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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 182 di Mercoledì 13 settembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia, Sandro Raimondi (Svolgimento e conclusione) :
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 2 
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 3 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 3 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 4 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 4 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 4 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 4 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 4 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 4 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 5 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 5 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 5 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 5 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 6 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 6 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 6 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 6 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 7 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 7 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 7 
Cominelli Miriam (PD)  ... 8 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 8 
Nugnes Paola  ... 9 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 9 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 9 
Orellana Luis Alberto  ... 9 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 9 
Orellana Luis Alberto  ... 9 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 9 
Arrigoni Paolo  ... 9 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 9 
Arrigoni Paolo  ... 9 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 10 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 11 
Nugnes Paola  ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 11 
Orellana Luis Alberto  ... 11 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 11 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 11 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 11 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 12 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 12 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 12 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 12 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Nugnes Paola  ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Vincenti Piero , maggiore dei carabinieri del Noe di Milano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 14 
Bellonese Tommaso , ispettore capo della polizia di Stato ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Cominelli Miriam (PD)  ... 15 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 15 
Bellonese Tommaso , ispettore capo della polizia di Stato ... 15 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Raimondi Sandro , procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 14.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia, Sandro Raimondi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia, Sandro Raimondi, accompagnato dal maggiore dei carabinieri del NOE di Milano, Piero Vincenti, dall'ispettore capo della polizia di Stato, Tommaso Bellonese, e dal sovrintendente capo della polizia di Stato, Massimo Guareschi, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la Commissione ha già ascoltato, lo scorso 31 maggio, il procuratore Raimondi nell'ambito dell'approfondimento avviato sulle dichiarazioni rilasciate in ordine a un presunto interramento di rifiuti nel territorio del comune di Ferrara da parte del collaboratore di giustizia Nunzio Perrella, che risulta essere stato interrogato presso la procura di Brescia.
  Ricordo altresì che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  Avverto infine i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Noi ci eravamo lasciati, l'altra volta, proprio su queste questioni e avevamo segretato in parte la documentazione. Vorremmo capire se oggi possiamo essere in grado, alla luce degli eventuali interventi fatti, di rendere pubblica la vicenda. Inoltre, se ci sono anche altre questioni che interessano questa Commissione – mi sembrava dalla discussione che avevamo iniziato che tali questioni fossero assolutamente presenti – siamo qui per sentire anche queste. Cedo quindi la parola al dottor Raimondi, al quale ricordo che potrà avvalersi dei suoi collaboratori come meglio crede per lo svolgimento della sua relazione.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Innanzitutto, grazie dell'invito e buonasera a tutti. Per quello che riguarda la segretazione del precedente verbale, non vi sono più motivi ostativi in tal senso. Ho parlato con i funzionari della squadra mobile di Brescia e quindi possiamo tranquillamente desegretare tutto il verbale dell'ultima audizione.
  Per quello che riguarda lo stato delle indagini, ci sono delle risultanze investigative e processuali di un certo rilievo. Io mi sono permesso di memorizzare su una chiavetta Pag. 3 dei documenti, che provengono sia dal mio ufficio, sia dall'ufficio del giudice per le indagini preliminari, in merito a procedimenti che, allo stato, sono in diverse fasi. In ogni caso, sono tutti atti dove c'è stata una discovery, anche se per alcuni di essi non sono state chiuse le indagini, per cui mi permetto di consegnarveli.

  PRESIDENTE. Lo acquisiamo, grazie.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. La mia intenzione, oggi, è quella di portare a conoscenza di codesta onorevole Commissione alcune indagini che ci destano preoccupazione non solo come cittadini, ma anche come autorità inquirente.
  Abbiamo scoperto, grazie all'attività di polizia giudiziaria, dei comportamenti nel trattamento illecito di rifiuti che non credo rimarranno isolati. Non credo che non vi saranno altre ipotesi simili a quelle per cui noi abbiamo proceduto. Desidero parlare in primo luogo di un procedimento che vede come principale imputato il signor Paolo Bonacina, nell'ambito del quale il mio ufficio ha chiesto l'applicazione di misure cautelari personali. Infatti, se non ricordo male, in questo momento abbiamo due persone agli arresti domiciliari e abbiamo il sequestro preventivo di numerosi impianti e di numerosi beni. Abbiamo fatto anche una richiesta di interdizione dall'esercizio dell'attività in base ai contenuti del decreto legislativo n. 231 del 2001, che a mio modo di vedere è uno strumento principe che la procura della Repubblica, in collaborazione, ovviamente, con l'ufficio del giudice per le indagini preliminari, deve assolutamente usare. Infatti, è uno strumento veloce, che colpisce in un modo corretto ma senza danni alla libertà personale perché agiamo nei confronti di una persona giuridica. Siccome questi enti sono votati nella loro illiceità a conseguire un profitto, noi andiamo a colpire quel profitto. Mi sembra una retribuzione corretta e adeguata per quelle che sono le analisi e le esigenze del mercato.

  PRESIDENTE. Che impianti sono?

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Chiedo al signor presidente di volermi autorizzare a cedere la parola perché gli aspetti tecnici sono molto importanti (almeno io ritengo che sia così). Su tali aspetti tecnici, mi sono portato con me veramente dei professionisti di grande spessore, ai quali cedo volentieri la parola.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Buonasera a tutti, sono il maggiore Piero Vincenti e comando il nucleo operativo ecologico di Milano. Per ciò che concerne i beni a cui si riferiva il procuratore, noi abbiamo proceduto al sequestro di impianti di trattamento rifiuti e di 76 automezzi per il trasporto dei rifiuti per commettere il traffico illecito di rifiuti. Il decreto 231 è stato applicato ovunque è stata richiesta. In definitiva, il giudice per le indagini preliminari non ha ancora provveduto e lo farà in camera di consiglio. L'eventuale applicazione del decreto legislativo 231 riguarderà anche delle multiutility molto attive nel territorio, che sono Hera Ambiente e A2A, due società assolutamente di rilievo nell'ambito del territorio nazionale nel trattamento dei rifiuti.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Per informazione, la prima udienza per l'applicazione del decreto 231 è stata fissata il 9 ottobre prossimo, quindi in quella data discuteremo sulla bontà delle mie richieste, che la Commissione ha su supporto informatico. Sto parlando di cose nella disponibilità completa della Commissione, che dispone di questi provvedimenti. Questo procedimento è gestito come indagini dal NOE di Milano. Abbiamo fatto due richieste di natura cautelare e il giudice per le indagini preliminari ha emesso due ordinanze che hanno, non completamente ma solo parzialmente, accolto le mie richieste. Io ero stato un po’ più duro nelle richieste, ma il giudice per le indagini preliminari ha limitato ad alcuni personaggi (quindi, non a tutti quelli per cui avevo fatto richiesta): va benissimo così, ci mancherebbe altro.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Questi personaggi chi sono esattamente? Al di là del nome e cognome, chi sono, chi rappresentano? Sono di Hera, di A2A...

