuto delega dal Ministro Martina a seguire il settore, di sviluppare il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del settore biologico. Pag. 4
  Tale piano, che peraltro credo sia anche in distribuzione – penso che molti di voi l'abbiano già visto, ma ho ritenuto opportuno aggiungere anche questo elemento – ha richiesto un lungo e complesso lavoro, che ha coinvolto enti di ricerca, organizzazioni di rappresentanza, le regioni e le strutture del ministero, con un'ampia partecipazione e discussione sui temi di rilievo.
  Nel piano si affrontano questioni chiave per il settore, come la semplificazione della normativa sul biologico (Azione 5), la revisione della normativa sui controlli (Azione 8) e il controllo delle importazioni (Azione 9).
  Il piano è stato approvato il 25 marzo scorso in Conferenza Stato-regioni ed è ora in fase di implementazione da parte degli uffici del ministero di concerto con le amministrazioni regionali.
  Anche in sede europea si è svolto in questi due anni un intenso lavoro in materia di produzione biologica. La Commissione ha proposto un nuovo regolamento sul settore biologico, che ha suscitato un dibattito molto ampio tra i diversi Paesi, in particolare in merito ai controlli e alle importazioni extra UE.
  Io stesso, in rappresentanza del Governo italiano, ho partecipato a diversi consigli dei ministri europei dell'agricoltura nei quali ho portato la posizione italiana, volta a tenere alto il sistema dei controlli e a rafforzare i vincoli alle importazioni.
  La nostra posizione nel corso del negoziato europeo è stata quella di sostenere un sistema puntuale di controllo, in quanto crediamo fortemente nel biologico e nel rapporto fiduciario con il consumatore.
  In questi ultimi due anni, a fronte della crescita sostenuta del settore e del rilevante interesse economico che questo andava assumendo, il ministero ha avviato un preciso piano per intensificare i controlli di sua pertinenza sul settore.
  Ricordo che una buona parte della responsabilità di vigilanza è in capo agli organismi di controllo autorizzati, che sono quattordici più tre per la sola provincia di Bolzano, e alle regioni. Inoltre, l'Agenzia delle dogane, in stretta connessione con il ministero, effettua controlli sulle importazioni.
  Il ministero poi, attraverso l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), ha effettuato nel corso dello scorso anno 2.074 controlli, con sequestri di prodotto per oltre 2,6 milioni di euro e contestazione di 31 notizie di reato, 54 diffide e 138 contestazioni amministrative.
  Nei primi mesi dell'anno in corso i controlli effettuati sono stati 1.717, con un significativo aumento, anche tendenziale, rispetto all'anno precedente, con 18 notizie di reato, 37 diffide e 79 contestazioni amministrative.
  Da tali numeri si evince un lavoro enorme, che rende il settore biologico tra i più controllati nell'ambito della nostra agricoltura. Aggiungo che le principali inchieste che le diverse procure hanno avviato in questi anni sul tema sono partite da segnalazioni del nostro ispettorato repressione frodi.
  L'evidente importanza rivestita dal settore, confermata dai numeri e dai dati sin qui richiamati, riporta l'attenzione di noi tutti alla necessità di riordinare la normativa di settore, al fine di garantire la massima trasparenza ed efficienza delle regole e dei controlli relativi alla produzione con metodo biologico, a garanzia dei consumatori e di tutti gli operatori del settore.
  In tal senso, peraltro, vanno gli impegni riassunti nel Piano strategico nazionale, nonché la volontà del Parlamento, espressa da ultimo con la delega conferita al Governo con la legge n. 154 del 2016, il cosiddetto «Collegato agricoltura». In questa direzione va anche il lavoro che sta portando avanti questa Commissione da più tempo, naturalmente con il pieno sostegno dell'esecutivo e mio personale.
  L'occasione di tale audizione, però, per la quale ancora una volta ringrazio la Commissione e il suo presidente, mi consente di fare anche alcune precisazioni sulle recenti affermazioni riportate dal servizio della trasmissione Report andato in onda il 10 ottobre scorso su Rai Tre, con particolare riferimento proprio al settore del biologico e alla vicenda della società Sedamyl. Pag. 5
  Preliminarmente, intendo però condividere con questa Commissione alcune informazioni con riferimento alla posizione del mio capo segreteria, Enrico Pollo, parimenti citato nel predetto servizio.
  La storia professionale di Enrico Pollo dimostra una grande esperienza nel settore agricolo, nel quale per molti anni ha ricoperto incarichi di consulenza, anche di rilievo internazionale, nell'ambito dello sviluppo e della promozione del settore.
  In virtù di queste ottime credenziali professionali, ho ritenuto di sceglierlo quale capo della mia segreteria, convinto che la sua esperienza rappresentasse un valore aggiunto nell'ambito dell'attività che ero chiamato a svolgere.
  A seguito del servizio pubblicato dalla trasmissione Report, a ogni modo, secondo le modalità previste per la trasparenza indicate dal ministero, ho avviato una verifica volta ad accertare ogni eventuale conflitto di interesse in capo a Enrico Pollo, chiedendo tutte le carte documentali necessarie per ricostruire ogni passaggio.
  Mi riservo comunque di valutare, insieme allo stesso dottor Pollo, quali modalità siano più opportune per tutelare la bontà del lavoro compiuto e la sua onorabilità in tutte le sedi. Mi preme tuttavia sottolineare che durante tutto il corso della nostra collaborazione ministeriale non sono mai venuto a conoscenza di eventuali consulenze per aziende di agricoltura biologica svolte dal dottor Pollo.
  Venendo alla vicenda Sedamyl, segnalo che nei primi giorni di novembre del 2014 un dirigente di un'associazione di categoria ha preso contatti con i miei uffici, segnalando una seria problematica relativa alla predetta società, azienda leader italiana nel settore di amido e farine speciali e tra le principali in Europa, con sede a Saluzzo, in provincia di Cuneo. Nello specifico, l'azienda aveva acquistato una partita di prodotto biologico che in seguito si era rivelato non essere tale.
  L'organismo di controllo che aveva certificato tale partita, a seguito delle indagini della magistratura, aveva provveduto a richiedere la distruzione del prodotto rimanente nel magazzino e il ritiro del prodotto venduto, anche a fronte del fatto che questo era stato miscelato, lavorato e in molti casi anche già immesso sul mercato. Quest'ultima richiesta, quindi, comportava un'oggettiva difficoltà a rinvenire il materiale da ritirare e una conseguente sicura gravissima crisi aziendale, che avrebbe messo in ginocchio una sana realtà produttiva italiana.
