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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 12 aprile 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA STRATEGIA ITALIANA PER L'ARTICO

Audizione dell'Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia, Erik Vilstrup Lorenzen.
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 2 
Lorenzen Erik Vilstrup , Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia ... 2 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 6 
Garavini Laura (PD)  ... 6 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 6 
Lorenzen Erik Vilstrup , Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia ... 6 
Zampa Sandra (PD)  ... 7 
Lorenzen Erik Vilstrup , Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia ... 7 
Colletti Andrea (M5S)  ... 8 
Lorenzen Erik Vilstrup , Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia ... 8 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dall'Ambasciatore Lorenzen ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Civici e Innovatori: (CI);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-UDC: Misto-UDC;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FABRIZIO CICCHITTO

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia, Erik Vilstrup Lorenzen.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia, Erik Vilstrup Lorenzen. Saluto l'Ambasciatore e lo ringrazio per la sua disponibilità a prendere parte ai nostri lavori. L'Ambasciatore è accompagnato anche da Marie Brink Nørager, addetta agli affari politici dell'Ambasciata di Danimarca.
  Ricordo che nel corso dello svolgimento di questa indagine conoscitiva sono già stati auditi il Sottosegretario Della Vedova, l'Ambasciatore dell'Italia a Oslo Giorgio Novello e il presidente della Società italiana per l'Organizzazione internazionale Franco Frattini.
  Nel sottolineare il ruolo strategico che il Regno di Danimarca ricopre nella regione artica, in quanto membro del Consiglio Artico, nonché in riferimento alle importanti risorse energetiche e ambientali della Groenlandia, invito l'Ambasciatore Lorenzen a svolgere la sua relazione, che prevede anche una presentazione informatica, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).

