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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 239 di Mercoledì 20 dicembre 2017

INDICE

Esame della proposta di relazione sull'attività svolta (relatore: on. Bindi):
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Mirabelli Franco  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Mirabelli Franco  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Mirabelli Franco  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Mirabelli Franco  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Mirabelli Franco  ... 4 
Sarti Giulia (M5S)  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Mattiello Davide (PD)  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Mattiello Davide (PD)  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Mattiello Davide (PD)  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Mattiello Davide (PD)  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Mattiello Davide (PD)  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Lumia Giuseppe  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Lumia Giuseppe  ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 7 
Gaetti Luigi  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Mirabelli Franco  ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Mirabelli Franco  ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Mirabelli Franco  ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Mirabelli Franco  ... 8 
Gaetti Luigi  ... 8 
Sarti Giulia (M5S)  ... 8 
Mirabelli Franco  ... 8 
Sarti Giulia (M5S)  ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Mirabelli Franco  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Mirabelli Franco  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Sarti Giulia (M5S)  ... 9 
Esposito Stefano  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Esposito Stefano  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Gaetti Luigi  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Nuti Riccardo (Misto)  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 19.50.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Esame della proposta di relazione sull'attività svolta (relatore: on. Bindi).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della proposta di relazione sull'attività svolta, che vi illustro velocemente anche se, solo per raccontarla ci sono volute 97 pagine, quindi questo dà il senso di quelle che saranno le dimensioni della relazione finale.
  Vorrei che servisse come base sia per chi dovrà preparare la relazione finale, sia per chi la dovrà approvare per contribuire a preparare la relazione finale.
  Come vedete, nel primo paragrafo la premessa è esattamente la rilettura della legge istitutiva. Segue l'illustrazione dei profili metodologici che abbiamo seguito nel nostro lavoro, che sostanzialmente sono quelli di evidenziare la peculiarità di una Commissione d'inchiesta parlamentare e quindi delle inchieste politiche, e rimarcare l'autonomia, ancorché sempre collaborativa, con l'autorità giudiziaria, specificità che ci ha portato soprattutto in questa legislatura a svolgere le nostre inchieste sempre con l'obiettivo di valutare l'efficacia della legislazione e degli strumenti di cui disponiamo per combattere il fenomeno mafioso.
  Questo infatti ha portato almeno all'approvazione – ci auguriamo domani – di due riforme, quella del codice antimafia e quella dei testimoni di giustizia.
  L'altro metodo che mi sono permessa di sottolineare è quello di aver sempre cercato il più possibile di procedere in maniera unitaria, per realizzare l'unità tra tutte le forze politiche necessaria per combattere la mafia e non di usare la mafia come strumento di lotta politica tra noi.
  Vorrei sottolineare anche il fatto che a questo obiettivo hanno collaborato tutte le forze politiche sia di maggioranza sia di opposizione, anche se non sfugge a nessuno che l'inizio della legislatura era stato un po’ faticoso per la non partecipazione di Forza Italia. In questa ottica il metodo è anche quello, appunto, dei rapporti di collaborazione con la magistratura e dei rapporti con tutte le istituzioni, in particolare con le istituzioni locali, quindi il nostro lavoro di coinvolgimento delle regioni, degli enti locali, delle commissioni che sono state istituite a livello locale.
  Nel terzo capitolo si passa all'attività della Commissione e ai profili contenutistici. In maniera sintetica, abbiamo voluto lavorare sull'evoluzione del metodo mafioso tra intimidazione, corruzione e area grigia, che ci ha portato a indagare sull'espansione delle mafie nelle regioni di non tradizionale insediamento, in particolare il nord, e sulle loro proiezioni internazionali.
  In tutta la relazione sull'attività svolta questa è la parte nella quale si anticipa anche l'interpretazione del fenomeno mafioso attuale. Naturalmente si annuncia che nella relazione finale un approfondimento sarà dedicato all'evoluzione delle singole mafie, quindi cosa nostra, soprattutto dopo la scomparsa di Riina, la ’ndrangheta, come mafia più potente non solo in Italia, ma in Europa e forse nel mondo, l'evoluzione della camorra, dalla fine dei casalesi fino alla riorganizzazione soprattutto delle nuove bande giovanili, le mafie pugliesi, partendo Pag. 4dal Salento fino a Foggia, e poi il caso di Roma, fino alle mafie originali e originarie. Qui sono appena annunciate, perché il materiale c'è già, ma non era il caso di anticiparlo.
  A quanto dicevo sull'espansione delle mafie al nord e alla dimensione internazionale sono dedicati due paragrafi, dove si rende conto soprattutto dell'inchiesta fatta dallo studio commissionato a Nando Dalla Chiesa, del nostro lavoro svolto nel III Comitato e della nostra presenza al Parlamento europeo, tutto in maniera descrittiva.
  Nella seconda parte, quella anche più corposa, si passa alla sintesi delle nostre inchieste. Abbiamo messo innanzitutto la riforma del codice antimafia, dei beni confiscati e dei testimoni di giustizia, non solo per la priorità cronologica che hanno avuto, ma anche perché hanno dato vita a due riforme che sono state approvate in Parlamento. Domani si approva definitivamente la riforma sui testimoni di giustizia, vero, senatori?

