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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 147 di Giovedì 23 febbraio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Esame della proposta di relazione sulla verifica dell'attuazione della legge 22 maggio 2015, n. 68, in materia di delitti contro l'ambiente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Arrigoni Paolo  ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Arrigoni Paolo  ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Arrigoni Paolo  ... 4 ,
Braga Chiara (PD)  ... 4 ,
Arrigoni Paolo  ... 4 ,
Pepe Bartolomeo  ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 ,
Pepe Bartolomeo  ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Esame della proposta di relazione sulla verifica dell'attuazione della legge 22 maggio 2015, n. 68, in materia di delitti contro l'ambiente.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di relazione sulla verifica dell'attuazione della legge n. 68 del 2015 in materia di delitti contro l'ambiente.
  Ricordo che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto sull'opportunità di predisporre una relazione su quest'oggetto.
  Nella seduta dello scorso 20 febbraio, avevo presentato nella veste di relatore una proposta di relazione, a cui non sono state presentate osservazioni né proposte di modifica, ma qualche suggerimento, che è stato accolto.
  Rispetto a quel testo, propongo di apportare due modifiche, di cui do lettura. Una è per un errore materiale, l'altra non lo è.
  L'errore materiale era a metà pagina 26. Il testo che deve essere votato è il seguente: «È allo stato ipotizzabile che i numeri contenuti di contestazione dei delitti introdotti dalla legge n. 68, complessivamente almeno 76». Era scritto 102, e invece sono 76. C'è stato un calcolo sbagliato.
  Inoltre, poiché ieri sera tardi abbiamo ricevuto dal Ministero della giustizia il loro lavoro sulla questione del monitoraggio degli ecoreati, abbiamo aggiunto tutti i documenti ufficiali che riguardano semplicemente il monitoraggio dell'attuazione della legge, così come in forma di allegato abbiamo messo tutti i documenti importanti che avessero l'obiettivo del monitoraggio del gruppo di lavoro presso la procura di Roma, di ISPRA sulla parte prescrizione, della Cassazione e così via.
  La proposta è, a pagina 27, al terzo rigo, dopo la parola: «valutazione» di inserire il seguente periodo: «Considerando la diversità di campione, risultano omogenei i dati complessivi provenienti dall'84 per cento degli uffici requirenti di primo grado e dal 61 per cento degli uffici giudicanti di primo grado per il periodo sino al 31 dicembre 2015 elaborati dalla Direzione generale della giustizia penale del Ministero della giustizia».
  Questo è il monitoraggio che hanno fatto loro presso le loro sedi e ci hanno mandato questi risultati.
  «La fattispecie più applicata risulta essere quella di cui all'articolo 452-bis, codice penale – credo che sia inquinamento ambientale – con 51 procedimenti a carico di noti e 41 a carico di ignoti, mentre delle altre fattispecie risultano 21 procedimenti a carico di noti, 23 a carico di ignoti».
  Abbiamo messo questa sintesi, che riporta il lavoro dettagliato svolto da loro, in allegato. Alla fine, questo è un documento completo, dove c'è a oggi, dopo un anno e mezzo, più o meno tutto ciò che è stato fatto in tema di monitoraggi, sia dalle indagini in campo, segnalate da Legambiente, Pag. 4sia ciò che di un po’ più scientifico abbiamo fatto noi con i campioni significativi delle procure, ciò che è stato fatto dal ministero, dal Servizio per il controllo parlamentare, che ha lavorato con noi, che collabora con il comitato per la documentazione, presieduto dall'onorevole Di Maio.
  La proposta è di accettare queste modifiche e di approvare la relazione.

  PAOLO ARRIGONI. Se non ho capito male, presidente, diceva dopo il terzo rigo di pagina 27? O terzo periodo?

  PRESIDENTE. Terzo rigo di pagina 27.

  PAOLO ARRIGONI. Non lo trovo. È possibile avere una copia di quella pagina?

  PRESIDENTE. Dove c'è «valutazioni» ... Non trovi la frase?

  PAOLO ARRIGONI. No, non trovo il punto di inserimento a pagina 27...

  CHIARA BRAGA. Ovviamente condividiamo, condivido le proposte di integrazione alla relazione di modifica.
  Credo che sia da mettere agli atti col voto favorevole del mio gruppo l'apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione, che dà conto appunto di un lavoro svolto sia con l'attività legata alle indagini e alle relazioni istituzionali che abbiamo fatto, ma anche con questa valutazione e raccolta di dati, che, seppure non totalmente esaustiva e tenuto conto dell'arco temporale relativamente limitato di applicazione della legge, fornisce alla Commissione e, credo forse anche in maniera un po’ innovativa, al Parlamento uno strumento di analisi significativa sull'efficacia e sull'applicazione di una norma.
  Lo dico ricordando – credo, spero che anche i colleghi possano condividere questa valutazione – alcune delle polemiche che hanno accompagnato l'approvazione e la discussione di questa legge sulla difficoltà interpretativa, su alcuni aspetti anche di efficacia. È evidente che farci un'idea sulla base di dati oggettivi, legati alla prima fase di applicazione della legge, ci può aiutare anche a capire se effettivamente questi problemi interpretativi ci sono e se si tratta di problemi della legge o legati anche all'organizzazione di chi la deve applicare.
  È uno strumento importante. Credo che possa essere utile anche per il prosieguo del lavoro della nostra Commissione.

