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XVII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 25 giugno 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Realacci Ermete , Presidente ... 2 

Comunicazioni del Governo sui recenti eventi sismici che hanno colpito la Lunigiana e la Garfagnana:
Realacci Ermete , Presidente ... 2 
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 2 
Realacci Ermete , Presidente ... 5 
Mariani Raffaella (PD)  ... 5 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 
Terzoni Patrizia (M5S)  ... 7 
Nardi Martina (SEL)  ... 8 
Realacci Ermete , Presidente ... 9 
Mariani Raffaella (PD)  ... 9 
Bianchi Mariastella (PD)  ... 9 
Pellegrino Serena (SEL)  ... 9 
Segoni Samuele (M5S)  ... 10 
Realacci Ermete , Presidente ... 10 
Pastorelli Oreste (Misto-PSI-PLI)  ... 10 
Realacci Ermete , Presidente ... 10 
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 10 
Realacci Ermete , Presidente ... 11 
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 11 
Realacci Ermete , Presidente ... 11 
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 11 
Latronico Cosimo (PdL)  ... 12 
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 12 
Realacci Ermete , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero: Misto-MAIE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ERMETE REALACCI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Comunicazioni del Governo sui recenti eventi sismici che hanno colpito la Lunigiana e la Garfagnana.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni del Governo sui recenti eventi sismici che hanno colpito la Lunigiana e la Garfagnana.
  Ringrazio il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Legnini, per la tempestività con cui ha garantito la presenza del Governo in Commissione. Gli ricordo che, al di là dell'informativa che vorrà fornirci, teniamo particolarmente come Commissione, ma credo in maniera più generale, a che anche la Presidenza del Consiglio si attivi affinché nella discussione sugli incentivi fiscali all'edilizia, sull’ecobonus, si apra finalmente la finestra della prevenzione antisismica attraverso l'estensione dell'agevolazione fiscale del 65 per cento anche agli interventi di messa in sicurezza degli edifici, nonché – credo ce ne parlerà la collega Mariani – agli interventi dei comuni per la messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole.
  Dico, inoltre, ai colleghi della Commissione che, al di là di quest'informativa urgente, giustamente chiesta dalla collega Mariani, che conosce personalmente le zone e le popolazioni colpite da questo terremoto, credo sia utile, appena possibile, sentire anche il prefetto Gabrielli in merito, più in generale, alla gestione di quest'emergenza. Mi pare, infatti, che alcuni dei problemi a noi già noti siano riemersi anche in quest'occasione.
  Cedo la parola al sottosegretario Legnini.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Come il presidente anticipava, riferirò sugli eventi sismici che si sono verificati il 21 giugno scorso nelle province di Lucca e Massa-Carrara sulla base degli elementi che mi sono stati forniti, per quanto di rispettiva competenza, sia dal Dipartimento della Protezione civile sia dalle altre amministrazioni centrali a diverso titolo interessate. Preciso che le informazioni sono aggiornate a oggi sulla base, appunto, di quanto riferitoci dal Dipartimento della Protezione civile.
  Alle ore 12.33 del 21 giugno scorso, si è verificato un sisma di magnitudo 5.2, a 5 chilometri di profondità, con epicentro nell'area del comune di Minucciano, nella provincia di Lucca, e dei comuni di Casola, Fosdinovo e Fivizzano nella provincia di Massa-Carrara. Nella medesima area epicentrale sono state registrate, nella stessa giornata, ulteriori scosse sismiche, delle quale si segnalano, in particolare, quelle di magnitudo 4 delle 14.12 e delle 16.23. Un'ulteriore scossa di magnitudo 4.4 con epicentro a Casola in Lunigiana, Minucciano, Pag. 3Giuncugnano, Piazza al Serchio, è stata registrata alle ore 17.01 di domenica 23 giugno 2013.
  Il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri si è immediatamente attivata dalle ore 13.00 del 21 giugno scorso, configurandosi nel livello massimo previsto dalle procedure di emergenza, S3 (Unità di crisi), e tenendosi in stretto contatto con la regione Toscana e con le prefetture di Lucca di Massa-Carrara. Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, prefetto Gabrielli, ha costantemente monitorato l'evento in corso nell'ambito della predetta Unità di crisi.
  Dalle prime interlocuzione anche con i sindaci dei comuni interessati, non sono risultati decessi o feriti gravi connessi all'evento sismico. Sono stati, invece, segnalati danni ad alcuni edifici riguardanti essenzialmente parti non strutturali, come la caduta di cornicioni e altro, ma non sono stati registrati danni a edifici e strutture sanitarie.
  In ogni caso, sono state immediatamente attivate le verifiche ispettive da parte dei Vigili del fuoco ed è stata disposta l'attivazione delle organizzazioni di volontariato delle regioni Toscana e Liguria, autorizzando a tal fine l'applicazione dei benefìci previsti dagli articoli 9 e 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 194 del 2001 anche per interventi di natura preventiva, e comunque connessi con l'assistenza alla popolazione interessata. L'attivazione è stata richiesta successivamente anche dalla regione Emilia-Romagna per interventi nelle aree limitrofe e prontamente autorizzata.
  Sono stati, inoltre, effettuati sorvoli dell'area colpita con elicotteri dei Carabinieri e con uno dei Vigili del fuoco. Questi ultimi hanno anche avviato le verifiche della fruibilità degli edifici sia pubblici sia privati, all'esito delle quali nel comune di Giuncugnano sono stati immediatamente evacuati a titolo precauzionale un centro per bambini e uno per anziani.
  Nella provincia di Reggio Emilia, le squadre dei Vigili del fuoco hanno segnalato l'evacuazione, sempre in via precauzionale, di una palazzina di tre piani ospitante sei famiglie, interessata dal sisma del maggio 2012, al fine di effettuare gli opportuni accertamenti.
  Per quanto riguarda la mobilità, alle ore 15.45 del 21 giugno, l'ANAS ha reso noto che in Toscana e in Emilia le strade statali nn. 12, 62 e 54 risultavano percorribili senza restrizioni alla circolazione. Relativamente alle infrastrutture ferroviarie, non sono stati riscontrati danni e le verifiche immediatamente effettuate sulle 21 dighe presenti nell'area dell'epicentro non hanno rilevato criticità.
  Il 23 giugno 2013, a seguito della scossa di magnitudo 4.4, nella provincia di Massa- Carrara 1.100 persone hanno dormito fuori casa, di cui 500 assistite in strutture allestite dalla Protezione civile, mentre circa 600 hanno provveduto autonomamente.
  Nella provincia di Lucca, le persone che hanno dormito fuori dalla propria abitazione sono state circa 700. La scelta è stata in gran parte determinata dal timore derivante dalla sequenza sismica e solo marginalmente da esigenze imposte dalla condizione di inagibilità delle abitazioni.
  I 503 interventi effettuati dai Vigili del fuoco il 25 giugno nelle provincia di Lucca e di Massa e Carrara hanno rilevato l'inagibilità di 25 edifici. Ulteriori verifiche di agibilità sono state eseguite su richiesta dei centri di coordinamento soccorsi. Dalle 40 verifiche nella provincia di Massa e Carrara, sono risultati inagibili 5 edifici di culto e 8 edifici civili senza residenti. Nella provincia di Lucca, sono state evase 64 richieste di verifica di agibilità di edifici pubblici, di cui nessuno è risultato inagibile.
  Per quanto riguarda specificatamente l'attività delle associazioni di volontariato, si fa presente che, su richiesta della regione Toscana, il Dipartimento ha inizialmente autorizzato l'impiego di risorse logistiche, delle colonne mobili nazionali della Confederazione nazionale delle misericordie d'Italia e dell'Associazione nazionale pubbliche assistenze, già disponibili sullo stesso territorio toscano, oltre che dell'Associazione nazionale alpini, al Pag. 4fine di consentire l'allestimento e la gestione di 3 moduli standard per l'assistenza alla popolazione in strutture campali. Ai tre moduli gestiti dalle organizzazioni di volontariato di rilievo nazionale si aggiunge un ulteriore modulo standard gestito dalla colonna mobile della regione Marche, anch'essa mobilitata con personale regionale e volontario.
  Anche i volontari della Croce Rossa impiegati tra le province di Massa-Carrara e Lucca sono attualmente circa 600 unità. A seguito della replica sismica del 23 giugno, il dipartimento della Protezione civile nazionale ha inviato, la mattina del 24 giugno, 3 team per il supporto alla regione e alle province interessate, indirizzate, in particolare, a Fivizzano e a Minucciano, composti da personale esperto di gestione delle emergenze logistica, volontariato e rischio sismico.
  A fronte di questo quadro, la situazione di fatto riscontrata nelle zone colpite dal sisma, cioè l'assenza di significative criticità, nonostante la forte scossa di terremoto, offre lo spunto per ricordare il ruolo svolto dalla prevenzione strutturale nel contenimento dei danni sismici a cui il presidente della Commissione si riferiva in apertura.
  Il riferimento è, in primo luogo, al finanziamento per interventi su edifici pubblici strategici e rilevanti stabiliti con la legge 28 ottobre 1986, n. 730, con cui sono state effettuate nell'area interessata dal sisma ben 62 interventi su scuole, municipi, ospedali e caserme dei Carabinieri; in secondo luogo, all'accordo quadro conseguente alla legge n. 74 del 1996, che ha consentito di effettuare circa 600 interventi di rafforzamento antisismico di edifici privati, di cui circa 400 nelle aree epicentrali e, in particolare, circa 170 a Casola.
  Aggiungo che, se questa stessa intensità del terremoto fosse stata presente altrove, con ogni probabilità i danni sarebbero stati ben più consistenti di quelli che abbiamo, per fortuna, qui limitatamente registrato.
  Alla previsione strutturale occorre necessariamente affiancare un'azione di prevenzione non strutturale sul territorio, come l'informazione costante della popolazione, che deve acquisire la consapevolezza di risiedere una zona sismica. Nelle aree attualmente interessate dai fenomeni sismici, infatti, massima attenzione deve essere dedicata alla verifica delle condizioni di sicurezza e di vulnerabilità degli edifici e, in particolare, delle strutture strategiche, di quelle più antiche e vulnerabili, monumentali, di culto, di tutte quelle che mostrano lesioni e danneggiamenti.
