Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Vai all'elenco delle sedute >>

XVII Legislatura

XIV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 8 giugno 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bordo Michele , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI STRUMENTI E I METODI PER LA VALUTAZIONE EX ANTE E EX POST DELL'IMPATTO DELLA NORMATIVA DELL'UNIONE EUROPEA

Audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, sull'impiego dei fondi strutturali.
Bordo Michele , Presidente ... 3 ,
De Vincenti Claudio , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 4 ,
Bordo Michele , Presidente ... 4 ,
De Vincenti Claudio , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 4 ,
Bordo Michele , Presidente ... 9 ,
Bossa Luisa (PD)  ... 9 ,
Prataviera Emanuele (Misto-FARE! - Pri)  ... 9 ,
De Vincenti Claudio , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 9 ,
Prataviera Emanuele (Misto-FARE! - Pri)  ... 9 ,
Bordo Michele , Presidente ... 9 ,
Berlinghieri Marina (PD)  ... 9 ,
Tancredi Paolo (AP)  ... 10 ,
Iacono Maria (PD)  ... 11 ,
Bordo Michele , Presidente ... 11 ,
De Vincenti Claudio , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 11 ,
Bordo Michele , Presidente ... 13 ,
De Vincenti Claudio , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 13 ,
Bordo Michele , Presidente ... 14

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE BORDO

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-TV e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, sull'impiego dei fondi strutturali.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti e i metodi per la valutazione ex ante e ex post dell'impatto della normativa dell'Unione europea, l'audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, sull'impiego dei fondi strutturali.
  L'audizione di oggi del Sottosegretario De Vincenti, che ovviamente ringrazio, è fondamentale nell'ambito dell'indagine conoscitiva che stiamo svolgendo. Come sapete, il sottosegretario è già intervenuto al Senato sui dati relativi all'utilizzo delle risorse della programmazione 2007-2013.
  Pensiamo che ci sia ancora un problema di fondo, che riguarda soprattutto la performance del nostro Paese nell'ambito dell'utilizzo delle risorse europee, perché spesso non riusciamo a trarre dall'utilizzo delle risorse complessivamente stanziate tutti i vantaggi che, invece, potremmo avere e che sarebbe lecito attendersi.
  Negli anni scorsi che abbiamo dovuto ricorrere spesso a interventi legislativi, pur di scongiurare che si arrivasse addirittura a restituire, interamente o in parte, le risorse assegnate al nostro Paese.
  Sono quindi intervenute novità relativamente agli assetti organizzativi, come l'Agenzia per la coesione. Si tratta di strumenti che abbiamo messo in piedi al fine di migliorare la capacità di spesa del nostro Paese. Abbiamo scongiurato il rischio della restituzione delle risorse europee, anche se oggi, alla luce delle scelte compiute negli anni scorsi, è evidente che dobbiamo analizzare a fondo e riflettere sul modo con il quale sono state spese.
  Dobbiamo chiederci in particolare se sono state spese nel miglior modo possibile, anche perché sappiamo che molte volte a contare non è tanto la quantità delle risorse che utilizziamo, quanto la qualità con cui vengono investite e attraverso quali interventi.
  Ovviamente, analizzare ciò che è accaduto nel ciclo precedente è assolutamente importante, anche per evitare di rifare gli stessi errori. Nel ciclo 2014-2020, che si è avviato, c'è un'entità di risorse piuttosto significativa, che dobbiamo gestire con grande serietà. Non abbiamo moltissime altre risorse a disposizione, ragion per cui quelle che abbiamo dobbiamo certamente utilizzarle al meglio, sapendo che sono fondamentali per fare in modo che si possa consolidare la crescita, specialmente nelle regioni meridionali.
  Concludo dicendo che forse, anche a differenza di ciò che è accaduto nel ciclo precedente, almeno per i primi anni – non negli ultimi due anni, perché c'è stata una correzione di rotta molto significativa – bisognerà esercitare meglio anche il controllo su come si utilizzano le risorse. Questo Pag. 4 per evitare che le risorse europee vengano utilizzate come se fossero interventi a pioggia, microinterventi dei quali dopo poco nessuno si ricorda più.
  Le risorse dovrebbero piuttosto essere concentrate, come il Governo ritiene, su interventi rilevanti, soprattutto in favore delle infrastrutture, per dare realmente il segno di un Paese che vuole crescere e guardare al futuro da protagonista.
  Mi fermo qui. Avremo modo poi, nel corso della seduta, di ascoltare anche gli interventi dei colleghi che riterranno di farne. Nel frattempo, cedo la parola al Sottosegretario De Vincenti per il suo intervento e lo ringrazio di nuovo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, presidente. Mi indica un obiettivo di tempo rispetto alla Commissione?

