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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 236 di Mercoledì 13 dicembre 2017

INDICE

Esame della proposta di relazione su mafie, migranti e tratta di esseri umani, nuove forme di schiavitù (relatrice: on. Dadone):
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Dadone Fabiana (M5S)  ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Sarti Giulia (M5S)  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Sarti Giulia (M5S)  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Sarti Giulia (M5S)  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 

Esame della proposta di relazione su mafia e calcio (relatori: on. Bindi e on. Di Lello):
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Di Lello Marco (PD)  ... 6 
Gaetti Luigi  ... 8 
Mirabelli Franco  ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 14.40.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Esame della proposta di relazione su mafie, migranti e tratta di esseri umani, nuove forme di schiavitù (relatrice: on. Dadone).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca al primo punto l'esame della proposta di relazione su mafie, migranti e tratta di esseri umani, nuove forme di schiavitù, di cui è relatrice l'onorevole Dadone.
  Il testo è stato elaborato in seno al XII Comitato, Mafie migranti e tratta degli esseri umani, nuove forme di schiavitù, coordinato dall'onorevole Dadone, che invito a illustrare la proposta di relazione in maniera sintetica, consentendole di consegnare per il resoconto una versione più ampia.
  Do la parola all'onorevole Dadone.

  FABIANA DADONE. Grazie a lei, presidente. Ringrazio innanzitutto gli uffici della Commissione e tutti i colleghi che mi hanno sostenuto in questo lungo lavoro.
  Questa relazione che giunge oggi a conclusione è molto importante perché c'è stato soltanto un precedente nella XIII legislatura, quindi era giusto che riuscissimo a mettere un punto per ricostruire tutto il quadro di uno dei fenomeni più gravi dell'attualità dal punto di vista non solo dell'immigrazione, ma anche delle mafie criminali. Abbiamo l'intento non di fornire una soluzione definitiva della situazione, ma quantomeno di ricostruire il quadro.
  Le questioni emerse durante l'anno di lavoro e di audizioni svolte in Comitato hanno riguardato principalmente la questione nozionistica, quindi la differenza tra tratta e traffico di esseri umani, che precedentemente era molto più netta, mentre oggi la distinzione tra le due fattispecie dovrebbe essere quasi superata, perché ormai la caratteristica della volontarietà della persona che viene trasportata, caratteristica del traffico rispetto alla tratta, è superata rispetto alla condizione di vulnerabilità delle vittime, così come segnalato dalle Nazioni Unite.
  È emersa la necessità di una banca dati unica comune, perché tutti i dati emersi, anche quelli che abbiamo raccolto, in piccola parte fanno parte delle attività registrate presso le autorità, tutto il resto sono dati che emergono dai lavori delle associazioni. Sarebbe anche utile condividere questa banca unica con i Paesi extraeuropei, per evitare che i trafficanti entrino ed escano dai vari Paesi senza un effettivo controllo.
  La questione di genere emerge con forza da questa relazione, cioè il fatto che metà delle vittime di tratta di esseri umani e quindi di sfruttamento e di mercificazione siano donne e il 20 per cento minori. Siamo riusciti a ricostruire il funzionamento della tratta con le varie dinamiche, quindi il Paese di origine, il Paese di transito e il Paese di destinazione, le persone che vengono trattate come oggetti, trasportate e poi vendute da un'organizzazione all'altra, l'applicazione di estorsione, la sottomissione, i percorsi, il sistema vessatorio di umiliazione e di annullamento della persona e le modalità con cui vengono trasportati i migranti, tra i quali si vanno a mischiare i cosiddetti – anche se a me la definizione non piace Pag. 4– «migranti economici» e vittime di tratta, come ad esempio le ragazze nigeriane.
  In particolare, nelle indagini della direzione distrettuale antimafia di Palermo, dalle intercettazioni, è emersa un'interessante raccolta delle regole dei trafficanti, che è stata riportata nella relazione. Sono emerse le rotte, che tutti conosciamo e quindi non sto ad elencare, e in merito alle attività criminali è emerso che si tratta di organizzazioni criminali sviluppate addirittura su quattro livelli, che collaborano per reclutare dai Paesi di origine: si organizza lo spostamento con l'attività di primo livello, un'organizzazione che si occupa dei compiti di natura logistica nei Paesi di passaggio di secondo livello, c'è chi garantisce il passaggio attraverso i luoghi di confine, che è l'organizzazione di terzo livello, e alla fine quella di quarto, gli emissari finali che si occupano della distribuzione di queste persone che diventano merce sul territorio.
  Non è emerso dalle audizioni fatte alcun rapporto o connessione tra le mafie nostrane e quelle straniere
  Vi è poi un interessante focus sul denaro e sul meccanismo di pagamento, perché si sa che seguire la tracciabilità finanziaria è molto interessante, e il sistema di pagamento soprattutto per le organizzazioni dell'Africa è quello della hawala, un sistema di debiti e crediti per cui non è necessario spostare effettivamente denaro, quindi è veramente difficile tracciare i flussi.
  Dal punto di vista delle proposte, queste riguardano principalmente la cooperazione tra Paesi, sia giudiziaria sia a livello di politica estera, perché permetterebbe di reprimere il fenomeno non solo quando arrivano nel Paese, ma anche di limitare gli spostamenti e i traffici di persone sui nostri territori. Questo è una sintesi, mi riservo poi di depositare l'intervento. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene si tratta di un lavoro condiviso, sul quale ci siamo soffermati a lungo. Invieremo il testo a tutti i componenti. La mia proposta è quella di convocare la Commissione domani alle 14 e di approvare questa relazione e quella sul calcio. Questa è la proposta che avanzerò tra poco in ufficio di presidenza.

