Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVII Legislatura

Commissioni Riunite (VIII-X Camera e 10a-13a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 24 ottobre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, sugli esiti della consultazione pubblica sulla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 
Calenda Carlo , ministro dello sviluppo economico ... 3 
Galletti Gian Luca , ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 7 
Calenda Carlo , ministro dello sviluppo economico ... 9 
Galletti Gian Luca , ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 10 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11 
Crippa Davide (M5S)  ... 11 
Benamati Gianluca (PD)  ... 12 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 14 
Di Biagio Aldo  ... 14 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 14 
Bianchi Stella (PD)  ... 14 
Puppato Laura  ... 15 
Pelino Paola  ... 15 
Girotto Gianni Pietro  ... 15 
Orellana Luis Alberto  ... 16 
Scalia Francesco  ... 16 
Mucchetti Massimo , presidente della 10a Commissione del Senato della Repubblica ... 17 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 18 

Allegato 1: Documentazione sull'avanzamento della Strategia energetica nazionale depositata dal Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti ... 19 

Allegato 2: Schede riassuntive relative alla consultazione sul documento sulla Strategia energetica nazionale depositate dal Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti ... 40

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori PER l'Italia: Misto-CIpI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI-Liberali: Misto-FARE!PRIL;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti: Misto-PSI-PLI-I.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
GUGLIELMO EPIFANI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, sugli esiti della consultazione pubblica sulla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, sugli esiti della consultazione pubblica sulla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN).
  In particolare, le Commissioni Attività produttive e Ambiente della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica hanno organizzato l'audizione dei due ministri qui presenti, che ringrazio e saluto, il Ministro Galletti e il Ministro Calenda, pensando di fare una cosa utile, cioè prima dell'approvazione della Strategia energetica nazionale, prevedendo un passaggio intermedio al termine della consultazione pubblica che per qualche settimana ha impegnato tutti i soggetti che, avendo qualche titolo per esprimersi, hanno ritenuto di farlo.
  Questo percorso ci aiuta anche a capire quali siano gli orientamenti del Governo e naturalmente, una volta sentiti i due ministri, i parlamentari potranno esprimere eventuali osservazioni, di cui i ministri potranno tenere conto nella redazione della nuova strategia energetica..
  Aggiungo solo un'ultima considerazione. Come sapete, nell'ambito dell'iter di approvazione della Strategia energetica nazionale, manca un chiaro riferimento formale al ruolo del Parlamento. Ciò nonostante noi riteniamo comunque utile, una volta che la Strategia sarà adottata dal Governo, un passaggio parlamentare nelle forme che saranno possibili, perché – ripeto – siamo in presenza di un iter non formale come nel passato, però rilevante dal punto di vista politico e, avendo partecipato fin dallo scorso mese di maggio, insieme ai ministri, all'elaborazione della nuova strategia energetica, una volta che il Governo l'avrà definita, riteniamo utile che ci sia un ulteriore passaggio parlamentare al fine di completare questo rapporto tra Commissioni parlamentari e Governo su questo importantissimo aspetto della vita economica e sociale del Paese.
  Quindi iniziamo i nostri lavori e do subito la parola al Ministro Calenda.