  Infine, si dà conto delle comunicazioni trasmesse per quanto di rispettiva competenza dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dal Ministero per i beni e le attività culturali.
  Il Ministero dell'istruzione, con nota del 24 giugno 2013, ha comunicato che nella giornata del 21 giugno, l'ufficio scolastico regionale per la Toscana ha effettuato, nella zona prossima all'epicentro e in quelle limitrofe, tutte le necessarie interlocuzioni con le prefetture, gli uffici di Protezione civile, del coordinamento dei comuni montani, allo scopo di verificare eventuali danni strutturali agli edifici scolastici che potessero pregiudicare lo svolgimento degli esami di Stato, così come l'ordinario servizio. Tutti i sopralluoghi tecnici sono risultati positivi. Pertanto, le prove d'esame si sono regolarmente svolte. Gli altri uffici scolastici regionali coinvolti hanno informato che non sono pervenute comunicazioni di differimento degli esami né di spostamento di sedi.
  Con comunicazione del 24 giugno, il Ministero per i beni e le attività culturali ha reso noto di aver richiesto l'attivazione dell'unità di crisi di coordinamento regionale, UCCR-MIBAC, nelle regioni interessate, Toscana e Liguria, mentre sono ancora attive quelle delle regioni Emilia-Romagna e Lombardia connessa agli eventi sismici del maggio 2012. Nella stessa giornata di venerdì, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici ha disposto l'attivazione di quelle della Toscana.
  Le strutture di coordinamento regionale e nazionale delle unità di crisi si sono Pag. 5messe in contatto con gli enti istituzionalmente deputati a ricevere le segnalazioni di danno per acquisire quelle inerenti gli immobili interesse di storico-artistico e il patrimonio culturale mobile. Inoltre, MIBAC comunica che, appena possibile, saranno programmate le attività di rilievo del danno agli immobili e ai patrimoni in essi contenuti e gli eventuali interventi di messa in sicurezza o di pronto intervento per i beni mobili e il loro eventuale allontanamento con il ricovero in luoghi idonei.
  Da ultimo, segnalo che è attesa a breve, da parte della regione Toscana, la formalizzazione della richiesta di delibera dello stato di emergenza, ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, come novellata lo scorso anno, richiesta che è stata già annunciata dal presidente della regione Enrico Rossi.
  Con l'occasione, dichiaro l'impegno del Governo a valutare con la massima attenzione e sollecitudine ogni richiesta o proposta che sarà avanzata dagli organi di governo territoriali dell'area colpita dal sisma del 21 giugno scorso, in modo da assicurare alle popolazioni e ai territori interessati una risposta quanto più possibile efficace, coordinata e tempestiva alle loro esigenze di sostegno immediato e di supporto per la ricostruzione.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il sottosegretario Legnini per l'informativa puntuale.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  RAFFAELLA MARIANI. Ringrazio il sottosegretario. Il giorno stesso dell'evento sismico avevo chiesto al Governo di monitorare e di riferire, soprattutto, perché immaginavo che avremmo avuto anche alcune richieste da testare insieme al Governo rispetto alla gestione dell'emergenza e, soprattutto, rispetto ai possibili aiuti che dal Governo centrale possano in questi casi arrivare, ovviamente non solo riferibili al reperimento delle risorse, ma anche all'attuazione di piani per far sì che i cittadini abbiano vicino a sé le istituzioni e lo Stato.
  L'evento, come lei ha descritto, si è ripetuto in più giorni e, naturalmente, ha messo i cittadini e le istituzioni territoriali in grande allarme. Oltretutto, dopo un evento principale, tutti auspicavano un calo dell'energia del terremoto, mentre con l'evento di domenica si è rilevato che questa auspicata riduzione dell'intensità del sisma non si è verificata.
  Da domenica pomeriggio, quindi, dopo l'evento di 4.4 di magnitudo, l'ansia dei cittadini è di nuovo aumentata e questo ha richiesto da parte sia della regione Toscana sia della Protezione civile nazionale un intervento ben più sostanziale, che ha consentito di mettere a disposizione delle comunità tutto quello che occorreva per far pernottare i cittadini fuori dalle loro abitazioni.
  Come lei ha sottolineato, non vi sono stati danni strutturali importanti. Le verifiche di agibilità sono in corso anche in questo momento grazie al coordinamento tra Vigili del fuoco e Geni civili delle regioni Liguria e Toscana. A mano a mano, tuttavia, che sono effettuate le verifiche, aumentano le notizie di delle case lesionate e edifici inagibili, soprattutto privati.
  Ciò significa, come ha sottolineato lei stesso, che il nostro territorio ha potuto godere, in questo senso, dei vantaggi di una cultura della costruzione antisismica ben rodata. Le nostre abitazioni hanno utilizzato, dopo il terremoto del 1920, preventivamente, la cultura edilizia dei territori a maggior rischio, ma naturalmente sollecitazioni ripetute nel tempo hanno fatto sì che, soprattutto i fabbricati più antichi, segnalassero lesioni e, in alcuni casi, anche problemi di inagibilità. Non c’è, dunque, nulla di assodato e dobbiamo continuare ad andare avanti con quella prevenzione e con quella cultura della messa in sicurezza sismica degli edifici.
  In questo momento, molte delle nostre scuole inferiori necessitano ancora di un completamento dell'adeguamento antisismico e dalla messa in sicurezza. In questo Pag. 6senso, riguardo ai provvedimenti, per esempio, che sempre più spesso il Governo ha richiamato per la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica, si chiede che vi siano almeno percorsi di priorità per quelle zone altamente sismiche, che quindi richiedono più velocemente il definitivo adeguamento degli edifici scolastici.
  La richiesta che oggi maggiormente sento di rivolgere, soprattutto a nome dei sindaci, che in queste ore abbiano incontrato insieme al capo del Dipartimento Protezione civile e al presidente della regione Toscana, è anzitutto quella del riconoscimento dello stato di emergenza che, come lei ha evidenziato, il presidente Rossi si appresta a formalizzare in queste ore, ma, soprattutto, del reperimento delle risorse che servono per la gestione dell'emergenza.
  Se c’è un limite da indicare alla legge di riforma della Protezione civile (legge n. 100 del 2012), che è stata al centro della nostra discussione dopo il sisma dell'Emilia-Romagna, è di aver sottratto alla Protezione civile la disponibilità di fondi anche minimi per la gestione immediata dell'emergenza.
  Passando da un estremo all'altro, oggi ci troviamo a dovere magari disquisire su somme minime, in quanto la Protezione non ha più un fondo neanche per gestire le prime ore dell'emergenza e quindi deve porsi il tema ogni volta, oltre che del livello di emergenza, anche, effettivamente, del reperimento delle risorse. Le nozze coi fichi secchi, come si dice, non si fanno. Siamo passati da un estremo all'altro, da una grande disponibilità di risorse a zero risorse e dovremmo invece individuare un ammontare di fondi che possano lasciare quella tranquillità di azione al Dipartimento della Protezione civile.
  L'avevamo già notato in occasione del sisma in Emilia-Romagna, ma queste ore di nuovo mi fanno dire che, sotto quel profilo, pur con tutti gli opportuni controlli e le comunicazioni anche al Ministero dello sviluppo, dobbiamo però essere in grado di dare alle strutture della Protezione civile una maggiore agibilità.
  Voglio, inoltre, richiamare, come ha ricordato già il presidente Realacci, l'inserimento nel primo provvedimento utile – speriamo nelle prossime ore, nei prossimi giorni – dell'estensione delle agevolazioni fiscali, del cosiddetto ecobonus, per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente. Darebbe anche un impulso ai cittadini privati per mettere un po’ di risorse per la sistemazione delle proprie case, in definitiva per la propria sicurezza, e sarebbe anche un segnale molto netto di inversione di tendenza rispetto ad una cultura che aveva lasciato un po’ al «fai da te».
  Penso, signor Sottosegretario, che nei provvedimenti delle prossime ore si possa lanciare immediatamente un segnale. Sappiamo tutti benissimo che quello che riguarda la sicurezza dei beni culturali, degli edifici di culto è un tema più ampio, che richiederà grandissime risorse. L'esperienza dell'Emilia-Romagna ci testimonia che servirebbero risorse ben più ampie, ma già la dichiarazione dello stato di emergenza, la reistituzione di un fondo per la gestione dell'emergenza, anche minimo – il nostro presidente richiama la necessità di 5 milioni di euro per le spese che, obiettivamente, in queste settimane dovremo coprire, poiché vi sono state piccole frane che hanno richiesto, per esempio, l'utilizzo di interventi di somma urgenza – e l'estensione dell’ecobonus agli interventi di messa in sicurezza del patrimonio edilizio rappresenterebbero il minimo che dobbiamo fare.
  Resta nostro obiettivo anche quello di intravedere, nelle aree prevalentemente a rischio sismico così elevato, come quelle della regione Toscana, da cui provengo, Garfagnana e Lunigiana, come in altre per le quali può testimoniare ci sia bisogno, anche forme di progetto pilota per la gestione dell'emergenza. Alla luce delle nuove tecniche e anche dei nuovi meccanismi di gestione della logistica, potrebbero essere periodicamente ripetuti non solo per i tecnici comunali e regionali e per tutto il personale che si fa carico, nelle ore decisive, anche di rassicurare la popolazione, ma anche per tutti coloro, cittadini Pag. 7e volontari, che dobbiamo ringraziare per essere sempre a fianco nei momenti più difficili.
  Credo si debba testimoniare qui che la macchina del volontariato e quella delle Forze dell'ordine sono ben rodate e, in alcuni casi, addirittura sostitutive delle istituzioni, che all'inizio arrancano, come sappiamo benissimo, anche a mettersi in moto, e gratificarle anche, oltre che della nostra riconoscenza, anche di meccanismi di coinvolgimento per migliorare ancora la nostra risposta a questo tipo di emergenze.

