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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Mercoledì 29 maggio 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI NAZIONALI CON RIFERIMENTO ALL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI MILANO 2015

Audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015, Maurizio Martina.
Sani Luca , Presidente ... 3 
Martina Maurizio , Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015 ... 3 
Sani Luca , Presidente ... 7 
Cenni Susanna (PD)  ... 7 
Gallinella Filippo (M5S)  ... 8 
Cova Paolo (PD)  ... 9 
Catania Mario (SCPI)  ... 9 
Fiorio Massimo (PD)  ... 10 
Bordo Franco (SEL)  ... 11 
Valiante Simone (PD)  ... 12 
Tentori Veronica (PD)  ... 12 
Lupo Loredana (M5S)  ... 12 
Taricco Mino (PD)  ... 13 
Ferrari Alan (PD)  ... 13 
Dal Moro Gian Pietro (PD)  ... 14 
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD)  ... 16 
Sani Luca , Presidente ... 16 
Martina Maurizio , Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015 ... 16 
Sani Luca , Presidente ... 18 

ALLEGATO: Documento consegnato dal Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015, Maurizio Martina ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero: Misto-MAIE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA SANI

  La seduta comincia alle 9,30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015, Maurizio Martina.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Esposizione universale di Milano 2015, l'audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015, Maurizio Martina.
  Saluto il Sottosegretario Martina, dandogli il benvenuto della nostra Commissione. Con la sua audizione diamo oggi avvio all'indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Expo Milano 2015, evento di enorme importanza che illustrerà l'innovazione, la tradizione e la creatività nel settore dell'alimentazione.
  Con tale indagine la Commissione si propone di acquisire un quadro informativo qualificato sulle analisi, le iniziative e le proposte che si stanno mettendo a punto in vista di questo appuntamento, con riferimento a numerosi aspetti che richiamano le competenze della Commissione e nella prospettiva della valorizzazione e della rappresentazione della produzione agroalimentare nazionale, dei suoi parametri qualitativi, delle sue caratteristiche di sostenibilità ambientale e delle sue relazioni con i territori e le diverse culture.
  Ci è sembrato opportuno, pertanto, fare un primo punto dello stato dell'arte con il sottosegretario Martina. Al suo intervento faranno seguito eventuali domande da parte dei deputati, cui il sottosegretario potrà replicare.
  Do la parola al sottosegretario Martina.

