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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 43 di Mercoledì 18 gennaio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 

Esame testimoniale del Gen. B. Carmelo Covato, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato Maggiore dell'Esercito:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 3 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 3 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 4 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 4 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 4 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 5 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 5 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 8 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 8 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 ,
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 9 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 9 ,
Cova Paolo (PD)  ... 9 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 9 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 10 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 10 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 10 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 10 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 11 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 11 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 11 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 11 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 12 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 12 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 12 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 12 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 12 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 12 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 12 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 13 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 13 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 13 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 13 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 14 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 14 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 14 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 14 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 14 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 15 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 15 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 15 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 15 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 15 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 15 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 16 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 16 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 16 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 16 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 16 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 16 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 16 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 16 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 16 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 17 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 17 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 17 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 17 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 17 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 17 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 17 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 17 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 17 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 17 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 18 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 18 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 18 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 18 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 18 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 18 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 18 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 18 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 18 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 18 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 19 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 19 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 19 ,
Covato Carmelo , Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito ... 19 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 19 

Comunicazioni del Presidente:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Esame testimoniale del Gen. B. Carmelo Covato, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato Maggiore dell'Esercito.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale del generale Carmelo Covato della Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'Esercito, che saluto e ringrazio, anche a nome dei colleghi, per la sua presenza.
  Ricordo che la Commissione, in adempimento dei propri compiti, così come fissati dall'articolo 1 della delibera della Camera dei deputati istitutiva della Commissione del 30 giugno 2015, ha deliberato di procedere, ai sensi degli articoli 13, comma 1, e 15, commi 1 e 2, del proprio Regolamento interno, all'audizione del generale Covato in qualità di persona informata dei fatti ai fini dello svolgimento dell'inchiesta, nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta svolgendo per valutare l'esistenza di un rischio lavorativo per il personale civile e militare impiegato nei poligoni militari.
  Al fine di consentire alla Commissione di valutare l'applicabilità delle garanzie che per disposizioni regolamentari e per prassi costante vengono riconosciute ai soggetti indagati che compaiono in audizione, la prego cortesemente di voler confermare alla Commissione che non le risulta di essere sottoposto a indagini in procedimenti connessi all'oggetto dell'inchiesta parlamentare.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Confermo.

  PRESIDENTE. Grazie molte. Iniziamo i nostri lavori, stabilendo che, ove necessario, la Commissione può proseguirli in forma segreta. Qualora lei lo ritenesse necessario, avrà la cortesia di farcelo sapere.
  Signor generale, da quanto tempo svolge l'incarico di capo della Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione? Quali competenze tecnico-scientifiche sono richieste per svolgere questo incarico?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Io svolgo questo incarico dal settembre 2013.
  L'incarico è previsto per ufficiale generale proveniente dalle varie Armi dell'Esercito, per cui non è richiesta alcuna particolare competenza. È un incarico previsto per gli ufficiali generali delle varie Armi, quindi non necessariamente un tecnico. Infatti, io non sono un tecnico, ma sono un ufficiale proveniente dall'Arma del Genio. Pag. 4Non è richiesta alcuna competenza specifica particolare.

  PRESIDENTE. Come si esplica l'attività di coordinamento svolta dalla sua direzione ai fini della prevenzione degli infortuni e per la tutela della salute dei lavoratori?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. La mia direzione è nata in aderenza con quanto previsto dal Testo unico sull'ordinamento militare (TUOM), in particolare, se ricordo bene, dall'articolo 252.
  Il TUOM stabilisce che gli Stati maggiori di Forza armata, lo Stato maggiore della Difesa, il Segretariato, nonché il Comando generale possano costituire presso il proprio vertice un'organizzazione che coordini l'attività prevenzionale prevista dal TUOM stesso, ossia gli uffici che si occupano di prevenzione, e l'attività di vigilanza prevista sempre dal TUOM, in ottemperanza a quanto indicato, invece, dal decreto legislativo n. 81.
  Lo Stato maggiore dell'Esercito ha inteso darsi questo tipo di organizzazione. Credo che sia stata la prima fra le forze armate, ma poi anche le altre hanno seguito più o meno nello stesso modo. Nel 2012 è stata creata questa direzione, che inquadra l'Ufficio antinfortunistica e medicina del lavoro, per la parte prevenzionale, e l'Ufficio per il coordinamento dei servizi di vigilanza d'area, che si occupa della parte relativa alla vigilanza sugli aspetti antinfortunistici.
  Da circa un anno abbiamo ritenuto opportuno – io l'ho proposto e il Capo di Stato maggiore dell'Esercito l'ha autorizzato – di includere nell'ambito della direzione anche la parte relativa alla tutela ambientale. Tali elementi di organizzazione prima risiedevano in altri reparti dello Stato maggiore, mentre adesso sono stati inglobati nella mia direzione, con un ufficio specifico, per cui io ho il compito di coordinare le attività di prevenzione, di vigilanza e di tutela ambientale.

  PRESIDENTE. La tutela ambientale comporta anche le bonifiche?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Comporta anche le bonifiche, naturalmente quando si rendono necessarie.
  Ovviamente io parlo sempre del livello centrale. Noi abbiamo il compito di dare indirizzi di policy e direzione scientifica su molti aspetti, però poi nella pratica la parte prevenzionale fa capo direttamente ai datori di lavoro, mentre le bonifiche fanno capo al comandante in generale. Infatti, nella parte relativa alla tutela ambientale naturalmente la figura datoriale non assume lo stesso significato che ha nella parte prevenzionale antinfortunistica.
  Pertanto, questo fa capo alla periferia. Laddove esiste il problema, viene individuato, viene trattato come previsto dalla norma e, se si deve dar seguito a bonifiche, i comandanti in loco hanno la possibilità, ricevute le risorse, di procedere con le bonifiche stesse.

  PRESIDENTE. Lei o il suo ufficio avete avuto modo di prendere visione dei documenti di valutazione del rischio (DVR) in tutte le strutture dell'Esercito?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Nossignore, nel senso che, come organo di vertice, noi abbiamo dato tutte le indicazioni che riteniamo necessarie per l'elaborazione dei documenti di valutazione dei rischi e promuoviamo la formazione di tutte le figure professionali che approcciano l'argomento, però il documento di valutazione dei rischi fa capo strettamente al datore di lavoro ed è sua precipua responsabilità.
  Noi forniamo tutta l'assistenza che ci chiedono e verifichiamo, quando necessario, in sede di ispezione con la vigilanza. Pertanto, sono stati sottoposti a controllo gli enti che sono stati sottoposti a ispezione.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Tuttavia, come organo di vertice, qual è quello che lei guida, quali strumenti avete a disposizione per poter godere della certezza che, laddove prevista nei luoghi di lavoro – e nei luoghi di lavoro è prevista dappertutto – la predisposizione del DVR effettivamente avvenga?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Il nostro strumento di controllo – lo ripeto – è innanzitutto il fatto che...