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Gli impianti sotto sequestro sono di proprietà dell'indagato principale, che è Bonacina Paolo, e sono la BPS di Abbadia Lariana, in provincia di Lecco, la B&B S.r.l., di Torre Pallavicina, e la Crystal ambiente di Brescia.
  L'indagine per l'articolo 260 del testo unico ambientale (n.152 del 2006) ha poi visto coinvolte tre ditte di trasporto di cui si sono avvalsi gli indagati per la movimentazione di questi rifiuti e, complessivamente, ha portato al sequestro di 76 automezzi di proprietà di tre società. Se interessa, posso anche...

  STEFANO VIGNAROLI. Che tipo di rifiuti erano e come avvenivano i trasporti illeciti?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. L'indagine ha toccato rifiuti sicuramente speciali non pericolosi, provenienti e prodotti fondamentalmente da SAPNA di Napoli, COLARI di Roma e ACAM di La Spezia. Sono rifiuti derivanti dal trattamento della frazione secca della raccolta dei rifiuti urbani e della frazione umida dei rifiuti urbani, che erano in giacenza presso queste tre società, che sono formalmente i produttori. Siccome le quantità in giacenza presso questi impianti sono considerevoli (si parla di centinaia di migliaia di tonnellate, forse anche di milioni), sono state bandite...

  STEFANO VIGNAROLI. Negli impianti di origine o di destinazione?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Di origine: queste sono le origini, cioè i produttori. Gli impianti sono dei produttori. Ovviamente, avendo questa esigenza, sono state bandite le gare pubbliche a cui partecipano aziende di tutto il territorio nazionale. Alcune di queste gare d'appalto sono state aggiudicate da A2A e da Hera Ambiente. Ovviamente, queste gare d'appalto vengono poi gestite da un intermediario. Infatti, il problema di questi rifiuti è che i produttori nei posti di origine non hanno gli impianti di trattamento, per cui si rende necessario bandire la gara pubblica. Per quanto riguarda la destinazione di questi rifiuti per il trattamento, questa è nel territorio del bresciano o comunque nell'area lombarda, dove è abbastanza consistente la presenza di impianti di trattamento. Uno degli intermediari più attivi su questa tipologia di rifiuti è proprio l'indagato principale a cui faceva cenno il procuratore, ossia Bonacina Paolo, il quale, attraverso queste tre società, li faceva transitare nei suoi impianti. In buona sostanza, questi rifiuti dovevano essere esclusivamente trattati ma non potevano essere mandati a smaltimento perché le autorizzazioni di cui disponevano gli impianti di Bonacina erano con la causale R13, ovvero potevano solo essere trattati, quindi separati, lavorati e recuperati. La maggior parte del materiale doveva essere sottoposto a recupero.
  L'attività investigativa, invece, ha dimostrato che questi materiali andavano a smaltimento, che è un'operazione non autorizzata e non lecita, quindi siamo arrivati alla contestazione dell'articolo 260 del decreto legislativo 152 del 2006. Gli smaltimenti avvenivano per la frazione secca presso l'impianto A2A di Brescia, mentre per la frazione umida, che rappresenta i quantitativi più consistenti, si avvalevano di un impianto pubblico della provincia di Alessandria, che si chiama ARAL S.r.l., un impianto di proprietà al cento per cento del comune di Alessandria e dei comuni consorziati, ma gestito dalla provincia di Alessandria.

  PRESIDENTE. I recettori erano consapevoli di questa situazione?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Assolutamente sì.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Secondo la nostra ipotesi ovviamente Pag. 5 sì, ma la formazione degli elementi di indagine che poi verranno classificati come elementi di prova in sede dibattimentale si è basata su osservazioni, appostamenti, filmati, intercettazioni telefoniche e anche su alcune consulenze di natura tecnica. Tutto ciò ci ha consentito di ritenere sufficienti, se non addirittura gravi, gli elementi indiziari d'indagine a carico degli amministratori di queste società, altrimenti non avremmo proceduto in modo così pesante, ma soprattutto non avremmo applicato neanche, come dice lei, signor presidente, il decreto legislativo n. 231.

  STEFANO VIGNAROLI. Invece i produttori erano consapevoli di questo traffico illecito?