  MAURIZIO MARTINA, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015. Buongiorno a tutti. Ringrazio per questa opportunità. Ringrazio il presidente e tutti voi per questa occasione e mi permetto innanzitutto di dire che considero questo il punto di partenza di un lavoro che possiamo fare insieme, dal Parlamento e dal Governo, per evidenziare, anzi per rafforzare gli obiettivi che ci siamo prefissati per l'Expo 2015.
  È stato osservato prima dal presidente che stiamo parlando di un evento straordinario, di una portata assolutamente significativa per l'Italia. Voi sapete che l'Expo si terrà nel 2015, dal 1 maggio al 31 ottobre. L'obiettivo che ci siamo dati è quello di arrivare a superare, se possibile, i 130 Paesi espositori. Allo stato attuale siamo a 128 e, quindi, a un ottimo punto.
  Una stima prudenziale, ma assolutamente significativa, indica in circa 20 milioni i potenziali visitatori di questa Pag. 4grande esposizione. Stiamo parlando di un impegno che sul lato degli investimenti pubblici toccherà la somma di 1,3 miliardi. Altri 300 milioni sono stimati dal settore privato e le risorse mobilitate dai partecipanti ufficiali all'Expo vengono indicate in circa un miliardo di euro. Sono cifre molto significative.
  Un recente studio dell'Università Bocconi offre ulteriori numeri di dettaglio e uno scenario che è bene considerare. Si stima un beneficio potenziale per il settore turistico che potrebbe toccare i 5 miliardi di euro. Si stimano circa 200.000 nuovi posti di lavoro, nell'arco degli anni che preparano Expo e considerando il 2015. Lo stesso studio della SDA Bocconi indica in circa 25 miliardi di euro la produzione aggiuntiva tra il 2012 e il 2020 che l'evento può generare.
  Cito queste cifre non tanto per ubriacare di numeri, quanto per rendere il senso e il significato di un evento che già oggi può rappresentare un punto di svolta per il Paese. Lo può rappresentare anche perché Milano, come sapete, vince la candidatura su Smirne nel 2008 e acquisisce la possibilità di ospitare l'Expo su un argomento di straordinario significato, che, secondo me, in questi anni, purtroppo, per mille ragioni, soprattutto per le difficoltà di impostazione della governance e di altri temi che si sono succeduti, non è emerso in tutta la sua straordinaria importanza.
  «Nutrire il pianeta, energia per la vita» indica un tema cruciale del futuro, uno dei grandi temi che faranno la differenza nei rapporti di forza tra Paesi e continenti. Indica, come voi sapete meglio di me, una delle frontiere più avanzate dell'innovazione e della modernità. Pone, inoltre, al centro dell'attenzione la grande questione alimentare e la sostenibilità planetaria dell'evoluzione della frontiera dell'alimentazione, con tutte le sue grandi potenzialità, ma anche con i tanti rischi e i tanti problemi che stanno emergendo.
  Mi riferisco, in particolare, ai numeri e ai fatti che abbiamo già davanti a noi. Se guardiamo questo grande tema dal punto di vista del pianeta, ci rendiamo conto di quanto sia urgente una discussione pubblica sulla grande questione della sicurezza alimentare e dell'accaparramento delle materie prime, nonché dell'evoluzione dei rapporti di forza tra Paesi su questa frontiera.
  Guardiamo in faccia alcuni numeri: 800 milioni di persone sono oggi denutrite, un miliardo e mezzo sono obese, una persona su tre ha problemi di nutrizione e, dall'altra parte, per ogni persona denutrita ci sono almeno due persone obese.
  Guardiamo poi il grande tema dell'accaparramento delle terre e delle potenzialità che possono essere generate dalla crescita di un settore agricolo e agroalimentare in diverse parti del mondo. Sarà uno dei grandi temi del futuro.
  In sostanza, la questione che viene posta al centro dell'Expo è la questione della ricerca di un nuovo equilibrio tra produzione e consumo alimentare dentro un rapporto rinnovato con l'ambiente e, quindi, con il grande tema della sostenibilità.
  Voglio ricordarvi che il documento strategico posto a fondamento della candidatura dell'Italia e di Milano per l'Expo indicava quattro grandi frontiere, quattro importanti temi da sviluppare: la food security, la food safety, la sostenibilità e il rapporto tra cibo, pace e cultura. Attorno a questi quattro grandi assi di ragionamento si indicavano anche alcune proposte di impegno piuttosto precise, che saranno un tema assolutamente prioritario anche nella costruzione del programma dell'Expo 2015.
  Le voglio richiamare: si tratta della proposta di un codice etico contro gli sprechi, di un impegno comune per le politiche antispeculative e del grande tema della definizione di un programma di educazione alimentare.
  L'Expo sarà, dunque, innanzitutto un'occasione per presentare buone pratiche e discutere e indicare soluzioni durature nel tempo. Se incrociamo queste opportunità con gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, in scadenza proprio nel 2015, ci rendiamo conto dell'assoluta potenzialità di quella piattaforma. Pag. 5Quello potrebbe essere il luogo dentro il quale l'Italia costruisce su scala europea e planetaria un discorso pubblico all'altezza di questi temi.
  Naturalmente, dicendo questo, noi dobbiamo assolutamente renderci conto – non devo riferirlo a voi, anzi, voi lo potete insegnare a me – della centralità incredibile che l'Italia ha in questo discorso, con la sua esperienza, le sue peculiarità e i suoi punti di forza.
  Noi siamo la culla della dieta mediterranea, abbiamo un patrimonio di biodiversità unico al mondo, abbiamo un'esperienza agroalimentare, con un intreccio tra questa esperienza e la cultura dei luoghi e dei territori che non ha paragoni. C’è uno stile italiano che va ovviamente non solo riaffermato, ma anche potenziato. Mi riferisco a tutto il fronte del made in Italy, ai grandi fattori qualitativi del nostro sapere e saper fare su tutto questo grande comparto.
  L'Italia, quindi, vince l'Expo e ha per le mani la possibilità di fare la differenza nel determinare un'idea innovativa di concepire l'esposizione universale, perché il tema è assolutamente centrato per noi ed è un grande tema, insisto, della modernità e del futuro.
  Non voglio tediarvi con dati relativi alla costruzione di questa piattaforma espositiva molto importante, che avrà tratti di originalità che voglio comunque richiamare. Dico solo che anche nella progettazione del sito si è cercato di fare un lavoro assolutamente inedito.
  Accanto alla classica rappresentazione dei padiglioni dei Paesi che arriveranno e, quindi, dei 128 che ho citato, che speriamo saranno più di 130 alla fine, si è tentato, secondo me, con assoluto interesse, di costruire anche un'operazione che mischiasse in qualche modo le carte e costituisse un punto di originalità dell'esposizione italiana.
  Mi riferisco al fatto che con la progettazione dei cluster noi cerchiamo di introdurre nell'esposizione universale alcuni elementi di forte innovazione, accanto ai padiglioni dei Paesi che presenteranno la loro filiera e che tematizzeranno il tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita» secondo le loro caratteristiche di fondo.
  Avremo nove cluster, per un totale di 40.000 metri quadrati complessivi, che verranno organizzati non in base alla rappresentanza nazionale come punto di partenza, ma alla specifica filiera.
  Mi riferisco anche al fatto che sei di questi cluster ospiteranno, intrecciando le rappresentanze dei Paesi, specifiche filiere – il caffè, il riso, il cacao, le spezie, frutta e legumi, cereali e tuberi – e che, accanto a questi sei fronti di filiera tematica ci saranno anche tre cluster specifici per tre aree fondamentali, il Mediterraneo, le zone aride e le isole.
  Racconto questo per mostrare che, secondo me, bisogna anche riconoscere il valore di questo tentativo, di questa esperienza originale. Chi ha avuto modo di seguire il confronto fra i diversi Paesi nella discussione a proposito di questo tentativo sa che essi si sono molto confrontati su questa possibilità.
  È evidente che incrociare le appartenenze nazionali per filiere tematiche è un modo nuovo per rappresentare il tema e, aggiungo io, per alzare il livello della competizione, se così posso chiamarla, e della collaborazione tra Paesi. Tale modalità impone un modo di ragionare assolutamente nuovo, per cui un soggetto non si difende solo rappresentando ciò che ha nel proprio spazio, ma anche facendo i conti con un vicino di casa che proprio su quell'argomento può rappresentare, più di lui magari, alcuni fronti di questi temi.
  Io trovo questo un punto di originalità che, me ne rendo conto, non può essere percepito adesso raccontandolo, ma che potrà fare la differenza anche nella presentazione stessa dell'esposizione.
  Il Padiglione Italia sarà il cuore dell'esposizione di Milano e sarà composto fondamentalmente da tre grandi corpi, tra cui Palazzo Italia, il Cardo, un grande viale che ospiterà una parte importante della rappresentanza italiana, e Piazza Italia, che sarà un po’ il cuore di tutto il sito espositivo.
  Come forse saprete, il concetto attorno a cui si è sviluppato il progetto del Padiglione Pag. 6Italia richiama il tema del vivaio. Ci saranno esperti e grandi firme del nostro Paese, che stanno lavorando attorno al concetto fondamentale e alla rappresentazione del padiglione italiano in questo senso. L'idea di fondo è quella del vivaio, ossia di una piattaforma di presentazione delle esperienze italiane che si articolerà in maniera molto originale.
  Il padiglione sarà una finestra sulla storia italiana, rappresentando l'intreccio tra le nostre tradizioni e la nostra capacità innovativa su tutto questo fronte. Sarà un grande luogo icona per rappresentare le eccellenze italiane, un laboratorio di relazioni internazionali. Gli spazi che vi ho sommariamente descritto, infatti, saranno il cuore pulsante di una parte fondamentale degli incontri e delle relazioni che in quei sei mesi si svilupperanno nel sito espositivo.
  Fondamentalmente, il padiglione ha l'obiettivo di illustrare la grande varietà alimentare italiana, le nostre biodiversità, il grande fronte dell'agroalimentare italiano e il paesaggio italiano, in questa relazione unica al mondo.
  Passo alla governance dell'Expo. Voi sapete che sulla governance ci sono stati in questi anni alcuni problemi significativi. Penso di poter affermare che con gli ultimi passaggi effettuati noi abbiamo assestato in maniera efficiente e assolutamente positiva un meccanismo di lavoro che è molto complesso, ma che abbiamo assestato al meglio.
  L'ultimo decreto legge, il n. 43 del 2013 in conversione al Senato, istituisce la figura del Commissario unico, dottor Giuseppe Sala, ed è un atto fondamentale per snellire, velocizzare e semplificare il complesso della catena di comando attorno all'esposizione universale.
  Sapete che il Commissario di padiglione è, dall'inizio, la dottoressa Diana Bracco e che esiste una Commissione di coordinamento per le attività connesse all'Expo in capo alla Presidenza del Consiglio. Si tratta di una Commissione che, con gli ultimi perfezionamenti, assumerà pienamente la funzione di coordinamento di tutta l'attività dei Ministeri e, quindi, della grande partecipazione del Governo italiano all'esposizione universale in relazione ai soggetti fondamentali del territorio.
  Saranno, quindi, coinvolti il Commissario unico, il Commissario di padiglione e sicuramente anche i quattro fronti istituzionali di comune, provincia, regione e Camera di commercio. Noi immaginiamo, tanto per darvi l'idea dell'agenda di lavoro, che la Commissione si debba riunire entro metà giugno per fare un punto della situazione e verificare, Ministero per Ministero, lo stato dell'arte dei programmi di lavoro che si sono aperti da un po’ di tempo.
  Come potete immaginare, praticamente tutti i Ministeri sono coinvolti nella preparazione dell'Expo. Ci sono aspetti incredibili di questa vicenda, dalle questioni più tradizionali di diplomazia internazionale legate al Ministero degli affari esteri a sperimentazioni assolutamente interessanti, legate, per esempio, al Ministero del lavoro o al Ministero dell'istruzione, per tutto quanto concerne il coinvolgimento fondamentale del sistema dell'istruzione italiana, dell'ambiente, della salute, ovviamente delle politiche agricole, e via elencando.
  Che cosa ha fatto il nostro Ministero in questi anni ? È in sala l'onorevole Catania, che credo possa aiutarci in questo senso. Io ho trovato molto interessante ciò che nell'aprile 2012 si è impostato direttamente in capo al Ministero. Mi riferisco all'apertura del tavolo tecnico di confronto con i massimi rappresentanti delle organizzazioni del Paese proprio per iniziare a ragionare sui contenuti dell'Expo e sulla partecipazione italiana all'evento.
  Questo tavolo tecnico è stato ulteriormente dettagliato in alcuni gruppi di lavoro attorno al grande titolo delle politiche agricole per l'Expo 2015. Vi hanno partecipato diverse personalità del settore, cinque sottogruppi – politiche globali per nutrire il mondo, sicurezza giuridica dell'alimentazione, benessere umano, cultura e pace e cooperazione internazionale – e si sono sviluppati alcuni documenti e riflessioni assolutamente interessanti, che io Pag. 7richiamo anche in parte nella relazione che, presidente, abbiamo depositato. Credo che ci sia ulteriore documentazione, se volessimo approfondire, che possiamo assolutamente trasmettervi.
  Il Ministero, fino a questo punto, ha lavorato per incardinare un ragionamento di merito sulle sfide che l'Expo pone e per delineare alcune linee di indirizzo, linee-guida, fondamentali per la strutturazione culturale dell'evento.
  Se avrete modo di leggere alcuni dei documenti fondamentali dell'Expo, dal documento strategico di partenza in poi, noterete che l'intreccio con questa riflessione è molto forte e presente.
  In conclusione, a me pare davvero di poter dire che l'Expo 2015 può rappresentare una sfida cruciale per il Paese, in primo luogo, lo ripeto, per il tema che offre e per la notevole importanza che riveste per il nostro Paese. Inoltre, perché io credo davvero che avere un obiettivo, da oggi a due anni, grande come l'Expo ci possa consentire di costruire un'operazione di forza del sistema Paese e di utilizzare bene l'evento per costruire un pezzo del nostro rilancio.
  Aggiungo anche che il semestre di presidenza italiana in Europa 2014 e l'Expo 2015, che si intrecciano, costituiscono due pilastri formidabili per l'Italia. Se iniziamo a pensare e a lavorare insieme per delineare una strategia, in un biennio si attuerà una grande operazione di forza per il Paese, lavorando su un fronte, quello agroalimentare, di assoluta eccellenza del sistema italiano.
  Il lavoro che possiamo fare insieme e che si può sviluppare anche, mi permetto di osservarlo, dall'indagine conoscitiva che parte oggi, lo considero assolutamente prezioso. Si coglie da più parti la necessità di intrecciare maggiormente le esperienze e gli interessi che si possono manifestare attorno a questo evento.
  Noi abbiamo colto anche in queste settimane un potenziale straordinario attorno all'Expo. Abbiamo il compito di fornirgli alcuni strumenti chiari di azione, un percorso stabile e riconosciuto e un lavoro vero di squadra tra soggetti privati, esperienze pubbliche e grandi filiere agroalimentari, le più diverse che abbiamo in questo Paese.
  Penso che il compito che dobbiamo assumerci, in particolare, come Governo sia proprio quello di costruire percorsi certi e strumenti affidabili per tutti coloro che vogliono operare per questo appuntamento.
  Più passa il tempo, più mi rendo conto che abbiamo per le mani, nell'intreccio tra agroalimentare, turismo, istruzione, cultura, sapere, un pezzo di economia reale del Paese, un potenziale straordinario che va assolutamente utilizzato. Avremo, quindi, massima disponibilità e collaborazione anche con la Commissione, che ringrazio, per perfezionare questo metodo di lavoro collettivo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario. Il suo intervento ci rende ulteriormente il senso della portata dell'Expo 2015. Credo che le sue considerazioni stimoleranno molto il dibattito e la discussione anche in Commissione. Lo ringrazio anche per il documento che ci è stato consegnato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto integrale della seduta odierna (vedi allegato).
  Inoltre, raccogliamo questo invito, come Parlamento, a fornire un contributo affinché l'Expo risponda bene agli obiettivi che il sottosegretario indicava.
  Io direi di aprire un confronto, un dibattito, su questo tema. Raccomanderei, considerato l'interesse – mi rendo conto che ci saranno molti interventi e molte domande rivolte al sottosegretario – di osservare la brevità nelle domande e di svolgere considerazioni altrettanto brevi affinché ci sia consentito di chiudere la seduta della Commissione prima delle 11, a causa degli impegni d'Assemblea.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SUSANNA CENNI. Ovviamente rivolgo un grazie e un augurio di buon lavoro al Sottosegretario.
  L'ho ascoltata con interesse e credo che ci abbia illustrato e rappresentato numeri Pag. 8e potenzialità davvero straordinarie per il nostro Paese attorno a questo evento, che io considero rilevantissimo, soprattutto per la scelta avvenuta nel 2008 sul tema.
  Forse oggi più che nel 2008 è facile cogliere l'unicità e le potenzialità dell'evento, ma proprio su quanto avvenuto in questi anni, a partire dal 2008, vorrei porle alcune domande per capire meglio. In ciò raccolgo molto positivamente la sollecitazione che lei ci ha rappresentato di un'interlocuzione attiva con la Commissione e con il Parlamento.
  Ricordo che negli anni passati rispetto a questa impostazione centrale attorno al tema del cibo e agli Obiettivi del Millennio e, quindi, al tema della sovranità alimentare e della possibilità di sfamare il pianeta sono avvenute alcune modificazioni preoccupanti, che io mi auguro siano state sufficientemente corrette anche in occasione di alcuni cambi ai vertici istituzionali.
  Mi riferisco, per esempio, alla centralità che mi sembrava ci fosse nella fase iniziale dell'attenzione nei confronti della produzione del cibo. Ricordo il particolare del grande progetto dell'orto globale, che, a un dato punto, diventò l'ipermercato globale.
  La chiave di lettura non è proprio la stessa: da una parte, c’è la centralità del primario e, quindi, della produzione del cibo, mentre nella seconda ipotesi è il prodotto che diventa centrale. Non è proprio lo stesso tipo di lettura che si può dare al tema del cibo e della nutrizione della popolazione.
  Tutti siamo stati testimoni di un momento in cui è sembrato, almeno all'esterno, che fosse molto più rilevante la partita urbanistica attorno all'Expo che non la partita contenutistica. Anche su questo spero che ci sia stata un'adeguata correzione in corsa.
  La prima domanda che vorrei porle è proprio su questo punto: lei ritiene, dagli approfondimenti che ha potuto fare e dalla documentazione che ha in mano, che sia recuperato il tema della centralità assoluta del cibo e dell'alimentazione dentro l'Expo ? Ciò non significa che i numeri di addetti e di eventi non siano rilevanti. Non sto sostenendo questo, ma, poiché credo, come lei ha detto, che l'Italia abbia una grande opportunità di giocare un ruolo da protagonista assoluto nel dibattito e anche nella connotazione di alcune scelte di carattere internazionale che possono insorgere, il tema non mi sembra indifferente.
  La seconda domanda che le voglio fare è la seguente: che livello di coinvolgimento c’è in questa fase sull'evento e sulla costruzione degli appuntamenti da parte del mondo agricolo e, in modo particolare, della rete dei piccoli agricoltori ?
  Lasciamo stare un attimo l'Italia e le dinamiche che riguardano la produzione agricola nel nostro Paese. Il tema della produzione di cibo e della sovranità alimentare e, quindi, della possibilità di sfamare l'intero pianeta nei decenni che verranno è direttamente in relazione alla possibilità dei piccoli agricoltori di tutto il mondo di produrre cibo e di avere accesso alla terra, all'acqua e ai semi. Vorrei capire che livello di coinvolgimento c’è già in questa fase di costruzione.
  Inoltre, gli investimenti cui lei faceva riferimento all'inizio, quando ha parlato delle stime e delle ipotesi, sono relativi solo al sito dell'Expo e alla Lombardia o fanno riferimento anche a investimenti in altre aree d'Italia legate all'evento ?
  Come ultima domanda chiedo se, nella programmazione che voi avete previsto, c’è un riferimento al dibattito che si sta aprendo a livello comunitario, un dibattito, a mio parere, per alcuni aspetti preoccupante, sul tema dei diritti di brevetto sulle sementi. Mi sembra anche questo un tema tutt'altro che secondario.