  PRESIDENTE. Signor generale, io le vorrei affidare, se mi permette e se il terremoto ce lo permette, un compito un po’ delicato. Noi ancora abbiamo difficoltà a inquadrare quella che potremmo definire «la filiera» riguardo ai vari ambiti e ai vari step che dal vertice scendono a valle.
  Inoltre, almeno io ho ancora una difficoltà e non ho nessun problema a dichiararla: ci manca la certezza che il vertice possa avere contezza di tutto, perché potrebbe verificarsi, al di là delle più nobili intenzioni, che il penultimo livello non controlli adeguatamente l'ultimo, il terzultimo non controlli il penultimo e così via.
  Questo darebbe modo – anche se cose di questo tipo avvengono quando c'è una volontà perversa e non è certamente il caso dell'Esercito né delle altre forze armate – di agire con il sistema di quelle che vengono definite «scatole cinesi», dove una ne contiene l'altra e così via.
  Lei ci può aiutare a comprendere come si sviluppa e si articola questa architettura, in maniera tale che, avendo il piacere di interloquire con il vertice, noi possiamo essere tranquillizzati riguardo al fatto che «per li rami» venga effettivamente fatto tutto ciò che la norma prevede?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Assolutamente, credo di poter dare questo tipo di spiegazione.
  Come tutti sanno, il TUOM da questo punto di vista prevede che il responsabile a individuare il livello di comando a cui assegnare le funzioni datoriali è il capo di Stato maggiore dell'Esercito, così come lo sono i capi di Stato maggiore delle altre forze armate, della Difesa eccetera.
  Il capo di Stato maggiore dell'Esercito, per mio tramite – nel senso che gliel'ho proposto io – ha elaborato una direttiva sui datori di lavoro, in cui, oltre a individuare in maniera precisa i criteri che sono stati posti alla base per decidere se un livello era o non era da considerare quello datoriale, ha allegato un elenco puntuale di tutti gli enti della forza armata a cui si attesta la funzione datoriale.
  Pertanto, non è possibile, perché sarebbe assolutamente contro natura, che un comandante periferico di un reggimento x o di un deposito y non sappia che su di lui si attesta la funzione datoriale.
  Fra i criteri a premessa di questo elenco, vengono elencate puntualmente anche quali sono le responsabilità. È scritto e sottolineato mille volte che fra le molteplici responsabilità del datore di lavoro ce ne sono due particolarmente importanti e assolutamente non delegabili: la valutazione del rischio, con conseguente compilazione del documento di valutazione, e la nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
  Di conseguenza, non esiste comandante a cui sia stata attribuita la funzione datoriale che non sappia che è sua precisa responsabilità effettuare la valutazione del rischio, nell'ambito di tutte le articolazioni del suo ente, ed elaborare un documento di valutazione del rischio.
  Nelle occasioni in cui il nostro personale dedicato alla vigilanza ha avuto modo di effettuare ispezioni – e sono tante – ha potuto riscontrare a volte carenze, ma mai l'assenza totale del documento di valutazione dei rischi.
  Per questo motivo vi dico che sono confidente. Non ho potuto visionare personalmente, così come non hanno potuto i miei ispettori, tutti gli enti attestati, perché si parla di circa 300 enti e, quindi, la forza armata annovera circa 300 figure datoriali. Non ho controllato personalmente 300 documenti di valutazione del rischio, ma sono Pag. 6confidente nel dire che il documento di valutazione dei rischi di ciascuno di questi datori di lavoro esiste.

  PRESIDENTE. Di quanto tempo lei avrebbe bisogno, signor generale, per poterlo assicurare a questa Commissione? Lei è confidente e le fa onore che usi questa espressione, che certamente fa bene. Nondimeno, però, in qualche modo anche a sua tutela, noi saremmo interessati a poter vedere certificata questa condizione, in ossequio ai poteri che il Parlamento ci ha conferito.
  Se noi quest'oggi le chiedessimo – ed è quello che sto facendo di fatto a nome della Commissione – di approntare in maniera analitica e puntuale una verifica presso tutti i datori di lavoro che lei ha genericamente citato riguardo all'effettiva cogenza del DVR, per poterci fornire questa comunicazione di quanto tempo avrebbe bisogno?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Signor presidente, onestamente, se io devo chiedere a ciascun datore di lavoro di darmi assicurazione scritta, è un compito facilissimo.

  PRESIDENTE. Esatto.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Domani io le darò questo dato. Scrivo a tutti gli enti: «Voglio una dichiarazione scritta che tu, datore di lavoro, hai il tuo documento».

  PRESIDENTE. Per noi sarebbe sufficiente questo in prima battuta.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Se poi questo si traduce nel mandare materialmente un ispettore per verificare, oltre che la presenza, anche l'adeguatezza, i tempi sono più lunghi.

  PRESIDENTE. Noi lavoriamo per il Parlamento, perché quest'ultimo ci ha chiesto di lavorare fondamentalmente per voi militari, quindi in prima battuta desidero dirle che noi ci fidiamo. Personalmente, mi piace anche l'impostazione che lei dà.
  Alla luce delle sue dichiarazioni, sulla base di questa procedura rapida e comunque oggettivamente riscontrabile, noi le saremmo grati se lei ci facesse pervenire questo tipo di dichiarazione per la prossima settimana.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Infatti, le stavo per chiedere qualche giorno, perché sono confidente che i miei colleghi sono bravi, però ci sarà sempre uno che arriverà il giorno dopo.

  PRESIDENTE. Assolutamente, se c'è bisogno di qualche giorno in più della prossima settimana non c'è problema. Stabiliamo di non andare oltre il mese di gennaio.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Le farò una comunicazione ufficiale di aver ricevuto assicurazione da parte di tutti i datori di lavoro della forza armata sul fatto di aver effettuato la valutazione dei rischi – perché questa è la cosa importante – e di aver redatto il documento di valutazione dei rischi.

  PRESIDENTE. Grazie, signor generale. Sulla base della sua esperienza e prima ancora competenza, lei ritiene che le strutture dell'Esercito che si occupano di vigilanza in tema di sicurezza e salute del lavoro abbiano risorse sufficienti, sia sul piano della dotazione organica che su quello delle competenze operative che gli vengono Pag. 7riconosciute, per effettuare un'efficace azione di controllo?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Signor presidente, a questa risposta io non posso sottrarmi. So che può sembrare scontato, ma è così. Purtroppo, le risorse di cui disponiamo non sono mai sufficienti. Se io disponessi di risorse finanziare e umane superiori a quelle che ho, sicuramente sarei il primo a esserne felice, perché potrei assicurare maggiore aderenza alla mia attività.
  Le risorse – lo ripeto – non sono mai sufficienti. Ciononostante, noi facciamo fronte a tutto quello che è previsto, naturalmente stabilendo delle priorità.
  Noi abbiamo un numero cospicuo di segnalazioni di incidenti, perché, parlando di incidenti che prevedono un minimo di assenza continuativa di tre giorni dal lavoro, lei può immaginare che la gamma è amplissima e basta veramente poco.
  Siccome il mio ufficio per la vigilanza, l'Unità di coordinamento dei servizi di vigilanza (UCOSEVA), valuta tutte le segnalazioni che arrivano, indistintamente, non può che cercare di prioritarizzare e intervenire laddove si individua qualche elemento di criticità in più rispetto ad altre situazioni.
  I nostri ispettori sono costantemente impegnati, sono sempre in giro e hanno la loro scala di priorità in relazione ai mandati che ricevono e fanno tutto quello che riescono. Non nego che con risorse superiori faremmo ancora meglio. Io dico sempre che la sicurezza costa, lo sappiamo tutti.