  FRANCO MIRABELLI. È il primo punto all'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Perfetto. Poi l'inchiesta sull'antimafia, che anche questo è stato un lavoro significativo, l'esame delle candidature e lo scioglimento dei comuni per mafia. Non si anticipano proposte o conclusioni, è tutto molto sintetico.
  «Salviamo il carcere duro. Riflessioni e proposte sul sistema del regime detentivo speciale di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario», per il lavoro che abbiamo fatto di visite nelle carceri, di interlocuzione con il DAP, Riina o altro. «Quando la mafia gioca, gioco lecito e illecito», e «Mafia e calcio», «Mafia e mondo dell'informazione» (relazione Fava), «Mafia e sanità», che, anche se non è mai diventata una vera e propria relazione, però ci abbiamo lavorato, «Mafie, migranti e tratta degli esseri umani, nuove forme di schiavitù», «Mafia e donne», «Mafia e minori», «Università contro le mafie» e infine «Chiesa e impegno nella lotta alla mafia».
  Questa è la relazione sull'attività svolta, io la relazione finale la penso in un altro modo, nel senso che ovviamente si parte da questa, ma vorrei che facessimo insieme un maggiore sforzo interpretativo di tutto il lavoro che abbiamo fatto e anche che fosse più ricca la parte delle proposte, anche per lasciare a futura memoria proposte nei vari settori nei quali non siamo riusciti ad arrivare a modifiche normative.

  FRANCO MIRABELLI. Presidente, io sono d'accordo, quindi questo è lo schema, la griglia da cui partiamo per fare approfondimenti sia sulle proposte, sia sulle riflessioni.

  PRESIDENTE. Questi sono tutti temi.

  FRANCO MIRABELLI. Però decidiamo se questo è lo schema e lavoriamo su questo, poi ne facciamo un altro, ma penso che si possa lavorare a partire da questo schema.

  PRESIDENTE. Si può lavorare su questo.

  FRANCO MIRABELLI. Eviterei il titolo «Salviamo il carcere duro», perché il tema del 41-bis non è il carcere duro, bensì è il carcere che garantisce che i capi non comunichino.
  Riformulerei anche il titolo «Quando la mafia gioca».

  PRESIDENTE. «Riflessioni e proposte sul sistema del regime detentivo speciale di cui all'articolo 41-bis», va bene?
  Invece, «Quando la mafia gioca» lo sostituiamo con «Gioco lecito e illecito» e con «Mafia e calcio».

  FRANCO MIRABELLI. Va bene.

  GIULIA SARTI. Io lo dico già: questa è tutta la parte di attività su cui c'è condivisione, al di là poi delle conclusioni e delle proposte che faremo, però non è possibile che non sia dato conto di tutta l'attività che è stata svolta. Le audizioni sono state fatte, sono arrivati tanti solleciti e in questa legislatura sono successe cose drammatiche Pag. 5per tutto il tema che riguarda le stragi, quindi su questo depositeremo determinate osservazioni e contributi, poi si vedrà se faranno parte o meno della relazione di maggioranza.
  L'altra parte che si interseca è partita dalle audizioni che abbiamo fatto a Messina nell'ottobre 2014 sul caso di Attilio Manca, perché ha interessato il lavoro non solo del Comitato, ma anche della nostra attività in plenaria, e può rientrare benissimo in tutto il discorso dei casi irrisolti, se vogliamo chiamarli «depistaggi», quindi un lavoro che c'è stato e di cui deve essere dato conto.