  PRESIDENTE. Prima di restituire la parola ai colleghi, vorrei «incastrare» un po’ il Sottosegretario Legnini. Può darsi che la sua presenza qui oggi sia casuale, ma le sue competenze non lo sono e non solo per il territorio da cui proviene, ma anche per le sue competenze in materia finanziaria, che ho avuto più volte modo di apprezzare. Egli sa di cosa si sta parlando.
  Al di là della retorica, quindi, e prima di cedere la parola alla collega Terzoni vorrei dire che l'intervento della collega Mariani è stato molto puntuale: sia il problema dell'estensione dell’ecobonus agli interventi di messa in sicurezza antisismica degli edifici sia quello di permettere agli enti locali che hanno risorse e che vogliono spenderle per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, di non essere strangolati dal patto di stabilità, sono problemi sul tappeto da tempo.
  Ora, visto che abbiamo come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio una persona che sa come si maneggiano queste materie, ci aspettiamo che, ad esempio, nel passaggio al Senato del decreto-legge n. 63 del 2013 quella norma venga introdotta e quando sarà possibile, anche per quanto riguarda l'allentamento dei vincoli del patto di stabilità per i comuni, si tenga conto di quanto accade continuamente in Italia. Diversamente, credo ci sia anche un elemento di disonestà intellettuale nella maniera in cui ci rapportiamo ai terremoti e alla loro prevenzione.