  ERIK VILSTRUP LORENZEN, Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia. Grazie mille per la sua presentazione e grazie anche per avermi invitato a quest'audizione, che rappresenta per me un grande onore e un momento di grande compiacimento, perché mi offre la possibilità di parlare dell'Artico e della nostra politica nazionale. Credo che il modo migliore per procedere sia quello di parlare delle politiche. Poi parlerò brevemente della strategia per l'Artico e, infine, della mia posizione in merito a possibili modalità di cooperazione tra il Regno di Danimarca e l'Italia.
  Spero che tutti possiate vedere correttamente lo schermo, perché la geografia, naturalmente, ha un ruolo fondamentale, quando si parla di Artico. Nella slide n. 2 potete vedere la linea rossa in cima, che indica la temperatura, che non è mai superiore ai 10 gradi. Questo aspetto definisce l'Artico, anche se, in questo caso, ci concentreremo più sugli aspetti politici.
  Come potete vedere, con la Groenlandia, le isole Fær Øer e la Danimarca, noi rappresentiamo una parte cospicua della geografia fisica dell'Artico. Questo rende fondamentali le nostre priorità politiche. Io stesso sono stato Ambasciatore in Canada, che è il secondo più grande vicino della Danimarca, con cui condividiamo un lunghissimo confine. Sono stato rappresentante del Regno di Danimarca nel Consiglio Artico e sono stato rappresentante della Danimarca anche nelle relazioni per l'Artico con l'Italia. Ora sono Ambasciatore del Regno di Danimarca qui in Italia.
  Quali sono le sfide che riguardano l'Artico? Alcune sfide sono legate anche alla Russia e alla nostra cooperazione con la Pag. 3Russia. Le sfide sono rappresentate dall'obiettivo di avere un basso livello di tensione e un alto livello di cooperazione.
  Quali sono le priorità dell'agenda politica? I cambiamenti climatici influenzano la geografia e offrono opportunità per avere nuove rotte marittime e per poter estrarre nuove materie prime. Quindi, rappresentano una questione sempre più importante anche sul piano politico. Per noi i cambiamenti climatici sono molto importanti, ma è molto importante anche il fatto che lo sviluppo economico sia sostenibile, con una quantità sufficiente di infrastrutture e la possibilità di avere nuove rotte navigabili, che rappresentano una grande priorità.
  Nella cartina rappresentata nella slide n. 4 vedete la Groenlandia, la Danimarca e le isole Fær Øer. Sono simmetriche rispetto al Canada, che dista da noi appena 25 chilometri. Confiniamo poi con la Russia e con la Norvegia. Quindi, siamo al centro della regione artica.
  Per noi è importante spiegare all'Italia che anche le politiche di difesa sono fondamentali. Noi lavoriamo fianco a fianco con l'Italia anche nell'ambito della NATO e dell'Unione europea in riferimento a questioni che riguardano la difesa. Ecco perché è importante spiegare ad alleati a noi molto vicini, come l'Italia, il senso delle nostre politiche.
  Alla base della nostra politica nell'Artico vi è la strategia per l'Artico 2011-2020, in cui si sottolinea l'importanza che questa strategia sia propria del Regno di Danimarca, perché la Danimarca ha una forma di autogoverno molto forte anche in ambito economico. Per noi è fondamentale avere forti rapporti di collaborazione con tutti gli altri Paesi nella regione, ma parliamo di una strategia del Regno di Danimarca perché la nostra strategia include politiche inclusive, che riguardano anche la Groenlandia e le isole Fær Øer.
  La base di questa politica è stata elaborata nel 2011. La strategia copre gli anni dal 2011 al 2020. Alla base della nostra politica c'è l'obiettivo di avere un Artico pacifico, sicuro, solido, una crescita e uno sviluppo sostenibili, con il rispetto del fragile clima dell'Artico, in stretta cooperazione con i nostri partner internazionali, in modo che ci sia poi una revisione di medio termine.
  La base della nostra politica risiede anche nell'attività del Consiglio Artico, che l'Italia conosce. In generale, basiamo le nostre politiche sulla Dichiarazione di Ilulissat, una dichiarazione che è stata concordata nel 2008 tra quelli che chiamiamo i Paesi dell'Artico 5. È un'iniziativa di Groenlandia e Danimarca. L'Artico 5 comprende Russia, Norvegia, Canada e Stati Uniti.
  La Dichiarazione si basa anche sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e stabilisce che tutta la cooperazione nell'Artico si debba basare su questa Dichiarazione, ossia debba avere una natura pacifica. Nonostante il dibattito e le questioni che abbiamo in sospeso con la Russia – considerate la Siria e l'Ucraina –, abbiamo stabilito un rapporto di collaborazione a partire dal 2008, ragion per cui siamo riusciti a stabilire una stretta collaborazione nella regione dell'Artico.
  Uno dei motivi è rappresentato dal fatto che esiste un interesse nazionale da parte della Russia e di altri Paesi al fatto che questa regione resti sicura, perché la navigazione e l'estrazione delle risorse rappresentano interessi economici molto importanti. È per questo che finora siamo riusciti a mantenere una stretta collaborazione e auspichiamo di poter continuare il dialogo con la Russia in relazione all'Artico.
  L'intera strategia prevede che ci siano 75 obiettivi specifici da conseguire affinché ci sia uno sviluppo economico. Noi, con la Groenlandia, rappresentiamo il quarto Paese più grande della NATO per dimensioni. Abbiamo un'enorme estensione geografica, con un esiguo numero di abitanti, ma è importante che ci sia una crescita economica per coloro che vivono nella regione artica. In questo caso, è importante raggiungere un equilibrio, ovvero una crescita e uno sviluppo economico sostenibili.
  Nel dibattito politico si dice spesso che non si può avere sviluppo economico, perché questo vorrebbe dire distruggere l'ambiente e danneggiare il clima. Noi, naturalmente, siamo responsabili del fatto che i Pag. 4cittadini che vivono nella regione artica possano vivere una vita sostenibile. Non possiamo dir loro che non possono estrarre le loro risorse, perché ne hanno il diritto. Tuttavia, dobbiamo garantire che ciò avvenga in modo molto sicuro.
  Una sfida è rappresentata, per esempio, dalle navi da crociera, che sicuramente nell'Artico aumenteranno la loro frequenza di passaggio. Hanno già iniziato a farlo. Quindi, è importante che ci siano delle salvaguardie affinché ciò possa avvenire senza che ci sia un danno per l'ambiente.
  La Dichiarazione di Ilulissat rappresenta il quadro giuridico. Come ho detto, è stata approvata dai Paesi dell'Artico 5. Il prossimo anno ricorrerà il decimo anniversario della Dichiarazione. Per noi essa rappresenta un grande successo nel campo della nostra politica estera, proprio perché ci ha consentito di stabilire stretti rapporti di collaborazione.
  Nel gruppo Artico 5 i Paesi possono presentare rivendicazioni in merito alla piattaforma continentale, per esempio. Noi ne abbiamo presentate alcune rispetto al Grande Nord, così come ha fatto la Russia. Ne parlerò successivamente. Questo accade se si è uno Stato costiero, che affaccia sul mare.
  Una vera prova per la Dichiarazione di Ilulissat si è avuta nel 2010, quando Norvegia e Russia hanno siglato un accordo; così come noi, insieme alla Norvegia, abbiamo siglato un accordo sui confini con il Canada, un accordo che riguardava da vicino Canada e Groenlandia.
  La slide n. 7 vi mostra che, nonostante l'importanza del Consiglio Artico, noi svolgiamo un ruolo unico e straordinario, perché siamo l'unico Paese presente in tutte le organizzazioni che si occupano dell'Artico: Consiglio Artico, di cui parlerò successivamente, che rappresenta l'organizzazione più importante, Artico 5, Consiglio di Barents, NATO, UE, UNCLOS e Organizzazione Marittima Internazionale.
