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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 11 settembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI NAZIONALI CON RIFERIMENTO ALL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI MILANO 2015

Audizione del vice sindaco di Milano, Ada Lucia De Cesaris.
Sani Luca , Presidente ... 2 
De Cesaris Ada Lucia , Vice sindaco di Milano ... 2 
Sani Luca , Presidente ... 5 
Carinelli Paola (M5S)  ... 5 
Sani Luca , Presidente ... 6 
Cova Paolo (PD)  ... 6 
Cenni Susanna (PD)  ... 7 
Benedetti Silvia (M5S)  ... 7 
Sani Luca , Presidente ... 7 
Ferrari Alan (PD)  ... 8 
Tentori Veronica (PD)  ... 8 
Russo Paolo (PdL)  ... 9 
Mongiello Colomba (PD)  ... 9 
Bordo Franco (SEL)  ... 10 
Sani Luca , Presidente ... 10 
De Cesaris Ada Lucia , Vice sindaco di Milano ... 10 
Sani Luca , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA SANI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del vice sindaco di Milano, Ada Lucia De Cesaris.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Esposizione Universale di Milano 2015, l'audizione del vice sindaco di Milano, Ada Lucia De Cesaris.
  Saluto la nostra ospite, che ringrazio per essere qui in rappresentanza del comune di Milano, ricordando che il sindaco Pisapia non ha potuto essere presente per sopravvenuti e non rinviabili impegni.
  Accompagnano il vice sindaco il dottor Enrico Murtula, componente dello staff, e Ilaria Bartolozzi, addetta stampa.
  Prima di dare la parola al vice sindaco, vorrei sottolineare che la sua audizione, che fa seguito a quella del sottosegretario con delega all'Expo, Maurizio Martina, e del commissario generale di sezione per il Padiglione Italia, dottoressa Diana Bracco, ha lo scopo di consentire alla Commissione di acquisire una più compiuta conoscenza delle questioni essenziali che l'evento dell'Expo implica per quanto di nostra competenza e nei limiti di azione delle istituzioni responsabili.
  Do perciò la parola alla nostra ospite, all'intervento della quale, naturalmente, potranno seguire le domande dei colleghi.