  PATRIZIA TERZONI. Io vengo da Fabriano, quindi ho vissuto il terremoto nel 1997, ma ormai il terremoto è un fenomeno «naturale» in Italia, dobbiamo conviverci, non è un solo una questione a spot di qualche regione, ma di tutta l'Italia.
  Come Movimento 5 Stelle, avevamo formulato un'interrogazione all'incirca un mese fa proprio sulla prevenzione dei rischi sismici. Intervengo quindi prima di tutto per sollecitare una risposta. Chiediamo dati, materiali o quant'altro che potrebbe aiutare non solo il Movimento 5 Stelle, ma chiunque. Una volta, infatti, acquisiti i dati, possiamo darli a chiunque per dei passaggi successivi.
  Oltretutto, la nostra richiesta nasce da un report uscito per L'espresso, in cui si diceva molto chiaramente che la Protezione civile dava in stato di allerta Calabria e Sicilia, senza però che il Governo avesse provveduto ad avvisare le rispettive popolazioni.
  È vero che non bisogna creare stati d'allarme, ma bisognerebbe almeno incentivare e accelerare tutte quelle forme di prevenzione, come i piani di emergenza comunali, che non ci sono ancora in tutta Italia perché ancora siamo indietro.
  Inoltre, sappiamo benissimo che la Protezione civile ha ricevuto parecchi milioni di euro per rimettere a posto infrastrutture ed edifici strategici, ma riceve anche proroghe di anno in anno. Anche in quel caso, bisogna controllare quanto è stato fatto, come sono stati investiti questi soldi. Adesso è necessario in tutta Italia.
  È necessario, infatti, un controllo di tutti edifici pubblici, specialmente scuole e ospedali. Oltretutto, c’è questa necessità è livello di infrastrutture, ma c’è anche da cambiare la cultura dei cittadini. Visto che il ministero può fare qualcosa, sono necessari, a mio avviso, anche quegli spot pubblicitari che in TV spiegano come comportarsi durante un terremoto. Spesso, infatti, lo sanno i bambini che vanno a scuola, dove lo imparano, ma l'informazione passa sempre quando il terremoto c’è già stato.
  La mia città, ad esempio, ha applicato i piani di evacuazione quando ormai il Pag. 8terremoto c'era già stato. Adesso non so neanche se li facciano più. Sarebbero, quindi, già un passo avanti degli spot pubblicitari per far sapere alla gente come comportarsi o cosa fare, lo sarebbe cambiare pian piano la cultura alle persone, informarle che con una piccola spesa in più nella costruzione delle proprie case ne traggono vantaggio. Il ministro dovrebbe farsene portavoce. Abbiamo delle possibilità: sfruttiamole. Abbiamo la Rai: usiamola.