  Per quanto riguarda la navigazione, che interessa anche l'Italia, noi non lavoriamo soltanto nel Consiglio Artico. Ce ne occupiamo anche nell'Organizzazione Marittima Internazionale, dove è necessaria una cooperazione stretta in merito alla navigazione e all'utilizzo delle navi.
  Nell'ambito delle Nazioni Unite è importante il dibattito che riguarda il clima, soprattutto in termini di riduzione delle emissioni. Al di fuori degli argomenti trattati nel Consiglio Artico esistono politiche che vengono trattate all'interno di altre organizzazioni. Hanno importanza per la regione artica, ma non riguardano soltanto il Consiglio Artico e l'Artico 5, bensì riguardano varie altre organizzazioni, ad esempio al fine di garantire che tutti collaborino per mantenere l'ambiente sicuro.
  Negli anni, anche dalla prospettiva italiana, abbiamo visto che la principale organizzazione che si occupa dell'Artico è il Consiglio Artico, perché l'Artico negli anni è diventato un'area geografica in cui non si sono registrate importanti tensioni militari, il che ha consentito a noi di concentrarci anche su altre questioni, non strettamente militari.
  Nella Dichiarazione istitutiva del Consiglio Artico del 1996 si è detto che non possiamo lavorare a questioni militari in sede di Consiglio Artico, ma all'epoca l'organizzazione era molto piccola, dotata solo di un piccolo segretariato, ed interessava pochi soggetti. Poi, negli anni, si sono aggiunti altri Paesi europei e nel 2013 abbiamo avuto Stati importanti, come Cina, India, Giappone, Corea e Singapore, in qualità di Stati osservatori. I membri permanenti, invece, sono Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda, Russia, Canada, Stati Uniti e Danimarca.
  Ora la presidenza biennale del Consiglio Artico è ricoperta dagli Stati Uniti. Ci sarà una riunione ministeriale tra meno di un mese. Abbiamo otto membri permanenti, quindi, ma il Consiglio Artico ha una caratteristica specifica: è l'unica organizzazione al mondo in cui siede al tavolo un rappresentante delle popolazioni indigene. Coloro che vivono nell'Artico sono rappresentati al tavolo della nostra organizzazione e hanno la stessa voce degli altri.
  Questo ha fornito al Consiglio Artico la legittimità per poter affrontare questioni sociali e ambientali legate ai cambiamenti climatici, anche perché al suo interno viene Pag. 5espressa la voce delle popolazioni che vivono nella regione artica, che si sentono molto distanti e lontane dal resto del contesto internazionale.
  Per l'Italia è importante guardare alla nostra organizzazione, perché c'è il livello ministeriale, ma ci sono anche task force e, come Stato osservatore, voi, Italia, avete la possibilità di prendere parte ai gruppi di lavoro, alle task force e, quindi, di occuparvi di questioni come la tutela delle specie animali e la tutela della pesca.
  Per voi, quindi, c'è la possibilità, in quanto Stato osservatore, di prendere parte all'attività della nostra organizzazione. Per noi è molto importante avere, a partire dal 2013, come osservatore l'Italia. L'Italia vanta una lunga tradizione di ricerca scientifica. È dotata di enormi competenze e di enorme esperienza. È importante per noi avere al nostro tavolo comune Paesi che vantano lunghe tradizioni e una grande esperienza in materie che sono oggetto del dibattito all'interno del nostro Consiglio. Se non invitassimo i Paesi che hanno interessi legittimi, allora il dibattito potrebbe, naturalmente, slittare verso altri argomenti.
  Un'altra cosa che è importante citare è il fatto che adesso la presidenza del Consiglio Artico è statunitense e tale mandato scadrà a metà maggio. Gli Stati Uniti saranno seguiti dalla Finlandia. Finora gli Stati Uniti hanno gestito la task force sull'Oceano Artico, sulle comunità artiche e sui cambiamenti climatici.
  Durante la presidenza statunitense Obama fece visita all'Alaska per inaugurare un importantissimo seminario sull'Artico. Sono intervenuti Paesi come il Canada, che ha il 40 per cento del suo territorio nell'Artico, ed erano particolarmente coinvolti i Paesi strettamente artici. Per gli Stati Uniti è stato particolare prendere parte a una conferenza del genere e parlare di cambiamenti climatici anche legati all'Artico.
  Voglio sottolineare, in particolare, l'importanza dell'attività di una delle nostre task force, quella che si occupa di infrastrutture delle telecomunicazioni nell'Artico, un settore di grande interesse anche per la nostra collaborazione con l'Italia. Noi abbiamo la copresidenza, insieme alla Norvegia, di questa task force e ci siamo accorti del fatto che c'è un carente accesso alla digitalizzazione e ai satelliti nella regione artica, a causa delle grandi distanze. Occorre una maggiore copertura satellitare per coprire distanze tanto grandi, anche se si deve usare il cellulare per poter chiamare un ospedale o fare una chiamata di emergenza.
  Io, che sono arrivato qui a settembre, dall'inizio ho cercato di rappresentare il mio Paese anche nei rapporti di collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il 22 e 23 maggio ci sarà un incontro tra delegati danesi e l'ESA. Ci saranno incontri anche con rappresentanti di Telespazio e discuteremo insieme a proposito di possibili modalità di collaborazione, non solo in relazione all'Artico, ma anche in merito a settori in cui, comunque, l'Italia vanta conoscenze ed esperienze a livello di aziende. Sicuramente noi vediamo all'orizzonte enormi possibilità di collaborazione con rappresentanti del mondo economico e imprenditoriale italiano anche a proposito di questioni legate all'Artico e anche in merito al ruolo che l'Italia svolge all'interno della NATO.
  Esiste un enorme interesse alle rotte marittime. C'è stata una spinta forte da parte di Paesi asiatici, come la Cina, Singapore e altri, per una maggiore partecipazione alle questioni artiche. L'interesse primario è commerciale. Qualche tempo fa, a causa dell'apertura rallentata delle rotte marittime rispetto a quanto previsto, questo interesse commerciale è diminuito e adesso ci sono una ventina di navi che passano attraverso il passaggio a nord-ovest rispetto alle 18.000 del Canale di Suez. È chiaro che, attraverso le rotte del nord, si potrebbero tagliare notevolmente i tempi di attraversamento del mare.
  Per quanto riguarda la piattaforma continentale, noi abbiamo presentato rivendicazioni in merito alla zona vicina al Polo Nord, in quanto Paese artico e costiero. Dalla sigla della convenzione UNCLOS abbiamo presentato cinque rivendicazioni territoriali. Anche la Russia, il Canada e la Norvegia hanno fatto lo stesso. Pag. 6
  Normalmente, si presenta una rivendicazione e la Commissione competente delle Nazioni Unite la analizza anche per più di dieci anni per decidere chi può accampare dei diritti su una determinata area geografica. A volte ci sono rivendicazioni coincidenti, che si sovrappongono e, quindi, o bilateralmente o a livello di tribunali internazionali, si dovrà decidere quali siano gli Stati ai quali viene riconosciuto un territorio rivendicato.
  Per quanto riguarda l'Italia, come ho detto, essa è uno Stato osservatore molto importante nel Consiglio Artico. A partire dal 2013 ha dato un significativo contributo alla ricerca scientifica su questioni relative all'Artico. In materia di politica estera, sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici e dimensione umana condividiamo gli stessi interessi. Possiamo sviluppare la nostra attività di ricerca in questi settori.
  Nel futuro, la pesca, che coinvolge enormi quantità di denaro, sarà sempre più importante. Nell'ambito del gruppo Artico 5 si è discusso della possibilità di legiferare in materia di pesca. Due anni fa, quindi, abbiamo siglato un accordo e poi ci siamo aperti ad altri Stati, inclusa l'Unione europea, per discutere insieme di come collaborare una volta che si registrerà una maggiore quantità di risorse ittiche nel Mare Artico.
  Questo è quanto volevo dirvi a proposito delle nostre politiche artiche. Resto in attesa delle vostre domande.