  FILIPPO GALLINELLA. Ringrazio il Sottosegretario.
  Relativamente ai dubbi che l'onorevole Cenni ha espresso sulla cementificazione io, purtroppo, ho alcune certezze. Spero di sbagliarmi.
  Tornando al tema della discussione sull'Expo, che coinvolge anche questa Commissione in relazione ai temi trattati, mi piacerebbe avere un chiarimento, o Pag. 9magari un approfondimento, su un punto che nella documentazione che ci è stata fornita non appare del tutto chiaro, almeno a me. Mi riferisco al tema della sostenibilità ambientale collegato alla produzione di cibo.
  Nel testo si fa riferimento sia all'energia per la produzione, sia al sistema industriale e alla sicurezza alimentare. C’è solo una piccola riga, però, che dice che «bisogna promuovere la sostenibilità ambientale in agricoltura».
  A me piacerebbe che, in relazione ai temi del dibattito sull'Expo, si potesse parlare anche e soprattutto di quali metodi adottare – penso al fatto di mantenere la fertilità del terreno e di evitarne la salinizzazione – non solo dal punto di vista della quantità di superficie, perché l'urbanizzazione in questi ultimi anni ha fatto perdere terreno agricolo, ma anche da quello dell'abbandono di alcune pratiche e tecniche che distruggono proprio il tessuto del terreno. Sicuramente anche la protezione del suolo da questo profilo, dal punto di vista fisico e chimico, è un tema che bisogna affrontare.
  Relativamente al tema alimentazione e salute il documento reca un punto che recita «bisogna promuovere efficacemente gli stili alimentari sani». Come consiglio, io aggiungerei che bisogna accennare anche, come critica e accusa, a un tipo di alimentazione che negli ultimi anni si è sempre più diffusa, quella del cibo spazzatura. Svolgerei un appunto molto forte anche a questo stile di vita, attaccando questo tipo di alimentazione, legato alle multinazionali e a determinati tipi di produzioni che non sono sicuramente sostenibili.