  MARTINA NARDI. Sono interessata anche personalmente perché provengo da questa realtà, cioè dalla provincia di Massa-Carrara, ma intervengo, più che altro, per riprendere alcuni aspetti.
  Chiaramente, ho dato una scorsa a questa relazione, che mi pare anche molto puntuale e precisa nelle notizie. Perlomeno per quanto riguarda la Lunigiana, dal 1995, cioè grazie al momento in cui la regione Toscana ha deciso di investire moltissimi soldi su questa zona, soprattutto per la messa in sicurezza e la prevenzione dei terremoti, citata anche dalla collega Mariani, oggi non piangiamo vittime e, in qualche modo, non registriamo danni incredibili. Questo è frutto di lavoro, per cui va messo agli atti che, laddove c’è la prevenzione e avvengono terremoti anche di magnitudo così importante, i danni sia materiali, ma soprattutto umani, sono oggettivamente limitati.
  Questo vuol dire che siamo sulla strada giusta e che bisogna continuare così, tant’è vero che i danni maggiori che si registrano, appunto, sono esclusivamente sulle abitazioni private, soprattutto quelle delle costruzioni più antiche, che non hanno avuto la possibilità di essere ricostruite o comunque ristrutturate con criteri innovativi. Sostanzialmente, invece, tutti gli edifici pubblici hanno tenuto, per cui la prevenzione ha funzionato e ne va dato atto alla regione Toscana.
  Ci sono tuttavia delle emergenze. Anche in settimana, il Governo è stato molto vicino in questa fase ai territori – la presenza del sottosegretario D'Angelis è stata abbastanza costante e, chiaramente, anche la presenza del prefetto Gabrielli è servita per rincuorare la popolazione, cioè far capire che lo Stato è presente. Credo che questo sia utile e che si debba continuare.
  Al tempo stesso, vorrei dire che la paura è tanta e la gestione della paura, soprattutto, è molto costosa, come ricordava la collega Mariani. Stiamo parlando di comuni piccoli e piccolissimi, sotto i 5.000 abitanti, con bilanci che non presentano assolutamente disponibilità per affrontare situazioni del genere. La regione ha stanziato un primo intervento economico, ma molto limitato, mi risulta di 500.000 euro, una cifra veramente piccola.
  La gestione della paura, come dicevo, è molto costosa perché vuol dire tendopoli, soprattutto collocazione e ricovero di una popolazione anziana. La media dell'età, infatti, è molto avanzata, quindi con problematiche anche dal punto di vista sociale. Siamo in presenza di moltissime residenze per anziani (RSA), dunque con tutte le complicazioni del caso.
  Serve, quindi, non solo una presenza, che c’è stata, come è stato giusto che fosse, ed è risultata meritevole e che dovrà sicuramente continuare da parte del Governo e di tutte le varie articolazioni dello Stato, la regione in primis, ma in questa fase c’è anche bisogno di capire dove reperire finanziamenti, per lo meno per far fronte a questa situazione che permane di grande emergenza.
  Non parliamo solo di circa 2.000 persone fuori casa, ma di una grande maggioranza di anziani. Ribadisco che questo significa problemi connessi a questo tema enorme e, soprattutto, che si possono aiutare i sindaci, che in questi giorni stanno tribolando moltissimo, con finanziamenti abbastanza veloci.
  Poi ci sarà anche il tema della ricostruzione. Va fatta, chiaramente lo stanno facendo ma, se i risultati sono quelli che emergono dai primi sopralluoghi, cioè che i Vigili dichiarano inagibile un'abitazione privata su 4 in media, parliamo di un Pag. 9numero sicuramente elevato. Valuteremo quando sarà finita, ma al momento abbiamo bisogno di questo.
  Il territorio, i sindaci, la regione chiedono un intervento economico per gestire l'emergenza e la paura, che non si sa quando finirà. Tutti i giorni, infatti, tutti i minuti ci sono scosse di terremoto, e quindi le persone con case agibili difficilmente si convincono a rientrarvi.
  In conclusione, chiaramente i territori più colpiti sono i paesi della Lunigiana e della Garfagnana, ma un intero contesto limitrofo ha subìto e subisce gli effetti del terremoto perché quegli interventi di prevenzione non vi erano stati realizzati. Così, paradossalmente, nell'epicentro hanno retto di più le strutture pubbliche, ma io che, ad esempio, vengo dal capoluogo, Massa, vi garantisco che tutti i controlli che si stanno facendo nel corso di questi giorni nelle scuole pubbliche stanno rilevando delle criticità. Significa che, a maggior ragione, i danni sono a latere.