  PRESIDENTE. Come la democrazia.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. La sicurezza ha un costo altissimo, sia in termini finanziari che in termini di risorse umane e di risorse personali.
  Infatti, richiede impegno, perché fare l'ispettore non è semplice; bisogna andare a fare le pulci ai colleghi, assumendosi la responsabilità di contestare comportamenti, situazioni e quant'altro, quindi anche emotivamente è un lavoro molto impegnativo.
  Pertanto, se avessimo più risorse, sarei il primo a esserne felice.

  PRESIDENTE. A proposito di questo, noi ci siamo fatti un'idea, a seguito di queste audizioni o esami testimoniali che dir si voglia: anche, se non soprattutto, a causa di questa incongrua dotazione di mezzi di vario genere per le strutture ispettive, di fatto vengono svolte ispezioni programmate.
  Ci sono le ispezioni che vengono fatte alla fine dell'anno o all'inizio – almeno questo ci hanno detto – e quelle conseguenti alla denuncia di infortuni che si sono verificati. Dunque, ci sono un ambito certo, che viene definito a monte, e quello che, nello svolgersi dell'annualità, si manifesta in ragione degli accadimenti, e basta.
  Ciò che abbiamo potuto maturare, almeno io e alcuni dei miei colleghi, è che l'attività ispettiva per antonomasia, quella cioè fatta all'insaputa del soggetto che la dovrà «subire», non avvenga mai. Pertanto, la possibile deterrenza che l'esistenza di un organismo ispettivo d'ufficio determina nei confronti di quanti eventualmente volessero trascurare di essere in regola con le norme...
  Mi sto spiegando, vero, signor generale?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Sì, è tutto chiaro.

  PRESIDENTE. L'idea che ci siamo fatti è giusta? Voi dall'oggi al domani non fate ispezioni al di fuori della programmazione annuale e delle segnalazioni per gli infortuni?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Direi che non è esattamente Pag. 8 così, nel senso che innanzitutto le ispezioni conseguenti a segnalazioni di incidenti avvengono perché purtroppo è già successo l'incidente.
  Di conseguenza, è normale che un datore di lavoro che ha subìto un incidente si possa attendere, in relazione alla gravità, una visita ispettiva, però di sicuro la visita ispettiva non è preannunciata. L'ispettore arriva se lo ritiene opportuno e se l'ufficio l'ha valutato opportuno, oppure chiede un'integrazione documentale, ma di sicuro non c'è un preavviso. È normale che il datore di lavoro che ha subìto un incidente si possa attendere un'attività ispettiva.
  Per tutto il resto, per situazioni delegate dall'autorità giudiziaria, esposti o quant'altro e anche per le ispezioni programmate...
  Le ispezioni programmate si chiamano così solo perché vengono programmate a priori, su indicazioni che vengono in parte dall'ufficio, che ha il polso della situazione, e in parte da me, come figura di coordinamento. Vengono sottoposte all'approvazione del capo di Stato maggiore dell'Esercito, perché è giusto che sia lui che approvi, ma l'elenco non viene divulgato.
  Le ispezioni programmate inizialmente o anche in corso d'anno – infatti, nessuno ci toglie la possibilità di decidere un giorno di programmare ulteriori ispezioni – vengono approvate dal capo di Stato maggiore, ma ne siamo a conoscenza io, il mio capo ufficio e nessun altro. L'ispettore stesso riceve il mandato nel momento in cui noi decidiamo che è arrivato il momento opportuno, anche in relazione agli impegni e, quindi, alle risorse, di andare a fare quell'ispezione.

  PRESIDENTE. Tuttavia, acquisita la riservatezza d'ufficio, per una doverosa manifestazione di fiducia, fatto cento il totale e stabilendo che vengano programmate ispezioni per 20 e che succedano incidenti per dieci, rimane fuori 70. Questo 70 è un ambito che, magari per le ragioni che lei ha detto di incongruità della struttura eccetera, di fatto resta al di fuori delle attività di ispezione che gli uffici vorrebbero sviluppare.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Comunque, è chiaro che noi...

  PRESIDENTE. Signor generale, stiamo cercando di inquadrare la questione, mi pare con molta reciproca volontà di collaborare.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Assolutamente. Infatti, ho capito benissimo qual è il senso. Vorrei semplicemente aggiungere una cosa.
  Mentre, come dicevo, le ispezioni a seguito di infortuni sono in un certo senso dovute, perché è giusto che, se il nostro personale si è fatto male, si capisca, fosse anche solo per evitare che si ripeta quel tipo di incidente, ribadisco che le ispezioni programmate vengono effettuate valutando quelle che noi, dal nostro osservatorio privilegiato, riteniamo situazioni particolari di crisi.
  Ci sono situazioni in cui magari è impellente la problematica amianto e altre dove è impellente la problematica dello scivolare dalle scale. Sembra stupido, però succede anche questo purtroppo. Molto spesso sono incidenti lievissimi, però, siccome si ripetono sempre negli stessi posti, non si può non andare a vedere per quale motivo succede sempre.
  Naturalmente, come dicevo, con risorse maggiori il 70 per cento a cui faceva riferimento lei – e io condivido – verrebbe assolutamente coperto, ma quello che copriamo è quello che riteniamo veramente il minimo indispensabile per poter dire che nell'ambito della mia forza armata – io parlo per la mia forza armata – la sicurezza viene sempre prima di ogni cosa.
  Questa è una priorità che il capo di Stato maggiore dell'Esercito ha affermato e ribadito in mille consessi. Io naturalmente, che ne sono il primo responsabile, non posso che esserne soddisfatto, perché significa che si dà importanza al lavoro che svolgo.

