Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 64 di Mercoledì 18 ottobre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Coppola Paolo , Presidente ... 3 

Esame della proposta di relazione della Commissione (relatrice: on. Vincenza Bruno Bossio):
Coppola Paolo , Presidente ... 3 
Bruno Bossio Vincenza (PD) , relatrice ... 3 
Coppola Paolo , Presidente ... 5 
Artini Massimo (Misto-AL-TIpI)  ... 5 
Coppola Paolo , Presidente ... 5 
Artini Massimo (Misto-AL-TIpI)  ... 5 
Coppola Paolo , Presidente ... 5 
Bruno Bossio Vincenza (PD) , relatrice ... 6 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 6 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Bruno Bossio Vincenza (PD) , relatrice ... 6 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Bruno Bossio Vincenza (PD) , relatrice ... 6 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 7 
Bruno Bossio Vincenza (PD) , relatrice ... 7 
Coppola Paolo , Presidente ... 8  ... 8 
De Lorenzis Diego (M5S)  ... 8 
Coppola Paolo , Presidente ... 8 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 8 
Coppola Paolo , Presidente ... 8 
Fragomeli Gian Mario (PD)  ... 9 
Coppola Paolo , Presidente ... 9  ... 9 
Boccadutri Sergio (PD)  ... 9 
Coppola Paolo , Presidente ... 9 
De Lorenzis Diego (M5S)  ... 10 
Coppola Paolo , Presidente ... 10 
Bruno Bossio Vincenza (PD) , relatrice ... 10 
Coppola Paolo , Presidente ... 10 

Comunicazioni del Presidente:
Coppola Paolo , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PAOLO COPPOLA