  PAOLO ARRIGONI. Anch'io desidero ringraziare ed esprimere apprezzamento per il lavoro svolto, che peraltro è nell'alveo di quanto io avevo auspicato in occasione dell'approvazione della legge. Sicuramente, questo è un lavoro molto importante, che consentirà, se ci saranno le condizioni, di fare quel tagliando a questa legge 68, che a detta del mio gruppo, ma non solo, presentava degli elementi di criticità.
  È stata fatta una buona cosa. Rinnovo ancora i ringraziamenti per chi ha lavorato per la predisposizione di questa relazione.

  BARTOLOMEO PEPE. Mi associo ai ringraziamenti dei colleghi. Per la prima volta, è stato fatto un lavoro abbastanza esaustivo.
  Se possibile, vorrei che fossero messe agli atti – non penso che ci sia tempo – le mie considerazioni. Per valutare la nuova legge, c'è bisogno di altri dati. Credo che sia abbastanza prematuro dire trionfalmente che «ecogiustizia è fatta». Ci sono alcune zone d'ombra, mancano ancora i dati, bisogna aspettare la giurisprudenza. Se possibile, vorrei lasciare agli atti le mie considerazioni.
  Annuncio che, anche se con riserva, voto favorevolmente alla relazione per apprezzare l'impegno da parte del mio gruppo, ma con le dovute riserve, spettando ai posteri...

  PRESIDENTE. Se lo consegna, lo mettiamo nel resoconto stenografico, come se fosse un intervento.