  PRESIDENTE. I lavori dell'Aula riprendono con votazioni a partire dalle 16 e poiché abbiamo un altro punto all'ordine del giorno della Commissione, abbiamo per la Sua audizione a disposizione circa un'ora, sino alle 15.30-15.45 circa.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La ringrazio.
  Partirei, prima di tutto, da una considerazione: c'è stato un impegno straordinario, in particolare negli ultimi due anni, per recuperare la capacità di spesa sui fondi 2007-2013, su cui registravamo un forte ritardo da parte sia delle amministrazioni centrali, sia delle amministrazioni regionali. Era più accentuato in alcune regioni, ma nell'insieme, complessivamente, si trattava di un forte ritardo.
  Ricordo che al 31 dicembre 2011, al termine del quinto anno del periodo di programmazione 2007-2013, l'ammontare dei fondi strutturali utilizzati era il 15 per cento. Occorreva, quindi, un'operazione di accelerazione molto forte nella spesa e anche di riprogrammazione a favore di programmi, naturalmente concordati con la Commissione europea, sui quali eravamo maggiormente in grado di raggiungere obiettivi significativi. Questa operazione è stata avviata già nel 2012 ed è stata fortemente accelerata nel corso del 2014 e del 2015.
  Il risultato che oggi portiamo qui in quest'audizione è il pieno utilizzo dei fondi strutturali 2007-2013. Tenete conto che è in corso in questo momento il caricamento dei dati da parte di tutte le amministrazioni che sono autorità di gestione di questi fondi. A breve avremo un ulteriore dato aggiornato, ma posso dire che, in base al caricamento dei dati registrati prima del 31 dicembre – stiamo parlando di spese effettuate tutte entro il 31 dicembre, ma il caricamento statistico avviene in questi mesi e ancora andrà avanti per qualche mese – e poi a quello al 29 febbraio, siamo arrivati al pieno assorbimento di risorse.
  Ci teniamo ancora un margine possibile di oscillazione tra il 99-103 per cento. Mi si potrebbe chiedere: si va anche sopra? Sì, perché l'obiettivo è spendere di più. In sede di rendicontazione, infatti, potrebbe anche succedere che la Commissione europea non riconosca una data spesa. È meglio, quindi, andare il più in là possibile.
  Il caricamento dati terminerà nei prossimi mesi. Al 29 febbraio, per capirci, eravamo al 96,5 e il caricamento continua. A breve avremo il dato al 30 aprile, che vi comunicherò tempestivamente, ma l'andamento del caricamento ci dice che siamo almeno al 99 e io sono confidente che andremo al 100 e sopra.
  Oltre a caricare statisticamente i dati, occorrerà fare poi l'operazione di rendicontazione alla Commissione europea, che andrà completata entro il 31 marzo 2017.
  Questa operazione cosa ci dice? Naturalmente, non ne traiamo la conclusione che tutto va bene. Abbiamo dovuto fare un'operazione di recupero di capacità amministrativa, che ha richiesto uno sforzo straordinario. Questo recupero di capacità amministrativa, in base ai dati che abbiamo, possiamo dire che c'è stato. Adesso non va disperso. Dobbiamo consolidare questo recupero di capacità amministrativa sia delle amministrazioni centrali, sia delle amministrazioni regionali e locali, per realizzare Pag. 5 un ciclo di programmazione 2014-2020 che non abbia le fatiche e i ritardi del ciclo precedente.
  Aggiungo ancora un'annotazione. Come è stato possibile questo recupero di capacità amministrativa? Ci sono state, intanto, una presa di coscienza di tutte le amministrazioni e un'interazione forte tra amministrazioni centrali e amministrazioni regionali e locali. In particolare, è stata molto importante la costituzione del Dipartimento delle politiche di coesione presso la Presidenza del Consiglio e dell'Agenzia per la coesione territoriale. Questi due soggetti, per i quali stiamo terminando la fase di completamento delle piante organiche, hanno cominciato a operare, però, già nel 2014 e poi, con molta intensità, nel 2015, e sono stati gli strumenti operativi di questo lavoro che abbiamo condotto.
  In particolare, si sono costituite delle task force specifiche. Agenzia della coesione e regioni, in maggior ritardo, con la cooperazione della Commissione europea, della DG Regio, hanno sbloccato in modo molto significativo la situazione, soprattutto nelle tre regioni che facevano registrare i maggiori ritardi, ossia Campania, Calabria e Sicilia, nonché per il PON Reti nazionale, che pure aveva accumulato un ritardo significativo.
  L'interazione complessiva ha consentito di raggiungere il risultato che ricordavo sopra, ossia il pieno assorbimento delle risorse 2007-2013, nonché – in merito il ruolo del Dipartimento è stato molto importante – di ottenere l'approvazione, nel corso del 2015, di tutti i programmi nazionali e regionali PON e POR per i fondi 2014-2020. Pertanto, oggi siamo in grado di partire e abbiamo cominciato a spendere i fondi 2014-2020.
  Il dialogo con la Commissione europea è molto positivo. Devo dire che c'è un rapporto di grande cooperazione, naturalmente, molto sfidante, cioè molto dialettico, ma anche molto costruttivo. In proposito desidero esprimere grande apprezzamento per l'azione della DG Regio e della Commissaria Corina Cretu.
  Passiamo alla programmazione 2014-2020. Sono stati approvati 51 programmi sui fondi FESR e FSE, per un totale di 51,77 miliardi di euro. A proposito di questi, abbiamo a che fare con 12 Programmi operativi nazionali e con 39 Programmi operativi regionali. Poi vi sono ulteriori 23 programmi che riguardano i fondi FEASR e FEAMP, cioè i fondi per agricoltura e quelli per le attività marittime. Vi farò avere poi una nota scritta in cui troverete un dettaglio maggiore.
  Tengo a sottolineare alcuni aspetti di questa programmazione 2014-2020 per i fondi strutturali e poi dirò qualcosa sul Fondo sviluppo e coesione, che, come sapete, è un fondo interamente nazionale.
  Quando parlo di 51,77 miliardi di euro, intendo dire che questa è la somma complessiva di fondi europei e cofinanziamento nazionale. Il cofinanziamento nazionale è circa il 40 per cento della cifra. Un terzo delle risorse dei programmi nazionali e regionali è dedicato agli obiettivi tematici, ossia occupazione, istruzione e formazione, inclusione sociale e lotta alla povertà. Tutto il campo, per esempio, delle politiche attive del lavoro è dentro questa consistente voce.
  Un quarto delle risorse, ossia dei 51,77 miliardi di euro, è dedicato a interventi sulle infrastrutture, in particolare reti di trasporto, trasporto sostenibile, infrastrutture energetiche e risparmio energetico, tecnologia dell'informazione e della comunicazione e interventi sul patrimonio pubblico.
