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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate

Resoconto stenografico



Seduta n. 87 di Giovedì 25 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gelli Federico , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, Gerarda Pantalone:
Gelli Federico , Presidente ... 3 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 4 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 6 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 6 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 6 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 6 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 6 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 6 
Brescia Giuseppe (M5S)  ... 7 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 7 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 8 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 8 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 8 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 8 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 8 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 8 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 9 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 9 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 9 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 9 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 9 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 9 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 9 
Carnevali Elena (PD)  ... 9 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 9 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 10 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 10 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 10 
Gelli Federico , Presidente ... 10 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 10 
Gelli Federico , Presidente ... 10 
Carnevali Elena (PD)  ... 10 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 11 
Carnevali Elena (PD)  ... 11 
Brescia Giuseppe (M5S)  ... 12 
Beni Paolo (PD)  ... 12 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 12 
Beni Paolo (PD)  ... 12 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 12 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 13 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 13 
Beni Paolo (PD)  ... 13 
Gelli Federico , Presidente ... 13 
Fontana Gregorio (FI-PdL)  ... 13 
Gelli Federico , Presidente ... 13 
Pantalone Gerarda , Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno ... 13 
Brescia Giuseppe , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FEDERICO GELLI

  La seduta comincia alle 9.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati tramite il segnale generalmente destinato alla trasmissione a circuito chiuso.
  Avverto che ove necessario, su richiesta di un commissario o del prefetto Pantalone, che ringraziamo per aver accolto nuovamente il nostro invito, i lavori della Commissione potranno proseguire in sede di seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.

Seguito dell'audizione del Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, prefetto Gerarda Pantalone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, prefetto Gerarda Pantalone, iniziata il 16 marzo scorso.
  Si convenne allora di far pervenire alla dottoressa Pantalone i quesiti da sviluppare nella seconda parte dell'audizione. Due commissari hanno trasmesso le domande e pertanto darò su questi temi la parola al prefetto Pantalone. Successivamente potranno intervenire i componenti della Commissione per eventuali altri quesiti.
  A livello introduttivo mi limito a segnalare due questioni, che credo di interesse comune della Commissione. Già ieri la Commissione con l'audizione del Procuratore Gratteri si è interessata del Centro di accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto. Ovviamente si dà per scontato che la competenza sulle indagini spetti all'autorità giudiziaria, ma ciò non può far venir meno la necessità di decisioni sul fronte gestionale ed amministrativo.
  Il centro ha natura polifunzionale, hub regionale e CIE, ora Centro di permanenza per il rimpatrio. In attesa di stabilire la destinazione del centro, a fine 2016 si è proceduto con una convenzione di un anno, che scadrà il prossimo novembre. Quali sono le intenzioni dell'esecutivo fino a novembre 2017 e cosa avverrà successivamente?
  Quanto avvenuto tocca in modo diretto il tema dei controlli. In Aula il ministro Minniti ha annunciato incisive azioni in questo senso. Saremmo grati alla nostra ospite se spiegasse più nel dettaglio le iniziative che avete in cantiere.
  Un'altra questione riguarda la spesa per l'accoglienza. In occasione della presentazione del Documento di economia e finanza (DEF), ha avuto molto risalto la stima della spesa per 4,6 miliardi. Per valutare questo dato può essere fatta chiarezza sull'entità delle entrate connesse al tema dei migranti, con particolare riferimento alle risorse provenienti dall'Unione europea? Credo che sia un dato di interesse per noi importante. Pag. 4
  Fra l'altro, proprio ieri nell'Ufficio di Presidenza abbiamo ipotizzato di destinare due delle nostre attività principali nel prosieguo della nostra missione istituzionale, una proprio al tema della gestione, organizzazione, modalità di organizzazione dei centri nel nostro territorio, l'altra agli aspetti economico-finanziari e alle ricadute che hanno.
  In riferimento ai fondi di origine comunitaria sarebbe inoltre interessante una sintetica descrizione del funzionamento del FAMI, il Fondo di origine comunitaria destinato a contribuire alla gestione efficace dei flussi migratori, con specifico riferimento alle sue potenzialità, nonché alle principali difficoltà nell'utilizzo di questo tipo di risorse, riscontrate non solo da parte del Ministero dell'interno, ma anche degli enti e operatori interessati.
  Prima di cedere la parola saluto anche il prefetto Carmine Valente e il viceprefetto Alessandra Camporota, Capo di Gabinetto del dipartimento. I colleghi potranno in seguito integrare anche rispetto alle sue dichiarazioni.
  Grazie, prefetto, a lei la parola.