  PRESIDENTE. Aspetta, facciamolo finire. Dopo facciamo le domande.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Abbiamo individuato, come diceva il maggiore, tre punti principali di illecito trattamento. Innanzitutto sono stati violati palesemente i contenuti delle autorizzazioni, ovvero le prescrizioni tecniche delle autorizzazioni rilasciate dalla provincia di Bergamo, per esempio. Inoltre, sono state individuate delle doppie operazioni di messa in riserva. Lo scopo, come loro sanno, è quello di far perdere la tracciabilità dei rifiuti in modo da svuotare completamente un impianto. Quello che avrebbero dovuto fare non è stato fatto e i rifiuti sono stati portati direttamente agli inceneritori per lo smaltimento, ma non potevano assolutamente essere smaltiti in quel modo. Questo è un modus operandi che abbiamo trovato, ripetitivo, reiterato e che copre circa due anni solari di attività.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. 2014-2015.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Sottolineo soprattutto i contatti continui che vengono evidenziati dalle telefonate, dove i soggetti che sono stati intercettati parlano con grande familiarità. Infatti mi sono determinato ad integrare la prima richiesta fatta dal mio ufficio, che era stata fatta da colleghi che sono stati trasferiti, contestando anche il reato associativo perché ho trovato proprio gli estremi di una continuità di struttura criminale operante nel tempo e nello spazio, che ha determinato una sorta di mansionario di funzioni da parte dei soggetti che sono stati oggetto delle indagini. Ciò mi consente oggi di ipotizzare il reato di associazione per delinquere dedito alla finalità di commettere reati di trattamento illecito di rifiuti, nella fattispecie il 260 del Testo unico sull'ambiente. Questo è in sintesi quello che siamo riusciti a fare.
  Il profitto che hanno conseguito è molto rilevante. In seguito il maggiore dei carabinieri vi produrrà anche uno schema cartaceo dove abbiamo evidenziato con vari colori tale profitto. C'è soprattutto un pericolo ambientale. Porto inoltre a conoscenza del presidente e della Commissione il fatto che il procuratore della Repubblica, il dottor Buonanno, ha risposto a un'interrogazione parlamentare proprio l'altro giorno – per cui dovrebbe essere pubblica – su questo processo. Io ho una copia della risposta, però penso che sia reperibile anche in Internet. C'è un pericolo per l'ambiente e soprattutto molto critica è la violazione del principio di libera concorrenza perché, in questo modo, ho dei profitti illeciti che mettono fuori concorrenza coloro che invece non trattano il rifiuto nello stesso modo, o meglio che lo «trattano». Infatti, il principio che emerge, così come emerge in altre indagini coordinate da me nel settore della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Brescia – c'è proprio una frase che trovammo in una telefonata, ma che poi viene ripresa – per cui «il rifiuto meno lo tocchi e più guadagni». Questa è la filosofia imprenditoriale che ispira molti soggetti. Oggi noi parliamo di questi, che sono tutti elencati negli atti che sono stati messi a loro disposizione su supporto informatico. Non so se il maggiore vuol dire qualcos'altro.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Infatti, in linea di Pag. 6principio la causale dell'appalto pubblico e dell'aggiudicazione della gara era proprio il trattamento perché la maggior parte della materia presente in questi rifiuti può essere recuperata. Il fatto è che non si trattava e non si recuperava, ma in alcuni casi a cui faceva cenno il procuratore noi abbiamo visto tombare questi rifiuti. Il centro di trattamento pubblico ARAL aveva affianco una discarica esaurita. Le telecamere hanno dimostrato che questi rifiuti, scaricati dal camion dal vettore che arrivava da Napoli, venivano caricati con una pala su un altro camion, portati a qualche centinaia di metri di distanza e tombati nella discarica ormai esaurita, che non poteva più essere toccata perché aveva già raggiunto il suo culmine. Il danno ambientale, ovviamente, è ancora in fase di dimostrazione o, più che altro, di quantificazione, anche se per noi il quadro, in base alle evidenze dell'attività investigativa, è ormai abbastanza chiaro.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Un ulteriore éscamotage – se mi consentite questa parola – è quello della falsificazione dei codici CER, che infatti venivano cambiati. C'era un giro bolla e c'erano addirittura delle classificazioni diverse, da 19.12.12 a 19.05.01.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Soprattutto 19.12.10 perché questo codice permetteva, soprattutto all'intermediario, di portare nei centri di smaltimento. Infatti, il 19.12.10 è un codice che presso gli smaltitori ha più possibilità di essere accolto e per chi lo portava, quindi per l'indagato Bonacina, produceva un guadagno maggiore. Con quel codice il rifiuto veniva pagato di più.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Solo cartolarmente i rifiuti venivano recuperati. L'attività di recupero, che invece avrebbe dovuto essere quella preminente, non veniva assolutamente effettuata. Abbiamo accertato addirittura la mancata insufflazione e la messa...

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Per la parte umida di questi rifiuti il trattamento prevedeva un processo di stabilizzazione che doveva durare 21 giorni. Il rifiuto che arriva nel centro di trattamento deve essere spacchettato aperto, raccolto in cumuli su cui viene cosparso un ammendante, cioè un abbattitore di percentuale attiva per i batteri, e lasciato lì a decantare per 21 giorni. I filmati, invece, ci dimostrano che il rifiuto arrivava dai produttori, veniva scaricato e immediatamente c'era un altro bilico pronto su cui con la pala veniva ricaricato e poi portato via. Ovviamente, cartolarmente questo veniva tutto regolarizzato creando ad hoc dei documenti di trasporto.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. La biostabilizzazione di cui stiamo parlando, che doveva prevedere un periodo di 21 giorni per legge, non veniva fatta, quindi abbiamo anche questo ulteriore aspetto che secondo me è molto preoccupante. Abbiamo capito che c'è stata proprio un'inversione di rotta, nel senso che dal sud al nord viene effettuata questa attività di illecito trattamento e di illecito commercio, che ha fatto divenire Brescia e le zone limitrofe, a mio modo di vedere, una nuova Terra dei fuochi.
  Infatti, abbiamo notato, non solo per tutte le indagini del NOE ma anche per altre, di cui se mi consentirete tratterò (i relativi provvedimenti sono stati inseriti nel materiale informatico di cui siete ora in possesso), che l'aspetto qualificante di molte imprese operanti nel settore è quello per cui, ormai, si può fare a meno per certi aspetti di rivolgersi obbligatoriamente a criminalità organizzate di stampo ’ndranghetistico e camorristico, pur presenti nel distretto di Brescia. È diventato un modo callido e «intelligente» di fare impresa da parte di alcuni operatori del settore. Io lo definisco (non solo io, ma anche, ad esempio, il consigliere Roberto Pennisi della direzione nazionale antimafia, con il quale abbiamo collaborato in numerose indagini del procuratore nazionale proprio sulla scorta della gravità del fenomeno bresciano) un reato di impresa, dove l'imprenditore Pag. 7 del nord ha imparato come fare da solo, in modo autarchico. Se mi consentite una battuta, ha imparato a far ciò senza rivolgersi a esterni, ma mettendo in essere una serie di attività in proprio per la gestione dell'illecito trattamento. Questo è molto importante perché si mettono in essere una serie di attività che consentono un'indipendenza, un'autonomia, che non ha confini e non ha paragoni nell'ambito di altri soggetti imprenditoriali. Per questo è importante avere contestato e cominciare a contestare i reati associativi e la norma 231, proprio per colpire più efficacemente questo fenomeno.
  Per colpire efficacemente questo fenomeno, tra l'altro, nella mia procura, di concerto con il procuratore Bonanno, abbiamo inserito stabilmente dei magistrati nell'area pubblica amministrazione e reati ambientali, che trattano questo argomento quasi esclusivamente, cioè per l'80-90 per cento della loro attività, proprio per instaurare una sorta di cultura della repressione ambientale di questi fenomeni. I rapporti con la pubblica amministrazione sono abbastanza inquietanti, nel senso che alcuni amministratori si rivelano vicini a questi signori.
  Noi abbiamo contestato nel nostro procedimento, che vede il NOE come parte attiva delle indagini, il reato di traffico di influenze, che è stato introdotto di recente. Io non amo i numeri, ma per chi ama i numeri è il 346-bis del codice penale. Il coniuge del presidente di una provincia del nord – ed è contestato al capo G della mia seconda richiesta di cui siete in possesso – ha avuto una FIAT del valore di circa 30.000 euro da parte del principale indagato. Questi 30.000 euro vengono pagati, in sostanza, attraverso finte consulenze. Lui, attraverso una società, presta delle consulenze, oppure appare prestare delle consulenze secondo l'ipotesi accusatoria, ma queste consulenze non sono mai state fatte o, quantomeno, gli accertamenti di polizia giudiziaria non hanno trovato consulenze fatte, così come invece avrebbero dovuto essere dalle carte fiscali. Queste sue intermediazioni sarebbero dovute servire per consentire l'acquisto da parte di A2A di una società, questa ARAL, che è dotata di impianti di rilievo e che, grazie al traffico illecito di rifiuti, da una perdita di bilancio di oltre 2,5 milioni di euro è riuscita ad arrivare in pareggio: è addirittura in attivo.