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  PRESIDENTE. Ne siamo felici.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, generale. Vorrei chiedere uno spunto di riflessione su vigilanza, prevenzione e protezione in particolari situazioni. Per particolari situazioni intendo i teatri operativi di guerra dove i nostri contingenti vengono inviati in missioni internazionali.
  La domanda è: chi è il datore di lavoro in quel frangente e come viene individuato?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. La risposta è chiarissima: il datore di lavoro viene individuato dal capo di Stato maggiore della difesa, però nella fattispecie il capo di Stato maggiore della difesa, per il compito specifico, delega il comandante del comando operativo interforze (COI) di vertice.
  Dunque, quando nella pianificazione operativa un reparto viene designato per essere impiegato all'estero, nella designazione il comandante del COI stabilisce già a priori a quale livello si attesta la figura datoriale.
  Per questi tipi di teatri, quelli più frequenti che ci troviamo a gestire, dove magari il livello di impegno è il livello brigata, quasi sempre il comandante del Comando operativo di vertice interforze attesta la funzione datoriale al comandante di brigata. Infatti, come dicevo, la responsabilità in questo caso non è del capo di Stato maggiore dell'esercito, ma del comandante del COI. Ci sono altre situazioni dove magari il livello di impegno è più basso e allora il comandante viene designato quale datore di lavoro.

  PAOLO COVA. Ringrazio l'audito. Vorrei porre due domande. La prima concerne una questione che ho già sollevato in altre occasioni, ma non mi è chiara. Provo a vedere se lei riesce a darmi delle indicazioni.
  Ci sono le visite ispettive programmate. Fatte 100 le strutture, in quanti anni vengono visitate tutte? Non è che tutti gli anni si visitano le solite 20, mentre le altre 80 non vengono mai visitate? In Italia c'è questa buona abitudine di andare sempre dove è tutto a posto.
  Sarebbe importante capire se le visitate tutte nell'arco di due anni, nell'arco di tre anni o nell'arco dei dieci anni, perché questo cambia il contesto. Se lei mi dice che in dieci anni le vedete tutte è un conto, mentre se in tre anni fate tutte le visite di routine la situazione cambia.
  C'è una seconda domanda che ho già posto altre volte e che provo a fare anche a lei. Le visite programmate vengono programmate e vengono indicate, ma la tempistica di quando farle e di quando scegliere di andare è una libera scelta dell'ispettore, oppure nel momento in cui voi decidete quali sono le strutture date anche delle tempistiche?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Credo di averlo accennato prima, ma lo ripeto. Mi riferisco alla sua seconda domanda. Nel momento in cui le ispezioni vengono programmate, nel senso che viene stilato un elenco di enti che devono essere visitati, questo elenco è in possesso solo ed esclusivamente del direttore e del capo ufficio che coordina l'attività.
  L'ispettore riceve il mandato quando ritenuto opportuno da chi ha fatto la programmazione, quindi non è l'ispettore che ha una gamma di possibilità, si sveglia la mattina e decide in quale infrastruttura andare. È dal centro che viene elaborato un mandato e l'ispettore riceve il mandato di effettuare una visita ispettiva in un determinato ente.
  Cerchiamo di evitare di indicare un giorno preciso, perché ci siamo resi conto nel tempo che ci sono diverse variabili che non sono gestibili da noi, come possibili interferenze esterne dovute al maltempo oppure a impegni dell'ultimo momento. Viene fornita una finestra in cui andare a Pag. 10effettuare l'ispezione. Spero che questo risponda alla seconda domanda.
  Per quanto riguarda la prima domanda, come dicevo, le ispezioni programmate vengono effettuate in maniera ragionata. Lei faceva riferimento al fatto che magari ci sono posti che non vengono mai visitati.
  Le do un'informazione. L'anno scorso uno dei criteri posti da me per elaborare l'elenco degli enti da visitare, sottoposto poi all'approvazione del capo di Stato maggiore, è stato quello di andare a vedere gli enti dove non succede mai nulla.
  Naturalmente noi abbiamo un database di tutti gli incidenti e gli infortuni. Ci sono enti dove, per fortuna, non succede nulla o quasi, nel senso che vengono fatte pochissime segnalazioni.
  Situazioni del genere possono essere dovute a tante cose. La prima ipotesi, poiché noi abbiamo grandissima fiducia nei nostri colleghi, è che quel datore di lavoro ha organizzato talmente bene la sua struttura lavorativa e la sua struttura di prevenzione e protezione che non succede nulla.
  Tuttavia, a volte qualche dubbio sorge anche a noi e abbiamo stabilito di andare a verificare quei posti dove non succede mai nulla. Un criterio è stato questo. Ce ne sono stati altri nel corso degli anni.
  Non posso dirle scientificamente: «Ho preso l'elenco di tutti gli enti e li ho spuntati tutti». Tuttavia, le posso sicuramente dire che di tutti i nostri enti sono stati visitati tutti quelli che ritenevamo opportuno e necessario visitare.

  PRESIDENTE. Dalla documentazione fornita dall'Ufficio di coordinamento centrale della vigilanza (UCOCEV) risulta che presso il poligono di Capo Teulada negli ultimi sei anni, più esattamente dal 2011 al 2016, UCOSEVA avrebbe svolto due sopralluoghi programmati.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Sì.

  PRESIDENTE. Invece, avrebbe effettuato dieci accessi ispettivi a seguito di infortuni sul lavoro. Nello stesso periodo nessuna ispezione programmata sarebbe stata effettuata a Torre Veneri, Alta Murgia, Casalborsetti e Cellina Meduna.
  Se questi dati, come immagino lei ci confermerà, corrispondessero alla realtà, lei come li commenterebbe?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Naturalmente, come ho appena finito di dire, le ispezioni programmate vengono svolte quando si ha la sensazione e c'è evidenza che ci sia qualcosa che non funziona.
  Io vorrei fare una premessa: l'istituzione di questa Commissione d'inchiesta, che io seguo dal primo giorno in cui avete cominciato i vostri lavori, è stata fonte di ispirazione per parecchie valutazioni.

  PRESIDENTE. Ci dice una cosa bellissima. Innanzitutto, apprezziamo l'eufemismo dotto «essere fonte d'ispirazione». Qualcuno di noi parlava di «pedagogia della deterrenza», però ci piace anche «ispirazione».

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Questa è una mia considerazione del tutto personale.

  PRESIDENTE. È molto apprezzata.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Io ritengo che la Commissione faccia il mio stesso lavoro – me lo consenta, so che è abbastanza presuntuoso dirlo – nel senso che perseguiamo gli stessi scopi.
  Siccome ho avuto modo di apprezzare che l'interesse della Commissione è molto concentrato sugli aspetti connessi alle attività addestrative nei poligoni, è chiaro che la mia attenzione da qualche giorno – anche questo è un eufemismo – è rivolta ai nostri poligoni. Pag. 11
  Di conseguenza, nelle prossime attività programmate i miei ispettori si devono aspettare parecchi impegni nei poligoni, appunto perché probabilmente in passato abbiamo concentrato la nostra attenzione su qualcos'altro.
  Siccome, come dicevo prima, tutto ciò che sollecita in noi la possibilità di aumentare la confidenza, mia personale perché è giusto che sia così, ma soprattutto del mio capo di Stato maggiore dell'Esercito, che le nostre unità operano sempre con la massima sicurezza, in futuro sicuramente l'attenzione sarà rivolta molto ai poligoni.
  Perché non ci siamo andati prima? Perché abbiamo visto che molti infortuni succedevano in altre aree, però effettivamente...