  ADA LUCIA DE CESARIS, Vice sindaco di Milano. Buonasera a tutti. Abbiamo cercato di predisporre una relazione tenendo conto dei quesiti che la Commissione ha posto all'amministrazione. Nella scelta della delega da parte del sindaco, l'individuazione della mia persona non è avvenuta solo perché sono il vice sindaco, ma anche perché sono l'assessore con delega specifica all'agricoltura.
  Per quanto riguarda Milano, dobbiamo ricordare che è una città a forte carattere rurale, di cui poco si parla. È la seconda città agricola italiana. Il riconoscimento di questa caratteristica rurale e, comunque, l'evidenziazione della caratteristica agricola, ha avuto un suo momento importante con l'istituzione del Parco agricolo Sud Milano, oggi sicuramente una realtà agricola di rilievo nazionale, ma non solo. Il riconoscimento di questa presenza e di questa capacità di espressione nell'ambito dell'agricoltura della città è confermato anche nel progetto dell'Expo 2015.
  Nell'ambito di questo progetto, il comune di Milano si presenta subito dopo aver organizzato e costituito, insieme a regione e provincia, il distretto agricolo rurale milanese, che ha visto e vede come suo punto di riferimento il consorzio del distretto agricolo milanese (DAM).
  Il consorzio ha elaborato un piano strategico di sviluppo urbano rurale milanese, riprendendo i quesiti che questa Commissione ha posto all'amministrazione, proprio al fine di rafforzare la qualità della sicurezza dell'alimentazione, Pag. 3la sicurezza di avere il cibo, la sufficienza per vivere nella certezza di consumare cibo sano e acqua potabile.
  Il progetto è quello di una Milano metropoli rurale, con cui la città si accinge a partecipare anche all'iniziativa dell'Expo, colloquiando con le società distrettuali, più in generale cercando di realizzare una strategia condivisa che metta in rete tutte le imprese agricole, le piattaforme distributive, il commercio locale, la media e la grande distribuzione, cercando di rendere possibile la comunicazione anche con i gruppi di acquisto solidale, le realtà locali che si vanno realizzando e la grande distribuzione commerciale.
  Credo che sia importante fornire alcuni dati con riferimento all'agricoltura di Milano. Milano è la quinta provincia agricola della Lombardia, con circa 65.238 ettari coltivati, di cui 46.000 nel Parco agricolo Sud. Vi sono 1.200 stalle con più di 100.000 bovini e una produzione annuale che vale circa 419 milioni di euro.
  Tutte le aziende agricole milanesi sono altamente specializzate con un orientamento tecnico-economico soprattutto verso il seminativo e il cerealicolo zootecnico, anche con riferimento al latte e ai pascoli. Sicuramente, l'allevamento bovino oggi è quello più diffuso. Si sta lavorando per la creazione di mercati che non rispondano soltanto alle esigenze, necessarie per la sopravvivenza di questa agricoltura, della grande distribuzione, ma che si affaccino a Milano e nella sua provincia per trovare momenti di autonomia economica.
  Il progetto di Milano metropoli rurale, con cui la nostra città si va a presentare e sta colloquiando nel rapporto di iniziative con l'Expo, tende a un consolidamento dell'attitudine produttiva di tutto il territorio coltivato. Si sta cercando di lavorare a una diversificazione della produzione agricola, anche per cercare di rispondere meglio alla domanda locale, che sta, evidentemente, cambiando, con l'incremento della capacità di trasformazione nel luogo in cui sono le aziende, le attività dei prodotti, l'adeguamento delle strutture aziendali alla normativa vigente, e quindi per avere strutture aziendali competitive, l'aumento della capacità ricettiva. Non si parla, quindi, solo di produzione agricola, di mercato, ma anche capacità di ospitare, di far conoscere le caratteristiche dell'agricoltura milanese a chi viene e verrà, in particolare, per l'iniziativa dell'Expo.
  A questo stiamo aggiungendo un progetto per la commercializzazione dei prodotti agricoli, che vuole riconoscere quelli della realtà milanese, con una particolare connotazione della produzione agricola del Parco Sud, sul quale stiamo lavorando anche con alcuni soggetti che si occuperanno di tutta la parte della commercializzazione per l'Expo, proprio per avere una propria individuazione, un proprio luogo e presentarsi come l'agricoltura milanese con la tipicità della produzione milanese, naturalmente senza escludere la rete con altre realtà limitrofe. A questo lavoro stiamo affiancando anche interventi e obiettivi di riqualificazione del paesaggio ambientale. Vogliamo presentarci all'Expo non soltanto con la nostra realtà agricola, la nostra produzione, le nostre aziende anche rinnovate, ma anche offrendo un disegno paesaggistico, cercando di far conoscere, dal punto di vista paesaggistico e territoriale, una realtà straordinaria e assolutamente poco conosciuta.
  Milano è veramente un caso speciale, da questo punto di vista, di realtà urbana, rurale e agricola che si integra e si completa, senza soluzione di continuità. Finisce il tessuto urbano consolidato e iniziano degli spazi agricoli veri e propri, che, se non si conoscono, perde impediscono di conoscere gran parte della caratterizzazione della città.
  Sempre nella prospettiva dell'Expo, e quindi anche nel progetto di riqualificazione paesaggistico-ambientale, abbiamo attivato un progetto di recupero, rinnovamento e riutilizzo delle cascine rispetto, alle attività agricole esistenti e di recupero delle cascine abbandonate per far sì che in esse possa localizzarsi nuova attività agricola o sociale e turistica, che possa combinarsi con le attività già esistenti.
  Per quanto riguarda il recupero del paesaggio rurale, abbiamo già alcune realtà importanti e, nell'ambito del Parco Pag. 4agricolo Sud, vi è la costituzione del Parco agricolo urbano del Ticinello, il Parco urbano della Vettabbia, una realtà molto interessante dal punto di vista paesaggistico-ambientale. Esiste, inoltre, il progetto di riapertura dei Fontanili, la riqualificazione della Valle del Lambro, la valorizzazione paesistica e culturale della Valle dei Monaci, che prevede un collegamento diretto con la realtà milanese.
  Stiamo lavorando a questi progetti insieme all'Expo perché il sistema delle compensazioni ambientali sta aiutando e incentivando Milano a organizzare una serie di iniziative che aiutano gli interventi di cui ho detto poc'anzi.
  La città ha anche avviato un progetto molto interessante relativo all'alimentazione legata all'agricoltura, ossia quello degli orti urbani. Esiste una particolare attenzione, vocazione, della città all'utilizzo degli orti urbani, non più soltanto legata alle attività degli anziani, ma anche alle scuole, ai giovani e alle famiglie. Stiamo mettendo e abbiamo messo a sistema con il progetto «Coltivami», un progetto di orti anche con un obiettivo di comunicazione ed educazione alimentare verso il cibo sano e conosciuto.
  Un altro dei quesiti era connesso all'innovazione della filiera alimentare. Si faceva riferimento all'innovazione con la ricerca, la tecnologia e l'impresa. Milano partecipa al «Food Planning and Innovation for Sustainable Metropolitan Regions» proprio per individuare l'impronta ecologica del consumo di cibo da parte della città e i suoi impatti socio-economici ambientali.
  È in corso anche un progetto, nel quale il quale comune è ricompreso, che vede come capofila il Dipartimento di produzione vegetale dell'università degli studi di Milano nell'ambito della cosiddetta «Bioregione». Si tratta di promuovere uno sviluppo locale sostenibile mediante l'organizzazione territoriale della domanda e dell'offerta dei prodotti alimentari attraverso il sistema dei consumi collettivi. Stiamo organizzando, accanto a quella degli orti, iniziative di mercati gestiti e connotati dal punto di vista agroalimentare, connessi anche a nuove forme di commercio.