  PRESIDENTE. Questa è l'ACAM?

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. L'ARAL di Alessandria. Vedete come il principio di concorrenza viene palesemente disatteso, mettendo in crisi gli imprenditori virtuosi che invece non hanno questi espedienti. Non so se i miei collaboratori desiderano aggiungere ancora qualcosa.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Presidente, nel corso degli accertamenti, d'accordo con la procura, abbiamo valutato rispetto ai soggetti persone fisiche e persone giuridiche coinvolti nella vicenda quale può essere stato, calcolandolo sulla base della documentazione rinvenuta, il profitto illecito per ognuno prodotto. Nello specchio che vi lasciamo vedrete che la cifra complessiva è di oltre 10 milioni di euro, quindi i 26 indagati nel procedimento penale di cui ci siamo occupati, complessivamente hanno avuto un illecito profitto di oltre 10 milioni di euro per il trattamento di circa 100.000 tonnellate di rifiuti.
  Ovviamente il profitto è diversificato a seconda delle attività che si fanno. Il minor guadagno è quello delle ditte di trasporto, mentre sicuramente gli impianti di trattamento, che poi trattamento non era, hanno avuto il guadagno maggiore. Cito il caso eclatante di ARAL, che nei due anni di attività investigativa ha visto un beneficio di oltre 5 milioni di euro gestendo i rifiuti in questo modo: da – 2,5 milioni a + 2,3, quindi sono circa 5 milioni di euro. Il paradosso è che è un impianto pubblico.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. L'ulteriore circostanza che può essere secondo me utile alle loro conoscenze è che alcune di queste società, soprattutto Pag. 8quelle che stanziano in Liguria, fanno parte di un gruppo, che era già stato oggetto di indagine della mia procura negli anni passati e che vede adesso il procedimento trasferito a Milano per competenza territoriale. Vedete come le attività non si limitano a un processo, ma possono essere suscettibili di diversi apprezzamenti territoriali, tant'è che la norma sulla competenza territoriale diventa forse un po’ obsoleta, nel senso che ormai la mappa delle attività e delle condotte illecite, quando ci sono holding di questo tipo, spazia da Genova a Brescia, da Milano ad Acerra, quindi diventa molto difficile, anche da un punto di vista giudiziario, essere efficaci, se poi un processo viene spostato all'ultimo momento per incompetenza territoriale.
  Ciò è giustissimo perché si applicano le norme del codice, ma da un punto di vista di efficacia dell'azione investigativa il processo diventa frammentato e quindi si perde la visione d'insieme e l'efficacia di un intervento unitario, a fronte di più procure. Per fortuna ci coordiniamo con la procura nazionale antimafia ma, forse, qualche norma in questo settore della procedura penale sulla competenza territoriale dovrebbe essere quantomeno rimeditata, per consentire un'azione unica da parte di una procura che inizia per prima e che dovrebbe finire anche in luogo delle altre. Adesso il maggiore vi consegna questo specchietto.

  MIRIAM COMINELLI. Rispetto ai controlli ARPA che venivano fatti in questi impianti era mai emerso qualcosa?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Nell'ambito di due anni di attività investigativa ARPA no, anche perché erano impianti tutto sommato nuovi, quindi non soggetti al rinnovo di autorizzazione. Sono impianti che comunque non hanno problemi di miasmi o di cattivi odori. Peraltro sono impianti ubicati al di fuori, quindi non ci sono state mai segnalazioni e ARPA, comunque, nell'ambito di due anni di attività investigativa, non mai è entrata in questi impianti.

  PAOLA NUGNES. Innanzitutto mi scuso, ma mi è sfuggita la terza azienda da cui provenivano i rifiuti in Liguria: me la può ripetere? Faccio, poi, un po’ di domande. Vorrei sapere se la SAPNA, il COLARI e quest'altra azienda rientrano nelle aziende indagate, ovvero se hanno conoscenza del traffico o meno. Per quanto riguarda la questione della competenza territoriale, quindi, lei ci dice che questa inchiesta non è più nella competenza della procura di Brescia, oppure ciò vale soltanto per quanto concerne l'impianto ligure? Inoltre vorrei sapere se l'azienda del Bonacina operava a Casalmaggiore in provincia di Cremona; io avevo conoscenza di una simile indagine nel bresciano e quindi vorrei sapere se c'è un collegamento.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Parto dall'ultima. No, Casalmaggiore non è...

  PAOLA NUGNES. Scusi, di questa a Casalmaggiore si sono perse...

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. No, non è stata mai oggetto di indagine perché di Bonacina Paolo noi abbiamo attenzionato tre aziende: una ad Abbadia Lariana, in provincia di Lecco, la B&B in provincia di Bergamo e la BPS in provincia di Brescia. Sono queste le tre aziende riconducibili a Bonacina Paolo.

  PAOLA NUGNES. C'è un'altra indagine alla procura di Brescia su questo? Se mi può rispondere su questo.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Che mi risulti in questo momento, no. Per quello che riguarda la competenza territoriale, io ho espresso una mia valutazione, nel senso che questa indagine rimane a Brescia, mentre altre indagini, partite con riferimento a una holding che possiede alcune di queste società coinvolte in questa indagine, passarono a Milano a seguito di competenza. La mia lamentela era semplicemente da operatore del diritto, nel senso che forse converrebbe rimeditare alcune norme del codice, ma è solo una mia personale opinione. Per ciò che concerne la SAPNA, Pag. 9invece, sono quelle società che fanno l'appalto pubblico, quindi non sono state interessate dall'indagine.