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Buongiorno. Io comincerei dalle domande del presidente Gelli, se siete d'accordo.
  Una precisazione: Isola Capo Rizzuto è oggi unicamente un Centro di accoglienza per richiedenti asilo, non vi è ex CIE o CPR; è unicamente un Centro per richiedenti asilo politico. Il Centro di identificazione e di espulsione, che insisteva in quel complesso con una capienza di 124 persone, è stato chiuso nel marzo del 2016. Era stato precedentemente – nel 2015 – oggetto di un incendio, poi era stato parzialmente riaperto, ma per poco tempo; nel 2016 è stato definitivamente chiuso.
  Ancora un'altra precisazione: pur avendone la capienza e le possibilità astratte, questa struttura non ha mai funzionato come hub regionale, ma unicamente come centro di accoglienza provinciale per i richiedenti asilo.
  Attualmente la gestione del centro è regolata da un contratto che è stato stipulato con validità annuale. Vi do degli estremi più precisi del contratto: la gara è stata aggiudicata all'ATI Sant'Anna Accoglienza, composta dalla Società Consorzio Opere di Misericordia, con sede in Firenze, in qualità di mandataria. Questa società a sua volta è costituita dalla Confederazione nazionale Misericordie d'Italia e Miser di Isola Capo Rizzuto. Le mandanti, Mediterranea Catering con sede in Crotone, Puliverde S.r.l. con sede in Crotone, Cooperativa servizi Crotone, società cooperativa Cosec con sede in Crotone, Ristorart Toscana con sede a Prato.
  Dicevo, gara ad evidenza pubblica con l'offerta economicamente più vantaggiosa. Avevano partecipato a questa gara anche altre società. Il prezzo del contratto ammonta a 12.679.428 oltre IVA, per la durata di un anno.
  Lo scorso anno, poiché era in fase di redazione il nuovo capitolato d'appalto, poi approvato con D.M. 7 marzo 2017, così come in altre realtà italiane, anche per la struttura di Isola Capo Rizzuto il contratto era stato stipulato per un anno, anche in vista della destinazione e di una migliore qualificazione giuridica.
  I provvedimenti dell'autorità giudiziaria non hanno inciso sulla gestione nel suo complesso, avendo colpito unicamente Miser di Isola di Capo Rizzuto, una delle società di cui si componeva il Consorzio Opere di Misericordia. Per questa società sono stati nominati degli amministratori giudiziari dalla magistratura, quindi il servizio sta andando avanti. Per completezza posso dirvi che la Confederazione delle Misericordie assicura i servizi alla persona, vale a dire un 56 per cento della gestione del contratto, la Mediterranea assicura un 7,86, la Puliverde il 9 per cento, Cosec il 7,86 e Ristorart il 19 per cento. Il contratto andrà quindi avanti in questi termini, perché i servizi sono assicurati.
  Rispondo alla seconda domanda sui controlli. Nel corso degli anni per il centro di Isola Capo Rizzuto la prefettura, attraverso i suoi Nuclei ispettivi, aveva svolto dei controlli volti a verificare la qualità dei servizi resi, analogamente al Dipartimento, che aveva disposto delle ispezioni unitamente Pag. 5all'UNHCR, per la verifica della qualità dei servizi. Dagli atti d'ufficio emerge una corrispondenza intercorsa tra la prefettura di Crotone e l'ente gestore, anche con contestazioni ed applicazioni di penali. Questo è quanto non va ad incidere su altre attività in corso, per cui mi limiterei a questo.
  Per quanto concerne invece il sistema dei controlli, la volta scorsa avevo parlato del decreto approvato nel marzo 2017 e avevo fatto anche riferimento al progetto Mireco (Monitoring improvement of reception conditions). Intanto evidenzio nuovamente come il decreto offra, con specifiche previsioni, ulteriori poteri e obblighi ai prefetti: è prevista la nomina del funzionario responsabile dell'esecuzione del contratto, è sancito espressamente l'obbligo, a carico delle prefetture, di effettuare controlli cadenzati a distanza ravvicinata e senza preavviso ai centri, è stabilito un aumento del valore delle penali.
  Nell'ambito del progetto Mireco avevo anticipato che ci sarebbe stata la creazione di un Osservatorio permanente sul monitoraggio del sistema di accoglienza: l'organismo si è insediato. Si tratta di un Osservatorio operante nell'ambito del Dipartimento delle libertà civili, diretto da un prefetto e composto da diverse professionalità – provenienti dal Dipartimento delle libertà civili, dal Dipartimento di pubblica sicurezza e dal Dipartimento dei Vigili del fuoco – al fine di poter disporre di una pluralità di competenze, necessarie per esami anche di tipo strutturale, nonché per la valutazione di qualsiasi altra problematica che dovesse emergere.
  L'Osservatorio ha come prima attività redatto uno schema di rilevazione da poter utilizzare, ossia uno strumento di lavoro per l'effettuazione delle visite ispettive, che sono iniziate l'11 maggio. L'idea è quella di svolgere nell'immediato 20 visite ispettive in una tipologia differenziata dei centri (centri grandi, centri più piccoli, centri temporanei, centri per minori) ed effettuare una prima valutazione di queste risultanze, anche per validare lo stesso strumento di rilevazione o per eventualmente implementarlo con ulteriori modalità.
  L'Osservatorio si avvarrà di una piattaforma che potrà costituire un utile strumento di lavoro, in quanto consentirà l'incrocio di determinati dati anche a livello nazionale e quindi potrà creare una rete di comunicazione anche tra le stesse prefetture. Inoltre farà dei report per riferire al ministro tutto ciò che viene rilevato nell'ambito della qualità dei servizi da rendere.
  Ancora in tema di controlli, il ministro dell'interno vuole rendere incisivi quelli sulle attività amministrative delle prefetture, ossia sulle modalità di affidamento dei contratti – e quindi della gestione – in un settore d'importanza così strategica. Ci saranno quindi delle verifiche in sede regionale, anche al fine di armonizzare e uniformare le procedure che le diverse prefetture pongono in essere.
  Con riferimento alle patologie che si stanno riscontrando – non da ultimo le brutte patologie riscontrate nei giorni scorsi – si intende porre le basi (lo studio è stato già attivato) per arrivare ad un'anticipazione della cautela nell'analisi dei requisiti soggettivi delle persone coinvolte nella gestione. Mi riferisco alla creazione di white list. Così come per i settori più sensibili nell'ambito degli appalti pubblici esistono delle white list istituite presso ogni prefettura, anche per le prestazioni da rendere nell'ambito dell'accoglienza bisognerà arrivare, così come auspicato dall'Autorità nazionale anticorruzione, alla creazione di un Albo dei fornitori.
  La pubblica amministrazione potrà quindi agire unicamente con soggetti che hanno già ottenuto una positiva verifica dei requisiti, per poter contrarre con la pubblica amministrazione in questo settore. È un lavoro già partito e su cui puntiamo molto, perché riteniamo che una prevenzione anticipata possa costituire una tutela molto più elevata per la pubblica amministrazione.
  Passiamo al secondo quesito, relativo alle risorse finanziarie.
  Nel Documento di economia e finanza 2017 per il fenomeno migrazioni sono previsti da un minimo di 4,2 miliardi a scenario normale ad un massimo di 4,6 miliardi Pag. 6 in uno scenario di crescita. Una prima precisazione: questi valori attengono a diverse tipologie di spesa: operazioni di soccorso in mare (18,8 per cento), accoglienza (68,2 per cento), assistenza sanitaria e istruzione (13 per cento). La quota relativa all'accoglienza è quindi di 2,8 miliardi e di essi sono attribuiti al Dipartimento delle libertà civili 2,093 miliardi. Quindi il budget che noi gestiamo ammonta a 2,093 miliardi.
  Dico per grandi linee come sono ripartiti questi 2 miliardi: all'accoglienza in senso ampio sono destinati 1,895 miliardi di euro, di cui all'accoglienza in senso più stretto 1,320 miliardi (per i centri di accoglienza), 405.067.144 per le strutture SPRAR, 170 milioni per il «Fondo minori non accompagnati». Abbiamo quindi in totale 1,895 miliardi, cui poi aggiungiamo 15,46 milioni per le commissioni territoriali, 52 milioni per la manutenzione dei centri (che è distinta rispetto alla spesa per l'accoglienza), 28 milioni per le spese amministrative del dipartimento, comprensive di personale e di sistema informativo, 9.020.564 lo stanziamento di bilancio per le collaborazioni a Paesi terzi. Questo è il bilancio, i nostri fondi.