  Abbiamo avviato un rapporto molto stretto con Milano Ristorazione, la società che fornisce il cibo a gran parte delle strutture collettive milanesi, circa 80.000 pasti quotidiani, proprio per introdurre nelle scuole, nelle strutture sanitarie e sociali modalità di consumo e di alimentazione diversa, che abbiano attenzione non solo, appunto, ai problemi connessi alla qualità del cibo, ma anche a quelli connessi alla salute della collettività.
  Anche per quanto riguarda la biodiversità e con il collegamento all'ambiente, abbiamo fatto alcune scelte importanti nel Piano del Governo del Territorio (PGT) con la creazione della rete ecologica, l'adesione al parco locale di interesse sovracomunale della media Valle del Lambro e l'attivazione di una serie di interventi di riqualificazione paesistica che hanno come obiettivo una particolare attenzione proprio ai fenomeni di biodiversità, di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema.
  Sotto questo profilo, dobbiamo ricordare ancora una volta il progetto del Parco del Ticinello e alcuni importanti progetti avviati anche con il finanziamento della Fondazione Cariplo, tra cui il progetto delle «Rotaie Verdi», che vede il recupero di alcune parti del territorio con attenzione all'ecosistema e alla biodiversità. Stiamo lavorando anche, per quanto la competenza comunale sia limitata, al problema delle acque in rapporto all'impoverimento ittico dei fiumi. Abbiamo due grandi esperienze che possiamo riferire al riuso a fini irrigui delle acque depurate. Il modello che è stato creato a valle dell'attività dell'impianto di depurazione di Milano Nosedo è sicuramente straordinario. Non solo abbiamo raggiunto un ottimo livello di depurazione, ma riusciamo oggi a riutilizzare le acque a uso irriguo per molta parte dell'area agricola di cui ho detto. La stessa funzione irrigua è oggi svolta anche dall'impianto di depurazione di Milano San Rocco.
  Un altro progetto di recupero e di nuovo rapporto con l'acqua è connesso all'idea di riapertura della cerchia interna dei Navigli all'esito di un referendum che la città ha recepito. Non è ispirato solo da Pag. 5ragioni estetiche, ma proprio dalla volontà di riaprire e di cominciare a lavorare sul sistema idrico milanese anche con un'attenzione all'uso delle acque a fini commerciali, sempre nell'ottica di una sostenibilità maggiore della città.
  Non possiamo non inserire nei progetti fortemente connessi all'Expo con riferimento all'attenzione ai fiumi e all'acqua, la valorizzazione della Darsena, ossia la ricostruzione e la riqualificazione dell'antico porto di Milano, con il recupero e il restauro di importanti manufatti idraulici, che hanno anche valenza monumentale.
  Allo stesso modo, dobbiamo far riferimento all'esperienza e al progetto delle Vie d'Acqua che, oggetto spesso di dibattito e di contestazione, rischiano di non far emergere una funzione importante proprio dal punto di vista della loro capacità di riconnettere l'irrigazione al reticolo idrico esistente, facilitando così l'irrigazione per una grande parte di area agricola.
  Per quanto riguarda le politiche più connesse allo stile di vita e alla volontà, in qualche modo, di introdurre obiettivi di vita sana e di migliore alimentazione, oltre al progetto di Milano Ristorazione, di cui abbiamo parlato, con l'assessorato allo sport è stata attivata una serie di iniziative con la scuola e con i grandi centri sportivi, che portano lo sport, la vita attiva, per i giovani e le persone anziane in modo organizzato anche nelle aree verdi, nei grandi parchi, e comunque con un'apertura delle scuole anche negli orari pomeridiani.
  Insieme a Milano Ristorazione e al Distretto Agricolo Milanese, abbiamo anche iniziato una campagna di sensibilizzazione rispetto alla necessaria conoscenza di cosa sia il cibo e di quale sia il ciclo di creazione del cibo, quindi di educazione su ciò che si mangia, nelle scuole elementari.
  Nell'ambito di questo progetto, c’è quello delle Cascine aperte, che portano a conoscenza dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie cosa significa un'azienda e un'attività agricola. In una città come Milano non è facile, i bambini ancora si stupiscono di vedere dei polli con le piume e che camminano perché hanno visto i polli soltanto nei supermercati o dai macellai. Questo progetto è animato anche dalla volontà di ricondurre a un'educazione alimentare sana, fatta di cibi di cui si conosce la provenienza, la capacità di alimentazione, e quindi l'individuazione dei possibili rischi.
  Alla fine di questo percorso, c’è la partecipazione di Milano a strategie internazionali, sempre nell'ottica dell'Expo e insieme all'Expo. L'ufficio di cooperazione del comune di Milano partecipa a una serie di iniziative di livello internazionale per le buone pratiche della salute, per il sostegno ai problemi dell'acqua e della carenza di cibo.
  L'obiettivo è di rendere Milano non più soltanto un partner finanziatore, ma partecipatore, con progetti specifici. In questo senso, stiamo lavorando con l'Expo perché gli esiti di alcuni di questi progetti o, comunque, i contenuti di alcuni di essi saranno al centro delle attività che vorremmo dedicare all'Expo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il vice sindaco e do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLA CARINELLI. Siamo dispiaciuti che non possa essere qua il sindaco Pisapia. Avremmo voluto poterci confrontare finalmente con lui in quanto a Milano non è stato possibile. Uditi forse, ascoltati è un'altra cosa.
  La ringraziamo comunque della sua relazione, anche se, più che una relazione, ci sembra uno spot elettorale. Ha parlato molto di quanto Milano sia una città agricola: peccato che abbia dimenticato di ricordare o di far presente a chi non conosce non ne è al corrente in questa Commissione quanto Milano sia anche una città cementificata, quanto cemento ci sia a Milano e in tutta la zona dell’hinterland milanese.
  Ha menzionato il Parco Sud, ma, visto che stiamo ponendo delle domande, vorrei chiederle come mai il comune di Milano, nei mesi scorsi, al voto nell'associazione dei comuni del Parco Sud, ha votato, per le zone di Vignate e Rosate, a favore di Pag. 6una cementificazione, rispettivamente, di 50.000 e 100.000 metri quadrati. Questo non mi sembra proprio un concetto di tutela delle aree agricole e del Parco Sud in generale.
  A proposito delle Vie d'Acqua, o Via d'Acqua, a seconda di come vogliamo chiamarle, ha spiegato che possono aiutare le coltivazioni e l'irrigazione: due metri cubi di portata al secondo ci sembrano un po’ poco per aiutare i campi agricoli.
  Credo che il sistema di Vie d'Acqua già esistente, se fosse stato risistemato, sarebbe stato ampiamente all'altezza della situazione. Anziché sistemare, invece, e rimettere in sesto quanto già esisteva, si è preferita una realizzazione ex novo. Anche su questo abbiamo delle perplessità e le chiediamo come mai si sia preferito un sistema ex novo alla risistemazione della rete dei navigli già esistente.
  Infine, un'ultima perplessità riguarda il tema dell'Expo «Nutrire il pianeta»: ci chiediamo come sia possibile conciliare questo tema con quello che, invece, si sta facendo, cioè un'opera di cementificazione. Sono stati presi dei terreni agricoli appena fuori Milano, trasformati in terreni edificabili, quindi è stato consumato del suolo agricolo in una zona in cui comunque il terreno agricolo verde era già molto scarso.
  Alla zona dell'Expo vanno aggiunte, inoltre, anche tutte le opere che le sono collegate, come la Brebemi, la Pedemontana, il TEM, autostrade e tangenziali, per chi non lo sapesse, con molte corsie che a devasteranno anche la zona del parco agricolo che ha menzionato.