  PRESIDENTE. Un attimo solo, perché così facciamo subito un paragrafo sui casi irrisolti, dove mettiamo dentro Manca, il Caravaggio, Gerace e lo possiamo fare anche per domattina. Sulle stragi facciamo una breve sintesi, riservandoci di fare un approfondimento più ampio, perché abbiamo materiale per la relazione finale, ma diciamo che ci riserviamo di lasciare a futura memoria non le risposte, ma le domande che, nel tempo della poca inchiesta che siamo riusciti a fare sentendo la famiglia Borsellino, lasciamo per chi un domani potrà approfondire in sede politica il tema delle stragi. Penso che possiamo farlo già per domani.

  DAVIDE MATTIELLO. Velocemente, sui paragrafi mi sarei aspettato anche quello sull'Europa, cioè il lavoro della Garavini per intenderci.

  PRESIDENTE. C'è, è la dimensione internazionale. «Espansione delle mafie, le mafie al nord e la proiezione internazionale», sarà sviluppato lungamente.

  DAVIDE MATTIELLO. Non so se tra i punti considerati casi irrisolti, o meglio tra i temi approfonditi, soprattutto nel punto «Carceri», oltre al 41-bis, mi aspetterei il riferimento al tema dei servizi, del protocollo Farfalla, del rapporto tra carceri, 41-bis.... nel senso che noi ce ne occupammo e abbiamo fatto un pezzo di lavoro, quindi lo segnalo.

  PRESIDENTE. Sì, va bene.

  DAVIDE MATTIELLO. Rispetto ai casi irrisolti io ne richiamo almeno due, Matacena e Italgas.

  PRESIDENTE. Per Italgas stiamo lavorando a tutta la parte sull'impresa mafiosa.

  DAVIDE MATTIELLO. Matacena?

  PRESIDENTE. Lo mettiamo tra i casi irrisolti.

  DAVIDE MATTIELLO. È sicuramente irrisolto. Concludo rispetto al paragrafo stragi, a futura memoria, solo per sottolineare l'importanza delle acquisizioni. Se potessimo lavorare ancora a quelle acquisizioni, così nel pacchetto a futura memoria....

  PRESIDENTE. L'acquisizione di documenti si può fare, non possiamo andare a prendere gli elenchi di nessuno, però collaborativa sì.

  GIUSEPPE LUMIA. Presidente, io sono d'accordo con lo schema e con le integrazioni che sono state proposte, è giusto che siano indicati alcuni casi irrisolti emblematici su cui la Commissione ha provato a dare un contributo, in modo tale che si dica che c'è un «già», ma c'è anche un «non ancora», c'è ancora un lavoro da approfondire, e sono d'accordo sulle indicazioni che sono state date, e così anche sulle stragi, perché quella è una ferita aperta nella vita e nella storia del nostro Paese, una ferita aperta che ancora sanguina.
  È giusto quindi che la Commissione dica che è un problema aperto – che nessuno si illuda di rimuovere – e che è necessario tornarci anche con gli strumenti tipici della Commissione parlamentare antimafia che, come abbiamo dimostrato in altre indagini, possono dare risultati innovativi e più avanzati dello stesso contributo che chiediamo sia fornito sulle stragi da parte delle procure di competenza.
  Sono d'accordo sulla vicenda di Messina che veniva sottolineata e farei un piccolo Pag. 6capitoletto sulla nuova mafia dei terreni, perché quella è una nuova mafia, non è la mafia dei pastori.

  PRESIDENTE. Quella dei Nebrodi?