  GREGORIO FONTANA. Per quanto riguarda le commissioni territoriali, i 15 milioni che lei ha detto sono utilizzati per il funzionamento di cosa? Delle commissioni territoriali, quindi anche di tutto il personale comandato delle prefetture?

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Il personale non è comandato delle prefetture, il personale è un personale delle prefetture che riceve la retribuzione ordinaria sia se sta lavorando...

  GREGORIO FONTANA. Quindi è in questi 15?

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. No, assolutamente no, anche perché adesso, a legislazione vigente, nelle Commissioni soltanto il presidente ha come incarico esclusivo quello delle Commissioni...

  GREGORIO FONTANA. Gli altri sono prestati?

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Gli altri ricoprono un incarico in prefettura e poi lavorano anche in quest'ambito. Comunque, nei 15 milioni rientrano le spese per il funzionamento della Commissione, comprese le spese di gestione, le spese per la formazione e l'aggiornamento del personale, come anche le spese per le missioni all'interno e all'estero dei componenti della Commissione.
  Adesso, invece, vorrei parlare del FAMI. Il Fondo asilo 2014-2020, che ha sostituito i tre fondi della precedente organizzazione, ha l'obiettivo di promuovere una gestione efficace ed integrata della migrazione, sostenendo gli aspetti del fenomeno migratorio lungo tre direttrici: l'asilo, la migrazione legale e l'integrazione e i rimpatri, oltre ai casi speciali rappresentati dai reinsediamenti e dalla ricollocazione.
  L'autorità nazionale responsabile del FAMI per l'Italia è il Dipartimento delle libertà civili per l'immigrazione del Ministero dell'interno. Quale autorità responsabile è stata individuata, con provvedimento del capo dipartimento del febbraio scorso, il viceprefetto Maria Assunta Rosa, designazione comunicata secondo le procedure del Regolamento alla Commissione europea.
  Per l'attuazione degli interventi relativi all'inserimento occupazionale e sociale dei migranti, finanziati dal medesimo Fondo, è stata individuata un'autorità delegata, che è il Ministero del lavoro. Dico questo per precisare che del fondo vi è una parte a disposizione dell'autorità responsabile, quindi del Ministero dell'interno – Dipartimento libertà civili, e un'altra parte, quella relativa all'occupazione, gestita dall'autorità delegata, che è il Ministero del lavoro.
  La dotazione del Fondo, per il periodo 2014-2020, è pari a 695.507.554 euro, e si Pag. 7compone di un finanziamento europeo di 347.753.777 euro e di un equivalente finanziamento nazionale, essendo cofinanziato in egual misura con risorse nazionali ed europee. Le risorse assegnate al Dipartimento delle libertà civili ammontano a 560 milioni di euro per il periodo 2014-2020. Al 17 marzo le risorse finanziarie impegnate dal Dipartimento delle libertà civili ammontano a 278.894.486, pari a circa il 45 per cento delle risorse disponibili.
  Come avvengono le procedure di selezione e di attuazione degli interventi? Attraverso avvisi pubblici, con procedure aperte a tutti gli enti oppure con selezione ristretta, magari progetti di regioni. Avvengono senza avvisi pubblici e con selezione diretta unicamente le progettualità di interesse nazionale, quali ad esempio il progetto con il Ministero della salute per il soccorso in mare dei migranti oppure quello del MIUR per l'insegnamento della lingua italiana.
  L'onorevole Lorefice?

  GIUSEPPE BRESCIA. Non c'è, ma ci sono io...

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Bene. Abbiamo ricevuto una serie di domande dall'onorevole Lorefice. Le prime due domande contengono una richiesta di specificazione su diversi punti quali relocation ed hotspot.
  In merito alle relocation rimanderei a quanto già detto nella scorsa audizione, ossia che il programma che prevedeva la rilocazione, in altri Stati, di 39.600 migranti, ha avuto un avvio molto lento, ma si è sviluppato nel tempo. Quando sono venuta per la precedente audizione, davo atto di 4.436 relocation attuate, oggi invece parliamo di 6.193, quindi in meno di due mesi il meccanismo si è rodato e il numero di soggetti rilocati sta salendo. Sono stati già approvati anche programmi per 956 persone, per le quali è in corso di organizzazione il trasferimento, e siamo in attesa di risposte da parte degli Stati membri per ricollocarne altre 1.100.
  In merito agli hotspot devo fare una necessaria premessa: hotspot non è soltanto il luogo fisico, cioè una struttura fisica in cui vengono seguite determinate procedure al momento dello sbarco, ma è anche un modello organizzativo, è una modalità attraverso cui viene trattato il migrante indipendentemente dall'esistenza di una struttura fisica allo sbarco, nel momento in cui arriva sulle nostre coste, con la partecipazione di diverse componenti ed essenzialmente anche delle organizzazioni internazionali, con il compito precipuo di informare il migrante sulle diverse opportunità e di indirizzarlo secondo le categorie e la strada che deve intraprendere.
  Tra l'altro, segnalo una recente pronuncia della Corte dei conti europea, che ha dato atto della validità del sistema basato sui punti di crisi, ossia sugli hotspot, che ha contribuito a migliorare la gestione dei flussi migratori.
  Gli episodi a cui faceva riferimento l'onorevole, richiamando una sentenza della Corte Europea che aveva stigmatizzato e condannato l'Italia, non sono molto attinenti con il sistema hotspot, perché si riferiscono a casi precedenti, avvenuti nel 2011 nell'isola di Lampedusa, allorquando dei tunisini, a seguito dell'incendio avvenuto nell'isola, erano stati trasferiti in un Centro di soccorso e di prima accoglienza a bordo di navi ormeggiate nel porto di Palermo e successivamente rimpatriati. La condanna allora ci fu perché l'Italia non aveva provveduto a informare il migrante, allo sbarco, di tutte le condizioni e le procedure che avrebbe potuto seguire. Questo riferimento quindi, addirittura, ci conferma la validità della procedura hotspot, che poi è stata messa a punto e che si sostiene.
  Un'altra domanda verteva sul CARA di Mineo. In particolare, si era preso atto della decisione del Ministero dell'interno di non utilizzare più una parte del centro di Mineo quale hotspot e avevo parlato invece di un diverso orientamento del Ministero dell'interno magari per ospitare categorie sensibili, delle donne vittime di tratta o dei minori. Si tratta di una valutazione in corso di approfondimento. Probabilmente Pag. 8nemmeno questa ipotesi sarà perseguita e il centro di Mineo continuerà ad essere secondo l'attuale destinazione.
  Si parlava dei CAS. Chiariamo: CAS non è una brutta parola, CAS è un centro di accoglienza come gli altri, dove vengono forniti i servizi, come negli altri centri governativi. Nella prima parte cosa cambia? Cambia la modalità di attivazione del CAS, ossia il prefetto può attivare il CAS nei momenti di emergenza, quando arriva la comunicazione del Dipartimento delle libertà civili che stanno arrivando N migranti e il prefetto non ha strutture che abbiano risposto alla gara appositamente predisposta ed effettuata, che non ha dato evidentemente i risultati sperati. E allora può attivare in emergenza questo centro, che comunque ha una durata limitata.