  PRESIDENTE. D'altra parte, la metà delle scuole è stata costruita prima dell'introduzione delle norme antisismiche, quindi il problema esiste.

  RAFFAELLA MARIANI. Vorrei segnalare al sottosegretario che ha riferito che l'ANAS sostiene che la viabilità ordinaria è tutta sgombra. In quel territorio, però, a seguito dell'alluvione del fiume Magra, a causa dell'interruzione di un ponte, la viabilità che porta dal casello autostradale di Aulla verso le cartiere della Lunigiana e verso la Garfagnana è interrotta per una serie di deviazioni da quasi un anno.
  L'ANAS, dopo una serie di ritardi, afferma che la consegna dei lavori e la riapertura della strada 63 del Passo del Cerreto, località Pallerone, ancora comune di Aulla, avverrà il 28 luglio prossimo, dopo un bel po’ di tempo e di lavori in corso. I prefetti hanno sollecitato ANAS per una maggiore celerità nei lavori per la riapertura. Già alcune varianti passano nel centro abitato di piccoli comuni che, in caso di sisma, vedrebbero interrotta la circolazione e questo creerebbe un ulteriore problema.
  Si chiede all'ANAS uno sforzo maggiore visto che i tempi sono lunghissimi. È veramente un caso di emergenza. Far circolare TIR, autoarticolati, come avviene ora, dalle cartiere in una situazione di questo genere, comporta un disagio altissimo per le popolazioni.