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che con la redazione del resoconto stenografico, anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Esame della proposta di relazione della Commissione (relatrice: on. Vincenza Bruno Bossio).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della proposta di relazione della Commissione, di cui all'articolo 2, comma 5, della delibera istitutiva della nostra Commissione.
  Cedo dunque la parola all'onorevole Bruno Bossio per lo svolgimento della relazione introduttiva.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO, relatrice. Grazie, presidente. Devo dire che è stata una relazione molto elaborata, anche perché il materiale era parecchio «pesante», importante e complicato. Sono quasi 150 pagine di approfondimenti che naturalmente lasciano aperte ancora molte questioni, ma che trovano una valutazione abbastanza omogenea sul fatto che ci sia un tema di capacità della pubblica amministrazione di andare effettivamente verso la strada della digitalizzazione, intesa come superamento della carta, ma anche e soprattutto come capacità di innovazione dei processi.
  Prima di passare a illustrare i contenuti specifici della relazione, desidero segnalare che una piccola parte del testo, quella relativa al questionario ai maggiori comuni, è ancora in fase di elaborazione, dato che i questionari vengono inviati in questi giorni.
  I lavori della Commissione, negli ultimi dodici mesi, si sono svolti in due fasi. La prima è stata finalizzata ad acquisire una serie di informazioni sul contesto dell'inchiesta parlamentare. Dopo la prima audizione Consip, abbiamo ascoltato le quattro maggiori società di consulenza e successivamente abbiamo ricostruito la storia della governance nazionale del digitale pubblico, con le audizioni dei passati vertici di AIPA (Autorità per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione), CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione), DigitPA, AgID (Agenzia per l'Italia Digitale), oltre ai due commissari del Governo per l'Agenda Digitale.
  Successivamente i lavori sono proseguiti con gli approfondimenti dedicati ai vari filoni di indagine: ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente), SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), attuazione del CAD (Codice dell'Amministrazione Digitale) nelle pubbliche amministrazioni centrali e locali. Alcuni filoni d'indagine sono rimasti incompiuti, come, ad esempio, quello sul Fascicolo Sanitario Elettronico.
  La relazione è composta da cinque capitoli e viene aperta da un'introduzione istituzionale, che delinea le finalità della Commissione d'inchiesta e gli strumenti della sua azione. Da anni l'Italia si trova in coda alla classifica del DESI (Digital Economy and Society Index) e, quindi, si vive un grande paradosso: se la popolazione Pag. 4sembra essere attratta dal mondo digitale, nello stesso tempo l'utilizzo dei servizi digitali nella vita di tutti i giorni è relativamente scarso. Il nostro Paese continua a essere, in qualche misura, un'anomalia nel contesto europeo e l'istituzione della Commissione è legata proprio a questa esigenza: verificare le risorse finanziarie stanziate e il loro utilizzo, effettuare una comparazione tra la spesa pubblica nel settore dell'ICT dei maggiori Paesi europei e quella dell'Italia, esaminare anche i titoli di studio e i livelli di competenza dei diversi responsabili del settore ICT nella pubblica amministrazione, monitorare il livello di digitalizzazione e di investimento nelle singole realtà regionali, esaminare l'esistenza di possibili interventi di razionalizzazione nella spesa nel settore dell'ICT.
  Per tornare alla relazione, invece, c'è un secondo capitolo che inquadra il contesto, introducendo i concetti che sono alla base del passaggio dalla dimensione materiale a quella immateriale della società digitale e presentando un esaustivo quadro normativo a livello europeo e nazionale, concludendosi con la storia e la situazione attuale dell'Agenzia per l'Italia Digitale.
  Il terzo capitolo entra nel vivo dell'esame compiuto dalla Commissione sui costi della spesa per l'informatica nella pubblica amministrazione, presentando i risultati dell'analisi dei dati raccolti da ANAC, Telecom e APQ. In questa sezione viene anche presentato il frutto della collaborazione con Synapta, uno strumento che verrà aperto a tutti per l'analisi dei dati provenienti dalla BDNCP (Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici).
  Il quarto capitolo, che è quello più interessante dal punto di vista dell'attività della Commissione, sottolinea le più eclatanti criticità emerse durante le audizioni: lo stato di attuazione del CAD nelle amministrazioni centrali e locali; l'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente; il Sistema Informativo Agricolo Nazionale; il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in particolare per quel che riguarda l'algoritmo di assegnazione delle cattedre e le spese per le postazioni di lavoro; il sistema di gestione dei migranti.
  Il quinto capitolo è la parte più positiva ed è dedicato alle buone pratiche e ad alcuni casi di eccellenza: l'INAIL, la provincia autonoma di Trento, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, l'AVEPA (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura) e la piattaforma collaborativa del Team digitale per la revisione del piano triennale.
  Nelle conclusioni vengono offerte considerazioni critiche riassuntive accompagnate da alcune proposte operative. In particolare, per quel che riguarda le conclusioni, io credo che la cosa più importante che è emersa sia come intervenire in primo luogo sulla capacità della pubblica amministrazione di avere nel suo seno delle competenze digitali tali che impediscano quello che è successo molto spesso in questi anni, in cui l'informatica non serviva sostanzialmente per innovare effettivamente i processi, in quanto c'era un controllo sostanziale in mano ai fornitori, quand'anche selezionati attraverso bandi di evidenza pubblica. D'altra parte, con lo stesso Piacentini abbiamo sottolineato che l'immissione nella pubblica amministrazione di nuove figure professionali legate alle competenze digitali, ma anche ai cosiddetti soft skill, in termini di capacità di visione e di leadership digitale è decisiva.
  La seconda questione riguarda la stazione appaltante, cioè la capacità di Consip di affrontare le gare sul digitale, che non è più semplicemente l'informatica degli anni Novanta, ma riguarda il tema della connettività, del cloud, degli open data, dei big data, degli analytics, cioè di tutto il nuovo mondo della quarta rivoluzione industriale, che francamente sta un po’ stretto dentro i function point, che sono, a oggi, l'unico strumento di misurazione del software e che, quindi, determinano anche le basi d'asta nelle gare sull'informatica e sul digitale.
  C'è bisogno di un rafforzamento anche all'interno di Consip, direttamente all'interno di Consip, oppure rafforzando ulteriormente il ruolo di AgID. Peraltro, AgID già collabora con Consip in termini di consulenza sulle questioni legate al digitale, ma naturalmente dovrebbe avere un rafforzamento dal punto di vista del know Pag. 5how e della presenza di figure specializzate.
  Naturalmente queste questioni affrontate dalla Commissione non sono esaustive, né singolarmente né nella loro complessità, ma hanno fatto emergere un'ultima cosa che voglio evidenziare. A proposito di spending review, non si riesce nemmeno a monitorare quanto effettivamente l'innovazione generi sostanzialmente risparmio, creando spesso una situazione paradossale per cui la spesa per l'informatica diventa una spesa parallela rispetto a un processo che, attraverso l'investimento digitale, così come avviene, per esempio, nelle imprese, può ottenere un risparmio.
  Io credo che tutte queste questioni, sulle quali avevamo già avuto un'intuizione, tant'è che la proposta della Commissione d'inchiesta nasceva da questa, abbiano trovato, nella loro specificità, una conferma.
  Naturalmente ci saranno anche altre cose da affrontare e da analizzare. Magari successivamente possiamo entrare nel merito delle singole questioni (ANPR, SIAN e Sistema informativo dei migranti), ma credo che la vera questione che dovremo mettere in questa relazione, proposta dal presidente e che io condivido, rispetto alla quale abbiamo anche firmato una richiesta, è che nella prossima legislatura sia istituita la Commissione permanente sull'innovazione e sul digitale, che ricomponga tutte le questioni relative a queste tematiche all'interno dell'attività parlamentare.