  GREGORIO FONTANA. È la regola negli ultimi due anni....

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Io non andrei ai due anni... Sì, diciamo che ormai è l'80 per cento. Era nata come emergenza, però manca il secondo passaggio, che è questo. Questi centri, dopo aver ricevuto una prima e una seconda proroga, se adesso esistono ancora è perché sono diventati delle strutture ordinarie, avendo partecipato alle gare aperte europee che ciascuna prefettura ha fatto.
  Le prefetture, due o almeno una volta all'anno, indicono una procedura, quindi i centri aperti due o tre anni fa come CAS se sono tuttora attivi è perché hanno partecipato alla procedura di gara come le altre strutture risultando aggiudicatari dell'appalto. Quindi non sono più centri temporanei, avendo ottenuto, attraverso la partecipazione e l'aggiudicazione di una gara aperta, la trasformazione in centri di accoglienza.
  Alle gare bandite dalle prefetture infatti partecipano sia i CAS sia le nuove strutture che si affacciano per la prima volta. Magari bisognerà arrivare a non prevedere proroghe e a regolarizzare la situazione al più presto, però era una precisazione che volevo fare: non tutti gli 8.000 CAS che abbiamo sono rimasti nella fase iniziale.

  GREGORIO FONTANA. Per capire meglio, quanti di questi 8.000 non sono più nella «fase iniziale»?

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Le farò una ricognizione precisa e gliela trasmetterò.

  GREGORIO FONTANA. Grazie.

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Abbiamo parlato dei CAS. Poi c'è una domanda a cui non rispondo, perché praticamente si dice che le questure fanno perdere tempo a discapito del sistema di accoglienza. Io dico che ognuno fa la sua parte, in un momento di grande difficoltà, ma con il sistema informatico che stiamo realizzando a quattro mani (Dipartimento libertà civili, Dipartimento PS, prefetture e questure) sarà data una grossa mano a tutti e quindi riusciremo.
  Nell'ultima domanda si parlava del memorandum italo-libico e veniva posta l'attenzione sul fatto che nei centri in Libia non vengono rispettati i diritti umani. A questo riguardo, posso dire che il ministro dell'interno ha di recente preso contatti sia con l'OIM, sia con l'UNHCR, ottenendone la disponibilità a collaborare nei centri esistenti in Libia, e la Commissione europea ha già stanziato 50 milioni di euro perché queste organizzazioni possano svolgere la loro opera in quei centri, al fine di tutelare al massimo i diritti umani.
  Poi avevamo le domande dell'onorevole Fontana. La prima domanda mi sembra fosse riferita ai centri per il rimpatrio, che è una delle novità della legge. È stato istituito presso il Ministero dell'interno un gruppo di lavoro con la partecipazione di rappresentanti delle Regioni e della nostra amministrazione, nelle due componenti delle libertà civili e della pubblica sicurezza, per l'individuazione delle località in cui far sorgere questi centri. Pag. 9
  Allo stato vi sono già delle ipotesi e delle individuazioni di località, che si stanno valutando. Intanto si sta lavorando per il potenziamento delle strutture già esistenti. Quindi a Roma, dove esistono solo 125 posti dedicati alle donne, verranno realizzati altri 125 posti per gli uomini. I lavori sono già in corso, in una struttura già esistente che era stata danneggiata. Nel CPR di Torino, dove attualmente sono disponibili 118 posti, sono in fase di ultimazione i lavori per ulteriori 35 posti, fino ad arrivare ai 180 previsti.
  Il primo centro che probabilmente sarà attivato è situato in Puglia, a Bari Palese, per 126 posti, perché i lavori di ristrutturazione di una struttura già esistente sono terminati ed è in fase di emanazione il bando per la gestione. Quindi, non appena la procedura sarà conclusa, sarà operativo.
  A Potenza è in corso il riadattamento di una struttura che in passato era stata ipotizzata quale CIE, ma non era mai stata aperta. Quindi la struttura è già stata individuata, i lavori per garantire una capienza di 150 posti sono in corso e si prevede che termineranno per la fine dell'anno. Per quanto concerne il Friuli, la scelta è ricaduta sull'attuale centro di Gradisca d'Isonzo, ossia si è deciso di utilizzare una parte dell'attuale struttura adibita a centro di accoglienza come Centro di rimpatrio, con contestuale ridistribuzione sul territorio regionale degli ospiti in accoglienza. Per la Sardegna, Iglesias, ex casa...