  PAOLO COVA. Ringrazio il Sottosegretario. Credo che, come ha accennato in precedenza, questa sia una grande opportunità per l'Italia, e anche per tutto il settore agroalimentare del nostro Paese. È un'esperienza che va usata e sfruttata.
  Mi sembrano importanti alcune considerazioni che lei ha svolto nella presentazione, in particolare il riferimento all'area espositiva destinata al Mediterraneo. Le chiedo se può fornire qualche indicazione in più, proprio perché questa regione, non solo l'Italia, ha una grossa specificità nella produzione agroalimentare. Per noi che lavoriamo in questo ambiente tale aspetto risulta importante.
  Volevo sottolineare anche un altro aspetto, che credo verrà ribadito anche durante l'Expo. Si tratta del tema, cui lei ha accennato, della sperequazione fra persone che muoiono e popolazioni che ingrassano. Tutto questo tema dell'alimentazione crea grossi problemi, in alcuni territori di eccesso e in altri di carenza. Come riuscire ad affrontare questa difficoltà alimentare ?
  Vorrei anche aggiungere una considerazione, e pongo anche una domanda, su quanto ha accennato la collega Cenni, per un approfondimento. Ci sono in agricoltura non solo la tipicità italiana, ma anche elementi del terzo settore, del volontariato e delle associazioni che lavorano a livello italiano, e anche mondiale, e che si prestano a dedicare attenzione ai temi del rapporto col cibo, dello spreco del cibo, del come fornire il cibo, dell'alimentazione e di come intervenire in materia.
  Sarebbe opportuno capire quali investimenti farà l'Expo su questo settore, proprio per ridurre questo spreco e soprattutto la sperequazione fra chi muore e chi diventa obeso.

  MARIO CATANIA. Ringrazio il Sottosegretario per l'esposizione molto lucida e ricca anche di dati.
  Credo che in un evento di questo tipo convivano due anime. La prima è quella del momento espositivo-fieristico, nella grande tradizione di un'esposizione universale, con tutte le sue componenti, le sue ricadute economiche, l'impatto sull'economia nazionale e l'indotto. Su questo punto il sottosegretario ci ha fornito rapidamente alcuni dati che sono pregnanti, ragion per cui non mi trattengo più di tanto.
  La seconda anima di un evento di questo tipo è tutto il dibattito culturale, politico e ideale che ruota intorno al tema dell'Expo, «Nutrire il pianeta». Questo Pag. 10aspetto, in realtà, è meno scontato dell'altro. Le dinamiche di tipo fieristico, per come le possiamo banalizzare, saranno comunque presenti e su di esse la macchina produrrà, speriamo al meglio possibile, i suoi effetti.
  Il profilo culturale, politico, ideale ed economico che ruota intorno al tema «Nutrire il pianeta», invece, non è affatto scontato. Sta a noi, come sistema Paese, a partire dal Governo, riempire di contenuti l'evento e far sì che possa essere effettivamente un foro di discussione e di approfondimento, portando una nostra visione sul tavolo.
  Non è scontato, perché, in una circostanza di questo tipo – gli eventi degli ultimi anni l'hanno dimostrato e tutta la fase di gestazione dell'Expo lo dimostra a sua volta – tendono a prevalere le dinamiche che, come asseriva la collega Cenni, producono impatti sul territorio e ricadute anche poco simpatiche relativamente alle speculazioni immobiliari. C’è tutto un miscuglio di situazioni che ineluttabilmente tende ad assumere la prevalenza.
  Proprio per questo motivo, come Ministero, noi avevamo dato l'avvio al lavoro e ringrazio il sottosegretario di averlo ricordato. Si trattava di un lavoro focalizzato proprio a dare gambe a quell'altra componente, quella, lo ripeto, del dibattito relativo a che cosa immaginiamo in termini di modello di produzione e di distribuzione in questo pianeta per i prossimi decenni, quali risposte siamo in grado di fornire e vogliamo fornire alle sfide relative all'andamento demografico e al problema, che citava anche il collega Gallinella, della produttività dei suoli, della fertilità, del land grabbing e via elencando.
  Credo che sia soprattutto su questo fronte che debbano giocare un ruolo, da un lato, il Ministero delle politiche agricole, che non ha sicuramente una precipua vocazione, se non collaterale, a fiancheggiare gli aspetti organizzativo-fieristici e, dall'altro, la nostra Commissione. È questa la sede del Parlamento in cui dovrebbe esserci, e io sono sicuro che ci sarà, un'elaborazione in quel senso.
  La mia, più che una domanda, è una raccomandazione, che rivolgo al sottosegretario, il quale ha al riguardo un'importantissima delega, che sicuramente espleterà al meglio. Gli chiedo, cioè, di farsi lui stesso un filo logico conduttore rispetto a questa tematica, in modo da snodare, da oggi al 2015, giustamente anche passando attraverso il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, un percorso ideale che tenda a riempire di contenuti il dibattito per l'appuntamento dell'Expo. Credo che questa sia la mission prevalente della filiera del Ministero da un lato, ma anche della Commissione agricoltura, dall'altro.