  GIULIA SARTI. Ci sarà il numero legale?

  PRESIDENTE. Se nessuno chiede la verifica del numero legale, non ci sono problemi.

  GIULIA SARTI. Vorremmo capire se ci siano delle perplessità e avviare oggi almeno la votazione di questa relazione sulla tratta. Se ci sono problemi sulla relazione sul calcio, rinviamo a domani l'approvazione di quella relazione.

  PRESIDENTE. No, oggi non è all'ordine del giorno la votazione, sono all'ordine del giorno la presentazione e l'illustrazione. Siccome sono due lavori sui quali c'è stato il lavoro di comitati, per il calcio un lavoro di Commissione, stesure riviste in entrambi i casi, ci sono tutte le condizioni per approvarle entrambe domani. I senatori sicuramente saranno presenti, perché c'è il voto sul testamento biologico, la Camera finisce i lavori questa sera, però vi chiederei un sacrificio, siamo alla fase finale.

  GIULIA SARTI. Il problema non siamo noi, perché noi assicuriamo la presenza, il problema sono altri.

  PRESIDENTE. L'assicureranno anche gli altri. Leggetelo attentamente perché è un lavoro interessante. Ringrazio l'onorevole Dadone, tutto il Comitato e tutti i consulenti che l'hanno affiancata. Tra l'altro è un tema di grandissima attualità, quindi ci fa piacere essere arrivati a conclusione. Il termine per presentare eventuali proposte di modifica è fissato alle ore 12 di giovedì 14 dicembre.

Esame della proposta di relazione su mafia e calcio (relatori: on. Bindi e on. Di Lello).