  PAOLA NUGNES. Il nome dell'azienda?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. EcoSavona: è un'azienda riconducibile al gruppo Waste Italia.

  PRESIDENTE. Dei Colucci!

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Dei Colucci, esattamente. Una parte dei flussi di rifiuti attenzionati partivano e venivano gestiti da EcoSavona e mandati in ARAL per il trattamento, che poi trattamento non era perché, di fatto, non avveniva.

  PAOLA NUGNES. Dunque non c'è un'implicazione?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Come no? Assolutamente sì. La nostra attenzione era verso ARAL, però in questo caso EcoSavona è produttore, come lo è SAPNA e come lo è COLARI.

  PAOLA NUGNES. Dunque, hanno un interesse in questo.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. La norma del 152 del 2006 ci dice che il produttore, fino alla destinazione ultima, è comunque sempre tenuto a conoscere la fine del rifiuto che produce.

  PAOLA NUGNES. Certo, ma potrebbe essere una mancanza?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Sì, o è a titolo omissivo.

  PAOLA NUGNES. È questo che vorrei sapere: se c'era un interesse illecito o semplicemente, come diceva lei, un'omissione.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Sicuramente, per l'aspetto investigativo, noi abbiamo contestato l'omissione perché il produttore è tenuto a preoccuparsi della fine, però, ovviamente, siccome sono stati banditi degli appalti pubblici, noi ci aspettiamo che le società produttrici quantomeno si rivalgano nei confronti degli intermediari perché, di fatto, hanno omesso di rispettare le prescrizioni in tal senso. C'è anche un reato eventuale da contestare, se queste società ovviamente faranno presente la loro volontà di farlo.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Vorrei capire se Bonacina è l'unico indagato o se sono indagati anche altri esponenti di tutte le varie aziende.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Gli indagati sono 26 in tutti.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Hanno tutti gli stessi capi di imputazione?

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. No, ci sono diversi capi di imputazione e sono tutti in vostro possesso. Tutti gli indagati, persone fisiche e le persone giuridiche, ai sensi del decreto 231 sono indicati negli atti che ho appena prodotto alla vostra cortese attenzione.

  PAOLO ARRIGONI. Prima il dottor Raimondi ha detto che alle gare pubbliche bandite da questi produttori hanno partecipato A2A ed Hera, sostanzialmente.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Anche.

  PAOLO ARRIGONI. Come è insorto il Paolo Bonacina e quali sono i rapporti contrattuali tra A2A, Hera e costui? Inoltre vorrei sapere se tra gli indagati ci sono anche gli amministratori e i responsabili tecnici dell'ARAL, che è la società pubblica di Alessandria, amministratori o personale Pag. 10tecnico di A2A o di Hera e se, al pari di ARAL, sono state utilizzate, per esempio, delle discariche chiuse e dismesse. Infine vorrei fare una domanda al procuratore. Lei ha parlato prima di nuovo traffico dal sud al nord, di Brescia che diventa la nuova Terra dei fuochi. Lei ritiene che questa inversione di traffici sia collegata e sia partita dopo l'approvazione dello Sblocca Italia, con l'articolo 35 che ha sostanzialmente definito gli impianti di termovalorizzazione impianti strategici a livello nazionale? L'obiettivo era favorire lo smaltimento dei rifiuti, soprattutto nelle regioni del Sud, utilizzando gli impianti del nord, che presentavano, allora come oggi, della sovraccapacità di termovalorizzazione.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Su quest'ultima domanda io non ho le competenze di natura statistica. Di sicuro ho notato un fenomeno di inversione di rotta prima dello Sblocca Italia, ma non sono in grado di dirle se lo Sblocca Italia lo abbia incrementato, senatrice, quindi mi limito a osservare che comunque questa inversione di tendenza già in precedenza si era verificata. Per quello che riguarda gli indagati, le indagini sono state tutte effettuate con riferimento alla preventiva analisi e osservazione di tutti i rapporti contrattuali. Adesso il maggiore vi dirà tutti questi contratti e questi appalti di che natura erano. Mi piace ricordare che l'indagine ha origine da un incendio che si sviluppa il 15 ottobre del 2014 all'interno del capannone della società Trailer di Rezzato, che è vicinissimo a Brescia, dove i carabinieri del NOE trovano che erano state messe illecitamente in riserva oltre 1.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, provenienti da impianti campani, in totale difformità dall'autorizzazione ottenuta. Da qui nascono lo sviluppo di un'analisi, collegamenti e correlazioni che poi hanno portato all'individuazione di tutti i rapporti commerciali di prima e dei rapporti intercorrenti a seguito dell'accertamento del rapporto contrattuale. Adesso il maggiore può essere più specifico su questo.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Sì, senatrice: assolutamente. Rispondendo alla sua domanda, ovviamente, il presidente del consiglio di amministrazione e i responsabili degli impianti sono tutti nell'elenco dei 26 indagati, sia quelli di Hera Ambiente e di A2A, sia quelli di ARAL. Per essi la procura aveva anche chiesto le misure cautelari, ma poi il giudice per le indagini preliminari ha accolto solo una parte.
  Questo rifiuto, in buona sostanza, è detenuto principalmente in regioni del sud dove, in Campania principalmente e nel Lazio a maggior ragione, vi è il grosso problema di doverlo rimuovere o comunque portare al trattamento e poi al recupero, o eventualmente allo smaltimento. A queste gare di appalto che il produttore bandisce, partecipano, ovviamente, multiutility di un certo rilievo, anche perché sono appalti di una certa consistenza anche in termini economici (si parla di milioni di euro). Ovviamente si costituiscono delle ATI, alcune di queste riferibili a Hera Ambiente, che poi si è aggiudicata una parte dei lotti di queste gare d'appalto (in alcuni casi ha vinto anche A2A, però come impianto di Caivano). Ovviamente, comunque, ci sono altre aziende.
  La figura di Bonacina diventa importante perché, fondamentalmente, lui, l'indagato principale di questo procedimento, è un intermediario, ossia è la persona che ha un sacco di conoscenze nell'ambito degli impianti che trattano i rifiuti, i quali, per una questione storica, sono stanzialmente ubicati principalmente nelle regioni del nord, in Lombardia in particolar modo. Per questo la tratta dei rifiuti dalla Campania e dal Lazio finisce in Lombardia: grazie a Bonacina, che è l'intermediario. Costui ne tratta una parte nel suo impianto ma, laddove non riesce a gestire in autonomia con i suoi impianti, si rivolge a impianti compiacenti, o comunque dove lui è molto ben addentrato, tra cui ARAL (nonostante l'impianto fosse pubblico). Questi sono l'origine e lo sviluppo della movimentazione di questo rifiuto.