  CARLO CALENDA, ministro dello sviluppo economico. Noi abbiamo preparato, come nella precedente audizione sul medesimo argomento del 10 maggio 2017, un documento che intendo scorrere velocemente (vedi allegato 1).
  L'obiettivo oggi è farvi vedere quali sono i dati più rilevanti emersi dalla consultazione pubblica e anche dirvi quali sono gli snodi decisionali chiave, che non sono stati Pag. 4ancora risolti e sui quali vorremmo esprimerci da qui al prossimo 10 novembre, che rappresenta la finalizzazione del documento SEN, essendo però interessati ad ascoltare quello che voi pensate di questi snodi decisionali.
  Vi ricordo gli obiettivi della SEN, le tre macroaree che abbiamo visto molte volte, la competitività, l'ambiente e la sicurezza riportate nella slide n. 3 (vedi allegato 1, pag. 21), intendendosi sicurezza degli approvvigionamenti e sicurezza delle reti. Questi sono gli obiettivi quantitativi che sono stati posti in consultazione. Vedrete che alcuni di questi hanno ricevuto osservazioni nella consultazione pubblica riportate nelle schede riassuntive consegnate alle Commissioni (vedi allegato 2). Oggi ci concentreremo, in particolare, sul peso delle rinnovabili e gli scenari oltre il 2030, per capire quale sia la vostra opinione e verso quale orizzonte dobbiamo andare in termini di obiettivi e di Strategia energetica.
  Vi ricorderete che uno dei temi fondamentali è quello dell'efficienza energetica, che peraltro in consultazione esce unanimemente come uno dei punti su cui insistere di più, e vi ricordo, perché poi ci sono alcuni elementi che riprenderemo negli snodi decisionali, il tema del trasporto, che diventerà molto importante nei prossimi anni, soprattutto in considerazione della vetustà del nostro parco circolante.
  Sono stati reinseriti nelle slides odierne gli obiettivi, i target quantitativi sul focus sulle rinnovabili per la ragione che vi dicevo prima: abbiamo avuto molte segnalazioni, una parte della consultazione ci dice che questi sono target troppo timidi e che si può fare di più e su questo ragioneremo oggi insieme a voi (stiamo parlando sempre del documento posto in consultazione); affronteremo, infine, la questione dell'uscita dal carbone sulla produzione elettrica. In particolare, vi ricorderete questa slide n. 7 (vedi allegato 1, pag. 25) perché è stata presentata nella precedente audizione: qui il tema è sostanzialmente tra uno scenario inerziale, che vede la permanenza nel tempo, almeno fino al 2030, della presenza del carbone, e un'uscita anticipata in particolare al 2025 dalla produzione elettrica a carbone. Anche su questo c'è stato, come immaginate, all'interno della consultazione un forte dibattito con alcune indicazioni specifiche. Questo è un altro degli snodi decisionali che noi vorremmo ripercorrere con voi per arrivare a un'indicazione chiara. Come ricorderete – perché vi abbiamo già fatto vedere questa slide – i numeri indicano quanto costa il delta di un'uscita dal carbone, con un'aggiunta che abbiamo messo e su cui c'è un riferimento anche nella consultazione che sono i cosiddetti stranded costs, che al momento non sono valutabili anche perché incorrono in una disciplina europea su cui è necessario fare un confronto.
  Quanti contributi sono arrivati? Come ricorderete, abbiamo fatto un periodo di preconsultazione, attraverso le audizioni parlamentari, i workshop con gli esperti, quaranta incontri diretti con associazioni di tutti i generi, e abbiamo poi aperto la consultazione, ricevendo contributi da cittadini e da aziende (vedete in che percentuali tra contributi completi, cioè che riguardavano tutto il perimetro della SEN, e contributi tematici su uno specifico tema come si evince dalla slide n. 8 (vedi allegato 1, pag. 26). È stata quindi una consultazione molto partecipata e questo è molto importante perché per noi uno dei temi fondamentali della SEN è quello della consapevolezza delle decisioni che prendiamo, ovvero che non sia un processo calato dall'alto, ma sia un processo il più possibile partecipato e il più possibile condiviso. Qui abbiamo messo i contributi più rilevanti. Vado rapido su questo, perché sono tantissimi, ma ci fermeremo sugli snodi decisionali fondamentali. In particolare, abbiamo una questione: la SEN traccia al 2030 lo scenario, molti di voi hanno chiesto che nella SEN ci sia una proiezione – per quanto non esaustiva anche semplicemente perché c'è una velocità di cambiamento tecnologico molto significativo – al 2050, cosa che, come dirà il Ministro Galletti, è uno degli snodi da fare.
  Un altro tema molto forte e molto presente è questo: sicuramente deve essere ancora più forte l'obiettivo sulla produzione delle rinnovabili, c'è una preoccupazione Pag. 5 generalizzata molto forte sulla questione dell'impatto di consumo di suolo e quindi un'indicazione forte di prevedere il repowering degli impianti. Su questo un tema che emerge in modo molto significativo è quello relativo ai processi autorizzativi, che in parte dipendono dallo Stato centrale e in parte no.
  Sull'efficienza energetica, di cui alla slide n. 11 (vedi allegato 1, pag. 29) vi è la questione importante degli snodi, di come viene costruito l'ecobonus. Vi è una serie di strumenti che hanno funzionato e che sembrano però avere mostrato un loro limite in capacità, efficienza e in rapporto tra costo ed efficienza. Oggi il Ministro Galletti vi spiegherà come abbiamo cercato di costruire il nuovo ecobonus per aumentare l'efficienza e diminuire il costo.
  Vi è poi tutta una serie di proposte che hanno a che fare con meccanismi di natura europea, sui quali ovviamente noi siamo anche favorevoli, ma che al momento non sono nella disponibilità della SEN. Parlo in particolare di quello che riguarda i meccanismi ETS e del carbon floor price.
  Toccheremo, infine, come snodo decisionale un tema di governance, cioè di come continuare questo lavoro sulla SEN e aggiornarlo, e vedrete che accoglieremo molte delle indicazioni pervenute. Su questo non c'erano particolari snodi che tocchiamo oggi, anche se c'era un punto sugli oneri di rete e di sistema, che vedremo in particolare per quanto concerne una proposta di spostamento, a nostro avviso molto difficile, sulla fiscalità generale, che è un altro di quei punti che sono stati sollevati. Una serie di temi che riguardano pompaggi, accumuli e quello che ha a che fare con la sicurezza elettrica, il miglioramento delle interconnessioni con l'estero, alcune osservazioni sul capacity market.
  Il documento che sto illustrando, relativo in particolare alla consultazione pubblica (vedi allegato 2), ovviamente verrà depositato agli atti delle Commissioni, altrimenti occorrerebbe troppo tempo per l'illustrazione. Questo è uno dei punti di cui ho fatto menzione prima ed è un punto su cui c'è una fortissima prevalenza di sì, cioè l'idea di accelerare la decarbonizzazione, che convive con due preoccupazioni nei contributi che sono arrivati (di nuovo stiamo parlando non di posizione del Governo, ma di contributi che sono arrivati), il tema del costo, che è un elemento, ma moltissimo anche il tema dell'adeguatezza, cioè di come possiamo essere sicuri di riuscire a rimpiazzare sufficiente capacità di produzione, in maniera da non esporci a shock pericolosi.
  Vi ricorderete che quando parlavamo di questo scenario nell'audizione precedente avevamo già detto con il Ministro Galletti che, se noi andassimo (e credo che sarà quello che emergerà oggi dalla discussione e l'orientamento che abbiamo anche espresso in maniera informale) verso un'uscita anticipata dal carbone al 2025, ciò dovrebbe essere realizzato contestualmente ad un programma di infrastrutturazione, per non trovarsi nella situazione di dismissione di centrali con insufficiente capacità sostitutiva. La sostituzione del carbone solo con le energie rinnovabili è una proposta che al momento non sembra avere una sua fattibilità dal punto di vista tecnico. Alcuni elementi di cui parlavo prima, quali il rafforzamento del meccanismo ETS o previsioni normative che introducano un meccanismo di carbon pricing più elevato sono oggetto di una discussione che dobbiamo fare a valle della SEN e non prima di aver deciso. Molti di questi spunti peraltro sono anche costruiti bene e ben fatti.
  Sul tema del mercato del gas alla slide n. 15 (vedi allegato 1, pag. 33) gli elementi di cui diremo sono innanzitutto la questione del corridoio di liquidità, dove ci è chiarissima una separazione del mondo industriale (lo conoscete perché vi abbiamo già presentato tre volte qui il tema del corridoio di liquidità anche solo presso la Commissione Attività produttive, quindi non solo in sede congiunta con la Commissione Ambiente) dove il mondo è diviso a metà, il mondo di quelli che hanno paura di rimanere con contratti più costosi per un abbassamento del prezzo, e il mondo di quelli che invece ritengono che questo abbassamento del prezzo, dando una possibilità di rinegoziare il contratto, sia in fondo una cosa vantaggiosa per il sistema. Come sapete, Pag. 6 su questo il Governo ha una visione molto chiara: noi pensiamo che il corridoio di liquidità sia una cosa molto importante per avvicinare il nostro prezzo al TTF (Title Transfer Facility), in particolare nel momento in cui si sviluppano le rotte nord, a nostro avviso, è una cosa indispensabile da fare. L'altro tema sul gas è ovviamente argomento previsto dalla nostra Strategia energetica nazionale come energia di transizione, cioè arrivando come idea a una «decarbonizzazione totale», però riteniamo che invece il gas svolgerà nei prossimi anni ancora un ruolo molto importante. Uno dei temi più controversi, sul quale probabilmente prenderemo un momento e non andremo a una decisione finale, è quello della necessità di un'ulteriore capacità di rigassificazione. Voi sapete che una delle ipotesi che abbiamo fatto, facendovi vedere anche gli scenari di prezzo, è che aggiungere capacità di rigassificazione potrebbe far beneficiare da una curva di discesa del prezzo. C'erano scenari diversi, la possibilità addirittura di affittare rigassificatori galleggianti invece di andare a costruirli, oppure costruire rigassificatori autorizzati. Al momento riteniamo su questo di lasciare un punto di sospensione, cioè nella SEN non sarà previsto lo sviluppo di nuova capacità di rigassificazione, ma sarà previsto il monitoraggio della situazione sulla rigassificazione in maniera che, se dovesse emergere l'opportunità ovvero la possibilità con maggiore capacità di rigassificazione di ottenere un prezzo più basso, di procedere in questa direzione.
  Vi è, infine, la questione della metanizzazione, che però è molto specifica in particolare per quanto riguarda la Sardegna, dove c'è anche un'opzione di chi vuole la Sardegna come esempio al 100 per cento rinnovabile. Noi lo riteniamo un percorso interessante da studiare, ma in qualche misura ancora poco fattibile.
  Con riferimento al tema della mobilità di cui alla slide n. 17 (vedi allegato 1, pag. 35), si rileva nella consultazione il famoso dibattito sulla neutralità tecnologica tra GNL e biocarburanti, c'è una componente molto rilevante che dice che dobbiamo fare una scelta a favore dell'elettrico e andare verso l'elettrico in maniera indirizzata molto forte dal Governo, c'è un'altra componente che invece dice: «no, siamo neutrali tecnologicamente, lavoriamo molto sulle infrastrutture necessarie per favorire l'intermodalità, il GNL può andare bene per esempio per i grandi trasporti anche navali, ma l'elettrico è prevalente».
  Su questo vi ricordiamo che c'è un orientamento non solo europeo, ma anche già preso nella normativa sui carburanti alternativi, la cosiddetta direttiva DAFI, in cui facciamo passi avanti molto significativi soprattutto in termini di distribuzione, ma stando attenti a non perdere l'elemento della neutralità tecnologica, anche perché l'Italia ha una sua competenza forte, un parco circolante molto rilevante che non vogliamo perdere, anche se capiamo che probabilmente l'elettrico è il futuro e quindi bisogna investirci e continuare a investire.
  Poi ci sono i temi del mercato petrolifero e delle reti di distribuzione, ma anche questi non rappresentano snodi essenziali.
  Vi sono, infine, i temi della ricerca e dell'innovazione evidenziati nella slide n. 19 (vedi allegato 1, pag. 37) riguardo ai quali abbiamo previsto un raddoppio – cioè un forte aumento delle spese – degli incentivi per la ricerca e innovazione proprio sulla filiera delle rinnovabili, per accompagnare il meccanismo delle rinnovabili dal lato della produzione, che dovrà essere sempre più orientato alla maturità tecnologica, cioè a quelle tecnologie che costano di meno dal punto di vista di incentivi, con la crescita del contributo delle rinnovabili.
  Vi sono inoltre alcuni argomenti di contorno quali la cyber security, che peraltro abbiamo toccato anche nel G7 Energia e la questione dell'occupazione evidenziata nella slide n. 20 (vedi allegato 1, pag. 38)
  Vi è, infine, il tema della governance sintetizzato nella slide n. 21 (vedi allegato 1, pag. 39) come ho accennato prima, cioè la necessità che ci sia un coordinamento e che questo sforzo non si chiuda immediatamente. Si tratta di un tema abbastanza trasversale, noi siamo d'accordo su questo, poi riguardo alle questioni sulle quali vanno prese delle decisioni oggi vi diremo come riterremo di orientarci. Se siete d'accordo, Pag. 7farei così: poiché abbiamo otto punti chiave da illustrare, quattro punti li illustrerà il ministro Galletti e gli altri li farò io.