  PRESIDENTE. È evidente che quest'indagine conoscitiva sull'Artico è di straordinario interesse. Ringrazio molto l'Ambasciatore per il quadro, insieme sintetico e analitico, che ci ha fornito.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA GARAVINI. Grazie, presidente. Ringrazio l'Ambasciatore Lorenzen per la ricca e interessante relazione che ci ha illustrato. In effetti, come ben diceva il presidente, questa indagine conoscitiva si sta rivelando di rilevante interesse, proprio per gli aspetti sia economici sia di potenziale rispetto all'indotto che l'Italia può sostenere e promuovere anche nella sua qualità di Paese osservatore.
  Un quesito è rimasto aperto. Rispetto alla condizione climatica e anche al progressivo scioglimento di tutta l'area dei ghiacci, si stanno facendo interventi? Il Consiglio Artico sta adottando provvedimenti in merito a questo problema? Lei ci riferiva che sono stati già affrontati o che sono in corso momenti di confronto. Sono già state individuate anche aziende italiane che possono contribuire allo scopo di potenziare la digitalizzazione e una migliore copertura di tutta l'area artica?
  Più in generale, come ritiene che, anche in qualità di legislatori del Parlamento italiano, si possa intervenire costruttivamente con interventi mirati, onde favorire il processo di collaborazione?