  BARTOLOMEO PEPE. Molti commentatori riportano a commento del trionfale bilancio, intitolato Giustizia è fatta, dei primi mesi di applicazione (dal 29 maggio 2015 al 31 gennaio 2016) della nuova legge sugli ecoreati (legge n. 68 del 2015) in Italia, Pag. 5sulla base dei dati forniti da Corpo forestale dello Stato, Comando tutela ambiente dell'Arma dei carabinieri, Guardia di finanza e Capitanerie di porto, in cui Legambiente certifica che nei primi 8 mesi di applicazione della legge n. 68 «a fronte di 4.718 controlli effettuati, sono stati contestati 947 reati penali e violazioni amministrative, con 1.185 persone denunciate e il sequestro di 229 beni, per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro», che il grosso dei reati contestati (774 su 947) non riguarda denunce per i nuovi delitti, ma per la nuova procedura di regolarizzazione introdotta dalla legge sugli ecoreati per le «vecchie» contravvenzioni del testo unico ambientale, con cui la polizia giudiziaria può impartire prescrizioni per regolarizzare la situazione; se il contravventore ottempera nei termini, può estinguere il reato pagando un quarto del massimo dell'ammenda. Essa riguarda, quindi, contravvenzioni che già esistevano e continuano a esistere a prescindere dalla legge sugli ecoreati.
  Resta da capire, allora, se e quanto il ricorso a questa nuova procedura abbia aumentato la tutela dell'ambiente. Di certo, infatti, essa – per legge – dovrebbe riguardare solo le «vecchie» contravvenzioni del decreto legislativo n. 152 del 2006 «che non hanno cagionato danno o pericolo concreto ed attuale di danno alle risorse ambientali, urbanistiche o paesaggistiche protette»; quindi quelle di tipo formale (mancanza di autorizzazione), o comunque di minima gravità.
  Diciamo anche, in ogni caso, che anche senza ricorrere alla legge n. 68, esse potevano e possono essere estinte se il contravventore si fosse messo in regola attraverso l'ablazione (pagamento di un terzo del massimo dell'ammenda), ovvero attraverso il ricorso alla non punibilità sancita per i reati di particolare tenuità dal decreto legislativo n. 28 del 2015.
  In questi ultimi casi, però, la procedura può operare solo dopo che la denuncia è stata trasmessa in procura, mentre la nuova procedura, quando si conclude con l'adempimento, ha il vantaggio di risolversi sollecitamente in sede di polizia giudiziaria e senza oberare i tavoli dei magistrati con contravvenzioni di poco conto. Il vero vantaggio della legge sugli ecoreati, quindi, consiste nella maggiore celerità alla regolarizzazione, pur se di violazioni minime, e nello sgravio per le procure.
  A questo punto, tuttavia, diventa importante conoscere un dato che non risulta dalla relazione di Legambiente: quante di queste contravvenzioni sono state realmente regolarizzate con la nuova procedura? Secondo Legambiente, la maggior parte, ma la stessa associazione riconosce che si tratta di un’«analisi empirica» perché «mancano statistiche dettagliate ufficiali», e anzi «non mancano i casi in cui le prescrizioni non vengono rispettate». E non sembra molto incoraggiante l'unico dato riportato che riguarda il Corpo forestale dello Stato, il quale, su 201 prescrizioni impartite, comunica solo per 79 l'ottemperanza nei termini.
  Lascia perplessi anche la circostanza per cui, con questa procedura, sarebbero stati regolarizzati (con prescrizioni) anche casi di «sversamento di liquami sul suolo e inquinamento di corsi d'acqua» (pag. 14), o (pag. 15) di «violazione dei limiti tabellari imposti per le emissioni in atmosfera», o per «deposito incontrollato di rifiuti» o per «aver versato in atmosfera cose atte a imbrattare e molestare (soprattutto polveri)», o (pag. 20) per aver scaricato «reflui particolarmente inquinanti direttamente nella rete fognaria senza i trattamenti previsti dalla legge» e via dicendo. Si tratta, cioè, di casi in cui non sembra affatto che non si sia cagionato (almeno) un pericolo concreto e attuale per l'ambiente, come richiesto dalla legge.
  Lascia perplessi anche il dato che queste contestazioni di contravvenzioni «innocue» avrebbero portato a ben 177 sequestri, per un valore di oltre 13 milioni di euro: se poi si è ottemperato alle prescrizioni e i reati sono stati estinti, questi sequestri, che comunque devono sempre essere convalidati dall'autorità giudiziaria, che fine hanno fatto?
  Qualche perplessità riguarda anche i dati sui nuovi delitti contestati: risultano complessivamente 173 denunce (con 53 sequestri), Pag. 6 ma quante di esse sono andate avanti quando sono giunte in procura? Quante sono contro ignoti? E quante sono state derubricate o rubricate diversamente dal magistrato, magari utilizzando ancora le «vecchie» incriminazioni del codice penale?
  In questo quadro, leggere che sono stati accertati 148 delitti di inquinamento ambientale e di disastro ambientale dolosi, mentre le ipotesi colpose sarebbero state solo 12, lascia perplessi: di solito, chi cagiona un disastro ambientale non lo fa con dolo, ma per colpa (imprudenza, imperizia, negligenza, inosservanza di regole); purtroppo, la Cassazione non ha accolto per il disastro innominato, come pure era auspicabile, una nozione allargata di dolo eventuale.
  Insomma, per valutare se la nuova legge ha veramente contribuito a incrementare in modo significativo la tutela dell'ambiente non bastano i dati delle denunce della polizia giudiziaria, che in ogni caso vanno vagliati e approfonditi. Bisogna soprattutto aspettare la giurisprudenza che si formerà sui nuovi delitti, specie quando si dovranno interpretare espressioni quali «compromissione o deterioramento significativi e misurabili di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo», o quella di disastro ambientale «abusivo».
  Allo stato, francamente, si può certamente dire che, pur se con qualche zona d'ombra, la nuova legge inizia a essere applicata dalla polizia giudiziaria, ma mi sembra prematuro dire trionfalmente che «ecogiustizia è fatta».

  PRESIDENTE. Bene. Ovviamente, mi associo ai ringraziamenti. Avete fatto un ottimo lavoro, dai consulenti agli uffici, il dottor Battarino, il dottor Castellano. Ricordo che il dottor Battarino di fatto ha coordinato il lavoro. Il dottor Castellano e il dottor Amendola, due magistrati che lavorano per questa Commissione, hanno fatto parte del gruppo di lavoro che ha dato un piccolo contributo, ma significativo, al lavoro. Grazie a tutti quelli che ci hanno lavorato. Grazie del lavoro svolto.
  Credo che questo sia veramente un buon modo di procedere, anche se non mi sembra che altre leggi abbiano avuto lo stesso monitoraggio. Speriamo che sia prodromico anche a verificare attuazioni di altre leggi altrettanto importanti. Questa legge è stata messa in discussione ancor prima che venisse approvata. Il fatto che oggi siamo comunque, a distanza di un anno e mezzo, a raccogliere indicatori che ci consentano di indirizzare il nostro lavoro parlamentare, credo sia positivo, come è stato ricordato da chi è intervenuto prima di me.
  Avverto che, se non vi sono obiezioni, porrò direttamente in votazione il nuovo testo con quelle modifiche illustrate. La presidenza, inoltre, si riserva di procedere al coordinamento del testo approvato, che sarà pubblicato in allegato al resoconto della seduta odierna.
  Avverto, inoltre, che, se non vi sono obiezioni, sarà fatta richiesta alle Presidenze dei due rami del Parlamento – questo può essere molto utile, credo – inserire la discussione della relazione nei rispettivi calendari dei lavori.
  Infine, prima di procedere alla votazione, chiedo se vi siano richieste di svolgimento di dichiarazioni di voto, che sono già state fatte.
  Pongo in votazione la proposta di relazione.

(È approvata all'unanimità).

  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 8.55.

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