  GIAN LUCA GALLETTI, ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie. L'illustrazione del Ministro Calenda è stata già molto chiara. Io voglio ricordare da dove abbiamo iniziato. Eravamo partiti da un documento sulla Strategia energetica nazionale che aveva come obiettivo «ambientale», obiettivo prioritario, il raggiungimento dei target che avevamo stabilito a livello europeo il 24 ottobre 2014 sotto la presidenza italiana dell'Unione europea, con una decisione vincolante dal punto di vista giuridico, quindi riduzione di CO2 entro il 2030 di almeno il 40 per cento e obiettivi sull'efficienza energetica e sull'energia rinnovabile del 27 per cento, con un'indicazione di portarli al 30 per cento durante il periodo che va da qui al 2030.
  Questi obiettivi a livello europeo sono poi quelli che hanno formato gli NDC, cioè il contributo regionale europeo che abbiamo portato a Parigi, quindi a tutti gli effetti sono diventati il contributo europeo e italiano a Parigi 2015 e quindi assumono un rilievo molto importante sia a livello internazionale che a livello europeo, essendo una decisione giuridicamente presa. Questo comporta anche sottostare alla disciplina delle sanzioni qualora non raggiungeremo questi obiettivi.
  La decisione stessa prevedeva che il 40 per cento di riduzione di CO2 fosse suddiviso per i singoli Stati, quindi obiettivi non solo europei, ma nazionali. La riduzione pari al 40 per cento di CO2 a sua volta riguardava il settore ETS, quindi tutto il settore industriale e il settore effort sharing, cioè tutto quello che non è industriale (trasporti, riscaldamento, agricoltura).
  In questi tre anni abbiamo lavorato per arrivare a criteri di suddivisione di questo 40 per cento. All’effort sharing è stato attribuito un peso del 43 per cento del totale, e questo rimarrà a livello europeo perché sarà nella disciplina dell'ETS, di cui è ancora in corso di definizione la nuova normativa da parte del Consiglio europeo. Abbiamo intensamente lavorato sull'effort sharing, cioè su tutto quello che non è industriale. Abbiamo chiuso nel Consiglio ambiente del 13 ottobre scorso, quindi pochi giorni fa, la decisione a livello europeo, che dovrà andare poi al trilogo con il Parlamento europeo e la Commissione, e la percentuale attribuita all'Italia è del 33 per cento, che è quella che voi trovate nella Strategia energetica nazionale che avevamo ipotizzato all'inizio del nostro percorso. Su questo però voglio fare una precisazione: come ho già avuto modo di dire nella scorsa seduta, il 33 per cento è una percentuale penalizzante per l'Italia, perché non tiene conto di tutti gli sforzi che noi abbiamo fatto finora, cioè i criteri imposti dall'Unione europea in qualche modo penalizzano l'Italia. Noi abbiamo deciso di mantenere il 33 per cento, sapendo però che nella decisione che abbiamo preso a livello europeo grazie ad una presenza molto forte che abbiamo avuto come Italia anche con il MISE in sede europea, la decisione presa dalla Commissione ambiente prevede una riserva strategica di 115 milioni di tonnellate, quella proposta dalla Commissione, 90 milioni proposti invece dal Parlamento europeo, che servirà alla fine se quei Paesi che sono stati penalizzati all'inizio del percorso non raggiungono con il target loro assegnato, nel nostro caso del 33 per cento, ad abbassare quella percentuale. Noi siamo stati prudenti e anche virtuosi, perché nella Strategia abbiamo lasciato il livello massimo, che è il 33 per cento e proveremo anche ad andare oltre, perché per noi è un obiettivo prioritario. Partendo però dal presupposto che qui sono in gioco anche le economie dei Paesi, nel senso che raggiungere quel target costa soldi agli Stati e alle imprese, e ci sembrava giusto che, come si dice dalle nostre parti, a Bologna, «le bevute andassero pari» fra i vari Stati, abbiamo previsto questa riserva, che tende ad equilibrare quella diseguaglianza che c'è stata nel momento di assegnazione della quota. Noi quindi lavoriamo sul 33 per cento, sapendo che, grazie a quella riserva i cui criteri di distribuzione sono già stati chiariti all'inizio, potremmo abbassare questo target, cosa che – ripeto – non vogliamo fare, però per prudenza ci sembrava giusto anche tutelare il nostro Paese, in maniera Pag. 8che ci fosse riconosciuto lo sforzo in campo ambientale che noi abbiamo fatto finora. Quel 33 per cento resta quindi alla base della Strategia energetica nazionale, resta un obiettivo per il nostro Paese, sapendo comunque che abbiamo una riserva, cui alla fine potremo attingere per evitare sanzioni in quel momento.
  Quali sono le indicazioni emerse con più frequenza nella presentazione della discussione pubblica? La prima riguarda lo scenario. Voi ricorderete che questa osservazione era venuta anche dalla Commissione quando presentammo all'inizio la bozza del documento: noi avevamo previsto uno scenario solo al 2030. Sono venute molte richieste per avere uno scenario anche al 2050, reputiamo che questo sia giusto e ci stiamo impegnando a fare una proiezione al 2050, con alcune osservazioni, però, sapendo che una proiezione da qui al 2050 sconta una serie di condizioni che oggi non possiamo obiettivamente prevedere.
  Quello che già vi possiamo dire ed è in corso di elaborazione al 2050 è che la nostra SEN al 2030 è già coerente come obiettivi a quelli del 2050, cioè non abbiamo notato grandi difficoltà rispetto al 2030 ad arrivare agli obiettivi europei, agli obiettivi di Parigi al 2050, tenendo conto che in uno scenario di lunghissimo periodo ci sono margini di incertezza legati alle diverse dinamiche dello sviluppo tecnologico, nel senso che non sappiamo quale tecnologia avremo a disposizione da qui al 2050, ai prezzi internazionali delle materie prime, difficili da ipotizzare oggi, ai possibili mutamenti degli assetti geopolitici.
  Tale incertezza è anche aggravata dal fatto che le proiezioni a livello europeo, pur arrivando al 2050, tengono come obiettivi e regole meccanismi che si rivedono ogni dieci anni, quindi noi avremo anche nella normativa europea un cambiamento di regole e di obiettivi da qui al 2050, e chiaramente le strategie che verranno dovranno tener conto delle nuove indicazioni che provengono da quello.
  Siamo abbastanza tranquilli sull'obiettivo al 2050, anche perché ricordo a tutti che gli obiettivi che ci eravamo dati sia al 2012, sia con Kyoto al 2020 li abbiamo sempre rispettati, quindi la nostra economia ha sempre risposto molto bene agli obiettivi internazionali in campo ambientale.
  Pensiamo che sia importante portare avanti una sperimentazione che abbiamo già messo in cantiere ora e abbiamo pubblicato, che è il Catalogo delle tecnologie che abbiamo fatto in collaborazione con il CNR e l'ENEA. L'aggiornamento del Catalogo delle tecnologie ci può essere molto utile man mano che andiamo avanti, per vedere se siamo in sincronia con gli obiettivi che ci diamo al 2050.
  Per quanto riguarda lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ha già detto molto il Ministro Calenda, io voglio aggiungere solo la parte ambientale che si è evidenziata nel corso della consultazione pubblica. Le osservazioni pervenute riguardano in particolare l'impatto delle fonti rinnovabili sul territorio e il paesaggio, quindi il consumo del suolo, la tutela del paesaggio. Le indicazioni che ci vengono spingono nel senso di favorire i rifacimenti, spostando le risorse economiche destinate alle rinnovabili a interventi per aumentare anche l'efficienza energetica.
  È quindi in questo senso che vogliamo andare, tenendo presente che, così come abbiamo costruito la Strategia energetica nazionale, soprattutto il percorso di decarbonizzazione ci porterà, come è logico che sia, ad un aumento delle energie rinnovabili, in particolare del fotovoltaico che da qui al 2030 dovrebbe aumentare di circa l'80 per cento quello esistente. È chiaro che questo potrebbe avere sul territorio un impatto molto forte.
  Nella stesura definitiva del documento sulla SEN faremo riferimento all'urgenza di approvare la norma ferma al Senato sul consumo del suolo, che prevede regole molto precise sullo sfruttamento del suolo ancora non impermeabilizzato. Dovremmo ragionare sulla gestione del territorio dagli enti locali con priorità chiare su quali aree si potranno utilizzare per impianti di questo genere, l'approccio chiaramente alla tutela dei beni paesaggistici e culturali. Saranno necessari piani mirati ai rifacimenti, e questo è importante anche tenendo presente che circa l'80 per cento dell'eolico esistente dovrebbe giungere a fine vita utile da qui al Pag. 92030 (forse prima vi ho fornito un dato sbagliato sull'incremento dell'eolico), quindi piani mirati al rifacimento anche con incentivazione, misure mirate a diffondere lo sviluppo del fotovoltaico integrato agli edifici, in maniera da non utilizzare nuovi suoli, e forme di incentivazione per l'utilizzo delle coperture esistenti.
  L'altro tema riguarda la riconversione e riqualificazione degli impianti e delle infrastrutture. Dalla consultazione pubblica sono venute molte indicazioni circa la trasformazione di ulteriori raffinerie in bio-raffinerie, accompagnata chiaramente al sostegno e all'adozione di tecnologie di produzione di biocarburanti. Voi sapete che abbiamo una filiera produttiva molto importante che si sta sviluppando nel nostro Paese, abbiamo già Marghera, Gela e altre riconversioni che riguardano invece la bioplastica come quella di Porto Torres, quindi è tutto nostro interesse andare avanti nel sostenere questo tipo di filiere, che possono essere utili al fine di arrivare agli obiettivi che ci siamo dati, quindi meno consumo di carbone e più di biocarburanti e biomasse.
  L'ultima questione già affrontata dal Ministro Calenda riguarda la governance. Io sono molto d'accordo con quello che diceva lui, l'abbiamo condiviso: la governance sarà determinante ai fini degli effetti che la SEN potrà produrre. Oggi la SEN, oltre che con il Ministero dello sviluppo economico e con il Ministero dell'ambiente, interagisce fortemente con il Ministero dell'agricoltura, con il Ministero dei trasporti e con il Ministero dell'economia. Diventa indispensabile avere una cabina di regia, anche perché la SEN dovrà essere coordinata con tutte le altre strategie ambientali che si stanno delineando. Mi riferisco a quella degli obiettivi sostenibili che abbiamo già approvato in Consiglio dei ministri, quella clima-energia che è obbligatoria ai fini sia di Parigi che della normativa europea, quella dell'adattamento climatico.
  Credo che tutte queste strategie dovranno parlare fra loro e alla fine determineranno il piano strategico industriale del Paese, quindi è importante che vi sia una cabina di regia capace di mettere a sistema tutti questi temi che saranno determinanti per lo sviluppo economico del Paese, non solo per la salvaguardia dell'ambiente.