  MARIASTELLA BIANCHI. Vorrei rivolgere una domanda al sottosegretario Legnini sul riferimento che faceva al fatto che l'azione di prevenzione ha evitato che questo terremoto producesse danni che in altre zone d'Italia sarebbero stati molto più ingenti: il Governo non può immaginare di assumere una lezione, cioè di verificare cosa ha funzionato e di provare a produrne un'azione di sistema da diffondere su tutto il territorio nazionale ?
  Naturalmente, mi associo alla richiesta del presidente Realacci di ragionare sull'estensione dell’ecobonus agli interventi di adeguamento antisismico per dare la possibilità alle famiglie di migliorare la sicurezza della propria abitazione. Servirebbe, però, anche un piano di messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici oltre, naturalmente, alla predisposizione dei mezzi di comunicazione, di informazione e di allerta, ricordati dalla collega Terzoni e che il sottosegretario Legnini ha inserito nell'informativa che ci consegna oggi.
  So che affrontare il nodo della messa in sicurezza degli edifici pubblici con un'azione di sistema sarebbe molto difficile in questa fase; d'altro canto, sarebbe anche foriero di possibilità di occasioni di sviluppo del Paese.

  SERENA PELLEGRINO. Ieri abbiamo iniziato in Assemblea la discussione proprio dall'argomento del dissesto idrogeologico e sono state presentate 5 mozioni. Invito davvero tutti i parlamentari a prendere in seria considerazione un voto unico, all'unanimità, non solo proprio per l'urgenza.
  Talvolta, sull'onda dell'emergenza, si tende a ragionare secondo la logica dell'avviso di chiamata, ma in Italia il problema è veramente grosso e da prendere in considerazione con coerenza, come ricordava la collega Bianchi.Pag. 10
  Io provengo dal Friuli-Venezia Giulia e sono sicura che, in caso di un terremoto analogo a quello del 1976, non ci sarebbero il dissesto e il disastro che c’è stato all'epoca perché in questi 40 anni abbiamo lavorato in una certa maniera. Vorrei veramente, dunque, invitare tutti a prendere in seria considerazione la mia sollecitazione.

  SAMUELE SEGONI. Anch'io vorrei portare l'attenzione del Sottosegretario sulle mozioni in discussione in Aula ieri e oggi. Probabilmente, andremo al voto già stasera o domani.
  Sostanzialmente, questo sisma ha portato alla luce delle buone pratiche che è opportuno replicare ed espandere altrove. Non voglio «metterci il cappello», ma le mozioni presentate da tutti i gruppi parlamentari sono abbastanza simili, vanno in parte in questa stessa direzione, per cui spero veramente, come sottolineava la collega, in una convergenza e che si possa arrivare all'unanimità a chiedere al Governo di portarle avanti. Infatti è una questione di salvaguardia del territorio che coincide anche con una sorta di intervento di sicurezza nazionale.

  PRESIDENTE. È un auspicio assolutamente condiviso.

  ORESTE PASTORELLI. Mi associo a quanto sottolineato dalle colleghe Mariani e Nardi per il problema del sisma in Toscana, ma credo che il centro del dibattito sia proprio la prevenzione, come ricordava anche il presidente.
  Dobbiamo insistere col Governo affinché la prevenzione sia il primo atto, la parte centrale del suo dibattito politico. Con la prevenzione, infatti, riusciremo a evitare i disastri che ci sono stati in Italia.

  PRESIDENTE. D'altra parte, come il sottosegretario sa bene, prevenzione significa anche tanto lavoro e lavoro realizzato in loco, con imprese locali. Do la parola al Sottosegretario Legnini per la replica.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La mia sarà una brevissima replica. Innanzitutto, rispondendo a tutti i colleghi che hanno chiesto notizie sullo stato di emergenza, è chiaro che la posizione del Governo è favorevole perché i danni siano lievi, ma esistono, a mio modo di vedere, i presupposti per una dichiarazione dello stato d'emergenza e il conseguente stanziamento di risorse sollecitato per gestire l'emergenza ed effettuare questo volume rilevantissimo di verifiche.
  Peraltro, mi risulta che stiano espletando le verifiche in modo abbastanza spedito, così come risultano predisposti circa 5.000 posti per persone «sfollate» fuori casa, benché il numero delle persone fuori casa non ascenda a 5.000, ma secondo il Dipartimento a circa 1.000 o poco più. Speriamo, in ogni caso, non si rivelino misure necessarie.
  Prima di rispondere alle numerose sollecitazioni, in primis quella del presidente, ma di tutti quanti voi, sulla prevenzione antisismica, vorrei dire che relativamente all'interrogazione dei deputati del gruppo M5S che solleciterò una risposta ai ministeri competenti. Trovo interessante, inoltre, anche se da valutare, l'indicazione dell'onorevole Terzoni sugli spot pubblicitari per regole comportamentali. Sono anche titolare della delega sulla comunicazione istituzionale e non esiste un problema di spazi, ma di confezionamento. Bisogna evitare, infatti, di procurare allarmi eccessivi. L'indicazione della deputata Terzoni è comunque un'indicazione preziosa e mi riservo di valutare se, per esempio, esiste qualche altra esperienza, come nel Giappone o negli Stati Uniti.
  Per quel che riguarda l'estensione dell’ecobonus e la deroga ai vincoli del patto di stabilità, su quest'ultimo trovo, francamente, ormai non più sostenibile che, ogni volta che si verifica una calamità naturale, si apra una contrattazione. È ovvio che le spese di emergenza vadano fuori dal patto di stabilità. Spero che troviamo il modo, Governo e Parlamento, di metterci seduti, stabilire una regola, peraltro dentro la cornice del novellato articolo 81 della Costituzione, che, nel costituzionalizzare l'obbligo del pareggio strutturale del bilancio, Pag. 11autorizzi gli Stati, e il nostro nella specie, ad andare in deroga al pareggio in presenza di spese per emergenze.