  Segnalo che all'interno di questa voce una parte dei fondi POR – circa 2 miliardi di euro, delle regioni, insieme con 2,2 miliardi di euro stanziati con delibera CIPE dell'agosto scorso sul Fondo sviluppo e coesione – va a finanziare il Piano banda ultralarga per le aree a fallimento di mercato, i cosiddetti Cluster C e D.
  Sapete che venerdì scorso è stato pubblicato il primo bando per 6 regioni con le quali è già stato costruito l'accordo operativo. Stiamo concludendo gli accordi con tutte le altre regioni. Il nostro obiettivo è concludere questa fase di bandi per la realizzazione della banda ultralarga nei Cluster C e D con tutte le regioni entro l'estate. Pag. 6
  Un altro quarto delle risorse, un altro 25 per cento, è destinato allo sviluppo economico e produttivo, in particolare a ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione e sviluppo di imprese. In questo contesto è molto importante la strategia di specializzazione intelligente che abbiamo concordato con le regioni e con la Commissione europea, che delinea una serie di priorità di interventi a sostegno di ricerca, innovazione e sviluppo imprenditoriale nelle filiere che insieme abbiamo definito come filiere portanti della competitività del nostro Paese.
  Un 10 per cento delle risorse è poi destinato alle tematiche ambientali, in particolare servizio idrico integrato, gestione dei rifiuti, riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, prevenzione e gestione dei rischi. Sto parlando sempre di fondi strutturali.
  Infine, rimane un 6 per cento di risorse, che interviene su turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali.
  Abbiamo costituito la cabina di regia prevista dalla legge di stabilità 2015. La cabina di regia è composta dalla Presidenza del Consiglio. In particolare, sono io, come sottosegretario con le deleghe alle politiche di coesione, a presiederla. Il mio collega Luca Lotti, come sottosegretario con la delega al CIPE, ne fa parte. Ne fanno parte anche i Ministri Delrio (infrastrutture), Boschi (attuazione del programma), Costa (rapporti con le regioni). Naturalmente, tutti gli altri ministeri sono coinvolti sia a livello tecnico, sia a livello politico, ogni volta che si affrontano tematiche di rilievo per quei ministeri.
  Per le regioni sono presenti tre rappresentanti regionali, di cui uno, in questo caso, coincide anche con il presidente della Conferenza delle regioni per il Centro-Nord e due sono i presidenti delle regioni Abruzzo e Calabria per le regioni del Sud. Naturalmente, anche qui c'è poi un'interazione con tutte le regioni.
  Infine, è presente un rappresentante per le città metropolitane.
  Questa è la formazione della cabina di regia, che si avvale poi di tutte le strutture tecniche necessarie (Dipartimento politiche di coesione, Agenzia coesione territoriale, Dipartimento per il CIPE, Ragioneria generale dello Stato) e di volta in volta, a seconda dei temi, delle strutture tecniche che possono essere utili.
  La cabina di regia ha cominciato a fare un quadro delle risorse del Fondo sviluppo e coesione e della loro utilizzazione in sinergia con i fondi strutturali, in modo da avere complessivamente un pacchetto di risorse, che adesso vi quantificherò, e di allocazioni che siano coerenti tra loro e che disegnino la politica di programmazione nazionale, in relazione con le realtà regionali e locali.
  Passiamo al Fondo sviluppo e coesione. Il Fondo sviluppo e coesione nella legge di stabilità per il 2014 venne quantificato in circa 55 miliardi di euro e ne vennero operativamente stanziati 43,8 miliardi. Un po’ più di 11 miliardi di euro sono stati rinviati dalla legge di stabilità 2014 a una definizione che andrà fatta con la legge di stabilità 2019, alla luce della nostra capacità di utilizzare questi 43,8 miliardi di euro già stanziati.
  Di questi 43,8 miliardi di euro, con diversi interventi di legge disposti negli ultimi due anni, soprattutto per interventi infrastrutturali, naturalmente soprattutto al Sud, ma anche al Centro-Nord, una parte, per disposizione di legge, sono stati utilizzati. Ne sono stati utilizzati circa 5 miliardi. Sono rimasti, quindi, ancora da allocare 38,851 miliardi di euro.
  Più precisamente, una parte è già allocata o in corso di allocazione. Sono intervenute nell'ultimo anno e mezzo alcune delibere CIPE e un paio di provvedimenti di legge che hanno utilizzato una parte di questi 38,851 miliardi di euro. Per esempio, i provvedimenti più rilevanti sono la norma della legge di stabilità 2016 che ha disposto il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e la delibera CIPE dell'agosto 2015 che ha dato il via al Piano banda ultralarga, di cui già parlavo prima.
  In ogni caso – attenzione – in base alla legge di stabilità per il 2014 di questi 38,851 miliardi di euro l'80 per cento deve andare al Sud e il 20 al Centro-Nord. In cabina di regia abbiamo analizzato come il credito di Pag. 7imposta vada tutto al Sud, come è ovvio, e come la banda ultralarga si ripartisca tra Centro-Nord e Sud, dando luogo ai bandi per le aree C e D che citavo prima. Da questo abbiamo ricavato quanto dobbiamo ancora allocare per avere l'80 per cento dei 38,851 miliardi di euro al Sud e il 20 per cento al Centro-Nord.
  Cosa significa dare l'80 per cento al Sud? L'80 per cento di 38,851 miliardi di euro consta in 31,1 miliardi di euro circa. Non ho qui il dato ma nei prossimi giorni vi fornirò naturalmente la tabella completa. Sono 31,1 miliardi di euro al Sud e 7,7 miliardi di euro al Centro-Nord. Queste somme sono l'80 e il 20 per cento di 38,851.
  Di quei 31,1 miliardi di euro – tolti quelli già allocati, per esempio, per la banda ultralarga o per il credito di imposta – abbiamo intanto preso 13,4 miliardi e li abbiamo destinati ai Patti per il Sud. Ne restano ancora da destinare, togliendo i 13,4, 17. Da 13,4 a 31,1 sono 16,7, ma, se teniamo conto delle cose già fatte che dicevo prima, restano da destinare al Mezzogiorno 11,1 miliardi di euro.
  Sono stati, quindi, destinati 13,4 miliardi di euro ai Patti per il Sud, che sono otto Patti con le regioni. Le regioni vanno dall'Abruzzo, scendendo e andando in senso orario, fino alla Sardegna, ossia Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Sono già stati firmati i Patti con la Campania, la Calabria, la Basilicata e l'Abruzzo e sono praticamente pronti anche gli altri. Li firmeremo nelle prossime due o tre settimane.