  CARLO CALENDA, ministro dello sviluppo economico. Sono stati toccati molti dei punti contenuti nel documento. Sulla decarbonizzazione quindi andremmo verso il 2025 come orientamento, se voi siete d'accordo, eliminazione del carbone dalla produzione elettrica, altrimenti il Presidente Realacci si urta, e giustamente, perché è improprio!
  Noi quindi indicheremmo l'obiettivo politico di phase out al carbone entro il 2025. Contemporaneamente abbiamo dato mandato a Terna di individuare nel prossimo Piano di sviluppo il dettaglio delle infrastrutture necessarie per la chiusura al 2025 della produzione a carbone, affinché questo avvenga in sicurezza, in particolare per Brindisi Nord, Torrevaldaliga e la Sardegna, che sono i temi più controversi.
  Lo studio sugli stranded costs è una questione sostanzialmente europea. Sul tema della questione dei trasporti vorrei farvi vedere due slide, perché è la questione più complessa. Questo è l'andamento della componente A3 a scendere, come vedete ovviamente negli anni in cui gli incentivi cominciano a decrescere. Questo non include il decreto che faremo sulle rinnovabili, che prevede quindi un assorbimento significativo di cassa per i prossimi anni. Noi prevediamo fino al 2020 procedure annuali di asta e di registro, con un approccio differente, più neutrale. Quello che è stato definito è che il 50 per cento di questa riduzione venga in qualche modo riportato all'abbassamento delle bollette. Questo è, se non mi sbaglio, in una disposizione della legge europea 2017 approvata su proposta del PD. Abbiamo dato per scontato che la somma su cui possiamo muoverci è il 50 per cento di quello che si andrà a liberare da questa curva. Il tema molto delicato è che con questo 50 per cento lavoriamo sull'efficienza energetica/rinnovabili, anche considerando che le rinnovabili sempre di più vanno verso l'autosufficienza, o possiamo inserire un ragionamento sul parco circolante? Questa è la situazione del parco circolante italiano che avete sotto gli occhi, ed è una situazione abbastanza tragica, nel Pag. 10senso che abbiamo 17 milioni di auto, pari al 44 per cento, che stanno nelle classi inquinanti da 0 a 3. È del tutto evidente che, se questo svecchiamento del parco va in modo inerziale, noi avremo un problema al raggiungimento degli obiettivi sulle emissioni perché, mentre grazie al super ammortamento le flotte aziendali e le auto aziendali hanno avuto uno svecchiamento accelerato in questi anni, questo non è accaduto dal punto di vista dei privati per ragioni economiche, non per ragioni di mancanza di volontà.
  Il tema quindi potrebbe essere questo, ma su questo abbiamo bisogno di un'indicazione del Parlamento, perché ci rendiamo conto che è un tema estremamente sensibile, ovvero si può fare un ragionamento per il quale facciamo una misura, che poi vedremo come copriamo per quest'anno, perché ha una sua peculiarità, però di base per tre anni stanzi 250 milioni di euro che si liberano dalla quota A3 della bolletta, nonché da questo Fondo per lo sviluppo tecnologico e industriale, che non è stato utilizzato per fare uno svecchiamento del parco circolante che punti ad aiutare le famiglie a basso reddito che hanno vetture estremamente inquinanti e anche pericolose a cambiare la propria vettura?
  Questo è il primo punto. Il secondo: che dia la possibilità dell'uso incentivi all'uso del car sharing e in maniera molto significativa in alternativa alla prima. In questo modo non cambio la macchina, quindi ci sono meno macchine che girano, ma in cambio ti pago il car sharing. Terzo: usando e sostenendo ancora di più la diffusione dell'elettrificazione e della distribuzione dei carburanti alternativi.
  Questo è un tema perché stiamo parlando della bolletta elettrica e, anche se una misura disegnata in questo modo ha sulla bolletta elettrica di una famiglia tipo un impatto di circa 0,8 euro all'anno, quindi stiamo parlando di una misura non particolarmente pesante, è chiaro che è un indirizzo politico preciso, cioè noi decidiamo che con questo strumento, avendo identificato che abbiamo un gap molto forte che rischia di portarci fuori dall'obiettivo di riduzione delle emissioni, incidiamo sul parco circolante.
  Su questo oltre che sugli altri punti di cui abbiamo parlato ci piacerebbe avere un vostro parere prima di includerlo o non includerlo nella SEN.
  L'ultimo punto di cui vi avevo detto rapidamente, ma ve lo espongo in modo lievemente più articolato, è che la ragione per cui noi abbiamo definito di non avere più capacità di rigassificazione è che, mentre la rigassificazione nuova capacità andrebbe in bolletta o almeno in parte in bolletta, come voi sapete gli sviluppi East Med e i nuovi, potenziali sviluppi di gasdotti sono a carico delle società che lo fanno e pertanto non vanno in bolletta, quindi per ora riteniamo più utile perseguire questo obiettivo, sempre tenendo d'occhio il mercato del GNL che può essere particolarmente interessante.
  Questi sono i punti fondamentali su cui chiediamo il vostro contributo, oltre a quello che voi ritenete di dirci di altro. Avete a disposizioni i due documenti consegnati che vanno nel dettaglio di tutti i contributi avuti da tutte le varie organizzazioni che hanno partecipato alla consultazione sulla SEN, che ovviamente avete tutto il tempo di consultare e, se volete sottolinearne qualcuno in particolare, sappiate che abbiamo un periodo fino al 10 novembre prima che il documento sia emanato in modo definitivo.

  GIAN LUCA GALLETTI, ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Aggiungo solo una osservazione su quest'ultima considerazione del Ministro Calenda, perché forse è uno dei punti centrali quello che riguarda la mobilità sostenibile.
  È chiaro che, oltre che svecchiare il nostro parco macchine e renderlo più efficiente dal punto di vista ambientale, abbiamo un altro obiettivo che non può far parte della SEN perché non riguarda la SEN, ma resta un obiettivo generale, che è quello di diminuire l'utilizzo dell'auto.
  Questo va visto quindi sempre in quella prospettiva, tutto quello che abbiamo fatto, dai bandi casa/lavoro, casa/scuola agli investimenti sul trasporto pubblico, va verso l'obiettivo di utilizzare sempre meno l'autovettura, quindi va visto da due parti ai fini dell'obiettivo europeo e all'obiettivo di Pag. 11Parigi 2015, mezzi più nuovi e più efficienti, e meno utilizzo dei mezzi stessi.