  Appena ricevuta la segnalazione, ho chiesto informazioni all'ICQRF sulla vicenda, per accertare se la Sedamyl non fosse in alcun modo coinvolta nella truffa contestata. Inoltre, ho attentamente studiato la normativa in materia e mi sono confrontato con gli uffici competenti del ministero per comprendere quale fosse la procedura da adottare in simili casi.
  A fronte della conferma del fatto che l'azienda era esclusivamente parte lesa nel procedimento in corso, sentito il capo dipartimento competente, ho provveduto a convocare tutti i soggetti coinvolti nella vicenda, ivi compreso l'organismo di controllo di Sedamyl.
  Tengo, peraltro, a precisare di non aver mai conosciuto in precedenza i dirigenti di Sedamyl, né di aver avuto in seguito alcun rapporto ulteriore con essi. I contatti preliminari, così come gli incontri successivi, sono stati seguiti anche dal mio capo della segreteria, nell'ambito della sua normale attività. Ritengo, quindi, di aver agito nel massimo rispetto della legge e nell'interesse pubblico, al fine di tutelare un'azienda sana e posti di lavoro.
  Voglio, quindi, ribadire che ho agito nella massima trasparenza in ogni passaggio, confrontandomi con i dirigenti apicali del ministero e convocando una riunione con tutti i soggetti interessati.
  Nelle circostanze richiamate, tanto io quanto i dirigenti intervenuti abbiamo ribadito le prescrizioni della normativa europea e nazionale, senza intromissioni nelle decisioni che la legge attribuisce in autonomia al solo organismo di controllo, la cui condotta potrà essere eventualmente valutata in altre sedi, anche da questa Commissione, qualora ritenuto opportuno.
  Personalmente, non ho mai avuto alcun interesse in merito alla vicenda, se non Pag. 6quello di evitare un danno a un'azienda di primaria importanza nazionale, che aveva subìto una truffa e rischiava di essere ulteriormente danneggiata.
  Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Vice Ministro, anche per la documentazione fornitaci, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico delle seduta odierna (vedi allegato). Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Ringrazio il Vice Ministro per questa relazione. Sappiamo benissimo che il biologico è un settore fondamentale per la nostra agricoltura e che i nostri organi di controllo sono forse i più efficienti d'Europa.
  Tuttavia, sappiamo anche che ci sono dei problemi evidenti nel settore del biologico, come ad esempio la problematica legata agli enti certificatori. L'azienda agricola sceglie il proprio ente certificatore, che quindi paga. Inevitabilmente ci potrebbero essere dei conflitti di interesse, quindi su questo bisognerebbe intervenire.
  Il Governo ha una delega. C'è una legge in discussione in questa Commissione da più di un anno e mezzo; forse sarebbe il caso di portarla a conclusione e ad approvazione. Un intervento evidentemente va fatto.
  Noi vorremmo porre l'attenzione fondamentalmente su due questioni in merito a quanto emerso dal servizio giornalistico realizzato dalla trasmissione Report.
  In primo luogo, da quel servizio, ma anche da quanto relazionato oggi dal Vice Ministro, ciò che sembra venire a mancare è la tutela del consumatore. Si parla di tutela dell'azienda, che in questo caso sembra abbia subìto essa stessa una truffa, però al consumatore chi pensa?
  Il consumatore è colui che ha comprato un prodotto, credendo che fosse biologico ed essendo disposto a pagarlo anche di più. In realtà, questo prodotto non era biologico, ma era convenzionale. Per fortuna dai documenti pare che non ci siano problemi dal punto di vista della salute, però, se ci fossero stati, sarebbe stato un danno ulteriore per i consumatori.
  Noi chiediamo maggiore attenzione per i consumatori, perché altrimenti crolla tutto il sistema dell'agricoltura biologica.
  Inoltre, crediamo che sia opportuno che il capo segreteria, il dottor Pollo, lasci il suo ruolo e venga sostituito. È positivo che lei abbia chiesto se ci sono conflitti d'interesse, se ha ancora rapporti con enti certificatori e quant'altro, però ci permettiamo di dire che forse questo controllo andava fatto anche prima. Forse doveva chiedere maggior trasparenza a tutti i suoi collaboratori quando ha assunto l'incarico da Vice Ministro, e non successivamente a un'inchiesta che c'è stata. Chiediamo, quindi, l'allontanamento del capo segreteria.

  MASSIMO FIORIO. Ringrazio il Vice Ministro per la presenza. Lei ha fatto il quadro di un comparto in crescita nei dati sia rispetto alla SAU, quindi al terreno impiegato con metodo biologico, sia rispetto ai consumi.
  Questo ne fa un settore che sta dando delle performance interessanti, ma sta anche segnalando la vulnerabilità del settore stesso, che evidentemente è appetibile in una situazione di concorrenza con altri Paesi che hanno altre impostazioni. Evidentemente, si tratta di un settore da tutelare e da mettere in garanzia, oltre a dargli il riconoscimento che giustamente gli spetta.
  Lo registriamo già in altri settori. In questa Commissione abbiamo affrontato il tema del vino, un altro settore in crescita che sta dando performance, altrettanto a rischio di vulnerabilità da questo punto di vista. In un mercato globale in cui la competizione è così aggressiva evidentemente questi settori rischiano una concorrenza anche spietata che si può sviluppare per canali non così quieti e tranquilli e che, quindi, dovrebbero essere il più tutelati possibile.
  Qui entriamo nel merito dei controlli sugli organismi di controllo e del tema più generale della vigilanza che si esplica sugli organismi di controllo. Credo che questa sia la preoccupazione principale di questa Commissione, anche rispetto alle iniziative Pag. 7che ha intrapreso ormai da qualche anno. Una in qualche modo sta andando a buon fine. L'altra rispetto al biologico è dentro a una questione più ampia, perché c'è un regolamento europeo che da anni deve veder la luce. Nel frattempo, sia il Parlamento sia il ministero da questo punto di vista sono rimasti in una situazione di impasse.
  Credo che uno dei temi, che è stato sollevato anche dal collega, sia cercare di risolvere anche da questo punto di vista questa situazione.
  Poc'anzi è stato citato il piano strategico. Evidentemente è un passo avanti importante, però va riempito, non solo di contenuti – in qualche modo la via è stata tracciata – ma anche di risorse.
  Le ipotesi di leggi da questo punto di vista prevedono anche delle risorse a disposizione o disponibili, mai utilizzate probabilmente nella loro giusta collocazione. Credo che questi chiarimenti e anche la dotazione finanziaria in qualche modo possano aiutare un sistema che ha bisogno di essere messo in sicurezza.