  Altri sette sono destinati poi alle città metropolitane. Le città metropolitane nel Mezzogiorno sono Napoli, Bari, Reggio Calabria, Catania, Messina, Palermo e Cagliari. Sono già stati firmati i Patti per Catania, Palermo, Reggio Calabria e Bari. Restano ancora da firmare, ma anche quelli sono praticamente pronti – solo su Napoli siamo più indietro – i Patti per le altre città metropolitane. Dirò poi qualcosa sui Patti.
  La cabina di regia ha destinato a questi interventi 13,4 miliardi di euro. Cosa significa? Sono interventi che vengono definiti insieme. Ogni regione od ogni città metropolitana definisce le proprie priorità, naturalmente, in un'interazione con il Governo, in modo da dare anche noi un supporto tecnico e di elaborazione. Si tratta essenzialmente di interventi intra-regionali o intra-area metropolitana.
  Ho detto che sono rimasti ancora da allocare, se tolgo la banda larga e il credito d'imposta, poco più di 11 miliardi di euro, sempre al Sud. Anche questi saranno allocati. Lo stiamo facendo proprio in questi giorni. Stiamo discutendo con le singole regioni. Poi riporteremo in cabina di regia le allocazioni di questi altri 11 miliardi di euro per il Mezzogiorno, che riguarderanno principalmente interventi di rilievo interregionale. Per capirci, penso all'asse ferroviario tirrenico da Salerno a Palermo, oppure l'asse Adriatico fino a Lecce, oppure la Ionica, dalla Puglia alla Calabria, oppure la fatidica Salerno-Reggio Calabria e via elencando. La Napoli-Bari-Taranto non l'ho citata perché quella sta sui fondi strutturali. Queste sono cose che andranno su quegli 11 miliardi.
  Oltre a questi ci saranno poi interventi molto importanti che riguarderanno il dissesto idrogeologico. Ci saranno interventi che riguarderanno lo sviluppo economico, in particolare le aree di crisi industriale complessa e il loro rilancio. Ci saranno interventi che riguarderanno il turismo e la cultura.
  Alla cultura abbiamo già destinato un miliardo di euro, che si aggiunge al PON cultura e che potenzia una serie di «attrattori culturali». Li abbiamo chiamati così perché faranno da perno di uno sviluppo di attività economiche intorno al polo culturale.
  Per il Centro-Nord ci sono 7,7 miliardi di euro. In realtà, di nuovo, se tengo conto della banda larga e di altri investimenti già concordati, stiamo parlando di una disponibilità di un po’ più di 4 miliardi di euro ancora da allocare.
  Stiamo procedendo anche qui in un dialogo con le regioni. Il primo esempio l'avete visto un paio di settimane fa con il Lazio, dove abbiamo definito investimenti cofinanziati Fondo sviluppo e coesione e Pag. 8fondi regionali per un ammontare di oltre 700 milioni di euro del Fondo sviluppo e coesione. Per il Fondo sviluppo e coesione sono oltre 700 milioni di euro, ma investimenti complessivi per 1,5 miliardi di euro circa. Altrettanto stiamo facendo con le singole regioni. Anche questi li porteremo in cabina di regia.
  Avremo, quindi, anche per il Centro-Nord più di 4 miliardi di euro (4,2-4,3 miliardi) che verranno allocati nel dialogo con le regioni, ma su questioni che hanno un rilievo che va anche al di là della regione e che in parte riguardano le singole regioni.
  Questa è la situazione a oggi. Ritorno un attimo – e con questo concludo – sulla questione dei Patti per il Sud. Qual è il significato di fondo dello strumento che abbiamo scelto per destinare una parte significativa – ma solo una parte – dei fondi per il Sud? Come dicevo, gli altri li stiamo destinando in questo dialogo, che però riguarda interventi interregionali. Qual è l'ispirazione che ci ha guidato?
  L'ispirazione è quella di definire delle priorità a partire da ciò che sul territorio si avverte come priorità, ossia una programmazione che nasce dai bisogni, non una programmazione top down, ma una programmazione che nasce dalle esperienze vissute sui territori.
  C'è una parentesi che devo fare: rispetto al ciclo di programmazione 2007-2013, in cui il Fondo sviluppo e coesione allora venne in parte ampia regionalizzato, ossia fu dato alle regioni e poi ognuna ne ha fatto quello che voleva; qui abbiamo scelto una linea diversa. Si tratta di costituire la cabina di regia e avere un dialogo attivo, regione per regione, in cui insieme si ragiona sulle priorità, su ciò che serve per raggiungerle e sugli ostacoli che rendono difficile raggiungerle.
  Questo lo facciamo prendendoci insieme delle responsabilità, come Governo centrale e come Governi regionali o delle città metropolitane, e individuando anche per ogni Patto i responsabili di attuazione del Patto stesso, che ci devono segnalare costantemente cos'è che frena, ove succeda – sappiamo che succederà – l'utilizzo dei fondi e il loro corretto impiego, oltre, naturalmente, al tema della trasparenza e via elencando.
  Credo che questa sia una scelta importantissima, perché significa partire dai bisogni e condividere le responsabilità amministrative, ossia consolidare quel recupero di capacità amministrativa di cui parlavo prima, che finora intanto ci ha consentito di spendere i fondi 2007-2013. Adesso tutto ciò va consolidato e va reso azione quotidiana e condivisione, tra regione, Governo e città metropolitana, degli strumenti e delle azioni da fare.
  Tendo a sintetizzare il tutto dicendo di trovare il gusto del fare. Sappiamo che spesso non fare è meno rischioso, ma non è quello di cui il nostro Paese ha bisogno. Il nostro Paese ha bisogno del fare. Facendo si commettono anche errori, ma non fare è l'errore più grande di tutti, perché è pavidità. Significa non prendersi la responsabilità anche di fare errori. La responsabilità degli amministratori pubblici è di correre il rischio, di fare errori, quindi di fare, di costruire, di fare interventi che consentano alle comunità locali di ritrovare un ambiente in cui si vive meglio, in cui ognuno può esprimere le proprie capacità e in cui ci sono prospettive di sviluppo economico.
  Se sommo i fondi strutturali e il Fondo sviluppo e coesione e prescindo dagli 11 miliardi di euro che verranno stanziati nel 2019, attenendomi solo a quello di cui stiamo parlando oggi, stiamo parlando di oltre 90 miliardi di euro.
  Questi oltre 90 miliardi di euro vanno usati bene. Vanno usati, in primo luogo, e vanno usati bene, in secondo luogo. Questo richiede quest'azione molto forte di interazione tra amministrazioni centrali e amministrazioni regionali e locali e di rendiconto ai cittadini. Un altro aspetto che hanno i Patti è che sono interventi verificabili, con una tempistica verificabile. Noi torneremo periodicamente in ogni regione e in ogni città metropolitana a rendere conto se siamo riusciti o non siamo riusciti a fare quello che ci siamo proposti di fare. Naturalmente, questo vale anche per la Commissione XIV della Camera.