  PRESIDENTE. Passiamo alla relazione su mafia e calcio, su cui farò una piccola introduzione per poi passare la parola al coordinatore Di Lello, ricordando a tutti che il lavoro per questo tema e per questa Pag. 5relazione è stato condiviso tra il Comitato, che in una prima fase era presieduto anche dall'onorevole Attaguile, e il lavoro in Commissione, dove, come sapete, abbiamo audito i presidenti delle società e tutte le istituzioni, e siamo giunti a un lavoro molto significativo, con 30 sedute tra Comitato e Commissione, e 42 soggetti auditi.
  Faccio una brevissima introduzione e vi do alcuni riferimenti di metodo, poi l'onorevole Di Lello entrerà nel merito delle questioni che ritiene di dover illustrare anche lui in maniera sintetica, perché i tempi dei senatori sono estremamente ristretti.
  Credo che si possa dire che l'obiettivo di tutta la nostra inchiesta e anche della relazione finale è quello di sostenere e suscitare le responsabilità di tutti gli attori del sistema, avendo individuato nel rapporto con il mondo del calcio in generale, anche se ci siamo soffermati quasi esclusivamente su quello professionistico, uno dei settori che ha rapporti più inquietanti con il fenomeno mafioso.
  Come dicevo, anche questo è un ottimo lavoro, del quale ringrazio il coordinatore del Comitato, gli uffici della Commissione e i consulenti. Tutti hanno dato un contributo molto importante.
  La relazione si articola in tre parti. La prima sul tema della sicurezza riguarda sostanzialmente il rapporto con le tifoserie, con le società e poi con i calciatori. In tutti e tre gli aspetti presi in considerazione, ma soprattutto nel rapporto con i giocatori e con le tifoserie emerge con molta chiarezza, come vedrete, uno scambio di potere e di legittimazione reciproca nel rapporto con le mafie, e anche con le società attraverso il riciclaggio di denaro.
  Per quanto riguarda il primo aspetto, quello delle tifoserie, noi abbiamo analizzato, audito e approfondito le tifoserie delle società che sono state oggetto di indagini giudiziarie a vario titolo, con procedimenti in via di conclusione e altri che hanno avuto solo le fasi iniziali, e queste, come ricorderete, sono il Catania, il Napoli, la Juventus, il Genoa, la Lazio e il Latina.
  In questa prima parte, che è quella più ampia, nella quale si sono rilevati gli aspetti più delicati per trovare un accordo tra noi per vari motivi, abbiamo svolto un lavoro molto approfondito sia in Comitato che in Commissione, audendo tutti i presidenti.
  Emergono con molta chiarezza due aspetti da sottolineare, il rapporto tra tifoserie e sicurezza, il ruolo degli ultras nel rapporto con le organizzazioni mafiose e purtroppo anche con organizzazioni politiche, soprattutto di destra. L'ultimo caso della Lazio è una prova evidente, nell'attacco alla sede di Repubblica erano presenti ultras della Lazio. C'è un intreccio tra questi aspetti che è molto inquietante, è scandagliato con molta intelligenza nella relazione, in maniera molto equilibrata, evidenziando le responsabilità, soprattutto delle società, ma anche della DIGOS. Come infatti ci è stato riferito da molti presidenti, ma anche noi abbiamo constatato nell'audizione con il capo della Polizia, che c'è questa sorta di triangolazione tra tifoserie, DIGOS e società, in cui ci si assume la responsabilità per la gestione della sicurezza delle curve, che appaiono, lo si dice con molta chiarezza, come una sorta di zona franca all'interno degli stadi.
  Si avanzano proposte – rinvio anche qui al coordinatore del Comitato – che io ritengo interessanti. Sui calciatori sono stati presi in esame i casi più interessanti, molto importante è anche la parte sulle società, che dalla nostra inchiesta emergono come una sorta di zone franche nei confronti della legislazione, per esempio quella che riguarda il riciclaggio del denaro.
  Viene qui riportata anche la vicenda degli emendamenti presentati da questa Commissione, uno dei quali ha avuto una vigenza nell'ordinamento italiano di soli cinque mesi, senza che fossero emanati i provvedimenti attuativi da parte del Ministero dell'economia. In quel periodo, peraltro c'è stata la vicenda Milan. Le società sono quindi un punto molto delicato, sulle quali, essendo società private, va esercitato un controllo in particolare da parte del CONI, che invece è un ente pubblico, che finanzia anche queste società. Nella parte finale della relazione si avanzano delle proposte normative in tutti i settori. Io mi fermo qui, ricordo ancora una volta che il Pag. 6Comitato fu istituito anche per iniziativa dell'onorevole Attaguile che poi per sua volontà lasciò il ruolo di coordinatore, ma che consideriamo comunque padre fondatore di questo lavoro. Do la parola all'onorevole Di Lello.