  PRESIDENTE. Ringrazio la collega, ma mi permetto di ricordare che siamo in Commissione agricoltura e che l'indagine che abbiamo promosso rispetto all'Expo è relativa ai temi di interesse di questa Commissione. Naturalmente, è legittimo sollevare questioni che riguardano l'urbanistica o altri temi che afferiscono al gestione del comune di Milano, ma ciò non rientra nelle nostre competenze.
  Vorrei evitare che la discussione tra noi e, soprattutto, anche nella replica del vice sindaco, prenda direzioni che non sono di interesse di questa Commissione. Naturalmente, se vogliono, i colleghi possono interloquire con il comune di Milano in altra sede, sempre di carattere parlamentare.

  PAOLO COVA. Vorrei ringraziare il vice sindaco De Cesaris per la presentazione e anche per l'impegno che profonde per l'Expo. Le faccio tanti complimenti.
  Vorrei sottolineare alcuni aspetti tra quelli cui ha accennato, in particolare il Distretto agricolo milanese, a mio avviso un'iniziativa, una proposta del comune di Milano molto importante, soprattutto in vista di quest'Expo. Dà, infatti, la possibilità di recuperare, mantenere e valorizzare quelle aree agricole che fanno parte del comune di Milano in termini di recettività, di impegno agricolo.
  In un momento in cui l'Expo tratta proprio il tema dell'agricoltura e dell'alimentazione, credo che puntare all'obiettivo di mantenere gli agricoltori nelle proprie cascine e permettere loro di continuare a lavorare, garantendo del reddito, sia la dimostrazione di un segnale forte da parte del comune di Milano con questo progetto.
  L'altro aspetto che mi sembra importante è proprio quello del recupero delle cascine, di cui Milano è ricca. Chi conosce il territorio del comune di Milano – fuori ce ne sono tantissime abbandonate – sa che ha diverse cascine, che avevano perso in questi anni qualsiasi significato e stavano anche ponendo un problema di ordine pubblico. Anche impegnarsi nel recupero e nel riuso di queste cascine è, secondo me, fondamentale.
  Proprio riguardo a questo tema, credo che, per l'azione del comune di Milano, dall'amministrazione Pisapia e, in particolare, dell'assessore De Cesaris sul Piano di governo del territorio e sulle aree agricole del comune, il grosso scontro degli anni scorsi abbia aiutato tantissimo a mantenere queste aree agricole del Parco agricolo Sud, come non avveniva in precedenza. Si è trattato di azioni compiute proprio in quest'ottica e con questa lungimiranza.Pag. 7
  Mi permetto, presidente, di derogare a quanto ha detto, ma solo per precisare che quello di Vignate è un intervento che trasporta su ferro il trasporto su gomma: se, a questo punto, non si vuole più neanche il trasporto su ferro, chiedo su che cosa trasporteremo le merci.