  PRESIDENTE. Il quadro mi pare abbastanza chiaro e anche molto trasparente sia negli aspetti che si sono già determinati, sia nei problemi aperti, con una richiesta esplicita che abbiamo ricevuto di avere anche delle opinioni al riguardo. Utilizzerei quindi questa fase pensata proprio a questo scopo, per poter esprimere le vostre opinioni.
  Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Crippa, al quale do subito la parola.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, presidente, ringrazio i ministri per la presentazione delle ulteriori osservazioni. Vado innanzitutto a fare una piccola premessa sulla modalità di approvazione del documento sulla SEN, argomento sul quale abbiamo già presentato un'interrogazione nel 2013 segnalando come non fosse previsto un passaggio parlamentare della Strategia energetica nazionale e il Governo di allora con il Sottosegretario De Vincenti, lo stesso Governo di adesso, ci disse che andava bene così. Oggi ci viene chiesto di dare un contributo e ovviamente ci riserviamo di valutare tutte le osservazioni che sono state fatte dai ministri in questa sede e di mandarvi degli ulteriori spunti, però nascono alcune perplessità. Innanzitutto la previsione del phase out del carbone al 2025 ci fa piacere, perché riprende interamente una proposta inserita nel nostro piano energetico del MoVimento 5 Stelle. Vorrei comprendere a un anno e mezzo dalla sua uscita, visti commenti negativi sull'uscita dal carbone, se vi siate resi conto che evidentemente c'era una possibilità reale e concreta dell'uscita dal carbone nell'arco sostanzialmente della prossima legislatura, perché, se intendiamo 2025, più o meno stiamo parlando di quel periodo.
  Sulla parte che riguarda il risparmio energetico abbiamo visto anche diversi commenti sulla debolezza dell'apparato, perché anche oggi ci vengono illustrate modifiche sull'ecobonus che andranno a modificare alcuni parametri, ma credo che dobbiamo affrontare il problema da un altro punto di vista, in maniera più decisa, perché non può esserci l'obbligo di estensione alle PA locali del 3 per cento quando lo Stato per l'efficientamento del 3 per cento degli edifici della pubblica amministrazione ci ha messo due anni in più rispetto al termine previsto.
  Credo che su quel fronte si debba agire in maniera diretta, con fondi stanziati ad hoc per efficientare gli edifici della pubblica amministrazione, perché altrimenti non si crea alcun volano per il settore edilizio, e aspettare sempre un intervento del cittadino, dell'azienda, che possano mettere in campo interventi sui propri immobili va bene, perché ci possono essere degli strumenti incentivanti, ma credo che il pubblico debba fare la parte del leone in questo caso.
  Un altro aspetto che deve essere secondo noi meglio organizzato è quello di creare un fondo di garanzia per chi vuole investire in efficientamento energetico di un palazzo, ma un fondo di garanzia serio, uno strumento vero che sia in grado (non come la cessione del credito, oggi tanto sbandierata, ma di cui nessuno riesce a usufruire) di far sì che chi subisce l'intervento quindi la signora Maria all'interno del palazzo, benefici di uno sconto immediato, di una riduzione, magari legandosi al fornitore per 10 o 15 anni.
  È evidente che questo deve essere ben programmato e pianificato. Ci vuole anche coraggio nel mettere degli incentivi su demolizione e ricostruzione, perché il parco edilizio, quando andiamo a toccare troppi aspetti che non sono solo quelli di natura energetica, ma sono gli aspetti della sismicità, salvo parere vincolante delle Sovrintendenze dobbiamo fare demolizione e ricostruzione e ci vorrebbero strumenti soprattutto per le case popolari in grado di mettere in moto questo sistema in maniera molto più rapida.
  Passo quindi sull'aspetto del fotovoltaico. Ovviamente la percentuale maggiore dell'80 per cento ci fa piacere, ma ci piacerebbe comprendere come si possa raggiungere questo obiettivo senza incentivi. Leggiamo di 19 mila stazioni di ricarica per le auto elettriche al 2020, che credo sia un errore di stampa, però, se non lo è, confermatemelo, perché 19 mila punti di ricarica al 2020, quando nel progetto EVA che abbiamo con fondi europei Enel e Aiscat Pag. 12stanno litigando per fare le 180 colonnine promesse da un'epoca e a malapena siamo arrivati ad averne la metà. Il dubbio riguarda quali strumenti effettivamente si vogliano mettere in campo, perché sono convinto che non ci debbano essere strumenti di incentivazione all'acquisto se non ho messo in campo alcuna infrastruttura di ricarica, perché spesso chi è economicamente in grado di acquistare un veicolo elettrico si scontra poi con l'impossibilità di ricaricarlo. Attenzione, perché anche negli obblighi che avete inserito nei piani edilizi, con cui si obbliga il costruttore a installare una colonnina di ricarica, ci sono produttori che lamentano che quelle colonnine vengano fatte di tipo «base» e quindi chi vuole utilizzare un piano di ricarica Superfast non è in grado di farlo perché quella è una colonnina a lenta ricarica e quindi ci vogliono otto ore anche di giorno, ed è evidente che in un piazzale di complessi abitativi già solo con due o tre macchine quella colonnina di ricarica non può avere alcuna utilità. Forse andrebbe pianificato meglio in che modo fornire queste soluzioni di ricarica, immaginando che debbano essere quantomeno codificate anche come servizio di potenza immessa, perché altrimenti abbiamo discriminazioni tra veicoli prodotti in Italia, con opzioni Superfast di ricarica che però non possono avere le colonnine che li riforniscono.
  Rispetto alla metanizzazione della Sardegna vengono date due soluzioni e viene detto che, da un lato, c'è chi spinge per la metanizzazione della Sardegna, dall'altro, c'è chi dice di rendere la Sardegna l'isola rinnovabile, e questo viene diviso in due tronconi all'interno delle slides. Qual è la posizione del Governo su questo tema? Secondo noi sarebbe un'occasione persa quella di non utilizzare la Sardegna come un banco di prova.
  Nei percorsi che sono stati illustrati il Ministro Galletti ha citato più volte la necessità che questi piani ovviamente trovino anche delle risposte con pianificazione dei trasporti, in questi giorni stiamo vivendo in maniera preoccupante la situazione dell'inquinamento nella Pianura Padana. Partendo da quella che è una condizione sicuramente dettata anche dalla geomorfologia del territorio, quindi dalla difficoltà di ricambio dell'aria, un problema socio-sanitario e ambientale può però diventare un'opportunità per far sì che quell'area da domani diventi un banco di sperimentazione innanzitutto per divieti di immatricolazione di autovetture diesel e benzina, come già sancito in altri Paesi europei con obiettivi chiari al 2030 o 2040.
  Noi siamo ancora molto indietro, ma vorremmo provare a partire con le nuove immatricolazioni soprattutto per meccanismi della pubblica amministrazione, quindi fornire anche dei fondi per questo passaggio e far sì che si vada a migliorare l'intero asset della Pianura Padana, creando un meccanismo di sostegno alla trasformazione della mobilità di quelle zone.
  Questo a mio avviso potrebbe creare aspettative industriali importanti, perché a quel punto saremmo in grado di trasferire quello che abbiamo fatto in altre realtà, e partire in fretta sarebbe auspicabile, altrimenti come al solito ci ritroviamo a subire tecnologia, quindi in quella visione un po'arcaica che il Ministro Galletti cercava di bilanciare con il detto bolognese, mentre io sono più propenso a cercare di vedere più in là, magari investendo qualcosa in più adesso, con la certezza che le industrie siano pronte a portare le tecnologie sperimentate in altri mercati. Grazie.