  PRESIDENTE. L'onorevole Garavini ha posto, con la prima domanda, il tema fondamentale. Anche l'altra è rilevante, ma la prima è di importanza notevole.

  ERIK VILSTRUP LORENZEN, Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia. La ringrazio per la domanda sul mutamento climatico. Sì, tutti gli epifenomeni del cambiamento climatico sono affrontati e sono oggetto della competenza dei vari gruppi di lavoro e delle varie task force del Consiglio Artico: i mari, il patrimonio ittico, l'inquinamento, le specie ornitologiche. Tutti i fenomeni collegati al cambiamento climatico sono oggetto di specifico interesse.
  Al tempo stesso, siamo consapevoli che, quando affrontiamo il problema del mutamento climatico in un modo complessivo, dobbiamo, ovviamente, ridurre le emissioni, ma questo obiettivo non può essere perseguito all'interno del Consiglio Artico di per sé. L'Accordo di Parigi di due anni fa è il riferimento politico più importante per contribuire a ridurre lo scioglimento dei ghiacci.
  Se vogliamo contrastare lo scioglimento dei ghiacci, il dibattito deve estendersi anche al di fuori del Consiglio Artico. Considerando le emissioni di Cina, Brasile e Stati Pag. 7Uniti, esse sommate rappresentano veramente una quantità molto, molto consistente. Quindi, anche Paesi non direttamente coinvolti nel Consiglio Artico debbono unirsi all'impegno. Il Consiglio Artico, le sue task force e i suoi gruppi di lavoro se ne occupano, ma il dibattito deve essere più ampio e, quindi, è importante continuarlo in sede ONU.
  Con riguardo alle aziende, ho fatto l'esempio della manifestazione del 22 e 23 maggio. Abbiamo individuato Telespazio, Leonardo, Finmeccanica, tre o quattro grandi aziende che possiedono competenze elevatissime nell'ambito satellitare, un ambito non specificamente connesso all'Artico, ma di tale qualità da rendere utile per noi collaborare strettamente con l'Italia.
  C'è anche un'università che si occupa di ricerca scientifica sui satelliti. Possiamo lavorare e collaborare con l'Italia a livello di scambi universitari, ma anche a livello di progetti di collaborazione nell'ambito dell'Unione europea. Satelliti e scienza sono argomenti che fanno parte dell'attività del gruppo Artico 5. Invece, le questioni sui confini e sulle frontiere sono oggetto di negoziati essenzialmente bilaterali. Queste altre questioni di più ampia cooperazione sono oggetto anche della competenza dell'Artico 5.