  MASSIMO FIORIO. Innanzitutto, rivolgo un ringraziamento al Sottosegretario per la presenza e anche al presidente della Commissione, che ha voluto partire immediatamente con questa indagine conoscitiva, che noi riteniamo importante.
  Il tema dell'Expo è, in qualche modo, epocale. La storia umana si è determinata nel rapporto tra approvvigionamento di cibo e comunità, tra produzione di cibo e società. Io credo che, nello spirito degli Expo, per come si sono determinati negli anni, questo diventi un appuntamento importante per fare il punto anche della nostra modernità, del nostro vivere insieme.
  Ciò riguarda non soltanto il tema della produzione di cibo, ma anche gli aspetti del vivere umano per come si sono determinati nel corso della storia. In relazione a questo, credo che i temi, gli appuntamenti e il dibattito che si aprirà, e che anche questa mattina, nelle parole di diversi colleghi, ho sentito, saranno un elemento importante.
  Voglio planare, però, su temi un po’ più bassi, quelli della governance, cui lei ha accennato inizialmente, quelli che rispetto alla realizzazione dell'evento preoccupano maggiormente. Al netto anche della nuova fase politica, non soltanto nazionale, ma anche regionale e della città di Milano, mi sembra che qualcosa sia cambiato e che l'accelerazione che si è impressa sia importante.Pag. 11
  Lei ha accennato alle spese e al costo dell'evento, che riguarderà tutto il Paese. Volevo chiederle, in merito alla disponibilità economica e agli step per l'approvvigionamento finanziario, come intende muoversi il Governo. Gli impegni sono importanti in una fase delicata della vita economica di questo Paese. Occorre fare il punto della situazione rispetto al percorso che vogliamo aprire.
  L'altro tema che lei ha accennato è la questione della Commissione di coordinamento, che mi sembra finora abbia lasciato piuttosto a desiderare nei tempi di convocazione e di realizzazione. Ho sentito positivamente l'intenzione di aprire da subito i lavori e di partire in modo accelerato. Credo che quello debba diventare un luogo di coordinamento fattuale e non soltanto di rappresentanza dei ministri, dal momento che la Commissione riguarda tanti Ministeri e ministri che molto spesso sono impegnati su altri fronti. Quella è la sede in cui bisogna fare il punto della situazione.
  L'altro punto è soltanto un invito che io rivolgo al Governo rispetto a un ruolo di coinvolgimento educativo delle scuole. Credo che i tempi da questo punto di vista si stiano stringendo, nel senso che resta solo un anno scolastico per mettere in campo alcune politiche educative.
  Noi dobbiamo fare il punto della situazione, ma anche, credo, come Paese, averne un guadagno in termini di conoscenze e di comportamento etico. In tal senso, ritengo che il passaggio sulla scuola, il tipo di lavoro che il Governo deve fare con la scuola sia importante.

  FRANCO BORDO. Saluto il Sottosegretario e sviluppo quattro flash.
  Penso che dovremo cercare – l'impegno sarà già indirizzato in questo senso, ma noi portiamo il nostro contributo – di portare a casa risultati significativi anche per il nostro Paese. In merito io ritengo che dobbiamo, all'interno dell'indagine conoscitiva, capire quale sia il ruolo della Commissione in questo tipo di lavoro e che supporto essa possa fornire.
  Butto giù quattro argomenti. Io penso che dall'Expo 2015 l'Italia dovrebbe cercare di uscire perlomeno con un impegno forte a livello internazionale da parte dei Paesi che partecipano, nel rispetto dell'attività di ogni Paese partecipante, per la difesa, nel nostro caso, del made in Italy e per la lotta alla contraffazione, tema su cui noi siamo molto penalizzati. Non vorrei che quella si rivelasse una piattaforma in cui ci vogliamo tutti bene e poi ritorniamo ognuno, come Paese, nei propri territori e lasciamo ancora andare avanti le cose come stanno.
  Possibilmente, io proporrei di presentarci all'Expo con una sorta di accordo o di impegno più preciso. Penso che Parlamento e Governo dovrebbero impegnarsi con forza su questo obiettivo in questi mesi.
  Quanto alla questione delle eccellenze italiane da mettere in campo, segnalo soltanto che nelle mie province di riferimento, nella bassa Lombardia, ho avuto modo di chiedere ad alcuni operatori che hanno già un riconoscimento importante se hanno già avuto un livello di contatto per partecipare. Mi è stato risposto che non c’è ancora un coinvolgimento. I tempi passano e mi domando come e quando ciò avverrà.
  Per quanto riguarda le eccellenze, pongo la questione del biologico. L'Italia è all'avanguardia a livello europeo su quel settore. Penso che possa essere un settore su cui si vada a investire per creare non solo un potenziale di sviluppo sul nostro territorio nazionale, ma anche capacità di esportare professionalità e conoscenze quanto meno a livello europeo.
  Vado velocemente alla chiusura. Sulla questione dei due settori su cui l'Italia dovrebbe, dal mio punto di vista, presentarsi meglio, osservo che l'Italia, purtroppo, non è stata un Paese virtuoso, e non lo è tuttora, nella tutela del proprio suolo.
  Mi rivolgo più al Presidente e ai componenti della Commissione: ovviamente col sostegno del Governo, inviterei a far sì che ci presentassimo all'Expo 2015 con una patente che guardi al futuro in merito Pag. 12alla volontà della tutela e della riduzione del consumo di suolo nel nostro Paese. Penso sia necessario porre una sorta di moratoria, di blocco, di stop al consumo di suolo.
  L'altra questione riguarda gli organismi geneticamente modificati (OGM) e l'adozione della clausola di salvaguardia. Da subito ci deve essere, a mio avviso, un segnale chiaro dell'approccio che, con l'Expo 2015, il nostro Paese intende mantenere su questo argomento.

  SIMONE VALIANTE. Nel ringraziare il Sottosegretario, molto brevemente volevo soltanto porre una domanda rispetto a un dato che mi è sembrato molto interessante tra quelli che lei ha brillantemente illustrato, quello del beneficio potenziale in termini turistici.
  Mi pare che sia stimato un dato significativo di 5 miliardi di euro per questo evento. Volevo capire come tale dato si incrocia, se si incrocia, con altri investimenti che riguardano tutto il Paese e in particolare, per quanto mi riguarda, il Mezzogiorno, che sul turismo ha un'attenzione specifica.
  Inoltre, come ricordavano alcuni colleghi, vorrei sapere se esistono un approfondimento e una visione di sviluppo più forti che emergeranno da questo evento sul tema del Mediterraneo, che noi anche per il Sud riteniamo centrale nel futuro delle politiche di sviluppo del Paese.

  VERONICA TENTORI. Ringrazio il Sottosegretario. Non ripeto le considerazioni che sono state svolte in precedenza, anche se condivido molti interventi.
  Volevo sottolineare una riflessione sul tema post Expo e chiedere se si era aperto un dibattito anche su questo discorso dal punto di vista sia della tematica stessa, ovvero del cibo e del settore agroalimentare, sia delle infrastrutture e delle strutture e, quindi, del sito dell'Expo. Come fare in modo che gli interventi in questo dibattito abbiano ricadute positive a lungo termine e non si concludano nel 2015 ?
  Inoltre, pongo una domanda su quali saranno le ricadute di questo grande evento anche su tutto ciò che non è la città di Milano, con particolare riferimento alle altre province lombarde che saranno direttamente coinvolte dall'afflusso dei visitatori che interverranno all'Expo.
  Che interventi sono previsti al di fuori dell'area espositiva e che cosa si riuscirà a realizzare entro il 2015 ? In particolare, mi riferisco alla riqualificazione del sistema idrico dei Navigli, che coinvolge anche un'area più ampia di quella entro il confine della città di Milano, oppure al prolungamento delle linee metropolitane.
  L'ultima domanda verte sul discorso dell'organizzazione dei padiglioni per nazioni e per cluster di filiera. Chiedo se non sia necessario aprire una riflessione per capire se non ci possa essere l'opportunità di prevedere, se non è già previsto, uno spazio anche per la società civile e per i movimenti contadini al fine di discutere tutti i temi cui prima si faceva riferimento: sovranità alimentare, accesso alle risorse naturali, biodiversità, consumo consapevole e, quindi, Obiettivi del Millennio.