  GIANLUCA BENAMATI. Ringrazio i ministri. Ovviamente sia come Gruppi parlamentari che come Partito avevamo già espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla SEN nella misura in cui questo documento risultava necessario e andava nella giusta direzione per gli obiettivi che dobbiamo raggiungere.
  Con piacere oggi osservo che molte delle osservazioni da noi recentemente formulate sono state non solo condivise da molti altri soggetti, ma anche tenute in debito conto dal Governo. La questione dello scenario al 2050 che punta a una chiara decarbonizzazione, l'aumento della penetrazione delle rinnovabili elettriche al 2030, con il tema per noi importante del consumo di suolo e del revamping, sui quali chiediamo al Governo uno sforzo per procedure semplificate di autorizzazione, Pag. 13 sono punti per noi importanti, così come il tema degli accumuli, non dico una neutralità tecnologica, non uso le stesse parole del ministro, ma una varietà tecnologica negli accumuli, il tema del costo CO2 e degli ETS, che è già stato indicato e sul quale non torno, questo anche nell'efficienza energetica, con un ecobonus sempre più selettivo rispetto al ritorno dell'investimento pubblico.
  Sottolineo anche, come è stato detto, la necessità della riforma del sistema dei certificati bianchi, perché è vero che c'è la componente A3, ma c'è anche la componente UC7, che è abbastanza pesante sulle bollette. Da questo punto di vista tengo a precisare che, come si è detto in precedenza, lo scarico di componenti improprie della bolletta è una delle battaglie di principio che combattiamo con molta fermezza. Le risorse si devono trovare, ma il guadagno tecnologico e i risparmi possibili devono essere retrocessi ai cittadini.
  Sul tema del rigassificatore flottante siamo molto d'accordo che si faccia un'analisi delle capacità esistenti, sia già funzionanti quanto già programmate, prima di procedere a questo nuovo sistema.
  Il corridoio di liquidità sostanzialmente è l'acquisto di una capacità di trasporto da privati, rivenduta probabilmente a prezzi di favore, per garantire un passaggio, un flusso che faccia diminuire i prezzi. Noi abbiamo espresso perplessità, non una netta contrarietà – il ministro lo sa – quindi chiediamo che si faccia una verifica dell'efficacia del sistema e comunque una prova limitata nel tempo.
  Siamo molto a favore, perché l'abbiamo richiesta, dell'istituzione di un sistema di governance decentrata, perché parliamo di sgravi sull’automotive per la sostituzione del parco più vecchio, ma spesso le ragioni per cui si cambia l'autovettura sono la facilità di accesso nei centri storici, per cui è chiaro che deve essere una visione coordinata fra gli enti locali, che hanno potestà in materia, e il Governo centrale, quindi bene un luogo (non so se una cabina di regia, ma comunque un luogo) di armonizzazione di queste politiche che coinvolgono sia lo Stato centrale, sia le realtà locali.
  Vado ad alcuni punti di attenzione che sono stati richiesti dai ministri, riservandomi anch'io come il collega Crippa ulteriori, eventuali sollecitazioni o puntualizzazioni. Sul carbone noi abbiamo una posizione chiara, nel senso che in merito ai tre scenari che propone la Strategia energetica nazionale, che sono quello inerziale, quello accelerato e quello totale al 2025, noi siamo assolutamente contrari allo scenario inerziale, che ci porterebbe al 2025 ad avere ancora 5 gigawatt in funzione di potenza carbone, siamo tendenzialmente per lo scenario totale, quello che elimina tutti i circa 9 gigawatt al 2025. Siccome fra i due scenari, quello accelerato e quello totale, ci sono 2 gigawatt di potenza di differenza per cinque anni, chiediamo ancora una volta un'attenzione su due punti: sui costi, che sono valutati fra i 2 e i 3 miliardi di costi indiretti, più i costi residui che saranno determinati a livello europeo, ma possono portare il conto fra i 3 e i 4 miliardi; sulla necessità di realizzare in sette anni delle infrastrutture impegnative come 1,8 gigawatt di impianti a gas, 1,4 nell'Italia continentale e 0,4 nell'isola della Sardegna, a cui si aggiunge anche un nuovo elettrodotto per la Sardegna. In questo caso sottolineiamo anche il tema della riconversione occupazionale di alcune realtà importanti, ma noi siamo favorevoli ad una rapida eliminazione del carbone dal ciclo di produzione dell'energia elettrica, per cui scartiamo lo scenario inerziale e chiediamo però un'analisi seria di tempi e di costi per la verifica delle due possibilità.
  Il tema dei biocarburanti che il Ministro Galletti ha sottolineato è importantissimo anche per la filiera industriale, c'è una battaglia anche in Europa con la nuova disciplina da definire e da recepire, e attendiamo che la nostra posizione sia fatta valere.
  Noi abbiamo dato indicazioni molto chiare rispetto al trasporto pubblico locale e agli interventi sul TPL rispetto anche al ricambio e riammodernamento dei mezzi pubblici, all'uso del GNL per i mezzi pesanti, all'elettrificazione degli autobus.
  Quando parliamo di mobilità abbiamo un'idea chiara: si va verso la mobilità elettrica, ma c'è un transitorio e con diversa gradazione Pag. 14 altri veicoli a bassa emissione possono essere utilizzati. Qui c'è il tema della rottamazione, su cui siamo in principio d'accordo purché, come si è detto e come i ministri condividono, ci sia una diversificazione di incentivo per le tecnologie, più incentivazione a quelle meno inquinanti, meno incentivazione a quelle con emissioni maggiori nell'ambito comunque di bassa emissione (elettrico, ibrido e gas).
  Da questo punto di vista il tema si pone per noi sulle coperture economiche: francamente siamo perplessi per l'inserimento in bolletta di queste misure perché, come si diceva prima, la componente A3, che ha una capienza residua, conterrà naturalmente le nuove aste per le FER elettriche, e mi auguro anche il rinnovo delle incentivazioni dirette alle diverse fonti, fra cui combustibili bio come il biometano.
  L'inserimento di questo tipo di attività sulle componenti UC7 o A3 della bolletta ci suscita però perplessità, capiamo la questione ma da questo punto di vista caricare sulle bollette un'operazione tipicamente di fiscalità il generale presenta controindicazioni.

  PRESIDENTE. Se ognuno parla meno di cinque minuti, riusciamo a far intervenire tutti. Vorrei concludere con gli interventi dei deputati, perché forse alle 15,20 dovranno scendere in aula, mentre noi possiamo restare fino alle 15,30 con i senatori, quindi farei un'alternanza fra gli interventi per consentire a tutti di parlare.

  ALDO DI BIAGIO. Intervengo sull'ordine dei lavori, presidente. Dal momento che non tutti i parlamentari potranno intervenire, proporrei di lasciare agli atti dei quesiti o delle considerazioni scritte da rivolgere ai ministri.

  PRESIDENTE. Certamente, tanto, come abbiamo capito, è una questione di ascolto: i ministri chiedono alle Commissioni e ai commissari qualche elemento di valutazione, si può fare qui o si può fare anche per iscritto, quindi chi non riesce a parlare farà così.
  Prego, onorevole Bianchi.

  STELLA BIANCHI. Grazie, presidente, sarò brevissima. Intanto un apprezzamento per una strategia che contiene complessivamente misure di decarbonizzazione, è un documento volto a ridurre l'uso di combustibili fossili.
  Sulla questione del carbone naturalmente faccio mio quello che ha detto il collega Benamati, cioè l'intendimento di superare interamente quanto prima, al 2025 se possibile, l'uso del carbone in Italia, visto che è tutto sommato così piccola la quota di energia che produciamo e visto quanto potrebbe essere positivo il segnale che diamo in Europa, in particolare alla Germania e alla Polonia, che sono grandi produttori di energia da carbone. Uno studio recente – che credo i ministri abbiano ricevuto, altrimenti glielo trasmettiamo – sottolinea che potremmo sostituire l'energia prodotta dal carbone senza dover avere altri impianti a combustibili fossili, perché già sufficienti quelli che ci sono. Sarebbe molto interessante approfondirlo perché, visto che siamo in sovraccapacità, poter sostituire una fonte di energia così dannosa senza imbarcarci in ulteriori impianti potrebbe essere una cosa da approfondire, ma credo che ci saranno modo e tempo per rifletterci ancora insieme.
  Sui biocarburanti un aspetto importante già sottolineato dal collega Benamati è la discussione che c'è in Europa. Credo che tutti abbiamo interesse a utilizzare al massimo le possibilità dei biocarburanti, soprattutto quelli di generazioni più avanzate e spero che possiamo tutti contribuire a evitare che si continuino ad usare colture agricole o addirittura che si brucino interi boschi per utilizzare biocarburanti. So che i ministri hanno una sensibilità particolare su questo punto e credo che sarà importante fare una battaglia su questo anche a livello europeo.
  Sulla questione mobilità personalmente sono convinta dell'opportunità di fare un'opera di svecchiamento, incentivando le tecnologie quanto più hanno un minore impatto sull'ambiente. Segnalo però sulle rinnovabili che certamente dobbiamo costruire le condizioni perché si sviluppino e sono sostanzialmente già in condizioni di competere con le altre tecnologie, soprattutto Pag. 15 quella a combustibili fossili, se non hanno degli impacci, ma c'è una questione non da SEN, ma da legge di stabilità, che però, avendo qui i due ministri, segnalo: come favoriamo la sostituzione dei tetti di amianto per metterci le rinnovabili? Capisco che non è da Strategia energetica, però, vista l'opportunità, lo segnalo.
  Sulla questione risorse c'è un documento molto valido del Ministero dell'ambiente in applicazione di una norma del collegato ambientale, cioè il Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi. Quanto più noi riusciamo ad andare nella direzione di ridurre l'impatto di sussidi ambientalmente dannosi, che sono in volume maggiori rispetto a quelli destinati alle fonti rinnovabili, tanto più recuperiamo su 16,4 miliardi (se ricordo bene la cifra), tanto più riusciamo a fare un'azione positiva per incoraggiare le altre e anche per togliere un sostegno economico a ciò che dovremmo eliminare. Grazie.