  MARCO DI LELLO. Grazie, presidente. In premessa vorrei fare un ringraziamento a tutti i commissari, a cominciare dal collega co-coordinatore Attaguile, per il lavoro fatto.
  Davvero rapidamente, credo che questa Commissione possa rivendicare di aver centrato il tema quando ha scelto nel lontano ormai 2014 non solo di istituire un Comitato Mafia e manifestazioni sportive, ma anche quando ha scelto di approfondire il livello di infiltrazione delle mafie nel calcio professionistico. Come è noto, siamo partiti dallo scetticismo generale e siamo arrivati, invece, ad avere poi una larga condivisione da parte di tutti i soggetti protagonisti e questo è già un fatto positivo. Alcuni risultati sono già stati raggiunti: il protocollo del Ministero dell'interno e del Ministero dello sport, il divieto di cessione dei biglietti sono già modifiche che hanno avuto il loro momento formale nel corso di questi mesi, in qualche modo frutto anche dell'indagine che abbiamo fatto. Come diceva la presidente, è ormai acclarato come le mafie si alimentino anche di calcio in maniera diretta, con ritorni economici, o in maniera indiretta, con ritorni di immagine.
  Nella divisione per capitoli di questa lunga e corposa relazione – per cui anch'io sento innanzitutto il dovere di ringraziare gli uffici di questa Commissione prima ancora dei consulenti esterni per il lavoro fatto – si affronta il tema delle infiltrazioni nelle società sotto diversi punti di vista. Siamo partiti dall'indagine Alto Piemonte, che ha portato a una sentenza di primo grado che certifica come attraverso il bagarinaggio venissero finanziati clan ’ndranghetisti, ma abbiamo assistito a tentativi di infiltrazione nel campo della ristorazione, della sicurezza, del merchandising, dunque sono molteplici le strade che le mafie cercano per arrivare al cuore delle società e lucrare da un fenomeno che oggi genera un indotto di alcuni miliardi di euro.
  Sono emersi anche alcuni tentativi di infiltrazione nel capitale sociale, e anche qui la nostra indagine ha evidenziato limiti normativi molto evidenti anche da parte dei due organismi interni alla Federcalcio, la COVISOC e la COVISOD per le società professionistiche e dilettantistiche, perché più di una visita all'anno nelle società di calcio non fanno e non hanno alcun potere di indagine o alcuna possibilità di comprendere la reale composizione del capitale sociale ed eventuali riutilizzi degli stessi ai fini del riciclaggio, come ricordava in premessa la presidente Bindi.
  Anche qui la normativa adottata alcuni anni fa dalla Federcalcio, che impone la presentazione della certificazione antimafia in presenza di cessione di quote superiori al 10 per cento, ha mostrato dei limiti evidenti, come nel caso Mantova, dove è emerso il tentativo da parte di due personaggi legati al clan dei casalesi di entrare nel capitale sociale attraverso l'acquisizione di quote del 9 per cento, proprio tese a eludere la norma.
  Il fenomeno ancora più preoccupante che è emerso in questa attività di indagine è l'effettivo controllo dei territori e degli stadi da parte direttamente dei clan attraverso gruppi di tifosi organizzati. Anche qui la premessa è che le mafie si alimentano del tifo organizzato e viceversa, e anche quando non c'è direttamente la mafia c'è un metodo mafioso – cito per questo il procuratore Cozzi in riferimento agli ultrà genoani – che desta uguale preoccupazione. A partire dalle curve ci sono vere e proprie zone franche nei nostri stadi dove le regole che valgono per altri settori non vengono rispettate, e questo è francamente inaccettabile.
  Riprendendo anche l'ottimo lavoro fatto dal Comitato sui giochi presieduto dal senatore Vaccari, abbiamo riaffrontato il tema del match fixing e delle scommesse. La varietà delle tipologie su cui è possibile scommettere, la permeabilità dell'ipotesi di condizionamento nelle serie minori sia professionistiche, sia a maggior ragione dilettantistiche, e soprattutto, come emerge dall'indagine di Cremona, l'utilizzo di centrali di scommesse all'estero, spesso fuori dall'Unione Pag. 7 europea, vanificano tutti i controlli previsti dalla normativa attuale.
  Oggi abbiamo le segnalazioni di scommesse anomale in determinate partite, ma che riguardano solamente gli operatori e gestori legali che operano nel nostro Paese. Facendo base a Malta o ancora di più a Singapore, questi fenomeni sfuggono al controllo delle nostre autorità, e dunque anche questo è stato affrontato come un nodo da sciogliere, perché è una delle possibili strade di infiltrazione delle mafie.
  Nella parte delle conclusioni chiediamo e suggeriamo investimenti da parte delle società e delle amministrazioni pubbliche in tecnologie negli stadi. Abbiamo fatto un sopralluogo molto importante all'Olimpico e un altro a Torino, abbiamo visto come oggi la moderna tecnologia consenta di avere un controllo effettivo di quanto avviene all'interno degli stadi, ma questo solo in pochi stadi, mentre bisognerebbe aumentare il livello di sicurezza attraverso l'utilizzo delle tecnologie in tutti gli impianti, almeno della massima serie.
  Suggeriamo anche di adottare le misure necessarie per rendere efficace la riconducibilità a un determinato soggetto del titolo di ingresso di stadio. Come è noto, oggi, attraverso l'acquisto on line del titolo, io Marco Di Lello che sono oggetto di Daspo se chiedo il biglietto con un'unica parola anziché Di Lello, non vengo riconosciuto come «daspato» dal cervellone, che quindi emette il biglietto, come è successo in un controllo che facemmo all'Olimpico, e poi, arrivato allo stadio, tendenzialmente lo steward mi fa passare, perché lo considera un errore di battitura.
  Se, invece, come ci venne a raccontare il presidente Tavecchio, riuscissimo a dotare i nostri stadi di uno strumento di ricognizione visiva, avremmo maggiori garanzie di impermeabilità rispetto a ingressi indesiderati o vietati, così come bisogna rafforzare anche i poteri e le responsabilità degli steward e soprattutto, siccome assistiamo ogni settimana a una elusione significativa del divieto di assistere alle manifestazioni sportive noto come Daspo, sarebbe utile renderlo più efficace attraverso l'obbligo di firma e magari aumentarne l'estensione, atteso che, come ci venne a riferire il capo della Polizia, dalle indagini fatte dal Viminale oltre un abbonato su quattro della curva della Roma, ma non ho difficoltà ad immaginare questo come un dato complessivo, è fatto da pregiudicati.
  Questi spesso si rendono protagonisti di atti che, se non hanno a che vedere con le organizzazioni criminali, sono pur sempre atti criminali che da un lato allontanano le famiglie dagli stadi, dall'altro contribuiscono a rendere alcune parti degli stadi zone franche, cosa che, come dicevo, rappresenta una prospettiva inaccettabile.
  Occorre introdurre il reato di bagarinaggio, perché il paradosso è che – anche se il fenomeno è molto diminuito e riguarda solo alcuni stadi con una capienza limitata, Juventus su tutti, che è la società che più di tutte fa sold-out – oggi non c'è una sanzione vera per il reato di bagarinaggio, che è una delle strade utilizzate dalle mafie per lucrare sul calcio.
  Riteniamo che la giustizia sportiva possa immaginare di inasprire alcune sanzioni – anche per quanto riguarda il match fixing – ma soprattutto renderle più efficaci, perché è evidente che, se una società viene sanzionata con la chiusura di una curva e poi si offre la disponibilità del biglietto nella curva opposta a un euro, di fatto abbiamo eluso la norma e la sanzione. Come dicevo prima, si auspicano maggiori controlli e maggiori poteri di indagine alla COVISOC e alla COVISOD per poter meglio indagare sulla reale composizione delle società calcistiche. La diminuzione delle tipologie di scommesse e magari il divieto di scommessa per le serie minori, come richiesto dallo stesso presidente dell'Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi, potrebbe mettere al riparo i calciatori e limitare fortemente, se non impedire, ipotesi di match fixing, più diffuse di quanto si pensi nelle serie cosiddette «minori». Resta infine il tema di politiche fiscali che tengano conto delle politiche di prevenzione, cioè l'allineamento della tassazione delle scommesse a quella che colpisce altre operazioni commerciali.
  Penso di potermi fermare qui, pronto a rispondere a ogni sollecitazione, ovviamente Pag. 8 facendo mia la proposta della presidente di affrontare il dibattito e arrivare domani, se ce ne saranno le condizioni, come mi auguro, al voto definitivo.