  PRESIDENTE. Grazie. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire. Prego, onorevole Artini.

  MASSIMO ARTINI. Presidente, La ringrazio. Non credo di aver diritto di parola, avendo...

  PRESIDENTE. Tutti i commissari hanno diritto di parola.

  MASSIMO ARTINI. Presidente, indubbiamente. Io sono qui oggi di corsa, vedendo questo tipo di passaggio finale, perché ho trovato alcuni spunti, avendo letto la relazione. Avendo, in Commissione affari costituzionali e in Commissione difesa, una proposta di legge che tratta del Sistema nazionale di sicurezza cibernetica e, in pratica, di tutto l'ambito informatico, ho alcuni spunti e una proposta che, essendo anche relatore della proposta di legge, vorrei cercare di recepire in questo testo, che è calendarizzato alla discussione in Aula per dicembre (quindi, dovrebbe essere approvato ancora in questa legislatura). Si sta creando un consenso abbastanza ampio su tutto il testo, che è decisamente esteso. Vorrei indicare l'opportunità di prendere e recepire delle parti da mettere a sistema. Mi riferisco, per esempio, alla parte sulla Commissione permanente. Si potrebbero indicare una serie di passaggi – se non proprio una Commissione, un Comitato o altre realtà – da poter inserire in un testo di legge che deve essere messo a sistema.

  PRESIDENTE. Se non ho capito male, Lei vorrebbe utilizzare i risultati della Commissione d'inchiesta... Lo scopo della Commissione è anche quello di dare impulso. Certamente si può fare, anzi la ringrazio della proposta.
  Considerato che non ci sono altri interventi, io vorrei fare una sottolineatura soprattutto per quanto riguarda le conclusioni e la parte sulle competenze, riprendendo ciò che ha affermato giustamente l'onorevole Bruno Bossio. Probabilmente la nostra Commissione deve mettere in evidenza che le competenze, come l'onorevole Bruno Bossio ha detto, non sono solo tecnologiche, ma anche manageriali. Questo è emerso molte volte durante le audizioni, in particolare è emersa l'assoluta mancanza di abitudine alla misurazione. Infatti, uno dei punti da cui è partita la nostra Commissione è proprio il fatto che il nostro Paese, nelle classifiche internazionali che misurano il digitale, è spesso agli ultimi posti. Durante le audizioni raramente abbiamo trovato qualcuno che ha detto che vengono misurati gli impatti dei progetti di digitalizzazione. La seconda cosa dà un'indicazione abbastanza chiara del motivo per cui nelle classifiche noi non riusciamo a salire, visto che non ci misuriamo. Questa mancanza di abitudine a misurarsi sicuramente ha delle ricadute sul fatto che non si Pag. 6mettono in essere i correttivi per cercare di migliorare.
  La Commissione permanente potrebbe essere uno strumento per lo meno per cercare di rafforzare il controllo sull'applicazione della legge, che francamente è la cosa che più mi ha stupito in questo ciclo di audizioni. Immaginavo che il Codice dell'Amministrazione Digitale non fosse proprio sulla punta delle dita di tutti, però francamente non mi aspettavo una così grande difficoltà a trovare i responsabili della transizione alla modalità digitale e che alcuni articoli del Codice dell'Amministrazione Digitale, in particolare l'articolo 15, citato dall'onorevole Bruno Bossio, sui risparmi derivanti dai progetti di innovazione, fossero sconosciuti alla quasi totalità dell'amministrazione.
  Come ha detto, rispetto all'attuazione del CAD nei grandi comuni stiamo ancora aspettando i risultati dei questionari che abbiamo inviato, perché in effetti il tempo non è stato sufficiente per riuscire ad ascoltare tutti. Risentendo la parte iniziale della delibera sugli obiettivi della nostra Commissione, chiaramente non possiamo dire di essere riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi, ma d'altra parte, in un anno mi sembra che non abbiamo battuto la fiacca. In questa settimana integreremo con i risultati del questionario.
  Nei giorni che mancano alla prossima settimana sono a disposizione di tutti i commissari per approfondire la relazione e per discuterla. Se non vi sono obiezioni, propongo che eventuali proposte di relazione alternativa oppure di integrazioni vengano presentate al più tardi entro lunedì prossimo alle ore 12.
  Propongo altresì di svolgere la prossima seduta mercoledì 25 ottobre, sempre alle 8,30. In quella sede potremo così votare la relazione finale.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO, relatrice. Non vorrei condizionare la cosa, ma avrei l'iniziativa del treno di Renzi, il 25.