  SUSANNA CENNI. Intervengo brevissimamente per ringraziare il vice sindaco di questa presenza e anche per le caratteristiche del suo intervento, che mi sento davvero di sottolineare positivamente.
  In questa Commissione, infatti, abbiamo già avuto altre audizioni sulla materia, sull'evento e, almeno per me, questa è la prima occasione in cui davvero sento un intervento che si concentra sul tema dell'Expo e non tanto sulla vocazione urbanistica, sull'organizzazione dei padiglioni. Lo ritengo infinitamente più interessante per questa Commissione.
  Devo dire anche che ascolto con grande piacere per la prima volta dalle parole del vice sindaco il senso di una grande attenzione concreta ai temi del cibo, quindi in una sintonia delle politiche dell'amministrazione comunale con la vocazione e gli obiettivi che l'Expo si è dato, che è poi la ragione per la quale credo l'Italia si sia aggiudicata la possibilità di organizzare questo grande appuntamento.
  Mi sembra di aver raccolto, da quanto ci ha illustrato – immagino che avremo anche modo di leggere con più calma il suo contributo – anche una grande attenzione dell'amministrazione a un tema per molti di noi di grande interesse, che riguarda tutto quel nuovo civismo che si sta formando, soprattutto nelle grandi città, ma non soltanto, attorno ai temi della produzione di cibo, quindi della produzione agricola, dell'accorciamento della filiera e della costruzione di sistemi locali proprio attorno alla questione del cibo.
  I dati che ci ha riportato sull'organizzazione delle mense, ma non soltanto, ci testimoniano che questa tematica e questi sistemi economici locali sono costruibili e concretizzabili non solo nelle piccole realtà rurali del nostro Paese, ma credo ci diano anche una piattaforma di grande riflessione più complessiva, oltre al tema del risparmio idrico. Mi sembra di aver letto che il vostro comune è stato tra i primi ad aderire al programma lanciato dal professor Segrè, Last minute market, sullo spreco di cibo. Vedo, dunque, una filiera che si concretizza attorno a questi temi.
  Ha anche parlato degli orti urbani e quant'altro.
  Vorrei porre due brevissime questioni e concludere. È vero, Milano è il secondo grande comune dopo Roma dal punto di vista rurale: quali sono i vostri progetti anche rispetto all'utilizzo dell'area dove avverrà l'Expo a questo fine ?
  Su questo, abbiamo letto moltissime polemiche, soprattutto antecedenti all'insediamento della nuova amministrazione comunale, rispetto a chi pensa che quell'area debba essere a prevalente vocazione urbanistica per la costruzione di nuovi edifici e chi pensa che, invece, possa essere un'occasione per allargare questa cintura dal punto di vista agricolo e rurale.
  L'altra questione riguarda le potenzialità che proprio attorno all'Expo e alla tematizzazione delle questioni di cui stiamo discutendo stamani può provocare una ricaduta sui produttori della cintura: esistono, da questo punto di vista, progetti di interesse ?

  SILVIA BENEDETTI. Intervengo soltanto per una precisazione al riguardo dell'intervento dalla collega Carinelli. Forse non si è capito, ma il problema di fondo è: in che modo, se si continua a urbanizzare, conciliamo la tutela dell'agricoltura ?
  Non sono due questioni separate, il mondo non funziona a compartimenti stagni. Mi sembra assolutamente logico quanto sottolineato dalla collega. Si parla, parliamo di agricoltura: come vogliamo tutelare l'agricoltura se costruiamo, cementifichiamo e togliamo terreni all'agricoltura ?

  PRESIDENTE. Non voglio polemizzare, ma basta rileggere il testo che ha autorizzato quest'indagine conoscitiva per capire quale sia l'oggetto della nostra discussione.

Pag. 8

  ALAN FERRARI. Intervengo solo per precisare che la posizione del Partito Democratico, almeno per quanto mi riguarda, è di apprezzamento della testimonianza offerta oggi dal vice sindaco di Milano, che ringrazio.
  In effetti, nelle scorse audizioni, ci eravamo occupati prevalentemente di capire se il grande processo dell'Expo, cioè la macchina organizzativa, si fosse messa in moto e se in quest'operazione si fosse fatta un'attenta verifica di tutti quei dubbi che l'avevano, ahimè, caratterizzata per molto tempo.
  In realtà, sono arrivate già allora diverse sollecitazioni affinché tutti gli interlocutori istituzionali tenessero conto che il tema dell'Expo, cioè la questione di merito, doveva diventare centrale nel più breve tempo possibile e che bisognava dare per assodate quelle certezze, e cioè che non ci fossero problemi, soprattutto non ci fosse macchia alcuna sull'evento.
  Mi pare che la testimonianza di oggi apra proprio una fase diversa, e cioè ci consenta a mano a mano di entrare in quello che dovrebbe essere anche lo spirito con cui ci avviciniamo a questa scadenza, di grande coinvolgimento nel contesto e nella manifestazione di per sé, un grande momento di passione tutto il Paese. Il Paese ha, infatti, nell'agricoltura e in tutto il mondo legato alla nutrizione uno dei suoi asset principali.
  Mi pare rilevante che, tra l'altro anche facendolo senza polemica rispetto al passato, al contrario in continuità con alcuni progetti presentati dall'amministrazione provinciale, per cui in modo abbastanza silenzioso, il comune di Milano abbia avviato in questi ultimi mesi un'attenta riflessione su come la città debba interagire con questo evento, a partire da alcune sue caratteristiche.
  Mi pare rilevante ciò che è stato ricordato dal vice sindaco e che forse sfugge all'attenzione del Paese tutto, e cioè che Milano è soprattutto una città di acqua grazie alla presenza storica dei navigli, ahimè un po’ soffocata nel corso della storia, ma ancora rivalutabile. D'altro canto, la presenza di un parco agricolo, il Parco Sud, è una testimonianza estremamente importante di come, nel corso del tempo, ci si sia difesi proprio da quanto sottolineato prima, e cioè da tentativi di urbanizzazione selvaggia nella cintura di Milano.
  Per queste ragioni, colgo con favore la testimonianza di oggi e, se questo continuerà a essere l'atteggiamento della città che ospita, prima di tutti noi, questo evento, mi pare che si possa con molta serenità aprire questa fase 2.
  Questa consentirà a tutti di riflettere ulteriormente su cosa significhi essere veramente partecipi di un evento che tocca così in profondità le nostre caratteristiche italiane. Come evidenziavo, infatti, l'agricoltura, tutto il tema del nutrire e tutto ciò che rappresenta la bellezza del nostro Paese sono fortemente integrati in questo momento in cui ospitiamo il pianeta.