  LUIGI GAETTI. Grazie, presidente. Anch'io vorrei complimentarmi per questo bellissimo lavoro di 99 pagine, che ho avuto da poche ore ma del quale ho condiviso tutto il percorso delle audizioni e anche dei sopralluoghi ai due stadi, quello della Roma e quello di Torino. Sono stati due momenti molto importanti, perché si è potuto vedere in pratica le cose e non solo audire i nostri esperti, quindi abbiamo potuto renderci conto di come stanno le cose. È un documento estremamente interessante, che leggerò con attenzione perché fa 199 riferimenti bibliografici, quindi fa riferimento a molte altre situazioni e merita davvero molta attenzione. Ho letto l'ultima parte, quella delle conclusioni illustrata dal coordinatore Di Lello che condivido pienamente nei principali punti, che sono quelli che ci hanno chiesto anche gli operatori perché ho avuto modo di apprezzare che la visione del calcio sta cambiando. Dovremmo quindi aiutare le società a cambiare il clima che per un certo periodo di tempo ha determinato un allontanamento degli spettatori e soprattutto delle famiglie dagli stadi, mentre adesso si vuole adottare un modello inglese in cui lo stadio diventa un momento di festa e di condivisione, non più un momento di violenza, come già avviene peraltro in sport come il rugby.
  Considero importante questo elemento, ormai la nostra legislatura volge al termine, ma credo che la prossima debba considerare questi elementi di stimolo per dare un contributo al cambio di passo che gli operatori del settore ci chiedono e che tutto sommato in certi ambiti imprenditoriali più avveduti e più moderni sta dando ottimi risultati. Esprimo quindi soddisfazione, la leggerò ma, avendone condiviso tutto il percorso, il dialogo e le discussioni preliminari, dichiaro sin d'ora che, a parte qualche eventuale punto da limare, è stato fatto davvero un bellissimo lavoro, per cui mi compiaccio con tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questo testo. Grazie.

  FRANCO MIRABELLI. Presidente, se lei è d'accordo, potremmo convocare la seduta plenaria per votare i due documenti domani alle 13.30 e a seguire svolgere l'ufficio di presidenza.

  PRESIDENTE. Va bene, distribuiamo la relazione a tutti i componenti. Il termine per presentare eventuali proposte di modifica è fissato alle ore 12 di giovedì 14 dicembre. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.15.