  SANDRA ZAMPA. Intervengo molto rapidamente, perché, in realtà, si è già risposto in larga misura. Riprendo la prima domanda che Le è stata posta dalla collega Garavini per chiederLe più esplicitamente se le nuove politiche per il clima e l'energia che gli Stati Uniti, sotto la presidenza Trump, hanno di recente non solo annunciato, ma anche effettivamente intrapreso, con il ritorno, per esempio, al carbone, non siano un elemento di preoccupazione molto grande.
  Volevo capire anche qual è la relazione del Consiglio Artico con l'ONU, cioè se voi siete un interlocutore e, quindi, se le vostre istanze arriveranno sul tavolo dell'ONU e si terrà conto anche di un giudizio su politiche che potrebbero fortemente impattare sulla situazione dell'Artico, come appunto quelle recenti. Sostanzialmente, per quello che riguarda gli Stati Uniti, Trump ha cancellato l'accordo raggiunto a Parigi.

  ERIK VILSTRUP LORENZEN, Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia. Il nostro Primo Ministro è stato a Washington recentemente, dopo il sessantesimo anniversario dei Trattati. Abbiamo fatto un po’ di jogging a Villa Borghese insieme e poi lui è andato a Washington.
  Le nuove politiche statunitensi in ambito energetico e in altri ambiti sono oggetto di discussione, ovviamente, con il Governo statunitense. È importante discuterne per garantire che l'accordo climatico, che per noi è importantissimo, venga attuato. Si tratta di temi importanti sui quali discutiamo con gli Stati Uniti.
  Il Consiglio Artico non ha un collegamento diretto con le Nazioni Unite. Al tempo stesso, esso affronta questioni che confluiscono nella competenza dell'ONU. In realtà, negli ultimi anni l'importanza del Consiglio Artico è andata aumentando moltissimo. Ci sono venti Paesi che vogliono diventare osservatori. Non potranno essere ammessi tutti. Verranno ammessi sulla base del contributo che possono portare al dibattito all'interno del Consiglio Artico.
  C'è stato un enorme sviluppo del Consiglio Artico, che da foro di discussione è diventato un'organizzazione in grado di adottare decisioni vincolanti. Per esempio, abbiamo concluso un importante accordo vincolante sulle fuoriuscite di petrolio.
  Parlavamo prima dell'aumento del traffico di navi da crociera nell'Artico. In merito servirà un accordo, perché non è una questione che riguarda un solo Stato. È una questione di diretta competenza del Consiglio Artico, non direttamente in modo collegato all'ONU, ma con dei punti di contatto. È importante che il Consiglio Artico mantenga questa capacità di concludere accordi vincolanti.
  Tra un mese ci sarà la riunione ministeriale. Questo è importante anche per l'Italia. Sotto la presidenza americana ci sarà in Alaska una riunione ministeriale. Ci si attende la conclusione di un accordo vincolante sulla cooperazione scientifica, il che vuol dire che anche gli scienziati italiani nel settore del clima o in altri settori Pag. 8potranno accedere all'Artico. È importante garantire anche la presenza italiana. Per esempio, l'Italia è presente nelle Svalbard da diversi anni. Anche quello è un contributo importante.
  Tutto questo per confermare che abbiamo bisogno del valore aggiunto che può venire da Paesi come l'Italia, che hanno questa storia e questi interessi, anche se il collegamento con l'ONU è indiretto.