  GREGORIO FONTANA. Quanti posti?

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. In Friuli 100 posti e 100 posti anche in Sardegna, ad Iglesias, ex casa mandamentale, evidentemente da effettuare lavori di riadattamento.

  GREGORIO FONTANA. Che tempi ci sono?

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Dicono brevi. In Calabria è stata ipotizzata la costruzione del CPR a Mormanno, un ex campo base utilizzato per la costruzione della Salerno-Reggio Calabria, quindi si è pensato di andare verso quella direzione. In Emilia-Romagna...

  GREGORIO FONTANA. Che tempi ci sono per Mormanno? Se è possibile avere i tempi, oltre che i numeri.

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Laddove li ho li dico, laddove non li dico è perché non ho ancora una scadenza e non mi va di dire cose che poi possono risultare imprecise. Quindi direi solo le cose di cui abbiamo già un progetto in fase avanzata.
  Modena: la ristrutturazione dell'ex CIE per 60 posti. Lombardia, provincia di Brescia, Montichiari: un'ex caserma di cui parte è destinata all'accoglienza dei richiedenti asilo (anche qui ci sono da fare lavori di adeguamento, non abbiamo ancora il progetto). Si tratta di 100 posti.
  Tra i 100 e i 150 posti in Campania, a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta: un'ex caserma già utilizzata in passato per la prima emergenza nord Africa, al confine con il carcere militare, che ha bisogno di lavori di ristrutturazione.
  Queste sono al momento le prime ipotesi, su cui si sta lavorando. Sono le prime località emerse e adesso siamo in attesa dell'okay formale da parte delle Regioni, perché se ne è parlato come ipotesi di lavoro, e così cominciamo ad avere anche le prime reazioni, perché non è facile, tutti i territori rappresentano delle comprensibili difficoltà che è necessario analizzare.

  GREGORIO FONTANA. Su questo punto vorrei chiedere una precisazione. I tempi certi della realizzazione, per quello che ne ha...

  ELENA CARNEVALI. (f.m.) O facciamo le domande tutti oppure facciamo un monologo del collega Fontana con il prefetto!

  GREGORIO FONTANA. Riformulo la mia domanda: quindi i tempi certi, rispetto Pag. 10alla domanda che già avevo fatto, li abbiamo solo su Roma, Torino e Potenza? Mi sembra d'aver capito questo.

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Intanto io vi ricordo una cosa, ossia che la legge approvata prevede anche dei tempi e dei posti per la realizzazione. Stiamo parlando di 500 posti per il prossimo anno e gli altri posti per l'anno successivo, per arrivare a 1600.

  GREGORIO FONTANA. (f.m.) Sì, ma la legge la conosciamo.

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Noi invece siamo partiti da subito, perché l'interesse del ministro Minniti, se le regioni ci aiutano, è quello di riuscire a partire... già da ieri!

  PRESIDENTE. Facciamo in modo che il prefetto finisca le sue risposte e poi diamo a tutti la possibilità di intervenire, anche perché sono argomenti che interessano non solo coloro che hanno inviato le domande, ma tutti.

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Per quanto concerne la domanda sull'Osservatorio e sulle visite ispettive penso di aver già risposto dando riscontro alla domanda dell'onorevole Lorefice.
  Per il quesito riguardante l'espulsione e i rimpatri, forse sono domande che vanno rivolte al capo della polizia e non a me, ma in ogni caso ieri sera mi sono fatta dare dei dati, dai quali posso dire che dal 1° gennaio al 21 maggio sono stati allontanati dal territorio nazionale 8.935 migranti trovati in posizione irregolare, di cui 5.926 respinti alla frontiera, 662 riammessi nei Paesi di provenienza e 2.347 rimpatriati. Anche per regola di correttezza ritengo sia opportuno rivolgere la domanda all'organo competente.

  PRESIDENTE. Perfetto. Iniziamo con le richieste di integrazione. Prego, onorevole Carnevali.

  ELENA CARNEVALI. Ringrazio molto la prefetta Pantalone per il dettaglio delle risposte e soprattutto per averci completato il quadro. Vado su alcune domande con una breve premessa.
  La prima riguarda il fatto che, come abbiamo già detto in altre circostanze, vorremmo un sistema molto più basato su un'accoglienza diffusa, ma siamo all'80 per cento di CAS. Ci preoccupa – questa è un'osservazione di natura politica, perché questa è anche una Commissione tale – che, anche a fronte di un accordo recentemente sottoscritto in Lombardia, in 76 Comuni dell’hinterland milanese su 130, quindi la metà, nascano contestazioni e a volte anche fatti particolarmente preoccupanti sulla contrarietà.
  Diventa complicato mettere in atto un sistema organizzato diffuso e contemporaneamente non gradire – diciamo così – il fatto di accogliere da parte della metà dei comuni dell’hinterland milanese. Vorremmo che ci fosse una disponibilità maggiore, facendo fede peraltro all'accordo sottoscritto con ANCI.
  Sul decreto Minniti abbiamo già discusso in Aula. Ovviamente anche per quanto riguarda i Centri per i rimpatri l'atto legislativo istituente risale a marzo, quindi mi sembra che il processo sia partito molto prima dell'istituzione di natura legislativa, sul quale poi ognuno di noi ha le sue opinioni con tutto il problema dell'impatto che questi centri hanno.
  Vado invece ad alcune questioni e parto da quella di Capo Rizzuto, sulla quale vorrei affrontare due temi. Lei, prefetto, diceva che non è cambiata la gestione del servizio; perlomeno dal punto di vista dell'affidamento è subentrato un commissario. Le devo dire che, al netto di quello che abbiamo sentito ieri dal procuratore Gratteri, vorremmo che invece cambiasse qualcosa perché, dopo aver appreso che veniva fornito lo stesso cibo che veniva dato ai maiali, mi auguro che ci sia un cambio di rotta e una corrispondenza tra ciò che Pag. 11paghiamo e ciò che va obbligatoriamente fornito.
  È emersa ieri una posizione personale del Procuratore di fatto discordante dalla posizione espressa da Cantone, dall'Autorità nazionale anticorruzione, perché noi abbiamo scelto di sostenere un affidamento che permetta di distinguere per modalità di fornitura, a vantaggio della concorrenza e della trasparenza, tutte le cose sulle quali peraltro il ministro ha già risposto in Aula più volte; mentre il Procuratore Gratteri sostiene che più prossima al territorio è la possibilità degli affidamenti, più siamo in difficoltà nell'effettuare i controlli e prevenire i fenomeni criminali.
  Non solo quindi valutiamo e giudichiamo con favore questo, ma siamo particolarmente grati del fatto che finalmente si sia messo in campo un sistema di controlli molto accurato, anche per quanto lei ci stava dicendo.
  Rimane il tema emerso ieri nell'audizione del Procuratore Gratteri della poca disponibilità, soprattutto in alcune prefetture, di uomini e di mezzi per la garanzia dei controlli anche rispetto alle modalità di affidamento. Nella scorsa audizione abbiamo detto che i prossimi affidamenti che andranno in scadenza (come diceva anche lei, molti affidamenti hanno la validità di un anno) dovrebbero andare con il nuovo modello che è stato nel decreto...