  LOREDANA LUPO. Ringrazio il Sottosegretario.
  Il tema su cui mi preme intervenire principalmente è quello dell'innovazione e della ricerca. Noto, infatti, che si chiede un'innovazione in agricoltura volta più che altro a fornire la capacità di aumentare la produzione agricola e che per fare ciò si avanza una pretesa legata a una genetica più spinta.
  A me non è ben chiaro il concetto, da questo punto di vista. Personalmente mi sono occupata di ricerca. Quando parliamo di qualità agroalimentare e di andare a spiegare alla popolazione qual è l'alimento più sano e più valido da utilizzare, mi sfugge questo tipo di concetto.
  Finora abbiamo adoperato un'agricoltura che si è basata su un'attività produttiva molto spinta, legata sia alla selezione genetica, sia all'introduzione di tutte quelle sostanze chimiche, naturali o meno, che mirano ad aumentare la produzione. Ciò non ha portato, in taluni casi, a un miglioramento della qualità agroalimentare.Pag. 13
  Mi domando, dunque, se questa genetica più spinta che noi intendiamo portare avanti sia rappresentata da un miglioramento degli incroci già esistenti, oppure se parliamo di OGM. Se parliamo del settore OGM e vogliamo promuovere la qualità agroalimentare, che, in questo momento, per quanto riguarda il nostro Paese, è fatta di realtà di nicchia, l'OGM, che tuttora non è seminabile sul nostro territorio e non ha inquinato i nostri territori, potrebbe rappresentare un problema.
  La mia perplessità è legata più che altro ad affrontare argomenti di questo tipo, in un'esposizione quale quella dell'Expo, che mira a promuovere un tipo di alimentazione del tutto differente.

  MINO TARICCO. Anch'io esprimo un sincero ringraziamento per il quadro che ci è stato rappresentato e per gli elementi che ci sono stati forniti, nonché per la disponibilità ad approfondire insieme questo evento così grande che caratterizzerà in modo tanto importante i prossimi tempi, non soltanto per il comparto agricolo, ma anche per tutto il Paese.
  Svolgo due considerazioni. Con la prima condivido il tema già posto prima, ossia che la preparazione di questo evento deve giocarsi a cavallo tra la sua realizzazione concreta e l'occasione per guardare in prospettiva a ciò che su questo comparto il nostro Paese vuole dire e, insieme ad altri, costruire.
  Dall'altra parte, credo che questa sia una straordinaria occasione per avviare una riflessione su come i temi che riguarderanno l'Expo incrociano e attraversano la nostra vita. Prima molti facevano riferimento alle questioni, che figurano anche nella sua relazione, relative all'impatto del cibo sulla vita delle persone, al rapporto cibo e ambiente, al tema della sostenibilità del cibo e a tutta una serie di temi etici, tra cui lo spreco e gli stili di vita.
  Su tutte queste questioni l'Expo sarà sicuramente, come lo sono i grandi eventi, un'occasione di incontro e di contaminazione reciproca tra i soggetti che parteciperanno per approfondire questi temi. Sarà anche, però, una straordinaria occasione per salvaguardare e valorizzare in quel contesto, consapevoli di ciò che noi abbiamo da dire su questi temi, alcune opportunità di prospettiva per il nostro Paese.
  Alla luce di questo quadro pongo due domande.
  Credo che sia evidente a tutti che in queste partite noi riusciamo a portare a casa un risultato se sappiamo dove vogliamo andare concretamente. Quali modalità lei pensa di mettere in campo, visto che siamo in sede di Commissione agricoltura, su questi temi per chiarirci su dove vogliamo andare ?
  Potrà sembrare banale, ma io non do per scontato che ci sia una visione univoca e condivisa su questi temi che attraversi il quadro agricolo di questo Paese e, complessivamente, il Governo. Credo che varrebbe la pena capire come ci attrezziamo, da oggi ad allora, per approfondire insieme e definire, per quanto possibile, una linea strategica condivisa.
  In secondo luogo, quale tipo di coinvolgimento e di rapporto c’è con il mondo agricolo su questi temi ? Di nuovo, credo sia un punto non banale e non scontato.
  Lo dico a maggior ragione alla luce di un'osservazione che è stata fatta: noi inizieremo prima di quell'evento il semestre nel quale avremo una responsabilità importante a livello europeo. Credo che il combinato disposto del semestre a nostra guida e dell'Expo ci conferisca, se abbiamo le idee chiare, una straordinaria opportunità di fare insieme qualcosa di buono per definizione in generale, ma in particolare per questo Paese.

  ALAN FERRARI. Molto rapidamente, ringrazio il presidente per averci concesso questa opportunità su un tema tanto nodale. Grazie a Maurizio Martina, a cui va anche il mio personale in bocca al lupo.
  Parto dai dati e dall'approccio del suo intervento, che mi sembra ci confermino le aspettative che ogni italiano pone sull'Expo, nonché la percezione che ognuno di noi ha rispetto a questa scadenza molto importante.Pag. 14
  Ritengo che facciano questo nei termini di quale sia la responsabilità internazionale, che richiamava prima il collega Fiorio, per l'Italia e per Milano, città che organizza un'esposizione internazionale su un tema nodale per lo sviluppo futuro della comunità internazionale e per i Paesi tutto il mondo, e di opportunità di sviluppo per il nostro Paese.
  Detto questo e, quindi, essendo questi i due elementi che mi sembrano rilevanti, a che cosa dobbiamo fare attenzione ? Svolgo alcune brevi considerazioni e contestualmente chiedo a Maurizio Martina alcune rassicurazioni.
  Per prima cosa mi riferisco al ruolo del Governo, che lui ha ricordato e anche molto bene. Non è banale il fatto che questo Governo, per la buona riuscita dell'esposizione, sia in grado di gestire questi due anni di lavoro. Se l'agenda, tanto significativa, è quella che ci è stata raccontata, non è irrilevante il fatto che sia questo Governo a portarci al semestre europeo e a condurre dentro il semestre europeo la battaglia dell'Expo.
  Da questo punto di vista, vorrei anche richiamare il fatto che fino a prima della costituzione di questo Governo i dubbi erano molto rilevanti rispetto alla capacità del nostro sistema Paese di rispettare gli impegni e i tempi affinché l'esposizione avvenisse esattamente come l'avevamo immaginata.
  Il secondo elemento è quello dell'attenzione a non macchiare in alcun modo questo evento, né durante la costruzione, né dopo. Mi riferisco al fatto che è più ampio di quanto non lo si creda il dibattito, anche in Lombardia, rispetto alla futura destinazione dei terreni e rispetto a una fase molto delicata, che ha visto voci su infiltrazioni varie.
  Io penso che, se noi davvero vogliamo giocare i due ruoli in questo evento, le due scommesse che ho richiamato prima – ruolo e responsabilità internazionale e occasione di sviluppo per l'Italia – non possiamo lasciare che ci sia alcuna macchia attorno a questo grande evento.
  L'ultima questione riguarda il tema dell'organizzazione e della concertazione con le diverse istituzioni. Mi pare che nel documento che è stato consegnato all'attenzione della Commissione siano immaginati anche alcuni precisi passaggi.
  Se questa deve essere un'occasione di rilancio e di sviluppo per tutto il sistema Italia, è corretto che siano coinvolte da subito e bene tutte le istituzioni, soprattutto le istituzioni locali, le regioni e le province, con uno sguardo particolare alle province che saranno contigue all'evento.
  Noi ci giocheremo anche sulla capacità di quelle province, mi riferisco in particolare a quelle lombarde e alla loro attrattività e alla loro capacità di organizzare la ricettività, la possibilità di avere molti di questi visitatori anche in futuro e di cogliere esattamente ciò che noi vogliamo che sia colto del nostro Paese e della sua specificità.
  Chiudo osservando che l'Expo si inserisce in uno snodo estremamente delicato per la vita del nostro Paese, un Paese che intravede grandissime opportunità rispetto a una via di sviluppo sostenibile, ma che si porta dietro, dalle culture amministrative del passato, anche molte fatiche. Si pongono i temi della sostenibilità versus il consumo di suolo e della valorizzazione delle tipicità versus una richiesta del mondo globale di una capacità di produzione di tipo industriale.
  È ovvio che, se noi riusciamo a far bene nel contesto dell'Expo e a pensare opportunamente a come discutere di questi temi, possiamo dimostrare ai cittadini italiani che un altro modo di pensare al consumo di suolo, di programmare urbanisticamente questo Paese e di valorizzare quello che abbiamo anche a fini turistici può essere la chiave di uno sviluppo alternativo a quello che abbiamo pagato in negativo in questi anni.