  PRESIDENTE. Se ci sono motivi istituzionali...

  MARA MUCCI. Presidente, propongo di fissare il termine per la presentazione di eventuali proposte di relazione alternativa oppure di integrazioni a martedì, sempre alle ore 12.

  PRESIDENTE. Bene, su proposta dell'onorevole Mucci, posticipiamo a martedì 24, ore 12, il termine per presentare relazioni alternative o proposte integrative.
  La prossima riunione, a cui chiedo la massima partecipazione, sarà giovedì prossimo, 26 ottobre, alle ore 8.30, per la votazione della relazione. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

  (Così rimane stabilito).

  VINCENZA BRUNO BOSSIO, relatrice. Considerando che abbiamo un altro po’ di tempo e probabilmente anche altri colleghi sono arrivati successivamente, non so se è il caso di riprendere alcuni temi e affrontare adesso alcune discussioni oppure rinviare tutto. Magari possiamo riprendere un attimo l'organizzazione della relazione, in maniera tale che possa essere utile.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Bruno Bossio.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO, relatrice. Come dicevo nell'introduzione, c'è il capitolo 1 che illustra la finalità dell'inchiesta della Commissione, prendendo in considerazione gli indicatori (sostanzialmente, DESI) e in particolare tutte le questioni legate all’e-commerce e all’e-government, con un confronto con gli altri Paesi.
  Il capitolo 2 introduce alcuni concetti che sono alla base del passaggio dalla dimensione materiale a quella immateriale della società digitale e affronta la questione della quarta rivoluzione industriale, collegata ai rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini, intesi naturalmente sia come cittadini che come imprese. Inoltre, fa una disamina di tutta la normativa, anche europea, collegata ad Agenda 2020 e al tema Italia digitale.
  Il capitolo 3 è il più complesso. È emerso che l'analisi dei dati di contesto della spesa informatica è molto complicata da valutare, perché c'è spesso una difficoltà nella Pag. 7definizione dei costi della stessa spesa informatica e ci sono anche alcune anomalie, che sono state segnalate, nel modo in cui sono organizzate le stesse gare d'appalto. Le anomalie attengono alla capacità di controllo, generale, su tutte le gare. In particolare, c'è un'elaborazione di dati e di slide che spiegano nel dettaglio i diversi tipi e tempi di aggiudicazione delle gare.
  Il capitolo 4 analizza le maggiori criticità, quelle sulle quali abbiamo lavorato. Magari ci sono anche altre criticità che non abbiamo affrontato. La prima criticità che abbiamo affrontato è lo stato d'attuazione del Codice dell'Amministrazione Digitale, che è forse quella più eclatante dal punto di vista della capacità della pubblica amministrazione anche semplicemente di nominare il responsabile per la transizione digitale.
  La seconda è la questione dell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, con le difficoltà, che però Piacentini ha detto che sta affrontando positivamente, nel recuperare i singoli comuni dentro questo sistema.
  Il terzo filone riguarda il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, che è un po’ l'emblema del modo con cui si è stabilita, soprattutto negli anni Novanta, la relazione tra la pubblica amministrazione, centrale ma anche locale, e i fornitori, anche attraverso le cosiddette «società in house». Queste ultime, pur essendo selezionate attraverso gare a evidenza pubblica, diventavano dei luoghi dove la pubblica amministrazione si privava ancor di più delle proprie competenze interne delegandole all'esterno, quand'anche quest'esterno fosse una società a prevalente capitale pubblico, tirando via il proprio know how rispetto a quello che veniva delegato alla società mista. Sulla questione del SIAN, però, c'è la scelta importante del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di andare nella direzione di una gara, attraverso la stazione appaltante Consip, suddivisa in quattro lotti. Uno dei quattro lotti prevede anche il monitoraggio, che, come ha detto il presidente, è ciò che è mancato e che manca di più rispetto al controllo da parte della pubblica amministrazione sugli investimenti informatici.
  Altro tema riguarda la questione del Sistema informativo dei migranti, che, come abbiamo visto più volte, sostanzialmente non esiste, nel senso che c'è un'identificazione del migrante, ma poi la permanenza dentro un centro avviene attraverso scambi di posta elettronica e di dati Excel. Non c'è un software che monitorizza questa presenza.
  L'altro tema ancora è la questione del MIUR e dell'algoritmo per l'assegnazione dei trasferimenti interprovinciali degli insegnanti.
  C'è poi un quinto capitolo sulle best practice, che non vi illustro particolarmente. Si può leggere, anche perché è molto interessante vedere come si sono organizzate l'Agenzia delle dogane, l'INAIL, la provincia autonoma di Trento e l'Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura.
  Si riassumono, nelle conclusioni, le maggiori criticità; si evidenziano ancora una volta gli squilibri nei confronti dei fornitori; si mette in discussione, come ho già detto, l'indicatore function point come l'unico strumento di misurazione legato allo sviluppo del software e si propone di uscire dalla logica del massimo ribasso del costo del function point per passare a una logica di prodotto, utilizzando opportune metriche di qualità.
  L'ultima questione che abbiamo ripetuto concerne la proposta del presidente, per la quale abbiamo fatto anche una richiesta formale, di istituire una Commissione permanente sul digitale nella pubblica amministrazione, in maniera tale da ricomporre in un'unica Commissione tutte le tematiche oggi disperse nelle diverse Commissioni.