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Vanno.

  ELENA CARNEVALI. Perfetto. Questo per il rafforzamento di un'attività incrociata, un'attività fatta in modo più competente da parte delle prefetture e una parte fatta dal nucleo centrale del Ministero.
  Vista l'ampiezza di CAS nel nostro sistema di accoglienza, credo che sarà necessario un rafforzamento. Il ministro Minniti ha dichiarato pubblicamente che prevede di fare più di 2.000 controlli, quindi mi sembra già una buona partenza, e, vista anche l'ingente quantità di risorse che stiamo mettendo in campo, questo è il focus più importante al quale siamo chiamati.
  Tornando su Isola Capo Rizzuto, ho detto relativamente alla qualità dei servizi e sugli affidamenti rispetto al parere del ministro Minniti. Sulla questione delle white list ieri il Procuratore Gratteri condivideva l'esigenza di un Albo dei fornitori che garantisca un controllo sulla trasparenza e la liceità con cui i soggetti forniscono beni e servizi, ma ovviamente diceva che poi bisogna controllare l'Albo dei fornitori anche delle white list, quindi vorrei sapere che tipo di attività abbiamo messo in campo.
  Per quanto riguarda le risorse dei progetti FAMI, vi chiedo un'attenzione riguardo all'ultima missione che abbiamo fatto in Sicilia, perché c'è una diversità tra quanto viene scritto sulla carta e quanto viene praticato, in quanto la realizzazione di laboratori e di attività di alfabetizzazione è scritta sulla carta, ma questi non sono fatti, basti vedere i luoghi nei quali questi dovrebbero realizzarsi, anche con progetti FAMI, che dovrebbero essere di una certa qualità, più avanzati rispetto agli altri; quindi non possiamo semplicemente fidarci del controllo amministrativo. Naturalmente le attività di ispezione previste dal ministro anche sui fondi FAMI sono particolarmente importanti.
  Sulla questione relativa ai minori stranieri non accompagnati segnalo due cose. La prima riguarda la relocation, perché in base al documento del Parlamento europeo parliamo di un solo caso di relocation. Quindi è necessario capirne le ragioni, se non ci siano richieste o quali siano le difficoltà.
  La seconda: in alcuni centri abbiamo ancora troppi casi di promiscuità di minori rispetto agli adulti e, visto l'impatto considerevole di questi giorni, abbiamo l'esigenza di evitare simili situazioni. I minori hanno bisogno di progetti, per loro il tempo della prima accoglienza deve essere molto stretto e il tempo della seconda accoglienza molto ampio. Dovrebbe essere anche un'operazione di investimento, oltre che di tutela dei diritti internazionali dei minori.
  Se però guardiamo alla ripartizione dei fondi, le risorse non sono particolarmente ingenti ed è un tema che gli amministratori stanno sollevando. Mi auguro che il contributo Pag. 12 di questa Commissione possa aiutare a rafforzare il fronte sui minori stranieri non accompagnati.

  GIUSEPPE BRESCIA. Soltanto un chiarimento rispetto ai Centri per il rimpatrio. Il ministro Minniti aveva detto che ce ne sarebbe stato uno per regione, mentre temo che in Puglia ce ne siano già due attivi: a quanto lei ha detto, quello di Bari sarà riattivato e c'è quello di Brindisi che non mi pare sia stato disattivato. Quindi, se mi dà una conferma di questo, prenderò atto che noi saremo così fortunati da averne due nella nostra regione.

  PAOLO BENI. Un chiarimento. Lei sulla questione degli hotspot giustamente faceva notare che il termine non va inteso tanto come identificazione del luogo fisico, quanto come la modalità organizzativa con cui si intende gestire il trattamento del migrante al momento del suo arrivo, attraverso le fasi di identificazione, prima accoglienza, e quindi indirizzamento nei canali appropriati del sistema.
  Capisco tutto e condivido, però non possiamo non prendere atto del fatto che l'attivazione di quelle procedure presuppone un luogo fisico appositamente attrezzato, tanto che di hotspot come luoghi fisici hanno sempre parlato il Governo e il dipartimento nel momento in cui si andava a cercare nuove strutture in cui realizzarli. E si dà il caso che dei quattro formalmente identificabili come strutture fisiche per questa funzione, non uno funzioni in maniera uguale agli altri perché, come abbiamo potuto verificare, le caratteristiche di quelle strutture impongono un funzionamento diverso (Taranto è stato costruito ex novo ed è in sostanza una tendopoli fatta per la procedura hotspot, Pozzallo è un Centro di prima accoglienza riadattato).
  Siccome in questi quattro centri transita una minoranza rispetto al 100 per cento degli attuali arrivi via mare, se hotspot è un approccio, una procedura, presumo che nel restante 60 per cento dei casi questa procedura venga attuata in maniera ancora diversa, anche perché è un problema di strutture. Non crede che si debba procedere il più rapidamente possibile ad una revisione, diciamo così, della nomenclatura e dell'organizzazione del sistema nelle varie fasi e nella tipologia dei diversi centri? Altrimenti rischiamo di non capirci.
  I CAS sono centri straordinari che il decreto n. 142 del 2015 definiva come tali perché venivano aperti e realizzati «in mancanza di...». Ma non è che si può inventare un termine nuovo ogni tre mesi e poi non... Forse sarebbe il momento di azzerare tutti questi termini e di dire che il sistema funziona così.