  GIUSEPPE LUMIA. Quella dei Nebrodi, è una mafia che ci fa rilevare che la vicenda che Antoci ha posto apre uno spazio su una accumulazione inedita che dà redditi superiori a quelli della cocaina, che è in grado di poter saldare la mafia violenta e la mafia degli affari. La riserva di violenza e la capacità collusiva degli affari lì stanno insieme ed è la caratteristica più moderna che le mafie oggi hanno assunto.
  Non vorrei infatti che si pensasse che la mafia non è violenta ed è solo affari, perché le due cose vanno sempre insieme. Cito sempre l'esempio di Duisburg, perché in Germania si illudevano che fossero solo affari e quindi andassero lì a riciclare, che fosse solo impresa e quindi andassero a dare una mano alla ricostruzione. Quando poi spararono si sono preoccupati, non capendo che nella mafia la riserva di violenza è sempre pronta. Così è avvenuto anche in Lombardia e così sta avvenendo adesso in Emilia, quando poi si svegliano una mattina e c'è stato un omicidio.
  Il sistema mafioso è fatto di più lati e mostra il lato che conviene in un dato momento storico e che si adatta meglio a quel territorio, ma è sempre un sistema in cui tutti i dati ci sono, e quello dei terreni sta emergendo come molto preoccupante.
  Questo è quindi, presidente, l'indice ragionato. Affiderei la parte sulle stragi e su queste piste nuove alla relazione finale e propositiva che si lascia al lavoro della futura Commissione, invece di fare qui tre volumi che ci fanno annegare dentro un lavoro che rischia di non far capire qual è il filo rosso che vogliamo portare avanti, però lo suggerisco sommessamente.

  PRESIDENTE. Se posso interloquire subito, questa è davvero la descrizione del lavoro che abbiamo fatto, punto. La fatica di questi giorni è stata quella di ridurre, perché per esempio sull'inchiesta sull'antimafia abbiamo molto più materiale a disposizione, sulle mafie al nord i quattro-cinque volumi di Dalla Chiesa, che poi allegheremo perché faremo degli allegati, hanno una sintesi di circa trenta pagine, che ora qui non era il caso di mettere perché ci avrebbe squilibrato tutto, cioè molte di queste cose sono già molto più approfondite.
  Sulla ’ndrangheta c'è l'analisi, sulla nuova camorra c'è una lunga analisi, come sul cambiamento del metodo mafioso. Sappiamo che questi sono i mattoni dell'edificio (già ne avete citati altri e io sono disposta ad inserirli già per domani mattina, soprattutto le stragi), l'edificio finale può anche venire, se posso permettermi di dirlo, non solo più grande, ma anche un po’ più creativo, però ci vuole più tempo.

  RICCARDO NUTI. Presidente, la prima domanda è se questo che ci ha fornito si potrà avere anche via mail.

  PRESIDENTE. Non oggi, domani, dopo averla approvata sì, così ci lavorate, mandate le proposte...

  RICCARDO NUTI. Esatto. La seconda cosa (mi è sfuggito o non ho capito) è se, così come per la vicenda della tratta, verrà fatta una relazione sui comuni infiltrati e lo scioglimento dei comuni. Su questo verrà fatta una relazione?

  PRESIDENTE. No, sarà molto più ampia la parte della relazione finale e anche delle proposte che poi valuteremo insieme. Le relazioni le abbiamo già fatte per le candidature, per i comuni sciolti, quindi c'è già materiale.

  RICCARDO NUTI. Altra domanda: quando lei dice «ci lavoriamo», volevo capire quale fosse l'ordine dei lavori, solo per non perdermi pezzi, presidente, in modo che se c'è da collaborare o da dare informazioni, possiamo...

  PRESIDENTE. No, no, collaborate, questa è la base sulla quale lavoriamo tutti, nel senso che ciascuno – come avete fatto stasera all'impronta, avrete più tempo leggendola Pag. 7 – ripensando anche a tutti i lavori e sapendo che l'archivio è a disposizione potrà proporre integrazioni. Naturalmente lo faremo anche noi che abbiamo predisposto questo testo. Io vorrei approvare la relazione finale a fine gennaio, prima che cominci la campagna elettorale, quindi è chiaro che ora ci riposeremo tutti, però usiamo anche le vacanze per fare ciascuno le nostre riflessioni.
  Non possiamo più fare inchieste, ma possiamo continuare a lavorare, non possiamo fare audizioni, convocare nessuno, perché sennò poi anche altre Commissioni magari lo fanno ed è il caso che non lo facciano, quindi noi ci fermiamo qui, però le carte sono tutte a disposizione con i vari regimi, quindi siamo assolutamente aperti.
  La fatica di pensare a qualcosa che non sia soltanto una descrizione di quello che si è fatto, non solo di proposte ma anche di maggiore sforzo interpretativo, penso che possiamo farla.