  VERONICA TENTORI. Ringrazio il vice sindaco e anch'io mi associo ai complimenti. Giudico, infatti, positiva l'attivazione della serie di progetti che ci ha illustrato quest'oggi, che vanno dalla pianificazione delle politiche agricole, che si stanno mettendo in campo in vista di questo evento, a un disegno del paesaggio del territorio, al recupero delle cascine, fino ad arrivare agli orti urbani e all'educazione alimentare.
  Penso che l'Expo debba rappresentare l'occasione – mi sembra che questo spirito sia stato colto dall'amministrazione comunale – per guardare oltre il 2015 e capire, appunto, quale orientamento il territorio milanese, ma l'intera regione e tutto il Paese Italia, deve assumere in ambito agroalimentare.
  Non può che trattarsi di un rilancio dell'economia e dell'occupazione, che vede come settore strategico, appunto, quello agroalimentare, legato giustamente, come si sottolineava, anche ai progetti citati, al turismo e alla ricettività. Quale occasione migliore dell'Expo 2015 per iniziare a tracciare questo percorso che mi sembra sia quello che si sta intraprendendo ?
  Colgo l'occasione per porre una questione relativa alle potenzialità che questo Pag. 9evento potrà avere nella regione nel suo complesso per il rilancio del settore agroalimentare. Riguarda i modi in cui ci si sta muovendo, visto che Milano è capoluogo di regione, per coordinarsi nell'attuazione di questa serie di progetti messi in campo anche con i territori periferici, gli altri capoluoghi di provincia, che comunque saranno coinvolti in maniera diretta anche dai flussi di visitatori coinvolti dall'evento.

  PAOLO RUSSO. Ringrazio il vice sindaco di Milano, che con garbo ha offerto un'appropriata valutazione a questa Commissione e di cui apprezzo ancor di più il taglio non provinciale che marca anche una naturale continuità istituzionale rispetto a una vicenda che va ben oltre il comune di Milano e il livello nazionale.
  Mi permetto, in questo senso, di domandarle quali iniziative il comune di Milano ha messo in campo nella rete dei grandi comuni, delle grandi città del nostro Paese, se ha ritenuto e voluto mettere in campo un'iniziativa che coinvolgesse le più grandi città del nostro Paese in questo evento, in una filiera tutta di tipo comunale e, in questa chiave, se e come la filiera agricola nazionale può trovare, anche attraverso il comune di Milano, una prospettiva non solo dal punto di vista delle produzioni e dei numeri, ma anche da quello del modello sociale da offrire anche come risultato di questo straordinario evento.

  COLOMBA MONGIELLO. L'intervento del collega Paolo Russo mi stimola nello stesso senso, e cioè di ricordare che stiamo parlando di un Expo che è l'unica edizione europea dell'ultimo ventennio. Significa che si tratta di un'operazione molto complessa, che porterà benefìci economici enormi, 1,5 miliardi di euro di investimento da parte del Governo, mentre si prevedono 5 miliardi per quel che riguarda il settore turismo. Parliamo, quindi, di numeri veramente notevoli, 130 Paesi rappresentati e addirittura 60 con un proprio padiglione e un proprio investimento.
  In questo enorme spazio, avremo nove cluster. Ho visto il plastico, la rappresentazione, mi sono documentata, ho partecipato la scorsa settimana alla presentazione alla sala stampa estera dell'intero progetto: abbiamo dei cluster generali per filiere, giusto per indicare la strada che diceva il collega Russo, e poi il padiglione Italia, dove metteremo in gioco tutte le nostre eccellenze italiane.
  Parliamo di 20 milioni di spettatori, di cui si prevede un terzo dall'estero e due terzi dall'Italia: come metteremo in rete anche i comuni, le esperienze di questi Paesi, non solo le filiere produttive ? Capisco bene che, in qualità di vice sindaco di Milano, non è interessata, ma come il comune di Milano sta partecipando anche all'organizzazione logistica degli eventi ?
  Si fa riferimento spesso al fatto che Milano è anche cuore della intermodalità, degli spostamenti, per cui un turista viene all'Expo, può arrivare a Torino, a Milano e così via: abbiamo, però, infrastrutture come Fiumicino, per citare un esempio, totalmente disattrezzate ad accogliere milioni di persone.
  Chiedo al vice sindaco di Milano, ma l'avrei detto anche a Giovanni Sala, se fosse venuto, o ad altri: come mettiamo a sistema anche le intere strutture di questo Paese ? Il visitatore dell'Expo non necessariamente arriva subito a Milano: come mettiamo a valore cibo, turismo, territorio, tutte le categorie che entrano in gioco nella caratterizzazione dell'Expo ?
  Ripeto un'obiezione che ho già mosso in una precedente occasione: non vorrei che ciascuna parte lavorasse soprattutto per comparti stagni e non si cogliesse il disegno generale dell'intera operazione Expo. Ecco perché cito l'enormità dei numeri. È ovvio che ci si aspetti molto anche da questi 20 milioni di spettatori che non avranno solo il cuore nell'Expo, ma ovviamente potranno utilizzare una rete di servizi nazionali che dovremo potenziare.
  Come mettiamo in rete, ad esempio, i ristoranti e le associazioni italiane nel mondo ? Come la città di Milano lavora anche insieme all'organizzazione dell'Expo perché questo sistema possa funzionare e accogliere al meglio i visitatori ?