  PRESIDENTE. Scusate se mi intrometto. Voi avete applicato il 231: avete Pag. 11individuato responsabilità delle due utility o di soggetti che lavorano dentro le utility?

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Noi abbiamo chiesto di applicare il 231; ovviamente, come loro sanno, il 231 va contestato con il reato presupposto e noi abbiamo trovato, come reato presupposto, il 25-undecies del medesimo decreto legislativo n. 231, quindi riteniamo la società responsabile per la commissione del reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, consumato dai vertici apicali. Alcuni di questi vertici sono stati oggetto di specifiche imputazioni come persone fisiche, mentre la società risponde in persona del legale rappresentante.

  PRESIDENTE. Chi sono?

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Le società sono la Trailer S.p.A., la Crystal ambiente, l'Autotrasporti Luterotti Antonio, l'ARAL, che abbiamo visto prima, la Euroimpresa, la Ressia Giampietro, la EcoSavona, la Bossarino, la Società pubblica per il recupero e il trattamento dei rifiuti (SRT) S.p.A., Linea Ambiente e A2A Ambiente. Tutte le contestazioni sono già in vostro possesso.

  PAOLA NUGNES. Anche Caivano?

  PRESIDENTE. Caivano fa parte di A2A!

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. È una strana legge, nel senso che è una sorta di amministrativa-penale, come i colleghi delle procure e del tribunale sanno meglio di me, dove la società può rispondere anche se non è una persona fisica. Normalmente nel diritto penale rispondono le persone fisiche. La società in questo caso risponde in un procedimento penale e le sanzioni possono andare dall'irrorazione di alcune multe, che possono arrivare anche a 1,5 milioni di euro, addirittura al commissariamento della società stessa o al divieto di contrarre con la pubblica amministrazione, che è quello che abbiamo chiesto.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Le risulta che siano indagati anche da parte dell'AGCOM per danni alla concorrenza?

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Non lo so.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Io vorrei approfondire un attimo il problema dell'autorizzazione della gestione, perché il maggiore ha parlato di impianto gestito dalla provincia. L'ARAL, per quello che ne so, è un consorzio di comuni, la provincia non è parte dell'assetto societario. Relativamente ai controlli – perché comunque alla provincia compete anche una funzione di controllo – vorrei sapere se ne sono stati fatti, anche preventivamente o comunque nei termini previsti per il rilascio dell'autorizzazione, come nel caso della procedura semplificata. Non so se l'azienda operava in procedura semplificata o con la procedura ordinaria. Comunque, vorrei sapere se sono stati fatti controlli. Inoltre vorrei sapere se nei formulari di identificazione rifiuti per il trasporto dal produttore a questi impianti risultava che provenivano da impianti di recupero, quindi in R e R13, oppure se c'era anche lì un giro bolla o un qualcosa che mistificasse un po’ il tutto. Infine vorrei sapere quando sono state fatte le gare.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Sulla prima osservazione ha perfettamente ragione lei: è un consorzio di comuni. Ho detto io un'inesattezza. È corretto perché è partecipata al cento per cento dal comune di Alessandria, più gli altri consociati della provincia di Alessandria. Per quanto riguarda i controlli, io mi devo attenere ovviamente al periodo perché, tra l'altro, Alessandria non è neanche territorio di mia competenza. Negli anni 2014 e 2015, ossia nel momento in cui noi abbiamo espletato l'attività investigativa, controlli da parte di enti non ci sono stati, in primo luogo perché non erano Pag. 12previsti o comunque le autorizzazioni erano ancora in essere e valide.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Dato che il testo unico parla di controlli periodici, chiedevo se questa periodicità era coincisa anche nel...

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Non abbiamo avuto contezza di presenze di enti che avessero eseguito dei controlli o delle verifiche nel periodo dell'attività investigativa. Come diceva prima giustamente il procuratore, nell'attività investigativa il giro bolla è contestato perché, cartolarmente, i documenti sono tutti a posto. Infatti, ciò che ci ha permesso di arrivare a contestare il 260 sono state le intercettazioni telefoniche e, principalmente, la videocamera posta all'esterno dell'impianto di Castelceriolo di ARAL. Anche nelle telefonate intercettate emergeva questa condotta da parte dei sodali, che era proprio quella di regolarizzare la documentazione a corredo dei trasporti e anche nei registri di carico e scarico. Documentalmente, quindi, tutto era perfetto, ma noi ci siamo avvalsi delle attività tecniche, che sono state quelle che ci hanno permesso di contestare il reato. Le gare, comunque, sono indicate nella chiavetta: sono tantissime, senatrice, e sono suddivise per capi di imputazione. Nei capi di imputazione è presente ogni singola gara che si sono aggiudicate le varie società.

  STEFANO VIGNAROLI. Lei prima ha fatto il paragone con la Terra dei fuochi, che sostanzialmente vedeva anche i rifiuti industriali. Qui, se ho capito bene, stiamo parlando soltanto di rifiuti urbani e non di rifiuti industriali: è giusto? Vorrei capire questo. In particolare, lei ha detto che comunque i produttori sono tenuti a verificare il percorso. Tra gli indagati non vedo i produttori, quindi domando se, per esempio, il COLARI è tra gli indagati o se c'è qualcuno tra gli indagati. Inoltre, che tipo di rifiuto usciva dai produttori? Rifiuto tal quale oppure con codice particolare? Soprattutto vorrei sapere se i produttori erano privati, se erano tenuti a fare una gara pubblica, oppure potevano anche fare tranquillamente un affidamento diretto.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Parto dall'ultima domanda. Assolutamente no: sono tutte gare pubbliche perché sono tutti pubblici i produttori di cui noi abbiamo avuto contezza. Sono tutte società pubbliche quelle che hanno bandito gli appalti aggiudicati.

  PRESIDENTE. No, il COLARI no! La SAPNA sì.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. COLARI forse sì.