  RICCARDO NUTI. Ma quindi lei, presidente, spera di approvare la relazione entro fine gennaio?

  PRESIDENTE. Sì.

  RICCARDO NUTI. Quindi poi ci farà avere informazioni via mail o SMS su testi, scadenza, su cui poter lavorare, giusto?

  PRESIDENTE. A partire dalla fine delle vacanze altre due o tre sedute si faranno sicuramente, anche quattro, secondo me. Probabilmente ci sarà la necessità di fare un ufficio di presidenza, oltre che di fare dei gruppi con chi ha lavorato più su un settore rispetto a un altro.

  RICCARDO NUTI. Va bene. Ultima cosa per quanto riguarda il contenuto, oltre quello che già è stato detto. Non penso che sia casuale, però magari è stato casuale, anche se il titolo esiste, però nel contenuto non c'è la parola Saguto. Dal momento che c'è stato questo scandalo immenso durante i cinque anni della Commissione antimafia...

  PRESIDENTE. È nell'antimafia, è citata. A meno che non sia sparita nel computer, ma c'era.

  RICCARDO NUTI. Ho guardato e non c'è, però approfondiremo, presidente.

  PRESIDENTE. Sicuramente c'è, perché è l’incipit a pagina 46. È citato il caso e poi si sviluppa, è citato Saguto come è citata Confindustria, ma qui non è approfondito.

  RICCARDO NUTI. Poi ovviamente facciamo i dovuti approfondimenti, grazie.

  LUIGI GAETTI. Grazie, presidente. Io volevo aggiungere due cose, perché il concetto espresso da Lumia sui fondi europei è un argomento che mi interessa molto, ha delle implicazioni molto interessanti, quindi su questo ho qualche osservazione da fare.
  Sull'altro punto dello scioglimento dei comuni, le proposte da fare le abbiamo già discusse anche nel Comitato e quindi ci sono molte cose da dire, però ritengo che in questo ambito le storie di alcuni comuni che sono paradigmatiche di certe situazioni debbano essere evidenziate, anche per vedere i comportamenti delle istituzioni che di fronte agli stessi esempi hanno proceduto ora in un modo, ora in un altro.
  L'ultima cosa che volevo capire, anche per lasciarlo agli atti, è che, poiché su certe cose ogni gruppo potrebbe avere una visione diversa, di fronte a un determinato capitolo ci può essere una condivisione del percorso, ma anche delle divergenze per quanto riguarda i risultati, questo potrà emergere nella relazione, per cui ci potrà essere l'indicazione che la Commissione ha deciso in questo modo, ma il Movimento 5 Stelle per quel punto ha deciso altro?
  Ritengo che questo sia un elemento che va chiarito fino in fondo, in modo tale che, se si vuole raggiungere un'ampia condivisione, possano essere evidenti le sfaccettature e anche i diversi modi di ragionare.

  PRESIDENTE. Io credo che si debba lavorare cercando di verificare che tutte le proposte possano essere accolte, se ci sono dei punti nei quali c'è una netta distinzione Pag. 8di un gruppo su un determinato argomento, possiamo riportare in calce alla relazione che su questo aspetto quel gruppo tiene a sottolineare la propria differenziazione.

  FRANCO MIRABELLI. Scusi, presidente, io volevo dire due cose. Sono d'accordo con le cose che diceva il senatore Lumia, ma sono per invertirle, nel senso lavoriamo su questo documento per costruire il documento generale e poi arriviamo a una sintesi a partire dal documento generale, perché questa non può essere neanche una sintesi, perché manca la parte propositiva, la parte che dovremmo discutere, la parte che riguarda il futuro.
  Io non sono per stravolgere, presidente, sono per cercare una soluzione unitaria come sempre, come su tutto, però io non sono per stravolgere la prassi, se siamo d'accordo unanimemente su una relazione, benissimo, altrimenti si fanno una relazione di maggioranza e una di minoranza, mi pare difficile costruire una relazione Arlecchino, in cui su alcune cose siamo d'accordo, su altre non siamo d'accordo, faccio fatica a capire come nell'ambito istituzionale si possa adottare questa soluzione.