  Credo che più in generale quello relativo ai controlli e agli organismi di controllo sia un tema fortemente attenzionato. Ce ne siamo accorti anche durante l'altra discussione sul vino, perché più volte è emerso il tema di come si esplica il lavoro degli enti terzi.
  Sia sulla normativa delle DOP sia sulla normativa del biologico il tema dei controlli è affidato a enti terzi non pubblici. Questa è una questione fortemente attenzionata per la metodologia di lavoro che hanno e anche per il servizio crescente che è richiesto a questi organismi, che non sempre sono in grado di darlo. Dobbiamo essere molto espliciti e franchi da questo punto di vista. Sappiamo che, per esempio, non tutti gli organismi di controllo hanno la medesima reputazione. Credo che da questo punto di vista debba essere fatto uno screening attento.
  Lo dicevamo anche rispetto a modelli utilizzati nel settore del vino che cercavano di ricalcare quelli del biologico. Io credo che mostri un po’ il fianco il fatto che sia l'azienda stessa che fa riferimento direttamente all'ente di controllo. Questo era un modello che era richiamato nell'ipotesi del vino, ma credo che abbiamo fatto bene a non intraprendere questa strada.
  Al di là di questo, io credo che questa vicenda dell'indagine giornalistica punti lì. Ha fatto bene il Vice Ministro a prendersi il tempo per affrontare il tema e per andare a verificare fino in fondo le responsabilità in capo a questo o a quell'altro.
  È evidente che lì c'è stata una truffa ai danni di un'azienda e credo che bene abbia fatto il ministero ad affrontare il tema di un'azienda che è stata truffata da questo punto di vista. Parliamo di un'azienda che ha un numero di dipendenti e un giro commerciale importanti. Il tema era cercare di metterla in sicurezza rispetto a una truffa che era stata portata ai suoi danni. Era, quindi, evidente che occorreva interloquire direttamente con l'azienda nelle sedi opportune.
  Io credo che quest'inchiesta richiami la necessità di non aspettare più rispetto al fatto che la Comunità europea da questo punto di vista non sta ancora dando i risultati che noi aspettavamo e che, quindi, una via italiana rispetto al biologico debba essere intrapresa.
  Io credo – e lo chiedo al Vice Ministro – che anche sul tema degli organismi di controllo noi stiamo aprendo un capitolo nuovo. La stessa trasmissione non accusava tutto il sistema. Il tema è come strumentalmente si usa quel tipo di inchiesta. Ricordo che più volte è stato detto che quello che accade nel settore del biologico in quella situazione non può essere esteso a tutto il settore.
  Noi dobbiamo affrontare rapidamente il tema della vigilanza alla quale sono sottoposti gli organi di controllo, o attraverso iniziative e provvedimenti che abbiamo in discussione come proposte di legge o attraverso un ciclo di audizioni, che sono gli strumenti che abbiamo come Commissione per accendere il faro sul sistema.
  Il rischio è compromettere un settore che cresce e che in questo momento mi sembra sotto l'attacco degli altri competitor internazionali.

Pag. 8

  SILVIA BENEDETTI. Il collega Fiorio ha rilevato il problema dell'ente pagato dal soggetto certificato. In realtà, è un problema trasversale, nel senso che ovviamente chiunque si voglia certificare ricorre volontariamente a un ente che lo certifica. Questo non vale solo per il biologico, ma vale per tanti altri tipi di controlli. Evidentemente il meccanismo ha una falla e forse la cosa migliore è rendere più efficaci e più serrati i controlli. Questo consentirebbe di vedere se tra certificato e certificatore i rapporti sono corretti.
  Io, invece, avrei una domanda per il Vice Ministro. Vorrei capire in base a quale procedura o prassi si è agito per quel che riguarda la vicenda di Sedamyl. Non riesco a capire se questa sia una procedura o una prassi, se esiste, e in base a cosa viene eventualmente attivata. Almeno per quanto mi riguarda, non ho mai visto aziende altrettanto truffate per altri aspetti avere una sorta di riunione al ministero. Vorrei capire su che base si è deciso questo tipo di azione.

  ALESSANDRA TERROSI. Ringrazio il Vice Ministro per questa audizione. Dico subito, così sgombero il campo, che per quanto attiene ai temi legati al capo segreteria Pollo, il Vice Ministro, per quanto mi riguarda, ha tutta la mia solidarietà, nel senso che farà le verifiche che deve fare e a seconda di quello che emergerà prenderà le decisioni che riterrà più opportune. Chiaramente confido nella sua capacità di discernimento.
  Sul biologico è già stato detto molto. È chiaramente un settore in crescita ed è un settore importante nel nostro Paese già da tanto tempo. Forse ce ne accorgiamo soltanto adesso, perché i numeri cominciano a essere importanti, così come le economie che girano attorno a questo sistema.
  Tuttavia, l'importanza del biologico non è di oggi e non è legata soltanto all'aspetto meramente economico e, quindi, alle economie che produce, ma è legata anche al metodo che mette in atto, che permette di salvaguardare un certo tipo di agricoltura e un certo tipo di territori.
  Penso che ormai sia chiaro a tutti che anche nelle agricolture più intensive è possibile fare biologico, perché la tecnica, l'innovazione e le conoscenze professionali sono andate avanti. Nell'agricoltura più intensiva permette di fare delle scelte che si conciliano molto più dell'agricoltura convenzionale con la salvaguardia delle materie prime: suolo, acqua e ambiente in generale.
  Chiaramente l'obiettivo che dobbiamo avere è già stato indicato: l'assoluta tutela del consumatore. Mi permetto di dire che occorre farlo, però, dando al consumatore tutte le informazioni che riguardano il biologico, non soltanto quelle relative al prodotto che viene fuori da un processo che riguarda tutta la filiera, ma anche quelle legate al metodo che viene utilizzato.
  Di fatto, cosa compriamo quando compriamo biologico? Compriamo un prodotto che è stato realizzato nel rispetto di un disciplinare europeo e spesso addirittura nel rispetto di disciplinari di marchi privati che sono ancora più restrittivi. Bisogna che il consumatore sia edotto anche da questo punto di vista.
  Lo dico perché attualmente i controlli non sono e comunque non possono essere solo controlli sul prodotto. Per quanto riguarda il prodotto, non possono essere soltanto controlli legati ai residui, che pure ovviamente sono importanti. Penso che al consumatore potrebbero essere utili e necessarie informazioni legate, per esempio, agli aspetti nutrizionali che possono avere i prodotti biologici rispetto a prodotti realizzati in altro modo.