  GIAN PIETRO DAL MORO. Ringrazio anch'io il Sottosegretario Martina per l'illustrazione preziosa, corredata anche di dati e informazioni.
  Tengo a sottolineare la soddisfazione del Partito democratico per il fatto che questo Governo abbia istituito un sottosegretario all'Expo. Questo aspetto va valorizzato, Pag. 15perché conferma la scelta strategica del sistema Paese nei prossimi anni attorno alla manifestazione dell'Expo.
  Detto questo, concordo con l'intervento del collega Catania in riferimento al profilo culturale della manifestazione. Molti interventi che ho sentito, pur giusti e apprezzabili, hanno una dimensione nazionale. Noi siamo di fronte a un evento internazionale. I nostri argomenti, pur giusti, non possono trovare in una grande manifestazione mondiale la loro peculiarità o la loro piccola vetrina. Dobbiamo ragionare sui macrosistemi, questo è lo sforzo che gli organizzatori hanno fatto.
  Come diceva prima il collega Catania, la preoccupazione nostra, che credo coincida con il principale obiettivo del sottosegretario e del Governo nel suo insieme, è quella di trovare il posizionamento culturale del sistema Paese Italia all'interno di questa manifestazione. È questo il tema di fondo.
  Tradotto in una frase: che cosa vogliamo che i visitatori ricordino, quando se ne vanno, del nostro Paese ? È evidente, dalle informazioni che abbiamo, che lo sforzo in questi anni è stato tutto concentrato sulla parte di procedure e costruzione.
  Il problema, però, non è solamente partecipativo, non è solo di mettere insieme tante piccole realtà. Diceva un lombardo purtroppo defunto, per alcuni di noi padre e maestro, Martinazzoli, che tante piccole povertà messe insieme non fanno una grande ricchezza, ma una grande povertà.
  Il tema è proprio questo, ossia di fornire una visione. Diversamente, corriamo il rischio di mettere insieme tutta una serie di filiere della produzione, della distribuzione, dei territori e delle istituzioni, ma l'identità con la quale il Paese Italia emerge sul profilo culturale corre il rischio di essere appesantita.
  Da questo punto di vista – passo a una seconda osservazione – l'Expo è la manifestazione del sistema Paese e, quindi, l'opportunità di avere un sottosegretario, peraltro lombardo, mi induce a chiedergli di fare uno sforzo perché questa sia una manifestazione non solo lombardo-centrica.
  Il clima che oggi noi respiriamo, al di là di tutti gli studi, che io mi sono letto, del Piano strategico, è che, rispetto alle circonferenze di percorrenza e di fruizione, le città a 100 o 200 km da Milano avranno un ritorno in termini turistici. Tuttavia, si tratta di uno sforzo che dobbiamo fare tutti insieme. Altrimenti, il rischio è di sentire questa manifestazione, come sistema Paese, più lombardo-centrica che generale.
  Al Sottosegretario, che è di origini lombarde, chiedo, dunque, uno sforzo in più per creare le condizioni giuste. Voglio fare un esempio in merito, che rende l'idea della difficoltà esistente oggi, in questo momento. La presenza del sottosegretario è sicuramente utilissima in questa nuova fase.
  Se pensiamo al tema del coinvolgimento delle attuali grandi manifestazioni fieristiche dell'agroalimentare, vediamo che tali manifestazioni oggi sono ai margini. Io vengo da una città come Verona, che è la prima fiera agroalimentare in Europa. Vi si tengono tanti incontri, ma non c’è un tavolo. Si può pensare che la manifestazione mondiale non abbia un tavolo comune oggi con gli expertise che negli anni sono stati sviluppati ? Potrei citare Bologna, potrei procedere in giù e citare una serie di filiere di riferimento.
  Il tema è quello del profilo culturale e della dimensione. La scelta strategica di questo Governo di individuare un sottosegretario è tesa a creare una visione complessiva e a mettere insieme i tanti rivoli e le filiere che in questo momento correrebbero il rischio di essere marginalizzati.
  Per questo, presidente, il mio è un invito, rispetto alle audizioni programmate, a sentire, dopo il sottosegretario, il presidente del Padiglione Italia, la dottoressa Bracco, e il commissario unico, il dottor Sala. Partiamo da questo, prima di iniziare ad addentrarci nelle diverse questioni tematiche.
  Credo che – chiudo e mi collego con l'intervento del collega Catania – come Pag. 16Commissione agricoltura, e mi rivolgo anche al sottosegretario, non dobbiamo svolgere solo le audizioni, ma essere anche una parte propositiva all'interno del tavolo interministeriale. Secondo me, si deve trovare anche per le due Commissioni di Camera e Senato un ruolo attivo all'interno di quel gruppo.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Impiego pochi minuti, presidente. Intanto ringrazio il Sottosegretario Martina per le informazioni che ci ha voluto fornire e anche per come si è posto in Commissione.
  I numeri che ci ha fornito sono straordinari. Cito soltanto la possibilità di 200.000 posti di lavoro e il numero di padiglioni che verranno dedicati a Stati esteri. Si vede che non partiamo dall'anno zero e credo che un ringraziamento particolare vada rivolto anche al collega Catania, nella sua passata funzione di Ministro delle politiche agricole, perché ha voluto porre un'impronta anche agricola a un evento importante come l'Expo.
  In merito al tema «Nutrire il pianeta», è chiaro che questa deve essere un'occasione per tutti i settori dell'agricoltura italiana di esporre in questi padiglioni. Noi, però, dobbiamo anche cogliere l'opportunità per rilanciare il nostro made in Italy. Questa è l'occasione propizia sia per i prodotti di qualità, sia per i prodotti a coltivazione più estensiva.
  Credo che debba essere un'occasione vera per rilanciare e mettere al centro della nostra azione politica l'agricoltura. Mai come oggi l'agricoltura può essere un'occasione sia di creare reddito e posti di lavoro, sia di suggerire un'idea diversa dell'Italia, con un messaggio anche di benessere e di civiltà, un vero messaggio italiano.
  Feuerbach diceva che l'uomo e ciò che mangia. Io credo che il lavoro che dobbiamo fare noi sia anche quello di educare a un'alimentazione più sana. Comunicare l'evento e comunicarlo bene fin da ora è importante, ma credo che anche un lavoro educativo vada svolto insieme alle scuole italiane.
  Non sfugge a nessuno – nella precedente legislatura noi abbiamo svolto un lavoro sulla quarta gamma – che il lavoro debba partire dalle scuole, dall'educazione, dalla formazione. Credo che in questo debba rientrare il messaggio che abbiamo inviato alcuni anni fa sulla dieta mediterranea: rilanciare i prodotti italiani per quello che sono e per come vogliamo che l'Italia sia percepita all'estero.
  La ringrazio, signor Sottosegretario. La ringrazio veramente di cuore a nome del Partito democratico per quello che ha detto, ma soprattutto per quello che farà. Il fatto che il Governo abbia previsto, così come diceva bene il collega Dal Moro, una delega all'Expo significa che noi vogliamo partire da questo per comunicare dell'Italia un'immagine diversa da quella attuale.