Pag. 9

  PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario De Vincenti.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUISA BOSSA. Grazie, presidente. Volevo fare una domanda. Nel Regolamento dell'Unione europea n. 508/2014 l'articolo 35 prevede che il FEAMP possa contribuire ai fondi di mutualizzazione per il pagamento di compensazioni finanziarie ai pescatori in caso di perdite economiche causate da eventi climatici avversi o da un'emergenza ambientale o per costi di salvataggio di pescatori o di pescherecci in caso di incidenti in mare durante le loro attività di pesca.
  So che questa misura è gestita dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF), che è un'autorità di gestione del FEAMP, e che presuppone l'attivazione di un fondo di mutualizzazione a cui poi tutti i pescatori dovrebbero aderire. Al momento, questa misura pare – dico «pare» – non essere stata ancora attivata al MIPAAF. Posso saperne qualcosa in più? Al largo di Gaeta abbiamo perso una barca, un motopeschereccio che si è inabissato, e abbiamo ancora dei corpi in fondo al mare. Glielo chiedo per questo motivo.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, presidente. È stato molto puntuale, anche se purtroppo non abbiamo tutti i numeri a disposizione fisica, sotto la nostra traccia, per poter trarre anche ulteriori considerazioni. Teniamo in buona fede la parola del sottosegretario per avere i dati che lui stesso ci ha indicato.
  Volevo capire, però, l'approccio che il Governo sta usando. Al di là dell'enorme lavoro che è stato fatto, di cui va dato atto, e dell'impostazione enorme che si sta attribuendo alla gestione dei fondi 2014-2020, vorrei capire qual è l'intenzione del Governo in ordine alla soddisfazione.
  Sottosegretario, lei ha concluso il suo intervento dicendo che i fondi vanno usati, ma che vanno usati bene. Questo «bene» presuppone non la capacità di spesa, ma la resa. Qual è il metodo che usate per valutare l'impatto e, quindi, la leva positiva che viene attivata dopo aver investito questi soldi, che sono sempre soldi dei cittadini?
  Lo chiedo soprattutto perché l'enorme disparità che c'è tra l'allocazione dei fondi, per ragioni note o meno note, condivise o meno condivisibili, tra le due zone del Paese, tra le due aree principali del Paese, Nord e Sud, presuppone che, quando si hanno interventi economici tanto importanti concentrati in un'area specifica, la resa dovrebbe essere poi valutata e soprattutto valutabile.
  Non posso pretendere una risposta relativa ai fondi 2014-2020, ma mi aspetterei un suo commento a questa mia domanda su quelli 2007-2013.
  C'è un'altra tematica che non è stata toccata, perché – ne sono perfettamente a conoscenza – non è competenza diretta da parte del Governo: è tutta la tematica relativa ai fondi indiretti. Anche qui, si pensa di poter aprire una cabina di regia oppure no?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Scusi, ma non ho ben capito l'ultima domanda. Fondi indiretti?

  EMANUELE PRATAVIERA. Mi riferisco a tutti i fondi come, per esempio, gli INTERREG e via elencando.

  PRESIDENTE. Fondi diretti.