  PRESIDENTE. In un certo libro si dice: «Se succede questo al legno secco, che ne sarà di quello verde?» Fuor di metafora, se gli infortuni succedono negli ordinari posti di lavoro, immaginiamoci cosa può succedere nei poligoni.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Signor presidente, da questo punto di vista, però, le devo dire una cosa. Per carità, non voglio fare una sviolinata ai miei colleghi comandanti o ai nostri uomini e alle nostre donne, ma le posso assicurare che, da quello che io vedo, nell'attività addestrativa, probabilmente perché il personale si trova un po’ più nel suo ambito, probabilmente perché è più concentrato, probabilmente perché è più consapevole che se si addestra bene mette mattoncini sul muro della sicurezza, l'incidentistica è minore rispetto alle attività routinarie. Purtroppo, è così.

  PRESIDENTE. Tuttavia, i dati che le ho appena citato ci dovrebbero indurre a immaginare il contrario. Abbiamo detto che a Capo Teulada negli ultimi sei anni ci sono stati dieci accessi ispettivi a seguito di infortuni sul lavoro. Magari lei ritiene che per l'impiego che viene fatto di quel poligono i dieci accessi sono una quantità fisiologicamente accettabile.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Di fisiologicamente accettabile dal punto di vista degli incidenti non ci dovrebbe essere nulla, perché io preferirei che il dato fosse sempre a zero.
  Tuttavia, è fisiologicamente accettabile, visto che Capo Teulada è il nostro principale poligono ed è impiegato quasi costantemente. Si alternano una miriade di reparti, con attività che sono molto più complesse di quelle che si svolgono in altri poligoni, perché ci sono attività che è possibile fare solo nel poligono di Capo Teulada. Ciò non toglie che bisognerà rivolgere l'attenzione anche agli altri.

  PRESIDENTE. Lei sa dirci, signor generale, quante violazioni mediamente vengono contestate all'anno dagli ispettori che fanno capo alla sua direzione?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Certo, perché passano da me.
  C'è stata una prima fase, quando l'attività è partita, probabilmente per non sufficiente attenzione da parte dei nostri colleghi, che magari ritenevano alcuni aspetti secondari, non dal punto di vista della sicurezza del personale, ma dal punto di vista della documentazione da produrre, degli atti, dell'attività informativa...

  PRESIDENTE. Li può quantificare?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Sì, siamo partiti con una media che si aggirava intorno alle 40 violazioni riscontrate in un anno nel 2013 e via via ce sono state una decina in meno e poi un'altra decina in meno. Nell'ultimo anno le violazioni si attestano intorno alla decina. Naturalmente – me lo consenta – Pag. 12io leggo questo come una maturazione da parte di tutti verso una maggiore consapevolezza.

  PRESIDENTE. Diciamo che è una possibile chiave di lettura.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Io sono ottimista e la voglio vedere in questo modo.

  PRESIDENTE. Ho una domanda articolata adesso. Vorrei sapere se la sua direzione ha elaborato e divulgato direttive o linee-guida in merito ai seguenti aspetti: criteri per la valutazione di specifici rischi, criteri per la valutazione dei rischi di interferenza, con particolare riferimento alle attività addestrative sperimentali, e misure di prevenzione e protezione.
  Se lei avesse elaborato linee-guida e direttive, noi, oltre a esserne felici, le chiederemmo di poter avere copia di questi documenti.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Certo. Una primissima linea-guida molto generica per il datore di lavoro era stata già elaborata prima che io assumessi il mio incarico, quando ancora non esisteva la parte vigilanza, ma solo la parte prevenzionale, che era inquadrata nel nostro comando logistico.
  Esiste, quindi, una prima guida, che stiamo aggiornando e cercando di migliorare. Spero che nel giro di qualche settimana possa essere posta all'approvazione del capo di Stato maggiore dell'Esercito.
  Sempre a cura dell'ufficio antinfortunistica e medicina del lavoro, sono state elaborate linee-guida per la valutazione di rischi specifici, come il rischio da stress lavoro-correlato e qualcos'altro da questo punto di vista. Adesso non ricordo se sono linee-guida o sono semplici indicazioni di chiarimento su vari aspetti quali l'amianto, il radon e quant'altro.
  Inoltre, è stata elaborata ed è all'approvazione del capo di Stato maggiore dell'Esercito una direttiva per l'attività prevenzionale/documentale che deve essere fatta nei poligoni. Quando io prima le dicevo che i lavori della Commissione per me sono motivo di profonda riflessione...

  PRESIDENTE. Ispirazione.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Riflessione prima e poi ispirazione. Una delle ispirazioni, viste le criticità che abbiamo riscontrato nel raccogliere la documentazione dei vari poligoni, è stata quella di elaborare una direttiva che una volta per tutte indichi in maniera precisa quali sono i documenti prevenzionali che devono essere elaborati sia dai gestori dei poligoni che dagli enti che vanno ad addestrarsi. In tal modo avremo uniformità nell'elaborazione dei documenti e – si spera – anche più efficacia dal punto di vista prevenzionale.
  Non è particolarmente importante, però saprà che il nostro sottocapo di Stato maggiore dell'Esercito durante le vacanze natalizie ha avuto un brutto incidente sulle piste da sci ed è a casa con una serie di costole rotte. Siccome è corretto e doveroso che un documento posto all'approvazione e alla firma del capo di Stato maggiore venga prima vistato dal sottocapo, questa mattina dei corrieri sono andati a casa del sottocapo di Stato maggiore per fargli approvare questo documento insieme a tanti altri, che poi passeranno all'approvazione del capo.
  Anche in questo caso confido che nel giro di qualche settimana sia pronta e sia emanata a tutti questa direttiva, che naturalmente prende in considerazione anche il rischio interferenziale, cosa che era già ben nota a tutti.

  PRESIDENTE. A proposito di rischio interferenziale, lei ritiene, sulla base della sua conoscenza diretta, che i documenti unici per la valutazione dei rischi da interferenze (DUVRI) vengano predisposti con assoluta regolarità?