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  FRANCO BORDO. Sarò breve perché la collega Mongiello ha già sviluppato il tema. Io vorrei, però, farlo da deputato lombardo. Penso che, per essere chiari, quanto sostenuto dall'onorevole Mongiello non debba essere letto come una rivendicazione. Parlo positivamente, in sostegno di ciò che ha detto.
  La sollecitazione che vorrei portare non è una critica ai nostri interlocutori in queste audizioni. Tuttavia, una maggiore attenzione sarebbe necessaria. Anche il comune di Milano è un socio importante dell'Expo 2015, oltre che essere il socio che ospita la rassegna: mi è sembrato di leggere un certo ritardo per quanto sollecitato da altri colleghi, in ultimo l'onorevole Mongiello, a proposito della messa a sistema del Paese che ospita l'Expo 2015.
  Da deputato lombardo, aggiungo che porto una testimonianza di soggetti istituzionali e non solo, anche di privati, industriali, agricoltori, delle province della bassa Lombardia, che – mi esprimerò così, vice sindaco – si sentono ancora poco coinvolti in questa partita. Lo dico dalla bassa Lombardia, ma possono esserci tante altre realtà.
  Se non utilizziamo l'Expo 2015, non solo ma anche, per dare una mano a un comparto importante come quello dall'agricoltura nella stessa Lombardia, penso che rischieremo di fallire uno degli obiettivi di rilancio del nostro sistema e della nostra economia nazionale.
  È solo una sollecitazione, la richiesta non soltanto di fare ciò che già state facendo come competenza stretta del comune di Milano, ma anche di aiutare a guardare un po’ fuori dal comune. Questo potrebbe darci una mano. Mi rendo conto che le settimane e i mesi trascorrono veloci e l'Expo 2015 si sta avvicinando in modo molto stringente.
  Parlo di società, industrie della trasformazione, fiori all'occhiello della Lombardia: alcuni non sono ancora stati minimamente coinvolti nel processo espositivo, di organizzare eventi, di portare magari attenzione sulle realtà produttive lombarde e via dicendo.

  PRESIDENTE. Do la parola al vice sindaco di Milano per la replica, ricordando che, se ci sono risposte di carattere puntuale, può riservarsi anche di mandarci un contributo scritto.