  MARINA BERLINGHIERI. Grazie, presidente. Grazie, sottosegretario. Devo dire che fa molto piacere la relazione che abbiamo ascoltato. Mentre ascoltavo il lavoro che è stato fatto, mi veniva alla memoria una delle prime riunioni di Commissione, quando ci siamo insediati, nel 2013, e l'allora Ministro Carlo Trigilia ci aveva annunciato che avevamo 9-10 mesi per poter impegnare 30 miliardi di euro per il Sud e non si sapeva da che parte iniziare.
  Credo che vada dato atto del grande lavoro che il Governo ha fatto per riuscire non solo a portarsi in pari e a evitare di perdere risorse già stanziate sul passato accordo di partenariato, ma anche a mettere Pag. 10 in campo tutti gli strumenti necessari per far sì che anche gli obiettivi del nuovo accordo di partenariato – meno cose fatte meglio, con obiettivi più chiari – potessero e possano diventare realtà.
  Chi gira un po’ sul territorio italiano, parlando di questi temi, lo può vedere anche molto concretamente. Adesso siamo in piena apertura dei lavori sul secondo riparto per le aree interne, con il lavoro del DEF che si sta facendo sulle aree metropolitane e su tutti i fondi. È sotto gli occhi di tutti che si è cambiata marcia rispetto ai fondi europei.
  Rispetto alle cose che ha detto una questione mi piacerebbe rivedere insieme. Credo sia molto importante il tema che lei sottolineava, ossia la scelta da parte della cabina di regia e, quindi, del Governo di far sì che i progetti che prevedono l'utilizzo dei fondi europei non siano progetti calati dall'alto, ma nascano da bisogni del territorio.
  Questo presuppone una capacità da parte degli amministratori di leggere i bisogni e non solo di fare un'analisi dei bisogni contingenti del proprio territorio, ma anche di avere una determinata visione su che cosa quel territorio deve divenire nel giro di qualche anno, per far sì che tali fondi possano diventare davvero motore di sviluppo economico e possano davvero fare la differenza.
  In merito mi collego a una delle questioni che poneva il collega Prataviera. Se andiamo a vedere anche nelle regioni che sui passati accordi di partenariato hanno usato tutti i fondi, non sempre possiamo dire che li abbiamo usati proprio bene. Mi colpiva, guardando il portale OpenCoesione come ci si accorga che ci sono progetti con cifre enormi, con fondi usati, ma poi magari suddivisi su centinaia di partner. Pertanto, l'impatto che questi soldi hanno effettivamente sugli obiettivi che si volevano realizzare è molto scarso.
  Mi pare di aver capito che, per esempio, l'Agenzia per la coesione nazionale avesse tra gli obiettivi della sua costituzione l'essere di accompagnamento agli amministratori e a coloro che devono provare a leggere i bisogni e a capire quali possono essere le leve di sviluppo di un dato territorio piuttosto che di altri.
  Poiché credo che questo sia il nocciolo della questione proprio rispetto al buon utilizzo di queste risorse europee, volevo capire, visto che ha accennato nella sua relazione al fatto che si sta completando l'organico e che si sta lavorando, a che punto è questa task force. Se non ho capito male, essa dovrebbe servire proprio ad aiutare gli amministratori locali a mettere in campo dei buoni progetti pensati per far sì che il territorio abbia in qualche modo uno sviluppo.

  PAOLO TANCREDI. Ringrazio il sottosegretario per l'illustrazione – devo dire – molto puntuale. Naturalmente, non posso che rallegrarmi anch'io per l'esito dell'efficientamento della spesa sul 2007-2013. Credo che sia frutto anche di un buon negoziato con la Commissione e con l'Unione europea. È chiaro che abbiamo ottenuto da quel negoziato margini che in precedenza non erano mai stati ottenuti. C'è stato un risultato buono del negoziato.
  Da questo punto di vista – sarò brevissimo perché le domande che volevo fare sono state già fatte – mi interessa sapere una cosa. Lei ci ha illustrato benissimo la linea di comando di questa filiera: cabina di regia, Dipartimento delle politiche di coesione, Agenzia. Che notizie più precise ci fornisce sull'Agenzia?
  Mi rimetto a quello che ha chiesto anche l'onorevole Berlinghieri: l'operatività dell'Agenzia è stata «stressata» solo per gli ultimi mesi della rendicontazione sui fondi 2007-2013 o, secondo lei, come poi giustamente ha detto, questa capacità amministrativa è già pronta per andare a regime e per affiancare lo svolgimento e il percorso di impiego degli investimenti?
  Passo alla seconda questione. Lei ha fatto un resoconto molto puntuale. Sicuramente non ho capito bene io. Mi manca qualcosa sul cofinanziamento del 2014-2020. Dal Fondo di sviluppo e coesione, tolte le quantità che abbiamo detto disposte per legge, ossia le spese disposte per legge, mi manca la totalità del cofinanziamento, che dovrebbe ammontare a circa Pag. 1119-20 miliardi di euro per quanto riguarda FESR e POR.
  Dopodiché, si è fatto uno sforzo per raggruppare le tematiche e gli argomenti di spesa. Credo che si debba fare ancora di più. Altri Paesi sono più avanti di noi rispetto a questo. Sottosegretario, abbiamo un bisogno vitale di questi investimenti e dell'efficacia di questi investimenti. Lo si vede dai dati che anche l'ISTAT ha pubblicato ultimamente. Abbiamo poca possibilità di contare su un incremento ulteriore dell’export nei prossimi anni.
  Il fattore del PIL che dobbiamo enfatizzare è la domanda interna. Sui consumi negli ultimi anni abbiamo fatto qualcosa. Si stanno muovendo, forse in maniera insoddisfacente, ma c'è un segnale di vitalità. Sugli investimenti, invece, siamo in una situazione tragica. Quindi, c'è bisogno che questi investimenti vengano spesi e che ciò venga fatto con efficacia sul territorio. Questo periodo di programmazione è quanto mai importante e decisivo ed è importante anche che ci sia una spesa efficace ben distribuita nel tempo, ossia che non si arrivi, come sempre, a dover tirar fuori più della metà delle risorse negli ultimi mesi di programmazione.
  Per il resto, credo che si possa esprimere un giudizio positivo sull'azione del Governo su questo tema in questi anni.

  MARIA IACONO. Ho semplicemente una domanda. Volevo capire meglio sul dissesto idrogeologico che somme si prevedono, considerato che l'Italia è, da questo punto di vista, in un'emergenza continua.