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  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Viene sicuramente effettuata – e deve esserlo, altrimenti questo sarebbe motivo di sanzione – la valutazione dei rischi da interferenze.
  In direzione abbiamo dato un'interpretazione che riteniamo corretta, ma siamo prontissimi... In effetti, è mia intenzione proporre questa direttiva a un tavolo tecnico interforze, perché vorrei tanto che venisse condivisa a livello di tutta la Difesa, possibilmente con la partecipazione di enti esterni quali aziende sanitarie locali, Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (INAIL) e altri, in maniera tale che l'interpretazione sia condivisa a livello generale nel Paese.
  Siccome la normativa di riferimento, cioè la legge n. 81, parla di documento unico di valutazione dei rischi interferenziali solo nei casi di appalti, noi riteniamo che questa fattispecie non sia corretta, non nel senso che non si debba fare la valutazione dei rischi, che è assodata, ma nel senso che non debba essere redatto quel documento formattato in quel modo, perché quello è un documento che va allegato a un contratto d'appalto fra datori di lavoro di amministrazioni diverse.
  Il nostro è un caso specifico: sono datori di lavoro della stessa amministrazione, uno che gestisce un'area e la conosce in quanto «hardware» dove operare e qualcun altro che deve andare lì e deve lavorarci. Ognuno dei due conosce rischi specifici dovuti sia alla gestione dell'area sia alle attività che si va a condurre.
  È pacifico che i due comandanti si devono parlare, si devono coordinare, si devono scambiare informazioni e devono fare una valutazione di eventuali rischi dovuti alla coesistenza contemporanea nella stessa area, però questo può essere fatto con un documento che noi in questa direttiva abbiamo chiamato «verbale di coordinamento», che costituisce a tutti gli effetti un DUVRI, ma non è formattato come un DUVRI. Peraltro, il decreto n. 81 quando parla di documenti dà indicazioni sul format da utilizzare solo ed esclusivamente per il DUVRI.
  Questa è una valutazione che è stata fatta, ma io sono aperto a ridiscutere questa questione in sede interforze, confrontandomi con gli altri. Se dovesse emergere che questo verbale di coordinamento non ha lo schema che abbiamo proposto noi, ma ha il format previsto dal decreto n. 81, io lo riterrei inadeguato, perché noi abbiamo delle specificità che abbiamo inteso meglio rappresentare nello schema che abbiamo proposto noi. Tuttavia, se così dovesse emergere, faremo il DUVRI, così come previsto dal decreto n. 81.
  Una cosa è certa: non è possibile che dal punto di vista sostanziale non venga fatta la valutazione dei rischi da interferenza.

  PRESIDENTE. Io avrei un paio di domande, se non avete troppa fretta. Se lei, generale, mi aiuta, cercherò di essere più veloce.
  In base alle risultanze dell'attività della sua direzione, ritiene che le attuali conoscenze e competenze dei datori di lavoro, dei responsabili del servizio prevenzione e protezione (RSPP) e dei medici competenti siano sufficienti a valutare compiutamente tutti i rischi per la salute e la sicurezza del personale?
  È una valutazione soggettiva, però lei rappresenta il vertice, quindi è abilitato pienamente a farla.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. È una domanda impegnativa. Io, come dicevo prima, sono ottimista e confido nelle capacità dei miei colleghi, però, siccome qualche volta mi tornano delle sanzioni a carico di datori di lavoro, di dirigenti preposti e anche di lavoratori, se la mia risposta deve essere onesta fino in fondo, devo dire che a volte qualcosa non è adeguato. Mi piacerebbe poter dire che nessuno sbaglia, perché nessuno si farebbe male, però non è così.

  PRESIDENTE. Onestamente, non le crederemmo. Grazie per aver detto la verità. Pag. 14
  In relazione proprio a questo, lei quale tipo di approfondimento si sentirebbe di richiedere, magari con l'adozione di misure di protezione e di prevenzione più efficaci?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Dal punto di vista della protezione, io ritengo che non ci siano grossi problemi. Naturalmente dico cose scontate: la protezione mira a evitare o perlomeno ad abbassare il livello di gravità di un evento; noi abbiamo materiali ed equipaggiamenti idonei a fare questo.
  C'è da migliorare molto, invece, perché è un aspetto culturale, sulla prevenzione, che è quella che deve abbassare la probabilità che l'evento dannoso si verifichi. Sono sicuro che lì si possa operare, promuovendo formazione e diffondendo la cultura della sicurezza per cui noi, io e i miei collaboratori, lavoriamo 24 ore al giorno. Si può fare ancora di più.

  PRESIDENTE. Bella l'espressione «diffondere la cultura della sicurezza». Noi la acquisiamo.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Da tre anni a questa parte è il mio verbo.

  PRESIDENTE. Avete svolto, generale, in maniera attiva una ricerca sulle possibili malattie professionali?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. La problematica della malattia professionale è complessa. Non le devo ricordare io, signor presidente, che la malattia professionale si manifesta su un lunghissimo periodo e, quindi, non è immediato associare un nesso di causalità con un'operazione istantanea. È una serie: un'esposizione a un certo ambiente, condizioni climatiche particolari eccetera. Pertanto, io ritengo che...

  PRESIDENTE. Vi siete posti, però, il problema della ricerca attiva?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Io me lo sono posto. Naturalmente ho detto più volte ai miei collaboratori, soprattutto ai medici della sezione di medicina del lavoro, di porre molta attenzione ai casi di malattia professionale che ci vengono sottoposti.
  In quei casi noi, con la vigilanza, facciamo gli approfondimenti, in maniera tale da dare tutti gli elementi di cui sia i medici che l'INAIL hanno bisogno per poter dichiarare la sussistenza o meno della malattia professionale.
  Ogni volta che ci troviamo a operare in questo ambito, io dico ai miei: «Prendete appunti e fatemi sapere se ci sono cause molto ricorrenti». Probabilmente non è nemmeno un compito mio, ma è un compito da struttura sanitaria, quindi da osservatorio, però...

  PRESIDENTE. Non vi siete mai posti il problema di affidare valutazioni, anche di tipo epidemiologico, a strutture scientifiche che possano essere di supporto al vostro lavoro, anche ai fini...

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Io penso che questa attività venga già svolta in ambito Difesa, dall'Osservatorio epidemiologico. Naturalmente noi consultiamo tutti i rapporti che ci arrivano.
  Noi non abbiamo la possibilità, in quanto forza armata e sicuramente dal punto di vista delle risorse finanziarie, di affidarci a consulenti esterni.

  PRESIDENTE. Immagino. Le pongo ora una domanda che, purtroppo, è attualizzata dal contesto odierno. La sua direzione, anche attraverso gli uffici dipendenti, ha svolto attività in relazione alla sicurezza strutturale e sismica degli edifici in uso alla forza armata? Se non si tratta della sua Pag. 15direzione, lei saprebbe dirci chi se ne dovrebbe occupare?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Non ne è incaricata la mia direzione, ma il Dipartimento delle infrastrutture, che è un dipartimento collaterale al mio, che dipende anch'esso direttamente dal sottocapo di Stato maggiore dell'Esercito, che svolge regolarmente questa attività.

  PRESIDENTE. Approfitto di questo passaggio per rivolgerle – ritengo a nome di tutta la Commissione – un sentito apprezzamento e ringraziamento per ciò che l'Esercito sta facendo nei luoghi colpiti dal terremoto, con la preghiera di estenderlo e di rappresentarlo a chi lei riterrà opportuno.
  È tornato in Aula il collega Pili, che abitualmente ci delizia di molte domande. Gli vorrei chiedere se oggi vorrà fare un'eccezione, oppure se ha qualcosa da chiedere.