  Perché insisto molto su questo aspetto e sull'informazione legata al processo? Insisto perché questo chiaramente rende il consumatore in grado di comprendere verso quale modello di sviluppo agricolo vogliamo andare, che è un modello diverso da quello che interessa l'agricoltura convenzionale e che secondo me è necessario sottolineare.
  È già stato sottolineato che dalla trasmissione, che penso tutti abbiamo visto, è emerso che questo è un settore sicuramente vulnerabile, nel quale ci sono evidentemente delle falle che non permettono di essere certi al 100 per cento. Pag. 9
  Tuttavia, anch'io voglio assolutamente ribadire, anche per conoscenza diretta del settore, che la stragrande maggioranza delle aziende di questo settore operano nel pieno rispetto delle regole e nella correttezza.
  È vero che le aziende scelgono volontariamente il proprio organismo di controllo, però solo per dovere di cronaca vorrei ricordare che comunque gli organismi di controllo sono accreditati da enti specifici, che seguono una procedura precisa per l'accreditamento e subiscono anche loro dei controlli da parte di organismi che effettuano le dovute verifiche, che sono le regioni e l'ICQRF.
  Stiamo parlando di un sistema che sicuramente ha bisogno di essere messo a punto. Occorre verificare le falle, che chiaramente vanno ricucite, ma, come dimostrano i numeri che ha citato il Vice Ministro, fatte le dovute verifiche e prese le dovute precauzioni, che sono legate soprattutto al sistema dei controlli, non butterei a mare tutto quello che è stato fatto in tanti anni e soprattutto non demonizzerei eccessivamente un settore che – lo ripeto – è in crescita e che è potenzialmente in grado di salvaguardare tante zone del nostro territorio.
  Credo che il settore del biologico esprima delle professionalità veramente eccellenti nel nostro Paese, anche tra coloro che effettuano operativamente i controlli. Ciò nonostante, credo che la formazione sia uno dei cardini fondamentali. Sia dagli organismi di controllo che dalle associazioni abbiamo sentito, durante le audizioni che abbiamo svolto sul progetto di legge, l'importanza della formazione professionale e della consapevolezza anche da parte del consumatore.

  SABRINA CAPOZZOLO. Grazie, Vice Ministro. Premetto, credendo di parlare non solo a mio nome, che non è assolutamente messa in dubbio la buona fede del Vice Ministro rispetto alle cose che sono successe, alla nomina del dottor Pollo e alle altre questioni che sicuramente avrà modo di valutare. Noi abbiamo la massima fiducia su questo.
  Io credo che la vicenda di cui, purtroppo, ci siamo trovati tutti osservatori sia una truffa ai danni del consumatore, dell'azienda e dell'intero sistema. Credo che, come deve essere fatto normalmente, dobbiamo prendere spunto da una vicenda di questo genere per cercare di valutare quali sono i limiti che in questa fase noi ci troviamo a vivere per quanto riguarda il biologico.
  Il biologico è sicuramente un settore molto forte, perché è un'agricoltura che cresce e soprattutto che interessa sempre di più il consumatore. Credo, però, che questo ci debba portare a una valutazione soprattutto rispetto al funzionamento degli organi di controllo.
  Probabilmente ciò che si è evidenziato e su cui la trasmissione ha fatto maggior leva è la possibilità di creare un rapporto di fiducia e di estrema «amicizia» tra il controllato e il controllore.
  Magari potremmo valutare insieme quale potrebbe essere una soluzione che garantisca i controlli, garantisca il consumatore e garantisca il rapporto tra controllato e controllore. Io credo che questa sia una valutazione che possiamo fare insieme, per cercare di ideare una formula diversa.
  Ad esempio, si potrebbe istituire un fondo all'interno del quale ogni azienda paga per avere i controlli, ma nello stesso tempo, a rotazione, indipendentemente dalla scelta dell'imprenditore, vengono inviati i vari organi di controllo. Questa potrebbe essere una forma, che dobbiamo valutare assolutamente insieme.
  Credo che quello che è successo debba semplicemente servirci per affrontare la questione, individuare le falle e cercare di risolverle insieme, laddove è possibile. Inoltre, come dicevano la collega Terrosi e il collega Fiorio, questa ovviamente è anche una spinta per cercare di continuare a lavorare sulla proposta di legge e per cercare di individuare i punti deboli e risolverli insieme.

  PAOLO COVA. Grazie, Vice Ministro, per l'intervento. Io vorrei porre l'attenzione su un aspetto che mi sembra fondamentale. In questo periodo l'UE ha fatto un investimento sul cambiamento dell'agricoltura da intensiva a estensiva nei sette anni 2014-2020. Questo sta cambiando anche il modo Pag. 10di lavorare dei nostri agricoltori e dei nostri allevatori, molti dei quali in questo periodo stanno facendo delle scelte, anche radicali, per la propria azienda; qualcuno sta decidendo di passare alla coltivazione biologica.
  Pertanto, diventa necessario e assolutamente strategico fare una normativa che dia delle indicazioni chiare agli allevatori e agli agricoltori su cosa fare.
  C'è un'iniziativa parlamentare, che io credo debba essere portata avanti in sinergia con l'attività del ministero. Credo che sia opportuno arrivare a determinare questo aspetto e dare una normativa chiara, perché in questo momento si stanno facendo delle scelte aziendali, che non dureranno un anno o un mese, ma daranno un'impostazione per i nostri agricoltori che durerà nell'arco degli anni. Come legislatori, come parlamentari, come deputati e come membri di questa Commissione, diventa necessario portare a termine l'iniziativa che abbiamo, proprio in sinergia con il ministero.
  Voglio fare, però, una considerazione sul sistema dei controlli. Questo sistema sta mostrando delle lacune e dei problemi. Questo è anche il motivo di scontro che io vivo quotidianamente nelle aziende agricole, perché chi fa il biologico difende la propria posizione e chi non fa il biologico a sua volta difende la propria.
  Il sistema dei controlli deve funzionare. Non vorrei però – ed è la mia preoccupazione – che si possa immaginare di tornare a un controllo solo statale. Io riporto quello che avviene nel settore veterinario, che conosco benissimo. Non è detto che avere un sistema di controllo di ASL nazionale come c'è in Italia sia garanzia di sicurezza.
  A volte bisogna immaginare, in questo contesto e in questa situazione, delle nuove forme. Il meccanismo è avere un autocontrollo delle aziende e un ente certificatore che va a controllare quello che avviene, ma con una supervisione e un controllo superiore da parte di Stato e regioni, altrimenti rischiamo di tornare indietro e questo non è una garanzia di sicurezza.