  MARA MUCCI. Commissione parlamentare?

  VINCENZA BRUNO BOSSIO, relatrice. Parlamentare permanente, non di inchiesta.
  Non era un nostro compito, o comunque non abbiamo affrontato la questione della governance. È vero, presidente? È una cosa che, se vogliamo, possiamo discutere e introdurre.

Pag. 8

  PRESIDENTE. Certamente. Chiaramente, non è nel dibattito. Personalmente ritengo che dalle audizioni che abbiamo svolto non siano emersi sufficienti elementi per suggerire un modello di governance rispetto a un altro, però questa è la mia percezione; magari, invece, la percezione degli altri commissari è diversa e possiamo discutere su eventuali modelli di governance che risolvano i problemi. Nella relazione abbiamo messo in evidenza l'aspetto che è emerso più volte, che è quello relativo ai pareri AgID e ai pareri AIPA. Se ricordate, il presidente di AIPA disse chiaramente che quella era una leva vera per la gestione della spesa ICT, che è stata depotenziata facendo in modo che i pareri di AgID all'articolo 14-bis del CAD adesso siano obbligatori, ma non vincolanti. Quindi mi sembra ragionevole reintrodurre il vincolo sui pareri di AgID. Anche alla luce del fatto che alcune criticità di ANPR erano state segnalate nei pareri di AgID al ministero e poi non sono state prese decisioni conseguenti, mi sembra ragionevole suggerire che vengano reintrodotti i pareri vincolanti.
  Per il resto, per quanto riguarda la governance, sinceramente posso avere delle idee personali, però, se rimango col cappello del presidente di questa Commissione, all'interno delle audizioni non mi sembra siano emersi elementi sufficienti a far indicare un modello di governance piuttosto che un altro.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole De Lorenzis.

  DIEGO DE LORENZIS. Visto che la discussione si sta protraendo, ne approfitto per prendere parola e ringraziare Lei, gli uffici e i commissari per il lavoro svolto. Devo dire – parlo anche a nome del collega D'Incà – che siamo soddisfatti del lavoro della Commissione e che condividiamo, non soltanto l'impianto della relazione, ma anche i contenuti, soprattutto nella parte delle proposte.
  Per quanto riguarda il tema specifico della governance, ricordo, se non erro, che proprio il commissario Piacentini aveva indicato la redazione di un documento per rendere strutturale l'efficacia dell'Agenzia, in modo che l'efficacia dell'Agenzia non fosse dovuta tanto alle singole relazioni personali quanto a un suo funzionamento efficiente. Se, come abbiamo richiesto, il lavoro della Commissione dovesse proseguire, sarà il caso di fare un'audizione con questo focus, in modo da valutare le osservazioni di chi oggi sta dirigendo quell'Agenzia e anche del commissario, per rimettere alle osservazioni di tutti le riflessioni che sono state elaborate, al fine di garantire che il nostro Paese proceda spedito sulla digitalizzazione.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Mucci.