  PRESIDENTE. Anche per gli interventi di prevenzione, però. Tanti comuni dispongono delle risorse per questi interventi.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, mi consenta, ma la prevenzione rappresenta una questione un po’ più complessa. Lei faceva riferimento alla mia provenienza territoriale e ricordo che, all'epoca del dramma del terremoto di L'Aquila, il decreto-legge del Governo conteneva all'origine la norma che attivava il meccanismo a cui lei si riferiva. Fu una bella notizia perché, seppur in modo finanziariamente non molto dotato, sperimentale, era posto il problema. Sennonché il Governo si affrettò a chiederne l'espunzione in sede parlamentare, al Senato, perché ci si avvide rapidamente che la misura avrebbe comportato una spesa rilevantissima.
  Anche sulla norma del decreto-legge n. 63 del 2013 sull'estensione dell’ecobonus si è discusso di ampliare all'adeguamento sismico il credito d'imposta, ma c’è poco da discutere: se si ampliano la platea e il requisito soggettivo dei beneficiari dell’ecobonus – chiamiamolo così, ma tutti lo chiamiamo così – c’è una spesa aggiuntiva e c’è poco da discutere.
  Arriviamo al punto, che io sollecito, rendendomi disponibile anche a una valutazione più approfondita insieme. Il punto è che, applicando questa rigida regola contabilistica, che è indiscutibile – giacché se si spende, è imprescindibile la copertura – da decenni spendiamo di più per i terremoti, per le alluvioni. Questo è il punto che tutti conosciamo.
  È possibile, nella rinegoziazione o la negoziazione degli accordi sul rispetto dei vincoli di bilancio in sede europea e nel percorso di attuazione dell'articolo 81 della Costituzione della nuova legge di contabilità, trovare il modo perché non si verifichi più che, per non spendere 100, spendiamo poi sistematicamente 1.000 ?
  Questo è il grande quesito politico cui ci troviamo di fronte, che ha un grado di tecnicismo anche elevato e che io mi auguro possa essere finalmente affrontato. Se non affrontiamo questo, vedremo e vedrete, presidente, che, per i vincoli di finanza pubblica, avremo una «misurina» sull'adeguamento sismico con il tetto, con i vincoli di «tiraggio», con una serie di limitazione infinita.
  È presumibile invece che, se estendiamo su tutto il territorio nazionale, nelle aree sismicamente a rischio, il credito d'imposta per la ristrutturazione, questo genererà un'economia molto importante e, nel medio-lungo periodo, benefìci altrettanto importanti, come tutti sappiamo.
  Studiare il meccanismo finanziario per compensare costi e benefìci è, a mio avviso, una delle scommesse che abbiamo di fronte e che mi auguro che già subito, in questa legislatura, si possa affrontare. Per quello che mi compete, dichiaro la mia disponibilità ad affrontarlo.

  PRESIDENTE. Siccome so della sua sincerità e della competenza, c’è un altro elemento di cui tener conto che, dalla postazione della Presidenza del Consiglio, forse si può affrontare meglio che se si è prigionieri politici della burocrazia dei ministeri economici, che è sempre la stessa, immutata.
  Conosco bene la vicenda dell’ecobonus dal quale, se si fanno i conti dal punto vista delle entrate dello Stato, ci si guadagna perché con l’ecobonus aumentano gli investimenti ed emerge il nero. Tuttavia, quest'aspetto non è mai «letto», mai tenuto in considerazione dalla Ragioneria dello Stato. Allora, io dico che anche questo è un problema.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Esistono un antico contenzioso e una giurisprudenza della nostra Ragioneria, che sul punto è stata sempre rigorosa. Sembrerebbe, per fortuna – lei diceva che la burocrazia è sempre la stessa e per larga parte è vero – che nelle figure apicali sia cambiata. Sembrerebbe – insisto col condizionale Pag. 12– che vi sia una timidissima apertura nella modifica di questa giurisprudenza. Non c’è alcun dubbio, infatti, che attivando lavori per interventi efficientamento energetico o adeguamento sismico degli edifici per x milioni aggiuntivi, siamo in presenza di entrate che sono da considerare...

  COSIMO LATRONICO. Autoliquidate !

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Esatto, autoliquidate, come dice l'onorevole Latronico che ha condiviso con me molte di queste discussioni. Spero dunque che, anche sotto questo profilo, si faccia un passo avanti.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Legnini e tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.