  ANDREA COLLETTI. Io ho due domande. La prima è quanto la nuova presidenza finlandese possa favorire il dialogo con la Russia, che è un player fondamentale nell'Artico, e quanto magari questo dialogo possa influenzare una risoluzione bonaria rispetto alla disputa per quanto riguarda la dorsale di Lomonosov.
  Una seconda domanda, invece, riguarda più la politica interna danese, in questo caso. Cosa attualmente fa e quali sono le strategie del Regno di Danimarca per tutelare la popolazione nativa della Groenlandia anche dai pericoli e dalle possibilità del cambiamento climatico in essere?

  ERIK VILSTRUP LORENZEN, Ambasciatore del Regno di Danimarca in Italia. Una delle priorità della presidenza finlandese, ovviamente, è la digitalizzazione. Ne abbiamo già parlato. Su questo fronte continueremo a impegnarci.
  Per la Finlandia, come per noi, è importante avere una cooperazione pacifica e un dialogo pacifico con la Russia. Meno di tre settimane fa c'è stata una conferenza in Russia in cui, per la prima volta da molti anni, abbiamo avuto la presenza del Ministro degli esteri che è intervenuto in quella sede in Russia.
  Abbiamo colto l'occasione per sottolineare l'importanza di questa stretta cooperazione. Questo non vuol dire che noi non continueremo a criticare, insieme ai partner dell'Unione europea, la Russia per quello che fa in Siria o in Ucraina, ma abbiamo constatato che, per poter portare avanti le nostre politiche nell'Artico, è importante avere una stretta cooperazione con la Russia.
  Inoltre, quando abbiamo presentato la nostra rivendicazione per un'ampia porzione dell'Artico, abbiamo visto che c'è stata una reazione costruttiva da parte della Russia, con un'apertura ad avviare un dialogo su questa questione di confine.
  Anche la Finlandia ha lo stesso interesse al dialogo, ma questo non vuol dire che noi, insieme ai nostri partner europei, cambieremo posizione politica sulle questioni dei diritti umani e su altre questioni. Tuttavia, c'è un margine di confronto, che apre, ovviamente, altre strade di dialogo.
  Passando alla popolazione autoctona della Groenlandia, per il Governo e la popolazione della Groenlandia è importante avere il diritto all'autodeterminazione e allo sviluppo economico. A volte si innesca un dibattito politico nel Parlamento europeo in cui si dice che abbiamo bisogno di un trattato analogo a quello dell'Antartico, che interdice lo sviluppo economico. I prezzi del petrolio sono scesi moltissimo e, quindi, oggi la produzione petrolifera garantisce un limitatissimo sviluppo.
  Per noi, però, è importante mantenere il diritto della popolazione groenlandese all'autodeterminazione e allo sviluppo economico. In merito, con la Norvegia c'è più accordo; altri, invece, ritengono che sia necessario fermare lo sviluppo economico. Per noi è importante garantire la possibilità di sviluppo economico e di accesso alle materie prime, perché lì il potenziale è consistente e le risorse minerarie sono importanti. Ovviamente, tutto ciò va fatto in modo sostenibile.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, ringrazio moltissimo l'Ambasciatore, perché ci ha fornito un quadro molto interessante, e ringrazio i colleghi che hanno posto domande o che, comunque, hanno partecipato a questi incontri.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.50.

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ALLEGATO

PRESENTAZIONE INFORMATICA ILLUSTRATA
DALL'AMBASCIATORE LORENZEN

I

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II

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XI

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XIII

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XIV

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