  MAURO PILI. La ringrazio per il suo apprezzamento, presidente. Sono corso per un'altra Commissione, però non volevo perdere questa occasione, quindi mi scuso con il presidente e con la Commissione per l'uscita.
  Generale, vorrei soffermarmi soltanto su alcune questioni. Innanzitutto, quali sono i poligoni che lei ritiene più a rischio tra quelli che lei conosce, sul piano della sicurezza sanitaria e clinica? Conosce, per esempio, la penisola interdetta di Capo Teulada?
  In secondo luogo, vorrei sapere se il Nucleo nucleare batteriologico chimico, che ha svolto analisi su quella penisola interdetta, ha fatto una relazione compiuta anche al suo ufficio, se lei è a conoscenza delle risultanze di quelle verifiche e se questo rientra nell'aspetto di sua competenza.
  La terza questione è relativa alla sicurezza dei poligoni fondamentalmente utilizzati per l'esplosione dei missili Milan. Mi riferisco a Quirra, a Capo Teulada, a Cellina Meduna.
  Vorrei sapere se lei è a conoscenza della mancata tracciabilità di questi missili e dei residuati degli stessi all'interno di questi poligoni e se i militari che operano in quell'area hanno l'equipaggiamento necessario e non camici da imbianchino, così come li ha definiti nei giorni scorsi il rappresentante del Centro informazioni e supporto assistenziale (CISA).
  Infine, a Capo Teulada risultano essere stati distrutti negli anni importanti presìdi archeologico-ambientali. La procura della Repubblica di Cagliari anche su questo ha aperto un'indagine. Ho capito che la sua competenza è anche sui beni archeologici e, quindi, vorrei sapere se, dopo quella denuncia e dopo le azioni della stessa procura, voi avete attivato dei richiami di responsabilità e avete certificato quello che realmente è successo.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Chiedo scusa, ho perso la cronologia delle domande.

  PRESIDENTE. Vada a braccio, tanto Pili non rinuncia a chiedere.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Comincio dall'ultima, perché è quella che ricordo meglio.
  Per quanto riguarda i beni culturali, lo Stato maggiore dell'Esercito l'anno scorso ha sentito l'esigenza di costituire, nell'ambito dell'Ufficio per la protezione dell'ambiente e del patrimonio culturale, una sezione che si dedicasse in maniera specifica a questo.
  Nella fattispecie, per quanto riguarda Capo Teulada, due anni fa, prima ancora che la competenza sull'ambiente passasse alla mia direzione, quindi quando questa unità organizzativa dipendeva da qualcun altro, è partito uno studio affidato a personale specialistico, ovvero a un consulente esterno, che a titolo gratuito ha prestato la Pag. 16sua opera e ha messo a disposizione la sua professionalità per fare uno studio a Capo Teulada...

  MAURO PILI. Un consulente?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Un consulente esterno, un'archeologa che a titolo gratuito si è prestata ad aiutarci a fare questa valutazione. Insieme a un ufficiale della riserva selezionata, sempre archeologo, hanno condotto uno studio su questa realtà a Capo Teulada, che si è concluso e che ha dato come riscontro una relazione finale.
  In questa relazione è assolutamente e scientificamente dimostrato che dal 1954 – non ne sono certo, potrei sbagliare di uno o due anni, ma, se ricordo bene, nel 1954 l'area di Capo Teulada è stata acquisita nella disponibilità dell'Esercito italiano – a oggi tutte le realtà nuragiche e non solo di Capo Teulada non hanno subìto alcun danno a seguito delle attività militari che si sono svolte. Anzi, il fatto di aver sottratto alla disponibilità di interessi diversi rispetto a quelli istituzionali dell'Esercito italiano quelle aree, ne ha favorito, non solo la conservazione, ma in molti casi anche un ripristino di condizioni migliori.
  Le uniche due eccezioni hanno riguardato e riguardano, come è stato puntualmente sottolineato, due aree. Purtroppo non si è riusciti a risalire all'anno esatto in cui questo si è determinato. Queste aree, che, come sappiamo, erano per natura collocate in posizioni privilegiate dal punto di vista dell'osservazione, sono state «integrate» con opere murarie e piattaforme in calcestruzzo per costituire degli osservatori.
  Questo riguarda – lo ripeto – solo due aree, che sono state prontamente identificate. Non si è potuto risalire ai responsabili di questa attività, ma ciò che si propone di fare, tra le altre cose, la mia direzione è riuscire a recuperare, non appena ci saranno le condizioni dal punto di vista delle risorse, anche quelle due aree che sono state danneggiate.

  PRESIDENTE. Vuole ricordare, collega, le altre cose che ha chiesto?

  MAURO PILI. Senz'altro, lo faccio subito. Presidente, su questo passaggio io ovviamente chiederò anche durante l'Ufficio di presidenza l'audizione testimoniale del generale, perché mi pare che siano state fatte delle affermazioni totalmente destituite di fondamento e, quindi, chiederei che questa audizione venisse trasformata, quando lei lo riterrà, in fatto testimoniale.

  PRESIDENTE. Questa è un'audizione testimoniale.

  MAURO PILI. Bene, quindi il generale ha ben chiaro di aver affermato che su quel territorio l'Esercito ha ripristinato aree che sono state devastate dall'attività militare. Questo è quello che...

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Onorevole, non ho detto questo.

  MAURO PILI. Quindi? Ha detto che sono state ripristinate anche in modo migliore rispetto al passato. L'ha detto sì o no?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Onorevole, mi consenta, non ho detto questo. Non mi faccia dire cose non corrette.

  MAURO PILI. Può riprecisare quello che ha detto?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Io lo preciso anche più di una volta, però mi faccia la cortesia di non farmi dire cose che non ho detto?

  PRESIDENTE. Scusi, generale, il collega non ha nessuna intenzione di farle dire Pag. 17cose diverse da quelle che ha detto, ma manifesta l'esigenza di capire meglio. Lei, non solo ha il diritto, ma ha pure il dovere di precisare, quindi le chiedo la cortesia di formalizzare meglio la sua risposta.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. La mia risposta è che dall'indagine scientifica che è stata realizzata da questo personale specialistico, a cui è stato dato l'incarico di effettuare queste verifiche, si è potuto appurare, attraverso fotografie aeree, esami testimoniali e quant'altro possibile, che l'area di Capo Teulada da questo punto di vista dal 1954 a oggi non ha subìto alcun danno e che, anzi, alcune aree che magari in passato sono state soggette a... Non parlo di danneggiamenti, ma magari era assolutamente indispensabile per qualche pastore servirsi del pietrame in loco per costruire ripari o altro.
  Venendo meno queste esigenze, perché l'area adesso è nella disponibilità dell'Esercito e noi non abbiamo mai avuto esigenze...