  STEFANO VIGNAROLI. COLARI è privato, quindi, in teoria poteva anche non fare la gara, o sbaglio?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Comunque ripeto che noi abbiamo fatto una valutazione d'insieme. Nei capi di imputazione poi troverete dettagliate quali erano le gare a evidenza pubblica e quali flussi, invece, sono privati e poi sono finiti negli impianti di cui Bonacina era l'intermediario. Non c'erano assolutamente rifiuti industriali perché tutte le tipologie di rifiuti di cui ci siamo interessati avevano codice 19.12.12 e 19.05.01, quindi sono tutti rifiuti provenienti dalla raccolta urbana: frazione secca e frazione umida.
  Non so dirvi in altre indagini, ma su questa specifica la tipologia è assolutamente quella, quindi stiamo parlando di tutti rifiuti speciali non pericolosi. L’éscamotage che usavano più facilmente, ossia l'unica variazione che facevano, è quello a cui accennavo prima, ossia farli diventare 19.12.10, che comunque è sempre un rifiuto non pericoloso. In tal modo avevano più possibilità di portali ai destinatari finali perché avevano più volumi e più capienza per poterli ricevere e l'intermediario guadagnava di più.

  STEFANO VIGNAROLI. Sì, ma il 19.12.12 è comunque il risultato di un pretrattamento da parte del TMB, quindi il produttore Pag. 13 comunque faceva un minimo di pretrattamento.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Assolutamente sì, infatti sono tutti pretrattati.

  STEFANO VIGNAROLI. Allora non era tal quale?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. No, io non ho parlato di tal quale.

  STEFANO VIGNAROLI. L'ultima domanda è se tra gli indagati c'è qualcuno del COLARI.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. No, del COLARI tra gli indagati non ce ne sono, invece sono indagati sicuramente...

  STEFANO VIGNAROLI. Dei produttori nessuno? Mi domandavo questo.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Sono indagati, assolutamente sì. Nell'elenco delle aziende pubbliche ci sono tutti: di Hera Ambiente, di A2A. Abbiamo anche dei soggetti che hanno incarichi all'interno.

  PRESIDENTE. La domanda del collega Vignaroli è se – però credo che abbiate già risposto prima – i produttori, che sono COLARI, EcoSavona e SAPNA, sono tra gli indagati anche loro.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Sì, anche A2A.

  PRESIDENTE. Sì, su quelli abbiamo capito. Noi però vorremmo capire se i produttori, in quanto produttori, che sono quelli che bandiscono le gare, sono indagati o no nel procedimento.

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Presidente, quando lei dice «produttori», noi abbiamo delle persone fisiche che avevano incarichi all'interno di questa società e che sono indagati per il loro ruolo perché erano coloro i quali hanno sottoscritto questi contratti.

  PAOLA NUGNES. Sono indagati per illecito?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. No, sono indagati per la commissione del reato, di cui all'articolo 260 del codice ambiente.

  PRESIDENTE. Traffico organizzato di rifiuti. Probabilmente avete individuato che anche in coloro che hanno fatto gli appalti c'erano individui...

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Anche chi si è aggiudicato l'appalto, presidente.

  PRESIDENTE. Su quelli che se li sono aggiudicati abbiamo capito. Se non ho capito male, il rifiuto che doveva essere trattato non è stato trattato, quindi l'illecito guadagno è nel non aver trattato il rifiuto, che invece di essere messo in un impianto di trattamento è stato messo in un impianto di smaltimento. Mi sembra di capire che tra le diverse ipotesi di reato la più importante sia quella di aver costituito una sorta di associazione che lucrava su questa questione. Comunque, coloro che hanno fatto l'appalto, cioè SAPNA ed altri sono indagati?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. A titolo omissivo, certamente, perché, come accennavo prima, il decreto legislativo 152 del 2006, prevede a titolo omissivo che il produttore fino...

  PRESIDENTE. Dunque, il capo di imputazione in questo caso non è truffa, ma è omissione di controllo in base al decreto legislativo 152?

  PIERO VINCENTI, maggiore dei carabinieri del Noe di Milano. Sì.

  PRESIDENTE. Perfetto, abbiamo chiarito la faccenda. Su questa vicenda abbiamo Pag. 14 tutti gli atti e le richieste se vogliamo approfondire.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Abbiamo anche altre due ipotesi che abbiamo accertato nell'ultimo anno e che fanno riferimento a due imprese, che si chiamano Valferro e Visinoni Montini. In questo caso potrei chiedere all'ispettore Bellonese di accomodarsi qui vicino per accennare, se vuole, alle origini delle indagini.