  MARA MUCCI. Anch'io ringrazio per la relazione e per il grande lavoro svolto. Sulla governance vedo che c'è un punto, perché parliamo anche di AgID e in particolare, come giustamente è emerso dalle audizioni, della necessità di rafforzare AgID e di lavorare sulle sue competenze. Penso che la governance sia un tema fondamentale. Non so se si possa affrontare più di quanto abbiamo già fatto, perché mi pare che abbiamo già svolto due audizioni con Samaritani. Sto pensando al punto governance della relazione, però mi riservo di analizzarlo bene, anche per fare delle proposte eventuali.
  L'impianto della relazione mi sembra buono e lineare con il lavoro che abbiamo svolto. Mi auguro anch'io che vada avanti nei prossimi mesi, perché vedo che abbiamo aperto il vaso di Pandora. Sarebbe bene continuare questo lavoro, perché mi sembra che ce ne sia assoluto bisogno. Spero, anzi, che si possa incidere. Non ho visto se ci sono delle proposte, come ci eravamo detti, per la legge di bilancio, però mi auguro che si possa fare qualcosina anche in quel senso, anche se parte dal Senato. Dovremo, quindi, collaborare con i nostri cari colleghi dell'altro ramo del Parlamento, perché altrimenti ho paura che si possa fare poco.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Fragomeli.

Pag. 9

  GIAN MARIO FRAGOMELI. Mi accodo agli interventi che mi hanno preceduto rispetto alla struttura e all'onnicomprensività che la relazione riesce ad avere sul lavoro di questi mesi, riassumendo bene tutte le tematiche più importanti. Vorrei, però, aggiungere una cosa rispetto alle conclusioni, per dare magari più forza alle proposte. Bisognerebbe entrare nell'ottica, anche se magari può sembrare prematuro, che una proposta di una Commissione permanente sia affiancata da un'eventuale funzione di questa Commissione permanente. Si dovrebbe rendere chiaro che noi abbiamo bisogno che a monte il processo legislativo sia maggiormente permeato dalla necessità di innovazione e di digitalizzazione della pubblica amministrazione, ma allo stesso modo, sia abbastanza invasivo. Senza voler offendere nessuna Commissione parlamentare in questo momento, io non vorrei che fossero pareri più di rito che di sostanza. Anche se nessuno vuole appesantire l'iter legislativo, chiederei alla relatrice – poi ci confronteremo – di valutare l'opportunità di far capire che su questo si gioca buona parte della sfida, anche a fronte di un grande processo di realizzazione, finalmente, di una grandissima banda larga nel 2020, che coprirà tutto il territorio. Per anni non abbiamo avuto gli strumenti. Non vorrei che nel momento in cui avremo gli strumenti non avremo, invece, le capacità, le professionalità e una norma coerente con questo processo.

  PRESIDENTE. È molto giusto. Nella relazione, la Commissione permanente è legata alla necessità di assessment digitale delle norme, che è un'altra delle questioni che sono emerse sia nella parte iniziale delle audizioni, sia in criticità specifiche sia quando si è parlato di buone pratiche. Considerare la normativa e l'impatto del digitale sulla normativa è una necessità che appare evidente dai nostri lavori.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Boccadutri.

  SERGIO BOCCADUTRI. Sarebbe utile arricchire la nostra riflessione sulla Commissione permanente anche alla luce delle esperienze di altri parlamenti esteri. A quel che mi consta, in Germania c'è una Commissione che si occupa esattamente di questo, che però ha dei problemi di efficacia dell'azione. Io ho interloquito con i colleghi tedeschi, i quali mi hanno detto: «Noi abbiamo una Commissione, ma poi di fatto, per come è distribuito il potere sull'innovazione e sulla digitalizzazione, non soltanto rispetto alla pubblica amministrazione, ma in senso lato rispetto ad Agenda Digitale, abbiamo dei problemi». Ci sono anche esperienze che stanno facendo altri Paesi europei, quindi sarebbe interessante metterle dentro un percorso.
  Adesso non stiamo qui a discutere delle competenze, ma sarebbe utile una riflessione, non soltanto sull'impatto delle norme sul digitale, ma anche sulla normativa europea, perché ovviamente non ci può essere discussione sul digitale che non abbia almeno uno spazio europeo. Pertanto, questa Commissione dovrebbe avere anche questa sensibilità di guardare, non soltanto lo specifico, ma anche come si inserisce nel mercato unico, perché noi abbiamo un digital single market al quale dobbiamo fare riferimento.
  Mi permetta di lasciarli come contributi, visto che abbiamo anche lo stenografico, rispetto a una riflessione che faremo. Credo che una Commissione sia efficace se, oltre ad avere degli strumenti, riesce a leggere le norme anche alla luce del digital single market, perché spesso uno dei problemi è che noi non consideriamo che lo spazio del digitale non può essere soltanto lo spazio nazionale.