  PRESIDENTE. Stiamo parlando del patrimonio archeologico.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Parliamo del patrimonio archeologico, dei nuraghi nella fattispecie.
  Siccome dalle fotografie aeree si vede che l'attività antropica in quelle aree aveva segnato il territorio con sentieri, disboscamenti e quant'altro, nell'evoluzione dello studio si può notare che, venendo meno l'attività antropica, quei sentieri sono pian piano spariti e la vegetazione si è riformata. Ritengo che adesso il contesto appaia migliore rispetto a quando l'area è passata nella disponibilità.
  Non ho detto che noi abbiamo fatto attività per ripristinare; ho detto che in quegli unici due posti in cui è stata verificata un'azione da parte sicuramente dei miei colleghi – non so in che periodo e non so da chi – la nostra intenzione, quando ne avremo la possibilità dal punto di vista delle risorse, sarà quella di fare di tutto per ripristinare lo stato dei luoghi.

  PRESIDENTE. Grazie, generale. Collega Pili.

  MAURO PILI. Chiederei di acquisire, presidente...

  PRESIDENTE. È tutto acquisito.

  MAURO PILI. No, chiederei di acquisire l'incarico dato a questi due responsabili scientifici e anche la relazione che è stata redatta.
  È ovvio che, considerate le affermazioni, fornirò alla Commissione gli atti documentali in cui si dimostra che i due più importanti episodi archeologici sono stati rasi al suolo con le ruspe e cancellati con impianti in calcestruzzo. È dimostrabile sul piano documentale e, quindi, fornirò alla Commissione questi atti.

  PRESIDENTE. Scusi, in ottemperanza alla sua richiesta e per un'ordinaria forma di rispetto, noi chiediamo al signor generale di volerci mettere nella disponibilità di questi studi e di queste relazioni di cui ha parlato e al collega Pili di far pervenire in sede di Ufficio di presidenza le argomentazioni documentali a cui ha appena fatto cenno. Abbiamo finito con le domande?

  MAURO PILI. No, mancano tutte. Vorrei sapere se conosce la penisola interdetta e, rispetto all'utilizzo in quelle aree di missili Milan, se conosce il quantitativo usato e se è a conoscenza della tracciabilità e delle conseguenze sul territorio e sul piano della sicurezza per i militari che operano e che hanno operato.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Conosco la penisola cosiddetta «interdetta», anche se preferisco chiamarla con il suo nome, che è penisola Pag. 18 Delta o poligono Delta di Capo Teulada.

  PRESIDENTE. Scusi, questo è un nome che purtroppo le è stato cucito addosso anche nei vostri ambienti.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Lo so.

  MAURO PILI. È negli atti formali dell'Esercito.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Infatti, ho detto che è una mia preferenza personale.

  PRESIDENTE. Anche noi avremmo preferito chiamarla così. Prego.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Prima ancora che la competenza sull'ambiente passasse alla mia direzione, come ho detto nella risposta precedente, è stato avviato un piano di intervento ambientale sulla penisola Delta, che è in fase esecutiva. Da quando la competenza è passata a me, per gli aspetti tecnici lo seguo assiduamente.
  Naturalmente posso qui affermare che il capo di Stato maggiore dell'Esercito in prima persona ha definito l'attuazione del piano di intervento ambientale sulla penisola Delta, non una priorità dell'Esercito, ma la priorità dell'Esercito.
  Pertanto, tutti gli sforzi possibili in relazione alle situazioni ambientali e alla cornice di sicurezza in cui deve operare il personale sono già messi in atto per dare soluzione a questa problematica, purtroppo annosa, che conosco benissimo.
  Per quanto riguarda il sistema d'arma Milan, non le so dare una risposta sulla tracciabilità. È un dato che non conosco per un motivo molto semplice: io sono, come ho detto inizialmente, un ufficiale del Genio, e, peraltro, questo sistema d'arma non è mai stato nella disponibilità dei reparti del Genio, quindi lo conosco veramente poco. Naturalmente so di che si tratta, ma lo conosco poco, per cui nemmeno per esperienza personale le saprei dire con quale intensità e quanti missili di questo tipo venivano utilizzati durante l'attività esercitativa.
  Quello che so e che sanno tutti è che da un certo anno in poi, quando ci si è resi conto che contenevano materiale radioattivo, sia pure in percentuale bassa, che veniva utilizzato per la possibilità di tracciare il colpo, questi missili sono subito stati radiati dal servizio.

  MAURO PILI. Mi dispiace, presidente, però io avrei bisogno ancora di alcuni chiarimenti. Le risulta, considerata la competenza ambientale, che altri organi dell'Esercito abbiano compiuto un censimento sull'utilizzo di 4.200 missili Milan su Teulada e 1.800 su Quirra? Le è stato trasmesso questo dato da altri organi dell'esercito?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Mi dispiace, non è un'informazione in mio possesso.

  MAURO PILI. Presidente, la mia non è una domanda, ma è una richiesta. Lei prima parlava del DUVRI che viene sostituito da un verbale di coordinamento (mi pare che l'abbia definito così). Chiedo se sia possibile acquisire una bozza o una modulistica che ci permetta di capire come è fatto questo verbale di coordinamento.

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Assolutamente. Le chiedo solo, per correttezza istituzionale nei confronti del mio capo di Stato maggiore, di attendere la sua approvazione. Dopodiché, sarà mia cura trasmetterlo immediatamente alla Commissione.

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  PRESIDENTE. Ho una domanda sulla sclerosi laterale amiotrofica, malattia terribile, devastante. Ci risulta che, nel caso di militari degli Stati Uniti d'America che abbiano maturato almeno 90 giorni di anzianità di servizio e che ne vengano colpiti, questa malattia venga considerata una malattia compensabile.
  Per quanto di sua conoscenza, esistono attenzioni o attività di prevenzione legate ai suoi compiti di istituto che siano orientate a questa gravissima patologia?

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Signor presidente, mi dispiace, ma non ho elementi di conoscenza su questa questione. Chiaramente, come dicevo prima, questo è un ulteriore elemento...

  PRESIDENTE. Una fonte di ispirazione.
  Noi la ringraziamo, signor generale, per questa importante seduta che stiamo per concludere e la preghiamo di portare i segni e i sensi del nostro ringraziamento... Peraltro, lei è del Genio...

  CARMELO COVATO, Direzione per il coordinamento centrale del servizio di vigilanza, prevenzione e protezione dello Stato maggiore dell'esercito. Sì, ho tantissimi colleghi impegnati in questo momento.

  PRESIDENTE. Sono soprattutto i militari del Genio quelli che stanno lavorando nelle zone terremotate.
  Ringrazio il generale Covato e dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella seduta dell'11 gennaio scorso ha deliberato l'affidamento dell'incarico di consulenza a tempo parziale e non retribuito all'architetto Francesco Di Maso.
  Comunico altresì che, nella medesima riunione dell'11 gennaio scorso, è stato deliberato il rinnovo dell'affidamento di tutti gli incarichi di consulenza precedentemente conferiti, ad eccezione di quello relativo al prof. Giuseppe Mastrangelo, che ha comunicato di non poter più prestare la propria collaborazione. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 16.

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