  LAURA PUPPATO. Sarò ancora più celere, perché molte cose sono già state dette. Due semplici osservazioni. La prima: molto bene che si inviti a riflettere su una strategia che, per quanto riguarda uno dei temi di maggiore inquinamento, cioè il tema dei trasporti in particolare nelle città del nord, ma non solo (il problema è generale ed è anche un problema di salute), si analizzi con molta attenzione non soltanto l'importantissimo aspetto sociale, quindi il reddito, per valutare le eventuali incentivazioni, ma si tenga in adeguata considerazione ciò che ormai è chiarito anche a livello di Commissione europea relativamente a quanto il «dieselgate» ha evidenziato.
  Non possiamo più nascondere che la quantità di emissioni sia per l'anidride carbonica, sia per ossidi di azoto, sia per polveri sottili anche per veicoli Euro 5 euro ed Euro 6 è superiore a quella di veicoli persino benzina Euro 3.
  Capisco tutte le vicende, anche quelle che non possiamo dirci esplicitamente, noi abbiamo anche se non più un'industria italiana che richiama alcuni elementi utili all'Italia, perché qui c'è molta occupazione che riguarda questa industria, però dobbiamo fare politiche che siano coerenti con gli obiettivi da raggiungere, con le emissioni in atmosfera, quindi vi invito a fare particolare attenzione, tenendo in considerazione che non stiamo più parlando di ipotesi, ma di atti e documenti che attestano tutto questo.
  Altra questione. Ho visto nella SEN che dobbiamo «doverosamente» trattenere le industrie energivore in Italia e, visto il gap economico per l'energia, dobbiamo continuare la nostra opera di riduzione degli oneri per queste imprese, ma credo sia abbondantemente giunto il momento di inserire all'interno del meccanismo incentivante anche il meccanismo premiante (poi scegliamo le modalità) oppure disincentivante (dipende da come vogliamo usare le leve in nostro possesso) per ridimensionare la loro energivorità, perché altrimenti è il gatto che si mangia la coda, continuiamo ad avere industrie energivore che non hanno vantaggi dal fare politiche per diventare meno energivore e consumare, a parità di prodotto, la quantità di energia per produrlo.
  Siccome su questo ci sono state confidate molte questioni, perché qualche impresa sarebbe interessata ad attivarsi sul tema sia delle rinnovabili, sia della riduzione degli sprechi, sia della riduzione di quantità energetica utilizzata, vediamo di mettere in moto anche utili contraltari per permettere a queste imprese, magari a quelle più responsabili, di svolgere una funzione pubblica molto importante.

  PAOLA PELINO. Sarò velocissima. Ritorno sulle stazioni di ricarica per le auto elettriche, perché qui dite che porteremo a 19 mila queste stazioni di ricarica, ma per capire che tipo di incremento il Governo voglia dare a questo argomento vorrei capire quante ne abbiamo oggi. Grazie.

  GIANNI PIETRO GIROTTO. Io mi trovo abbastanza in imbarazzo a dover parlare di SEN per diversi motivi che cercherò di riassumere. Il primo, che avevamo detto all'inizio del procedimento, è che la SEN non è una disposizione vincolante, lo sarà il Piano nazionale Clima-Energia, che presumo prenderà molto dalla SEN. Come già introdotto dal mio collega Crippa, questa consultazione con il Parlamento per noi Pag. 16avrebbe dovuto essere molto più intensa rispetto a quello che verrà fatto a livello di pochi scambi. In generale, sono in imbarazzo perché sentire tutte queste misure di cui stiamo parlando e confrontarle con la realtà è per me deprimente, perché da anni denunciamo che mancano misure a costo zero che si possono fare immediatamente, dipende solo dalla mancanza di determinate norme. Mi riferisco alle rinnovabili che non possono partecipare al mercato dei servizi di bilanciamento, al WTG che non è normato, agli aggregatori, quindi a una serie di norme mancanti che però sono a costo zero e non si fanno.
  Qui parlate ancora una volta dell'ecobonus, che però per l'ennesima volta non verrà stabilizzato nemmeno quest'anno, la politica da anni dice che va stabilizzato, è passata una mozione all'unanimità che dice di stabilizzarlo per tre anni, ma neanche quest'anno verrà fatto. Parlate dei certificati bianchi, ma i certificati bianchi sono raddoppiati di prezzo e quindi sono diventati uno strumento di speculazione. Parliamo del Fondo per l'efficienza che avrebbe dovuto entrare in vigore dopo il recepimento della direttiva 27, ma non è mai stato creato, quindi di cosa stiamo parlando?
  Parliamo di misure sulle trivellazioni che negli anni passati abbiamo visto che cosa hanno concesso in più, e qui nella strategia non se ne fa assolutamente menzione. Per quanto riguarda il parco auto adesso qui sulle osservazioni mettete che è auspicabile una diminuzione della quantità di autovetture, però nella SEN che ci avevate dato qualche mese fa prevedevate un aumento del numero di veicoli in circolazione da 35 a 40 milioni, e non c'era assolutamente una strategia sull'elettrificazione dei trasporti. Non si tratta solo delle 19 mila colonnine, sulle quali già il mio collega ha detto, ma si tratta del fatto che deve essere una strategia complessiva. Certamente le colonnine sono uno dei colli di bottiglia (forse il principale), ma non l'unico. Come si coordina questo con la prima previsione, secondo cui le automobili circolanti sarebbero state di più? Spero che abbiate preso coscienza dell'esigenza di diminuire il numero di veicoli, che però voi avevate previsto in aumento. Non vado oltre nel merito. Queste sono alcune riflessioni veloci su una serie di problematiche. Grazie.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Vado direttamente alle domande, quindi salto i ringraziamenti e gli apprezzamenti per la relazione.
  Per quanto riguarda la governance si parla di semplificazione e razionalizzazione, sulle quali siamo tutti d'accordo, però non deve diminuire l'attenzione affinché le regole vengano rispettate. Le regole possono essere esemplificate, ma vanno rispettate. Mi domandavo se sia previsto qualche intervento per maggiori e migliori controlli sul territorio su questo tema.
  Sarebbe opportuno anche rivedere l'impianto sanzionatorio, quindi, trattandosi di aziende, lancio l'idea di adottare, come fanno Autorità come ad esempio l'Antitrust, una sanzione in base al fatturato. A volte le sanzioni penali piuttosto che amministrative non sono sufficienti, quindi forse prevedere una tassazione del 5 per cento sul fatturato potrebbe essere più dissuasivo per garantire il rispetto della regola.
  Per quanto riguarda invece la possibilità indicata in queste tre opzioni sulla mobilità sostenibile non ho una pregiudiziale su nessuna, perché mi sembrano tutte condivisibili, credo che debba essere una classica decisione gestita dai dati, per cui se le auto vecchie sono utilizzate per pochissimi chilometri all'anno magari da persone anziane che non la cambieranno mai, spendere dei soldi pubblici per cercare di fargliele cambiare potrebbe essere inutile e dovremmo organizzarci per altre cose, in particolare (mi riallaccio alla grave crisi ambientale che stiamo vivendo in Pianura Padana) la cura del ferro e cambiare lo stile di vita delle persone e indirizzarle verso il trasporto pubblico locale. Il ferro inteso come ferrovia ben venga, ma forse anche gli autobus e tutte le altre forme di mobilità che dovrebbero aiutarci. Tutto questo ha alla base l'esigenza di migliorare la salute dell'ambiente, ma anche degli esseri umani e degli animali. Grazie.