  PRESIDENTE. Posso portare un esempio? Prendiamo il caso Roma.

  FRANCO MIRABELLI. No, scusi, porto io un esempio: io penso che ci debba essere un capitolo in cui si dice che, grazie anche alla Commissione antimafia, questa è stata una legislatura che ha prodotto un impianto legislativo antimafia molto forte. Per me la sottolineatura del codice antimafia è una cosa fondamentale, io non posso votare una relazione in cui c'è un gruppo che vota la relazione, però dice di non riconoscere quel lavoro. Basta che siamo d'accordo su questo e poi va bene.

  PRESIDENTE. Vediamo un po’ se ci capiamo: se le distinzioni riguardano l'impostazione generale, è chiaro che non c'è modo di trovare combinazioni, ma mi sembrerebbe complicato visto che abbiamo votato quasi tutto all'unanimità, non mi pare il nostro caso. Facciamo la relazione della Commissione, non la relazione dell'attività del Parlamento italiano, perché potrei non essere d'accordo anch'io su qualche punto.

  FRANCO MIRABELLI. Posso dire che non è vero, presidente, sul 416-ter non c'è stata l'unanimità, non è vero che c'è stata unanimità su tutto.

  PRESIDENTE. Quello è successo in Aula, non è successo qui!

  FRANCO MIRABELLI. Come? Allora, facciamo con calma questa discussione, con in mano gli atti e chi ha votato cosa.

  LUIGI GAETTI. Ha ragione la presidente.

  GIULIA SARTI. Posso dire solo una cosa, altrimenti qui non ci chiariamo mai su un punto? Un conto è l'inciso che ha fatto prima Mirabelli, cioè dare conto nella relazione della Commissione antimafia che in questa legislatura ci sono state delle leggi in materia di antimafia, poi uno potrà aver votato a favore, l'altro contro, un conto è dire che le relazioni di questa Commissione hanno costituito le proposte di legge approvate in Aula, perché non è così. La riforma del codice antimafia non è la relazione approvata in questa Commissione, assolutamente no. Invitalia non c'era. Altrimenti elenchiamo nello specifico tutto quello che c'è di differente tra quello che è stato votato qui e quello che è stato votato là.

  FRANCO MIRABELLI. Io adesso voglio bene a tutti, presidente, e sono anche pronto a dimenticare, però diciamo cose corrette. La proposta di legge che ha fatto l'Antimafia, depositata alla Camera e al Senato, non è stata firmata dai 5 Stelle, esattamente come altre proposte di legge che sono state costruite qui.

  GIULIA SARTI. Ma perché quelle sono le proposte di legge. Le relazioni sono un'altra cosa, cioè un conto è la relazione sui Pag. 9beni confiscati votata qui all'unanimità, un conto è la proposta di legge scaturita da quella relazione, su cui abbiamo avuto delle divergenze. Tutte le relazioni approvate qui, descrittive, non proposte di legge, hanno trovato quasi totale convergenza.

  PRESIDENTE. Siccome abbiamo sempre provato a vedere se lavoravamo sul campo, io propongo di lavorare sul campo anche questa volta.
  Io volevo portare degli esempi che consentissero di capire che potevamo votare, se qualcuno porta degli esempi per dimostrare che non possiamo votare, allora non portiamo gli esempi. L'unico esempio è la realtà, vedremo pezzo per pezzo cosa succede.

  FRANCO MIRABELLI. Però, presidente, io non volevo fare un intervento per dire che dobbiamo rompere, volevo fare un intervento per dire che un patchwork in cui su un capitolo ci sono dei gruppi che sono d'accordo e altri no...

  PRESIDENTE. Non ci sarà un patchwork...