  ADA LUCIA DE CESARIS, Vice sindaco di Milano. Presidente, non posso non rispondere alla sollecitazione. Peraltro, sono famosa per il mio cattivo carattere, quindi per quanto possa controllarmi, devo rispondere.
  Vorrei dire alla deputata del Movimento 5 Stelle che il sindaco di Milano non soltanto ha dato ascolto, ma ha colloquiato a lungo con l'unico consigliere comunale del suo partito su molti problemi. Il comune di Milano ha ospitato proprio poco tempo fa una grande iniziativa, Salviamo il paesaggio, senza tirarsi indietro anche davanti a critiche e a un confronto duri.
  Non altrettanto costruttivo, essendo io anche l'assessore all'urbanistica, è stato invece l'apporto del suo gruppo proprio per alcune scelte importanti, che sono costate fatica pesante – le posso assicurare – di notti intere per salvaguardare il Parco Sud, eliminare tutte le possibilità di realizzazione di volumetrie in quell'ambito e mettere in campo una proposta integrata e importante di aree agricole strategiche da condividere con la provincia di Milano. Posso assicurarle che, da questo punto di vista, non c’è stato nessun tipo di appoggio e di supporto.
  Ciò premesso, però, condivido la sua obiezione. Se vogliamo lavorare per la salvaguardia dell'agricoltura, è assolutamente necessario prestare attenzione al fatto che la riduzione o l'eliminazione del consumo del suolo non deve essere soltanto uno slogan, ma un'attività reale. Va condotta con norme certe. Bisogna cercare di cambiare tendenze storiche. Ci stiamo lavorando, forse male, e cercheremo di migliorare, ma le assicuro che quanto è stato fatto per l'agricoltura milanese in termini trasversali, dal punto di vista anche della comunicazione politica in questi anni, non era fatto veramente da tanto tempo. In riferimento allo stesso recupero Pag. 11del Parco Sud, dimentichiamo che presenta punti e momenti di degrado e di abbandono gravi, rispetto ai quali tutti stiamo lavorando, non scegliendo la via della costruzione, più semplice, ma quella, nonostante la carenza delle risorse, della pulizia, del recupero, della bonifica e della riassegnazione all'agricoltura.
  Forse non le è nota, ma vorrei ricordarle la battaglia che stiamo conducendo per il Parco del Ticinello, che fa parte del Parco Sud, una delle realtà agricole più importanti, che è stato tolto al patrimonio Ligresti e che ancora non è del comune di Milano. Scusate, ma si trattava di una precisazione dovuta.
  Ringrazio tutti. Vorrei partire dalla domanda che mi è stata rivolta all'inizio, mi pare dalla deputata Cenni, in merito alle iniziative che il comune di Milano vuole portare nell'ambito dell'Expo e di cosa l'Expo può dare e portare al comparto agricoltura.
  Innanzitutto, dobbiamo dire che l'iniziativa dell'Expo ha sicuramente aiutato e incentivato non soltanto il recupero del territorio, la riorganizzazione di alcune attività agricole, il ripensamento e l'ammodernamento di alcune attività agricole, ma anche la voglia di farsi conoscere e di mettersi in rete.
  Quello che stiamo costruendo, e ci arriveremo per l'Expo, è proprio un percorso. La città di Milano non sarà più solo il meraviglioso Duomo, la nostra meravigliosa città con i beni monumentali, ma anche la realtà agricola, nei suoi luoghi di produzione e paesaggistici. Lo costruiremo con percorsi, con mappe e con la possibilità di arrivarci anche con delle forme di modalità sostenibile.
  Per questo, stiamo tentando in tutti i modi di fare rete. Il primo grande obiettivo cui stiamo lavorando, ad esempio, è quello di mettere insieme le confederazioni agricole, di fare in modo che non ci siano più iniziative separate, ma di realizzarne di comuni, cercando di non farsi male l'uno con l'altro, e di valorizzare quello che abbiamo anche per mettere insieme le risorse.
  Mentre certe comunicazioni sono molto facili per la realizzazione di importanti obiettivi – è della provincia la bella iniziativa delle abbazie e insieme vogliamo procedere alla ricostruzione della mappa dell'acqua, per cui con la provincia lavoriamo in modo molto sereno – ammetto che abbiamo qualche difficoltà a entrare in comunicazione con la regione Lombardia, che va avanti un po’ per conto proprio sul tema agricoltura, alla quale più volte abbiamo chiesto un'interlocuzione. Questo ci aiuterebbe, rispetto alle osservazioni del deputato Bordo, anche a fare maggiore rete e a offrire tutte le nostre eccellenze milanesi, provinciali ma anche regionali, al soggetto Expo, comunque altro e che fa fatica a comunicare se ci presentiamo a lui alla spicciolata.
  Sempre in relazione all'Expo, è vero che siamo in ritardo, è inutile negarlo. Svolgo questo lavoro da due anni e siamo arrivati che eravamo oggettivamente in ritardo. È vero anche che il problema della realizzazione dell'esposizione e delle infrastrutture rischia di assorbirci molto. Naturalmente, non possiamo non arrivare alla meta, ma ci stiamo ponendo il problema della rete nazionale.
  Anche il sindaco, l'altra sera, ha dichiarato che l'Expo non può essere soltanto un evento milanese o della regione Lombardia, ma deve essere un evento italiano. È proprio per questo che Milano ha organizzato, per i prossimi giorni, un'iniziativa con tutti i maggiori comuni e con i tour operator per organizzare dei disegni e delle modalità per percorrere tutto il territorio nazionale che possano avere l'Expo come tappa iniziale, tappa ultima o tappa intermedia, promuovendo il nostro patrimonio culturale e territoriale a livello nazionale.
  In questo momento, parliamo – sono quelli che si sono dichiarati più sensibili all'Expo fino adesso – con Torino, con Bologna. Cominciamo adesso un'interlocuzione anche con Firenze e con Roma, ma contiamo di ampliarla molto di più.
  Dovremmo incontrare anche Genova. Contiamo di spostarci un po’ di più anche in quella parte del territorio che è sotto Pag. 12Roma. Riteniamo, infatti, che l'Expo debba essere un'occasione importante per tutta l'economia nazionale. Da soli, naturalmente, non ce la facciamo, ma stiamo lavorando e Milano, in particolare, vuole dedicarsi alle iniziative che riguardano il turismo, la promozione della ristorazione, della conoscenza dei beni culturali proprio attraverso quest'iniziativa. Tra l'altro, la città vuole e deve organizzare una rete di ospitalità che vada oltre la città. Pur attrezzandoci, siamo coscienti che non ce la potrà fare da sola.
  L'altra domanda riguardava le nostre iniziative, se ho capito bene, per metterci in rete a livello internazionale: abbiamo una serie di rapporti, devo dire anche grazie all'Expo, con i maggiori Paesi. In prima persona, Milano, ad esempio, ha incontrato la Corea, che avrà un suo padiglione. Alcuni Paesi, ad esempio, non hanno aderito, come l'Olanda, ma vogliono investire nella città e non soltanto, per aiutarci e per avere una presenza nell'ambito dell'iniziativa dell'Expo.
  Con il nostro ufficio internazionale, assieme alla regione, abbiamo aperto rapporti con i Paesi europei proprio per organizzare iniziative. Credo che, sicuramente, in questo momento, ci sia una grande tensione, ma anche un grande bisogno di aiuto, per cui tutti dobbiamo lavorare.
  Voglio rivolgere l'ultima osservazione al post-Expo. Quando è arrivata, Milano si è trovata a fare i conti con decisioni già prese, ma anche insieme al proprio consiglio comunale, che ha votato un ordine del giorno molto interessante, ha chiesto all'Arexpo, la società che gestisce il post-Expo, di andare oltre le volumetrie e di pensare ad un grande progetto di valorizzazione dell'area del post-Expo, che non deve fare i conti per forza con le volumetrie, ma con un progetto di grande qualità. In questo senso, abbiamo molto spinto perché si aprisse alla città, e non solo, la proposta: Arexpo ha aperto quella che è stata chiamata una manifestazione di interesse e fino a ieri ci sono state dodici proposte, alcune molto interessanti anche con un carattere di grande tutela del territorio. Ricordo che, sull'area del post-Expo, il 51 per cento sarà comunque dedicato a un grande parco agroalimentare. Quell'area è oggi tutelata e a quella destinazione sarà dedicata.
  Contiamo, in verità, su un progetto che consenta, naturalmente, di recuperare i debiti che tutti gli enti hanno, ma che metta al centro la valorizzazione territoriale e assolutamente escluda qualsiasi intervento di speculazione. Peraltro, in questo momento Milano non ha bisogno di questo, ma di un luogo veramente di grande qualità. Per questo stiamo lavorando con una grande attenzione allo sport, al verde, ma anche alla possibilità di localizzare luoghi per nuove tecnologie e ricerca scientifica.
  Di questo potremo parlare nei prossimi mesi, quando si configureranno meglio la nuova proposta e il masterplan.

  PRESIDENTE. Ringrazio il vice sindaco per il contributo che ci ha portato.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.