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Dobbiamo fare dei correttivi al decreto n. 142 entro settembre. Potrà essere l'occasione per fare chiarezza sul sistema di accoglienza.

  PAOLO BENI. Aggiungo un'ultima cosa su questo. Il decreto n. 142 diceva una cosa importante. Comunque lo si chiami – hub, hotspot – c'è una prima fase che riguarda alcune funzioni che vengono svolte, che sono innanzitutto quelle dell'identificazione e dello smistamento dei migranti a seconda delle tipologie, che poi vanno grossomodo in tre canali: quello destinato ai rimpatri, quello destinato alla relocation e quello destinato ad essere ospitato nel sistema di accoglienza in attesa di esame.
  Per questo terzo canale, che è quello dell'accoglienza vera e propria, è previsto come modello standard, a cui adeguare l'intero sistema, il modello SPRAR, che, come sappiamo, ha dei limiti di capienza. Quando i centri SPRAR non sono in grado di accogliere, si aprono i CAS. La situazione nei numeri però è palesemente diversa.
  Allora, rimettendo le mani sul decreto n. 142, c'è da considerare un punto fondamentale, ossia che il livello e gli standard qualitativi che vengono richiesti dal protocollo SPRAR sono radicalmente diversi dagli standard qualitativi che si verificano in molti CAS.

  GREGORIO FONTANA. Non aggiungo altro a quello che ha detto l'onorevole Beni, Pag. 13nel senso che l'audizione di oggi è stata interessante anche perché ha aperto un varco rispetto al lavoro che abbiamo fatto fino ad oggi.
  Noi abbiamo discusso e anche dal punto di vista pubblicistico c'è stata tutta la discussione sugli hotspot, su quanti ne dovessimo aprire, se quelli aperti fossero sufficienti. Ci siamo impegnati per settimane in una relazione che dava conto dell'attività degli hotspot e della loro ubicazione, ma adesso ci pare di capire che il meccanismo hotspot non faccia riferimento a un luogo fisico, ma sia una modalità organizzativa che, come abbiamo visto negli sbarchi di migliaia di persone in questi ultimi giorni, si sposta sul molo di Catania e altrove.
  Questo è un qualcosa che in questa Commissione non abbiamo approfondito particolarmente, anzi in questa Commissione abbiamo approfondito il vecchio format, che ci era stato fornito dal Governo fino ad oggi...

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Che non è cambiato, era solo un'ulteriore precisazione. Finisca la domanda e poi le rispondo.

  GREGORIO FONTANA. No, ma siamo noi probabilmente che abbiamo capito male, nel senso che abbiamo fatto una relazione di quindici pagine su una cosa che avevamo capito male evidentemente. Comunque è importante che lei oggi sia qui a dirci che gli hotspot di fatto sono una modalità organizzativa e non un luogo fisico.
  Questo è un aggiornamento, lo valuteremo, faremo tutti gli approfondimenti del caso, ma è importante capirlo perché nel dibattito politico c'erano le polemiche se gli hotspot fossero abbastanza o se ne dovessero fare di più. Addirittura ho qua moniti dell'Europa che ci diceva che avremmo dovuto farne di più perché erano pochi, quindi è chiaro che se cambiamo e diciamo che l’hotspot non è un luogo fisico, ma è una modalità organizzativa che deve garantire l'identificazione, diciamo una cosa magari anche accettabile, però diciamo una cosa diversa...

  PAOLO BENI. Nella relazione questo c'è scritto...

  PRESIDENTE. Facciamo finire l'onorevole, poi anch'io volevo intervenire nel merito della questione. Voglio ricordare che abbiamo approvato una relazione a maggioranza e due relazioni di minoranza sugli hotspot, quindi vuol dire che delle distinzioni...

  GREGORIO FONTANA. Comunque il dibattito anche con l'Unione europea verteva sul fatto che avessimo pochi hotspot, e questo dibattito è agli atti sia dei giornali sia degli organismi internazionali.
  Detto questo, per quanto riguarda le nuove modalità di appalto e le prefetture, il trasferimento dal gestore unico alla suddivisione degli appalti in lotti funzionali, anche questo avrà dei tempi di attuazione, nel senso che tutto quello che verrà fatto da oggi verrà fatto con il nuovo sistema. Tuttavia anche dall'audizione di Cantone si capiva che questa nuova procedura avrebbe dato luogo non a immediate assegnazioni, ma a dei tempi leggermente dilatati per quanto riguarda la specificità di queste cose. Vorrei sapere se abbiate un'idea dei tempi di applicazione di questi nuovi contratti.

  PRESIDENTE. Bene. A lei la parola, prefetto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE BRESCIA