  FRANCO MIRABELLI. Siccome su cose rilevanti in questa Commissione non siamo stati d'accordo, perché non siamo stati d'accordo su tutto – andiamoci a prendere le cose – perché adesso l'on. Sarti parla del disegno di legge che è arrivato in fondo e io ricordo che la proposta di legge che ha fatto questa Commissione, in cui non c'era Invitalia, non è stata firmata dai 5 Stelle, così come altre.
  Dopodiché io non ho nessun problema, vediamo come metterla e se c'è la possibilità di costruire una cosa unitaria, però volevo solo dire che sono contrario a una relazione patchwork, in cui a ogni capitolo c'è scritto che questo gruppo si distingue, su questo si distingue l'altro.

  PRESIDENTE. Non ci sarà, non abbiamo mai fatto le cose così, però anche i mosaici sono fatti in questo modo, se viene fuori un mosaico, io rispetto la diversità dei colori delle piastrelle, è questo che mi sta a cuore. Proviamoci.

  GIULIA SARTI. Solo per riportarci a quello che già c'è stato, nella precedente legislatura – faccio un esempio perché così ci chiariamo – sul tema stragi non c'è stata una relazione conclusiva, anche perché si era interrotta prima, poi io non c'ero, quindi l'ho solo letto, chi c'era di voi dirà se è andata così o meno e confermerà, quando il presidente Pisanu ha portato la sua relazione sulle stragi c'è stata una seduta in cui è stato dato conto, in quella relazione conclusiva che noi tutti abbiamo, dei diversi interventi e delle diverse posizioni, perché ognuno è intervenuto dando un contributo.
  Io immaginavo una cosa simile, cioè su alcuni capitoli – non su tutto, magari sulle conclusioni si trova una convergenza – probabilmente faremo delle sedute a gennaio in cui daremo conto di diverse posizioni, ma questo non vuol dire che diventa un mosaico impossibile o un puzzle che non può essere costruito, significa che, come già è successo in passato – quindi non stravolgiamo una prassi – ci saranno degli interventi diversificati su determinati argomenti.
  Chiedo se è possibile fare questo, altrimenti, come si diceva, presenteremo una relazione di minoranza.

  STEFANO ESPOSITO. Presidente, io credo che la volontà sia quella di raggiungere il massimo di unità, però non ci possiamo nascondere che in questa discussione che ha attraversato questi quattro anni della Commissione antimafia ci sono state anche situazioni sulle quali abbiamo avuto approcci diversi.
  Credo che sia difficile dire che ci sia una differenza tra il voto in questa Commissione e quello che succede in Aula, perché i provvedimenti citati sono nati qui, io vorrei solo che si evitasse di usare la relazione a fini di distinzione politica, presidente, credo che questo sia esattamente nell'interesse della Commissione, in quanto soggetto che esisterà dopo di noi.

  PRESIDENTE. Appunto.

Pag. 10

  STEFANO ESPOSITO. Credo che sia interesse della presidente e di tutti i gruppi, seppur con un mosaico di articolazioni di pensiero, non avere un vestito a seconda dei temi costruito su misura, perché ognuno di noi ha fatto qui dentro anche una battaglia su alcuni temi in cui credeva e non è che possiamo usare la relazione come cassa o megafono politico, perché altrimenti diventa un disastro, cioè facciamo un lavoro pessimo.
  Io sto quindi sulla sua metafora, presidente, il mosaico è sempre bellissimo quando ha un'unitarietà di colori, perché il mosaico bianco e nero è bellissimo, il mosaico con colori troppo tenui o troppo accesi rischia di diventare un pasticcio, che non rende giustizia né del lavoro che abbiamo fatto, né dell'istituzione Commissione antimafia che noi in questi anni abbiamo – spero con onore – rappresentato nel nostro lavoro.

  PRESIDENTE. Io vi dico subito che credo di aver dato prova di non essere una persona sbiadita, quindi da questo punto di vista vi dovreste sentire garantiti, però perseguo, come ho perseguito in tutti questi anni, l'obiettivo di arrivare a un voto unanime sulla relazione.
  Io mi muovo con questo obiettivo e chiedo a tutte le forze politiche di muoversi con questo obiettivo, non perché voglio fare una relazione sconclusionata, né sbiadita, ma perché voglio fare una relazione che abbia un significato, che renda ragione del lavoro che abbiamo svolto e che premi quello che per me è stato il valore più importante in questi cinque anni, cioè quello del lavoro comune. Io lo considero un risultato prezioso.