  FRANCESCO PRINA. Grazie, Vice Ministro, per averci illustrato in modo approfondito quanto sta avvenendo in questo settore e in particolare quanto è avvenuto ultimamente rispetto alla trasmissione televisiva che tutti abbiamo visto.
  Io non vorrei ripetere tutte le espressioni condivisibili dei colleghi, ma vorrei solo aggiungere una questione «storica» per capire il passaggio delicato di questo momento storico dell'agricoltura. È vero che l'attenzione di tutti, dal consumatore alla cittadinanza responsabile, ci porta a vedere il settore del biologico come un ritorno alla qualità.
  Ricordo molto semplicemente, senza fare elucubrazioni storiche, che una volta l'agricoltura era tutta biologica. Con i processi industriali e con l'apertura dei cicli siamo arrivati a un'agricoltura industrializzata con elementi esterni all'attività agricola primaria, per cui oggi siamo impegnati a ritornare a quella che era l'agricoltura biologica di una volta.
  L'attenzione dell'opinione pubblica in generale è un'attenzione veramente globale, a 360 gradi. È in gioco la qualità della vita e il ritorno a una alimentazione sana per l'uomo.
  Il Vice Ministro ci ha illustrato molto bene il progresso della quantità di agricoltura che si sta trasformando in biologico. Io non direi che si sta trasformando, ma che sta ritornando al biologico.
  Tutto quello che i colleghi hanno espresso, cioè questa attenzione all'argomento, deve riportare all'agricoltura di una volta, all'agricoltura contadina, con un rapporto di fiducia estremamente corretto tra terra e uomo.
  Il rapporto di fiducia si riscontra quando gli attori giocano tutti una partita a carte scoperte, in modo trasparente. Sappiamo tutti che all'interno della società vi sono degli attori che non sempre giocano in questo modo. Non mi riferisco solo al nostro Paese e al made in Italy, ma anche ai prodotti commercializzati all'interno dell'Europa e a livello internazionale.
  Non ripeto quello che hanno detto i miei colleghi. I controlli e la certificazione di questo settore, che è estremamente importante, perché riporta a un rapporto di tipo naturalistico nell'attività agricola e nella Pag. 11produzione di prodotti agroalimentari, devono avvenire in un modo fiduciario e trasparente.
  È per questo che apprezziamo quanto il Vice Ministro ci ha riferito come impegno ministeriale e dichiariamo che questa Commissione, molto attenta a questo sforzo, è disponibile a una collaborazione per fare in modo che questo standard di fiducia e di qualità diventi il più diffuso e il più percepito possibile.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Ringrazio il Vice Ministro per l'interessante relazione che, non solo ha fornito alla Commissione, ma ha anche depositato agli atti, nella quale tratta con dovizia di particolari il tema del biologico in Italia.
  Gli interventi dei colleghi mi esonerano dall'avviarmi su delle riflessioni più specifiche e tecniche in riferimento al biologico.
  Certamente non iniziamo oggi a parlare di biologico e sarebbe un errore far capire questo. Noi da un po’ di tempo stiamo facendo l'esame di un provvedimento che riguarda il biologico, a firma dell'onorevole Fiorio, ma curato dalla relatrice Terrosi con dovizia di particolari, e da molto tempo stiamo parlando di questo tema come un elemento importante per ridare slancio all'agricoltura italiana.
  Credo che il lavoro che abbiamo fatto sia stato veramente utile. Ci siamo fermati quando l'Europa ci ha fatto capire che stava per uscire una direttiva, credo subito dopo la presidenza italiana. Da allora in poi abbiamo aspettato questa direttiva, che non è mai arrivata. Non so se arriverà presto o quando arriverà.
  Dobbiamo dare atto a questa Commissione e al Parlamento che stavamo lavorando seriamente, non ci interessiamo del problema perché qualcuno ne ha parlato in televisione.
  Ora, però, possiamo cogliere questa occasione per rilanciare un lavoro sul biologico, ripartire da dove siamo rimasti e valutare anche quali misure servono per migliorare la qualità dei sistemi di controllo e di certificazione.
  Credo che questo sia importante e che dobbiamo farlo noi, assieme al ministero. So che il ministero sta lavorando anche su questa direttiva. Credo che oggi alla Commissione agricoltura sia richiesto questo supplemento di lavoro. Credo che non possiamo più fermarci rispetto a una legge che dobbiamo comunque approvare presto, perché ce lo chiedono, non solo gli agricoltori, ma anche e soprattutto i consumatori.
  Per quanto riguarda il resto, presidente, la tradizione, il lavoro e la grande passione che ha mostrato sempre il Vice Ministro Olivero sono davanti a tutti noi. Anche quando militavo in un'articolazione diversa dello stesso mondo cattolico ho sempre visto nel Vice Ministro un'autorevolezza straordinaria. Quell'autorevolezza mi rassicura fortemente, perché credo che farà quello che c'è da fare in breve tempo e bene. Io non voglio essere lombrosiano e avere credenze particolari, però i volti di ognuno di noi indicano, non solo la nostra storia, ma anche la nostra consistenza umana, morale ed etica.
  Su questo mi fermo. Credo che questo sia una garanzia, non solo per la politica, ma anche per tutti noi.

  PRESIDENTE. Do la parola al Vice Ministro Olivero per la replica.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Ringrazio il presidente e tutti coloro che sono intervenuti. Cercherò di rispondere accorpando più domande, perché diversamente sarei prolisso e forse anche ripetitivo, poiché alcune questioni sono state poste da più colleghi.
  Sottolineo innanzitutto quanto sia effettivamente strategico il tema e ancor più quanto sia necessaria la rapidità nell'azione che bisogna porre in essere, come è stato da più parti detto, perché, a fronte di una crescita imponente da un punto di vista produttivo, la crescita dei prodotti è ancora superiore.
  Voi mi insegnate che non c'è niente di più pericoloso in un sistema che avere una richiesta di prodotto e non avere quel prodotto e la certezza dell'origine del prodotto stesso, perché i vuoti purtroppo sui mercati si riempiono e, quindi, vi è un rischio oggettivo di maggiori truffe rispetto a quanto Pag. 12non accada in condizione di stagnazione di mercato o comunque di mercato che cresce più lentamente.
  Riprendendo la prima riflessione dell'onorevole L'Abbate, il primo tema che noi dobbiamo affrontare è valutare se il sistema che ha accompagnato lo sviluppo del biologico negli anni è ancora efficiente oggi. Debbo dire che quel sistema ha funzionato bene, perché il biologico italiano si è sviluppato più di quanto è successo in tutti gli altri Paesi del mondo e oggi siamo leader a questo riguardo. Tuttavia, quella era una stagione, non pionieristica, ma nella quale comunque il numero e le caratteristiche delle imprese erano molto differenti da quelle attuali.