  GERARDA PANTALONE, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Partiamo dalle domande dell'onorevole Carnevali. L'accoglienza diffusa è un obiettivo su cui il ministro Minniti punta molto, su cui si punta molto perché l'accoglienza diffusa consentirà di non avvalerci più dei grandi centri.
  La volta scorsa abbiamo detto che il grande centro non è utile né al migrante, né ai territori, quindi il nostro obiettivo è quello di non avvalerci più di realtà come Pag. 14quella di Mineo o come Isola Capo Rizzuto, però vedete quali sono i flussi: le esigenze sono continue e pressanti, per cui quanta più forza avremo con il coinvolgimento dei comuni per riuscire a realizzare un'accoglienza diffusa, più si andrà verso questo obiettivo.
  Di recente è stato sottoscritto un protocollo a Milano e si registra un colloquio continuo che i prefetti hanno con i sindaci tutti i giorni, perché è una coscienza che deve maturare, è qualcosa che va applicato ed è importante la coscienza dei cittadini e dei territori.
  Ogni prefettura sta incontrando i sindaci del proprio territorio, perché magari il protocollo sottoscritto a Milano potrebbe non andar bene in un'altra realtà. Ci siamo sentiti con il prefetto di Catanzaro per vedere cosa si potesse fare in Calabria e lei rappresentava che i piccolissimi comuni, anche interessati da spopolamento, probabilmente possono cogliere in questo anche un'opportunità di sviluppo, quindi lì si lavorerà per i piccoli comuni. In un altro territorio magari si andrà in un'altra direzione, però l'importante è riuscire ad avere il coinvolgimento di tutti i territori.
  Devo dire che alcuni sindaci hanno presentato delle nuove progettualità per aderire al sistema SPRAR: 152 sindaci hanno presentato dei progetti che una Commissione sta esaminando e che saranno ammessi a finanziamento dal 1° luglio. Spero che la Commissione possa valutarli favorevolmente, tutti o almeno la maggior parte, se i progetti rispettano i requisiti.
  Su Isola Capo Rizzuto tengo a precisare che non vorrei entrare nel merito, perché vi è anche un'inchiesta amministrativa disposta dal ministro Minniti. Quindi, anche limitatamente agli aspetti gestionali o amministrativi, rispettiamo l'ispezione che è in corso.
  Penso che il decreto del ministro dell'interno del 7 marzo sia un grande aiuto anche per vagliare la qualità dei servizi. Nel momento in cui vi è un capitolato con delle schede tecniche allegate, che prevedono nel dettaglio tutte le caratteristiche che debbono avere i servizi resi anche da un punto di vista qualitativo, tanto da arrivare a prevedere la tipologia di prodotti che devono essere usati per la pulizia o le caratteristiche dei pasti, più nel dettaglio sono previsti e più facile è valutarne poi l'adeguatezza rispetto alle prestazioni rese. Quindi la chiara declinazione della fornitura dei beni e dei servizi è un elemento molto utile, che può anche aiutare le persone deputate al controllo e all'ispezione e alla stessa rendicontazione.
  La suddivisione in quattro lotti aiuta moltissimo ai fini della rendicontazione: magari prima un unico appalto, un unico lotto poteva avere anche una rendicontazione più generica, perché l'oggetto del contratto era più generico e accorpato, adesso le rendicontazioni dovranno essere più analitiche, a beneficio di un maggior controllo e di una maggiore rispondenza alla qualità dei servizi.
  In merito alla disponibilità di uomini e mezzi, la carenza di risorse nella pubblica amministrazione è nota a tutti, ma occorre comunque attrezzarsi nel modo migliore per svolgere le attività nel senso indicato. A proposito delle ispezioni, per il progetto Mireco il dipartimento si avvale anche di alcune professionalità esterne, che sono state appositamente selezionate e valutate e che poi metteremo anche a disposizione delle prefetture per le loro attività.
  È ovvio che anche le white list già esistenti nei settori più sensibili degli appalti pubblici vanno riviste annualmente, il controllo sulle persone inserite negli elenchi va rifatto annualmente, per attestarne ancora la validità e il cosiddetto «bollino di impresa» con cui la pubblica amministrazione può contrarre, quindi sicuramente saranno ipotizzati e messi in campo tutti i migliori sistemi.
  Per quanto concerne il suo invito a verificare maggiormente i centri della Sicilia, sarà senz'altro accolto, in particolare per quanto concerne i progetti dei fondi FAMI. Daremo un'attivazione all'Autorità di Audit, che è l'organismo di cui si avvale il fondo FAMI per controllare i progetti finanziati, quindi solleciterò l'autorità responsabile in questa direzione.
  Per la relocation dei minori si è avviato il discorso, ma è più difficile: c'è anche il Pag. 15coinvolgimento dell'autorità giudiziaria e quindi del tribunale dei minori, è un procedimento molto più complesso, che seguiremo con particolare attenzione.
  Per quanto concerne i Centri di rimpatrio resta valido il principio di «uno in ogni regione», ma il centro di Bari esisteva già, quindi è una ristrutturazione, esistevano entrambi, a Brindisi e a Bari; se abbiamo tante esigenze penso che possa essere utilizzato, ma comunque farò presenti le obiezioni che sono pervenute.
  Io volevo fare un chiarimento sugli hotspot, perché forse non sono stata molto felice nell'esposizione.
  L'Europa ci ha chiesto la costruzione fisica di strutture presso i luoghi di maggiore sbarco. Abbiamo aderito con quattro e abbiamo fatto un programma anche futuro di sviluppo di ulteriori punti di crisi, perché siamo tutti d'accordo che l'accoglienza massima svolta in tutte le sue fasi possa avvenire al meglio in una struttura fisica appositamente dedicata. Ci siamo impegnati e sono in corso continui incontri con le istituzioni locali per l'apertura degli altri hotspot che avevo annunciato la volta scorsa.
  Il lavoro continua in quella direzione, ovviamente con le tante difficoltà che si incontrano con le istituzioni locali per l'attivazione di una struttura, tanto che, mentre in un primo tempo si cercava nell'imminenza del porto, per trovare più strutture abbiamo aderito all'idea di costruirle anche ad una distanza ragionevole, nella quale i migranti possano essere trasportati. Era un'assicurazione in più, visto l’input dell'Europa per la creazione degli hotspot, per avere la certezza che al momento dello sbarco in Italia fossero seguite determinate procedure.
  Una Commissione composta da rappresentanti anche europei nell'ambito del Dipartimento della libertà civile ha prodotto le Standard Operating Procedures (SOP), le modalità operative da applicare al migrante che sbarca in Italia, e queste SOP sono state inviate come modello da seguire non solo alle istituzioni sedi di luoghi fisici di hotspot, ma anche alle realtà nelle quali, a causa del crescente afflusso, abbiamo dovuto far sbarcare i migranti.
  Faccio un esempio. Questa settimana in Sicilia, dove c'è il G7, non stiamo facendo sbarcare migranti. Li stiamo facendo sbarcare in Calabria, in Sardegna e anche a Salerno una nave arriverà domani o dopodomani, ed è ovvio che la nostra preoccupazione è che anche in queste località di sbarco vengano seguite quelle stesse procedure che l'Europa ci chiede e che noi ci siamo impegnati a rispettare. Spero di essere stata chiara.

  PRESIDENTE. A questo punto credo che possiamo concludere la seduta odierna.
  Nel ringraziare il prefetto Gerarda Pantalone, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.20.