  LUIGI GAETTI. Partendo dalla mia professione, vorrei capire una cosa: noi possiamo partire dagli esami del sangue, della clinica, da un esame radiologico, e poi ci sono due medici che di fronte a tutto lo stesso tipo di percorso e di cartella clinica danno due diagnosi diverse, allora io posso condividere il percorso che abbiamo fatto e dire che abbiamo fatto le radiografie e le analisi del sangue, abbiamo auscultato, però come gruppi ci potrà essere una diagnosi diversa.
  Certo, su molti di questi capitoli io sono perfettamente concorde, perché ricordo che tutte le risoluzioni sono state votate all'unanimità tranne una, quella sul gioco d'azzardo e le ludopatie, ci siamo astenuti perché non abbiamo condiviso la mancanza di una istruttoria sui Tulliani e su tutta la storia precedente. Per il resto in Commissione anche le ultime relazioni sulla tratta e sul gioco le abbiamo sempre approvate all'unanimità.
  Vorrei capire se utilizzando un linguaggio consono sia quindi possibile far emergere su certi punti – con la presidente ho già parlato – quattro o cinque sfumature sulle quali a noi interessa che venga evidenziata, nei giusti modi e con le giuste parole, una diversità. Ad esempio sul caso Manca noi abbiamo una visione completamente diversa da quella di altri, sono stato intervistato persino da Le Iene e sono stato tranchant, quindi se la Commissione ha una visione diversa, vorremmo che fosse evidenziato.
  Questo, secondo me, non è più un problema di sostanza, ma è un problema di metodo, di come esplicitare queste differenze. Le esplicitiamo con cinque pagine alla fine dicendo che su questo punto ci sono delle divergenze, o invece nel contesto dei capitoli quei quattro o cinque punti che ci vedono con un pensiero diverso? Tutto qui.

  PRESIDENTE. Vediamo in concreto che succede, anche perché, vicepresidente Gaetti, per rimanere all'esempio medico, abbiamo condiviso non solo la lettura dell'esame del sangue e del torace, ma anche qualche diagnosi in questi anni, parecchie diagnosi. Intanto con le integrazioni che avete richiesto ci ritroviamo in questo lavoro come primo punto di partenza, cercheremo di farle per domani. Se nel frattempo per domani mattina ne avete altre, ce le segnalate e vedremo come integrarle.
  Poi procederemo come abbiamo sempre fatto, perché vi ricordo che abbiamo votato all'unanimità una delle relazioni più controverse, che è quella su mafia e informazione, dove abbiamo lavorato tutti per limare, Pag. 11 aggiungere, togliere, smussare, accentuare, sottolineare, e ci ha portato via un bel po’ di tempo, però ce l'abbiamo fatta.
  Anche per questo dico nelle vacanze di Natale proviamo a lavorare, perché ci teniamo il più possibile il mese di gennaio per cercare di comporre il tutto. Onorevole Nuti, voleva dire qualcosa?

  RICCARDO NUTI. Sì, semplicemente un problema tecnico che ho, presidente, e per evitare che si ripeta: non ho ricevuto la relazione della massoneria.

  PRESIDENTE. La deve ritirare, non la possiamo mandare, essendo riservata non la mandiamo via e-mail.

  RICCARDO NUTI. Perfetto, presidente, però avrei dovuto saperlo che era da ritirare e, se non ho presentato niente, è anche per questo.

  PRESIDENTE. Eccola.

  RICCARDO NUTI. Grazie, è gentilissima. Quindi entro domani possiamo eventualmente...

  PRESIDENTE. No, le modifiche erano per oggi, ma magari dia un'occhiata...

  RICCARDO NUTI. Non è un problema, è solamente per contribuire.

  PRESIDENTE. Rinvio il seguito dell'esame e la votazione alla seduta convocata per domani alle ore 13, unitamente all'esame e alla votazione della relazione sulle infiltrazioni di cosa nostra e della ’ndrangheta nella massoneria in Sicilia e in Calabria.
  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 20.35.