  Entriamo subito nel merito degli organismi di controllo. In questo settore, come in tanti altri, come è stato ricordato, c'è una certificazione privata pagata direttamente dai soggetti. Io credo che non sia questo l'elemento di maggiore preoccupazione, anche se, come ha affermato molto bene l'onorevole Benedetti, il tema è capire quali sono i rapporti tra la certificazione e il sistema dei controlli pubblici.
  Questi ultimi naturalmente, non solo devono verificare la bontà dei controlli effettuati, ma devono anche realizzare un'azione di controllo nei confronti del soggetto che li effettua. Infatti, laddove non vi fosse una congruità, vi dovrebbe essere la possibilità di un intervento diretto. Questo è un nodo cruciale che va affrontato, mentre attualmente è estremamente fragile. In seguito tornerò su questo elemento.
  Aggiungo che noi ravvisiamo un'incompatibilità rispetto al tema della proprietà degli organismi di controllo, perché un conto è il pagamento e un altro conto è se il controllato è anche proprietario del soggetto controllore, direttamente o indirettamente. Credo che questa vicenda vada anch'essa sciolta.
  Sulla vicenda specifica, per rispondere all'onorevole L'Abbate, io ribadisco che la tutela del consumatore è la prima preoccupazione e lo è stata anche in questa circostanza.
  Infatti, la norma europea, pur parlando di proporzionalità (questo elemento è importante), parte da un principio: laddove si può ritirare il prodotto, lo si deve fare; lo si deve declassare a convenzionale se il prodotto è sano o lo si deve distruggere se il prodotto non lo è. La norma è chiarissima a questo riguardo.
  Il problema sorge quando il prodotto è già stato immesso sul mercato e, quindi, in primis è difficilmente rintracciabile, o è stato miscelato in quantità molto ridotte. Il caso specifico delle farine speciali ci porta a miscele con meno del 5 per cento di prodotto.
  Peraltro, anche in questi casi bisogna valutare che il prodotto non sia pericoloso, e lo può fare solo l'organismo di certificazione (ODC). Infatti, è evidente che se ci fosse una pericolosità, a prescindere da tutto il resto, bisognerebbe intervenire.
  Molte aziende, per fortuna, hanno dei sistemi di autocontrollo, oltre alla certificazione «bio», per verificare almeno che il prodotto sia corrispondente agli standard dal punto di vista qualitativo.
  Soltanto in subordine al tema principale, quello della sicurezza del consumatore, viene il tema della tutela dell'impresa truffata. Quando il prodotto non è più rintracciabile, quando è stato miscelato, e in ogni caso non si può tutelare il primo soggetto, perché oggettivamente si è andati al di là – a volte queste truffe vengono rintracciate anni dopo, quando il prodotto è già stato venduto e consumato – si deve valutare se è necessario fare un'azione di ritiro, che a quel punto diventa fortemente simbolica, che rischia di danneggiare in maniera rilevante l'impresa.
  Questo è il tema e, secondo me, è anche il motivo per cui correttamente si può intervenire in questa vicenda, perché diversamente è chiaro che si danneggerebbe un consumatore e questo sarebbe di per sé assolutamente sbagliato e contro ogni principio. Infatti, come è stato oggi ribadito, il tema fiduciario è il tema chiave del comparto del biologico e, quindi, non possiamo violare questo elemento.
  Per quanto riguarda il tema dell'opportunità delle dimissioni del mio capo segreteria, io posso dire che sono conscio che vi è una questione di opportunità, ma ritengo Pag. 13necessario un supplemento di istruttoria per verificare le circostanze che sono state riportate dalla trasmissione, sia per la correttezza nei confronti del mio collaboratore sia per una correttezza istituzionale.
  In questo senso, io mi sono riservato di fare le mie valutazioni. Il mio non è certamente un trincerarmi dietro a formule, ma è una reale valutazione di opportunità, che però voglio fare nel rispetto di un principio di verità.
  Al di là delle lodi dell'onorevole Oliverio, che ringrazio, credo che tutti noi dobbiamo ancorarci innanzitutto a questo punto fermo.
  Per quanto riguarda il tema della verifica preventiva, voglio sottolineare che quando una persona assume un ruolo è perché ha delle competenze in quel settore. Naturalmente, assumendo un ruolo, assume anche la responsabilità di rimuovere da quel momento in avanti tutti gli elementi che possono portare a conflitti d'interesse.
  Peraltro, sul sito del ministero, oltre a un curriculum fermo alla data in cui uno è stato scelto (i titoli erano quelli), c'è anche una dichiarazione di incompatibilità e uno si assume la sua responsabilità.
  Naturalmente, c'è stato un immediato accordo anche con la mia persona rispetto alle modalità per la dismissione di tutta l'attività precedente di questa persona, cosa che è estremamente facile per chi come me è dipendente pubblico e, quindi, si mette in aspettativa, come potete immaginare, mentre è molto più complessa per un imprenditore, che deve dismettere delle attività messe in atto a volte in decenni di lavoro.
  Questo, a mia informazione, è quello che è stato compiuto, ma previa valutazione sulle carte e sulle specifiche basi testimoniali che bisogna acquisire.
  Rispondo all'onorevole Fiorio, che ringrazio per le sue osservazioni. Sul tema della vulnerabilità del settore e sul rischio di concorrenza, io sottolineo che in realtà noi ci troviamo di fronte a un settore che comunque sta rispondendo alla sfida.
  Voglio sottolineare soltanto un aspetto: a fronte di una crescita in ettari degli ultimi tre anni da 1.311.472 del 2013 a 1.492.579 ettari a «bio» – un numero fortemente in crescita – sottolineo che anche rispetto alle coltivazioni di grano duro c'è stata una crescita sostanziale, perché si è passati da 98.000 nel 2013 a 122.027 nel 2015. Dunque, c'è una risposta, perché il mercato c'è, come sappiamo.
  Il problema è che non sempre, come è stato ricordato, questa risposta avviene anche in termini quantitativi. Bastano annate come quella del 2014, non particolarmente positiva. Peraltro, le coltivazioni col metodo «bio» – voi lo sapete benissimo – risentono più di quelle convenzionali dei problemi atmosferici e, quindi, possono avere anche dei forti cali.