  PRESIDENTE. Do la parola al sottosegretario Martina per la replica.

  MAURIZIO MARTINA, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015. Ringrazio voi di cuore per i contributi che avete fornito. Non riuscirò ovviamente a interloquire con tutte le sollecitazioni che sono arrivate, ma mi riprometto, riconfermandovi la mia disponibilità, di offrirvi ulteriori elementi di riflessione. Svolgo solo alcuni flash.
  Dal punto di vista dell'approccio, confermo che la riflessione proposta dall'onorevole Catania e ripresa poi dall'onorevole Dal Moro è, a mio giudizio, la riflessione di partenza per quanto ci riguarda. C’è stato un tempo in cui nella discussione pubblica l'Expo assomigliava a Italia 90. C’è stato un tempo in cui uno immaginava che l'esposizione fosse una sorta di grande evento dentro il quale si poteva provare ad agganciare qualsiasi cosa.
  Per fortuna, credo che quel tempo sia finito. Ci siamo più o meno tutti resi conto che stiamo parlando di un evento di carattere politico-istituzionale. Come veniva detto bene prima, questa non è una fiera. Certamente, ci sono gli elementi di esposizione e la strumentazione offerta all'utente che configurano un'esposizione, Pag. 17ma l'Expo non è una fiera. È un grande evento di carattere politico-istituzionale. Non a caso, il Bureau international des expositions (BIE) è un organismo che ha alcune caratteristiche: si vince o si perde se si è capaci di valorizzare un tema e di presentarlo.
  In merito alle sollecitazioni arrivate da alcuni interventi rispetto ad alcuni elementi del dibattito odierno su questioni legate ai nodi di sviluppo, agricoltura e alimentazione, confermo che l'Expo è la piattaforma dentro la quale noi dobbiamo aspirare a discutere di tutto ciò. Il tema vero è offrire un'organizzazione e un progetto coerenti, chiari ed evidenti, che consentano a tutte le energie di questo Paese e alle nostre relazioni internazionali che insisteranno su questo evento di discutere di tali temi.
  Il punto non è che un dato argomento va trattato e l'altro no. Secondo una logica coerente, secondo una mission che l'Italia deve darsi e che si sta dando, una filosofia di fondo rispetto a questo grande tema, si tratta di offrire la piattaforma ideale perché esploda una discussione pubblica su questi argomenti. Questo è il primo fronte.
  Ci sono poi i lasciti e i primo di essi è, anche in questo caso, di carattere politico-istituzionale. Se davvero riusciremo a formalizzare e a costruire un codice etico sugli sprechi, come abbiamo detto, nonché a definire che cosa può significare un impegno comune sulle politiche antispeculative e a delineare un programma di educazione alimentare coerente con l'analisi che facciamo dell'evoluzione globale di questo grande tema, quello sarà il primo lascito.
  C’è, poi, un lascito di carattere strumentale, che evidentemente insiste di più sul territorio che ospita, con tutti i rischi del caso. Quando parliamo di un'infrastruttura di questo tipo, parliamo anche di aspetti molto delicati.
  A proposito di cifre, gli investimenti pubblici, che ammontano a 1 miliardo e 300 milioni di euro, rappresentano il complesso delle risorse che si muoveranno per le infrastrutture dell'Expo. All'interno ci sono, per esempio, pezzi di investimenti infrastrutturali che esulano dal sito espositivo.
  Il Presidente Letta – finora non l'ho detto, ma lo ricordo in chiusura – per l'approccio che ha voluto dare fin dall'inizio del suo mandato, ha impresso un'accelerazione, a mio giudizio, cruciale e formidabile all'attenzione che il Governo italiano deve avere sull'Expo.
  Avremo un primo appuntamento vero per provare a fare un po’ di regia e di squadra sui contenuti il 1 luglio a Milano, con la conferenza che abbiamo organizzato, d'intesa con la Conferenza delle regioni e con il Ministero degli affari regionali, con i presidenti di regione. È chiaro che una delle chiavi di volta per rispondere al tema che l'Expo non sia lombardo-centrico, ma anzi esalti le relazioni tra i sistemi territoriali del Paese, è quella di ingaggiare un protagonismo vero delle regioni. In proposito esiste già un lavoro, per fortuna, in parte istruito. Noi dobbiamo perfezionarlo, accelerarlo e sistematizzarlo, ossia fornirgli una cornice univoca.
  Aggiungo anche, proprio perché credo che sia importante affermarlo, che ci sono segnali, dal lato delle regioni del Sud, molto interessanti. Oserei dire che sono più interessanti i segnali che arrivano dalle regioni del Sud che non da altre parti, nel senso che c’è un livello, a mio giudizio, di sperimentazione e di elaborazione che può essere veramente di assoluto valore.
  Noi stimiamo 20 milioni di visitatori, ma circa 12-13 milioni vengono ipotizzati dentro i confini nazionali. È evidente che si deve muovere un Paese e che non si può muovere solo l'intorno delle province lombarde. Si deve muovere un Paese e in merito la connessione tra regioni, grandi città e filiera turistico-culturale rappresenta la chiave di volta del tema partecipazione all'evento.
  È evidente a tutti, per esempio, che i visitatori che arriveranno da fuori dovranno venire in Italia non solo per l'Expo. Potranno fare anche l'Expo, dovranno fare anche l'Expo, ma non potranno venire solo per quello. Noi ci dobbiamo candidare a Pag. 18offrire loro un percorso nell'Italia dei mille territori che tocchi anche l'Expo, ma che vada anche altrove. Su questo siamo impegnati.
  Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma credo di dover terminare a questo punto. L'unico aspetto che voglio riconfermare è l'assoluta attenzione all'intreccio di questo lavoro con il sistema formativo italiano. Non ne ho parlato molto, e me ne scuso, ma dovete sapere che c’è anche un'azione ben impostata dal lato del Ministero dell'istruzione e dell'università. Sia in sede centrale, sia in sede periferica ci sono già alcuni referenti sul progetto e percorsi chiari di sviluppo di questa iniziativa. Questo, secondo me, può essere uno dei tanti elementi su cui far leva per la buona riuscita dell'evento.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Martina e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10,50.

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ALLEGATO

Documento consegnato dal Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali con delega per l'Expo Milano 2015, Maurizio Martina.

  

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