  PRESIDENTE. Grazie. Se non ci sono altri interventi, prima di dare la parola al sottosegretario, vorrei che chiarisse, in ultimo, una cosa.
  Nei giorni scorsi c'è stata una polemica, anche sui mezzi di informazione, locali e non, tra la regione Puglia e il Governo nazionale, prima ancora che si arrivasse alla firma. Non ci si è ancora arrivati, ma ci si arriverà nei prossimi giorni. Una delle ragioni per le quali il Presidente Emiliano diceva di non voler firmare il Patto con il Governo è perché sarebbero state sottratte delle risorse che erano della Puglia e dirottate non si capisce dove. Vuole chiarire bene questo aspetto – su questo, ovviamente, ci sono opinioni differenti da parte del Governo – in modo tale che si chiarisca anche in sede di Commissione?
  Non ci sono altri deputati che chiedono di parlare. Pertanto, do la parola al sottosegretario per la replica. Grazie.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, presidente. Vado direttamente seguendo l'ordine delle domande.
  All'onorevole Bossa rispondo che non lo so. Sono molto sincero. Ringrazio della segnalazione. Sarà mia premura parlare con l'Autorità di gestione, cioè col Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF), al fine di attivare al più presto questo fondo. Naturalmente, le farò sapere.
  L'onorevole Prataviera chiedeva del metodo per valutare l'impatto. Con la programmazione 2014-2020 abbiamo introdotto un'innovazione di metodo importante, che sarà applicata passo passo, all'utilizzo dei fondi strutturali, ma – posso aggiungere – anche all'utilizzo del Fondo sviluppo e coesione da qui al 2020, o forse, più precisamente, al 2022, poiché come sapete si può spendere per due anni ancora dopo la fine del periodo di programmazione.
  L'innovazione di metodo riguarda il rafforzamento dell'orientamento ai risultati. Abbiamo un'impostazione dei vari programmi basata su risultati attesi, azioni da sostenere e verifica dell'efficacia dell'azione. Da ora in poi, quindi, ci siamo dotati di un metodo di lavoro che consente di fare esattamente quello che l'onorevole Prataviera segnalava e che condivido essere importantissimo.
  Per quanto riguarda il 2007-2013, quando questo metodo di lavoro non era ancora sistematizzato, credo che siamo in grado comunque di ripercorrere perlomeno le decisioni di impiego dei fondi, soprattutto quelle degli ultimi due anni e, quindi, di poter dare conto, per esempio, delle azioni di riprogrammazione. Dicevo prima che abbiamo spostato risorse sui Pag. 12programmi maggiormente in grado di andare avanti e possiamo spiegare come l'abbiamo fatto, perché questa riprogrammazione è servita a realizzare cose utili oppure no e via elencando.
  Naturalmente, tenete conto che ci aiuta il fatto che anche le azioni di riprogrammazione sono state vagliate e validate dalla DG Regio della Commissione europea. Non erano arbitrarie. Tuttavia, chiaramente, è bene fornire un rendiconto. Mi attiverò per riuscire a fornire il rendiconto più attento possibile.
  Condivido l'osservazione dell'onorevole Berlinghieri che probabilmente, quando andremo a fare questa verifica, non saremo del tutto soddisfatti sull'uso dei fondi del 2007-2013. Troveremo anche situazioni di dispersione dei fondi.
  Tra l'altro, questo vale, forse ancor più che sui fondi strutturali, sull'utilizzo che le regioni hanno fatto nel passato periodo di programmazione del Fondo sviluppo e coesione. È proprio una delle ragioni per le quali questa volta abbiamo deciso non di semplicemente mettere a disposizione i fondi delle singole regioni e lasciare che poi ognuna faccia quello che le pare, ma di creare una cabina di regia che consenta un'interazione continua e scelte consapevoli, non lasciate semplicemente alla discrezione della singola amministrazione.
  Sull'utilizzo dei fondi diretti mi riconosco non sufficientemente attrezzato per risponderle, onorevole Prataviera. Quindi, mi riprometto di fornirle una risposta al più presto, andando a vedere bene il tema e come possiamo migliorare l'utilizzo dei fondi diretti.
  Mi dichiaro da subito disponibile a tornare qui in XIV Commissione – lo dico al presidente – se la Commissione lo riterrà utile, per esempio da qui a un mese circa. Oltre che colmare queste lacune di informazione, potrò anche portare i dati aggiornati sul caricamento statistico 2007-2013, in modo da verificare insieme l'indicazione che ho fornito all'inizio sul pieno assorbimento delle risorse.
  Onorevole Berlinghieri, siamo d'accordo sul problema della capacità amministrativa e del buon utilizzo delle risorse. Quanto all'operatività del Dipartimento e dell'Agenzia, sono diventati operativi subito. Va riconosciuto lo sforzo notevole che queste strutture, ancora in fasce, hanno esercitato fin dall'inizio, con le risorse non ancora complete che avevano a disposizione.
  Per quello che mi risulta a proposito della piena operatività dell'Agenzia, l’iter si è completato a febbraio. Sull'Agenzia, quindi, siamo ormai a regime. Abbiamo anche approvato i regolamenti di organizzazione e contabilità. Altrettanto vale per il Dipartimento. A questo punto, le due strutture sono pienamente operative.
  Onorevole Tancredi, sull'operatività dell'Agenzia ho risposto. Sulla questione dell'utilizzo dei fondi, in particolare di quelli che sono stati utilizzati o da norme di legge, o da delibere CIPE, ho citato le due questioni più importanti, ossia la delibera sulla banda ultralarga e la legge di stabilità 2016. L'onorevole Tancredi era relatore, ragion per cui conosce meglio di me il problema con lo stanziamento per il credito d'imposta agli investimenti nel Mezzogiorno.