  Non stiamo parlando di una crescita quantitativamente molto rilevante, però siamo sempre nell'ordine delle tonnellate. Per quanto riguarda il grano duro – vi cito soltanto questo – c'è un numero che varia dalle 275.000 tonnellate del 2015 alle 228.000 del 2014 e alle 300.000 del 2013.
  Cito questi dati solo perché così possono tutti confrontarli con quelli di cui si è parlato nella truffa. Quando si parla di decine di tonnellate ci si spaventa, giustamente, perché i numeri sono rilevanti. Bisogna, però, ricordarsi anche quanto sono imponenti le produzioni complessive del nostro Paese.
  Non dobbiamo dare l'idea che non esista prodotto biologico italiano certificato e anche corrispondente – qui ci tengo a dirlo – agli ettari coltivati. Infatti, il punto non è soltanto la certificazione, ma anche avere dietro le aziende che producono effettivamente il prodotto.
  Dobbiamo però andare verso una riforma che garantisca ogni elemento sotto questo profilo. A questo riguardo, rispondendo alle domande di molti colleghi, voglio sottolineare che la nostra direzione, seguendo quanto sta emergendo anche nel dibattito – riporto in questa Commissione quanto è già stato indicato e quanto viene proposto – vuole, da un lato, incidere sull'aspetto dei conflitti di interesse di cui si parlava e, dall'altro, ragionare rispetto a un sistema sanzionatorio.
  Teniamo presente che in questo momento noi ci ritroviamo con una norma che Pag. 14prevede nei casi specifici l'unico reato di truffa in commercio, che, come voi potete immaginare, è certamente un reato rilevante, ma per alcune procure della nostra Repubblica non è certamente il più grave di quelli che devono perseguire sul territorio. Pensiamo ad alcuni territori del nostro Mezzogiorno, in cui le procure indagano su delitti di sangue molto pesanti, associazioni mafiose e via di seguito.
  Pertanto, noi dobbiamo associare questo elemento con altre fattispecie per poter perseguire le responsabilità, in particolare con un sistema sanzionatorio ordinario sia nei confronti delle imprese sia nei confronti degli ODC, affinché si possa procedere, laddove ci sono irregolarità, in maniera puntuale e anche immediata, con la giusta cogenza che non ci porti ad attendere il terzo grado di giudizio.
  Cito a titolo di esempio il fatto che il ministero negli anni passati ha sospeso un organismo di controllo a fronte di irregolarità reiterate, ma il TAR è intervenuto rilevando l'irregolarità di tale sospensione, in quanto non si era arrivati a un terzo grado di giudizio a questo riguardo.
  Se noi non modificheremo la norma, ci ritroveremo sempre in condizioni di questo tipo, che obiettivamente ci impediscono di agire. Noi crediamo che da questo punto di vista bisognerebbe valutare, compatibilmente con la normativa europea, l'introduzione di un sistema di valutazione degli ODC, cioè una specie di rating, come veniva suggerito da alcuni questa mattina, che porti ad avere un sistema di tracciabilità e di sicurezza sugli organismi che agiscono su questo settore così importante dei controlli.
  Per quanto riguarda la vicenda Sedamyl, ritorno ancora un momento a quanto chiedeva l'onorevole Benedetti. Vi è una normale prassi in uso presso il mio ministero e presso chiunque abbia responsabilità di governo, quando vi sono istanze da parte di un'azienda. Peraltro, in questo caso l'istanza mi è arrivata attraverso un'organizzazione agricola di primaria grandezza nazionale.
  Questa prassi riguarda quanto meno le aziende che hanno una certa rilevanza, quelle principali, non perché non sia importante agire su tutte, ma perché chiaramente lo facciamo nell'ambito delle possibilità fisiche di intervento. Io lo faccio costantemente, innanzitutto a questo riguardo.
  La prassi è cercare di verificare se è possibile dare delle risposte laddove gli interessi sono totalmente legittimi. Infatti, come ho premesso, bisogna innanzitutto valutare che l'azienda non abbia alcun genere di ombra nelle vicende in questione. Si tratta di provare a comprendere quali sono le questioni e, nell'ambito delle nostre responsabilità pubbliche, agendo sempre come ho fatto, ovvero interpellando le figure istituzionalmente responsabili, porre sotto gli occhi di tutti quali sono le normative.
  Nel caso specifico, si è trattato di rammentare quello che stabilisce il regolamento europeo. Questo è stato l'unico atto compiuto nella vicenda, così come avviene regolarmente per evenienze di natura simile all'interno del ministero, per consuetudine e – io credo – per correttezza.
  Infatti, io ritengo che qualunque cittadino e qualunque impresa abbia diritto, laddove portatore di un interesse giusto e corretto, di avere una risposta da parte del pubblico. Quando questi interessi collettivi sono più importanti, perché riguardano soggetti collettivi che hanno responsabilità su molti numeri, quindi è in gioco anche l'interesse complessivo, naturalmente questo va rafforzato.
  Ribadisco – e questo può essere anche acclarato – che tutte le imprese che hanno posto delle istanze a questo riguardo sono state quanto meno ascoltate da me.
  Tengo a precisare che questo viene fatto in un rapporto di trasparenza, perché ogni passaggio viene riferito e verificato nella sua correttezza in primis con le funzioni tecniche e dirigenziali del ministero, in maniera tale che non sia un'iniziativa sporadica del politico di turno, che ha altri interessi. Ci tengo a ribadire che ciò avviene a prescindere da qualsiasi tipo di interesse personale, perché naturalmente è un nostro compito. Pag. 15
  Inoltre, rispetto alle istanze che sono state avanzate, sottolineo quanto affermato dall'onorevole Terrosi. Ha molto ragione: noi non siamo chiamati a fare una certificazione soltanto del prodotto. Questo è un tema che sul biologico spesso ha prodotto delle grandi tensioni, in particolare rispetto alla discussione svoltasi in Europa. Noi siamo chiamati a dare una certificazione per quanto riguarda il processo.
  In Europa abbiamo avuto ampie discussioni con i colleghi, in particolare nordeuropei, che invece intendevano il controllo come il controllo finale sul prodotto per verificare soltanto la questione residui.
  L'Italia a questo riguardo ha anche tenuto una posizione straordinaria, cioè zero residui, cosa che già di per sé è rilevante. Inoltre, ha sempre richiamato la necessità del controllo in campo e della verifica processuale, perché, come sappiamo bene, su alcune tipologie possono anche non esserci riscontri differenti tra il prodotto finale biologico e quello convenzionale, nel senso che talune lavorazioni portano anche il prodotto convenzionale a un residuo zero.