  PRESIDENTE. La ringrazio del contributo. I vostri interventi mi confermano che il tema della governance è particolarmente importante e probabilmente, se la Camera ci darà la proroga, sarà uno dei temi su cui è il caso che la nostra Commissione ragioni.
  Visto che è stato citato il tema della legge di bilancio, considerato che una delle criticità emerse è la carenza di competenze e visto che negli anni il tentativo di sopperire alle competenze a costo zero, cioè senza aggiunta di nuovo personale, è chiaramente Pag. 10 fallito, come abbiamo visto, la mia proposta è quella di operare in bilancio affinché ci sia la possibilità di immettere nuovo personale. Io non credo che la pubblica amministrazione possa permettersi ancora per tanti anni, nell'ambito delle procedure normali di turnover, di aspettare che arrivino le competenze necessarie, soprattutto ai vertici. Vista la fotografia che la nostra Commissione ha scattato sullo stato di questo aspetto, probabilmente è il caso di introdurre una procedura «di emergenza». Questo chiaramente avrà un impatto sulla finanza pubblica, però la legge di bilancio probabilmente è proprio la legge in cui si può lavorare su tale aspetto. D'altra parte, penso che questo sarebbe un investimento che si ripagherebbe in pochissimo tempo, perché immettere competenze a livello di trasformazione digitale innescherebbe tutti i meccanismi di risparmio, evidentissimo, che abbiamo visto nei casi di digitalizzazione portati a termine in modo corretto.

  DIEGO DE LORENZIS. A proposito del prolungamento del lavoro della nostra Commissione, vorrei sapere se è già stata messa nel programma dei lavori trimestrale dell'Assemblea, per capire...

  PRESIDENTE. Attualmente la determina è al parere della Commissione bilancio. È in discussione in I Commissione e non ci sono state proposte di emendamenti. Aspetta il parere del bilancio e in teoria potrebbe averlo già oggi, quindi domani potrebbe essere discussa in I Commissione.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO, relatrice. A proposito della legge di bilancio, il cui testo non è ancora noto, leggevo ieri da notizie di stampa che invece lo conoscono che ci sarebbe un super-ammortamento o comunque un credito d'imposta sulla formazione digitale nelle imprese. Parliamo di oltre il 50 per cento di credito d'imposta. Sono completamente d'accordo sulla proposta dell'immissione. Siccome la Ministra Madia ha affermato che ci saranno molti pensionamenti, mi chiedo se sarebbe possibile indicare che i nuovi abbiano un certo tipo di competenze, altrimenti facciamo come la dottoressa Lo Conte, che dice che non ci sono competenze e poi risulta che la sua struttura assume otto avvocati, senza offesa per gli avvocati. Il punto è capire se qualcosa di simile si può fare anche nella pubblica amministrazione, anche nell'ambito legato fondamentalmente alla formazione.

  PRESIDENTE. Vi chiedo, come da tradizione della nostra Commissione, se ci sono proposte di integrazione o modifica, di farle arrivare esclusivamente in formato digitale all'indirizzo com.digit@camera.it.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito delle scorse sedute, la Commissione ha ricevuto documentazione dal Ministero dell'interno e dal Team digitale che, d'accordo con gli autori, ritiene di includere nella categoria degli atti liberi e di pubblicare, quindi, come di consueto, sul sito web della Commissione.
  Comunico, inoltre, il seguente indirizzo, cui è possibile accedere per vedere il software, realizzato in collaborazione con Synapta, che permette di visualizzare i dati della Banca Dati Contratti Pubblici dell'ANAC: https://goo.gl/Fvd7My .
  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 9.15.