  FRANCESCO SCALIA. Telegraficamente su alcune questioni poste dal Ministro Calenda Pag. 17 e poi su una questione accantonata, che ritengo invece importante. D'accordo sulla destinazione di parte del risparmio previsto per l'A3 sul rinnovo del parco circolante; sulla decarbonizzazione ha già detto Benamati e condivido un atteggiamento di prudenza sull'obiettivo massimo del 2025.
  Su questo l'ipotesi di riconversione più facile e immediata delle centrali a carbone è la conversione in centrali a biomassa, la SEN ha un atteggiamento non favorevole alla biomassa, parla di biomassa di piccola taglia, solo integrata nelle produzioni agricole. Mi chiedo se invece la riconversione delle centrali a carbone in impianti a biomassa possa essere vista come un'ipotesi di transizione, considerando anche che consentirebbe di tutelare i livelli occupazionali (penso ad esempio alla Sardegna).
  Sulla rigassificazione condivido la decisione di sospendere, che credo sia in linea con le indicazioni di prudenza che la stessa Autorità dell'energia ha dato nel proprio parere. Ritengo però che questo tema vada comunque visto avendo l'orizzonte strategico dell'Italia come hub europeo per il gas.
  Arrivo al tema che il Ministro Calenda ha accantonato dicendo che è questione che coinvolge direttamente l'Europa, l'ETS e il fallimento obiettivo dell'ETS per il costo troppo basso delle quote di emissione, che ha determinato il paradosso per cui la crescita molto forte e fortemente incentivata delle rinnovabili ha soppiantato il gas piuttosto che il carbone, la lignite, che hanno continuato a crescere soprattutto in Paesi come la Germania e la Polonia. Il tema è ovviamente la riforma del sistema ETS, nel senso di arrivare ad un prezzo sempre di mercato che però sia efficiente. Credo che ci sia anche un altro tema, finché l'ETS rimane un mercato limitato all'Europa un sistema limitato all'Europa e non riguarda anche i Paesi più emissivi al mondo, all'effetto di delocalizzazione delle industrie energivore e delle emissioni non si potrà ovviare.
  Le Commissioni Ambiente e Industria del Senato hanno approvato una risoluzione che va nel senso di introdurre forme di fiscalità al consumo di prodotti ovunque realizzati, sulla base del contenuto di carbonio dei prodotti stessi, in modo tale da favorire (penso a una modulazione dell'IVA) le produzioni più virtuose e penalizzare le meno virtuose. È chiaro che è un sistema che ovviamente va ad affiancare l'ETS, non pretende di sostituirlo, che ha un senso se ha una dimensione europea, perché invita le imprese che vogliono competere nel mercato europeo a migliorare la propria efficienza ambientale, ma è una misura che può essere prodotta anche dall'Italia così come hanno fatto la Gran Bretagna la Francia, con misure diverse ma che vanno in questa direzione. Mi chiedevo se nella SEN possa esserci, oltre a questo auspicio di forme di carbon pricing diverse, anche un'indicazione definitiva e chiara verso una misura di questo tipo. Grazie.

  MASSIMO MUCCHETTI, presidente della 10a Commissione del Senato della Repubblica. Mi pare che sia molto positivo il fatto di mettere assieme ambiente e industria, perché se queste attività marciano separate, le politiche ambientali rischiano di essere inefficienti e le politiche industriali rischiano di essere invasive come impatto ambientale.
  Partirei da un dato iniziale, le fonti di finanziamento di tutte le politiche che vogliamo fare. Le fonti di finanziamento di queste politiche vengono dalla bolletta elettrica, che sarà via via sgravata da una parte della componente A3, fra due o tre anni avremo 5 o 6 miliardi nell'ipotesi che decidiamo di non abbassare in modo più o meno mirato la bolletta elettrica degli italiani. È una scelta importantissima che stiamo facendo, due anni fa abbiamo approvato una misura che pretendeva di ridurre del 10 per cento la bolletta elettrica delle industrie non energivore, ma sapete che il risultato finale è che questa riduzione non c'è stata e si trattava comunque di 1,5 miliardi, mentre 5 o 6 miliardi significa ridurre del 10-15 per cento la bolletta elettrica generale. Se noi la mirassimo sulle attività produttive, ci sarebbe un effetto clamoroso.
  Possiamo decidere intanto di fare attenzione a un punto: se da una parte cala la componente A3, dall'altra sta esplodendo, come ha ricordato Benamati, a livelli di miliardi all'anno la componente certificati Pag. 18bianchi, quindi se non dominiamo questa dinamica, quello che risparmiamo da una parte uscirà dall'altra, con effetti sull'economia pari a zero, quindi c'è innanzitutto da governare questo fenomeno.
  Vado velocissimo. Carbone: tutto bello, sono dei bei progetti, quello che sta accadendo adesso è che la centrale a carbone di Brindisi, una delle più grandi d'Italia, ha una remunerazione rilevante, quindi bisogna avere coerenza fra i propositi e l’enforcement delle politiche. Questo non riguarda ovviamente direttamente il Governo, può riguardare il rapporto con l'Autorità e anche con alcune aziende controllate dal settore pubblico.
  Gas. Concorrenza: dobbiamo ridurre il numero dei soggetti che distribuiscono il gas localmente, sono tanti piccoli monopoli, molti di questi sono inefficienti ma, essendo monopoli legati agli enti locali, hanno tutti il bilancio in ordine, ma la rete rimane arretrata.
  Energia elettrica. Siamo al superamento del servizio di maggior tutela, abbiamo del tempo, sarà cura del Governo vedere che non vengano rafforzate posizioni monopolistiche. Ci sono varie idee in campo, però dobbiamo dirci fra noi se ci piaccia l'idea che un soggetto abbia il 60, il 70 o l'80 per cento di un mercato oppure no.
  Bene scommettere sull'efficienza energetica, bene avere attenzione per trovare delle soluzioni operative finanziarie che consentano di estendere i benefici previsti ai soggetti incapienti, che sono tanti, sia per esigenze di evidente equità sociale, sia perché allarghiamo la platea degli interventi con beneficio generale per l'economia.
  Chiudo sulla mobilità. Benamati ha ricordato il punto, dobbiamo unire politiche energetiche e politica industriale, altrimenti è perfettamente inutile che alla prossima riunione piangiamo sul disastro dell’automotive in Italia. Noi sappiamo, perché sono state fatte ricerche in materia, che una transizione non controllata all'elettrico, non governata che vuol dire non graduale, comporta la distruzione a livello europeo di 1 posto di lavoro su 3 nel settore dell’automotive. Se noi raggiungiamo questo effetto usando soldi pubblici, è un doppio autogol, peggiore di quello che abbiamo fatto con la prima tornata di sussidi alle fonti rinnovabili. Questo non vuol dire che non dobbiamo avere una transizione a modelli alternativi rispetto ai combustibili fossili tradizionali, ma dobbiamo avere la lucidità di non sposare in questa fase nessuna tecnologia, perché nessuna tecnologia è perfetta e fra di noi non c'è nessuno che se ne intenda. È il mercato che andrà a decidere, e noi dobbiamo aiutare il mercato ad adottare le soluzioni giuste, tenendo conto degli interessi nazionali. Qui mi fermo, ma naturalmente sarà cura delle Commissioni dare delle indicazioni di merito in queste materie. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio i ministri. Una volta approvato in via definitiva il documento, troveremo una modalità attraverso la quale anche il Parlamento possa esprimere il proprio orientamento in modo formale.
  Dichiaro conclusa l'audizione e autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna della documentazione consegnata dai Ministri Carlo Calenda e Gianluca Galletti sugli esiti della consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale (vedi allegati 1 e 2).

  La seduta termina alle 15.30.

Pag. 19

ALLEGATO 1

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36

Pag. 37

Pag. 38

Pag. 39

Pag. 40

ALLEGATO 2

Pag. 41

Pag. 42

Pag. 43

Pag. 44

Pag. 45

Pag. 46

Pag. 47

Pag. 48

Pag. 49

Pag. 50

Pag. 51

Pag. 52

Pag. 53

Pag. 54

Pag. 55

Pag. 56

Pag. 57

Pag. 58

Pag. 59

Pag. 60

Pag. 61

Pag. 62

Pag. 63

Pag. 64

Pag. 65

Pag. 66

Pag. 67

Pag. 68

Pag. 69

Pag. 70

Pag. 71

Pag. 72

Pag. 73

Pag. 74

Pag. 75

Pag. 76

Pag. 77

Pag. 78

Pag. 79

Pag. 80