  Naturalmente, siamo ben lieti di questo, ma al contempo la ricaduta di quella produzione biologica sul territorio spesso è enormemente rilevante e, quindi, noi dobbiamo far sì che quel consumatore che, oltre a volere un prodotto buono, ha anche cura per il territorio possa vedere una piena corrispondenza della sua istanza con la realtà. Dunque, su questo dobbiamo agire anche con le norme che dovremo assumere.
  Infine, l'onorevole Capozzolo affermava che è necessario procedere partendo dalla valutazione di questa situazione critica e di quella mostrata da altre indagini per strutturare la proposta.
  Io credo che nella nostra azione politica, come diceva l'onorevole Cova, da un lato, essendo questo un settore in forte crescita, dobbiamo dare certezza alle imprese che operano e che si stanno affacciando al settore oggi. Dobbiamo fare chiarezza nelle norme, che devono essere molto più cogenti rispetto al passato.
  Dall'altro lato, dobbiamo anche far sì che vi sia un tempestivo intervento perché si riorganizzi complessivamente il settore. Io credo che noi oggi abbiamo tutti gli elementi utili per poter agire. Lo sottolineo proprio in conclusione.
  Da un lato, noi abbiamo il Collegato agricoltura – a tal proposito ringrazio questa Commissione per il lavoro fatto– che ci mette nella condizione di avere il Sistema informativo biologico (SIB) e, quindi, di poter fare la certificazione e unire con la tracciabilità il prodotto al produttore. Questo è un primo dato che naturalmente è fortemente richiesto da tutti coloro che hanno a cuore il biologico.
  Noi siamo intenzionati ad agire nei prossimi giorni, secondo quanto ci dice il Collegato, con delega, per rendere operativo questo sistema, fortemente voluto – lo ribadisco – anche da questa Commissione.
  Il primo passo importantissimo è questo. Peraltro, è un sistema informativo pubblico che, se opportunamente finanziato – ha ragione l'onorevole Fiorio e su questo noi stiamo lavorando – può diventare immediatamente un punto di svolta rispetto al sistema.
  In secondo luogo, come dicevo, stiamo lavorando a una revisione complessiva del sistema di controlli e di sanzioni. Ci tengo ancora una volta a dirlo, perché i controlli sono molto importanti. Valutare i conflitti di interesse a questo riguardo è importante, ma, se noi non mettiamo insieme anche il sistema delle sanzioni, comprese le sanzioni amministrative, questo risulta essere fragile.
  Ci tengo a ribadire che in questo momento abbiamo una progettualità avanzata, che è frutto del lavoro di questa Commissione e del lavoro complessivo del Parlamento.
  Vista la forte volontà, ma vista anche l'urgenza, acclamata ulteriormente dai fatti di cui abbiamo parlato questa mattina, rappresentata dalla necessità di mantenere il principio di fiducia tra consumatore e produttore nel mondo del biologico, credo che noi dobbiamo davvero giungere al più presto a questo risultato. È mia intenzione accelerare in ogni modo affinché già a partire dalle prossime settimane si possa vedere un risultato concreto. Pag. 16
  Come diceva molto bene l'onorevole Oliverio, abbiamo atteso l'eventuale nuovo regolamento dell'Unione europea, perché ci sembrava logico e sensato e perché naturalmente questo poteva incidere profondamente anche sul modo in cui costruire il nostro sistema dei controlli.
  A ora non abbiamo certezze. Vedremo se nelle prossime settimane arriverà un segnale definitivo da parte della Commissione. Vi sono stati alcuni incontri anche negli ultimi giorni.
  In ogni caso, il tempo dell'attesa per alcuni versi è finito e crediamo che in ogni caso, a prescindere dalle decisioni che l'Unione europea assumerà, sia importante procedere, eventualmente anche unilateralmente e mettendo mano a modifiche qualora fosse necessario (tuttavia, non crediamo che sarà così).
  Io vi ringrazio, anche per le parole di stima che sono state pronunciate. Spero di meritarle, più che per la storia o per la fisiognomica, soprattutto per gli atti politici che insieme porteremo avanti.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Vice Ministro e i colleghi della Commissione per questo dibattito, che è stato molto utile e costruttivo, come è consuetudine in questa sede.
  Noi abbiamo affrontato un tema molto delicato, che rappresenta un'opportunità vera e concreta per l'agricoltura italiana e un'offerta importante verso il consumatore, che, come veniva ricordato, oggi chiede una qualità complessiva del prodotto che si estende anche ai processi produttivi, dalla qualità del prodotto in sé alla sostenibilità del processo di produzione.
  Registriamo questa forte crescita del settore biologico nel nostro Paese. Ciò rischia di renderlo anche un po’ vulnerabile, come tutte le cose che hanno una crescita rapida, in particolar modo in agricoltura, dove il fattore tempo non è mai una variabile di poco conto.
  Questo ci stimola a riprendere l'attività legislativa che avevamo avviato già da un po’ di tempo. Le ragioni per cui c'eravamo fermati sono state riprese anche nella discussione di questa mattina.
  Anche io credo, come sottolineava in ultimo il Vice Ministro, che di fronte a questa inerzia dell'Unione europea noi non possiamo più attendere, per le ragioni che abbiamo sottolineato: l'agricoltura italiana è una grande opportunità e c'è una forte domanda del consumatore italiano rispetto a questo tipo di prodotto.
  Peraltro, oltre alla crescita della produzione nazionale, c'è una crescita delle importazioni altrettanto significativa che, come sottolineato, non sempre ha lo stesso parametro di sicurezza che contraddistingue le produzioni nazionali.
  Il fatto che la stampa e la televisione si concentrino in particolar modo su questo aspetto denota la delicatezza che questo settore sta registrando.
  Anche alla luce del confronto di questa mattina e delle decisioni che l'Ufficio di presidenza della Commissione aveva già assunto prima che le cronache se ne occupassero, stabiliamo di riprendere il lavoro sulla proposta di legge relativa al settore. Sarà cura della presidenza calendarizzare i lavori in modo tale che ci sia un esame rapido e possibilmente anche conclusivo nei tempi che ci vorremo dare.
  Quanto alla vicenda che ha riguardato il Vice Ministro e che è stata ricordata, anch'io mi associo all'attestazione di stima del capogruppo Oliverio, pur non provenendo dagli stessi ambienti. Ho acquisito questa certezza nella frequentazione più recente con il Vice Ministro, ma sono anch'io sicuro che assumerà le decisioni più opportune, attestati i fatti, a tutela dell'esercizio e della funzione che svolge presso il ministero.
  Ringrazio il Vice Ministro Olivero e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.20.

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