  TOMMASO BELLONESE, ispettore capo della polizia di Stato. Sono l'ispettore capo Bellonese, della polizia di Stato. La prima attività riguarda Valferro. Valferro è un impianto di trattamento rifiuti e di gestione rottami ferrosi. L'attività nasce da dichiarazioni rese da una fonte confidenziale alla polizia ferroviaria (era un imprenditore, comunque). Questi riferiva di varie notizie riguardo a degli illeciti che si svolgevano, oltre che in quell'azienda, in prati che erano in uso. Si parlava in pratica di rifiuti che venivano miscelati in questo impianto: egli faceva proprio delle dichiarazioni molto precise. Questi rifiuti venivano poi portati presso delle acciaierie, con la compiacenza di certificatori, che sono coloro che sono addetti alla certificazione di quello che viene portato nelle fonderie o negli impianti dove vengono fusi. Doveva essere fatto un calo ponderale, quindi veniva data una classificazione che era da 1 a 6 o da 1 a 7. Adesso non ricordo precisamente, ma comunque gli veniva data una classificazione maggiore, sebbene non avessero le caratteristiche.
  Questo andava a discapito di altri impianti che lecitamente lavoravano e da qui nasce questa dichiarazione, da qui nasce l'attività, che si è svolta presso questo impianto, dapprima con telecamere, cioè la Valferro in provincia di Brescia. Dalle telecamere, con dei sistemi video posti all'interno, si vedeva chiaramente che alcuni rifiuti avevano un flusso regolare, mentre altri venivano effettivamente miscelati. Si vedeva che questi prendevano una parte di rifiuti di rottami facendo il primo strato sui camion, che poi partivano. Successivamente ne prendevano altri da un'altra parte, da un'altra zona dell'impianto, che poi veniva coperta con rifiuto dello stesso tipo del primo. Veniva fatta, insomma, una sorta di sandwich. Da qui nasce l'attività intercettiva, che dà conferma a quanto visto con le telecamere. Si sentivano chiaramente delle telefonate dove c'era l'accordo dei capi di questo impianto con alcuni certificatori di alcune acciaierie, una in provincia di Brescia e una in provincia di Verona. Di fatto, costoro venivano agevolati quando dovevano conferire. Si diceva: «Non c'è il capo che controlla». C'erano, insomma, dei segnali chiari, con la certezza di quello che avveniva. Successivamente viene fatto l'accesso con un consulente tecnico del pubblico ministero. Questo accesso dà l'esito che alcuni rifiuti che venivano portati erano inquinati da PCB (policlorobifenili). L'impianto viene successivamente posto sotto sequestro e ne nasce la richiesta di misura e le ordinanze. Parliamo di un'attività nata nel 2014. Circa una settimana o quindici giorni fa, costoro hanno finito materialmente – perché hanno consegnato la documentazione alla segreteria – di smaltire in modo regolare, come gli aveva imposto la provincia, che è stata informata e ha attivato una procedura in tal senso, con la sospensione, imponendo i passaggi tecnici da rispettare. Si è chiuso da poco il procedimento ed essi hanno provveduto allo smaltimento in modo lecito, fornendo la documentazione e i formulari di tutto quello che era sotto sequestro. Anche in questo caso era stata richiesta l'applicazione del decreto legislativo 231 al giudice per le indagini preliminari, che si è riunito in camera di consiglio. In questo caso, nell'immediatezza, tale misura non era stata applicata, però, di fatto, poi si andrà comunque al processo, con il rinvio a giudizio già avviato, quindi è proprio una parte terminata. Durante questa attività (siamo ai primi del 2015) si era verificato che un tale di un altro impianto, che veniva a conferire, tale Visinoni, portava della polvere. Nelle telefonate si diceva: «Che mi stai portando? Guarda che fa molto fumo, bagnalo». Il rifiuto faceva variazione con Pag. 15l'acqua, o comunque fumava molto. In particolare, si è trovato l'impianto e questo tale Visinoni. Da questo Visinoni nasce un'altra attività, quindi è stato richiesto lo stralcio. Abbiamo una parte di telefonate del Visinoni con l'impianto della Valferro, quindi nasce un'attività parallela, un fascicolo nuovo, che ha portato alla chiusura – è un'altra attività – di altri due impianti.
  L'attenzione è stata spostata con un'attività solo intercettiva, in questo caso senza telecamere, sugli altri impianti, un impianto in provincia di Brescia e un impianto in provincia di Bergamo. In pratica, siamo nella zona della Val Sabbia e nella zona di Rogno, in provincia di Bergamo. Nell'impianto di Brescia c'è stato un primo accesso, dove sono stati trovati rifiuti contaminati da PCB. Lo stesso accesso è stato fatto nell'impianto dei Visinoni, in provincia di Bergamo. Successivamente, nell'impianto in provincia di Brescia è stato fatto un altro accesso, grazie alla polizia ferroviaria, e si è dimostrato che, a distanza di un anno dal primo accesso, questi non hanno tanto continuato a lavorare nello stesso modo ma, addirittura, hanno peggiorato la situazione. Questo è emerso dalle analisi che ha fatto il consulente tecnico.
  Mettendo assieme le telefonate, gli accessi fatti e la documentazione, si è arrivati alla richiesta di misura, che è stata eseguita a novembre del 2016; poi siamo arrivati alle misure cautelari. Ancora oggi l'amministratore di fatto, che era il padre dei ragazzi, è soggetto a misura cautelare. Parliamo di una misura applicata a novembre 2016, una misura un po’ più lieve ma pur sempre una misura cautelare. L'impianto in provincia di Bergamo è stato inizialmente sequestrato e poi dissequestrato dal tribunale del riesame. Giusto per notizia di cronaca, vi riporto che il dottor Raimondi ha fatto ricorso in Cassazione, che tale ricorso è stato vinto e che adesso siamo in attesa del nuovo riesame, richiesto dagli indagati. L'impianto della provincia di Brescia, invece, ha subìto la chiusura e il sequestro dei mezzi e, proprio in virtù del fatto che nel secondo accesso si è dimostrato che a distanza di un anno c'è la reiterazione del reato (hanno continuato con la stessa attività, peggiorandola addirittura), si è riusciti a ottenere la misura cautelare. L'impianto è stato sotto sequestro per moltissimi mesi. In quel caso la provincia di Brescia ha applicato la sospensione dell'autorizzazione e il divieto a operare finché non venissero smaltiti tutti i rifiuti. Anche in quel caso siamo riusciti ad «educarli», in pratica. Tuttavia, ancora oggi, essi non hanno iniziato ad operare definitivamente. Dico un'ultima cosa, con il permesso della Commissione. In particolare, nel secondo fascicolo, sono stati oggetto di misura anche i certificatori perché il modus operandi che veniva applicato nella prima attività, si è dimostrato nella seconda, quindi anche i certificatori identificati sono stati oggetto di misura cautelare.

  PRESIDENTE. È stato molto esplicito.

  MIRIAM COMINELLI. In realtà vi è un argomento ulteriore. Noi ci siamo occupati nella nostra attività, anche con un sopralluogo, della Selca di Berzo Demo. Vorrei sapere se ci sono novità rispetto a tale vicenda.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Per la Selca abbiamo avuto due momenti processuali: un primo momento processuale con il rinvio a giudizio di alcuni amministratori, che sono stati assolti con una sentenza abbastanza recente (di qualche mese fa). Io, però, ho continuato nella mia attività investigativa e ho contestato sia l'articolo 260 sia i reati del 452 del codice penale.

  TOMMASO BELLONESE, ispettore capo della polizia di Stato. È il 452-bis (l'inquinamento) e il terdecies (l'omessa bonifica) del codice penale.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Ho incriminato anche il curatore del fallimento, chiedendo l'interdittiva nei suoi confronti. Questi atti sono in vostro possesso. Il giudice per le indagini preliminari non ha accolto le mie richieste e Pag. 16adesso è preparato alla richiesta di rinvio a giudizio: vedremo come si svilupperanno le ulteriori attività. Tutti i capi di imputazione sono in loro possesso. Semmai, potremmo vedere un'altra volta come rispondere, anche perché è imminente la fissazione.

  PRESIDENTE. Noi vi ringraziamo. Approfondiremo le cose che ci avete detto. Procederemo, inoltre, con la desecretazione. Ci tenevo a chiedere una cosa per ciò che concerne il Perrella, rispetto all'ultima volta avete fatto ulteriori indagini per verificare le sue affermazioni.

  SANDRO RAIMONDI, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Brescia. Gli accertamenti fatti sulle sue parole si sono conclusi e non hanno dato esito nel senso di una credibilità del medesimo.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.35.