  Aggiungo un altro intervento importante, che è stato lo «Sblocca Italia». Stiamo parlando, se ricordo bene, del settembre-ottobre 2014. Sono stati finanziati diversi interventi infrastrutturali per un ammontare significativo, ma anche di questo vi farò avere tabella definitiva. Se ricordo bene, parliamo di un po’ più di 3 miliardi di euro di interventi definiti in quella sede.
  Sul dissesto idrogeologico stiamo facendo l'allocazione in questi giorni. Dobbiamo riconvocare la cabina di regia portando il disegno allocativo (infrastrutture, dissesto idrogeologico, sviluppo economico e turismo). È un po’ prematuro anticipare cifre, ma sicuramente avrà un rilievo molto significativo.
  Sul dissesto idrogeologico si pone un problema, che segnalo alla Commissione semplicemente perché è bene condividerlo come conoscenza comune. Il dissesto idrogeologico è una voce i cui bisogni non sono ripartiti 80-20. Anzi, forse in taluni casi c'è una ripartizione più sul Centro-Nord che sul Sud. Quindi, utilizzeremo il Fondo sviluppo Pag. 13 e coesione (FSC) per il dissesto idrogeologico rispettando l'80-20, ma contemporaneamente giocherà quest'assegnazione sull'FSC di sponda con le assegnazioni ordinarie che abbiamo fatto già sulla voce dissesto idrogeologico.
  Questo in modo da combinarsi e avvicinare il più possibile, senza nulla togliere all'80-20 sull'FSC, a una ripartizione complessiva di fondi corrispondente al bisogno effettivo – ripeto – facendolo con gli stanziamenti ordinari, in modo da rispettare l'80-20 dell'FSC.
  Anche su questo potrò portare le cifre solo dopo che la cabina di regia le avrà deliberate. Credo, di nuovo, che, se avremo modo di incontrarci ancora da qui a un mese, sarò in grado di portarvi le allocazioni che la cabina di regia avrà definito e, quindi, di potervi riferire esattamente le cifre sulle varie voci.
  Vengo alla questione sollevata dalla regione Puglia. La regione Puglia ha sollevato prima una questione dicendo che il Fondo sviluppo e coesione era di 55 miliardi di euro, che sono diventati 38,8. Ne sarebbero mancati 17, o meglio 16,2. La risposta l'ho già fornita. Tengo a segnalare, perché credo che sia molto importante – «segnalarlo» è una parola sbagliata; tengo a ricordarlo a me stesso di fronte al Parlamento, l'organo che decide il Fondo sviluppo e coesione – che le risorse del Fondo sviluppo e coesione non sono risorse (scusate la brutalità) delle regioni. Sono risorse che il Parlamento nazionale, insieme con il Governo, naturalmente – ci prendiamo le nostre responsabilità – nella ponderazione dell'interesse generale del Paese, decide di assegnare alle politiche di coesione, in modo da affiancare i fondi strutturali.
  Questo lo dico perché questo passaggio è importante. Come il Parlamento ha scritto 55, nella medesima legge di stabilità 2014 ha scritto che intanto ne stanziamo 43. Tanto per cominciare, quei 17 di cui parla la regione Puglia si riducono a 5, perché 12 già non ci sono, al momento. Il Parlamento ha detto che, prima di stanziarli, vuole vedere se siamo capaci di fare qualcosa, come è giusto. Comunque è nella sovranità del Parlamento.
  Gli altri 5 sono stati assegnati da norme nazionali a utilizzi vari. Di nuovo, l'organo che ha deciso che esistevano 43,8 miliardi di euro ne ha utilizzati 5 per interventi importanti, perlopiù di tipo infrastrutturale, di cui molti dedicati al Mezzogiorno.
  Il problema – lo dico con molta serenità – non si pone. Il problema è mal posto. Credo che la regione Puglia se ne sia resa conto, perché poi ci è arrivata un'altra critica, per cui i 17 miliardi non ci sono più, o meglio cambiano aspetto. Sempre 17 sono, ma si tratta della differenza, stavolta, tra i 31,1, che ho detto essere l'80 per cento dei 38,8 che devono andare al Mezzogiorno, e i 13,4 dati ai Patti per il Sud, come se quei 17 non andassero al Sud.
  Diciamo che c'è un equivoco, un misunderstanding. Risolviamolo serenamente: 13,4 miliardi di euro sono la parte messa a disposizione dei Patti, cioè degli interventi concordati nei singoli Patti, e gli altri 17 sono sempre sul Sud, per interventi, come dicevo prima, che sono in corso di definizione e di cui vi potrò rendere conto nella prossima audizione. Sono interventi che vengono largamente concordati anche con le singole regioni.
  Per esempio, quando prima parlavo dell'asse ferroviario tirrenico o dell'asse adriatico, il Ministro Delrio queste cose non le pensa senza dialogare. Ha già discusso ampiamente, per esempio per l'asse adriatico, proprio con la regione Puglia. Quindi, è un po’ strano che ci venga chiesto dove stanno questi soldi. Stanno esattamente in quello di cui abbiamo parlato con loro.
  In queste settimane il Ministro Delrio ha discusso proprio con la regione Puglia del treno e del fatto che bisogna velocizzare. Con la regione Molise c'è la monorotaia che va sbloccata, perché è un collo di bottiglia che frena tutto l'asse adriatico. E via elencando. Di nuovo, il problema non si pone.
  Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario De Vincenti per l'intervento e per la replica con la quale ha risposto.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Pag. 14ministri. Posso aggiungere una cosa, presidente? Mi sembra che molti temi, anche con la regione Puglia, si stiano, in realtà, chiarendo. Segnalo che stiamo discutendo in modo molto costruttivo oggi. In queste due settimane abbiamo lavorato intensamente con la regione Puglia sul Patto per la Puglia. Mi sembra che molti equivoci si siano risolti.

  PRESIDENTE. Perfetto. Va meglio così, grazie al lavoro che il Governo ha fatto in queste settimane.
  Non ci sono altri interventi rispetto a questo punto all'ordine del giorno. Ringrazio di nuovo il sottosegretario per la presenza e per quello che ci ha riferito nell'audizione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.

Pag. 15